La severa chiesa romanica di Vigoleno, dedicata a San Giorgio, il

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La severa chiesa romanica di Vigoleno, dedicata a San Giorgio, il
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IL GIOIELLO NASCOSTO
La severa chiesa romanica di Vigoleno,
dedicata a San Giorgio, il santo guerriero
È l’elemento architettonico caratterizzante la piazzetta centrale: quest’ultima e la piazzetta
della fontana erano probabilmente, e sono tuttora, le due zone vitali di Vigoleno
V
igoleno, suggestivo borgo medievale in provincia di Qui, tra decorazioni di gusto settecentesco - la data 1700
Piacenza, rimasto quasi intatto entro la cerchia delle è visibile in corrispondenza dell’imposta d’arco - camsue mura poderose, racchiude un imponente ed affasci- peggia la scritta latina: <<Nisi quis renatus fuerit ex aqua
nante complesso, il cui monumento più noto é indubbia- et Spiritu Sancto non entrabit in regnum coelorum>> (Comente la chiesa di San Giorgio. Presentata dagli speciali- lui che non sarà rinato dall’acqua e per mezzo dello
sti come uno dei punti di riferimento del romanico pia- Spirito Santo non entrerà nel regno dei cieli). In quel che
centino, essa é menzionata in due pergamene, datate rimane della nicchia, invece, si vedono ancora chiararispettivamente 1223 e 1284, custodite nell’archivio par- mente, in alto, la colomba dello Spirito Santo e, sul lato
rocchiale. Il Campi, con
sinistro, un angelo che
riferimento all’anno 1296,
regge tra le mani un drapci fa sapere come allora,
po. Il fonte, per la cui
per volontà pontificia, fosse
costruzione era stato
soggetta alla pieve di
necessario dar luogo allo
Castell’Arquato. Il tempio é
sfondamento della corricaratterizzato dall’impianto
spondente sezione di facbasilicale a tre navate con
ciata della chiesa, venne
altrettante absidi semicircorealizzato con ogni probalari e torre campanaria quabilità unitamente ad un
drangolare sull’estrema
elegante pronao che precampata meridionale. La
sentava tre fornici in facdistanza fra i pilastri non é
ciata e due ai lati, e coperregolare: ne risultano camtura con volte a crociera.
pate di planimetria disuNel 1963 allorché si provguale, soprattutto nelle
vide, durante gli impegnanavate laterali. Il tetto a
tivi restauri, alla demoliziocapriate, oggi ripristinato,
ne del porticato, si abbattein periodo rinascimentale
rono anche le strutture
venne sostituito da volte a
esterne del fonte battesicrociera. Tracce di questa
male, per procedere al
soffittatura sono ancora
ripristino della facciata.
riscontrabili nelle due navaUn attento sopralluogo
te laterali dove, nel paraall’interno dell’edificio ci
mento murario delle pareti,
farebbe ritenere che in una
sono visibili i solchi degli
prima fase costruttiva le
archetti delle unghie e dove
pareti della navata maggiospiccano pure i peducci di
re fossero meno sviluppate
sostegno in pietra. In partiin altezza (lo sostiene
colare, in corrispondenza
anche il Quintavalle secondel fonte battesimale, a
do il quale sarebbero state
La facciata della Chiesa di San Giorgio.
segnare l’archetto dell’unsopraelevate di sei corsi
L’importanza economica e strategica di Vigoleno
invogliò
grandi
casate,
come
quella
dei
Visconti
e
degli
Scotti
ghia, provvede l’intonaco
circa sopra il culmine degli
a impadronirsi del borgo.
affrescato ancora presente.
archi) come starebbero a
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anche l’affresco raffigurandimostrare i conci presenti
te San Giorgio che uccide
nella parte alta, di diversa
il drago - che campeggia
grana rispetto a quelli
nella parte alta dell’abside
impiegati nella parte infecentrale - potrebbe essere
riore; particolarità risconcelebrativo dello stesso
trabile anche nel paramennuovo insediamento signoto murario della controfacrile e quindi ad esso conciata, appena sotto il rosotemporaneo, si potrebbero
ne. Ma c’è di più: abbiamo
riferire a quel periodo
riscontrato caratteristiche
importanti interventi archistrutturali simili anche
tettonici anche nella zona
nelle pareti, ben più basse,
absidale contemporaneadelle navate laterali dove,
mente alla sopraelevazione
sopra i grandi archi centradelle navate. A questo
li, sono ben visibili nel
punto viene spontaneo
paramento murario dei fori
chiedersi chi fossero i
a distanza regolare: punti
primi committenti della
di appoggio dei travetti di
chiesa. Allo stato attuale
copertura precedenti, situadelle nostre conoscenze
ti ad un livello più basso di
Particolare della formella quadrangolare con tre figure umane
non è possibile dare una
quelli attuali? Se ne potrebbe quindi dedurre che tutte e tre le navate siano state risposta certa. Però riteniamo interessante, peraltro senza
alzate. Ma quando? La tesi da noi sostenuta presuppone nulla voler affermare, fare alcune considerazioni.
una fase strutturale della chiesa anteriore all’elevazione Innanzitutto sappiamo - vedi parte III, cap. 2° del libro
della grande abside centrale con la quale contrasterebbe ”Vigoleno...da Vicolo (ò sia hoggi da Vicoleno)...” edito
proprio per la forte elevazione in chiave dell’arco trionfa- da TEP Edizioni d’arte - Piacenza-, che nei primi secoli
le. A nostro avviso può essere d’aiuto l’analisi del pilastro del nostro millennio a Vigoleno prima degli Scotti signoche separa l’abside centrale dall’absidiola di sinistra nella reggiavano i Visconti di Piacenza, al punto che un ramo
cui base è inserito in profondità e ne è parte strutturale un della famiglia unì al proprio nome quello del luogo (i
grazioso tabernacolo in pietra scolpita. Il piedistallo di Visconti di Vigoleno). A ciò si aggiunga che, per devoziosostegno presenta al centro un cerchio che incornicia uno ne, questi signori costruirono e restaurarono alcune chiese - Santa Fede in città nel
stemma riferibile a casa
1150 (nella zona dove aveScotti. Su questo basamenvano le loro case) e San
to s’innalzano in avanti,
Nicomede in Val Stirone
staccate dal muro di fondo,
nel 1290 - di cui mantendue colonnine a torciglionero a lungo il giuspatronane che sorreggono un picto. Inoltre alcuni membri
colo architrave ornato con
della famiglia, vissuti nel
volti di putti alati. Sopra la
XIII e nel XIV secolo, avecornice un elegante corovano nome Giorgio.
namento è ottenuto con
Verrebbe dunque naturale
due delfini che alla somcollegare tutte queste notimità uniscono le code.
zie. Sulla facciata tripartita
Nello spazio compreso si
a frontone spezzato risalta
vede una decorazione a
il portale a pieno centro e a
ventaglio dove i riquadri
strombatura multipla. Un
sono ornati da un motivo
Fuga di piloni del lato destro, visti dall’altare
archivolto con formelle
di rosette. L’insieme è di
gusto grazioso ed elegante, se pur espresso con linguag- decorate a motivi vegetali ne sottolinea il profilo esterno.
gio assai rustico; i motivi decorativi sono riferibili al Degni di nota i capitelli con foglie palmate, i due telamoni accovacciati a reggere l’architrave e la lunetta raffiguprimo rinascimento: in effetti gli Scotti acquistano il
castello, in rovina, nel 1389 e vengono ufficialmente rante San Giorgio che uccide il drago ed un angelo, ricolinfeudati conti di Vigoleno nel 1404. Questo tabernacolo legabile alla scuola piacentina, ma ancor più ad opere
potrebbe celebrare il loro arrivo nel borgo murato della parmensi presenti nelle pievi di Bardone e Talignano. La
Val Stirone. Ora poiché questo pilastro è una struttura facciata è conclusa lateralmente da due contrafforti di
portante del tempio e dato che, come vedremo più avanti, dimensioni diverse: cm. 35 x 70 circa quello sinistro, cm.
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45 x 70 circa quello destro. Degna di nota, infine, sulla
facciata la presenza nelle lesene e nei contrafforti di un
basamento con cornice modanata che prosegue sia sul
lato settentrionale che su quello meridionale della chiesa.
La documentazione fotografica in nostro possesso - anteriore agli ultimi radicali restauri - ci mostra, a ridosso
della facciata, finestre quadrangolari - presenti anche in
alto, nel paramento murario esterno della navata centrale
- e non le attuali piccole monofore, da attribuire quindi
all’intervento di restauro. Per quanto riguarda la torre
campanaria, evidenziamo che essa presenta sui quattro
lati, alla sommità, una bifora a chiare tracce, nel paramento murario sottostante, di altrettante ampie monofore
centinate. Nella zona absidale sono degne di nota le
decorazioni ad incavi romboidali e le incisioni a zig-zag
oltre che, a conclusione dell’abside centrale, una galleria
non praticabile a colonnine alternate a due rozze statuecolonne centrali con capitelli ed archetti (il Quintavalle
parla di parziali rifacimenti). All’interno della Chiesa, i
capitelli presentano decorazioni in prevalenza classicheggianti. Il capitello più interessante è quello in corrispondenza del terzo pilone destro dove, per immagini, é
rappresentato il peccato di lussuria in evidenza con una
gran sirena bicaudata. Curiosa e più misteriosa è la formella quadrangolare dello stesso pilone in cui si vedono
tre figure umane, di difficile interpretazione. A nostro
avviso, la considerazione che si tratti di tre figure uguali e
distinte potrebbe far pensare alla SS. Trinità, come a
Castell’Arquato, nella cui Pieve é rappresentata in forma
pittorica in un affresco proveniente dalla vicina chiesetta
di Pantegano, e come a Piacenza, dove è presente, sempre in forma pittorica, nel Museo di Palazzo Farnese, con
provenienza dalla locale chiesa di San Lorenzo. L’esame
delle fondamentali strutture architettoniche, unitamente a
quello della decorazione plastica, ci trova d’accordo con
Sopra: San Giorgio che libera la principessa dal drago,
affresco dell’abside principale della chiesa omonima di Vigoleno
Sotto: Conclusione dell’abside centrale con colonnine alternate
a due rozze statue-colonne centrali
Anna Segagni Malacart nel datare attorno a poco oltre la
metà del secolo XII la chiesa di San Giorgio. Dal punto di
vista pittorico colpisce,
nell’abside principale, il
San Giorgio che libera la
principessa dal drago:
contrariamente alla consueta iconografia la
scena qui si svolge in un
ambiente interno delimitato, come osserva Paola
Ceschi Lavagetto, <<in
alto da una architettura,
mossa da nicchie e sostenuta da travature, che
adattandosi alla curvatura dell’abside, crea uno
spazio plausibile in
profondità>>. L’affresco,
se messo a confronto col
San Giorgio libera la
principessa dal drago di
Bartolomeo e Jacopino
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da Reggio, conservato nella cattedrale di Fidenza (dove
secondo l’iconografia tradizionale la scena si svolge all’aperto), presenta - a parte il maggior movimento testimoniato a Fidenza dalla corsa del cavallo e dallo svolazzare
delle vesti del cavaliere - analogie nell’impostazione del
busto del Santo, con giubba crociata, colto nell’atto di
sferrare il colpo di spada. Nel dipinto di Vigoleno è posta
in evidenza, sul terreno, la lancia spezzata. Anche per
questo dipinto, come abbiamo già ipotizzato per il tabernacolo in pietra scolpita, I’occasione per la committenza
potrebbe essere fatta risalire all’investitura feudale della
famiglia Scotti. Su un pilastro dell’edificio sacro é raffigurato San Benedetto. Sopra l’immagine un’iscrizione consente ancora l’individuazione del Santo con la datazione
1427 19 iulii. Altri affreschi, di età diverse, ornano le
pareti tra cui una ”Madonna allattante il Bambino” che
ricorda, nell’iconografia, il dipinto cinquecentesco presente nell’oratorio della Beata Vergine delle Grazie, sempre in Vigoleno, che potrebbe essere stato da questa ispirato.
Giorgio Eremo
Il pilastro tra l’abside centrale e l’absidiola di sinistra includente un
tabernacolo in pietra scolpita.
Tutte le foto a corredo dell’articolo
sono gentilmente concesse dall’editore TEP-Piacenza