Da queste parti, mio padre non è l`unico sempre pronto
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Da queste parti, mio padre non è l`unico sempre pronto
Da queste parti, mio padre non è l’unico sempre pronto a fare a pugni per una donna o per un parcheggio rubato. Certe questioni si risolvono così: chiavando mazzate. Chi le dà più forte vince, e viene rispettato. Perciò mi sentivo un leone quando ho tirato il mio micro-pugno-magico contro lo sciupafemmine: sapevo che qui è l’unico modo per avere rispetto, e me lo sono preso. Si comportano tutti così dove abito, e io non potevo far vedere che me ne stavo muto mentre quel marpione cercava di fottermi la fidanzata. Che poi me la sia fatta sotto, quella è una questione che affronterò. Anche se spero che, quando sarò più grande, certe paure andranno a farsi benedire. Perché, come diceva mio nonno: «quando sei bambino caca, quando sei uomo sputa». Lo sputo è un grande gesto dalle mie parti: «Quando vuoi far vedere a qualcuno che lo disprezzi per davvero, gli devi sputare ai piedi, senza paura» diceva sempre mio nonno. «Lui passa, e tu sputi. Poi lo guardi fisso negli occhi, tenendo lo sguardo fi no a quando non l’abbassa. Se l’abbassa prima lui, vinci tu. Se l’abbassi tu, sei fottuto». Questo m’insegnava mio nonno, che per fortuna è morto l’anno scorso, sparato in faccia una sera di novembre, durante un temporale. Era in bicicletta in vicolo Sant’Anna: con una mano teneva l’ombrello e con l’altra parlava al cellulare. Era un mago con la bici, mio nonno. Spesso la guidava senza mani, come faccio io. Quando è morto, io non ho pianto. «C’era da aspettarselo» aveva detto mia nonna, che allora era ancora viva. Lei lo ripeteva spesso negli ultimi tempi: «Prima o poi lo faranno fuori al nonno, vedrai» e così mi ero preparato alla sua morte. Ogni tanto immaginavo la scena: i carabinieri che bussano alla porta, mia nonna che apre e il maresciallo con il cappello in mano che dice: «Signora Cafuro purtroppo vi dobbiamo dare una brutta notizia eccetera eccetera...» E così è stato quella sera. Il maresciallo dei carabinieri ha bussato alla porta eccetera eccetera. Mio padre invece si è messo a fare la sceneggiata. «Io li ammazzo a tutti. Uno a uno» e si dava i pugni in faccia per far sentire a tutto il palazzo che lui l’avrebbe vendicato, il nonno. In genere si fa così da queste parti, quando vengono a dirti che ti hanno ammazzato un familiare. Si urla. E si urla vendetta perché sai già chi può avertelo ammazzato, più o meno. A mio nonno qualcuno dice che l’hanno fatto fuori i Cani Sciolti, «un clan emergente e spietato della zona che » secondo i giornali, «vuole espandere il suo dominio su un’area molto vasta e redditizia che da Napoli si stende verso Caserta». Qualcun altro invece dice che è stata la banda degli slavi che, da una decina d’anni, si è stabilita in zona e traffica in macchine rubate e armi tra l’Italia e il Montenegro. E dicono che l’hanno fatto fuori per vendicare la morte di Johnny il giostraio. E qui la notizia potrebbe essere più attendibile perché a comandare gli slavi c’è un certo Goran, detto il Drago, che poi sarebbe anche il padre di Johnny il giostraio, quello che s’è portato via a mamma. Qualcun altro ancora invece crede che siano stati quelli di Fuorigrotta per vendicare la morte del loro capo, Maddalena o’ Boss, un femminiello niente da ridere che aveva saputo farsi rispettare per molto tempo nella sua zona, a Fuorigrotta appunto, fino a quando nonno non l’ha fatto ammazzare.