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zootecnia 7 Anno VI IASMA Notizie 05.03.2007 Notiziario del Centro per l’assistenza tecnica dell’Istituto Agrario di S. Michele all’Adige IASMA Notizie - Taxe payée/Tassa riscossa TN-CPO - Dir. editoriale: Giovanni Gius - Dir. responsabile: Michele Pontalti - S. Michele all’Adige, Via Mach 1 Aut. Tribunale TN n. 1114 del 19.02.2002 - Stampa: Esperia Srl, Lavis LA PREVENZIONE DELLE PATOLOGIE PERINATALI DEL CAPRETTO Le patologie che possono colpire il capretto nelle diverse fasi dell’allevamento sono molteplici e riconoscono varie cause. Tali patologie causano notevoli perdite economiche ed è per questo che lo scopo dell’allevatore deve essere quello di prevenire la patologia piuttosto che quello di curarla. Pilastro portante della prevenzione è la necessità di privilegiare le misure sanitarie ed igieniche e quindi: PERIODO DI INSORGENZA Fine gestazione: periodo intra-uterino Parto • Corretta alimentazione delle madri • Igiene dei locali • Corrette pratiche vaccinali • Procedure di controllo dei parassiti • Controllo delle movimentazioni Vediamo di seguito alcune delle più frequenti patologie ed alcuni suggerimenti per la prevenzione: PATOLOGIA PRINCIPALI SINTOMI CAUSE MISURE DI PREVENZIONE Tossiemia da gestazione o malattia del fegato grasso Sulla capra: debolezza, anoressia, incoordinazione dei movimenti, espulsione di feti putrefatti Capre troppo magre od al contrario obese, in cui si verifica un’alterazione del bilancio energetico Corretta alimentazione della capra durante tutto il ciclo produttivo al fine di ottenere una corretta condizione corporea al momento del parto Germi abortigeni Aborto, natimortalità, nascita di capretti infetti (particolarmente debilitati ed esposti ad ulteriori aggressioni microbiche) Brucella, Clamidia, Rickettsia, Campylobacter, ecc... Controllo delle movimentazioni in allevamento ed adeguati protocolli vaccinali; nel caso in cui in allevamento si abbiano episodi di aborto isolamento delle capre che hanno abortito ed accurata pulizia e disinfezione dei locali adibiti al parto Compressione fetale, impossibilità del passaggio del feto, asfissia per occlusione delle vie respiratorie da parte di membrane e liquidi fetali Parti lunghi e difficili, natimortalità, capretti poco vitali Capretti molto grossi Presenza dell’allevatore o non correttamente al parto e tempestivo intervento posizionati, del veterinario in caso canale del parto stretto di necessità IASMA Notizie Primi mesi di vita zootecnia 2 Ipotermia ed ipoglicemia Anoressia, debolezza, decubito permanente Ambiente troppo freddo, scarsa assunzione di colostro e latte Controllo delle condizioni ambientali e della corretta alimentazione del capretto soprattutto durante i primi giorni di vita Mancato trasferimento dell’immunità passiva materna Neonati ipovitali, soggetti a fenomeni setticemici, scarsamente resistenti alle infezioni sia batteriche che virali Inadeguata assunzione di colostro nelle prime ore di vita Controllo dell’assunzione del colostro alla nascita e comunque entro le prime sei ore di vita, creazione di una “banca del colostro” per affrontare i casi in cui la madre non produca colostro Scarsa igiene della lettiera e dei locali adibiti a sala parto e capretteria Corretta gestione e pulizia della lettiera e dei locali adibiti a sala parto e capretteria Patologie di origine Diarrea e setticemia batterica: colibacillosi, in capretti con meno pasteurellosi, di 10 giorni di età clostridiosi, (colibacillosi); setticemia, germi piogeni, ecc... forma respiratoria-polmonare (pasteurellosi); diarrea a volte emorragica (clostridiosi); setticemie e poliartriti (germi piogeni presenti nella lettiera, entrano più frequentemente per via ombelicale come ad esempio stafilococchi e streptococchi); ecc... Patologie di origine virale: ectima, virus enterici, virus respiratori, ecc... Patologie di origine parassitaria Diarrea in capretti Introduzione di soggetti di 2-14 giorni infetti, persistenza (Rotavirus), della patologia diarrea in capretti in allevamento da 1 giorno a dovuta ad inadeguata 4 settimane di età pulizia e disinfezione (adenovirus e coronavirus), dei locali in seguito lesioni ulcerative e a malattia croste perilabiali (ectima contagioso), ecc... Diarrea, scarso accrescimento, pelo arruffato (coccidiosi, strongilosi, criptosporidiosi, ecc...) Mancato trattamento dei soggetti adulti, scarsa igiene e pulizia della lettiera Controllo igienico ambientale, soprattutto controllo sulla movimentazione di animali ed applicazione di un periodo di “quarantena” sui soggetti di nuova introduzione Trattamento degli adulti prima dei parti e rinnovo della lettiera post-trattamento, igiene e pulizia dei locali adibiti a parto e capretteria 3 zootecnia IASMA Notizie L’ALIMENTAZIONE DELLE CAPRE NEL PRIMO PERIODO DI LATTAZIONE La selezione degli animali ha portato ad avere capre sempre più produttive e di conseguenza sono aumentate anche le loro esigenze alimentari. Subito dopo il parto tali esigenze crescono velocemente ma, contemporaneamente, l’appetito (capacità di ingestione) cresce più lentamente (vedi grafico 1). La conseguenza è il crearsi di un deficit alimentare fra i fabbisogni della capra e quello che in realtà riesce a mangiare. Per soddisfare questa mancanza l’animale utilizza le proprie riserve corporee (grassi di deposito). Il calo di peso che ne deriva è del tutto normale se rimane contenuto: non oltre il 10-13% del peso corporeo (6-8 Kg) nei primi due mesi di lattazione). È perciò compito dell’allevatore fare in modo che le capre riescano a mangiare il più possibile presentando loro alimenti di buona qualità e appetibili. Il ricorso ai concentrati serve per soddisfare i fabbisogni sia energetici che proteici che crescono con l’aumento della produzione di latte. Tuttavia non bisogna mai scordare che la capra è un ruminante, progettato cioè per mangiare foraggi. Sono i foraggi la base della razione alimentare e devono rappresentare almeno il 50-60 % della razione giornaliera: nella prima fase della lattazione in particolare, è raccomandabile utilizzare fieni di buona o ottima qualità e distribuiti in abbondanza accettando anche una certa quantità di scarto. Per quanto riguarda l’integrazione, è possibile ricorrere ai mangimi concentrati offerti dal commercio, soluzione più semplice per le piccole stalle, oppure reperire le singole materie prime. In ogni caso l’integrazione dovrà essere bilanciata in funzione della base foraggera disponibile e del livello proteico ed energetico necessario: in questo periodo è bene usare foraggi a buon contenuto proteico come l’erba medica e il secondo/terzo taglio di prato stabile. Se il gregge delle capre è abbastanza omogeneo come livello produttivo, la razione calcolata sull’animale medio riesce a soddisfare bene le esigenze di Grafico 1: Evoluzione dello stato fisico di una capra (Saanen o Alpine) nel corso del ciclo di riproduzione (7). IASMA Notizie tutti. Viceversa, dove si abbiano disparità evidenti fra gli animali, una sola razione porta a un eccessivo ingrassamento degli animali poco produttivi e d’altra parte non si soddisfano i fabbisogni delle buone produttive con i rischi conseguenti. Alcuni indicatori nutrizionali I parametri fondamentali che devono caratterizzare la razione alimentare di una capra con buon livello produttivo (3-4 kg/giorno di latte) in questa fase sono i seguenti: zootecnia 4 comunque graduale (+ 250 g alla settimana) particolarmente nel caso di ridotta ingestione di foraggio. Nell’alimentazione tradizionale il numero di pasti giornalieri sarà in funzione della dose di concentrati che non potrà superare i 300-400 g per pasto, quindi, con un’integrazione di 1 Kg di concentrato per capo al giorno, bisognerà distribuire la dose in almeno tre pasti giornalieri. Qualche esempio - Concentrazione azotata (proteina): al massimo 100-110 g di PDI per Kg di S.S. (13-14,5% di P. G.). Nella tabella sottostante si visualizza come, per lo stesso animale (capra di 60 Kg di peso vivo che produce 3 litri di latte al giorno), disponendo di due fieni qualitativamente diversi, l’integrazione di concentrati cambia sensibilmente in quantità e qualità. Con fieno buono è sufficiente un mangime a tenore proteico inferiore ed inoltre il quantitativo di foraggio ingerito dalla capra risulta maggiore e con meno scarto. La spesa per concentrati è inferiore ed il rapporto foraggi/concentrati risulta più favorevole ad un buon funzionamento del rumine e quindi alla salute dell’animale. - % di concentrati: al massimo 60% della S.S. della razione, più prudenzialmente non superare il 50%. RAZIONE PER UNA CAPRA DI 60 kg CHE PRODUCE 3 kg DI LATTE - Ingestione di sostanza secca (S.S.): cresce lentamente dopo il parto di 200-250 g di S.S. per settimana passando, per esempio, in una capra che produce 4 litri di latte al picco, da 1,5 Kg al parto a 2,6 al picco di lattazione. È favorita da foraggi di buona qualità. - Concentrazione energetica: in questa fase deve essere superiore a 0,90 UFL per Kg di S.S. - Contenuto in Fibra Grezza: non scendere sotto il 18% della S.S. della razione - Contenuto in amidi e zuccheri: 25% della S.S. della razione. - Contenuto in grassi o lipidi grezzi: da un minimo di 3 % a un massimo di 6%. È necessario controllare il consumo di foraggi per poter stimare l’ingestione di sostanza secca e regolare l’aumento della dose di concentrati che deve essere Mostra ovi-caprina a Bolzano Presso la Fiera di Bolzano dal 17 al 18 marzo 2007 si terrà la Mostra Ovini e Caprini ALPINET GHEEP. La mostra presenterà le varie razze ovine e caprine dell’arco alpino e gli esperti procederanno alla valutazione e premiazione dei migliori soggetti. Nel corso della mostra si prevedono numerose attività fra le quali una dimostrazione del raduno del gregge con i cani, una dimostrazione di CON FIENO BUONO CON FIENO SCADENTE Kg di FIENO 2,0 1,5 Kg di MANGIME 0,8 1,2 proteina grezza del mangime (%) 161 8,5 rapporto foraggi/concentrati 72/2 856/44 tosatura e di lavorazione della lana, un laboratorio di lavorazione del feltro per bambini, degustazione di prodotti tipici ed una mostra dell’artigianato nella pastorizia.