La severa chiesa romanica di Vigoleno, dedicata a San Giorgio, il
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La severa chiesa romanica di Vigoleno, dedicata a San Giorgio, il
DICEMBRE 1999 pagina 6 IL GIOIELLO NASCOSTO La severa chiesa romanica di Vigoleno, dedicata a San Giorgio, il santo guerriero È l’elemento architettonico caratterizzante la piazzetta centrale: quest’ultima e la piazzetta della fontana erano probabilmente, e sono tuttora, le due zone vitali di Vigoleno V igoleno, suggestivo borgo medievale in provincia di Qui, tra decorazioni di gusto settecentesco - la data 1700 Piacenza, rimasto quasi intatto entro la cerchia delle è visibile in corrispondenza dell’imposta d’arco - camsue mura poderose, racchiude un imponente ed affasci- peggia la scritta latina: <<Nisi quis renatus fuerit ex aqua nante complesso, il cui monumento più noto é indubbia- et Spiritu Sancto non entrabit in regnum coelorum>> (Comente la chiesa di San Giorgio. Presentata dagli speciali- lui che non sarà rinato dall’acqua e per mezzo dello sti come uno dei punti di riferimento del romanico pia- Spirito Santo non entrerà nel regno dei cieli). In quel che centino, essa é menzionata in due pergamene, datate rimane della nicchia, invece, si vedono ancora chiararispettivamente 1223 e 1284, custodite nell’archivio par- mente, in alto, la colomba dello Spirito Santo e, sul lato rocchiale. Il Campi, con sinistro, un angelo che riferimento all’anno 1296, regge tra le mani un drapci fa sapere come allora, po. Il fonte, per la cui per volontà pontificia, fosse costruzione era stato soggetta alla pieve di necessario dar luogo allo Castell’Arquato. Il tempio é sfondamento della corricaratterizzato dall’impianto spondente sezione di facbasilicale a tre navate con ciata della chiesa, venne altrettante absidi semicircorealizzato con ogni probalari e torre campanaria quabilità unitamente ad un drangolare sull’estrema elegante pronao che precampata meridionale. La sentava tre fornici in facdistanza fra i pilastri non é ciata e due ai lati, e coperregolare: ne risultano camtura con volte a crociera. pate di planimetria disuNel 1963 allorché si provguale, soprattutto nelle vide, durante gli impegnanavate laterali. Il tetto a tivi restauri, alla demoliziocapriate, oggi ripristinato, ne del porticato, si abbattein periodo rinascimentale rono anche le strutture venne sostituito da volte a esterne del fonte battesicrociera. Tracce di questa male, per procedere al soffittatura sono ancora ripristino della facciata. riscontrabili nelle due navaUn attento sopralluogo te laterali dove, nel paraall’interno dell’edificio ci mento murario delle pareti, farebbe ritenere che in una sono visibili i solchi degli prima fase costruttiva le archetti delle unghie e dove pareti della navata maggiospiccano pure i peducci di re fossero meno sviluppate sostegno in pietra. In partiin altezza (lo sostiene colare, in corrispondenza anche il Quintavalle secondel fonte battesimale, a do il quale sarebbero state La facciata della Chiesa di San Giorgio. segnare l’archetto dell’unsopraelevate di sei corsi L’importanza economica e strategica di Vigoleno invogliò grandi casate, come quella dei Visconti e degli Scotti ghia, provvede l’intonaco circa sopra il culmine degli a impadronirsi del borgo. affrescato ancora presente. archi) come starebbero a DICEMBRE 1999 pagina 7 anche l’affresco raffigurandimostrare i conci presenti te San Giorgio che uccide nella parte alta, di diversa il drago - che campeggia grana rispetto a quelli nella parte alta dell’abside impiegati nella parte infecentrale - potrebbe essere riore; particolarità risconcelebrativo dello stesso trabile anche nel paramennuovo insediamento signoto murario della controfacrile e quindi ad esso conciata, appena sotto il rosotemporaneo, si potrebbero ne. Ma c’è di più: abbiamo riferire a quel periodo riscontrato caratteristiche importanti interventi archistrutturali simili anche tettonici anche nella zona nelle pareti, ben più basse, absidale contemporaneadelle navate laterali dove, mente alla sopraelevazione sopra i grandi archi centradelle navate. A questo li, sono ben visibili nel punto viene spontaneo paramento murario dei fori chiedersi chi fossero i a distanza regolare: punti primi committenti della di appoggio dei travetti di chiesa. Allo stato attuale copertura precedenti, situadelle nostre conoscenze ti ad un livello più basso di Particolare della formella quadrangolare con tre figure umane non è possibile dare una quelli attuali? Se ne potrebbe quindi dedurre che tutte e tre le navate siano state risposta certa. Però riteniamo interessante, peraltro senza alzate. Ma quando? La tesi da noi sostenuta presuppone nulla voler affermare, fare alcune considerazioni. una fase strutturale della chiesa anteriore all’elevazione Innanzitutto sappiamo - vedi parte III, cap. 2° del libro della grande abside centrale con la quale contrasterebbe ”Vigoleno...da Vicolo (ò sia hoggi da Vicoleno)...” edito proprio per la forte elevazione in chiave dell’arco trionfa- da TEP Edizioni d’arte - Piacenza-, che nei primi secoli le. A nostro avviso può essere d’aiuto l’analisi del pilastro del nostro millennio a Vigoleno prima degli Scotti signoche separa l’abside centrale dall’absidiola di sinistra nella reggiavano i Visconti di Piacenza, al punto che un ramo cui base è inserito in profondità e ne è parte strutturale un della famiglia unì al proprio nome quello del luogo (i grazioso tabernacolo in pietra scolpita. Il piedistallo di Visconti di Vigoleno). A ciò si aggiunga che, per devoziosostegno presenta al centro un cerchio che incornicia uno ne, questi signori costruirono e restaurarono alcune chiese - Santa Fede in città nel stemma riferibile a casa 1150 (nella zona dove aveScotti. Su questo basamenvano le loro case) e San to s’innalzano in avanti, Nicomede in Val Stirone staccate dal muro di fondo, nel 1290 - di cui mantendue colonnine a torciglionero a lungo il giuspatronane che sorreggono un picto. Inoltre alcuni membri colo architrave ornato con della famiglia, vissuti nel volti di putti alati. Sopra la XIII e nel XIV secolo, avecornice un elegante corovano nome Giorgio. namento è ottenuto con Verrebbe dunque naturale due delfini che alla somcollegare tutte queste notimità uniscono le code. zie. Sulla facciata tripartita Nello spazio compreso si a frontone spezzato risalta vede una decorazione a il portale a pieno centro e a ventaglio dove i riquadri strombatura multipla. Un sono ornati da un motivo Fuga di piloni del lato destro, visti dall’altare archivolto con formelle di rosette. L’insieme è di gusto grazioso ed elegante, se pur espresso con linguag- decorate a motivi vegetali ne sottolinea il profilo esterno. gio assai rustico; i motivi decorativi sono riferibili al Degni di nota i capitelli con foglie palmate, i due telamoni accovacciati a reggere l’architrave e la lunetta raffiguprimo rinascimento: in effetti gli Scotti acquistano il castello, in rovina, nel 1389 e vengono ufficialmente rante San Giorgio che uccide il drago ed un angelo, ricolinfeudati conti di Vigoleno nel 1404. Questo tabernacolo legabile alla scuola piacentina, ma ancor più ad opere potrebbe celebrare il loro arrivo nel borgo murato della parmensi presenti nelle pievi di Bardone e Talignano. La Val Stirone. Ora poiché questo pilastro è una struttura facciata è conclusa lateralmente da due contrafforti di portante del tempio e dato che, come vedremo più avanti, dimensioni diverse: cm. 35 x 70 circa quello sinistro, cm. DICEMBRE 1999 pagina 9 45 x 70 circa quello destro. Degna di nota, infine, sulla facciata la presenza nelle lesene e nei contrafforti di un basamento con cornice modanata che prosegue sia sul lato settentrionale che su quello meridionale della chiesa. La documentazione fotografica in nostro possesso - anteriore agli ultimi radicali restauri - ci mostra, a ridosso della facciata, finestre quadrangolari - presenti anche in alto, nel paramento murario esterno della navata centrale - e non le attuali piccole monofore, da attribuire quindi all’intervento di restauro. Per quanto riguarda la torre campanaria, evidenziamo che essa presenta sui quattro lati, alla sommità, una bifora a chiare tracce, nel paramento murario sottostante, di altrettante ampie monofore centinate. Nella zona absidale sono degne di nota le decorazioni ad incavi romboidali e le incisioni a zig-zag oltre che, a conclusione dell’abside centrale, una galleria non praticabile a colonnine alternate a due rozze statuecolonne centrali con capitelli ed archetti (il Quintavalle parla di parziali rifacimenti). All’interno della Chiesa, i capitelli presentano decorazioni in prevalenza classicheggianti. Il capitello più interessante è quello in corrispondenza del terzo pilone destro dove, per immagini, é rappresentato il peccato di lussuria in evidenza con una gran sirena bicaudata. Curiosa e più misteriosa è la formella quadrangolare dello stesso pilone in cui si vedono tre figure umane, di difficile interpretazione. A nostro avviso, la considerazione che si tratti di tre figure uguali e distinte potrebbe far pensare alla SS. Trinità, come a Castell’Arquato, nella cui Pieve é rappresentata in forma pittorica in un affresco proveniente dalla vicina chiesetta di Pantegano, e come a Piacenza, dove è presente, sempre in forma pittorica, nel Museo di Palazzo Farnese, con provenienza dalla locale chiesa di San Lorenzo. L’esame delle fondamentali strutture architettoniche, unitamente a quello della decorazione plastica, ci trova d’accordo con Sopra: San Giorgio che libera la principessa dal drago, affresco dell’abside principale della chiesa omonima di Vigoleno Sotto: Conclusione dell’abside centrale con colonnine alternate a due rozze statue-colonne centrali Anna Segagni Malacart nel datare attorno a poco oltre la metà del secolo XII la chiesa di San Giorgio. Dal punto di vista pittorico colpisce, nell’abside principale, il San Giorgio che libera la principessa dal drago: contrariamente alla consueta iconografia la scena qui si svolge in un ambiente interno delimitato, come osserva Paola Ceschi Lavagetto, <<in alto da una architettura, mossa da nicchie e sostenuta da travature, che adattandosi alla curvatura dell’abside, crea uno spazio plausibile in profondità>>. L’affresco, se messo a confronto col San Giorgio libera la principessa dal drago di Bartolomeo e Jacopino DICEMBRE 1999 pagina 10 da Reggio, conservato nella cattedrale di Fidenza (dove secondo l’iconografia tradizionale la scena si svolge all’aperto), presenta - a parte il maggior movimento testimoniato a Fidenza dalla corsa del cavallo e dallo svolazzare delle vesti del cavaliere - analogie nell’impostazione del busto del Santo, con giubba crociata, colto nell’atto di sferrare il colpo di spada. Nel dipinto di Vigoleno è posta in evidenza, sul terreno, la lancia spezzata. Anche per questo dipinto, come abbiamo già ipotizzato per il tabernacolo in pietra scolpita, I’occasione per la committenza potrebbe essere fatta risalire all’investitura feudale della famiglia Scotti. Su un pilastro dell’edificio sacro é raffigurato San Benedetto. Sopra l’immagine un’iscrizione consente ancora l’individuazione del Santo con la datazione 1427 19 iulii. Altri affreschi, di età diverse, ornano le pareti tra cui una ”Madonna allattante il Bambino” che ricorda, nell’iconografia, il dipinto cinquecentesco presente nell’oratorio della Beata Vergine delle Grazie, sempre in Vigoleno, che potrebbe essere stato da questa ispirato. Giorgio Eremo Il pilastro tra l’abside centrale e l’absidiola di sinistra includente un tabernacolo in pietra scolpita. Tutte le foto a corredo dell’articolo sono gentilmente concesse dall’editore TEP-Piacenza