La GRAPPA FRIULANA otterrà il riconoscimento dell

Transcript

La GRAPPA FRIULANA otterrà il riconoscimento dell
33100 Udine - Viale Ungheria, 28 - tel. 0432 507377 - fax 0432 295922
e-mail: [email protected]
web: www.confapifvg.it
Associazione
Piccole e Medie Industrie
del Friuli Venezia Giulia - Confapi FVG
La GRAPPA FRIULANA
otterrà il riconoscimento dell’INDICAZIONE GEOGRAFICA
l’azione è stata condotta
dall’ASSOCIAZIONE PICCOLE E MEDIE INDUSTRIE DEL FRIULI VENEZIA GIULIA – CONFAPI
FVG
con tutti i DISTILLATORI REGIONALI
La vigente disciplina comunitaria sulla definizione, designazione, presentazione, etichettatura
delle bevande spiritose – nelle quali rientrano la grappa e vari distillati di frutta - , il regolamento
comunitario n. 110/2008, prevede anche la protezione delle indicazioni geografiche di questa
categoria di bevande. L’indicazione geografica, meglio nota con l’abbreviazione I.G. identifica una
bevanda spiritosa originaria di un determinato Paese, fra cui l’Italia, nonché di una regione o
località, fra cui diverse regioni e località italiane, allorché una determinata qualità, la rinomanza
od ogni altra caratteristica della bevanda spiritosa sia essenzialmente attribuibile alla sua origine
geografica.
Non serve quasi dire che nella raffigurata fattispecie rientra anche la grappa friulana e alcuni
importanti distillati di frutta (di prugne, di ciliegie e di pera Williams) che in Friuli hanno una
tradizione plurisecolare. Nel caso della distillazione di vinaccia l’origine si perde in notizie risalenti
all’età romana e la documentazione diretta risale al XV Secolo.
Di questo, in verità, e grazie all’azione attenta e pressante svolta all’epoca dal Consorzio per la
tutela della grappa friulana e, parallelamente, da importanti distillerie locali, si era avuto già un
fondamentale riconoscimento dal precedente regolamento comunitario n. 1576/1989, nel cui
elenco delle denominazioni geografiche delle bevande spiritose tipiche o tradizionali nella
sezione italiana, apparivano anche gli anzidetti distillati friulani.
Il nuovo regolamento comunitario, che ha abrogato e sostituito quello del 1989, prevede, però,
anche che tutti i distillati tipici o tradizionali, a cui sia attribuibile l’I.G. (gli stessi dell’originario
elenco, più altri che se ne sono aggiunti con l’ampliamento dell’Unione europea), vengano
formalmente registrati attraverso una specifica procedura, la cui attuazione è demandata a
ciascun stato membro. In questo l’Italia non può far certo eccezione e il Ministero delle politiche
agricole, alimentari e forestali con proprio decreto del 10 maggio 2010 ha fissato dette procedure
e, precisamente: una, la più semplice, per le bevande tipiche già inserite in elenco, l’altra, più
complessa, per altre bevande spiritose che ancora non vi figurino. Sempre per ciò che riguarda
l’Italia, da queste procedure sono escluse l’I.G. della Grappa e il Brandy italiano, in quanto di
competenza direttamente ministeriale.
Per le altre bevande spiritose i soggetti interessati a livello locale e regionale sono stati chiamati a
predisporre documentazione tecnica e storica attestanti la legittimità della propria richiesta di
SA 8000:2008
Certified Social
Accountability System
ISO 9001:2008
Certified Quality System
registrazione; documentazione da trasferirsi al Ministero delle politiche agricole e, quindi, da
questo alla Commissione europea per la formale registrazione. La nuova disciplina andrà
pienamente a regime nel 2014.
Sulla scia di una tradizione che, come ricordato, affonda le radici quanto meno nei secoli e di cui
le distillerie friulane hanno raccolto e l’eredità, le imprese distillatrici della nostra terra hanno
provveduto a dare forma e contenuto della loro “arte distillatrice” attraverso le schede tecniche
messe a punto con il concorso e la collaborazione dell’Associazione Piccole e Medie Industrie del
Friuli-Venezia Giulia – CONFAPI FVG, nella cui sede si sono ripetutamente ritrovate per giungere a
una concorde codificazione assieme anche a rappresentanti della Regione Friuli-Venezia Giulia,
ugualmente coinvolta nelle procedure in oggetto. Si tratta in molti casi di imprese che operano in
questo campo da circa 100 anni, talvolta assai più, e che sono intimamente legate a quel mondo
contadino e agricolo friulano, da cui traggono origine le materie prime destinate alla distillazione.
Le distillerie sono in maggioranza dislocate nella provincia di Udine, ma sono anche presenti nelle
province di Pordenone e Gorizia. Le bevande spiritose – e l’importanza storica ed economica
assegnata a loro dallo Stato italiano e l’Unione europea ne sono chiara e tangibile conferma –
fanno, pertanto, parte a pieno titolo della grande tradizione agroalimentare friulana e italiana e
sotto questo profilo la loro tutela, certificata e accompagnata da corrispondenti verifiche e
controlli, non può che accrescerne l’importanza e l’immagine.
Le schede vanno a indicare: la denominazione e categoria della bevanda spiritosa con indicazione
geografica; le caratteristiche fisiche, chimiche ed, eventualmente, organolettiche; le
caratteristiche specifiche della bevanda spiritosa rispetto alla famiglia di appartenenza (ad es.
Grappa Friulana rispetto a Grappa italiana); la zona geografica interessata; il metodo di
produzione; il titolo alcolometrico; gli elementi che dimostrano il legame con l’ambiente
geografico di origine (la parte cosiddetta storica); le condizioni nazionali e comunitarie da
rispettare; i termini aggiuntivi all’indicazione geografica e le norme specifiche in materia di
etichettatura.
Senza entrare troppo in dettagli tecnici per la Grappa friulana è quanto meno richiesto che
questa origini da materie prime ottenute da uve prodotte e vinificate in Friuli-Venezia Giulia
nonché distillata e imbottigliata in impianti ubicati in questo territorio e che abbia un tenore
alcolico di almeno 40%. Per i tre distillati di frutta (Sliwovitz Friulano, Kirsch, Williams friulano) le
caratteristiche tecniche sono leggermente differenti, in dipendenza, soprattutto, dall’origine
delle materie prime, che da tempo ormai non provengono più dal solo territorio regionale, per il
costante calo di produzione e raccolta di prugne, ciliegie e pere Williams, ma che si devono
acquisire anche dalle restanti regioni del Nord-Est italiano.
L’Associazione regionale dei piccoli e medi industriali è soddisfatta del lavoro e del risultato sin
qui raggiunti. Non si nascondono, però, le perplessità per l’attuale crisi economica e il calo delle
vendite, sui quali i riconoscimenti nazionale ed europeo rischiano di non avere un’influenza
risolutiva sotto il profilo economico. Conterà anche far comprendere l’importanza del “buon
bere” rispetto a un cattivo uso delle bevande alcoliche, del contenimento degli oneri fiscali
gravanti su questi prodotti e dell’alleggerimento degli oneri burocratici e di costo, tenuto anche
conto dei nuovi controlli a cui saranno assoggettate le bevande spiritose tipiche e tradizionali.
Udine, 14 giugno 2013