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Diabete, no alle discriminazioni fra malati
18 Ottobre 2016
Roma, La Pinacoteca del Tesoriere, Sala Imperial Ballroom,
Piazza San Luigi dei Francesi, 37
RAZIONALE SCIENTIFICO
La FAND lancia l’allarme: pronte iniziative di protesta. Convegno il 18 ottobre a Roma
“I malati di diabete in Italia hanno tutti il diritto a cure di qualità: alcune Regioni
garantiscono livelli di assistenza appropriate ed altre assolutamente no.
Questa discriminazione è inaccettabile e deve essere superata”.
E’ il grido di allarme lanciato da Albino Bottazzo, presidente FAND, la più importante delle
associazioni di persone con diabete in Italia. I malati di diabete sono, infatti, sul piede di guerra
e rivendicano pari diritti nel paese. Le Regioni italiane si comportano in maniera assai difforme
fra loro e questo crea gravi disparità e discriminazioni fra i malati a seconda delle loro zone di
residenza.
Come è noto, il diabete è la patologia cronica più diffusa in Italia: i pazienti sono oltre 3 milioni.
Per tutti loro i dispositivi per l’autocontrollo glicemico (gli stick e gli strumenti che attraverso un
microscopico ed indolore foro nel polpastrello misurano il livello di glicemia nel sangue) sono
supporti medici fondamentali per garantire una qualità della vita alta ed evitare il più possibile
il ricorso alle strutture ospedaliere. La legge 115 del 1987 rese questi strumenti gratuiti per tutti
i malati, dietro prescrizione medica, ma lasciò alle regioni la decisione sulle modalità con cui i
dispositivi vengono acquistati e distribuiti, nonché quella sui quantitativi erogabili.
Questo generò una differenziazione, in seguito resa ancora più grave dalla modifica del
Titolo Quinto della Costituzione del 2001, a seguito della quale le decisioni sulla sanità furono in
grandissima parte spostate dallo Stato alle Regioni. Queste disparità sono inaccettabili per i malati
di diabete perché i prodotti sul mercato si differenziano sia per caratteristiche tecniche che per
caratteristiche funzionali che li rendono adatti a pazienti diversi, a stadi diversi della loro malattia
ed allo stile di vita che i pazienti hanno. Alcune regioni per esempio garantiscono la possibilità di
scegliere fra vari dispositivi solo ai pazienti con cosiddetto diabete tipo 1 (che colpisce
prevalentemente bambini e ragazzi e si sviluppa intensamente in tempi rapidi) e non a quelli
affetti dal diabete tipo 2 (il più diffuso, con circa il 90% dei casi totali e che si sviluppa
normalmente in età adulta e con un peggioramento più lento). Ma è assai importante, per le
associazioni dei malati, poter scegliere assieme al medico il dispositivo più idoneo, anche quando
si hanno stili di vita molto diversi: l’apparecchio che misura la glicemia di una persona che fa una
vita attiva e sportiva deve avere caratteristiche molto diverse da quello di chi è costretto a
trascorrere molto tempo allettato ed ancora diverse da quello per una ragazza che aspetta un
figlio.
Questa situazione crea di fatto una importante violazione del principio di equità nel diritto alla
salute, in quanto ai cittadini viene erogata assistenza di maggiore o minore qualità determinata
non da fattori clinici, sociali od economici, bensì dal luogo di residenza. “Spetta al medico –
spiega Bottazzo - il compito di scegliere e prescrivere il presidio più adeguato a ciascun singolo
paziente sulla base delle sue caratteristiche cliniche, psico-attitudinali e sociali con vantaggi per la
sua salute”.
La ricerca di soluzioni per risparmiare sui costi si è concretizzata in alcune regioni nella
centralizzazione degli acquisti, con esiti spesso non soddisfacenti, se non addirittura gravi,
rispetto all’appropriatezza prescrittiva ed alla qualità dei presidi, quindi distanti dalle necessità
sopra espresse e che di fatto comportano costi maggiori per il paese. Ma a ben vedere questa scelta
favorirebbe anche un risparmio economico per la collettività: infatti solo il 4% dei costi sostenuti
dai SSR è per i dispositivi per il diabete (autocontrollo glicemico+microinfusori per
insulina + monitoraggio in continuo della glicemia+aghi e siringhe per insulina) mentre il 50%
dei costi diretti del diabete è legato ai ricoveri per complicanze che si possono prevenire con un
buon controllo metabolico (ai quali poi andrebbero aggiunti i costi sociali ben maggiori che il
sistema sociale deve sostenere per un paziente malato).
Per questo motivo la FAND promuove l’iniziativa “Diabete: no alle discriminazioni fra malati” per
martedì 18 ottobre, dalle ore 15.00 alle ore 18.00, a Roma presso La Pinacoteca del Tesoriere in
Piazza San Luigi dei Francesi, 37 nella Sala Imperial Ballroom.
Questa situazione crea di fatto una importante violazione del principio di equità nel diritto alla
salute, in quanto ai cittadini viene erogata assistenza di maggiore o minore qualità
determinata non da fattori clinici, sociali od economici, bensì dal luogo di residenza. “Spetta al
medico il compito di scegliere e prescrivere il presidio più adeguato a ciascun singolo paziente
sulla base delle caratteristiche cliniche, psico-attitudinali e sociali dello stesso con vantaggi per la
salute del paziente”. – spiegano dalla FAND - Ma a ben vedere, questa scelta favorirebbe anche un
risparmio economico per la collettività: infatti solo il 4% dei costi sostenuti dai SSR è per i
dispositivi per il diabete (autocontrollo glicemico+microinfusori per insulina+ monitoraggio in
continuo della glicemia+aghi e siringhe per insulina) mentre il 50% dei costi diretti del diabete è
legato ai ricoveri per complicanze che si possono prevenire con un buon controllo metabolico (ai
quali poi andrebbero aggiunti i costi sociali ben maggiori che il sistema sociale deve sostenere per
un paziente malato).
La ricerca di soluzioni per risparmiare sui costi si è concretizzata in alcune regioni nella
centralizzazione degli acquisti, con esiti spesso non soddisfacenti, se non addirittura gravi,
rispetto all’appropriatezza prescrittiva ed alla qualità dei presidi, quindi distanti dalle necessità
sopra espresse e che di fatto comportano costi maggiori per il paese.
PROGRAMMA
15,00 15,30 16,00 Modera: Partecipano:
Accredito dei partecipanti presso Sala del Baldacchino
Introduzione Istituzionale ai lavori
Prof. Albino Bottazzo Presidente FAND
Tavola Rotonda: “Diabete, no alle discriminazioni fra malati” Stefano Marroni Vice direttore TG2 e Responsabile Medicina 33
On. Federico Gelli Responsabile Sanità Nazionale
Partito Democratico
Prof. Giorgio Sesti, Presidente della Società Italiana di Diabetologia
Prof. Albino Bottazzo, Presidente FAND
Lina Delle Monache, Presidente di FederDiabete Lazio
SI RINGRAZIANO
On. Federico Gelli
Responsabile Sanità Nazionale Partito Democratico
Stefano Marroni
Vice direttore TG2 e Responsabile Medicina 33
Prof. Albino Bottazzo
Presidente FAND
Prof. Giorgio Sesti
Presidente della Società Italiana di Diabetologia
Lina Delle Monache
Presidente di FederDiabete Lazio
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