Al Giudice Arbitro Nazionale Oggetto: Prot. 10

Transcript

Al Giudice Arbitro Nazionale Oggetto: Prot. 10
 Al Giudice Arbitro Nazionale Oggetto: Prot. 10‐ 13 . Michele Leone In qualità di difensore dell’accusato noto preliminarmente che siamo in presenza di un procedimento disciplinare assolutamente anomalo per due ragioni. La prima è che la contestazione ricevuta tende a contrastare il libero esercizio del diritto di critica, diritto riconosciuto da tutti gli ordinamenti di qualsiasi stato democratico o di qualsiasi associazione liberale. La seconda riguarda le persone coinvolte nel procedimento; in particolare l’accusatore è il Presidente della Federazione, che ha ritenuto di presentare le sue doglianze alla Procura federale, il cui titolare e i cui sostituti sono stati tutti nominati su proposta del Presidente stesso con delibera consiliare cui lo stesso Presidente ha partecipato, mi riferisco in particolare alle seguenti Delibere del Consiglio Federale che riporto integralmente:  Delibera 3/12 del Consiglio Federale n. 1 del 7/7/2012 All’unanimità il CF nomina Tommaso Toniolo Giudice Arbitro Nazionale, Edoardo D’Avossa Procuratore Federale e Maria Rosa Farina Sostituto Procuratore Federale.  Delibera C.F. n. 30/2012: del Consiglio Federale n. 4 del 22/12/2012 Visto l’art. 33 ‐ lettera e) ‐ dello Statuto Federale e sentito il parere del Procuratore Federale Edoardo d’Avossa, il Consiglio Federale DELIBERA la nomina dei Procuratori Federali Aggiunti: Dott. Francesco Muzzin e Avv. Alessandra Rosella. La delibera è presa all’unanimità. Aggiungo che lo stesso Giudice Arbitro Nazionale che giudicherà sulla contestazione ricevuta è stato nominato su proposta del Presidente con Delibera del C.F. cui lo stesso Presidente ha partecipato. Cosa penseremmo di un Presidente del Consiglio dei Ministri che facesse istruire da un Pubblico Ministero da lui stesso nominato un procedimento penale a carico di un cittadino che lo avesse criticato e poi facesse anche giudicare tale cittadino da un giudice ugualmente da lui stesso nominato? Forse diremmo che siamo in presenza di un regime dittatoriale o almeno di una amministrazione privata della giustizia pubblica. Stimo come uomo e come bridgista il Procuratore Federale Aggiunto che ha istruito il procedimento, il Dott. Francesco Muzzin e gli riconosco il merito di prestare gratuitamente la propria opera a favore della Federazione, dedicandole parte del proprio tempo libero, però l’istruttoria da lui svolta sembra avere risentito dei rapporti di amicizia intrattenuti con il Presidente, del quale è stato attivo sostenitore in campagna elettorale. A tale proposito sin dall’atto di contestazione inviato a Michele Leone in data 4 febbraio 2013 traspare una non equidistanza del Procuratore Federale Aggiunto tra l’accusato e l’accusatore. Innanzi tutto nell’incipit che riporto integralmente: Perché non viene fatto il nome del denunciante? Forse il nome del Presidente non può essere pronunciato o scritto? Così come i musulmani non possono pronunciare il nome del loro Dio? Ma non solo: come già evidenziato nella prima memoria difensiva, nella suddetta contestazione la parola tesserato è scritta con la lettera iniziale minuscola, mentre la parola Presidente è scritta con la lettera iniziale maiuscola. Sul punto evidenzio che nel Regolamento di Giustizia F.I.G.B. le parole Tesserato e Presidente sono scritte entrambe con la lettera maiuscola e riporto nuovamente quanto scrive Aldo Gabrielli nel Dizionario dello Stile Corretto: “La maiuscola reverenziale può anche usarsi in certi nomi comuni ai quali, secondo il giudizio di chi scrive, si vuole o non si vuole consacrare solennità o rispetto: chiesa, monarchia, repubblica, fascismo, comunismo, ecc. Un cattolico scriverà Chiesa, un ateo chiesa; il monarchico scriverà Monarchia, ma preferirà scrivere repubblica; così come il fascista scrive comunismo, ma non indugerà un attimo a scrivere Duce e Fascismo”. In apparenza sono solo questioni formali, ma talvolta la forma è sostanza e purtroppo anche dal Decreto di Citazione in Giudizio emerge una non equidistanza tra le ragioni dell’accusato e quelle dell’accusatore. Mi riferisco in particolare alla contestazione relativa alla presenza sul sito della frase: Il Consiglio Direttivo spiega con questa delibera come fottere i soldi alle associazione e ai tesserati italiani, frase mai pubblicata sul sito e comunque non documentata dal denunciante in alcun modo. Noto che il Procuratore Federale Aggiunto ha ritenuto di riportare sia nell’atto di contestazione sia nel decreto di citazione in giudizio la frase in nessun modo documentata contenuta nella denuncia del Presidente, sgrammaticature ed imprecisioni comprese, mi riferisco:  al soggetto che avrebbe emanato la delibera criticata, riferito dal Presidente essere il Consiglio direttivo anziché il Consiglio Federale;  al verbo fottere usato all’infinito anziché all’indicativo in terza persona, la frase corretta avrebbe se mai potuto essere “Il Consiglio Federale (non direttivo) spiega con questa delibera come fotte (non come fottere) i soldi”  alla parola “associazione” al singolare, preceduta dalla preposizione alle (plurale), la frase corretta avrebbe se mai potuto essere “Il Consiglio Federale (non direttivo) spiega con questa delibera come fotte (non come fottere) i soldi alle associazioni (non alle associazione). Ed infine il Procuratore Federale Aggiunto cita come testimone dell’accusa l’accusatore stesso! Sentiremo cosa ricorda il Presidente, e se ricorda pure le sgrammaticature e le imprecisioni riportate nella denuncia o se le stesse non siano per caso a lui riferibili. Ma in ogni caso la testimonianza del Presidente è poco attendibile non solo perché proveniente dall’accusatore, ma anche perché il Presidente stesso, da un attento esame della denuncia da lui presentata, appare molto impreciso e poco attendibile; mi riferisco in particolare:  al punto in cui il Presidente afferma che Michele Leone è “regolarmente iscritto all’Albo Insegnanti”; sul punto preciso che Michele Leone si è cancellato da detto albo nel lontano 2006 e che la circostanza avrebbe potuto essere facilmente accertata dal Procuratore Federale con una semplice visita al sito federale; a tale proposito si fornisce copia del tesseramento di Michele Leone così come riportata sul sito della federazione: Tesserato Ordinario Sportivo, nessuna tessera di insegnante: seleziona
Stato di tesseramento:
LNL037
leone michele
F0322 SOC.CANOTTIERI MILANO
Ordinario Sportivo 2012 2P
Ultimo tesseramento:
13/03/2012 - F0322
SOC.CANOTTIERI
MILANO
Rinnovi in corso:
Ordinario Sportivo F0413
Altre tessere:
nessuna
Campionati:
nessuna iscrizione
 al punto della denuncia in cui il Presidente si lamenta persino che nel sito “ho potuto riscontrare altre rubriche e affermazioni” (sic). Avere un sito con rubriche e affermazioni deve essere denunciato alla Procura federale? Allora è l’esistenza stessa del sito che lede l’onorabilità del denunciante e che costituisce reato di lesa maestà? Cosa si aspettava il denunciante che contenesse un sito di bridge, se non articoli e rubriche di bridge?  alle sgrammaticature e alle imprecisioni relative alla frase che il Presidente attribuisce a Michele Leone. Mi sembra opportuno completare la domanda in precedenza formulata: cosa penseremmo di un Presidente del Consiglio dei Ministri che:  presentasse una denuncia non documentata a carico di un cittadino che lo avesse criticato;  facesse istruire il conseguente procedimento penale da un Pubblico Ministero da lui stesso nominato;  facesse giudicare tale cittadino da un giudice ugualmente da lui stesso nominato;  cercasse di fare condannare detto cittadino testimoniando un proprio vago ricordo nemmeno documentato? Forse diremmo che siamo in presenza di una giustizia da Terzo Mondo. A tale proposito narrano che al Casinò di Sanremo venne organizzata una partita di poker con la partecipazione di Faruk Re d’Egitto; tra Re Faruk ed uno dei giocatori si sviluppò una serie di importanti rilanci, segno probabile di un buon gioco in possesso di entrambi. L’avversario mostrò un poker di donne e Faruk in risposta dichiarò un poker di assi, ma non lo esibì e si affrettò a mescolare le carte. Di fronte alle rimostranze dell’altro giocatore Re Faruk disse: «Parola di Re». Mi sono sempre chiesto a quale giocatore venne attribuito il piatto… E veniamo alla restante parte delle contestazioni mosse a Michele Leone, a tale proposito si invita l’illustre Giudice Arbitro Nazionale a leggere l’articolo contestato nella sua interezza e non a limitarsi alle sole frasi estrapolate dal denunciante e avallate dal Procuratore Federale Aggiunto, frasi che al di fuori del loro contesto possono assumere un significato ben diverso. Indubbiamente si tratta di critiche importanti, espresse in forma scanzonata e satirica, come del resto evidenziato anche dall’immagine, a fianco dell’articolo, di Totò, noto comico e dalla citazione di una famosa frase di Totò stesso. I fatti cui l’articolo allude sono fatti reali, ad esempio il Presidente, denunciante e testimone di se stesso, ha effettuato una campagna elettorale aggressiva, utilizzando i moderni mezzi di comunicazione, pubblicando su un proprio sito il proprio programma elettorale, ma cancellandolo poche ore dopo la propria elezione a presidente, questo è quello che oggi compare cliccando sul suo sito: www.insiemeperilbridge.it
Un bel ditone incerottato, e non aggiungo altre considerazioni. Ancora in data 1 maggio 2012 Maurizio di Sacco pubblicava il seguente appello su Facebook: L’appello di Maurizio Di Sacco Domando ai vari candidati l’impegno formale a non distribuire, dopo le elezioni, incarichi a soggetti che non abbiano alcun merito, né titolo, né dimostrate capacità, né tantomeno a coloro i quali si siano rivelati in passato incapaci, inetti e sleali. Incarichi in passato approdati a nulla di positivo, ma anzi oggetto di grave imbarazzo. Dunque, signori candidati: 1.Vi impegnate formalmente a rispettare quanto sopra, sul vostro onore ed a pena di dimissioni ad horas? 2.Vi impegnate ad agire sulla base dei più rigidi criteri di meritocrazia, aborrendo il clientelismo ed il familismo per ampia che sia la loro accezione, e rispettando invece i sacri principi che derivano dall’antico detto per il quale la moglie di Cesare deve essere più irreprensibile di Cesare stesso? 3.Vi impegnate a rispettare, ed a far rispettare da tutto il vostro entourage, i più elementari criteri di lealtà e probità nell’ambito della campagna elettorale? Attendo risposta, che vorrei rapida, netta, precisa, scevra di ogni evasività, e, soprattutto, sincera. E già che ci siamo: sia chiaro che i principi che ho richiamato devono avere valore assoluto, non possono essere di parte né è di parte questo intervento. Chiunque, dei tre interessati,li può far propri, solo che lo voglia: io glieli regalo, ma la loro condivisione deve essere senza "se" e senza "ma". E questa la risposta di Gianni Medugno che dichiarava di accogliere pienamente l’appello di Maurizio Di sacco (rivolto a tutti i candidati allora in gara). La risposta di G. Medugno Se avremo mai l'opportunità e l'onore di guidare e condurre la Federazione Italiana Gioco Bridge possiamo assicurare fin da ora che il nostro impegno non sarà soltanto di carattere formale ma di concreto rispetto di tutti i principi da te elencati. Per quel che ci riguarda il rispetto e il valore assoluto di tale principi non sarà mai condizionato né da "se", né da "ma". A titolo personale, e a nome di tutti coloro che hanno collaborato alla creazione del nostro gruppo elettorale, il nostro più sentito ringraziamento per aver difeso in modo così efficace principi di etica e di democrazia. Lo stesso Medugno ha inoltre provveduto a cancellare su Facebook i numerosi post da lui stesso pubblicati, ad esempio questo, a suo tempo presente e conservato dall’accusato, ma ora rimosso: Gianni Medugno si era impegnato “ad agire sulla base dei più rigidi criteri di meritocrazia, aborrendo il clientelismo ed il familismo” e aveva assicurato come tutti i canditati della sua lista avessero “dato totale disponibilità alla futura vita federale, dedicandovi energia e tempo senza richiedere alcun tipo di compenso o di contropartita”. Vediamo il contenuto della Delibera C.F. n. 45/2012 Il Consiglio Federale, dopo ampia discussione e al fine di consentire l’operatività della FIGB a partire dal mese di gennaio delibera i seguenti contratti di collaborazione per l’anno 2013 per i vari settori: Rivista – Comunicazione – Promozione e Marketing: Marco Catellani – periodo del contratto 6 mesi ‐ valore del contratto Euro 12.000,00 Franco Broccoli – periodo del contratto 6 mesi ‐ valore del Contratto Euro 14.000,00 Alberto Benetti ‐ periodo del contratto 6 mesi ‐ valore del contratto Euro 6.000,00 Mario Chavarria ‐ periodo del contratto 6 mesi ‐ valore del contratto Euro 12.000,00 Carmela Franco ‐ periodo del contratto 6 mesi ‐ valore del contratto Euro 9.000,00 Francesca Canali ‐ periodo del contratto 6 mesi ‐ valore del contratto Euro 9.000,00 Marco Catellani, candidato nella lista di Medugno, del quale Medugno aveva pubblicamente assicurato l’impegno a lavorare per la Federazione senza “ alcun compenso o contropartita” ha ricevuto un contratto semestrale di euro 12.000, pari ad un compenso annuo di euro 24.000. Michele Leone ha scritto, nel suo articolo, che abbiamo a che fare “con la peggiore FIGB di tutti i tempi, perché impregnata di personaggi che hanno preso impegni elettorali e poi il giorno dopo hanno addirittura cancellato dalla rete il loro programma elettorale”; il Presidente Gianni Medugno, come sopra dimostrato, ha fatto proprio questo, e poi si sente offeso nella sua reputazione se Michele Leone afferma che personaggi della FIGB hanno fatto esattamente quello che Gianni Medugno ha fatto? Da notare che Michele Leone, nel suo articolo, non ha riferito tale comportamento esplicitamente al Presidente Gianni Medugno, evidentemente Gianni Medugno deve essersi riconosciuto come autore del comportamento descritto da Michele Leone. Ancora Michele Leone nell’articolo contestato afferma che la FIGB è impregnata di ebiellisti (EBL); sul punto riporto le affermazioni del Vice Presidente della FIGB, Rodolfo Cerreto, rilasciate in una intervista a Francesca Canali: Se il Vice‐presidente della Figb dichiara pubblicamente di avere percepito, nelle riunioni del Consiglio federale, una “palpabile atmosfera di restaurazione” per la presenza in Consiglio dei membri italiani della WBE e dalla EBL (che pur esercitavano un loro pieno diritto) Michele Leone non può scrivere che la Federazione è impregnata di ebiellisti? Concludo facendo presente che, ricevuta la contestazione dal Procuratore Federale Aggiunto, Michele Leone ha rimosso dal proprio sito l’articolo incriminato, inserendovi il seguente comunicato: Carissimi amici, molti di voi mi hanno chiesto maggiori ragguagli in merito alla raccomandata che avrei ricevuto da un procuratore federale aggiunto. Preciso a tutti che le mie parole intendevano essere quello che erano, una critica della politica sinora seguita dalla nuova dirigenza. Se vogliamo una forte critica, ma il diritto di criticare è un diritto di libertà assicurato dal nostro ordinamento giuridico e da tutti gli stati liberali. Purché il diritto di critica non sconfini nell’ingiuria e nella diffamazione, cosa che escludo tassativamente rientrasse nelle mie intenzioni. Mi rendo altresì conto che qualcuno può avere male interpretato il mio articolo e che, forse, certe letture delle mie affermazioni potrebbero dare l’impressione che io sia andato “sopra le righe”, cosa questa che mi rincresce. Per il momento, su consiglio dei legali da me interpellati, mi astengo dal fornire ulteriori commenti o documenti e confido che l’equivoco venga chiarito nelle sedi opportune. Michele Leone Con tale dichiarazione Michele Leone ha precisato pubblicamente che con il suo articolo intendeva esercitare il diritto di libera critica e non certamente ingiuriare o diffamare alcuno; a tale proposito noto che i fatti indicati nell’articolo sono stati ampiamente dimostrati e che la descrizione di un fatto avvenuto non può in alcun modo ledere l’onorabilità dell’autore del fatto stesso. Se lesione all’onorabilità del denunciate c’è stata, la lesione è conseguenza dei fatti e degli atti commessi e non deriva certamente dalla descrizione dei fatti stessi. Sinora Michele Leone, in perfetto adempimento a quanto richiesto dall’art. 13 del R.G.S. , si è astenuto dal dare informazioni che riguardino il procedimento disciplinare in corso; tale divieto cadrà una volta concluso il procedimento che ci occupa; apprendo da Michele Leone che, in caso di condanna che comporti la sospensione temporanea da ogni attività federale, si riserva di pubblicare sul proprio sito tutti gli atti del procedimento. Rodolfo Cerreto parla di “palpabile atmosfera di restaurazione”, che dire allora dell’odioso servilismo che aleggia su questo procedimento? Mi riferisco alla prima pagina del fascicolo del procedimento: per l’incolpato viene indicato su una sola riga il cognome e il nome, per il testimone servono invece due righe: la prima cognome Presidente FIGB, la seconda cognome Medugno nome Gianni. Concludo chiedendo il pieno proscioglimento di Michele Leone ed invito l’illustre Giudice Arbitro Nazionale a valutare se la inconsistente denuncia del Presidente Medugno non costituisca violazione dell’art. 1 del Regolamento di Giustizia Sportiva. Milano, 6 aprile 2013