zoom monografico - Save the Children
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ZOOM MONOGRAFICO Il minore esposto alla pedo-pornografia su Internet Stop-it è un progetto di Save the Children Per maggiori informazioni rivolgersi a Save the Children Italia Via Firenze, 38 00184 Roma Tel: (+39) 06.480.7001 Fax: (+39) 06.480.70039 e-mail: [email protected] www.savethechildren.it www.stop-it.org ZOOM MONOGRAFICO IL MINORE ESPOSTO ALLA PEDO-PORNOGRAFIA SU INTERNET Premessa egli anni passati abbiamo puntato la nostra attenzione sulle vittime di pedo-pornografia, cioè sui minori oggetto di immagini, sia rispetto alla loro identificazione in termini investigativi, sia rispetto alle conseguenze dell’abuso subito. Abbiamo inoltre provato a riflettere sulla fruizione sicura delle nuove tecnologie da parte dei minori. Quest’anno vorremo concentrarci sul minore a casa, davanti al proprio PC e provare a riflettere sul perché egli, bambino o ragazzo1, potrebbe intrattenersi con immagini pedo-pornografiche o con potenziali abusanti e su quali effetti l’esposizione a tali immagini o a tali contatti potrebbe comportare. Riteniamo importante, per comprendere i rischi dell’esposizione a stimoli pornografici e pedopornografici, interrogarci su cos’è più in generale la sessualità nell’età dello sviluppo, cosa rappresenta e, nell’ottica di un percorso di supporto alla genitorialità, capire come il genitore e l’educatore possono accompagnare il minore nella sua crescita psicosessuale. Abbiamo, in tal senso, fatto riferimento al modello psicoanalitico sviluppato da Freud e dai suoi seguaci. Lo spirito che ci guida, inoltre, vuole essere quello di offrire spunti di riflessione in materia e non di affrontare l’argomento in modo esaustivo. N Abbiamo suddiviso il seguente lavoro in 3 parti: PARTE PRIMA Le caratteristiche di Internet, la funzione che esso oggi può assumere nella vita di un bambino o di un ragazzo ed i meccanismi di adescamento in Internet da parte di potenziali abusanti. PARTE SECONDA Lo sviluppo psicosessuale nel minore: cosa rappresenta la sessualità nell’età evolutiva, dal bambino piccolo all’adolescente. Quali sono i rischi dell’esposizione a immagini e stimoli pornografici e pedopornografici nel minore, nelle diverse età. Con i termini bambino e ragazzo intendiamo ogni volta riferirci anche alle bambine e alle ragazze. 1 PARTE TERZA Consigli per i genitori e gli educatori, sia nell’ottica di una prevenzione generale, sia in caso il minore sia effettivamente entrato in contatto con immagini pornografiche o pedo-pornografiche, o con potenziali abusanti via Internet. PRIMA PARTE COSA RAPPRESENTA INTERNET OGGI NELLA VITA DI UN BAMBINO E DI UN RAGAZZO? on è utile né corretto pensare che Internet svolga una funzione isolata rispetto al contesto in cui è inserito. Esso è un canale comunicativo come altri, dalle eccezionali caratteristiche, ma la sua accezione, positiva o negativa, dipende dall’utilizzo che se ne fa, dalla funzione che esso svolge all’interno del sistema di relazioni in cui si muove. Se questo è vero, è altrettanto vero, tuttavia, che Internet ha delle peculiarità specifiche che ne giustificano la rapidissima diffusione ed il ruolo che esso oggi assume nella vita di molte persone. Con l’avvento di Internet il rapporto con il mezzo di comunicazione cambia totalmente: Internet implica interazione e al tempo stesso la possibilità di essere “sempre e comunque connesso”, soprattutto attraverso i telefonini cellulari, oggi in grado di ricevere contenuti dal web e di assicurare la costante reperibilità del suo proprietario.2 Oggi attraverso Internet si può giocare, ci si può informare, si può imparare, ci si può confrontare su tematiche d’interesse comune, si possono gestire i contatti, si possono conoscere persone, si possono creare amicizie e legami affettivi, ci si può emozionare. Internet consente, proprio in virtù della sua rapidità, del suo annullare le distanze, della sua anonimia, di sperimentare una condizione virtuale di onnipotenza, legata sia al N Il rapporto con la Tv, invece, (soprattutto quella tradizionale e “generalista”) si basa su una ricezione essenzialmente passiva di informazioni massificate, ma al tempo stesso su un modello del tipo ”accendi-ricevispegni”, ovvero sulla possibilità di interrompere la ricezione a richiesta e soprattutto sul difficile trasporto della macchina televisiva, che obbliga pertanto ad una certa stanzialità (vedi il secondo Rapporto Annuale di Stop-It – Chi sono le vittime e quali i rischi su Internet). 2 superamento dei normali vincoli spazio-temporali sia, e soprattutto, alla possibilità di esplorare differenti aspetti della propria persona. Più che mai, oggi l’utilizzo di Internet presuppone una dimensione affettiva, emotiva e relazionale. Internet inoltre richiede capacità di reazioni molto veloci e questo, pertanto, non consente processi di elaborazione adeguata. Ciò è l’esatto contrario di quello che serve nell’età evolutiva, durante la quale, più che mai, i percorsi educativi sono efficaci se graduali e tarati sui bisogni dei giovani. E’ importante che i genitori e gli educatori conoscano il mezzo comunicativo, affrontino cioè un percorso di alfabetizzazione informatica che consenta loro prima di tutto di comprendere come si usano il computer ed Internet, quali sono le potenzialità ed i rischi, e permetta poi di orientare il bambino o il ragazzo all’utilizzo del mezzo. E’ importante tuttavia abbandonare l’idea del minore esposto passivamente ad Internet, in balia dei suoi meccanismi: il giovane conosce tecnicamente il mezzo e va piuttosto educato ad un suo utilizzo critico. I giovani di oggi sono competenti nell’utilizzare Internet, sanno perfettamente destreggiarsi nella tecnologia, nel soddisfare i propri bisogni: utilizzano il telefonino per inviare sms e foto, per ricevere contenuti on demand provenienti dalla rete, chattano con il PC dalla propria camera, conoscono e frequentano le communities a loro dedicate e si incontrano quotidianamente sul web, depositando i propri dati personali, spesso fotografie, e intrattengono relazioni, talvolta amicali e non di rado flirt in senso stretto. IL MINORE ESPOSTO ALLA PEDO-PORNOGRAFIA SU INTERNET ZOOM MONOGRAFICO PRIMA PARTE IL MINORE ESPOSTO ALLA PEDO-PORNOGRAFIA SU INTERNET ZOOM MONOGRAFICO Ciò però in termini educativi lancia una sfida ancora maggiore, soprattutto quando i bisogni sottesi all’utilizzo di Internet da parte del minore esprimono dei disagi; infatti è in questa fitta rete di scambi che si può inserire l’abusante il quale cercherà di mettersi in contatto col minore, quello fragile psicologicamente, quello sprovvisto di strumenti di conoscenza critica, di supervisione da parte degli adulti, quello non adeguatamente informato su come essere sicuro quando è in rete3. COME SI RISCHIA DI ENTRARE IN CONTATTO CON POTENZIALI ABUSANTI O CON MATERIALE PEDOPORNOGRAFICO? ell’approcciare il minore, il potenziale abusante si informa dove è situato il PC del minore, se i genitori o i fratelli sono presenti e cerca di isolare il bambino dal resto delle relazioni, diventando un amico a cui confessare i propri sentimenti e segreti. Abusante e vittima cominciano a condividere interessi comuni come la musica, poi possono seguire dichiarazioni d’affetto dell’adulto e lo scambio di fotografie innocue (non esplicitamente sessuali, non subito almeno) e la manipolazione psicologica diventa molto efficace. Quando l’adulto è certo di non correre il rischio di essere scoperto, inizia la fase dell’esclusività che rende impenetrabile la relazione ad N 3 Benchè la maggior parte degli studi dimostrino che la produzione di pedopornografia si realizzi tra le pareti domestiche, ad opera di abusanti conosciuti dalla vittima, si stanno diffondendo anche altre forme, più tipicamente commerciali di sfruttamento sessuale del minore, riconducibili ad organizzazioni criminali che vendono video pedopornografici attraverso Internet. esterni. Qui può collocarsi l’invio/scambio di fotografie dal contenuto sessuale esplicito e la richiesta di incontro. Al rifiuto del minore, durante l’incontro, di avere un rapporto sessuale l’adulto può rispondere con il ricatto di mostrare a genitori o amici le foto scambiate, oppure i testi inviati dal bambino. In questa fase avanzata dell’adescamento (detto “grooming”) può entrare in gioco il cellulare, uno strumento “più sicuro” del PC perché consente al bambino di nascondersi a genitori, fratelli o amici. SECONDA PARTE LO SVILUPPO PSICOSESSUALE: COSA SIGNIFICA PARLARE DI SESSUALITÀ RIFERENDOSI AD UN MINORE? Seguiamo lo sviluppo della sessualità nelle differenti fasi dell’età evolutiva del minore: 1. Il bambino (3-6 anni) on deve sorprendere, né scandalizzare, o spaventare, il fatto che ogni bambino abbia dei desideri sessuali. Affermazioni del genere spesso vengono strumentalizzate da associazioni di pedofili per legittimare il loro comportamento deviante. Noi intendiamo ovviamente sgomberare il campo da qualsiasi interpretazione tendenziosa riguardante la sessualità del bambino: i desideri sessuali esistono già fin da quando si è piccoli, ma il bambino non è assolutamente in grado di sperimentare attivamente la sessualità, per una serie di motivi che svilupperemo ampiamente nel lavoro che segue. Essi sono istintivi, cioè non frutto di apprendimento, e hanno per oggetto esclusivamente le figure di attaccamento, cioè i genitori, configurando quello che oggi è noto come complesso di Edipo. Nel mito, Laio, re di Tebe, affida il figlio Edipo neonato ad un pastore, affinché lo elimini, perché secondo una profezia egli avrebbe in futuro ucciso il proprio padre e sposato la propria madre. Edipo tuttavia non muore e cresce a N Stiamo parlando di famiglie composte da una coppia genitoriale e dalla prole; nelle altre tipologie familiari o in altri contesti di crescita, i meccanismi descritti sono più difficilmente identificabili ma comunque presenti. 4 Corinto, allevato da una famiglia adottiva; seguendo una serie di vicende, infine, il destino si avvera ed egli effettivamente giungerà ad assassinare Laio e a sposare la madre Giocasta. Perché questo mito greco è stato scelto per descrivere una fase dello sviluppo psicosessuale? Il bambino maschio dai 3 ai 6 anni sviluppa verso la mamma, in quanto genitore di sesso opposto e riferimento principale4 nella sfera degli affetti, un’attrazione che non è solamente affettiva in termini di attaccamento, bensì appunto fisica. Al contempo il bambino sente di entrare in competizione con il proprio padre, perchè coglie il rapporto psicofisico che lega i suoi genitori, tanto più quanto meglio la coppia genitoriale cerca di proteggere la propria intimità ed il proprio legame. Lo stesso avviene per le bambine, in questo caso però attratte dal loro papà ed in competizione con la madre. Come può il bambino affrontare e superare questa situazione? Il ruolo dei genitori è fondamentale: sta a loro proteggere prima di tutto l’intimità della coppia genitoriale, ponendo limiti di accesso al figlio a spazi e momenti privati ( è importante per esempio non mostrarsi nudi, perché così si stimolerebbero inutilmente i desideri sessuali del bambino). Al genitore del sesso opposto, oggetto di desideri sessuali da parte del figlio, spetta il compito di non colludere, di non diventare complice del figlio, con effusioni e atteggiamenti inadeguati; il contributo dell’altro genitore, invece, è fondamentale nel chiedere e pretendere l’esclusività delle attenzioni sessuali del partner. Emerge in tal senso l’importanza per una coppia genitoriale di sentirsi effettivamente coppia unita e IL MINORE ESPOSTO ALLA PEDO-PORNOGRAFIA SU INTERNET ZOOM MONOGRAFICO SECONDA PARTE IL MINORE ESPOSTO ALLA PEDO-PORNOGRAFIA SU INTERNET ZOOM MONOGRAFICO 5 Cinquant’anni dopo, nel 1949, Claude Levi-Strauss, osservando le strutture elementari della parentela da un punto di vista diverso, quello antropologico, conferma la teorizzazione di Freud. 6 Esistono, tuttavia, realtà locali in Italia in cui l’incesto è socialmente accettato dalla comunità: questo non vuol dire che l’effetto sul minore non sia negativo. Si creerà nel giovane un gap interno fra le regole sociali apprese dal mondo esterno e ciò che egli prova interiormente rispetto alla sua incapacità di elaborare non solo la sessualità adulta, ma il tradimento del genitore come adulto di riferimento. affiatata, emotivamente e sessualmente, per riuscire a frenare i tentativi d’intrusione del figlio all’interno del triangolo edipico. In questo modo il bambino impara la prima e la più importante delle regole, alla base non solo della sua educazione sessuale, ma di tutta la sua educazione, della sua capacità di crescere e diventare col tempo un adulto equilibrato: questa regola è il tabù dell’incesto. Mentre per gli storici l’inizio della civiltà coincide via via con la scoperta del fuoco, dell’agricoltura, della scrittura, ecc., per Freud la civiltà della società contemporanea si regge sul tabù dell’incesto5. Questo vale anche per il bambino: egli passa da una dimensione in cui è essenzialmente in balia dei propri impulsi ad un’altra contraddistinta dalla capacità di controllarsi e di seguire regole e comportamenti condivisi nel contesto in cui vive, proprio facendo suo il divieto dell’incesto. Questa è solo la prima delle regole, ne seguono tante altre, tutte quelle che regolamentano un sistema di convivenza democratico ove appunto, sia sì possibile esprimersi ma nel rispetto della libertà degli altri. E’importante che il bambino senta che il sistema normativo che gli viene presentato e trasmesso, cioè l’insieme delle regole di comportamento, fa parte di un ordine molto al di sopra di lui, un ordine che viene da lontano ed appartiene ad un sistema sociale Come può il bambino imparare e fare proprio tale sistema di norme? Ciò che consente al bambino di interiorizzare questo insieme di regole non è solo l’imitazione dell’adulto, o il timore di una punizione, bensì il fatto che il genitore, o l’adulto di riferimento, si ponga come modello carismatico, autorevole e comprensivo al tempo stesso (nel senso che comprende la frustrazione del bambino, senza cedere alla richiesta infantile). Il bambino (di entrambi i sessi) percepisce la forza e la potenza dei propri genitori, sente di dipendere totalmente da loro, ma ne percepisce anche l’enorme affetto verso di lui e la funzione di protezione e di guida da loro svolta nei suoi confronti. E’questo ciò che gli consente di affrontare il divieto dell’incesto, di elaborare le sue emozioni nei confronti dei genitori e di accettare le regole della famiglia e del contesto in cui vive6. E’inoltre assai importante che il padre e la madre siano sì detentori del potere, ma che essi per primi rispettino in modo coerente e convinto le stesse regole che chiedono di rispettare al figlio, (lo stesso genitore deve lavarsi le mani prima di mangiare, non buttare immondizia a terra per strada, rispettare le file, mangiare le minestre, ecc.). Tutto ciò infine spiega anche perché, quando viene violato il tabù dell’incesto, il disorientamento è totale, affettivo e cognitivo: viene meno l’immagine dell’adulto preso come riferimento, come modello esemplare di comportamento nel rispettare le regole (prima fra tutte, l’incesto, appunto) e al tempo stesso si è vittima di un tradimento, perché il genitore incestuoso non svolge più la sua funzione “sacra e naturale”di proteggere e guidare il figlio nella e verso la crescita. 2. Il bambino (6-10 anni) urante la fase di latenza (6-10 anni), se il periodo precedente ha dato effettivamente come risultato D SECONDA PARTE l’interiorizzazione dei tabù sociali e delle norme di convivenza, la sessualità non è più emotivamente così forte come negli anni precedenti e si esprime attraverso sentimenti di tenerezza verso coetanei del sesso opposto. Il bambino ha ormai compreso e fatto proprie le norme che il suo contesto socio-culturale gli ha trasmesso, prima fra tutte quelle riguardanti la sessualità. In questo periodo prevale il desiderio di conoscenza ed il bisogno di socializzazione; cioè mentre prima il mondo del bambino ruotava intorno alla sua famiglia, adesso egli comincia ad estendere il centro dei suoi interessi. 3. Il preadolescente ella pre-adolescenza, altrimenti detta pubertà, (11-13 anni per le femmine, 13-15 anni per i maschi7) emergono i caratteri sessuali secondari8, ed il corpo subisce una serie di mutamenti che rende il minore in età puberale particolarmente recettivo a stimoli interni ed esterni: è un periodo di forte turbamento proprio in termini di identità, perché il giovane si ritrova un corpo e dei desideri nuovi che lo spingono in direzioni inesplorate. Mentre lo sviluppo mentale9 è ormai completato e quello fisico è in piena evoluzione, dal punto di vista affettivo il preadolescente non è ancora pronto per sostenere una sessualità matura. Egli cercherà l’autonomia rispetto alla famiglia, ma paradossalmente più che mai in questa fase, egli ha bisogno dell’adulto per staccarsi dall’adulto stesso; ha cioè bisogno di sentire che non solo il genitore è presente, ma che questi è contento che il figlio si renda autonomo. N Le femmine raggiungono la pubertà mediamente 1 o 2 anni prima dei maschi 7 Nelle femmine crescono seni e peluria, nei maschi cambia la voce, compaiono barba e peluria. 8 Secondo il modello elaborato da Jean Piaget e dai suoi seguaci inerente lo sviluppo cognitivo. 9 Se così non è egli potrebbe forse sentirsi in colpa (per il suo desidero di indipendenza) e/o assumere comportamenti aggressivi. 4. L’adolescente ell’adolescenza la dimensione sessuale, affettiva e cognitiva si coniugano ed il processo iniziato nella pubertà si assesta: il giovane si rende sempre più autonomo e si avvia verso la possibilità di sperimentare la sessualità con i coetanei in modo attivo. Questo avviene perché, oltre allo sviluppo cognitivo e fisico, sta procedendo anche quello affettivo, nel senso che dentro di lui si riduce la distanza con l’adulto, prima percepito come diversissimo. L’adolescente riconosce dentro di sé delle parti meno infantili, è pronto pertanto a far proprio e ad imitare il comportamento dei genitori, in quanto rappresentanti principali del mondo degli adulti. E’ importante che la famiglia accolga questa nuova dimensione, rispetti e accetti i nuovi interessi del figlio adolescente per il sesso opposto, consentendogli di coltivare amicizie e affetti, rispettandone la privacy senza tuttavia smettere di svolgere la funzione di vigile protezione e di riferimento adulto. N IL MINORE ESPOSTO ALLA PEDO-PORNOGRAFIA SU INTERNET ZOOM MONOGRAFICO CHE COSA SUCCEDE SE UN MINORE SI IMBATTE IN IMMAGINI PORNOGRAFICHE (CONCERNENTI SESSUALITÀ FRA ADULTI)? SECONDA PARTE IL MINORE ESPOSTO ALLA PEDO-PORNOGRAFIA SU INTERNET ZOOM MONOGRAFICO 1. Il bambino gni bambino, nell’arco del proprio sviluppo, nutre fantasie e desideri sessuali, talvolta incestuosi o aggressivi, ma essi possono rimanere inconsci, cioè il bambino può non esserne consapevole, perché in lui nel tempo (con la risoluzione del complesso edipico, come abbiamo già visto) si sviluppa e agisce una sorta di censura interiore che gli impedisce di prendere contatto con contenuti contrari alle regole a lui trasmesse e che egli ormai ha interiorizzato. Il problema insorge se, invece, a causa di sollecitazioni esterne di varia natura ed entità (esperienze con pedofili, contatto con materiale pornografico, ecc.) nel bambino scompare il confine tra fantasia e realtà. La fase più critica in tal senso è quella edipica (3-6 anni) in quanto il bambino non ha ancora interiorizzato i tabù sessuali e le norme sociali; non si è ancora formato, cioè, un sistema normativo interno in grado di tenere a bada i desideri sessuali La visione di materiale pornografico o il contatto con adulti che O propongono di “conversare”circa tematiche sessuali, rappresentano per il bambino esperienze complesse, che possono generare disagio, angoscia, preoccupazione e al tempo stesso, tuttavia, curiosità. La visione di immagini pornografiche (che ritraggono solo adulti) è di per sé inquietante perché il bambino non è ancora maturo (da nessun punto di vista: cognitivo, fisico e affettivo) per sperimentare e vivere la sessualità; ma, se non altro, il bambino sa che la sessualità riguarda il mondo degli adulti e, in tal senso, le immagini in questione confermano tale rappresentazione. La pornografia può inoltre dare al minore informazioni sbagliate sulla sessualità, tanto più quanto carenti o inadeguate sono quelle che lui riceve dalla famiglia e dagli educatori. 2. Il preadolescente una fase critica perché davanti a stimolazioni pornografiche, oltre alla curiosità cognitiva, può comparire in questo periodo anche l’eccitazione fisica ed una certa tendenza a passare all’azione, cioè a realizzare i propri desideri sessuali. Tuttavia il turbamento emotivo tipico del minore in fase di latenza si ritrova anche nel preadolescente, proprio perché egli ancora non è emotivamente maturo. È 3. L’adolescente e l’adolescente ha avuto un’educazione socio-affettiva adeguata egli potrebbe non trovare interessante intrattenersi in visioni pornografiche; potrebbe inizialmente provare curiosità e piacere, ma è probabile che a prevalere sia la spinta a cercare di S SECONDA PARTE rispondere alle proprie pulsioni sessuali attraverso rapporti adeguati con coetanei in carne ed ossa. E’ inoltre probabile che in lui prevalga il bisogno e la capacità di confrontarsi con i genitori sul tema (per quanto a quest’età la relazione con il sistema degli adulti sia complesso). L’esposizione a materiale pornografico ha effetti la cui negatività aumenta in relazione alla natura delle immagini, al livello di perversione sotteso, alla frequenza e all’intensità dell’esposizione stessa e ovviamente alla fragilità psichica del ragazzo. CHE COSA SUCCEDE SE UN MINORE SI IMBATTE IN IMMAGINI PEDOPORNOGRAFICHE (RIGUARDANTI MINORI) O “CHATTA” CON ADULTI POTENZIALI ABUSANTI? 10 Alcuni studi evidenziano inoltre che la visione di immagini pedopornografiche riduce le inibizioni interne di pedofili e potenziali abusanti; lo scambio di immagini può rappresentare un lasciapassare per accedere a comunità on line accomunate da questo tipo di interesse. a visione di immagini in cui è rappresentato un minore in atteggiamenti sessuali, può turbare il bambino ancor di più che le immagini pornografiche aventi per soggetti gli adulti: il minore che ha acquisito i tabù sociali coglierà che c’è qualcosa che non va, che non è “normale”per un bambino intrattenere con se stesso, con altri coetanei, o addirittura con adulti, L rapporti di quel tipo. E’ soprattutto inquietante il fatto che un adulto, vissuto come esempio, come modello, come riferimento, sia il primo a trasgredire le regole. Spesso, parlando di abusi sessuali sui minori, le immagini pedopornografiche vengono mostrate e utilizzate dagli abusanti nel processo di adescamento per abbassare le resistenze delle vittime grazie proprio ad un effetto normalizzante dell’esposizione, nel senso che il minore cui vengono presentati stimoli pedo-pornografici è indotto a pensare che sia comune e quindi socialmente accettabile che i bambini abbiano una loro sessualità e che questa possa essere sperimentata realmente ed in modo soddisfacente con altri bambini o con adulti.10 IL MINORE ESPOSTO ALLA PEDO-PORNOGRAFIA SU INTERNET ZOOM MONOGRAFICO CONSIGLI PER I GENITORI E GLI EDUCATORI TERZA PARTE IL MINORE ESPOSTO ALLA PEDO-PORNOGRAFIA SU INTERNET ZOOM MONOGRAFICO Cosa può fare l’adulto, per accompagnare il minore nella sua crescita psicosessuale ed evitare, in un’ottica di prevenzione generale, che egli o ella s’imbatta in immagini pedo-pornografiche ed entri in contatto con potenziali abusanti? • Considerare che anche in età evolutiva esistano dei desideri sessuali; per quanto, forse, imbarazzante e difficile, è importante non negare tali pulsioni e permettere al minore di esprimere domande su tale argomento. E’importante che i figli ricevano un’educazione sessuale, intesa come un percorso per affrontare la sessualità secondo tempi e modi adeguati all’età. • Educare alla sessualità significa prima di tutto trasmettere alcune regole fondamentali: il divieto dell’incesto, il divieto della sessualità fra consanguinei, il divieto della sessualità fra non coetanei, il rispetto delle modalità sessuali in base all’età e alla maturità, la reciprocità del consenso. • Trasmettere i tabù sessuali (primi fra tutti il divieto dell’incesto e la sessualità fra consanguinei all’interno del nucleo familiare) non vuol dire rendere tutta la sessualità un tabù (come accadeva fino a qualche decennio fa) e comportarsi come se fosse scandaloso parlarne. Al contrario, è importante dar modo al minore di esprimere curiosità su tale argomento, di entrare in contatto con le proprie emozioni, di scambiare effusioni con coetanei consenzienti secondo forme rigorosamente adeguate all’età. • Lasciare ai figli la possibilità di esplorare il proprio corpo, di conoscere le proprie sensazioni, insegnando loro però che tutto ciò riguarda una sfera privata (come il fare l’amore per i genitori o il denudarsi), e al tempo stesso una sfera personale che sempre più il minore, crescendo, dovrebbe imparare a gestire in autonomia (per esempio, nell’igiene intima). • E’normale che il bambino o ragazzo abbia un interesse per i coetanei e che ci possa essere uno scambio di effusioni adeguato all’età, a patto che si tratti appunto di coetanei e che siano entrambi consenzienti. Se invece ad avvicinarsi al bambino, per esempio di 4-5 anni, è un ragazzino di 11-12, la differenza di età è già eccessiva ed è opportuno intervenire. Questo è il confine che il genitore o l’educatore è importante facciano rispettare per educare correttamente il minore ed allo stesso tempo proteggerlo. • Affinché qualsiasi processo educativo funzioni, le frustrazioni dovute alle proibizioni devono essere inferiori alle gratificazioni; il genitore o l’educatore che pone dei confini, nella propria funzione di orientamento e guida del minore, è opportuno che offra soluzioni alternative ai dinieghi. Questo vale sia per il bambino di un anno, cui la madre sottrae dalla manina i propri occhiali, in serio pericolo di rottura, ma a cui viene reso, a mo’ di scambio, un giochino qualsiasi, sia per la bambina di 5 anni che vuole sposare il papà e che si sente rispondere che non è possibile, perché papà è già sposato con mamma, ma che anche lei, se vorrà, da grande avrà uno sposo, o che, se lo desidera, al momento TERZA PARTE • • • • • può avere un fidanzatino scelto tra i suoi amichetti. Comportarsi in modo coerente con i divieti e le regole poste alla base dell’educazione dei figli. Fare in modo che nella coppia genitoriale vi sia coerenza educativa. Porsi in maniera carismatica nel fare rispettare le regole, con fermezza e coerenza ma soprattutto con molto amore e comprensione nei confronti della frustrazione generata nel figlio dal divieto (utilizzare frasi del tipo “…lo so che non vuoi, capisco come sia difficile accettarlo, ma…”). Svolgere la funzione dell’adulto, quella di chi sa prima di tutto disciplinare i propri impulsi e di chi rappresenta, con la propria persona e con il proprio esempio, le regole e i divieti. Il figlio di un genitore che non sa far rispettare regole e divieti, proverà angoscia, si sentirà in balia di se stesso, senza contenimento e riferimento. Soprattutto non riuscirà ad interiorizzare le norme sociali e, nella misura in cui il tabù dell’incesto è il principale divieto, anche la sua sessualità ne risentirà fortemente. Accogliere i bisogni e i sentimenti dei figli, anche quelli più antisociali (rabbia, invidia, gelosia, ecc.); permettere al minore di dire, per esempio,“sono arrabbiato, furioso, depresso, confuso, deluso,…felice, ecc. …perché…”. Dare modo al bambino o al ragazzo di esprimere tali sentimenti non vuol dire alimentarli bensì, al contrario, aiutare il proprio figlio a comprendere se stesso e a gestire meglio le proprie emozioni. Spiegare al bambino o ragazzo, con parole e rappresentazioni adeguate all’età, i comportamenti sessuali che egli osserva nella quotidianità, anche accidentalmente, e su cui si interroga (immagini di sesso in Tv, prostitute per strada, effusioni tra passanti al parco, ecc.) e sottolineare, soprattutto, che l’atto sessuale deve essere di gradimento per gli individui coinvolti e deve rispettare la persona. • Aiutare il proprio figlio ad entrare in contatto con i propri sentimenti e ad esprimerli: se il rapporto con i genitori è sano, in caso di difficoltà, è probabile che il minore per prima cosa si rivolga alla famiglia, cui si chiede di prestare attenzione ed ascolto a tutti i segni di disagio. • Vigilare, con attenzione e discrezione al tempo stesso, su come il minore trascorre il proprio tempo, su cosa fa, chi incontra, qual è il centro dei suoi interessi del momento (secondo modalità adeguate all’età del figlio, ovviamente). • Supportare il minore nell’utilizzo sicuro di Internet e delle nuove tecnologie. In particolare: 1 Insegnare il valore della privacy 2 Assistere i bambini nella navigazione 3 Non collocare il PC nella stanza dei bambini 4 Incrementare le proprie competenze tecniche 5 Non lasciare il bambino solo davanti al PC 6 Individuare siti e chatroom garantiti 7 Spiegare ai bambini sia le potenzialità che i rischi di Internet, vale a dire che si possono fare cose assai divertenti ed educative ma anche, purtroppo, incorrere in brutte esperienze. IL MINORE ESPOSTO ALLA PEDO-PORNOGRAFIA SU INTERNET ZOOM MONOGRAFICO COSA PUÒ FARE L’ADULTO SE IL MINORE SI IMBATTE IN IMMAGINI PORNOGRAFICHE, PEDOPORNOGRAFICHE, O ENTRA IN CONTATTO VIA INTERNET CON ADULTI FRUITORI DI PEDOPORNOGRAFIA O IPOTETICI ABUSANTI? TERZA PARTE IL MINORE ESPOSTO ALLA PEDO-PORNOGRAFIA SU INTERNET ZOOM MONOGRAFICO • • Non fare finta di niente se il proprio figlio ha un contatto con immagini pornografiche (o pedo-pornografiche) e intraprendere, al contrario, una serie di azioni: • Fare domande, cercando di mantenere la calma, per individuare il canale attraverso cui l’esposizione od il contatto sono avvenuti e tempestivamente interromperlo (evitando che materialmente il minore acceda a certi siti, o comunities, o incontri certe persone). • In un secondo tempo, affrontare l’eventuale imbarazzo e cercare invece di utilizzare parole e immagini adatte all’età del minore, spiegandogli che quelle rappresentazioni ritraggono alcune fra le tante modalità della sessualità fra adulti; e che egli, ancora piccolo, tuttavia deve • • • sapere pazientare, deve aspettare di crescere per accedere a quelle modalità e che nel frattempo i bambini o i ragazzi ne hanno altre per esprimere e ricevere affetto e tenerezza (baci, parole, gesti, abbracci …). Evitare, tuttavia, di soffermarsi sulle immagini e sulle spiegazioni per non invadere ulteriormente la mente del figlio con contenuti, riguardanti le modalità adulte del comportamento sessuale (spesso perverse quando si parla di pornografia e di pedopornografia) che egli non è assolutamente in grado di comprendere ed elaborare. Spiegare, secondo modalità adeguate all’età del figlio, che purtroppo “il male esiste e che non tutte le persone sono buone, ma che la funzione di mamma e papà è quella di proteggere i figli”. Il minore imparerà così a porsi il problema della necessità di selezionare le sue relazioni interpersonali, imparerà a discriminare di chi fidarsi. E’ tuttavia importante rassicurarlo, facendogli sentire che la famiglia e gli educatori vigilano su di lui. Aiutare il minore a raccontare cosa ha visto e provato davanti agli stimoli porno e pedopornografici e a rassicurarlo, fornendogli delle chiavi di lettura possibili, adeguate all’età. Spiegare che l’importante, nella sessualità, a qualsiasi età, è il consenso reciproco (anche un semplice bacio, se non desiderato, può rappresentare una violenza) ed il rispetto della persona. Questo consente al bambino o ragazzo di interpretare come inadeguate molte immagini di pornografia e soprattutto di pedo-pornografia. Spiegare che il sesso non è IL MINORE ESPOSTO ALLA PEDO-PORNOGRAFIA SU INTERNET TERZA PARTE ZOOM MONOGRAFICO l’unico modo per entrare in relazione affettivamente, che ci sono tanti modi per volersi bene e per comunicarselo11. • Chiedere aiuto ai professionisti dell’infanzia quando ci si trova in difficoltà, per farsi aiutare nel ruolo di genitore/educatore o per supportare eventualmente il minore. Spesso pedofili o potenziali abusanti, che hanno con la vittima un rapporto affettivo, utilizzano l’affetto come ricatto per minare le resistenze del minore. 11 In sintesi, la reazione del minore e l’effettivo rischio di essere adescato dipendono dall’equilibrio psichico del soggetto, dal suo rapporto con la famiglia, dal contesto sociale più o meno protettivo, da quanto cioè egli cercherà di soddisfare virtualmente bisogni che dovrebbero invece ricevere adeguata risposta nella vita reale e da quanto egli riuscirà a rivolgersi ai genitori o agli educatori per chiedere conforto e chiarimento. Il minore risulterà fragile e sensibile all’offerta di ascolto e amicizia del potenziale abusante tanto più quanto più il mondo degli adulti che lo guidano in termini affettivi ed educativi sarà assente o carente. Questo vale anche per l’adolescente, sebbene il rapporto con la famiglia si basi più sul dialogo e sulla fiducia e meno, come per il bambino, sulla protezione in senso stretto. L’importante è che la famiglia e la scuola svolgano la loro primaria funzione di agenzie educative, di questi tempi in difficoltà, soprattutto di fronte alla TV che oggi non si limita più ad amplificare i fatti che accadono nel mondo, bensì propone valori e modelli di comportamento. Sosteniamo un approccio multidisciplinare, che trova la sua base nell’educazione socioaffetiva del minore da parte della famiglia e della scuola, nell’alfabetizzazione informatica dei genitori e degli educatori, nella sollecitazione nel minore di capacità critiche nell’utilizzo di Internet, nello sviluppo di nuove tecnologie atte a regolamentare il web, nell’impegno delle istituzioni per la tutela e la promozione dei diritti dei minori. ZOOM MONOGRAFICO IL MINORE ESPOSTO ALLA PEDO-PORNOGRAFIA SU INTERNET Bibliografia Freud Sigmund (1905), Tre saggi sulla teoria sessuale, OSF vol. 4, Boringhieri Torino (1970). Freud Sigmund (1922), L’Io e l’Es, OSF vol.9. Boringhieri Torino (1977). Levi-Strauss Claude (1949), Le strutture elementari della parentela, Feltrinelli (1984). Il bambino virtuale, Atti della Giornata di studio promossa dalla Commissione parlamentare per l’infanzia, in vista della Sessione speciale dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite dedicata all’infanzia. Roma, (15/4/2002). Il Telefono Azzurro (a cura di) So dire di sì, so dire di no, Fabbri Editori (1999). Montecchi Francesco (2005), Dal bambino minaccioso al bambino minacciato, Franco Angeli.