progetto di parere prodotti locali IT
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progetto di parere prodotti locali IT
PROGETTO DI PARERE DELL’AREPO SULLA PROMOZIONE E LA PROTEZIONE DEI PRODOTTI LOCALI IN VENDITA DIRETTA IN SEGUITO ALLA RIUNIONE DELLA COMMISSIONE TECNICA DEL 24/10/2011 A BRUXELLES Evoluzione del follow up del dossier da parte di AREPO a Bruxelles • • • • • • • • • 2008, contributo al libro verde sulla qualità dei prodotti agricoli Fine 2010 : proposta della Commissione UE per la creazione di un « local food system » Marzo 2011 : dibattito al Comitato delle Regioni con intervento dell’AREPO Marzo 2011 : inchiesta della Commissione UE presso le parti interessate Agosto 2011 : Incontro con l’unità qualità della DG AGRI Settembre 2011 : Nella sua proposta legislativa, la Commissione UE propone un simbolo europeo “prodotto della mia fattoria” per i prodotti in vendita diretta Nel suo parere, il Parlamento europeo richiede alla Commissione di realizzare uno studio di impatto Settembre 2011 : dibattito all’AG dell’AREPO a Firenze Ottobre 2011: commissione tecnica dell’AREPO a Bruxelles Proposte di definizione dell’AREPO : • • • • • Prodotto locale : locale fa riferimento ad un luogo = la provenienza del prodotto è nota. Prodotto di prossimità : il termine prossimità fa riferimento alla distanza : distanza in km dal luogo di produzione al luogo di vendita Prodotto della fattoria : che proviene da una azienda agricola, prodotto da un contadino Filiera corta : filiera fa riferimento alla catena che va dalla produzione alla distribuzione, corta fa riferimento al numero limitato di intermediari tra il produttore ed il consumatore. Vendita diretta : fa riferimento all’assenza di intermediari tra il produttore ed il consumatore. Analisi del progetto « prodotto della mia fattoria » • • • • • Vocabolario della Commissione UE : simbolo = apposizione di un logo Prodotti coinvolti : i prodotti locali commercializzati attraverso la vendita diretta Osservazione : la Commissione non definisce « locale » Osservazione: la Commissione non sembra prevedere una certificazione Osservazione : nella proposta legislativa, « prodotto dell’agricoltura di montagna » è proposta come menzione di qualità, non come simbolo Riguardo la questione del simbolo • • • Domanda: quali condizioni di concorrenza leale con i simboli di qualità (IGP, DOP, STG e bio) se non viene preteso lo stesso livello di rigore Affermazione : se viene presa la decisione di creare un simbolo, una certificazione da parte di un organismo certificato EN45011 è necessaria Proposta dell’AREPO Simbolo (= logo) Utilizzo certificato da una parte terza EN45011 Seconda Scelta dell’AREPO (come per le IGP, DOP, STG e AB) Utilizzo controllato dall’autorità nazionale competente (servizio anti frodi) Proposta attuale della Commissione Europea Menzione di qualità Priorità dell’AREPO (come per i prodotti di montagna) Riguardo la questione « prodotto della mia fattoria » • • • • • • • • • • • • Domanda : perché « prodotto della mia fattoria ? »? Tale termine non esiste; non viene utilizzato in modo significativo per la commercializzazione de prodotti oggigiorno. Deve trattarsi esclusivamente di prodotti provenienti da una azienda agricola, e non da una IAA (Industria Agroalimentare), contrariamente alla nozione di prodotti locali e/o di prossimità Ma può trattarsi si prodotti freschi o trasformati nella fattoria. I prodotti trasformati dovrebbero essere composti da materie prime principali (quelle alla base della denominazione commerciale del prodotto) proveniente dall’azienda agricola e da materie prime secondarie provenienti, quando possibile, dall’azienda o in altre aziende agricole regionale. Deve trattarsi di prodotti di un agricoltore e/o di una azienda agricola i cui membri sono tutti agricoltori (“mia fattoria”); non può trattarsi di prodotti di società anonime i cui azionisti non siano agricoltori. Deve trattarsi di produttori « attivi » (termine definito nei regolamenti della PAC), ossia di produttori che ricavano la parte principale dei propri redditi da attività agricole; PS: l’agricoltore pluriattivo non ha gli stessi oneri finanziari e beneficia di un’altra fonte di reddito. Può quindi permettersi di vendere a prezzi più bassi e fa quindi concorrenza sleale. Non dovrebbe quindi avere accesso a “prodotto della mia fattoria”. I prodotti possono essere, in parte, prodotti e/o trasformati in strutture collettive al di fuori del’azienda per motivi regolamentari (ex. Dell’abbattimento degli animali di grande stazza) I prodotti possono essere, in parte, prodotti e/o trasformati in strutture collettive all’esterno dell’azienda agricola per motivi economici e/o tecnici (è il caso per esempio della stagionatura di certi formaggi in montagna, della spremitura delle olive nei frantoli, ecc.) In questi casi, il produttore deve mantenere il controllo delle operazioni, essendo colui che da le istruzioni o in quanto il gestore delle strutture collettive esegue delle operazioni rispettando un disciplinare concordato con i produttori. Inoltre, la tracciabilità deve essere garantita in ogni caso, in modo che il produttore possa recuperare i beni che ha portato. E una condizione essenziale in termini di lealtà commerciale (“prodotto della mia fattoria”) e di sicurezza alimentare (permette di risalire all’azienda in caso di problemi sanitari) L’etichetta del prodotto della « mia » fattoria dovrebbe comportare obbligatoriamente il nome e l’indirizzo del produttore o dell’azienda agricola Per i rappresentanti dei consumatori, il simbolo o la menzione dovrebbe riguardare i prodotti provenienti da piccole aziende agricole. Non è possibile definire una “piccola azienda agricola” a livello comunitario a causa della diversità delle realtà economiche. La definizione della dimensione delle aziende non potrebbe che essere fatta (con difficoltà) a livello nazionale. In questo caso, esisterebbero dei rischi di distorsione della concorrenza sul mercato unico. Il simbolo è uno strumento di aiuto alla commercializzazione. Deve essere equo. A causa delle realtà economiche dei territori, il simbolo o la menzione non dovrebbe limitarsi alla vendita diretta. Ci sono dei territori europei a scarsa densità di popolazione e/o con scarso potenziale turistico e/o un potere d’acquisto limitato e di conseguenza con una scarsa capacità di assorbimento dei prodotti provenienti dalle aziende agricole locali. Proposta sperimentale : si potrebbe provare ad obbligare l’agricoltore che voglia servirsi del logo ad effettuare una parte delle vendite attraverso la vendita diretta (es. 50% del fatturato del prodotto in questione deve essere commercializzato attraverso la vendita diretta). Ragioni: 1/ non permettere alla grande distribuzione, attraverso una invasione del mercato, di sfruttare il sistema in modo da appropriarsi del valore aggiunto. 2/ prendere in considerazione i territori che hanno un potenziale limitato di sviluppo della vendita diretta 3/ permettere ai produttori di diversificare i loro metodi di commercializzazione utilizzando i metodi più efficaci.