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ARTEMAGAZINE.IT
Data pubblicazione: 19/02/2015
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Milano, il “Leonardo ritrovato” riapre la
Sala delle Asse
Expo 2015: un allestimento multimediale mostrerà il paesaggio
abbozzato a carboncino emerso con i restauri della sala
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Pompei: slitta la riapertura della
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posto nel censimento del Fai
Milano, il “Leonardo ritrovato” riapre
la Sala delle Asse
Expo 2015: un allestimento multimediale mostrerà
il paesaggio abbozzato a carboncino emerso con i
restauri della sala
Milano, Sala delle Asse del Castello Sforzesco
MILANO – In occasione di Expo Milano 2015, la Sala delle Asse del Castello
Sforzesco, decorata da Leonardo Da Vinci, sarà riaperta al pubblico. Grazie ad un
allestimento multimediale, fra proiezioni e ologrammi, i visitatori potranno scoprire la
Sala con il “Leonardo ritrovato”. Un gruppo di restauratori, infatti, ha recentemente
scoperto un paesaggio abbozzato a carboncino e alcuni disegni che richiamano quelli
sullo sfondo del Cenacolo.
«Un classico paesaggio di paese – raccontano gli esperti – di quelli che si trovano
sugli sfondi di tante tele e tavole del Rinascimento toscano o lombardo, e in molte
opere di Leonardo da Vinci. Un paesaggio con poche case, rocce scoscese, una
chiesa e un campanile su un cocuzzolo che somiglia a mille altri, e che è simile,
molto simile a quello che si trova sullo sfondo di un’altra importante opera di
Leonardo, il Cenacolo, proprio inquadrato nella finestra dietro la testa del Cristo. Un
disegno che richiama in modo evidente la tecnica del genio toscano, che ritroviamo
nel “non finito” di molte sue opere, come l’Adorazione dei Magi degli Uffizi».
«Un’iniziativa prestigiosa – commenta l’assessore alla Cultura Filippo Del Corno –
che impreziosisce il palinsesto di Expo in città con un appuntamento imperdibile, non
solo per la indiscutibile bellezza della Sala delle Asse, ma anche, e soprattutto, per
l’emozione che si prova nello stare al cospetto del genio di Leonardo da Vinci, che a
Milano e in questo Castello lavorò per anni, lasciando testimonianze importanti della
sua opera. Un’operazione che è stata possibile realizzare grazie alla volontà e
all’impegno delle istituzioni pubbliche e al sostegno indispensabile dei partner privati
che, stretti in alleanza, hanno saputo comprendere l’inestimabile valore scientifico e
storico di questo straordinario progetto di restauro e valorizzazione, e al tempo
stesso l’importanza del ritrovamento di una pagina fondamentale della nostra storia,
che ha contribuito alla costruzione della nostra identità artistica e culturale».
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