VITA NUOVA, SEI DI SESTO!

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VITA NUOVA, SEI DI SESTO!
Sei di Sesto
VITA NUOVA, SEI DI SESTO!
N. 6 anno IV, maggio 2012
Una grande vittoria per il Sei di Sesto!
Il 20 aprile a Chianciano Terme (Si) il giornalino scolastico dell’Istituto di Istruzione
Superiore C.A. Dalla Chiesa di Sesto Calende, il Sei di Sesto, così chiamato per la sua periodicità
(esce circa 6 volte in un anno scolastico) e per la sua appartenenza, ha ricevuto un Diploma di
Merito nell’ambito del Meeting Nazionale di Alboscuole, Associazione Nazionale di Giornalismo
Scolastico - Targa d’argento del Presidente della Repubblica.
Tale Diploma viene rilasciato in forma ufficiale alle prime 100 redazioni studentesche a livello
nazionale tra gli oltre 2000 giornali scolastici selezionati in tutte le scuole di ogni ordine e grado.
La Dirigente Scolastica dell’Istituto, Professoressa Renata Santarossa, ha sostenuto il progetto e
segnalato alla redazione del Sei la prestigiosa competizione nazionale.
Il Sei di Sesto è ormai giunto, pur con alcune modifiche e i necessari passaggi di consegne, al suo
quarto anno di vita nell’Istituto: potete leggerne una completa rassegna dell’a.s. 2011-2012
su www.superiorisesto.it, a destra della homepage, sezione Studenti, Giornalino.
Riceviamo questo divertente articolo che bonariamente descrive una situazione capitata nel nostro
Istituto ad un alunno. E’ firmato ‘Gandalf il grigio’.
Riteniamo che i toni siano piuttosto garbati e non sconvenienti. Ci permettiamo pertanto di
inserirlo nel nostro Sei, anche se invitiamo a firmare con coraggio i vostri contributi; lo inseriamo
nella convinzione che chi si riconoscerà nel testo ne trarrà occasione per farsi una risata e al
massimo una riflessione.
NON APRITE QUELLA PORTA!!!
Se c’è un consiglio che mi sento di dare alle matricole di questa scuola o a tutti gli
alunni che la frequentano è quello di non dimenticarvi mai il vocabolario di italiano
quando avete un tema oppure quello di latino quando dovete fare una versione di
verifica. Il motivo è semplice: se dimenticate il dizionario dovete andarlo a chiedere
in prestito alla scuola, in apposito ufficio del piano terra del lotto A. Ebbene, una
volta entrati in quell’ufficio, le possibilità di…sopravvivenza sono esigue. Proprio
così.
Vi chiederete cosa alberghi dietro a quell’apparentemente innocua e normalissima
porta. Ve lo dico subito: c’è lei, la Signora. La chiameremo così.
Si tratta di una donna dall’aspetto carino e gentile di una comune signora di
mezz’età: ma è in grado di sferrare attacchi micidiali ai poveri studenti malcapitati.
Vi racconto quello che mi è accaduto al mio secondo anno di liceo.
Era una fredda mattinata invernale, avevamo la versione di latino e io, disgraziatamente, dimenticai
il mio fedele vocabolario Castiglioni-Mariotti a casa. Non avevo altra scelta, dovevo recarmi
nell’ufficio famigerato e chiederne uno alla Signora, povero me.
Entrai timidamente e pronunciai le fatidiche parole: “Buongiorno, avrei bisogno di un vocabolario
di latino, per favore” e lei, con uno sguardo di ghiaccio, mi disse: “Questi ragazzi d’oggi, non si
ricordano mai nulla, ma io non lo so…”
Diciamo che una giornata di nervosismo in cui hai bisogno di sfogarti con qualcuno capita a tutti e
io non me l’ero di certo presa con la Signora. Tuttavia da quel giorno mi ero convinto del fatto che
sarebbe stato meglio non dimenticare mai più il vocabolario a casa nei giorni di verifica per evitare
altre incomprensioni.
Ebbi la conferma dei miei sospetti qualche mese dopo, quando un mal di pancia fortissimo mi colpì
durante l’ora di disegno e decisi di andare a casa. Per telefonare ai genitori, il regolamento vuole,
sciaguratamente, che tu telefoni dall’apparecchio che si trova nel suddetto ufficio.
Pertanto mi recai ancora una volta in loco.
“Salve, dovrei telefonare a casa, non mi sento molto bene..”. Con totale noncuranza delle mie fitte
alla pancia, mi fu indicato il telefono. Io non sono un ragazzo molto pratico delle tecnologie e
quello era un telefono piuttosto insolito, non ne avevo mai visto uno così, era uno di ultima
generazione, uno di quelli pieni di tasti che si utilizzano anche per spedire i fax e cose del genere.
Dopo qualche vano tentativo non ero ancora riuscito a capire come si telefonava. Chiesi aiuto alla
Signora. Fu la fine. Si alzò repentinamente dalla sedia, furibonda…
“Ma com’è possibile che alla vostra età non sappiate usare un telefono?! Ma come diavolo vuoi che
funzioni un telefono?!”
Preso dal panico e con la fronte sudata digitai nuovamente il numero e poi schiacciai il pulsante che
la Signora mi aveva mostrato; dopo tre squilli a casa mia non rispondeva ancora nessuno,
cominciavo a temere il peggio, non volevo dover rifare un’altra volta la telefonata, volevo solo
andarmene da quella stanza, grazie al cielo al quinto squillo mia mamma alzò la cornetta all’altro
capo e così le dissi di venirmi a prendere: era la salvezza.
Uscii dalla stanza e pensai che forse la celebre frase di Dante posta all’inizio dell’Inferno ‘Lasciate
ogni speranza voi che entrate’ non ci sarebbe stata male appesa sulla porta di quel sito.
Beh, cari alunni del Dalla Chiesa, spero abbiate imparato la lezione: non aprite quella porta!!!!
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Progetto Giovani Alianti 2012: la mafia
Quest’anno il consueto appuntamento per condividere i prodotti del progetto Giovani Alianti, che è
nato con lo scopo di promuovere e diffondere i valori sociali del volontariato e l’impegno verso i
bisognosi da parte degli studenti delle scuole superiori, si è tenuto mercoledì 29 febbraio al Teatro
Apollonio di Varese.
Alcuni ragazzi delle classi 2AL, 3AL e 3BL, in rappresentanza degli altri giovani che hanno aderito
al progetto, hanno partecipato all’XI conferenza riguardante il tema della lotta alla mafia e della
legalità.
La manifestazione, patrocinata dal Comune e dalla Provincia di Varese e dall’associazione Il
Cantiere della solidarietà onlus, era dedicata a La memoria come fondamento della
cittadinanza. La scelta della tematica è legata al trentesimo anniversario dell’omicidio del generale
Dalla Chiesa e al ventesimo dei giudici Falcone e Borsellino.
Oltre al nostro Istituto, le scuole coinvolte nel progetto sono gli Istituti di Varese e Provincia, il
Liceo Scientifico Ferraris, il Liceo Artistico Frattini, il Liceo Linguistico Manzoni, l’ISIS Daverio
e l’IPC Einaudi, unite al Liceo Artistico Medardo Rosso di Lecco e all’ISIS Europa di Pomigliano
d’Arco.
Durante la mattinata gli studenti si sono alternati sul palco per presentare i loro lavori realizzati
utilizzando vari strumenti della comunicazione come video, lavori in PowerPoint, letture,
performance musicali rap e rock anche unite alla danza e cortometraggi come quelli presentati dal
nostro istituto, sul tema della oppressione mafiosa e dell’omertà.
La classe 2AL ha presentato un cortometraggio ispirato al romanzo di L. Sciascia Il giorno della
civetta. La classe 3AL ha realizzato un'ipotetica intervista ad un pentito di mafia, avente lo scopo di
mettere in evidenza come un giovane possa prima scegliere e poi rifiutare l'appartenenza alla
criminalità organizzata.
Gli ospiti presenti, tra i quali Don Aniello Manganiello (ex parroco anticamorra di Scampia già
ospite in novembre dell'ISIS Dalla Chiesa), hanno affrontato i temi della malavita al nord e al sud,
sottolineando che la mafia e la delinquenza trovano maggiore spazio dove c’è disagio sociale e
disoccupazione. E’ stato comunque da tutti evidenziata l'importanza di continuare a combattere
queste piaghe sociali senza arrendersi.
Al contrario di quanto era stato annunciato, Salvatore Borsellino e Giulio Cavalli non hanno potuto
purtroppo presenziare ed offrire le loro testimonianze.
La mafia, la legalità e la forza di combattere la delinquenza senza omertà sono state affrontate con
entusiasmo grazie alla vivacità e all’allegria dei numerosi studenti presenti. Il progetto Giovani
Alianti ha sicuramente il merito di coinvolgere i giovani in questioni sociali che non possono e non
devono mai passare in secondo piano.
Elena Gianetti, 3AL
L’angolo della Scienza
a cura di Marco Diani (5°BL)
Corpi che possono essere onde? Il dualismo onda – corpuscolo
Una delle teorie che stanno alla base della meccanica quantistica è rappresentata dal dualismo ondacorpuscolo della luce. Innanzitutto, che cos’è la luce esattamente? Un fascio di onde di natura
elettromagnetica, certo, ma non soltanto: essa può anche essere considerata come uno sciame di
quanti interessanti, chiamati fotoni. Un fotone è una particella che trasporta energia ma… che non
ha massa! Sostanzialmente si tratta di energia quantizzata, ma per comodità è meglio dire che essi
sono dei “pacchetti” di energia che si propagano alla velocità della luce. Questi fotoni e, quindi, la
stessa luce, sono onde o corpuscoli, allora?
Entrambi o, talvolta, solo uno dei due: si dice che in ciascun esperimento essi si comportano,
all’occorrenza, come onde o come particelle. Da una parte, ovvero come onde, essi manifestano
proprietà ondulatorie come l’interferenza o la rifrazione; dall’altra parte, cioè come particelle,
hanno una propria quantità di moto e si fermano quando urtano una superficie, facendo così
proiettare un’ombra dietro di essa. Per anni si è dibattuto a lungo sulla natura della luce, fino a che
si è deciso di conciliare la sua natura ondulatoria con quella corpuscolare, risolvendo il problema.
La faccenda finisce qui? No! Udite, udite: anche la materia ha proprietà ondulatorie! Per la
precisione, la lunghezza d’onda di ogni corpo è stabilita in base alla massa e alla velocità del corpo
stesso. Affinché, però, tale lunghezza d’onda non sia trascurabile (e cioè si abbiano proprietà
ondulatorie in forma evidente), la massa del corpo in questione deve essere molto piccola,
pressappoco come quella di un elettrone o giù di lì. Di conseguenza, le reali proprietà ondulatorie
della materia si limitano ai soli corpuscoli, come le particelle subatomiche (elettroni, neutrini,
mesoni, bosoni, eccetera). Un esempio di ciò è il cosiddetto decadimento alfa, che consiste
nell’emissione di radiazioni composte da nuclei di atomi di elio (che, a differenza dei fotoni,
possiedono una massa).
Ecco quindi il famoso dualismo onda-corpuscolo, che interessa onde come la luce e particelle come
i leptoni, che presentano aspetti quasi complementari. In base poi all’energia trasportata, le onde si
suddividono in onde radio (le meno potenti), microonde, infrarosse, luce visibile (tutti i colori
dell’iride dal rosso fino al violetto), ultraviolette, raggi X, e raggi γ (gamma, le più potenti). Come
si può notare, la luce che noi vediamo occupa il giusto livello energetico intermedio. Bisogna
inoltre precisare che, sebbene i fotoni viaggino alla massima velocità (quella della luce, appunto),
l’energia che essi trasportano può a volte essere inferiore a quella di un’onda associata ad una
particella, ma d’altronde non paragoneremmo mai un fotone di un raggio γ con un neutrino
elettronico che viaggia a solo un decimo della velocità della luce, giusto!?
Una gita a Londra: tante classi e un’unica città
Londra ha sempre aperto le sue
porte ai turisti di tutto il mondo
ed è ormai la capitale europea
dove si scelgono i nuovi trend e
dove la vita culturale è più
vivace. Quest’anno le sue porte
sono state aperte a noi, alunni
delle classi quinte dell’Istituto, a
cui la scuola ha offerto
un’occasione per visitare una città
stupenda, particolarmente viva e
interessante sotto il profilo
culturale, storico e artistico grazie
ai suoi affascinanti monumenti e
musei.
Londra è una capitale che offre
un sacco di attrattive per i giovani
e il ritmo della vita è molto
frenetico; infatti è una città dove
si “corre”, dove tutti sembrano di
fretta.
Abbiamo passato quattro giorni
ricchi e intensi. Siamo partiti il 13
Marzo dall’aeroporto di Linate e,
una volta arrivati a Heathrow, ci
siamo spostati all’hotel con il bus.
Subito siamo rimasti colpiti dal
modo di guidare: d’impatto
sembrava che tutti viaggiassero
contromano!
Abbiamo cenato in un ristorante
convenzionato con l’hotel e
siamo andati a fare quattro passi
in centro dove abbiamo visto il
Big Ben illuminato e la London
Eye, una grandissima ruota
panoramica, il tutto avvolto in
un’atmosfera
quasi
cinematografica.
Per spostarci avevamo una tessera
per i mezzi pubblici che ci
permetteva di utilizzare l’autobus
e la metro ogni volta che ne
avevamo bisogno. I mezzi
pubblici sono eccezionali: sempre
puntuali e mai stracarichi.
caratteristico pub poco distante
dall’hotel.
Il giorno seguente, dopo la
colazione in hotel, siamo andati a
fare una visita al British Museum:
un museo enorme dove è
possibile ammirare oggetti di
ogni tipo, manoscritti, stampe e
disegni e conoscere la storia di
Egitto, Grecia, Roma, del vicino
Oriente, dell'Estremo Oriente,
delle Americhe e dall'Asia. Nel
pomeriggio abbiamo fatto la
passeggiata lungo la Queen Walk,
sulla riva del Tamigi, abbiamo
camminato sul Tower Bridge e
visto il Globe Theatre e Saint
Paul’s Cathedral. Visitando la
città abbiamo avuto l’impressione
che passato, presente e futuro
insieme facessero emergere un
contrasto tra quella che è la
modernità e una tradizione che
porta con sé la storia passata.
Tornati all’hotel, abbiamo cenato
e la sera siamo andati a visitare
l’Hard Rock Cafè.
L’ultimo giorno, dopo aver
preparato le valigie, abbiamo
preso il bus per andare a Notting
Hill,
Kengsington
Gardens,
Kengsington Palace e la zona dei
musei. Ci siamo allora divisi in
gruppi e abbiamo scelto di
visitare uno dei tre musei:
Natural
History
Museum,
Science Museum, Victoria and
Albert Museum. Dopo gli ultimi
acquisti presso il negozio di
Harrods, siamo tornati all’albergo
e abbiamo preso il pullman per
Heathrow, dove ci aspettava
l’aereo che ci avrebbe riportato a
casa.
Con grande sorpresa, all’arrivo a
Linate, abbiamo scoperto che sul
nostro volo c’era il famoso
giocatore di calcio Mario
Balotelli e, per concludere in
bellezza, abbiamo fatto una foto
con lui.
Mercoledì, dopo la colazione,
abbiamo visitato la National
Gallery, dove abbiamo visto
diverse opere d’arte di alcuni tra i
pittori più importanti quali Van
Gogh, Leonardo, Caravaggio,
Turner e molti altri ancora. Il
pomeriggio è stato dedicato allo
shopping. Abbiamo camminato
fino a Buckingham Palace,
passeggiando per Green Park,
ammirando la vivacità dei colori
dei giardini e giocando con gli
scoiattoli; abbiamo raggiunto la
cattedrale di Westminster e poi
siamo tornati all’hotel. L’ultima
serata siamo stati in un
Alla fine della nostra gita, siamo
tornati tutti felici alla nostra
piccola cittadina di Sesto.
Londra è una città dove tutto è
ordinato e si respirano ancora
oggi
le
tipiche
tradizioni
britanniche, a partire dalla guida a
destra, dalle strade sempre
illuminate, dal tè alle cinque, dal
verde dei prati, fino alle tipiche
cabine telefoniche rosse e alla
Royal Family.
Un ringraziamento ai prof. che ci
hanno accompagnato e hanno
permesso la realizzazione di
questa gita.
Jessica Carù – classe 5^ BP
*INSERTO INTERVISTE*
Un’intervista speciale: Marco, il nostro tecnico dell’informatica
Intervistatore (Giacomo Bassetti, 5AL): Ciao! Per cominciare, presentati brevemente ai nostri lettori. Come
trascorre la tua vita privata? Come ti definiresti dal punto di vista del carattere? Quali sono state le tue
esperienze di studio e di lavoro, fino ad adesso? E così via!
Marco: Ciao, sono Marco, ho 43 anni… Sono sempre disponibile e condivido ogni cosa che so con
tutti (ad esempio, condivido pienamente la filosofia hacker!). Ho studiato in questa scuola quando
l’ITIS era ancora una sezione staccata a Gallarate, quindi il triennio ho dovuto farlo lì: a Sesto
Calende c’era solo il biennio (anni 1982-83). Poi, dopo il diploma, mi sono iscritto all’Università di
Milano ma, purtroppo, non ho concluso gli studi; nel frattempo sono stato chiamato ad insegnare,
sempre qui! Sono stato docente di Elettronica, Sistemi ed Informatica fino al 1994 poi sono dovuto
partire per la leva militare (ma come servizio civile). Al mio rientro nel 1995 ho iniziato il lavoro di
Assistente Tecnico presso diversi Istituti in provincia fino al 2001.
I: Quando sei venuto a lavorare nella nostra scuola? Da quanto tempo sei qui? Come ci sei arrivato?
M: Sono arrivato in questo Istituto nel 2000-2001, anzi direi ritornato! Ci sono arrivato facendo
domanda di avvicinamento, perché nel frattempo mi sono sposato con Maria, che lavora negli uffici
del “Dalla Chiesa”.
I: Che cosa significa, esattamente, essere un tecnico di un laboratorio d’informatica? Precisamente, di che
cosa ti occupi, anche oltre all’assistenza nel laboratorio?
M: Fare l’assistente di laboratorio prevede, secondo il contratto di lavoro in essere, di occuparsi
della preparazione, della manutenzione e della gestione dei laboratori; dobbiamo anche partecipare
alla vita scolastica degli allievi che vi accedono e collaborare con i docenti alla gestione dei
computer. Per esempio installare un software, tenere aggiornati gli antivirus o controllare che non si
facciano danni alle attrezzature. Io mi occupo di TUTTI i laboratori del Plesso A o, meglio, della
parte informatica di ogni laboratorio. Considerando che i computer sono ovunque, in totale ho una
decina di aule da seguire ogni giorno! Sotto il mio diretto controllo ho circa 85 computer su un
totale di 130 circa. Nella mia giornata lavorativa mi occupo di tutte queste cose e in più mantengo i
computer degli uffici, i software di gestione ed il Server del Plesso A, collaboro con il mio collega
Raffaele alla gestione del server del Plesso B perché dipendono da me gli accessi e le limitazioni.
Ho un computer basato su una distribuzione linux (IPCOP) che si prende carico di farvi navigare
tutti insieme con una semplice linea 7 Mega di… beh, non facciamo pubblicità! I filtri invece sono
gestiti esternamente da OPENDNS, mentre io tengo memorizzato in un LOG ogni vostro
comportamento su internet…
I: Quanti siete in tutta la scuola a ricoprire questo incarico?
M: L’incarico per gli uffici è solo mio, per i server dei due plessi (perché i server sono due) siamo
in due ad occuparcene.
I: Come hai cominciato il tuo lavoro come tecnico dell’informatica?
M: Ho iniziato a programmare in BASIC nel 1983, ancora da studente, poi ho imparato il Fortran e
il Modula 2 all’Università ma non ho mai approfondito questo “ramo”; mi sono sempre
appassionato alla parte fisica (hardware) ed alla gestione (server)… Diciamo che il mio lavoro è
soprattutto passione per l’informatica e per i “giovani”. Mi ci sono trovato quasi per caso: ho fatto
domanda in provveditorato e ho avuto immediatamente il posto.
I: Di preciso, quale pensi che sia la funzione di un laboratorio d’informatica all’interno di una scuola?
Perché credi che sia importante avere struttura come questa nel nostro istituto?
M: Qui l’intervista pone una domanda chiave! NON si deve confondere l’informatica con il
computer: l’informatica è tutto ciò che riguarda la comunicazione, mentre il personal computer (PC)
è solo uno strumento… Esso cambierà nel tempo, come già è cambiato nel corso degli anni, ma
l’informatica è sempre presente: Pensate ai cellulari (o, più correttamente, agli Smartphone), ai
tablet, alla televisione che permette di interagire con essa… Questa è informatica… Informatica è
anche condivisione di conoscenza e di idee… Anche il P2P (Peer to Peer) è informatica!!!
I: Di solito, che cosa prevalentemente fanno i ragazzi delle varie classi (o età) quando vengono nel tuo
laboratorio? Quale tra gli indirizzi di questo istituto utilizza maggiormente i computer?
M: Più o meno tutte le classi accedono ai laboratori, per imparare l’uso del pc, per imparare a
scrivere con Word o ad usare Excel. Molti di voi, credo, usino più la tastiera della penna! Posso dire
chi vedo di meno, e me ne spiaccio: il liceo frequenta poco il laboratorio!
I: Già, purtroppo… Come vedi il rapporto dei ragazzi con il computer (oppure come dovrebbe essere,
secondo te, se il tuo punto di vista non corrisponde alla realtà)?
M: Qualche anno fa era un legame meccanico, forse banale; oggi lo vedo più costruttivo, più
poliedrico: i ragazzi usano con dimestichezza e facilità tutti gli strumenti per arrivare allo scopo:
PC, Tablet, Smartphone…
I: Che cosa ti piace di più in questo servizio che svolgi? Oppure un episodio in particolare che ti è piaciuto
in modo speciale…
M: Sicuramente il contatto con voi ragazzi, il rapporto di pariteticità che cerco con voi… Non ci
sono episodi particolarmente belli: un vostro grazie mi soddisfa ogni giorno ed è stupendo!
I: Cosa invece non ti piace più di tanto? Oppure un episodio in particolare che non ti è stato gradito…
M: Beh, sicuramente l’ultimo incidente successo nel laboratorio di Informatica “Due” o
Multimediale: i danneggiamenti alle tastiere e al computer del laboratorio mi hanno infastidito!
Chiariamo questo punto: io ho deciso di pubblicare un video dell’accaduto sul mio profilo di
Facebook (dove fra l’altro ho molti studenti come amici), per far capire che danneggiare uno
strumento NON è solo un atto vandalico deprecabile ma soprattutto una violenza verso il prossimo,
verso lo studente che poi non ha potuto lavorare su quella macchina. Il danno di per sé è stato da me
risolto come al solito, ma il gesto è rimasto!
I: Qual è il tuo rapporto con i ragazzi? E con gli insegnanti? Con le altre persone che lavorano nell’istituto?
M: Mah, secondo me buono… Spetta però a voi giudicarmi ogni giorno! A volte i docenti sono più
“discoli” di voi studenti… Non posso aggiungere altro ;-) Con il resto del personale la
collaborazione è sempre positiva, seppure con molti colleghi, per motivi di diversità di incarichi,
non ci vediamo praticamente mai.
I: Vorresti dire qualcosa in particolare a qualcuno che pensi possa leggere questa pagina?
M: Beh, la cosa fondamentale è non fermarsi all’apparenza delle cose, non ascoltare solo una
campana ma ascoltare sempre il più possibile prima di dare un giudizio!
I: Per concludere, un bel saluto!
Un grazie a voi per avermi dato voce… Molti, forse, neppure mi conoscono ma sappiate che
qualsiasi cosa facciate sui pc di questo istituto è anche grazie a me che lo potete fare!
Un ciao a tutti quelli che quest’anno se ne andranno con il Diploma in mano pensando di aver
raggiunto la libertà… È solo allora che inizia la vera vita: fuori la vita è veramente dura! Un ‘in
bocca al lupo!’ a chi deve fare i compiti in classe (ed una mano per i bigini c’è sempre!) e un
benvenuto ai nuovi. Grazie.