RELATORE: DI PIETRO – Assessore il quale illustra lo schema di
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RELATORE: DI PIETRO – Assessore il quale illustra lo schema di
20 del 27 FEBBRAIO 2006 REP. N. 597 OGGETTO: AFFIDAMENTO DELLA GESTIONE DEL SERVIZIO IDRICO INTEGRATO ALLA SOCIETA’ CONSORTILE S.I. MARCHE S.C.R.L. – SUB CONCESSIONE ALLE SOCIETÀ OPERATIVE APM ED ATAC E STIPULA DELLA CONVENZIONE INTERCOMUNALE AI FINI DEL PROGRESSIVO SVILUPPO DEL REGIME “IN HOUSE”. DISCUSSIONE DI PIETRO – Assessore Con questa delibera noi diamo avvio all’affidamento della gestione del servizio idrico integrato alla Società Consortile S.I. Marche s.r.l. così come previsto…(interruzione in sottofondo)… Tale documento è stato costruito in seguito alla deliberazione dell’autorità d’ambito 3 Centro Marche, la quale prevede all’interno del suo territorio l’affidamento in concessione suddivisa in tre sub-ambiti, uno appunto individuato in quello di S.I. Marche, Società Consortile a responsabilità limitata, della quale appunto fanno parte il Comune di Macerata, di Civitanova Marche, di Castelfidardo, di Corridonia, di Montecosaro, Morrovalle, Treia, Pollenza e Appignano, che è il bacino del quale noi facciamo parte, questo Comune fa parte. Naturalmente, oltre al nostro, sono stati individuati altri due sub-ambiti, uno è definito nel sub-ambito UNIDRA, sempre Società Consortile, e l’altro che è il Centro Marche Acque, Società sempre Consortile. Con questa delibera noi andiamo a deliberare innanzitutto la convenzione con la quale vengono individuati i diritti e gli obblighi contrattuali del gestore, e approviamo naturalmente anche il piano economico e finanziario che è contenuto appunto all’interno della Concessione, del quale fanno parte appunto il programma degli investimenti, lo sviluppo della Struttura Tariffaria e i costi modellati della gestione, oltre a questo c’è anche il Capitolato Tecnico che definisce i livelli tecnici dei servizi Amministrativi e Contabili. …(interruzione in sottofondo)… le linee fondamentali relative alla convenzione di affidamento sono riferite alla decorrenza dell’affidamento che era prevista dal 1° luglio 2005 e la durata, che è 20 anni, fino al 31 dicembre…20 anni appunto a partire da questa data. Il modello previsto per l’affidamento è quello “in house”, quindi un affidamento diretto, che è possibile solo qualora vengano rispettati alcuni criteri di cui riferirò in seguito. 1 20 del 27 FEBBRAIO 2006 REP. N. 597 L’altra strada che poteva essere seguita era appunto quella della gara, che poteva affidare tale servizio a un gestore interamente privato o misto, quindi con un ipotetico gestore che poteva vedere al suo interno anche la partecipazione di un ente pubblico. Rispetto a questo, naturalmente l’Amministrazione ha ritenuto che l’affidamento “in house” era quello che poteva garantire al meglio il livello del servizio, e che quindi, non solo l’Amministrazione comunale di Macerata, ma tutti i comuni che fanno parte dell’ambito, hanno voluto dar seguito a questa modalità di affidamento. La particolarità di questa convenzione che noi andiamo ad approvare con questa delibera è che oltre all’atto dell’affidamento da parte dell’ATO appunto, alla Società S.I. Marche, la stessa prevede una sub-concessione a due società: queste sono appunto l’azienda APM, la società del Comune di Macerata (della quale fanno parte anche altri comuni), e l’altra che è l’ATAC di Civitanova. Questa sub-concessione verrà utilizzata per gestire il servizio all’interno, quindi l’ATAC gestirà il territorio di Civitanova Marche e l’APM dovrà gestire direttamente il servizio relativamente ai comuni di Macerata, Castelfidardo, Corridonia, Montecosaro, Morrovalle, Treia, Pollenza e Appignano, quindi la sub-concessione prevede la divisione a due soggetti della gestione. Oltre a questo, l’altra cosa che va segnalata è che la società APM prevede l’ingresso all’interno della sua compagine sociale, dei comuni dei quali andiamo ad acquisire il servizio, e che naturalmente il Comune di Macerata si avvarrà dell’APM proprio come braccio operativo, come strumento per gestire i rapporti relativi alla gestione del servizio idrico. Io a questo punto… altro passaggio importante è che ad oggi il capitale sociale di S.I. Marche, che noi andiamo a sottoscrivere, è suddiviso fra tre società che sono la Castelfidardo Servizi, l’ATAC e l’APM. Io vorrei brevemente leggere alcuni passaggi della delibera, proprio perché questa è molto complessa ed è bene espletarli in maniera più chiara possibile, salterò quello che ho ritenuto meno importanti, ma voi avete il testo e quindi ora do avvio alla lettura: (viene letto il testo) Quindi, a tal riguardo sussiste pertanto la prospettiva pienamente condivisa anche dalla presente Amministrazione comunale di accorpare in futuro la gestione del Servizio idrico integrato in forma unificata rispetto ai due sub-ambitiato, rispettivamente attribuiti a S.I. Marche e a Unidra, per le quali può quindi prevedersi sin d’ora la futura operazione di fusione societaria, anche in ottemperanza al principio della tendenziale unificazione gestionale in ambito territoriale ottimale che costituisce una delle principali ispirazioni della legge Galli. 2 20 del 27 FEBBRAIO 2006 REP. N. 597 Qui un approfondimento: inizialmente gli ambiti territoriali dovevano essere individuati in un unico territorio omogeneo per erogazione del servizio, ad oggi l’ATO 3 appunto avendo individuato tre sub-ambiti, noi già oggi, in particolar modo, anche avvalendoci della collaborazione dell’APM, si sta lavorando affinché si possa prevedere, nel più breve tempo possibile, alla fusione dei due sub-ambiti, così come avevo indicato, quindi di accorpare il nostro S.I. Marche a quello di UNIDRA che è quello che fa riferimento alla parte della montagna appunto. Proseguo: (continua a leggere il testo della delibera) L’intercorso affidamento della gestione del Servizio a S.I. Marche presuppone quindi la sub-concessione rispettivamente all’APM e all’ATAC, avendo appunto l’ATO 3 presentato previa autorizzazione in tal senso, ai sensi dell’articolo 2 della Convenzione intercomunale approvata dalla medesima autorità d’ambito territoriale con deliberazioni sopraccitate. Quindi relativamente all’APM le quote poi sono indicate nella delibera, quelle detenute di S.I. Marche e attribuite in base al peso specifico e quella relativa all’ATAC. (continua a leggere il testo) Quindi passiamo direttamente alla parte deliberativa, visto che tra l’altro il mormorio continua. (viene letta la parte deliberativa) Bene, vedo che sta anche scadendo il tempo, poi eventualmente per approfondimenti risponderò dopo gli interventi dei consiglieri comunali. LAUNO – DS - a nome commissione consiliare seconda Dò lettura del verbale della seduta del 25 febbraio 2006: il giorno 25 febbraio 2006 si è riunita la Commissione 2^, cui sono presenti anche il vice Sindaco Lorenzo Marconi, l’assessore Stefano Di Pietro, il funzionario dottor Migani, nonché il Presidente dell’APM il dottor Graziano Ciurlanti. Viene illustrata la proposta di deliberazione consiliare e il Presidente invita il dottor Ciurlanti ad illustrare gli aspetti gestionali dell’affidamento in argomento. 3 20 del 27 FEBBRAIO 2006 4 REP. N. 597 Il consigliere Beccacece presenta una mozione d’ordine in merito al rinvio ad una successiva seduta consiliare della trattazione della proposta di delibera. Messa a votazione viene respinta con il seguente voto: 3 favorevoli (Beccacece, Pierini e Sacchi), 5 contrari (Borgiani, Carancini, Launo, Mosca, Ricotta). Al termine della discussione e della illustrazione effettuata dal dottor Ciurlanti, aldilà degli ulteriori chiarimenti richiesti da tutti i componenti, viene messa in votazione la delibera oggetto di discussione oggi qui in aula consiliare, la quale viene approvata con 5 voti favorevoli e 2 contrari, nessuna astenuto. Grazie. MUNAFO’ – Comitato Menghi Io vorrei fare, l’ho già posta, una domanda, alla maggioranza che andrà a votare questa delibera, se sono effettivamente coscienti e consapevoli di cosa vanno a votare. Questa è una delibera che porta il marchio della sinistra estrema, con i pro e con i contro, è mascherata per tecnica perché in questa delibera, l’ha detto l’assessore, al fine di garantire meglio il servizio, si evita la gara pubblica e si conferisce tout court alla struttura pubblica, realizzando un’altra società, la gestione delle acque. Dove sta scritto che l’ente pubblico, per forza, gestisce meglio il servizio? Dove sta scritto che un bando di gara, fatto con diligenza, non possa garantire al meglio gli utenti? Io parlo di utenti, mentre in questa delibera si parla di gestione politica delle acque, questa è la profonda differenza che distingue il Comitato Anna Menghi da chi ha elaborato e sicuramente voterà questa delibera. Dico questo perché la preoccupazione di questa delibera è la realizzazione dell’ennesimo carrozzone politico per il controllo della gestione delle acque, e non vi chiedete il risultato rispetto all’utenza finale, e voglio citare alcuni esempi molto chiari, previsti in convenzione. Avete notato che l’APM, l’unica cosa che funziona come società a Macerata, svenduta con questa delibera e viene ceduta in un calderone unico… bisogna che assumiate l’intera responsabilità, poi, per volere dell’Amministrazione comunale, addirittura ad accorparsi con l’altra società, con l’UNIDRA… e all’interno l’APM, viene ve ne andrà è una 20 del 27 FEBBRAIO 2006 REP. N. 597 scatola cinese, avete presente le bambole, dove una dentro l’altra troviamo tutti questi contenitori. Qual è il risultato (perché politicamente chiedo questo alla sinistra) rispetto all’utenza finale? Questo è il dato di sintesi: aumento minimo dei costi delle acque del 50%, e ve lo vado a dimostrare, minimo, se non del 100%, perché passa sottogamba il fatto che l’APM, come sub-sistema di un sistema generale, a sua volta inserito in un altro sistema di ATO 3, (la sinistra è bravissima a creare questi carrozzoni molto dispendiosi), sostiene gli investimenti previsti nel piano d’ambito. Ciò vuol dire che l’APM spende i soldi per fare gli impianti e la gestione degli impianti… (c’è un intervento esterno)… questo vuol dire per la legge Galli, che per la compensazione dovranno aumentare le tariffe, visto che c’è un minimo e un massimo previsto, per compensare il costo degli investimenti necessariamente dovrete aumentare le tariffe. Il risultato di questa operazione tipicamente di sinistra della gestione politica delle acque e non la gestione del buon padre di famiglia, così come lo definisce il codice civile, sta a significare per l’utente finale un aggravio di costi, evitate politicamente la gara pubblica che sarebbe la cosa più trasparente da farsi, dove, come mai l’APM che è una S.p.a. (altra contraddizione della sinistra) non può partecipare alle gare pubbliche, S.p.a. teoricamente, perché questa è una delle ambiguità italiane, o meglio volute dal connubio strano tra la sinistra e altri parti di governo, vorrei dire centro destra, perché il grosso difetto italiano, e lo dice l’autorità di sorveglianza, è la mancanza di concorrenzialità, che è strutturale, va a discapito degli utenti finali, e va dal gas, all’energia elettrica, ai telefoni, alla gestione delle acque, ai rifiuti e così via. L’utente finale paga questa mancanza di concorrenzialità, che è voluta politicamente in Italia, perché altrimenti i partiti politici come fanno ad intascarsi i soldi, a mantenere le proprie strutture: questo è il neo profondo dell’economia italiana. Mi ha fatto piacere che l’Autorità di sorveglianza ha multato pesantemente l’Enel, abbiamo visto cosa sta significando nella telefonia un minimo di liberalizzazione, l’abbattimento dei costi. Dove sta scritto che in gara pubblica io non posso garantire i livelli di servizio necessari, se io, struttura, metto a gara un determinato servizio e faccio un bando di gara preciso e diligente, dove sta scritto che non viene garantito il servizio? Questo lo dite voi, per far passare politicamente una delibera di questo tipo, che è politica, ripeto, non è tecnica, è spacciata per tale, non è obbligatoria, è voluta politicamente dalla sinistra che evidentemente ha l’egemonia rispetto a questa maggioranza, perché questo viene da dire, perché io vorrei chiedere ai centristi o alle liste civiche o ai socialisti… io ricordo che questi ultimi si richiamano ai principi liberali, cosa ne pensano con Pannella di una delibera di questo tipo, ammesso che se lo possono permettere in un’Amministrazione di questo tipo, molto connotata politicamente, dove esiste un’egemonia politica. 5 20 del 27 FEBBRAIO 2006 REP. N. 597 È inutile che ce lo stiamo a nascondere, dalle delibere che state portando avanti esiste un’egemonia della sinistra, DS, Rifondazione Comunista, dei Comunisti, che ovviamente vi costringe a portare avanti sempre determinate politiche, a meno che non le condividiate, mica voglio dire che siete costretti, però ve ne assumete le piene responsabilità, di quello che fate, perché su questa cosa qui, così come avete fatto con la gestione dei rifiuti, dove sta scritto che necessariamente il pubblico garantisce meglio i servizi, che il privato lo garantisce meno, o viceversa, dipende da come viene organizzato il servizio stesso. Come mai fate una differenza tra la gestione dei servizi, che politicamente deve essere pubblico, quando nell’urbanistica siete voi i primi a favorire i privati, com’è questa storia? Ce la spiegate un attimo politicamente, che significa? Come mai politicamente date via libera ai privati di fare man bassa del territorio maceratese e i servizi, e qui entrano i partiti politici, qui entra la gestione partitica dei servizi, che va a discapito dell’utente finale, perché i partiti sapete come si mantengono? Prendono i finanziamenti pubblici, però le poltrone le devono controllare, questa è l’anomalia italiana, in tutti i settori, ma qui nel piccolo viviamo esattamente quello che avviene a livello nazionale, perché voi evitate la gara, che sarebbe la cosa più trasparente da fare nella gestione dei servizi, abbiamo una società, l’APM, che è l’unica che funziona, la state svendendo, la state demolendo per inserirla all’interno di una serie di carrozzoni. Io ricordo quando l’Amministrazione Menghi trasformò, perché era obbligo di legge, l’APM in S.p.a., ricordo che la sinistra si oppose dicendo che era praticamente l’unico acquedotto, la gestione in economia, avevamo una struttura idrica che funzionava perfettamente, poteva essere messa in crisi, e adesso che rispondete? Che addirittura la mettete in un calderone così grande, cosa dite adesso? Spendiamo i soldi per andare a fare le infrastrutture a Morrovalle, a Castelfidardo, e così via, e in tutto questo contesto come si innesta l’altro carrozzone del cosiddetto Consorzio dell’Acquedotto del Nera, che non ha l’autorizzazione a captare le acque, però spende miliardi in incarichi professionali e per fare le condotte che ancora devono essere fatte? Lo chiudete insieme all’ambito generale? C’è una strategia politica più generale in quest’ottica, ma io vorrei sapere chi tiene i fili dalla parte vostra di questo tipo di politica, posso intuirlo, considerando che ci sono degli onorevoli che siedono sui vostri banchi e che probabilmente dettano politicamente gli indirizzi all’Amministrazione comunale e alla sua maggioranza. Vorrei sentire anche in tal senso il centro destra cosa ne pensa di questa delibera, visto che a livello nazionale si ha un comportamento del tutto analogo, ma la sintesi politica noi, come lista civica, ci poniamo la questione rispetto all’utente finale, a me non interessa chi gestisce il servizio, ma come viene gestito e che costi ha. 6 20 del 27 FEBBRAIO 2006 REP. N. 597 Di tutto questo vi potrei fare una storia decennale da quando avete cominciato partiticamente a realizzare questi carrozzoni come i costi sono lievitati, cito due esempi che sembra che non c’entrano niente ma la dicono lunga: l’Associazione Sferisterio, quando il Comune di Macerata gestiva in economia lo Sferisterio costava 3 miliardi, adesso non bastano 18 miliardi, con 10 miliardi di deficit (parlo delle vecchie lire). Qual è il risultato ripeto all’utenza finale di questa gestione? Che i biglietti dell’opera costano, i maceratesi ci vanno poco, non c’è stato il volano economico, arrivano coi pullman e se ne vanno via e non lasciano niente a Macerata. Citiamo l’altra questione, gestione dei rifiuti: avete dato in monopolio ad un privato, favorendolo, nella SMEA, il servizio di pulizia delle strade e raccolta dei rifiuti, evitando la gara. Qual è il risultato finale di beneficio rispetto all’utente finale? Niente, il costo della tassa sui rifiuti è aumentata, il servizio, per bene che va, rimane quello che era. Le acque sarà la stessa identica cosa, col fatto che probabilmente la tassa che dovrà pagare il cittadino o meglio, il contributo che il cittadino dovrà versare per l’erogazione del servizio delle acque, aumenterà…miglioreranno i servizi? Rimarranno, nella migliore delle ipotesi, quelli che ci sono. Non vedo a Macerata, che è un acquedotto, una fognatura che funziona, quali saranno i benefici. Domanda trabocchetto, ma è reale: i depuratori, i cittadini maceratesi (tutti) pagano la tassa della depurazione, non tutti i cittadini sono collegati al depuratore, come risolvete questo tipo di problema all’interno dell’ATO 3, di cui vi riempite la bocca? Si dice che è già stato risolto, vedremo, perché in 5 anni dell’Amministrazione precedente di Meschini abbiamo visto nella presentazione del bilancio i presunti investimenti per il depuratore, poi la Regione non vi ha dato i soldi e quindi di anno in anno reiterate questo tipo di domanda o richiesta per allacciare i depuratori. Quali altri tipi di migliorie nella gestione delle acque verrebbero ai cittadini maceratesi? Perché, caro assessore, lei, che ha la delega sui consorzi, la prima cosa che politicamente doveva dire, su cui ha taciuto perché non può dire nulla, è (di questa operazione) il servizio a Macerata che tipo di migliorie avrà. Questo perché come lista civica a me non interessano le poltrone della gestione, quali sono le migliorie che verranno, migliorie e costi, di questo lei non ne ha parlato assolutamente, né ne poteva parlare, perché in delibera già c’è scritto che l’APM dovrà sostenere i costi per la realizzazione degli investimenti in altre città, e non certo a Macerata, dove già gli investimenti, in parte, sono stati fatti e storicamente la gestione delle acque a Macerata, già 7 20 del 27 FEBBRAIO 2006 REP. N. 597 da quando era gestita in economia dal Comune, era un fiore all’occhiello, che poi è stata inglobata all’interno dell’APM, che adesso, a sua volta, verrà inglobata in un secondo ATO, in un terzo ATO e così via. Siete bravissimi a realizzare queste strutture con presidente, vice presidente, le nomine politiche per la gestione delle acque, questo è il potere politico, questo è l’interesse politico che nulla ha a che vedere con l’interesse della gente, perché quello che dovevate dire in questa delibera, a Macerata arriverà questo, non l’avete detto, migliorerà questo, non l’avete detto, i costi saranno ridotti, e non l’avete detto, perché la realizzazione dei consorzi… è bello aprirsi la bocca politicamente e dire perché deve essere la gestione pubblica o privata, dall’altra parte, non me ne frega niente di chi lo gestisce. Quello che voglio sentire è costi e qualità del servizio, avete realizzato miriadi di carrozzoni, ho citato alcuni esempi prima, i costi, i servizi, sono migliorati? No, nella migliore dell’ipotesi sono rimasti gli stessi, addirittura non parliamo…(intervento interrotto per fine del tempo a disposizione)… VALORI – SDI rosa nel pugno Il tono e la qualità dell’argomentazione dell’intervento del collega Munafò è tale da suggestionare, inoltre il richiamo diretto ai principi liberali che il mio gruppo politico con convinzione sostiene ovviamente mi induce, non posso fare altrimenti, a sviluppare i ragionamenti che ci portano a sostenere questa nostra delibera. Ebbene, inizio da una contraddizione che rilevo nella pur raffinata sequela di argomentazioni che tu ci hai proposto, Munafò, vale a dire, da un lato invochi la gara, dall’altro però rievochi i bei tempi andati della gestione in economia: allora questa contraddizione è evidentemente irrisolvibile, seguendo l’ottica, perdonami questa brutta espressione, ma è il punto di vista che tu hai scelto per osservare il fenomeno, perché la gara diventa ovviamente conseguenza proprio dell’instaurazione dell’ATO, nell’ambito territoriale ottimale. A questo punto, ammettendo l’ATO come soggetto che è in grado di razionalizzare, di realizzare economie di scala, si può insistere per il principio della gara, ma tu neghi la necessità di costituire l’ATO, un ambito ottimale che solo può, semmai, attrarre l’investitore privato, perciò come fai a giungere a questo risultato, è suggestivo il tuo argomentare, ma balzando da un versante all’altro si finisce per entrare in contraddizione con sé stessi. 8 20 del 27 FEBBRAIO 2006 REP. N. 597 Ora, la legge Galli può essere oggetto di critica, a suo tempo ricordo lo fu, ma indica due distinte possibilità: una, che l’ambito territoriale faccia una scelta imprenditoriale, vale a dire, che costituisca delle società che hanno l’ambizione di mettersi su un mercato più ampio rispetto a quello dell’ATO, oppure una scelta di gestione dei servizi limitata in house providing, cioè per quanto riguarda il mio settore di competenza, il mio ambito, sono io stesso, con le mie energie, che provvedo. Questa scelta, come tu bene hai detto, non è assolutamente determinata a favore dell’uno o dell’altro, non si può dire in astratto che sia meglio l’affidamento privato o in mano pubblica, dipende dalla struttura societaria, dai criteri di gestione che si intende attuare. Allora, tu hai citato gli investimenti che graveranno sull’APM, ma questa potrà godere di un ambito territoriale ottimale più ampio, dal quale trarre ovviamente i benefici tariffari, e sono previsti anche dei meccanismi, è difficile spiegarlo, ma leggendo bene si intende che sono previsti dei meccanismi di compensazione, vale a dire se gli obiettivi previsti non verranno raggiunti, allora l’ATO interverrà, minori introiti tariffari o minori risparmi rispetto a quelli previsti, dunque c’è un meccanismo di compensazione di questo sforzo di investimento, ma quest’ultimo è inevitabile, dovrebbe farlo qualunque società, privata, pubblica o mista, abbia interesse a gestire un ambito più elevato, è scontato. Perciò, pur condividendo gran parte di ciò che hai detto, spero di averti spiegato il perché le contraddizioni che tu hai sollevato finiscono tuttavia per inficiare il tuo stesso modo di argomentare, e credo di averti spiegato perché in questo caso, a fronte di adeguate compensazioni, a fronte di vantaggi per la società APM, questa Giunta abbia deciso di addivenire ad una soluzione che concretamente privilegia il pubblico rispetto al privato, senza perciò essere illiberale o negare la concorrenza, proprio perché è in house providing, cioè, ci occupiamo soltanto dei fatti di casa nostra. RICOTTA – La Margherita Io ritengo che quello dell’acqua sarà per il futuro un grosso business - come lo è stato e lo è tuttora quello dei rifiuti - che però va ad incidere su un bene indispensabile e comune che deve essere di tutti, appunto quello dell’acqua, quindi occorre innanzitutto una riflessione su questo, su una parte che non può diventare assolutamente solo mercato, ci deve essere un controllo pubblico, perché parliamo appunto dell’acqua. Per il resto, se come dice il collega non è dimostrato che il pubblico sappia fare meglio del privato, non è nemmeno dimostrato che il privato faccia pagare la bolletta meno del 9 20 del 27 FEBBRAIO 2006 REP. N. 597 pubblico… vediamo le assicurazioni, le abbiamo liberalizzate, non ho visto scendere la tariffa di mille lire. Abbiamo fatto anche col governo Berlusconi delle leggi ad hoc per il risarcimento e non è scesa una lira di tariffa, quindi non è l’assunto iniziale che dà i risultati, il risultato è dato da come viene gestita l’operazione. L’APM si è fatta avanti in questa operazione perché ritiene di avere professionalità e capacità imprenditoriale sufficiente per affrontare questa sfida, perché il buon Munafò…che adesso esce per cui è poco interessato, parla e stia pure a sentire le risposte, perché sennò parla a sé stesso…(interruzione in sottofondo)…non c’è nemmeno nessuno del Polo, è vero, detto questo però voglio dire qual è l’alternativa a questa scelta? È ciò che è successo in alcuni comuni che facendo la gara diventiamo terreno di conquista per qualche multinazionale straniera, magari francese, molto attenta a questo tipo di attività. Vediamo cosa sta succedendo proprio in questi giorni con l’energia, e chiaramente chi viene da fuori porta professionalità proprie, e ciò va a discapito delle nostre professionalità, chi viene da fuori non ha interesse a fare investimenti, perché non risponde alle municipalità, cioè al nostro territorio, ma risponde soltanto al profitto che deve prelevare e portare in cassaforte. Nelle realtà che hanno scelto questa strada si è visto cancellare esperienze fortemente positive, come quelle delle nostre municipalizzate, cioè, esperienze che andrebbero buttate al macero, quindi noi riteniamo che questa scelta deve essere chiaramente ponderata, fatta con forte attenzione e cognizione di causa, perché, come ogni scelta comporta dei rischi, ma è l’unica che può difendere il nostro territorio da un’invasione imprenditoriale di altri, ma questo nell’interesse dei cittadini, come diceva Munafò, perché io ci tengo che a Macerata ci sia il servizio. Io questo processo lo gestisco se lo gestisco con l’APM, se viene la ditta multinazionale francese io non gestisco più nulla e quella ditta non risponde in questo Consiglio comunale e non risponde ai cittadini di Macerata. È questa l’alternativa? Io non la condivido, su questo dobbiamo riflettere quando diciamo di queste cose, in più se questa città sostiene, e sempre si dice che non riusciamo più a mantenere il ruolo di capofila di questa provincia, quello che alcuni amici chiamano il ruolo di capoluogo, se vogliamo sostenere questo ruolo lo dobbiamo fare anche in questo tipo di operazione, dobbiamo farci capofila di questa operazione in difesa del territorio, se siamo in grado. Noi riteniamo di essere in grado con la struttura che abbiamo, e questi sono gli elementi che ci spingono a questa scelta, dall’altro lato l’interesse dei cittadini sta proprio in questo, che questo tipo di scelta porterà ad investimenti, cosa che altri non farebbero, questi torneranno nelle casse dell’APM con i compensi pattuiti con l’ATO, con la convenzione, e 10 20 del 27 FEBBRAIO 2006 REP. N. 597 saranno una ricchezza per l’azienda della nostra città, se considerate che altri comuni con questa scelta intenderanno partecipare all’azienda della nostra città, alla nostra APM, evidentemente questo è un riconoscimento della sua validità, della sua capacità di svolgere un ruolo in prima fila in questa vicenda, e siccome siamo sempre pronti a denigrare la città, con le cose che non vanno, quando c’è qualcosa che ci premia, che ci permette di essere portatori di un ruolo veramente importante, dovremmo sostenerli questi impegni, non essere noi quelli che invece denigrano queste iniziative. Per questi motivi ritengo che questa sia una scelta corretta, sulla quale è diverso il discorso del ruolo del Consiglio comunale, io mi sarei aspettato un altro discorso Munafò, come io, consigliere comunale, ora eserciterò un controllo su questa operazione, che con questo discorso di più società si sviluppa e si allontana sempre di più da questa sede. Questo poniamoci di problema, troviamo sistema, modo e maniera di esercitare un controllo sempre più costante e incisivo su questa società e sulle partecipazioni che questa società ha in altre situazioni, vedi questo consorzio, perché il legame con il territorio e il controllo da parte dello stesso, nell’interesse dei cittadini, sia sempre più forte, ma non dire l’operazione non va fatta, se diciamo questo vogliamo dire lasciamo che qualche multinazionale gestisca la nostra acqua, questa è la risposta e su questo non mi trovo d’accordo, pertanto dò il sostegno mio e del gruppo a questa delibera. BECCACECE – UDC Premesso che, come ho già chiesto, sarebbe stato doveroso - vista la corposità di questa delibera, dove non solo si delibera, ma si approva anche una convenzione - sarebbe stato opportuno dare spazio anche alle forze di minoranza di poter approfondire tale argomento, visto che, anche dalle parole di Ricotta, qualcosa non convince neanche la maggioranza perché lei stesso dice “se fossi stato consigliere mi sarei posto…(interruzione in sottofondo)…proprio in virtù di questo probabilmente posticipare questa delibera avrebbe portato a qualcosa di più costruttivo. Venendo al dunque: faccio presente che l’APM è una società municipalizzata in cui il Comune ha il 94% e circa un 5% e nelle mani della Banca delle Marche: in delibera di questo 5% non se ne fa menzione, vorrei sapere, visto che si continua a non posticipare perché ritenete inopportuno approfondire la discussione, che fine fa questo 5%. Un altro punto è capire, visto che l’APM dovrà accollarsi un piano investimenti di cui in Commissione non se ne è vista traccia, e di cui voi probabilmente ne saprete qualcosa di più, spero, vorrei capire come coprirà questi investimenti, quali criteri adotterà in tariffa, 11 20 del 27 FEBBRAIO 2006 REP. N. 597 perché l’APM non è una semplice società di scopo che gestisce solo l’idrico, ma è una multiutility che gestisce parcheggi, farmacie, affissioni pubbliche e li conoscete anche meglio di me gli altri…i trasporti, le lampade votive. Paradossalmente, se questo piano investimenti dovesse subire qualche intoppo, ci va di mezzo il capitale dell’APM, visto che tanto a Macerata sui lavori pubblici gli intoppi non mancano ultimamente, una riflessione in questo senso deve essere fatta. Terzo punto, purtroppo devo andare un po’ per sommi capi visto che non c’è stato tempo di approfondire, il Comitato citato all’articolo 4 della convenzione, che ha solo ed esclusivamente lo scopo di controllare i bilanci, finito! Noi paghiamo non so quante persone per controllare solo i bilanci, questo è un carrozzone dentro una scatola vuota; non solo, ma deleghiamo questo Comitato a controllare i bilanci di S.I. Marche e dell’APM per la parte dell’idrico, quindi paradossalmente, come diceva giustamente lei, si pone il problema di come poter controllare quella parte su cui noi non avremo più nessun “controllo”. Non solo, ma perché noi dovremo passare attraverso questo processo perverso in cui l’APM cede…se c’è volontà di fare un unico soggetto gestore, perché ogni singolo Comune che ha intenzione di partecipare non cede il proprio idrico, perché dover passare attraverso questo perverso passaggio, se l’obiettivo è, come dite voi, quello di arrivare ad un unico gestore, perché ogni Comune non cede il proprio servizio idrico, una parte della gestione idrica? Un altro aspetto poi è perché l’APM si deve far carico, ma l’ho già detto, di tutto il piano investimento, mentre invece l’ATAC rimarrà tranquillamente nella sua isola felice, perché proprio questa, vedendo il piano investimenti, ha sollevato qualche dubbio, c’è l’articolo sui giornali di qualche mese fa in cui Civitanova esprimeva qualche perplessità sull’espansione della rete idrica e sul piano investimenti stesso. Ecco qua che noi siamo pronti subito a tirarci giù le braghe, non vi preoccupate perché tutto il piano investimenti ce lo prendiamo noi dell’APM, voi continuate a fare quello che dovete continuare a fare adesso, gli investimenti che avete programmato e tutto quanto perché al resto ci pensiamo noi: questa è la sostanza. Credo che siamo di fronte non solo alla costituzione di un ennesimo e inutile carrozzone, ma all’ennesima calata di braghe, scusate il termine, quindi probabilmente non voteremo in maniera favorevole questo provvedimento. 12 20 del 27 FEBBRAIO 2006 REP. N. 597 SAUER – Rifondazione comunista Nonostante io non condivida la critica da parte del consigliere Munafò e Beccacece, va preso atto che almeno l‘UDC e il Comitato Anna Menghi sono presenti in aula e partecipano a questo dibattito su una questione elementare come quella dell’acqua, invece Forza Italia e Alleanza Nazionale, che qualche giorno fa sul giornale si lamentavano del fatto che non venivano prese in considerazione, su una questione così importante, si assentano e stanno in giro per i corridoi o non so che fine hanno fatto…adesso sono tornati in due, bentornati comunque consiglieri. Voglio comunque anche ringraziare Munafò per il fatto che, in un certo senso (scusate il gioco di parole), porta l’acqua nel nostro mulino, perché ha detto che qui è il gioco dell’estrema sinistra che la maggioranza sta facendo, è giusto, come già il consigliere Ricotta ha parlato dell’acqua come di un bene molto particolare e prezioso, pubblico che al contrario di altri beni va gestito e controllato in modo pubblico. Quindi anche un controllo delle risorse idriche per pensare di poter gestire meglio per tutti quanti, l’utenza in generale, una gestione delle risorse contro un futuro spreco, per il risparmio delle nostre risorse che abbiamo a disposizione che vanno per il bene di tutto il nostro territorio. È uno dei motivi per cui, voglio ricordare, è nato il controllo pubblico, una volta completamente a livello comunale municipalizzato, delle risorse idriche e dell’approvvigionamento dell’acqua in tutte le case, perché proprio quello era un problema, mi ricordo ancora che qualche mese fa si parlava di quelle bellissime e meravigliose fanciulle che una volta portavano dalle fonti di Macerata il prezioso liquido singolarmente nelle case e venivano pagate, proprio per questo si cercava di rendere pubblico e dare un servizio a tutti quanti e non solo a questi signori che se lo potevano permettere di pagare la preziosa fanciulla che portava l’acqua dalle fonti. Importante in questo è che noi stiamo garantendo, con questa società, una collaborazione a livello territoriale delle nostre risorse idriche per gestirle in modo, con dentro il risparmio… ecco c’è anche scritto in questo articolo 4 contestato da Beccacece, che il Comitato di controllo è legittimato a verificare, anche sotto il profilo dell’efficienza, dell’efficacia ed economicità, quindi tutti criteri che siano utili e necessari per la gestione di una risorsa così particolare com’è l’acqua. Sennò chiedo a Munafò, visto che lui lanciava tutto sulla gara pubblica e metteva in dubbio il ruolo del pubblico, dicendo che non è detto che è meglio del privato, voglio ricordare tutte le esperienze, per esempio, anche il Comune di Arezzo, con la gara pubblica, che poi è subentrata una società privata, che fin dall’inizio richiedeva un aumento delle tariffe così alto che alla fine non si fece niente. 13 20 del 27 FEBBRAIO 2006 REP. N. 597 Quindi pensare anche all’investimento che dobbiamo fare, anche costoso, per la rete idrica, insieme alla lotta contro lo spreco, penso che sia più che necessario un futuro controllo, perché sennò possiamo parlare anche dell’aria, di altri beni comuni, vitali, cercare di privatizzarli tutti quanti. MERIGGI - Gruppo Misto Non nascondo un certo imbarazzo nel dover affrontare questo tema perché è decisamente complesso e implica tutta una serie di conseguenze. Purtroppo la delibera, come abbiamo detto, c’è stata, io l’ho presa questa mattina, ci ho messo di più a leggerla io che l’assessore ad illustrarla, si vede che le cose per lui sono molto semplici. Questa delibera, secondo me, va vista sotto due aspetti. Un primo aspetto è di natura amministrativa: noi siamo in regime di esercizio provvisorio, e non sto qui a spiegare cos’è, e invece l’Amministrazione ci sottopone una deliberazione che è di natura patrimoniale e pluriennale, addirittura, e quindi ancora una volta devo dire che la legittimità di questi atti è sempre un punto interrogativo, non si può pretendere di portare in Consiglio comunale una deliberazione di questo tipo, che impegnerà le risorse dell’APM e di conseguenza le risorse del Comune per anni ed anni a venire con, in decorrenza, un esercizio provvisorio. Il segretario mi ha tranquillizzato dicendo che la cifra di questo impegno… ma questa è quella attuale, l’impegno non è quello attuale, si protrae nel tempo, fino all’approvazione di un piano di investimenti. Con questo voglio dire che la richiesta della minoranza ad avere più tempo per esaminare questa delibera, bastava rinviarla a dopo l’approvazione del bilancio di previsione, nel quale potevano essere richiamate queste tesi che qui vengono sviluppate, per essere più tranquilli su tutti gli aspetti che interessano quest’atto deliberativo. Con questa riserva di cui vi faccio partecipi, sulla legittimità di questa deliberazione per i motivi che ho detto, passo all’altro aspetto, che è più specificatamente politico. Mettiamoci d’accordo almeno su qual è l’interesse dell’utenza (che poi è quello pubblico che c’è da tutelare), è quello di avere un servizio efficace, razionale, economico e specialmente adeguato al progresso delle situazioni che anche in questo settore si vanno 14 20 del 27 FEBBRAIO 2006 REP. N. 597 sviluppando, prima bastava un depuratore fatto con una rete con i buchi così grossi, adesso ce ne vuole uno a osmosi inversa, vale a dire, si richiedono ai tempi attuali, dove l’inquinamento è arrivato a forme che tutti conosciamo, si richiede di poter disporre di acqua non solo in quantità sufficienti, ma che non faccia male alla salute. Quindi l’utente è quello che stabilisce la realtà del bisogno pubblico, allora all’utente importa assai poco se l’efficienza, la razionalità e l’economicità del servizio gli viene garantita da un’impresa semi-pubblica, pubblica o privata, a lui interessa che quando apre il rubinetto e beve l’acqua, quella non lo mandi in malattia o peggio al camposanto, questo è l’interesse principale. Allora il discorso qui si complica ancora, perché ha l’ente pubblico la capacità, la forza economica di investimento in capitali così cospicui per poter realizzare quello che è l’interesse pubblico? Io me lo auguro, ma da come vanno le cose, ho dato un’occhiata anche al bilancio di previsione che l’Amministrazione ha preparato, le cose vanno male, non ha l’ente pubblico quattrini sufficienti per affrontare un simile scenario. Allora bisognava fare diversamente, se si vuole sostenere politicamente questa situazione, bisognerà fare diversamente, non bisognava lasciare l’APM per 5 anni nel dimenticatoio completo, nel limbo, 5 anni dovevano servire a potenziare l’APM, a potenziarla anche da un punto di vista della partecipazione societaria, quando era in tempi non sospetti si potevano anche scegliere i partner ai quali allargare la partecipazione societaria; oggi avremmo avuto una società, un’azienda, capace, come ce ne erano in tanti altri comuni, soltanto che qui abbiamo dormito per 5 anni. L’idea c’è stata ed era buona, il progetto c’era, l’avete lasciato dormire per 5 anni, oggi vi trovate nella necessità di assumere questo tipo di deliberazione, che non garantisce l’interesse pubblico, non lo garantiscono in tanto e in quanto non c’è la potenzialità economica per garantirlo. Quindi io su questo punto ci sono tornato tante volte in questo anno di Amministrazione e tante volte ho detto non lasciate, però mi pare che i risultati siano questi qua, non lasciamo che questi enti, queste partecipate comunali finiscano nel modo più triste come in effetti sono finite. Per quanto riguarda il bene pubblico, che sarebbe l’acqua, è veramente stupefacente come una parte di questa maggioranza riesca a cambiare pelle a seconda degli argomenti che tratta, consigliere Sauer. Io sono convinto e sono perfettamente d’accordo con lei che l’acqua sia un bene prezioso, ci mancherebbe, allora quando si tratta di questa, che è un bene prezioso, siete per il controllo pubblico della sua gestione, quando invece si tratta dell’equilibrio territoriale, 15 20 del 27 FEBBRAIO 2006 REP. N. 597 dell’ambiente eccetera, che è un bene altrettanto prezioso di quello dell’acqua, siete per una gestione diversa, con il Piano Casa, con le urbanizzazioni, con le riqualificazioni avete messo in mano tutto ai privati; quindi voi cambiate pelle come i camaleonti, secondo come più vi conviene. Su questo punto non possiamo essere d’accordo, assolutamente, il Consiglio comunale sta già facendo poco, penso che se continuiamo su questa strada finirà per fare più niente, saremo qui solo ad avallare gli sbagli o le cose fatte bene dall’Amministrazione, in questo caso più sbagli che cose fatte bene, finiremo per tappare buchi in continuazione, finiremo per impegnarci nel nulla. Grazie. LAUNO – DS Mi sembra opportuno e doveroso fare alcune puntualizzazioni. Intanto se me lo consente, consigliere Meriggi, intervengo sull’ultimo punto con cui lei ha citato che per 5 anni l’APM ha dormito e io dico “meno male”, perché lei dice che altri comuni hanno scelto partner, chi e quali? Gliene dico solo uno io, Osimo, che con Recanati hanno venduto la loro azienda all’AMGA di Genova, la quale, tramite con il solo mi pare 35%, controlla l’intera azienda, nel senso che quando c’è bisogno di un ingegnere viene da Genova, quando c’è bisogno di altre intelligenze vengono da fuori, la bassa manovalanza è quella locale, quando si fa crescere, tra virgolette, i nostri figli, coloro i quali hanno conseguito titoli di studio e poi devono andare fuori e impiegare il loro lavoro. Per fortuna che l’APM ha dormito, ma nel frattempo, ha aggregato intorno a sé - forse lei non lo sa - i Comuni di Pollenza, Appignano, Treia, Corridonia, gestisce il servizio idrico per conto di Montecosaro, e adesso con questa altra delibera vediamo di carpire il meglio. Questo per dire che nessuno ha dormito, tra virgolette, ma che ha fatto altri tipi di scelte e, secondo me, molto più positive, perché allora tutto quello che riguarda nei settori di intervento avvengono con intelligenze, con personale, con quant’altro che sono in luogo, e quindi tutte le ricadute hanno ricadute in luogo e sviluppano il territorio e l’economia della nostra provincia, che penso sia la base principale, partendo dall’occupazione nella sua interezza e non nella semplice basso manovalanza. Ma adesso veniamo alla sostanza: intanto mi sorprende che Beccacece dice “rinviamo perché non comprendiamo”…primo punto: abbiamo fatto una serie di riunioni come 16 20 del 27 FEBBRAIO 2006 REP. N. 597 Commissione, se ti saresti letto un pochettino gli ultimi punti legati a…(interruzione in sottofondo)… a quello che è il deliberato, chiamiamolo così, della Commissione sulla questione dell’APM, io ce l’ho qui, facciamo semplicemente questo riferimento: la società, unitamente ad altre due aziende, ATAC eccetera…ha dato vita a S.I. Marche e quanto altro eccetera… Ma aldilà di questo, io penso che a voi come UDC, come penso a Forza Italia, ad Alleanza Nazionale, non sfugga che da 5 anni esiste l’ATO, l’Ambito Territoriale Ottimale, il quale nasce dalla legge Galli, del 94, a seguito dell’emanazione della legge regionale 18 del 98 che ha recepito la legge Galli e che ha istituito gli ATO, i quali hanno il dovere, il potere del controllo nel settore del servizio idrico integrato. Quindi “gestiscono”, non è il termine più appropriato, hanno il potere e il dovere di gestire tutto il servizio nell’ambito dell’ATO con il controllo, con la determinazione del piano d’ambito, con la determinazione del piano investimenti e quanto altro, fino ad arrivare alla determinazione della tariffa. Questo è il punto, il nostro ATO ha suddiviso il territorio, come ha illustrato l’assessore, in tre sub-ambiti, l’ambito nord che è quello legato a Osimo, Recanati, Cingoli eccetera, lato più centrale, Macerata, Civitanova, lato della montagna che è definito UNIDRA, questo è il contesto. Ora il problema è chi svolge il servizio all’interno di questi tre sub-ambiti, le modalità per lo svolgimento sono dettate dalla legge, non è che ci sono criteri per cui l’APM ha detto “adesso vado io”, “va quell’altro”, ma è la legge e questa individua tre criteri: 1. a Società interamente pubblica; 2. a Società mista, nella quale il privato viene scelto su gara ad evidenza pubblica; 3. a una gara diciamo legata solo ed esclusivamente al settore privato. Queste sono le modalità di gestione, si è ritenuto utile e importante gestirlo noi il servizio, e allora si è costituite, nell’intero territorio, tre società consortili, una per ogni sub-ambito. Per quello che ci riguarda a noi è S.I. Marche, poi c’è UNIDRA, poi c’è quell’altro che mi pare che si chiama Centro Marche Acque, questo è il criterio generale, nell’ambito di questo S.I. Marche che è costituita dalle tre aziende che sono l’ATAC, Castelfidardo Servizi e l’APM, queste sono quelle che hanno dato vita a questo Consorzio, per il quale si sono proposti a gestire il servizio. Ora per completare il rispetto della legge all’interno di S.I. Marche devono entrare tutti i Comuni che fanno parte dell’ambito, in questo caso del sub-ambito 2, sono 9 Comuni, di cui 6 già li gestiva l’APM, in più entra Montecosaro e Morrovalle, 8, e Civitanova per quanto riguarda la parte nord: questo è lo schema, non c’è altro, quindi gli investimenti… le cose… l’APM si dissangua… ma che roba è? Non è niente, perché quella è la società che va a gestire. 17 20 del 27 FEBBRAIO 2006 REP. N. 597 Affinché S.I. Marche non sia una società vera, perché allora avrebbe dovuto trasferire tutto il personale, tutte le cose, e quindi non ha un know how, si utilizza, tra virgolette, le attuali gestioni, per cui l’ATAC gestirà su Civitanova e l’APM per quello che già gestisce, è una modalità tecnica. Due: ATAC gestisce Civitanova, l’APM gestirà tutto l’intero 8 comuni di cui sei già, anzi 7 già li gestisce. Il piano industriale lo fa l’ATO, non lo fa l’APM, questo ha già stabilito il piano industriale… (interruzione in sottofondo)… con i soldi della tariffa, perché il piano industriale lo prevede la legge…( interruzione in sottofondo)…no, Meriggi, lei è così intelligente da capire che quello che sta dicendo non regge, lo sa che non è così, perché il Nera è una questione a parte e l’ATO è l’altra, non faccia un po’ colui che vuol far perdere il filo, perché il ragionamento è quello, lo sa meglio di me come funziona, tant’è che l’ATO, indipendentemente chi è che gestisce, se non è l’APM…se l’ATO avesse fatto la scelta di fare la gara, come diceva Munafò, chiunque entra, lo fa con quel pacchetto, vale a dire di investimenti da fare, di tariffa da applicare, questo è il contesto, non è che cambiano altri concetti, quello è il quadro di riferimento nel quale ognuno si deve muovere. Il vantaggio allora è rappresentato che già il fatto che l’APM gestisce questo contesto, ci sono situazioni più ottimali, proprio nella salvaguardia dei cittadini che dite voi, perché già è un servizio che viene espletato, bene… male, questo non lo so, credo che sia sufficientemente valido (lo ritengo), così come gli investimenti fatti dall’APM in questi anni. Quindi il problema è di questa natura, non è altra, non è che c’è un’espropriazione, un’esfoliazione, oppure, come dice Munafò, la sinistra che si arroga…no perché lo stesso meccanismo, questa delibera che noi votiamo, viene votata a Treia, questa non è di sinistra, viene votata a Civitanova…dove volete…è un problema che riguarda l’intero comparto e mi stupisco…( interruzione in sottofondo)…è una legge nazionale, ma scusi Munafò, ma se la legge nazionale prevede l’ATO…( interruzione in sottofondo)…ma no, noi scegliamo la modalità tecnica che è diversa. Lei allora dovrebbe essere così sufficientemente informato di sapere quello che è successo ad Arezzo (già lo citava Reinhard): ha fatto la gara e l’ha vinta la Lionnais De Saux…(interruzione in sottofondo)… Arezzo non è di sinistra, di dove è è, non mi importa il colore politico, mi interessa il risultato in cui ad Arezzo ha vinto la Lionnais De Saux, dopo un anno ha detto: “o rivedete questo piano d’ambito o io vado via”, chi è subentrato ha richiesto l’aumento delle tariffe. Allora forse voi, se fate un quadro di…( interruzione in sottofondo)…stessa cosa, stessa modalità, ha fatto la gara, perché quello che conta è l’autorità d’ambito, non c’è più un Comune, c’è un’autorità d’ambito, così come quando dice: “voglio sapere se gli altri 18 20 del 27 FEBBRAIO 2006 REP. N. 597 comuni hanno dato il servizio”: gli altri comuni non hanno dato il servizio, questo cessa automaticamente, perché chi lo gestisce è l’autorità d’ambito, questo è il contesto nel quale ci si muove…e questa delibera invece va proprio in una salvaguardia di quello che rappresenta la potenzialità che noi abbiamo nel territorio. Ora, se ciò non vi è chiaro, mi sembra talmente evidente, così come, quando fate riferimento alle tariffe, queste vengono determinate sempre dall’ATO su un criterio di legge nazionale, gli investimenti che vengono fatti, e quindi quegli investimenti vanno a coprire con la tariffa il costo relativo. Quindi quello che avviene…non è che c’è un aumento perché un’impresa deve guadagnare di più o di meno, anche lì è stabilito il rendimento netto medio delle imprese che è considerato intorno al 7%, quindi tutto viene disciplinato da norme, non ci si inventa nulla, solamente diventa un’applicazione di un metodo che dà salvaguardia al territorio e ai cittadini a cui voi oggi dite di voler salvaguardare. Ma questi sono già a monte, sono già stati gli obiettivi che ci si è posti, questo è il contesto, del resto se prendete la delibera e ve la leggete, in maniera anche un po’ adeguata, a pagina 5 è chiaro quello che rappresenta la legge Galli e successivamente come si disciplina, punto. È un metodo abbastanza semplice, chiaro, cioè, probabilmente siete abituati a troppa dietrologia, guardate alle cose per quelle che esse sono e come vengono rappresentate. Il dramma forse, quello che può dar fastidio, se è come sottolineava già qualche altro componente della maggioranza, è il fatto che l’APM invece, noi in questo contesto, diventa una società capofila in merito a tutto il bacino del sub-ambito, perché va a gestire 8 comuni su 9. Il contesto con UNIDRA è un altro ragionamento, nel senso che siccome anche questa dall’altra parte, Tolentino, San Severino e i comuni della montagna affrontano la nostra problematica, ed essendo il territorio, tra virgolette, più ampio e si può fare un’economia maggiore, si ragiona nel dire di creare già fin d’ora le possibilità, le premesse, le condizioni per arrivare a un sub-ambito più ampio che possa consentire una migliore efficacia ed economicità della gestione del servizio, punto, non c’è altro. Solo che questo probabilmente non so, vi spaventa perché non avete una conoscenza più profonda della realtà, però…( interruzione in sottofondo)…sono 5 anni che si discute dell’ATO, Tacconi lei fa parte di un partito che dovrebbe averla informata, lei fa parte di un partito che concorre ad avere consiglieri all’ATO, dovrebbe essere informato sulla funzione di questa. 19 20 del 27 FEBBRAIO 2006 REP. N. 597 Non può dirmi ”oggi mi arriva questa delibera non so che cos’è”, sono 5 anni che esiste l’ATO, quindi lo sapete, l’UDC concorre per stare nei suoi consigli, penso che un minimo di conoscenza dovrà averla, perché sennò mi stupisco. Grazie. CASTIGLIONI – AN Vorrei fare questa premessa: secondo me, anche un po’ sentendo i colleghi al di fuori e dentro questa aula, questa oretta che è trascorsa, abbiamo cercato anche un po’ di sentirci in quanto non era stato sufficiente il tempo. Blunno, il tempo ce l’ha sicuramente di più chi è in maggioranza, io ci sono stato, anche se poco, in maggioranza, e so che certe cose questa può analizzarle con più calma, potendo anche fare degli aggiustamenti, la minoranza no, ma per il gioco delle parti, o per comunque per come è la legge voluta dal tuo ex-capogruppo. Quindi non mi fare segnali di insofferenza, il tempo non ci è bastato, ora siccome non avevamo chiesto il cielo, ma una settimana per poterne parlare ancora, io posso assicurarti che in questa ora non è che sono andato a divertirmi, ho cercato di capire bene quali erano le posizioni di ognuno di noi della minoranza, e in effetti posizioni che potevano anche essere variegate e che potevano anche condurre ad una soluzione condivisibile. Non ci sono state perché mancano alcune certezze e ci sono alcuni punti che non sono chiari e altri sono, in qualche modo, non condivisibili e quindi non accettabili. La prima cosa che mi viene in mente è questa: nel momento in cui la S.I. Marche va ad assumere il ruolo di capofila dell’ATAC e dell’APM, forse in futuro, dell’UNIDRA, si crea anche un Comitato di controllo, in una S.I. Marche dove entrano sia le aziende partecipate sia i comuni, cioè in pratica un’ipotesi poteva essere “entrano le partecipate ma non i comuni”, “entrano i comuni e le partecipate tramite la partecipazione dei Comuni alle partecipate”, no, entrano con proprie quote comuni e partecipate e la funzione che ha il Comune nei confronti delle singole aziende partecipate dovrebbe averla questo Comitato di controllo con la S.I. Marche. Quindi ad una sola struttura che è stata utilizzata solo per convenienza, S.I. Marche è una sovrastruttura utilizzata solo per convenienza, la cui capacità gestionale è zero, a questa sovrastruttura se ne aggiunge un’altra, il Comitato di controllo. 20 20 del 27 FEBBRAIO 2006 REP. N. 597 Allora io direi anche di fare un Comitato super ristretto di controllo che controlli il Comitato di controllo, che a sua volta controlla S.I. Marche, che a sua volta controlla APM e ………………. e che a loro volta sono controllate dai comuni, cioè una pazzia. Che questa poi sia, in qualche modo, giustificata dall’effettiva difficoltà, questo lo voglio capire, no anzi, lo voglio come dire esternare, perché capisco questo problema, che questa pazzia sia stata necessitata dall’effettiva difficoltà a trovare una soluzione, perché sono 3 anni che si gira intorno a questo problema e non si è trovata soluzione, vuoi per un motivo vuoi per un altro, per cui si dice “se non si faceva questo non si faceva nulla”. Io di questo, devo dire la verità, sono consapevole in qualche modo e comprendo questa situazione, cioè senza questa sovrastruttura non si sarebbero create le situazioni per mettere d’accordo, non dico montagna, perché ancora l’accordo non c’è (questo è il secondo punto che andrò a trattare), ma almeno per mettere d’accordo in qualche modo mare e collina, Civitanova e Macerata. Allora, dato che sono arrivato al punto della montagna, anche questo, c’è una dichiarazione di intenti per quanto riguarda l’UNIDRA, ma io ritengo che la validità di questa operazione abbia un valore effettivo nel momento in cui UNIDRA dovesse entrare, cioè, la montagna e chi è portatore d’acqua direi, parafrasando, chi ha l’acqua, nel momento in cui l’UNIDRA dovesse entrare. Io mi sarei aspettato che in questa delibera ci fosse stato, almeno a livello di tempi, un impegno più preciso per quanto riguarda l’accordo con l’UNIDRA, senza quell’accordo questa è un’operazione sicuramente monca, mi si dirà ma comunque è meglio questo che niente: questo non lo so perché. Vengo al terzo punto: la legge Galli prevedeva un ambito territoriale, noi lo abbiamo, in qualche modo, diviso in tre sub-ambiti, che cosa facciamo? Attraverso la S.I. Marche cerchiamo di riunire ancora in un unico soggetto, ma nello stesso tempo prevediamo che le gestioni siano diviso per tre; anche qui mi pare che si crei un mostro dovuto, sul quale comunque almeno un maggior ragionamento, almeno per quanto ci riguarda, ci dovrebbe essere stato, ci si sarebbe dovuto essere concesso, non so se ho detto bene la frase in italiano, in caso il professor Maulo mi corregge. Però questa richiesta, io vi posso assicurare colleghi della maggioranza, non viene per fini di razionare i tempi, ma perché c’è una necessità effettiva. Io in questa ora in cui sono stato di là in sala capigruppo mi sono reso conto che questa necessità di chiarimenti occorreva, perché non si può negare che esistano dei problemi: la Commissione di controllo, il discorso delle tariffe, il discorso del periodo transitorio, il discorso degli investimenti da fare e del ritorno attraverso le tariffe del capitale investito, la qualità dell’acqua erogata. 21 20 del 27 FEBBRAIO 2006 REP. N. 597 Ci sono, ripeto, dei punti che vanno visti in senso favorevole, perché chiaramente un’operazione come questa può permettere degli investimenti aggiuntivi sicuramente, ma proprio perché ci sono questi punti in cui noi avremmo potuto trovare dei contatti e delle convergenze, proprio perché non avremmo rigettato a pieno questa delibera, proprio perché questi punti esistono, non vedo perché ci debba essere la vostra caparbietà a negare una settimana in più. In conclusione io dico che se per mantenere in mano pubblica la gestione del servizio idrico - cosa che noi vogliamo assolutamente - dobbiamo però avere una così tanta fretta e dobbiamo pensare a un, mi scuserete il termine, papocchio come questo, ma allora forse converrebbe che arrivi il privato e che sistemi tutto. Questa frase non la dico, no non converrebbe, perché ho fatto una premessa, ho detto che comunque noi vogliamo in mano pubblica il servizio idrico. Altra cosa, a proposito di pubblico e privato, la gestione in house prevede che il privato receda dalla società, qui noi non sappiamo bene che cosa accade, si c’è una dichiarazione di intenti, ma nessun atto formale, la quota del 5% dell’APM in mano alla Banca delle Marche che fine fa? Ce lo volete dire, ci si dice c’è una dichiarazione per cui quando poi l’operazione andrà in porto la Banca delle Marche recederà; chi prenderà le quote? Ce lo volete dire? Le perplessità sono molte, io ripeto per la terza volta, noi vi chiedevamo tempo per poter capire come risolvere queste perplessità, non ce lo avete dato. Io posso allora anche dire che su questa delibera, se alcune perplessità potevano essere risolte, io avrei anche potuto votare favorevolmente, perché comunque secondo me il discorso, lo affermo davanti al microfono caro assessore non è che lo dico a te all’orecchio, lo dico davanti al microfono quindi mi assumo anche come segretario del mio partito a Macerata una responsabilità piena. Io dico allora, e lo ripeto, in queste condizioni di incertezza il voto è sicuramente contrario, nemmeno l’astensione ci permettete di poter dare, e ci dispiace anche, perché in una situazione, in una delibera come questa, forse una delle prime delibere che andiamo a discutere di una certa importanza, dopo tanti marciapiedi e buche per terra, forse su questa avremmo voluto dare un contributo diverso, non ce lo avete permesso. Io anche in Commissione Bilancio, ho detto anche al mio Presidente di Commissione della mia intenzione di operare in modo fattivo, ma così come è, soprattutto anche parlando con i dirigenti dell’APM, soprattutto nell’incertezza dei tempi di un accordo con UNIDRA che mi sembra che sia invece il punto focale, che anche il Presidente della Commissione Bilancio aveva messo come caratterizzante la bontà di questa operazione, questa qui è un’operazione che ha da venire da qui a 20 anni. 22 20 del 27 FEBBRAIO 2006 REP. N. 597 Quindi noi facciamo un’operazione zoppa, lo ripeto, con grosse perplessità sotto l’aspetto anche burocratico con il Comitato di controllo, con un ritorno del capitale investito che non è ben chiaro come possa avvenire tramite tariffa e su tutto questo io penso che la minoranza in Consiglio comunale non possa trovarsi d’accordo. Quindi parleranno anche altri esponenti del mio gruppo consiliare, ma penso già di poter dire che il nostro voto sarà contrario. MOSCA – Città Viva Io ho la coscienza a posto perché ho studiato questa cosa (un pò da venerdì), per cui nonostante che non sia un esperto del settore, credo di avere le idee abbastanza chiare, però effettivamente potrebbe esserci un qualche cosa da approfondire. Io ritengo, cioè, che in questa aula, soprattutto per alcune cose che sono di carattere “pubblico”, ci debba essere la possibilità di parlarne anche un po’ di più, cioè se il discorso di Castiglioni, lui dice “io sono favorevole a una certa cosa, sono favorevole però voglio parlarne perché ritengo sia importante”, se non ci sono scadenze che devono in qualche modo metterci nella condizione di votarla oggi, io ritengo che tutto sommato parlarne non costa nulla, cioè ne parliamo, che problema c’è? Ne parleremo ancora in Commissione, se ne fa un’altra, io ho sentito il Presidente dell’APM sabato con molta attenzione, diciamo che mi ha effettivamente chiarito molto le idee, però devo anche pensare che in quella Commissione in tanti non ci sono, per cui magari sarà da parlarne meglio, sarà da fare un documento un pochino più leggibile per tutti. Per cui io ritengo che se non ci siano delle scadenze per cui oggi bisogna approvarla, forse il fatto di poterne riparlare è un buona cosa, è democrazia. Grazie. TACCONI – UDC Io parlo perché l’acqua a Macerata era un fiore all’occhiello di questa città, l’acquedotto di Macerata era visto proprio come… i cittadini sono stati sempre tranquilli e sereni, anche 23 20 del 27 FEBBRAIO 2006 REP. N. 597 nelle crisi più brutte marchigiane dell’acqua, noi eravamo invidiati per la capacità di gestire un acquedotto per la città… (interruzione in sottofondo)… da sempre, ha comandato 50 anni la DC, quindi adesso non facciamo retorica con le sigle che non esistono più, e nemmeno mi auspico che ritornino più… guarda non è che ho remore a dirlo. Solo che noi in questa città ai cittadini dobbiamo garantire, come abbiamo garantito in passato, perché sull’acqua bisogna fare un discorso serio, qualificato…dobbiamo garantire la bolletta, con questa operazione io credo che la bolletta dell’acqua, i cittadini rischiano molto, quindi non so se è un’operazione popolare. In base ai tempi, certo non ci avete dato tempo, chi ha detto che se ne è parlato da molto, parliamo da molto del Consorzio del Nera, parliamo da molto dell’ATO, ma di questa società S.I. Marche, io la delibera devo garantire ai consiglieri comunali di leggerla, non una volta, ma tre volte, per garantire ai cittadini, agli elettori del mio partito che questa è un’operazione seria, mentre io la vedo come un’operazione zoppa e questa, cari colleghi della maggioranza, sull’acqua sono proibite a farle. L’APM, si diceva anche le quote della Banca delle Marche che fine fanno si diceva le quote della Banca delle Marche? A me interessano sapere quale, devo rispondere ai cittadini magari che ci insultano fuori. Lo sappiamo le operazioni di questa maggioranza sullo Sferisterio, sull’APM, sono molto ma molto preoccupato perché nessuno porta a buon fine, quindi siamo preoccupati che questa Amministrazione può passare alla storia come quella che ha problemi molto seri di indebitamento serio sullo Sferisterio. Non voglio che l’APM faccia la stessa fine, perché le farmacie, le lampade votive, le affissioni, noi come minoranza, io personalmente ho fatte molte mozioni e votate anche da voi all’unanimità, però non hanno avuto seguito. Io non è che parlo contro l’APM, perché io ho una vocazione, il mio partito ha una vocazione di pubblico e privato, lo abbiamo inventano noi, a voi della sinistra abbiamo insegnato noi quello che è il pubblico e privato, allora non c’erano questi discorsi nelle file della sinistra, quando si parlava di privato, quindi dateci atto, escludete tutto. Giorni fa abbiamo fatto una conferenza stampa come minoranza, perché voi della maggioranza volete magari la nostra solidarietà su certe delibere, poi fate mambassa di gestione, se io rispondo a Mosca quando c’era la Democrazia Cristiana, voleva la collaborazione dando la responsabilità agli enti, alle persone della sinistra o della minoranza di collaborare insieme su problemi seri come la sanità, allora l’Eca, la casa di riposo. Certo siete tanti, siete molti partiti voi della maggioranza, molti partiti da accontentare, quindi quello che avete fatto all’IRCR non è un bell’esempio di democrazia di democrazia 24 20 del 27 FEBBRAIO 2006 REP. N. 597 che andate predicando, quindi sull’acqua trovate la nostra opposizione, perché per noi l’acqua è una cosa preziosa, non francescana, non voglio imitare, perché non sono degno, le parole del Santo Francesco, “chiare e belle, dolci acque”. Quindi qui c’è una chiara e bella confusione, dovevate farci partecipi su certe cose, perché rappresentiamo anche noi i cittadini e in fatto di occupazione a noi non è che, ci interessa molto l’occupazione, ma per entrare all’APM ci vuole la tessera non dei DS, non dei Socialisti, ci vuole la tessera del Partito Comunista, sennò non entri dentro l’APM. Questo tipo di occupazione non è democrazia, non è sviluppo del territorio, e io voglio vedere che interesse avrà la società UNIDRA, con le città di Acquacanina, di Belforte del Chienti, di Bolognola, di Caldarola, di Camerino, di Camporotondo di Fiastrone di entrare su questo carrozzone, quando hanno le loro materie prime, e poi io come mi giustifico con i cittadini del comprensorio come città capoluogo, quando non parlo più del Consorzio del Nera. Poi, da come si legge sul Sole 24 Ore non facciamoci belli con i fondi europei, perché i 100 milioni per gli acquedotti giunti dalla Banca Europea di investimenti già se ne parla sul Sole 24 Ore, quindi che cosa andiamo a gestire, quali sacrifici facciamo, la mia APM di Macerata protagonista, è più protagonista dei propri servizi, oppure è l’APM che gestisce le affissioni perché le ha tolte a una cooperativa, quale occupazione, cari colleghi della maggioranza, avete tolto l’occupazione delle affissioni alla Cooperativa, le lampade votive, dove sono le nostre mozioni sulle fonti alternative all’energia. Ha volato alto l’APM, non ce l’abbiamo con lei, ma quando noi vi auspichiamo un maggiore sviluppo di capoluogo, di vera azienda, se volete copiare le Coop copiatele dove è positivo copiarle, non sulla gestione o sui carrozzoni, perché queste sono entrate nel ponte di Messina, sono entrate sul Quadrilatero, quelle sono Coop non di provincia, sono quelle che portano occupazione. Quindi cari colleghi la nostra APM mai ha risposto alla nostra… (interruzione in sottofondo)… però quando noi volevamo un’APM con più grinta sulla viabilità, sull’acquisizione di nuovi spazi, di nuove cubature che si portano nella città, nel capoluogo, è facile gestire l’acqua perché è un bisogno primario, però noi vogliamo dell’UDC, che l’acqua da bere sia quella del rubinetto, perché dobbiamo riportare la popolazione di Macerata come era abituata con noi al Governo di bere l’acqua del rubinetto, non comprare l’acqua minerale che è più sporca, che ogni tanto ci sono le sorprese. Quando è questa politica della maggioranza che mi dice che la famiglia maceratese apre l’acqua del rubinetto e la può bere senza acquistare quella del supermercato, con uno spreco del debito per la famiglia, io devo difendere lo stipendio della famiglia, perché la famiglia maceratese è di impiegati statali, di operai che lavorano alla Guzzini, alla Lube e noi non abbiamo rispetto per queste aziende, nessuno lo ha, sulla viabilità, su quanto altro, 25 20 del 27 FEBBRAIO 2006 REP. N. 597 andiamo a chiedere come pellegrini gli sponsor per la lirica perché fa acqua da tutte le parti. Come l’acquedotto, la lirica quando la gestivamo noi col nostro volontariato di assessorato, era di livello internazionale e con pochissimi debiti, oggi è con miliardi di debiti, non solo comunali, ma anche provinciali, e gettiamo nella lirica un’immagine molto ma molto negativa, non è bella come prima. Quindi cari colleghi della maggioranza, questo 59% che avete di maggioranza, vi costa caro, illudete i cittadini, l’avete preso illegalmente e lo state gestendo proprio male, siete risucchiati dall’Emilia Romagna in un modo peggiore, negativo, copiate da loro le cose buone, ma sappiatele fare cari colleghi della maggioranza, non le sapete fare voi, le Coop non sapete quello che significa e vi incastrano in questo e in quante altre cose cari amici della maggioranza. L’acqua viene dalla montagna, quindi io non mi associo con i paesi bisognosi del mare, con Castelfidardo, con Civitanova. Quest’ultima ci vede solo quando gli pare, avete fatto la battaglia su uno stupido segnale stradale, che avevano le ragioni da vendere Civitanova, avete disturbato il Presidente della Repubblica Italiana per un segnale stradale, mai lo avete disturbato per la viabilità tra il Chienti e il Potenza. Questa è una politica proprio di estrema provincia, vi dovete vergognare di fare la maggioranza di un capoluogo culturale che merita rispetto, la città di Atene, non è più la città di Atene, è la città degli affari, è la città dell’edilizia sporca, è la città che ha mandato via le suore di clausura dal centro storico, siete passati alla storia per questo, cari colleghi. Sull’acquedotto i tempi devono essere più stretti, perché l’acqua è una cosa molto preziosa, mi dovete spiegare che fine fanno gli investimenti dell’Acquedotto sul Nera, se avete fatto richiesta alla Banca Europea per gli acquedotti che sono arrivati alla Regione Marche e mi dovete dire soprattutto i tempi che ci saranno tra questa società S.I. Marche, che fine farà la sigla APM e quali garanzie avranno sulle bollette i nostri cittadini, abituati da noi ad un’acqua pulita, ad una bolletta media per il sacrificio di una famiglia nostra, e quanto tempo avrà la società UNIDRA di unificarsi alla S.I. Marche. Io chiudo, ci saranno poi alcuni emendamenti che abbiamo presentato, vi chiedo cortesemente, scusate la mia foga, mi devo togliere l’abitudine di parlare in questa maniera, ma voglio che questa città e i maceratesi si sveglino, il mio messaggio non è per voi consiglieri comunali, che vi capisco, dovete ubbidire. Ho ascoltato anche il consigliere Sauer, ho imparato anche a pronunciarlo, qui non è come nel tuo paese, qui le cose sono da ubbidire, non essere coinvolto da queste ubbidienze, diventiamo protagonisti del nostro partito, dei nostri ideali, io difendo i nostri ideali e 26 20 del 27 FEBBRAIO 2006 REP. N. 597 chiedo ai cittadini maceratesi di svegliarsi, vi stanno svendendo pure l’acqua del vostro rubinetto, non vi danno le strade, i vostri figli devono andare a lavorare in paesi vicini, non ci sono più i posti per i bidelli, per gli uscieri, l’APM non vola alto, per farsi ricevere dall’APM bisogna fare domanda, e quando un consigliere comunale prende appuntamento con un altro consigliere dell’APM non ti ricevono, quindi sono tutti ubbidienti, devono ubbidire altrimenti ritornano a casa, questa non è democrazia. Parlo come so parlare, caro amico mio, scusate, vi prego, ma sono proprio demoralizzato da questo andamento che la maggioranza ha su queste decisioni così serie, dateci tempo di studiare questa delibera, possiamo anche votarla, vi presentiamo degli emendamenti, delle proposte, chiediamo almeno che su queste cose così serie possiamo avere un’intesa, perché altrimenti non so se quella conferenza stampa che abbiamo fatto abbia un seguito molto più serio, non si gestisce la politica di un capoluogo in questa maniera. Io chiedo che ci diate una mano sugli ordini del giorno che abbiamo presentato e sulle dichiarazioni di voto ci risentiamo. MENGHI – Comitato Menghi Mi dispiace, la piega che sta prendendo la discussione di questa delibera, per un motivo fondamentale, perché in realtà il Comitato Anna Menghi, che ha avuto l’onere e l’onore di essere opposizione, a volte molto critica e molto dura in momenti diversi da questo attuale, se n’è fatta carico, perché noi capivamo che qualcuno il ruolo dell’opposizione lo doveva esercitare, cosa che stiamo continuando a fare esattamente oggi, nonostante dopo l’ultima tornata elettorale in cui, da un punto di vista puramente numerico, potremmo avere la ragione dei numeri, ma noi continuiamo esattamente come abbiamo sempre fatto in questi anni. Ricordo al consigliere Carancini, capogruppo dei DS, anzi richiamo il suo ricordo e quello di tutti i consiglieri che sono stati seduti in questa maggioranza nei 5 anni passati, che questo gruppo di opposizione si è fatto carico in momenti di difficoltà di garantire il numero legale su delibere dell’APM, questo credo che lo ricorderete, perché l’atteggiamento che noi abbiamo avuto sull’APM è sempre stato quello responsabile di vedere una società che noi, ricordo, consigliere Carancini, quando lei non era capogruppo dei DS, con una delibera ci siamo fatti carico di trasformare l’APM in S.p.a.. Chiaramente abbiamo voluto dare un input quando c’erano delle turbolenze in quel momento in maggioranza, di dare valore a questa società che oramai ci eravamo ritrovati nella nostra eredità amministrativa, perché abbiamo sempre amministrato, come 27 20 del 27 FEBBRAIO 2006 REP. N. 597 Amministrazione Menghi, in questo senso non con connotazione di destra o di sinistra, ma nell’interesse di valorizzare non solo il nostro territorio, ma anche tutte le realtà del nostro territorio, in questo senso l’APM. Quindi poi, nel prosieguo dell’Amministrazione Meschini abbiamo sempre sostenuto l’APM, perché ci abbiamo creduto, abbiamo sempre pensato che l’APM, e lo pensiamo ancora oggi, fosse un valore per tutti, a prescindere da chi potesse governare in questo o in quel momento. Mi rivolgo al consigliere Carancini perchè abbiamo tutti letto sulla stampa, tra ieri e oggi, il suo sfogo, che io interpreto positivamente, soprattutto sul ruolo di Macerata, e dico, in questo senso, che non spetta a chi “non interessa” rappresentare Macerata, dobbiamo farcene noi carico, con tutti i pro e i contro che ne possono derivare, nel senso che credo che la situazione politica maceratese sarebbe l’ennesimo modo per parlare delle difficoltà che si sono succedute in questi anni, la caduta dell’Amministrazione Menghi, fanno parte ormai di una storia che dovrebbe aiutarci a capire la situazione particolare della politica maceratese, forse più di altre nel territorio regionale. Questo per dire che dobbiamo, su alcune questioni, se vogliamo, imparare a non insultarci ma a crescere e a confrontarci in maniera seria, a capirci soprattutto nel dialogo, in questo senso credo che possiate condividere il fatto che il Comitato Anna Menghi ha sempre considerato l’APM un valore e una risorsa del nostro territorio, ce ne siamo fatti carico in determinati momenti. Oggi noi abbiamo presentato anche un ordine del giorno, e vorremmo su questo che il consigliere Carancini debba accettare il fatto che il suo laconico respingimento della mozione d’ordine del consigliere Beccacece sia stata molto drastica, più una contrarietà politica. L’invito che faccio è quello di accogliere la voce, che è giunta anche all’interno della maggioranza da parte di chi, in questo momento, nonostante i dissidi iniziali, si sforza, come noi, di vedere le cose più da un punto di vista dei cittadini, senza connotazioni politiche, pregiudiziali o di parte, c’è qualcuno che siede all’interno della maggioranza che, da questo punto di vista, abbia sempre teso a salvaguardare l’ottica dei cittadini. Mi è venuta qui giustappunto l’idea che, qualche giorno fa nella rassegna stampa del Comune, ho trovato un articolo molto interessante che vi invito a leggere, che appariva sul Sole 24 Ore, che è veramente illuminante, articolo di Giuseppe De Rita, Presidente del CNEL, e di Luca Diotallevi, sul vuoto della politica in cui si moltiplicano le istituzioni. Questo è un articolo che fa una considerazione politica sulle questioni che, con molta più foga e con aspetti molto più forti, faceva il consigliere Munafò sulla questione delle istituzioni e dell’aumento dei meccanismi. 28 20 del 27 FEBBRAIO 2006 REP. N. 597 Il primo appello che faccio alla maggioranza responsabile, e lo dico a chi in questi giorni lamentava la scarsità del ruolo che ha Macerata, con i discorsi annessi e connessi che sono apparsi sulla stampa, io prendo per buono e positivo la difficoltà di Macerata di rappresentare sé stessa, in questo momento, soprattutto su una questione così delicata sia necessario evitare scontri che possono essere pregiudiziali e che nascono soprattutto su una richiesta che è rimasta inascoltata, e che potrebbe contribuire a letture dietrologiche, come diceva Launo, ma lui capisce che non tutti hanno la sua stessa competenza, una conoscenza del settore che è la sua anche per motivi professionali. Primo richiamo che faccio, dopo essermi informata da chi è venuto in Commissione, quindi capire se c’erano delle motivazioni tecniche, magari poteva essere una delibera necessaria da adottare entro il mese di febbraio, potevo non condividere ma capire, ma mi pare che in questo senso non ci siano termini, Beccacece mi parlava di luglio, così mi è stato detto in Commissione, comunque non ci sono tempi strettissimi che comportano un’adozione di questa delibera nell’arco di pochissimi giorni. Potrete dirmi che a marzo abbiamo solo il Consiglio per il bilancio, ma non è detto perché l’assessore Savi, che è venuto all’ultima riunione dei capigruppo giustamente ha detto che in Provincia si fanno Consigli anche in periodo elettorale, perché non è obbligatorio che in campagna elettorale i Consigli non si riuniscano, sto cercando di disinnescare tutte le motivazioni che voi avete trovato per una chiusura a riccio che credo non sia opportuna soprattutto sull’APM, perché vorrei veramente continuare a pensare che questo sia un patrimonio di tutti. Per tornare su questa delibera: gli aspetti dubbiosi che nascono, e che mi pare siano anche venuti da parte della maggioranza, anche dello stesso Launo, che ha difeso con competenza questa delibera, ci sono degli aspetti che fanno dubitare su una questione fondamentale, che è la qualità del servizio e i costi, che non possono essere presi in considerazione rispetto a un ruolo dell’APM che nel corso di questi 5 anni, perché io ricordo che quando noi costituimmo l’APM in s.p.a. c’erano già i contatti con i vari comuni, soprattutto di Treia e Corridonia, per cercare di dare una consistenza ad una società che, rispetto alle società di Tolentino, Civitanova e San Severino, era relativamente giovane, ma aveva la responsabilità di gestire il comune capoluogo, e quindi si doveva, con molta determinazione dotarsi di una credibilità, che la facesse apparire credibile rispetto a società molto più datate, con molta più esperienza rispetto a quella dell’APM. Devo dire che questo meccanismo di crescita e di consistenza dell’APM è avvenuto con una certa lentezza, legata soprattutto, ne abbiamo parlato col Presidente Ciurlanti, perché tempo fa non avete più fatto… nell’Amministrazione Meschini si tentava di informare tutto il Consiglio comunale sull’APM, c’erano riunioni con i capigruppo, c’era solo Ciurlanti che veniva ad informarci sull’evolversi della situazione perché in quel momento si riteneva fosse utile, poi l’abbiamo perso. 29 20 del 27 FEBBRAIO 2006 REP. N. 597 La situazione secondo me è nata con la delibera dell’ATO del 2003, quando si è decisa la divisione del territorio, e qui è venuto meno quel progetto che c’era quando noi abbiamo costituito l’APM in s.p.a., di mettere insieme le società più importanti, Tolentino, San Severino… non tanto Civitanova che era una cosa un po’ a sé, lo dimostra anche la delibera di oggi questo e fa una scelta che può essere contestabile, ma che è comunque una scelta per il suo territorio. Non ho sentito in questa delibera termini di sinistra che dovrebbero caratterizzare la solidarietà, noi ci stiamo facendo carico, da un punto solidaristico, di tanti comuni che andremo a gestire con questa delibera. Sicuramente questa delibera potrebbe essere un percorso obbligato, ma dovete dare, questo è quello che il Comitato Anna Menghi chiede, se non volete una posizione drastica che in questo periodo elettorale potrebbe fare anche abbastanza colore dello scontro tra la sinistra e tutto il resto del mondo. Se anche questo percorso potrebbe essere obbligato, io credo che ci debbano essere, o dovreste, se foste politicamente intelligenti, il tempo per approfondire una delibera che è oggettivamente complessa, perché richiama fatti e atti di cui non abbiamo mai parlato, come la delibera dell’ATO del 2003, che divideva il territorio in tre sub-ambiti. Io credo che i tempi siano stati oggettivamente stretti, richiamo all’appello la responsabilità della maggioranza per un approfondimento che in questo settore possa, e debba, essere necessario per evitare posizioni pregiudiziali di scontro che rischiano di realizzarsi nel concerto perché nel momento in cui si fa una richiesta e dall’altra parte trovi il muro, è chiaro che costringi l’opposizione a svolgere un ruolo che è quello del muro contro muro. Io mi auguro che per l’APM ci possa essere un atteggiamento in cui prevalga la volontà di far vedere l’APM come un bene di tutti, in questo senso si è fatta una discussione sulle varie società partecipate, Munafò si è dimenticato il CE.MA.CO. che fra queste rappresenta, forse, la situazione più critica: io credo che l’APM debba essere considerata l’unica realtà che possa avere un futuro. Attenzione non solo a metterlo in discussione, ma anche il futuro dell’APM non può, perché sarebbe contraddittorio anche con la finalità dell’ente pubblico, prevaricare l’interesse dei cittadini, che sono comunque il punto di riferimento per tutti noi, la qualità e soprattutto i costi del servizio…(intervento interrotto per fine del tempo a disposizione)… SACCHI – AN 30 20 del 27 FEBBRAIO 2006 REP. N. 597 Questa è una delibera assai importante visto che si parla della futura gestione di un una risorsa molto importante, quella dell’acqua. Dal dibattito mi sembra che sia emersa una necessità - visto che il dibattito è stato produttivo - che mi sembra di poter individuare in quella che, da una parte Castiglioni e dall’altra Mosca, hanno indicato, ma era già stato detto in Commissione, nella necessità di un breve rinvio, non per mero scopo dilatorio, ma davvero per uno scopo di approfondimento, per l’importanza da un lato della materia che stiamo trattando, e dall’altro quest’importanza che va di pari passo con la complessità della materia che si va a regolamentare con questa delibera. Le mie perplessità, per andare un po’ più all’interno della problematica, sono sul metodo, mi sembra che fino ad adesso non siano state tenute in conto le legittime ed opportune istanze di rinvio per un approfondimento, a fronte, mi sia concesso di dire, di una fretta nel trattare una materia così complessa e dall’altro di una sensata proposta di rinvio proprio per i motivi che dicevo prima. Per andare invece nel merito toccherò sei punti, farò sei flash in maniera sintetica. Nel merito le mie perplessità nascono per primo dal silenzio e dalla poca chiarezza riguardo alla fine che farà la quota che la Banca delle Marche ha dell’APM, e si parla di qualche miliardino di lire, tanto per tornare all’amata lira. Secondo punto: gli investimenti vengono effettuati dall’APM, e se è vero come è vero che dalla delibera sembra emergere che la remunerazione di questi investimenti (del capitale investito) avviene mediante tariffa, vista anche la breve durata del periodo transitorio, questa è un’altra perplessità…ecco perché ritengo utile l’approfondimento ulteriore, visto che non mi risultano scadenze di particolare tipo, vista la brevità di questo periodo transitorio, come verranno remunerati gli investimenti? Oltre alle tariffe, è prevista anche una forma ulteriore di remunerazione degli investimenti previsti sempre nella delibera? Terzo: riguardo alle tariffe, ho avuto modo di dirlo anche in Commissione, sabato scorso, sulle tariffe tutti diamo quasi per scontato, ma compiendo un errore, lo dico per primo al sottoscritto, che queste è quasi normale che aumenteranno del 50%, 60%, 70%, perché in fondo di acqua si paga poco, e quindi verrebbe ben tollerato. Questo non può essere perché è pur vero che nel bilancio familiare la bolletta dell’acqua è quella meno pesante, che incide di meno, nell’ordine di qualche trentina o cinquantina di euro, a fine anno un centinaio di euro, o centocinquanta, ma un aumento percentuale del 50%, 60% o 70%, seppur non enorme a livello monetario, è comunque un aumento che verrebbe mal tollerato e non è ben digeribile da una famiglia normale. 31 20 del 27 FEBBRAIO 2006 REP. N. 597 Su questo non è stata fatta chiarezza, di quanto saranno precisamente gli aumenti, con che tipo di ricadute questi aumenti avranno sulla qualità del servizio erogato e se si terrà conto adeguatamente dei diversi tipi di utilizzo dell’acqua, servizio primario, e delle fasce sociali delle fasce di utilizzo. Quarto: vi sono date certe per quanto riguarda la fusione con l’UNIDRA? Quinto: il Comitato di controllo, organismo di cui così poco si riesce a comprendere dalla lettura delle delibera e dello statuto, le funzioni quali sono, i costi quali saranno, quale sarà la composizione e qui una provocazione tesa a ottenere un chiarimento, se vi è sotteso un patto di sindacato lo si dica chiaramente e si indichino anche gli obiettivi di questo patto. Sesto, e concludo: il vero fine di una rimodulazione dello strumento e dei fini che è questo servizio integrato, il vero fine dovrebbe essere - lo dico a me stesso e ai colleghi consiglieri - finalizzato solo a due scopi: a dare acqua migliore, di buona se non di ottima qualità, a colui che ne fruisce, al cittadino consumatore ad un prezzo adeguato, questo è il secondo scopo, e non un’acqua cattiva che costringe le famiglie ad acquistare giocoforza l’acqua minerale perché quella del rubinetto è obiettivamente imbevibile, vuoi per l’odore, vuoi per quanto altro la rende comunque non gradevole a colui che deve consumarla. Concludo dicendo che può anche andar bene se i servizi restano pubblici, ma se con questa poca chiarezza, perché questa emerge come ho tentato di spiegare con i sei motivi e anche con il metodo, e allora ben vengano società private se queste garantiscono invece un servizio migliore a costi magari dello stesso tipo di quelli pubblici, ma con un’acqua migliore. SALVATORI – F.I. Inutile ricordarci che l’acqua è un bene primario e il fatto che tutti i comuni, per quanto ci riguarda, della nostra provincia, possano avere l’acqua potabile che esce dal rubinetto di casa è sicuramente una conquista di civiltà. È anche vero che oggi, nel terzo millennio, sia in alcuni casi in questa provincia, in alcuni periodi dell’anno, sia in generale a livello di nazione, queste condizioni non si verificano per tutti, quindi il fatto di garantire l’acqua potabile a tutti i cittadini continua ad essere un obiettivo. L’altro dato che va detto è che la qualità dell’acqua di questo Comune, soprattutto quando era gestita direttamente dal Comune era evidente, e che in questi anni è comunque scesa, è 32 20 del 27 FEBBRAIO 2006 REP. N. 597 diventata un’acqua che è difficile bere, che non ha più le stesse qualità che aveva 10 o 15 anni fa, questo è un dato oggettivo di cui tenere conto. La legge Galli ha tentato da una parte di garantire che la possibilità di approvvigionamento idrico fosse garantito a tutti, da un’altra che questo avvenisse ai minor costi attraverso uno strumento unitario, individuato nell’Ambito Territoriale, che doveva unificare tutte le strutture comunali gestite direttamente o indirettamente, in economia o quanto altro, per evitare che, da questo punto di vista, ci fossero da una parte uno sperpero di risorse economiche e dall’altra ci fosse una capacità complessiva, anche economica, di gestire meglio e investire di più, di garantire, per quanto riguarda le acque, ha riunito la questione dell’acquedotto con la questione delle fognature e della depurazione nello stessa struttura, cioè il fatto di riuscire a governare da un solo soggetto tutto il ciclo della gestione delle acque, dall’approvvigionamento allo scarico. In questi anni, la legge Galli è del 1994, la legge regionale è del ’98, oggi siamo nel 2006, ancora non siamo riusciti a fare questo percorso di unificazione in un unico strumento complessivo e quindi di capire qual è la strada per investire al meglio le risorse che tendono sempre a diminuire, e con questo garantire la qualità o migliorare la qualità dell’acqua. Io ritengo che da un ATO che noi siamo riusciti in questi anni a fare tre sub-ambiti, a spezzettare in tre la provincia o l’ATO, con un dato che emerge con grande chiarezza, che l’ambito più consistente è quello B, che è quello dei Comuni che hanno l’acqua, i quali è vero che non possono pensare che sia di loro proprietà perché l’acqua si trova in natura, ma è anche vero che esiste nei loro territori comunali, e quindi vorranno - e penso che questo sia il motivo per cui ancora oggi non si è riusciti ad addivenire ad un accordo - che gli venga riconosciuto il fatto che loro l’acqua già ce l’hanno lì e che nel momento in cui viene presa e con tutti gli impianti di captazione viene distribuita nel territorio, si tenga conto che l’acqua è la loro. L’altro dato che ancora oggi ritorna sempre questa questione del consorzio del Nera e dei costi, senza capire fino in fondo a che cosa serve, a chi serve e a chi porta l’acqua, se la porta… e comunque continuiamo a fargli mutui. La terza questione è questo vizio che la maggioranza ha, che i nostri dirimpettai hanno, di complicare e arzigogolare le soluzioni, perché il fatto di inserire questo Comitato di controllo non si capisce da che cosa provenga e a che cosa serva, tenendo conto che si è scelta la strada per cui sia tutto affidato ad una società che dovrebbe diventare unica ad esclusiva evidenza pubblica, non percorrendo in nessun modo, nel momento in cui si va verso il tentativo di una gestione industriale, e nessuno ci spiega il perché, la possibilità di fare una società mista pubblico-privata, e ricordo che per individuare il soggetto privato è necessario fare un appalto di evidenza pubblica. Però nessuno ci ha spiegato come mai, nel momento in cui si pensa di fare una società industriale, che quindi ragioni in termini di costi e benefici e che abbia un’attenzione al 33 20 del 27 FEBBRAIO 2006 REP. N. 597 servizio e un’altra agli investimenti necessari per garantire il servizio, perché non si è voluto verificare se questo fosse possibile anche attraverso quest’altro sistema per avere una garanzia migliore, nessuno ce lo spiega e nessuno ci dice perché. L’altra questione è questo fatto qui, che si inizia a percorrere la strada dell’unificazione in cui una società come la nostra, l’APM, deve comunque cominciare ad investire nella struttura dell’ambito complessivo, senza che questo sia ancora avvenuto, non si capisce se sarà la società S.I. Marche e perché dovrà essere lei a gestire tutto, in che termini e in che tempi. Nello stesso tempo l’APM e l’ATAC continuano a dover investire le proprie risorse, non si sa bene con quali capacità di ritorno…(interruzione in sottofondo)…io l’ho letta, e non ci sono tempi scritti, si dice che dovrebbe esserci il termine del 30 ottobre 2006 per sistemare la struttura, ma qualcuno mi deve spiegare perché dopo anni, nel momento in cui ci incamminiamo nel fare un’unica struttura, partiamo dal fatto che ci sono ancora i subambiti, che non dovevano essere neanche fatti, perché la legge Galli prevedeva che ci fosse un solo ambito, e all’interno di questo si operasse. Quindi noi abbiamo risuddiviso il territorio e rifatto tre ambiti, comunque sprecando e sperperando risorse che sono servite per gestire le tre società, e quindi sono state tolte alle destinazioni originarie. Oggi che iniziamo il percorso giusto della riunificazione non abbiamo tempi certi, non sappiamo come questo funzioni e non sappiamo neanche qual è la garanzia da un punto di vista delle tariffe, perché non mi si può dire che dipenderà dagli investimenti che la società dovrà fare perché io so per certo, come è certo per tutti noi, che il servizio idrico del Comune di Macerata era di qualità ed era gestito bene. Il servizio idrico fatto dall’APM ha perso un po’ di qualità di acqua e comunque è ben gestito e serve assolutamente i destinatari, oggi che entriamo in un altro soggetto corriamo il rischio di vedere ancora di più sminuita la qualità o la quantità di acqua, e il rischio che ci sia un aumento delle tariffe, perché noi dobbiamo oggi, questo è giusto in un ambito di ottica complessiva di territorio, ma con certezze sugli strumenti, è giusto che si cominci a parlare di investimenti complessivi. Ma oggi noi sappiamo che la nostra municipalizzata dovrà investire, ma non sappiamo con quali garanzie di ritorno o quanto questo costi a noi e non ad altri, siamo in una fase in cui tendiamo a costruire certezze senza averle, in una fase in cui recuperiamo il terreno perso per dividere e adesso tentiamo di ritornare in un unico soggetto, cosa prevista in origine dalla legge, ma dopo anni che abbiamo lasciato passare, oggi ancora non abbiamo le certezze necessarie per fare questo percorso, io non ripeto le varie domande che hanno fatto gli altri colleghi, perché non ci si può rispondere il tempo ce l’avete avuto, ci sono state due Commissioni. 34 20 del 27 FEBBRAIO 2006 REP. N. 597 Il punto è che il tempo c’è stato, è passato, ma le risposte politiche non ci sono state, le certezze su alcune questioni non ci sono perché a noi interessa che da questa operazione ne esca lo strumento previsto dalla legge, che è uno strumento che unifichi sul territorio la gestione delle acque e di tutto il ciclo, che sia alle migliori condizioni per i cittadini e che abbia nell’ottica della gestione dell’Ambito Territoriale questa prospettiva, di migliore qualità possibile del servizio, di fare tutti gli investimenti necessari per garantire a tutti questo servizio primario e nello stesso tempo che non sia un costo che aumenti a dismisura, perché neanche questo si capisce. Io sono uno di quelli per cui il costo dell’acqua è alto, a me costa più l’acqua che l’Enel, nel dire che alle nostre famiglie l’acqua costa poco, ognuno di noi probabilmente ha la sua esperienza, ma il costo delle acque è un costo, tra acqua, depurazione e quanto altro è piuttosto alto. Nella fase in cui noi facciamo queste scelte il dare le certezze è un passaggio determinante, ed è su questo livello che noi siamo disposti a confrontarci, è sul livello delle risposte alle varie domande che abbiamo fatto o ai vari dubbi che abbiamo che possiamo ragionare in rapporto alla nostra posizione. Oggi, così com’è impostata questa delibera, così come è stata gestita, aldilà dei comuni che ci sono o meno e aldilà anche del fatto che comunque riguarda comuni di centro destra o di centro sinistra, per quanto riguarda noi, rappresentanti dei cittadini maceratesi, riteniamo che oggi la nostra posizione non possa essere che quella di un voto negativo, nel momento in cui riusciamo ad avere risposte e possibilità di chiarire alcune questioni e ci siano date certezze su alcune domande che abbiamo fatto tra tutti, possiamo rivedere questa posizione, perchè non è preconcetta, ma è una posizione che vuole una chiarezza, che su questa vicenda si tenti definitivamente, dopo tanti anni, di dare certezze a tutti, prospettive chiare e soprattutto che sia nell’ottica di continuare a dire l’acqua a tutti è un’acqua di qualità, cosa che oggi non è vero per tutto l’anno per tutti. MERIGGI – Gruppo Misto - per questione pregiudiziale Avevo accennato prima a questo motivo, ma non avevo in mano lo strumento di base. Il comma secondo dell’articolo 163 del Testo Unico sull’ordinamento degli Enti Locali dice “ove non sia stato deliberato il bilancio di previsione (come è in questo caso), è consentita esclusivamente una gestione provvisoria, nei limiti dei corrispondenti stanziamenti di spesa dell’ultimo bilancio approvato, ove esistenti. 35 20 del 27 FEBBRAIO 2006 REP. N. 597 La gestione provvisoria è limitata all’assolvimento delle obbligazioni già assunte, delle obbligazioni derivanti da provvedimenti giurisdizionali esecutivi e di obblighi speciali tassativamente regolati dalla legge, al pagamento delle spese di personale, di residui passivi, di rate di mutuo, di canoni, di imposte e tasse ed in generale, limitatamente alle sole operazioni necessarie per evitare che siano arrecati danni patrimoniali certi e gravi all’ente.” Questa è la disposizione dell’articolo 163 del Testo Unico, quindi a norma di questa disposizione, che è inderogabile, è un articolo di legge, noi ci stiamo occupando di una questione che ha risvolti di carattere patrimoniale, andiamo a modificare se poco o se tanto il patrimonio dell’APM e di conseguenza dell’ente, in un periodo…(interruzione in sottofondo)… lo so segretario, ma io insisto su questo punto perché è questo che determina e ci dà motivo di rinviare questa deliberazione e di approfondirla, perché il bilancio è imminente, rinviandola di un mese la discuteremmo dopo il bilancio, anzi nello stesso si potrà prevedere questa operazione che ha risvolti patrimoniali e che sono espressamente vietati in regime di esercizio provvisorio. SALCICCIA – Segretario Generale Il problema dell’impegno di spesa è di competenza della Ragioneria, ma dicendo questo non è che mi sottraggo ad una mia interpretazione, per cui è già stata fatta nei termini del ragioniere con il suo parere di regolarità contabile e di copertura finanziaria. Giustamente quello che ha letto il consigliere Meriggi è il comma 2 dell’articolo 163, bisogna però leggere il comma 3, che prevede la fattispecie relativa al Comune di Macerata, che è un comune che non ha approvato il bilancio, non perché è inadempiente ad un termine stabilito per approvare il bilancio…(interruzione in sottofondo)…si applica il comma 1, perché il comma 3 dice che dove la scadenza del termine dell’approvazione del bilancio di previsione sia stata fissata da norme statali in un periodo successivo, l’esercizio provvisorio si intende automaticamente autorizzato, per cui non c’è bisogno di autorizzare l’esercizio provvisorio, perché è per legge automaticamente autorizzato. Sino a tale termine si applica una modalità di gestione di cui al comma uno dell’articolo 163, che è diverso dal comma 2 che è stato letto da Meriggi, e il comma 1 dice che le spese che non sono frazionabili in dodicesimi, cioè, se io devo impegnare in bilancio per 12 mesi ed una spesa frazionabile, evidentemente io devo fare l’impegno per il primo mese, ma siccome l’acquisto di quote non è frazionabile è un’operazione che o si fa o non si fa. Questa è la valutazione che abbiamo dato. 36 20 del 27 FEBBRAIO 2006 REP. N. 597 È il comma 1, non il comma 2 dell’articolo 163 che si applica e lo dice “per spese non frazionabili”. CARANCINI – DS Da parte nostra i chiarimenti apportati dal Segretario generale mi paiono suffragati sia dal preventivo controllo del dirigente competente, sia, per altro, da una lettura, ci pare, logica e coerente dell’articolato normativo, ci inducono a ritenere che la questione posta dal consigliere Meriggi, sia non accoglibile. MUNAFO’ – Comitato Menghi – per mozione d’ordine Articolo 163 del Testo Unico: poiché precedentemente, ascoltato il parere del Segretario, eccepisco l’applicazione del comma 1, che leggo testualmente, il quale ha portato alla votazione favorevole da parte della maggioranza “nelle more dell’approvazione del bilancio di previsione da parte dell’organo regionale di controllo, l’organo consigliare dell’ente delibera l’esercizio provvisorio”. Io eccepisco l’applicabilità di questo per due ordini di motivi: prima di tutto, non è stato votato l’esercizio provvisorio e quindi il comma 1 non è applicabile; in seconda questione, l’organo regionale di controllo non c’è più, quindi il comma 1 non è applicabile, quindi, conseguentemente, l’unico articolo di legge applicabile è il comma 2 a cui questa delibera fa riferimento, per cui ne eccepisco la legittimità. SALCICCIA – Segretario Generale Io ho già dato l’interpretazione che confermo appieno, però credo che sia utile che io legga la norma, perché più di questa, l’interpretazione, non mia, letterale della norma, io leggo l’articolo 163 il comma 3: “ove la scadenza per il termine della deliberazione del bilancio 37 20 del 27 FEBBRAIO 2006 REP. N. 597 di previsione sia stata fissata da norme statali in un periodo successivo all’esercizio finanziario di riferimento, l’esercizio provvisorio si intende automaticamente autorizzato; sino a tale data”, cioè questo significa che fino al 31 marzo è autorizzato automaticamente l’esercizio provvisorio, va bene? …e si applicano le modalità di gestione di cui al comma 1, non al comma 2: questo è il punto fondamentale. Il comma 1, basta leggerlo, dice che “le spese possono essere fatte nelle more dell’approvazione del bilancio di previsione da parte dell’organo regionale di controllo, l’organo consigliare dell’ente delibera l’esercizio provvisorio”, non lo delibera, perché è automaticamente applicato, va bene?...(interruzione in sottofondo)…“gli enti locali possono effettuare, per ciascun intervento, spese in misura non superiore mensilmente ad un dodicesimo delle somme previste nel bilancio deliberato con esclusione delle spese tassativamente regolate da legge o non suscettibili di pagamento frazionabile in dodicesimi”. Questo significa che se io devo fare un’iniziativa culturale domani, in pieno esercizio provvisorio, o un’iniziativa di gestione di una strada, se l’intervento non è frazionabile in dodicesimi, lo delibero per intero. Questa è l’interpretazione che è sempre stata data in qualunque esercizio e in qualunque momento, perché se non fosse così, qui non si potrebbe fare nessuna spesa. Se fosse interpretata come dice Munafò o Meriggi, mi consenti…va bene. CARANCINI – DS Credo che non ci sia nient’altro da capire, l’interpretazione letterale e logica in coordinato dei commi 3° e 1° sono, direi, inequivocabili. L’ultima affermazione a cui faceva riferimento il Segretario, cioè il fatto che se passasse la tesi del consigliere Meriggi, questo vorrebbe dire, in buona sostanza, che non si potrebbero più adottare delibere nel corso dell’esercizio provvisorio, per queste ragioni noi non voteremo favorevolmente l’eccezione formulata. La votazione sulla mozione d’ordine è riportata in delibera 38 20 del 27 FEBBRAIO 2006 REP. N. 597 CARANCINI – DS Ho ascoltato con attenzione tutti gli interventi che mi hanno preceduto e credo che una premessa sull’argomento vada rappresentata circa le posizioni, perché le indicazioni avute dai singoli interventi denotano un quadro complessivo all’interno delle minoranze non propriamente coincidente. Credo che questo, per noi che siamo maggioranza e, direi, anche per l’organo esecutivo che propone questa delibera, sia un fatto non indifferente… attenzione, non per valutare positivamente o negativamente le singole posizioni, ma alla luce della richiesta, invece, uniformemente invocata da tutti i gruppi consiliari di opposizione che ci dicono: “rinviate questa delibera”. Alcuni di essi dicono: “non è stato sufficiente il tempo per esaminare la complessità della delibera, della propria difficoltà, articolazioni”. Altri dicono: “ma che fretta c’è di deliberare e quindi sarebbe necessario proprio per questa ragione, come complessa entrando nel merito, la questione rinviarla a tra un mese”. C’è addirittura chi, invece, critica a pieno titolo entrando mani e piedi all’interno del merito della questione e pur sempre ci chiede il rinvio, io faccio l’esempio di Meriggi il quale dice di non aver capito, che la complessità della delibera imporrebbe responsabilmente ad un rinvio, ma poi articola giù, snocciola una serie di critiche nel merito, che per altro sono legittime, ma che io non condivido, che danno, invece, la misura chiara che Meriggi abbia capito completamente a quale delibera noi ci troviamo di fronte e però, nonostante questo, direi in maniera comprensibile sotto il profilo politico ma cercando di fare un po’ le linee di tattica, ci chiede di rinviare, salvo poi andarsene al momento della votazione. Allora, o non si è capito e ci si comporta conseguentemente nel corso dell’intervento o si ha il buon senso e la decenza di combattere, confrontarsi con la delibera, con coloro che non la pensano nello stesso modo in discussione, certo, accettando poi il risultato dei voti, dei numeri, che, certo, in questo caso, non dico fortunatamente, ma insomma, talvolta ci vede in vantaggio, però dico che un approccio serio alla questione deve partire da questa distinzione. Io nella mia discussione (questo era il preambolo) voglio premettere e lo faccio perché Meriggi in questo mi pare che sia uno degli artefici e certamente al Comitato Anna Menghi va dato atto di un atteggiamento assolutamente responsabile rispetto all’APM nella scorsa legislatura…e allora quando dico che l’APM può essere stata un’intuizione positiva non ho difficoltà a riconoscerlo. 39 20 del 27 FEBBRAIO 2006 REP. N. 597 Forse oggi colui che è certamente uno dei padri (credo si possa dire) è dalla parte opposta a questi banchi della maggioranza, così come penso che debba essere dato atto ad alcune parti dell’opposizione che in certe situazioni, in certi frangenti si è discusso nel merito e abbia lavorato, abbia contribuito in maniera seria a uno sviluppo dell’APM. Certo non condivido Tacconi quando, a mio parere, pregiudizialmente (non ho ben capito quali siano le ragioni) attacca a tutto spiano l’APM. Io non voglio fare il difensore dell’APM, questa si difende con i numeri e noi nei precedenti Consigli, quando abbiamo indicato i numeri dei bilanci, abbiamo spiegato cosa ha fatto in 5 anni in termini, per esempio, di investimento rispetto agli anni precedenti: non c’è bisogno che l’APM la difenda qualcuno in Consiglio. A mio parere e il bilancio ci darà l’opportunità di riverificare quei numeri sotto ogni punto di vista, pur senza negare che in effetti qualche cosa può essere mancato, ma se noi parliamo di evoluzione dal punto di vista di investimenti, quindi aumento… se noi parliamo di aumento e numero di dipendenti, se noi parliamo per esempio in termini di trasporti, di tutto il miglioramento del profilo ambientale della flotta dei trasporti, e certamente sono dei dati che noi andiamo ad interpretare in maniera positiva e anche difficilmente confutabili. Però, allo stesso modo, gli interventi che si sono succeduti dalle opposizioni e cito testualmente quello di Pierfrancesco Castiglioni, ma anche quello di Anna Menghi, a tutto tondo quello di Uliano Salvatori, se non ci vogliamo raccontare delle sciocchezze, dimostrano che le opposizioni hanno capito bene a che cosa si trovano di fronte, cioè la delibera è stata chiaramente compresa, si è pienamente entrati nella questione dell’ATO e di quelle che sono le società di gestione e, allora, credo che non ci si debba raccontare frottole in Consiglio. Si deve avere coraggio, a mio parere, di dire: “no, noi questa impostazione non la condividiamo” e di questo va dato atto a Forza Italia che l’ha fatto ovvero si ha da questo punto di vista la disponibilità a discutere. È intervenuto Pierfrancesco Castiglioni con il solito approccio che io reputo serio perché è problematico alle questioni; lui ne faceva di tre tipi, parlava di Comitato di controllo…lui nella sostanza diceva: “le criticità che io vedo e che non ci permettono oggi di dare una valutazione compiuta attengono, uno, alla creazione di questo Comitato di controllo; due, all’eccezione che oggi la montagna non è ancora all’interno di questo collegamento e quindi potrebbe essere negativo; terzo, di questo mostro organico - mi pare che lui parlando abbia usato questi termini - rispetto a tutta l’impalcatura”. 40 20 del 27 FEBBRAIO 2006 REP. N. 597 Io mi permetto di dire questo: il Comitato di controllo altro non è che una forma replicata del controllo che avviene oggi da parte degli enti territoriali all’interno delle società che svolgono servizi. Non c’è niente di astruso, non c’è niente di sovraordinato è solamente un organo che la legge impone evidentemente per far si che l’ente territoriale in se, quindi i vari comuni, possa controllare tranquillamente gli equilibri che il piano d’ambito e il piano industriale si danno. Oltretutto lo dico, perché può anche essere considerato un problema, non c’è un costo di questo Comitato di controllo, è una forma, un contraltare, un bilanciamento rispetto alla gestione di una struttura societaria completamente di carattere pubblico. La seconda criticità a cui faceva riferimento Castiglioni è il discorso della montagna: io penso che quella critica o questo ragionamento o questo approfondimento vada nella direzione opposta all’eccezione per il rinvio fatto da Pierfrancesco Castiglioni e, cioè, dico che se lo stesso Castiglioni, Alleanza Nazionale, dice: “guardate che sarebbe meglio, sarebbe auspicabile che tutti e due i sub-ambiti, proprio perché la montagna ha la disponibilità della materia prima, potessero lavorare insieme”. Allora se questo è vero, è anche vero il raggruppamento, il consolidamento di tutti gli altri enti territoriali all’interno di S.I. Marche è certamente un’operazione positiva nel merito, è certo che noi tutti non possiamo che auspicare che anche UNIDRA possa lavorare insieme a noi, ma è chiaro, ma per l’interesse di tutti, non solo di Macerata. Riuscire a creare sotto il profilo politico, aldilà delle colorazioni dei comuni, un sub-ambito forte che permetta di poter competere… guardate che io che non sono un esperto, possa naturalmente far capire che questo non potrà che andare a beneficio di tutti gli enti territoriali che poi adesso cercherò (peraltro lo ha fatto benissimo Launo, direi senza demagogia) e, quindi, certo che noi auspichiamo anche UNIDRA, ma è chiaro che siccome questa (e questo è un altro dato di cui le opposizioni non possono non tener conto e non possono non sapere) è in una fase ancora di approvazione, ancora di accordo, questo non può giustificare che l’altro soggetto del sub-ambito debba aspettare, anzi credo che solamente attraverso un’approvazione preventiva del nostro sub-ambito possa eventualmente agevolare quell’ulteriore incontro che farebbe certamente utilità anche all’altro ambito di UNIDRA. Io non perdo tempo per dire che Anna Menghi ha individuato, non dico che rispetto alla costruzione dell’ambito territoriale e quindi della legge, dei sub-ambiti, noi sostanzialmente tutti subiamo la norma nazionale, non è che ci siamo inventati qualcosa noi. Questo è un aspetto decisivo, si tratta evidentemente di gestire, di individuare una forma migliore nell’ambito della gestione. 41 20 del 27 FEBBRAIO 2006 REP. N. 597 Ma voi direte (perché è la stessa domanda che mi sono posto io): “ma allora che fa? Noi altri subiamo tutto quanto?” Ma no, perché come sanno bene tutte le opposizioni, Alleanza Nazionale che ha tre propri membri all’interno dell’ATO, Forza Italia, tutti i gruppi di opposizione (non so se l’UDC c’è), ma comunque fate parte organicamente… cerco di spiegarlo… Guardate che il piano industriale e il piano d’ambito sono stati costruiti in contraddittorio con i vari soggetti che avrebbero dovuto eventualmente andare a gestire, cioè, non si è subito in maniera supina e senza colpo ferire il piano industriale, si è lavorato affinché quel piano industriale potesse essere credibile, fattibile rispetto ai successivi passaggi cioè, per capirci in termini ancora più chiari, si è costruito insieme alle società tutta quella serie di elementi che consentivano, attraverso l’applicazione di tariffe determinate, tutta la copertura di quelli che sono i costi operativi e i costi d’investimento che obbligatoriamente S.I. Marche, UNIDRA e gli altri soggetti del sub-ambito saranno costretti ad effettuare. Io credo, cioè, che questi siano passaggi che non possono non essere conosciuti dai soggetti protagonisti di questa vicenda ed ecco perché dico che un atteggiamento serio avrebbe imposto un ragionamento meno pregiudiziale rispetto alla delibera. Io (sto per finire) voglio dire una cosa al Capogruppo di Forza Italia, a Uliano Salvatori: ma come si fa a parlare di tariffe, ma quest’ultimo sa benissimo che l’APM da più di 5 anni è la società che applica in tema di acque le tariffe più basse della regione, ma perché questo non si dice? Perché non si da atto di questo aspetto? In ogni caso, siccome non abbiamo pregiudizi, vogliamo che in questa situazione vi sia la massima partecipazione; io propongo, qualora vi sia, la disponibilità dei gruppi di maggioranza, a rinviare a domani, sospendendo adesso…(interruzione in sottofondo)…guarda Pantana, tu non puoi dirmi questo, perché io ti potrei dire che avresti dovuto…(intervento interrotto per fine del tempo a disposizione)… PANTANA – F.I. Il discorso non è perché noi abbiamo ricevuto la delibera solamente venerdì, perché noi avremmo potuto e abbiamo fatto, glielo garantisco, consigliere Carancini, che noi sabato e domenica ce la siamo studiata. Ma a parte questo (che sarebbe una cosa, anche sotto questo aspetto, ridicola) noi fin dall’inizio quando il consigliere dell’UDC ha chiesto il rinvio, questo era solamente per trovarci insieme e poter discutere nei termini di questa delibera perché, come abbiamo 42 20 del 27 FEBBRAIO 2006 REP. N. 597 ribattuto per tutto il pomeriggio, oltretutto presenta delle carenze (proprio a livello giuridico della delibera stessa) e ci sono delle perplessità (che siccome noi della minoranza teniamo ancora a Macerata a differenza invece della maggioranza, che sembra avere sempre fretta quando si parla di partecipate) io vorrei sapere come mai Launo, come mai Carancini, tutto questo pomeriggio si sono affrettati affinché questa cosa venisse subito discussa e subito votata, quando invece, magari, una discussione più ampia con la maggioranza avrebbe dato la possibilità a quel 40% che noi rappresentiamo in Consiglio comunale di poter chiarire diversi aspetti. Uno è, appunto, quello delle tariffe, perché, come prima ci diceva un dirigente dell’APM e questo non doveva essere lui a farlo, ma doveva essere bensì chi questa delibera l’ha presentata, doveva spiegarci quando e come cambiano le tariffe con questa nuova regolamentazione. La legge Galli del ’94, a cui si faceva riferimento, è una legge che, in qualche maniera, ridisciplina quelle che sono le gestioni dei servizi territoriali, però prevede, d’altro canto, che questi servizi vengano accorpati e che non ci siano queste divisioni territoriali. Ecco perché l’invito che noi facevamo, era a ridiscutere e a ripensare questa divisione e cercare di trovare insieme un accordo per quanto riguarda quei comuni che fanno parte della società UNIDRA, che, proprio dalla discussione che abbiamo fatto questo pomeriggio, è sembrato, e su questo dovete convenire anche voi della maggioranza, una società che, in qualche maniera, influirà sulla gestione della stessa S.I. Marche. Ma detto questo, io vorrei fare un altro appello alla maggioranza, sui giornali vediamo sempre questi sfoghi, in questo periodo ho visto il consigliere Carancini, poi lo vediamo nuovamente in Consiglio. Io gradirei che in Consiglio comunale ci fosse più un lavoro costruttivo per quanto riguarda soprattutto queste delibere così delicate per quanto riguarda la nostra città e non sfoghi. Grazie. DI PIETRO – Assessore - per la replica Gli interventi sono stati svariati e quindi gli argomenti toccati mi costringono ad andare a fare chiarezza, come è stato chiesto da qualcuno su diversi passaggi. 43 20 del 27 FEBBRAIO 2006 REP. N. 597 Io partirei proprio da quello del Comitato di controllo, perché forse non si è capita la natura e lo spirito con il quale è stato concepito e previsto all’interno della convenzione tale organo. L’affidamento “in house” prevede tra le varie caratteristiche, anche quello del controllo analogo rispetto alle società che poi andranno a gestire l’affidamento del servizio idrico, per questo si intende dire che anche i comuni che hanno un basso peso specifico perché rappresentano all’interno dell’ATO una quota minimale, anche questi hanno diritto e titolo a partecipare a questo Comitato di controllo e, quindi, forse non si è capita la vera natura dell’organismo, cioè un organismo che consente la verifica, il riscontro dei dati oggettivi rispetto all’andamento della gestione, non solo del consorzio S.I. Marche, ma anche delle società che gestiscono con una sub-concessione il servizio stesso. Quindi, il Comitato di controllo, del quale faranno parte tutti i comuni con un loro delegato, potranno andare a verificare il rispetto di quello che è il piano industriale e tutto quello che viene dettato dall’ATO. Rispetto allo stesso tra l’altro la convenzione ne parla in più punti, quindi credo che sia esplicitato in maniera piuttosto chiara per capire qual è il ruolo e quale possa essere la funzione, il che, appunto, a mio modo di vedere le cose, è solamente una funzione che tende a garantire i Consigli comunali come il nostro, ma anche i cittadini. (Interruzione in sottofondo)…no, perché sono previste specificatamente per ogni subambito, cioè questo avrà una gestione e un piano industriale relativo allo stesso sub-ambito e, quindi, naturalmente relativamente a quegli indirizzi ci sarà un controllo: questo era un aspetto che forse era stato mal esposto. Per quanto riguarda invece la garanzia dell’investimento: proprio la costruzione della tariffa che nel lungo periodo, che nei 20 … sarà proprio la tariffa a garantire gli investimenti che dovranno essere in grado di andare ad intervenire su un settore, come quello dell’idrico, quindi parliamo di acqua nelle case, oltre che nelle imprese e anche di fognature e questo credo che sia, proprio ricollegandomi al discorso che faceva anche il consigliere Munafò, quali saranno le migliorie e i costi relativamente alla città di Macerata. Io credo che questa, proprio rispetto a quei principi solidaristici a cui faceva invece riferimento la Menghi, prende seriamente questo impegno proprio affinché ci siano interventi su tutto il territorio di ambito, perché il Comune di Macerata prende l’acqua da Serrapetrona, così come altri comuni. Quindi se un altro Comune ha una dispersione pari al 70% sulle proprie condotte idriche, credo che anche noi dovremmo poter dire la nostra per far si che questo, nei prossimi anni, possa essere quantomeno frenato come fenomeno e quindi contenuto. 44 20 del 27 FEBBRAIO 2006 REP. N. 597 Oltre a questo per la depurazione esiste lo stesso identico problema, perché in realtà ogni scarico e ogni fognatura che va a finire nel depuratore, lo stesso getta le sue acque all’interno dei fiumi, che a loro volta vanno a finire nel mare, quindi credo sia un bene comune del quale, solidaristicamente parlando, anche la città di Macerata (questa Amministrazione, tutta mi auguro, maggioranza e minoranza) se ne possa far carico. Per quanto riguarda la costruzione della tariffa stessa che viene definita dall’ATO, quindi dall’autorità d’ambito, la costruzione della tariffa prevede al suo interno, oltre ai costi operativi di gestione, anche gli investimenti e quindi è proprio questo l’elemento qualificante, secondo me, per cui forse, secondo me, fin troppo tempo si è perso fino ad oggi. Perché questo elemento qualificante, cioè, questi investimenti che necessariamente oggi dobbiamo andare ad affrontare per migliorare le nostre reti idriche, che non è che le reti idriche dell’ATO 3 siano dissestate, mentre invece le altre reti idriche d’Italia funzionino. Oggi esiste effettivamente un’emergenza a livello nazionale proprio su questo ambito, per cui è importante che ci siano cospicui investimenti affinché queste reti vengano ammodernate, affinché, come dicevo prima, si possano contenere le perdite di una risorsa primaria, come è l’acqua appunto, e affinché l’inquinamento derivante dai flussi reflui dell’acqua possa essere contenuto al massimo, prevedendo attraverso degli investimenti mirati, un collegamento di tutte quelle reti di fognature ai depuratori, cosa che ad oggi non c’è, cioè non esiste per tutti, quindi dovranno necessariamente essere affrontati dei finanziamenti in tal senso. Per cui il principio direi che è sufficientemente chiaro, nel senso che la risorsa idrica che non può essere paragonata, mi riferisco ad un intervento che è stato fatto prima dal consigliere Munafò alla telefonia, se non sbaglio, che la gara potrebbe prevedere delle condizioni vantaggiose, queste sono definite dall’ATO e quindi le stesse che l’ATO oggi definisce, sono quelle che dettano legge… e che comunque l’acqua (parliamo di un bene primario che non può essere paragonato, a mio modo di vedere le cose, ad altri settori che comunque possono naturalmente essere privatizzati)… per cui una particolare attenzione ad un settore che coinvolge necessariamente in maniera imprescindibile, perché senz’acqua non si può vivere, la nostra popolazione e quindi lo stesso ragionamento, naturalmente, vale anche per le fonti inquinanti intese come scarichi senza depurazione. Oltre a questo erano state chieste delucidazioni rispetto alle quote dell’APM che oggi sono detenute dalla Banca delle Marche pari ad un 5% che fine faranno: lunedì abbiamo avuto una disponibilità da parte della banca delle Marche a cedere queste quote. Quello che si sta verificando è se acquisirle direttamente come azienda, quindi come APM, oppure visto e considerato che c’è un sub-ingresso da parte di altri comuni all’interno della società stessa, se queste quote possono essere cedute. 45 20 del 27 FEBBRAIO 2006 REP. N. 597 Anche questa è una situazione in evoluzione, ma naturalmente la previsione è che Banca delle Marche esca dall’APM, quindi, secondo me, sussiste l’interesse pubblico, così come era stato detto. Per quanto riguarda invece l’intervento del consigliere Sacchi: la tariffa prevista oggi da parte dell’ATO, che poi viene applicata dalle società, quindi da S.I. Marche in questo caso, prevede un contributo all’Acquedotto del Nera, che, a nostro avviso, è, ad oggi, ancora una risorsa e quindi, come tale, anche se momentaneamente come captazione ha un’autorizzazione limitata, ma può avere lo scopo di corrispondere a cospicui investimenti e quindi anche ad un esborso da parte dei cittadini di un costo dell’acqua sicuramente più alto, può contribuire a migliorare il servizio, perché noi potremmo riuscire a portare un’acqua come quella del Nera, quindi un’acqua minerale, nelle case e quindi, anche lì, perseguire un obiettivo che è quello di migliorare la qualità dell’acqua. Rispetto, invece, a tutta la discussione in merito alle tempistiche, io ritengo che una questione come questa, che è sul piatto dei vari partiti di centro destra e di centro sinistra, perché comunque è una discussione che ha coinvolto numerose amministrazioni comunali e che si è avviata, come si diceva prima, nel 2003 con una prima delibera che individuava gli ambiti, ma che già vedeva un discorso intrapreso, non è di certo una questione che non era nel piatto. Non solo, la Commissione presieduta da Launo ha voluto, secondo me, in maniera ineccepibile, coinvolgere tutti i gruppi politici che fanno parte della Commissione affinché si potesse fare una serie di incontri specifici sulle società partecipate anche in previsione di questo, cioè, parlando di APM, si è già parlato di questo settore, cioè, della parte dell’idrico relativo alla società e quindi ritengo che comunque i tempi necessari all’approfondimento della delibera ci siano stati tecnicamente e che quindi sia doveroso oggi far si che questa Amministrazione possa continuare a lavorare, a produrre degli atti che servono al miglioramento, come dicevamo prima, di un servizio, quindi dell’avanzamento di un settore come quello dell’idrico così importante e di portare a casa questa importante delibera. Quindi, a mio avviso, per quanto riguarda il rinvio, lo ritengo abbastanza inopportuno e che forse questo sia stato anche strumentalizzato, proprio per potersi esprimere negativamente rispetto ad un’importante delibera come questa che stiamo trattando. MUNAFO’ – Comitato Menghi - per la illustrazione ordine del giorno 46 20 del 27 FEBBRAIO 2006 REP. N. 597 Questo è l’ordine del giorno che ci interessa e su cui, mi spiace che tra i consiglieri comunali non è presente, così come non lo era alla replica dell’assessore… condizionerà il nostro voto sulla delibera e vi spiego pure perché. La tariffa fa parte dei costi di gestione e degli investimenti che si fanno. La critica politica che il Comitato Anna Menghi, in particolare io, ha fatto da questi banchi sulla gestione di questi contenitori, ci trova dissenzienti verso questo modo di fare. Ora, se è vero che si costituiscono questi contenitori, è vero che questi contenitori devono essere ispirati (almeno in teoria) al criterio dell’efficacia, efficienza e contenimento dei costi, altrimenti non avrebbero alcun senso e qui è il senso dell’ordine del giorno che noi presentiamo. Cos’è l’interesse pubblico se non quello dell’utenza, al soddisfacimento secondo il criterio dell’efficacia, efficienza e costi del servizio pubblico, nel caso particolare servizio idrico integrato? Se è questo l’interesse pubblico, è altrettanto vero che noi con questo ordine del giorno invitiamo l’Amministrazione a ritornare sui suoi passi nell’eventualità che si abbia un aumento delle tariffe del costo del servizio idrico integrato, fatta eccezione di investimenti fatti per il Comune di Macerata. Se questo non si verificasse (noi siamo una lista civica) viene meno l’interesse da parte dei cittadini maceratesi verso la realizzazione di questo tipo di intervento. Quindi noi in sintesi diciamo che va bene questo e impegniamo l’Amministrazione comunale a rivedere la delibera nell’eventualità che si abbiano degli aggravi di costi verso gli utenti, fatti salvi gli investimenti fatti nel Comune di Macerata, perché se abbiamo un aumento di costi di gestione, non ha un senso mantenere questo carrozzone, se il Comune di Macerata, i cittadini maceratesi si devono accollare nella propria tariffa il costo di altri servizi, di altri acquedotti, altre strutture (chiamiamoli così) che negli anni (a differenza di Macerata) i comuni non hanno investito, quindi si trovano in condizioni peggioritarie, non vedo per quale motivo il Comune di Macerata e in particolare parliamo dei cittadini maceratesi si debbono far carico di questa impellenza. Mi spiace che non c’è il consigliere Launo, perché la risposta del Comitato Anna Menghi rispetto alle sue obiezioni erano esattamente queste. Io mi auguro che su questo ordine del giorno ci sia un unanime consenso, perché non vedo come si possa votare contro, perché allora voi accettereste il fatto che la realizzazione di questo marchingegno non esclude l’aumento dei costi di tariffa, il che significa che quindi le nostre obiezioni siano fondate e abbiano una certa ragione. 47 20 del 27 FEBBRAIO 2006 REP. N. 597 Lo stesso assessore (io sono stato uno dei pochi ad ascoltare la sua replica) parlava di costi di gestione e costi di investimento che comportavano degli aumenti. Questi, ovviamente, devono essere consequenziali a criteri di efficacia, efficienza… allora io faccio una considerazione molto semplice: se allora al costo X realizzo questa struttura e il costo mi aumenta, evidentemente questa struttura non ha motivo di esistere. Altra considerazione: dando per assodato (me lo auguro) che i costi di gestione rimangano invariati, l’altra aliquota su cui si gioca è il costo di investimento…allora io come cittadino maceratese accetterei un aumento dell’aliquota del costo del servizio nel momento in cui questo derivasse da investimenti fatti nel territorio del Comune di Macerata. È ovvio che se quest’altro parametro viene meno, pongo in discussione l’utilità della realizzazione di questa gestione proposta del servizio, anche perché la scelta di fare “in house”, poi apro una parentesi, gli italiani sono molto strani, si vergognano della propria lingua perché sembra che sia culturale parlare in inglese, perché non scrivete “a casa”, “la gestione a casa”, “in house” pare che sia un’altra cosa… è una cosa vergognosa, se non usi il termine inglese pare che sei un ignorante e hanno ragione i francesi che fanno una difesa ferrea della propria lingua, perché questa è la parte integrante, il dna della tradizione del proprio popolo, quindi io la chiamo “gestione a casa” e invito, qualora passi la delibera, di dirsi “gestione a casa”, suona male? È la lingua italiana. Chiudo la parentesi. Voi politicamente avete scelto questo tipo di gestione che non è una strada obbligata, perché potevate scegliere anche la gara, quindi, a questo punto, ha ancora più senso l’ordine del giorno che noi proponiamo. Mi auguro, ripeto, che ci sia un voto unanime, perché in caso non ci sia, significa che voi realizzate questo per aumentare le tariffe ai cittadini maceratesi, non ci piove. DI PIETRO – Assessore – sull’ordine del giorno A prescindere che per quanto riguarda la definizione della tipologia di “affidamento in casa”, posso essere d’accordo con il consigliere Munafò, ma è praticamente l’unica cosa sulla quale convergiamo e già non è poco. Per quanto riguarda invece tutto l’ordine del giorno da lui presentato relativamente ai costi, quindi al calcolo della tariffa, a come a questa corrisponderà ai cittadini maceratesi un maggiore esborso di denaro, io non posso che rispondere che e, quindi, al discorso 48 20 del 27 FEBBRAIO 2006 REP. N. 597 dell’affidamento tramite gara che essendo previsto, appunto dall’autorità d’ambito quello che è il piano degli investimenti su tutto il territorio, cioè, oggi non è possibile, non credo che sia neanche opportuno proprio per i discorsi che facevo poco fa, nel senso che l’acqua è una risorsa di tutti, e che, comunque, se riusciamo a contenere gli sprechi è un guadagno anche per il cittadino maceratese, che se comunque riusciamo ad allacciare più fognature, come dicevo prima, ai depuratori avremo un minor tasso d’inquinamento all’interno dei nostri fiumi che appartengono anche ai cittadini maceratesi, ma anche al nostro mare Adriatico, quindi al mare dove sicuramente anche i cittadini maceratesi andranno quest’estate o nei prossimi tempi e che comunque troveranno (io mi auguro questo è lo spirito e la logica con il quale beviamo) anche un acqua più pulita. Quindi non è possibile fare esclusivamente un discorso tra esborso e investimenti sul territorio. Potrebbe essere interessante fare un calcolo sulla ricaduta anche di questo, in termini di benefici anche per i cittadini maceratesi, ma comunque quando parliamo di queste questioni, quindi dell’acqua, credo che sia riduttivo riperimetrare la città e andare a valutare solo ed esclusivamente gli investimenti fatti sulla città. Naturalmente nel piano d’ambito abbiamo previsto degli investimenti e già su quelli c’è stata, naturalmente, una discussione e quindi verranno corrisposte anche ai cittadini maceratesi una serie di opere per diversi milioni di euro (adesso qui non ce li ho dietro). I costi relativi, invece, all’ipotesi fatta che prevede un aumento dei costi di gestione, a mio avviso, ad oggi noi troveremo sul piatto sicuramente, con la costituzione della società, un minimo di incremento di costo, perché comunque la società consortile ha dei costi, ma la gestione…(interruzione in sottofondo)…naturalmente no, però scusate, Munafò, quando parlo di aumento dei costi è chiaro che costituire una società può costare mille euro. A fronte invece di un’integrazione del sistema di gestione che attraverso un’economia di scala che favorisce degli enormi risparmi e, a mio avviso, è questo l’elemento che più qualifica questa operazione, noi avremo da una parte un aumento dei costi pari a mille euro e dall’altra un risparmio pari a centinaia di migliaia di euro, perché questa è la valutazione che dobbiamo fare, non possiamo dire che costituire un consorzio non costa, costa mille euro, mettere insieme 9 comuni per gestire un settore, sicuramente comporta delle economie di scala che a dispetto di quello non hanno paragone. Quindi, nella chiusura, ritengo che quest’operazione porterà anche ad un’economia anche in termini di costi gestionali del settore, per quanto riguarda appunto i costi operativi puri e semplici. Per quanto riguarda la tariffa, naturalmente è costituita dai costi operativi di gestione, dai canoni ai comuni delle reti assistenti perché viene riconosciuta un canone ad ogni comune per quanto riguarda l’utilizzo della rete idrica e, appunto, dall’ammortamento sui nuovi 49 20 del 27 FEBBRAIO 2006 REP. N. 597 investimenti del gestore, più un rendimento del capitale previsto che dovrebbe essere pari al 7% per il gestore stesso che va ad effettuare questa gestione. Per cui ritengo che quest’ordine del giorno, a nostro avviso, non possa essere condiviso, ma soprattutto io credo che sia sbagliato il punto di vista del consigliere Munafò proprio rispetto a quelle che sono le ricadute, cioè dire: “spendo 10 euro, voglio riavere almeno 10 euro”, quando per i 10 euro intendiamo investimenti effettuati solo ed esclusivamente sul territorio di Macerata, perché ritengo che comunque migliorare un servizio come questo che garantisce maggiore disponibilità di risorse idriche e minor inquinamento, per quanto riguarda i collegamenti delle fognature, anche quello sia una ricaduta che va calcolata e valutata anche per i cittadini maceratesi. MUNAFO’ – Comitato Menghi Questa è la prova del nove che i timori che avevamo sono veri, cioè non riuscite a garantire che non ci sarà un incremento della tariffa anche del 50% sull’acqua, perché vi siete proposti, aldilà della discussione giuridica, caro assessore, la parametrizzazione tecnico economica degli impianti che si va a gestire. Un conto è la parametrizzazione dell’impianto idrico e fognario del comune di Macerata, un conto è quello di Morrovalle. Cosa succede con quest’operazione? Io lo so perfettamente perché voi fate un’azione di questo genere e giustamente Civitanova si gestisce solo la parte sua, perché scema non è, però io capisco la logica della sinistra, l’ho spiegato pure prima, si fanno questi contenitori perché al di fuori del dibattito del Consiglio comunale, vi potete gestire le assunzioni, le nomine politiche all’interno dei consorzi, eccetera. È talmente chiaro! Perché si realizzano questi contenitori se non per questo? Questa è l’unica finalità. L’ordine del giorno diceva, caro assessore, questo: poiché l’acquedotto di Macerata (l’ha già citato qualche consigliere più anziano di me in precedenza) è stato sempre il fiore all’occhiello di Macerata, io ricordo quando ho fatto l’assessore, gli investimenti che erano stati fatti, per cui so perfettamente qual è la condizione parametrica dal punto di vista economico e tecnico dell’acquedotto di Macerata. Allora, la domanda è questa: poiché politicamente la sinistra non è riuscita a far valere la propria autonomia all’interno dell’ATO perché la spartizione che è stata fatta in tre, caro assessore, ha penalizzato Macerata, perché la vede a rimorchio e non come protagonista all’interno di questa operazione, ma questo alla sinistra poteva interessare molto poco. 50 20 del 27 FEBBRAIO 2006 REP. N. 597 L’interesse politico e partitico che voi avete nel realizzare questa sorta di scatole cinesi è di poter gestire comunque extra comune i vostri interessi di partito (nomine, posti di lavoro e via dicendo). Si sa come funzionano queste cose, ma si sa pure perché questi contenitori non hanno mai generato il criterio di efficacia, efficienza e contenimento dei costi. Questo perché tutto ha un costo aldilà dei mille euro della costituzione della società, perché Macerata dovrà subire i costi degli altri che hanno acquedotti diversi, dovrà subire investimenti che si andranno a fare da altre parti. Poiché voi non riuscite a garantire le stesse tariffe, perché questa è la sintesi, l’utente finale maceratese (io faccio parte di una lista civica, aldilà delle spartizioni ai partiti di cui non me ne importa niente) attualmente paga un certo canone e ha un servizio. L’acqua di Serrapetrona per gran parte delle cose, è ottima, allora voi dovete spiegare al cittadino elementare (faccio il conto della serva) perché gli aumentate del 50% la tariffa senza che investiate materialmente e visibilmente sul servizio idrico di Macerata, questo non potete spiegarglielo. Che gli andate a spiegare, la solidarietà con Morrovalle? Non mi importa di questo, perché, ma non è per non solidarietà, fa parte di una gestione complessiva che è stata negligente, questo è il punto politico. Voi avete l’interesse politico a gestirvi le vostre poltrone e non è retorica quello che dico, è vero! Guardate quello che succede alla SMEA, all’APM, al CE.MA.CO., all’Associazione Sferisterio, è un modo per tirare fuori i vostri contentini politici all’esterno di un dibattito politico e non partitico, questa è la verità e questa è la cultura di sinistra, ma in parte assecondata anche dal centro destra che trova giovamento in queste logiche spartitorie di partito. Questo, come lista civica, non ci va bene, perché, caro assessore, lei nel suo intervento mi doveva dire: “oggi la tariffa che paga l’utente maceratese, è questa, domani con questi interventi aumenta, però gli miglioro questo - e non l’ha detto – oppure aumenta senza che l’utente finale abbia la percezione materiale di che vantaggio ha”. Sulla raccolta dei rifiuti. Vogliamo parlarne? Quando costava in economia, prima che questa veniva data in monopolio alla SMEA? Da 3,5 miliardi siamo arrivati a 6 – 7 - 8, quant’è! Che ne è venuto? I cassonetti colorati? Oppure che sono costretto a mettere il sacchetto della spazzatura fuori quando alla SMEA conviene per abbattere i costi, questo è il criterio di efficacia, efficienza e contenimento dei costi? Non credo. L’acquedotto: nella gran parte delle tubazioni maceratesi scorre l’acqua di Serrapetrona, acqua pulita, l’acquedotto funziona, ha poche perdite, anche se non è stato rinnovato, qual è il miglioramento che proponete per il cittadino maceratese con questo intervento? Zero. 51 20 del 27 FEBBRAIO 2006 REP. N. 597 Gli aumentate la tariffa almeno del 50% nel migliore dei casi, perché dovete andare incontro a Serrapetrona, perché non avete investito sui depuratori? Sono 6 anni che siete al governo, avete sempre mandato le domande in Regione, sempre non finanziate e i cittadini maceratesi pagano la tassa di depurazione e in gran parte non sono attaccati ai depuratori, questa è la sintesi. Adesso fate questo carrozzone, che vi fanno gli allacci ai depuratori? Dov’è la garanzia di questo, caro assessore, dov’è il peso di Macerata all’interno di queste strategie politiche per Macerata, ma l’abbiamo visto nella delibera dell’ATO, dove siete soccombenti come Macerata a vantaggio di altri, come mai Civitanova giustamente si è tirata fuori, “io mi gestisco solo la parrocchietta mia”, perché Civitanova è uno dei pochi comuni del Polo, quindi non gli conveniva far parte del calderone, perché la logica è questa. Macerata fa parte di un calderone più ampio di comuni di centro sinistra che si spartiranno i vari favori politici meglio. LAUNO – DS Questo ordine del giorno presentato da Munafò che adesso ci ha anche illustrato con una certa verve, ha, a mio avviso, un difetto di fondo che posso anche capirlo, in fondo lui giustifica il ragionamento come lista civica che poi si racchiude anche nell’intervento (che condivido) fatto dalla Menghi nel corso del dibattito. Il concetto di fondo dal quale Munafò probabilmente non centra, non riesce, come dire, a far sviluppare meglio è che l’ATO, autorità d’ambito, ha fatto il piano industriale, relativo, quindi, agli investimenti da fare in tutti e tre i super ambiti (ma mi voglio attenere più al nostro) e ha previsto, quindi, sia gli investimenti che (come prevede la legge) poi questi investimenti vengono coperti con la relativa tariffa, ha chiesto a tutti i comuni del subambito 2 una ricognizione dello stato dell’arte, delle condotte e quant’altro. Quindi è evidente che la tariffa aumenterà in funzione degli investimenti che vengono fatti ed è evidente che gli investimenti riguardano il territorio e anche Macerata. Ora in questi anni Macerata ha fatto una serie di investimenti, concordiamo tutti che l’acquedotto sia quando era in economia e, io aggiungo, successivamente gestito dall’APM, la quale ha fatto gli investimenti non caricandola sulla tariffa, ma questo dobbiamo dirlo, perché sennò altrimenti viene fuori l’altro ragionamento che lei ha sviluppato e che adesso io vado un po’ a richiamare. 52 20 del 27 FEBBRAIO 2006 REP. N. 597 L’APM è riuscita a fare gli investimenti senza gravare sulla tariffa perché ha avuto la sinergia comune rappresentata dagli altri settori dove interviene, vale a dire: dall’utile della farmacia, del parcheggio, delle lampade votive, ma questo non è più consentito non per volontà dell’APM o per volontà di questo Consiglio comunale, ma, torno a ripetere, non è più consentito da una norma di legge specifica. La gara che lei dice, io siccome non sono quello che “se Sparta piange, Atene ride”, e non sono nemmeno per il “tanto peggio, tanto meglio”, perché la gara chiunque la va a vincere, la gestisce sempre sugli stessi dati che fa l’ATO, per cui se la tariffa sale a 1,50 (non è così, ma do un numero a casaccio)…(interruzione in sottofondo)…mi garantisce gli investimenti tanto quanto li garantisce l’APM, perché quello è il meccanismo, perché l’ATO deve controllare quello. Questo perché se non garantisce gli investimenti, gli viene revocata la gestione del servizio con le penali, quindi la garanzia è rappresentata da 2 elementi: uno dall’ATO, perché per legge lo deve fare, l’altro dal Comitato di controllo che è messo dentro a forma di…(interruzione in sottofondo)…ma non da nessuna “porchetta”, l’ATO ha fatto un piano industriale che ha previsto in questo sub-ambito 50 milioni di euro (mi pare) d’intervento in 20 anni, dando delle priorità iniziali. Quindi non è che ha garantito “lo fai lì, lo fai là, fai come ti pare”, da degli indirizzi precisi e poi o è la società “Pincopallino” o è la società APM, la Lionnè des Sau…chi vogliamo, ma quella è la regola, quello il meccanismo, lo dico perché è così, non è che voglio fare una difesa ad oltranza di una situazione che non fosse quella. Tutti noi, io credo, avremmo e gradiremmo che fosse rimasto tutto come adesso, che l’APM continuava a servire perché gestisce quel servizio in maniera efficiente e valida. In più, voglio aggiungere che nella tariffa c’è anche un 2% che va per le condotte del Nera, perché anche lì queste sono tutte a carico dei comuni e non si riesce a realizzarla, c’è una quota di solidarietà che va a realizzare quelle condotte e quindi avremo l’acqua. Civitanova, a mio modestissimo pensiero, ha fatto la fesseria del secolo e lo spiego perché: ha le reti idriche peggiori che ci sono in questo territorio, purtroppo, compra l’acqua dal Tennaco e ha una dispersione intorno al 50-60%, la scelta miope, ma queste sono valutazioni che attengono a Civitanova, poi ognuno fa i propri ragionamenti. Oggi l’APM gestisce, ripeto, 7 comuni, ne assume un altro, 8, che è Morrovalle. I costi della società, la società…(intervento interrotto per fine del tempo a disposizione). Le votazioni sono riportati all’interno della delibera Coop. Sociale La Meridiana – Macerata s:\_segreteria consiglio\segrcons\anno2006\discussioni\ds060020.rtf 53