Studio del piccolo intestino con una visione “panoramica”
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Studio del piccolo intestino con una visione “panoramica”
HIGH TECH Studio del piccolo intestino con una visione “panoramica” a cura di Flaminia Cavallaro, Gian Eugenio Tontini, Luca Pastorelli, Luisa Spina, Maurizio Vecchi (U.O. Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva - IRCCS Policlinico San Donato, Università degli Studi di Milano) DESCRIZIONE DEL DEVICE Nel 2011 è stato approvato in Europa l’utilizzo di un nuovo dispositivo per enteroscopia con videocapsula chiamato “CapsoCam®” (CapsoVision, Inc. Saratoga, CA, USA). Questo sistema è caratterizzato da quattro telecamere laterali che offrono una visione panoramica a 360°, al posto di quella frontale a 150-170° delle capsule precedentemente in uso (Figura 1) [1-3]. Altre peculiarità di questo dispositivo sono la capacità di acquisire un elevatissimo numero di immagini al secondo, da 12 a 20 ovvero 4-5 per camera al secondo, e la presenza di un sensore di movimento che disattiva la registrazione in assenza di moto, risparmiando batteria e memoria. Grazie a questa ottimizzazione del consumo della batteria e ad una grande capacità della batteria stessa, la durata di registrazione arriva a superare le 15 ore (Tabella 1). Inoltre, CapsoCam® SV è l’unico dispositivo di videocapsula interamente wire-free, in quanto le immagini acquisite non sono trasmesse ad un registratore esterno bensì immagazzinate all’interno della capsula stessa e vengono recuperate dopo la sua espulsione. Tabella 1 Specifiche tecniche CapsoCam® Plus CapsoVision Lunghezza (mm) 31 Diametro (mm) 11 Peso (gr) 4 Durata della batteria (h) ≥ 15 Campo di visione 360° Profondità di visione (mm) 0-20 Frame-rate per secondo 12-20 (3-5 per camera) Risoluzione 221.184 pixels Figura 1 - Dispositivo CapsoCam GIORNALE ITALIANO DI ENDOSCOPIA DIGESTIVA ∙ GIUGNO 2016 69 MODALITÀ DI UTILIZZO E INDICAZIONI Il dispositivo, che si attiva immediatamente appena estratto dalla sua confezione, viene ingerito dal paziente con un bicchiere d’acqua. La videocapsula progredisce quindi lungo il tubo digerente grazie alle onde peristaltiche, acquisendo 12-20 immagini al secondo. Grazie al kit di recupero del dispositivo che viene fornito il giorno dell’esame, il paziente riconsegna la videocapsula espulsa al medico gastroenterologo. Questa viene inserita in un apposito apparecchio che provvede a scaricare in 20 minuti circa le immagini registrate sul software dedicato ed a creare il filmato pronto da visualizzare. Le indicazioni a questo dispositivo sono le stesse riconosciute per lo studio dell’intestino tenue con le videocapsule a visione frontale ad oggi in commercio, ed in particolare comprendono il sanguinamento digestivo del tratto intermedio e l’anemia sideropenica, la sospetta malattia di Crohn, la celiachia refrattaria, i sospetti tumori del piccolo intestino e le sindromi da poliposi familiari [4]. VANTAGGI E LIMITI DELLA TECNOLOGIA Grazie alla visione panoramica garantita dalle 4 telecamere, questo dispositivo consente un’ottimale visualizzazione della mucosa del piccolo intestino (Figura 2), con un numero di lesioni identificate che, in uno studio randomizzato, risulta essere significativamente maggiore rispetto a quelle repertate con video-capsule a visione frontale [1]. Inoltre, grazie al fatto che non vi sono recorder esterni collegati al paziente, questa videocapsula non è gravata da alcuna interazione con dispositivi elettromedicali quali pace-maker e defibrillatori. La visione panoramica, unitamente all’elevato numero di immagini per secondo, potrebbe offrire il vantaggio di migliorare la visione a livello del tenue prossimale, dove il transito accelerato del dispositivo e la presenza di voluminose pliche mucose possono nascondere lesioni anche rilevanti. Tra i noti limiti dell’enteroscopia con videocapsula vi è infatti una subottimale sensibilità e resa diagnostica a livello di duodeno distale e digiuno prossimale, dove il rischio di falsi negativi in caso di neoplasie e lesioni polipoidi (10-30%) è tutt’altro che insignificante [5]. Uno studio pilota pubblicato nel 2013 ha dimostrato come l’enteroscopia con capsula a visione panoramica consenta la visualizzazione dell’ampolla di Vater, intesa come marcatore surrogato della visualizzazione duodenale, nel 71% delle indagini [2], cioè con una frequenza nettamente superiore a quella usualmente riportata in casistiche basate su video-capsule a visione frontale [5-6]. Il limite principale di questa metodica è legato al fatto che il dispositivo deve essere espulso perché si possa scaricare e visualizzare il video; il paziente va pertanto sensibilizzato al recupero della videocapsula. Questo rappresenta un limite maggiore Figura 2 Immagini di enteroscopia con capsula acquisite con CapsoCam SV2: a) mucosa duodenale normale; b) malformazione artero-venosa del digiuno; c) sanguinamento attivo nel lume ileale. 70 GIORNALE ITALIANO DI ENDOSCOPIA DIGESTIVA ∙ GIUGNO 2016 EVIDENZE DELLA LETTERATURA CHE NE SUPPORTANO L’UTILIZZO Dai primi studi presenti in letteratura, questa nuova video-capsula a visione panoramica ha un profilo di sicurezza sovrapponibile alle capsule a visione frontale ad oggi in commercio [1-2]. In uno studio pilota head-to-head pubblicato su Endoscopy nel 2014 [1], il primo modello di videocapsula a visione panoramica (CapsoCam® SV1) ha mostrato una resa diagnostica paragonabile (47% vs 48%) a quella osservata con la capsula a visione frontale PillCam SB2 (Given Imaging, Israele), identificando un numero di lesioni potenzialmente sanguinanti persino maggiore (108 vs 85, P=0.001). Anche recenti dati preliminari relativi al primo studio osservazionale multicentrico sull’uso dell’enteroscopia a visione panoramica hanno confermato le elevate performance tecniche e cliniche [7]. high tech in caso di ritenzione ed è un potenziale svantaggio nei casi di sanguinamento manifesto, dove è richiesta una diagnosi tempestiva. CORRISPONDENZA Dott.ssa FLAMINIA CAVALLARO MD, PhD U.O. Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva IRCCS Policlinico San Donato Via Morandi 30 - 20097 San Donato Milanese (MI) Tel. + 39 0252774655 E-mail: [email protected] Bibliografia 1. Pioche M, Vanbiervliet G, Jacob P et al. French Society of Digestive Endoscopy (SFED). Prospective randomized comparison between axial- and lateral viewing capsule endoscopy systems in patients with obscure digestive bleeding. Endoscopy. 2014;46(6):479-84. 2. Friedrich K, Gehrke S, Stremmel W et al. First clinical trial of a newly developed capsule endoscope with panoramic side view for small bowel: a pilot study. J Gastroenterol Hepatol. 2013;28(9):1496-501. 3. Tontini GE, Cavallaro F, Neumann H et al. Extensive small-bowel Crohn’s disease detected by the newly introduced 360° panoramic viewing capsule endoscopy system. Endoscopy. 2014;46(1) UCTN:E353-4. 5. Kong H, Kim YS, Hyun JJ et al. Limited ability of capsule endoscopy to detect normally positioned duodenal papilla. Gastrointest Endosc. 2006;64(4):538-41. 6. Selby WS, Prakoso E. The inability to visualize the ampulla of Vater is an inherent limitation of capsule endoscopy. Eur J Gastroenterol Hepatol. 2011;23(1):101-3. 7. Tontini GE, Wiedbrauck F, Cavallaro F et al. Small-Bowel Capsule Endoscopy With 360° Panoramic-View: Results of the First Multicenter, Observational, Study. Digestive Disease Week 2016, Gastrointest Endosc. - In Press. 4. Pennazio M, Spada C, Eliakim R et al. Smallbowel capsule endoscopy and device-assisted enteroscopy for diagnosis and treatment of small bowel disorders: European Society of Gastrointestinal Endoscopy (ESGE) Clinical Guideline. Endoscopy. 2015 Apr;47(4):352-76. GIORNALE ITALIANO DI ENDOSCOPIA DIGESTIVA ∙ GIUGNO 2016 71