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Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Agosto 2007 CANBERRA L’estinzione dei dinosauri vista da un chimico: L’anomalia dell’iridio a Gubbio (Italia) e Woodside creek (Nuova Zelanda) Rossana Untaru Nell’ultimo decennio, grazie a libri, film e cartoni animati, si è assistito ad una vera esplosione della “dinosauromania” che ha colpito persone di tutte le età e in tutti gli angoli del mondo. Ma cosa è veramente successo 135 milioni di anni fa che ha provocato la scomparsa dei dinosauri e lo sconvolgimento della Terra? Ho provato, con una ricerca approfondita, di rivedere la letteratura scientifica sull’evento che ha provocato quest’estinzione di massa. Il periodo in questione è anche noto come limite K-T (K-T boundary), e si colloca alla fine del periodo cretacico fino all’inizio del seconda la scala geocronologica come indicato nella Tabella 1. Tabella 1: Scala geocronologica Eone Era Periodo Epoca Fanerozoico Quaternario Recente Pleistocene Ass. età (M) 0,01 1,6 Terziario Pliocene Miocene Oligocene Eocene 5,3 23,7 36,6 57,8 Paleocene 66 144 208 Cenozoico Mesozoico Paleozoico Cretacico Giurassico Triassico Permiano Carbonifero Devoniano 245 286 360 406 Siluriano Ordoviciano Cambriano 438 505 570 età di Eventi Mammiferi Fine era glaciale Inizio era glaciale Umani Crosta Inondazioni Rettili Columbia Basalti Formazione dell’Himalaya Estinzione dei Dinosauri Fioritura Piante Primi Uccelli and Mammiferi Primi Dinosauri Prime Piante terrestri Primi pesci Il limite K-T è caratterizzato dalla seconda estinzione più grande al mondo con una perdita di più dell’80% delle specie terrestri e marine. Nel 20% delle specie sopravvissute ci sono organismi silicei pelagici (diatomee, radiolari), organismi limicoli, piante superiori, mammiferi terrestri, soprattutto carnivori di piccola taglia, insettivori e onnivori invertebrati (Courtillot, 1999). Molti scienziati in tutto il mondo hanno dedicato diversi anni alla ricerca di risposte su quanto accaduto nel limite K-T e le loro scoperte possono essere suddivise in due grandi teorie che hanno diviso la comunità scientifica. Le due teorie in questione sono la teoria dell’impatto di un asteroide e il vulcanismo dei Trappi di Deccan. Il dibattito tra l’impatto nel K-T vs la teoria del vulcanesimo iniziò in occasione dell‘incontro “Il cambiamento ambientale nel periodo cretacico-terziario” tenutosi ad Ottawa, Canada, il 19 maggio 1981. Le due teorie sostengono rispettivamente l’impatto extraterrestre vs il vulcanesimo terrestre, eventi bruschi e di breve durata vs stravolgimento graduale, grandi quantità di iridio di provenienza extraterrestre vs origine vulcanica, ambiente iniziale del tipo “inverno nucleare” seguito da riscaldamento (effetto serra) vs effetti del riscaldamento (che hanno danneggiato il sistema riproduttivo degli animali), acidificazione delle acque marine prodotta dall'impatto vs esalazione vulcanica di biossido che ha provocato l’acidificazione marina. Nella Figura 1 mostra un breve riassunto degli effetti dell’impatto dell’asteroide. Il vulcanesimo sarebbe invece dovuto durare diverse centinaia di anni con enormi quantità di biossido di carbonio che si sarebbe vaporizzato nell’atmosfera portando ad un forte riscaldamento globale (effetto serra). 24 Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Agosto 2007 CANBERRA Figura 1: l’impatto dell’asteroide e i suoi effetti Teoria dell’impatto dell’asteroide La teoria fu sviluppata alla fine degli anni ’70 dal gruppo di studio di Louis Alvarez che aveva suggerito di analizzare la quantità di iridio contenuto in un campione di argilla ritrovato da suo figlio Walter Alvarez. I campioni furono analizzati nei laboratori di Berkley impiegando una nuova tecnica, analisi per attivazione neutronica. I risultati presentarono un livello di iridio pari a 5 ppb (parti per miliardo) e furono pubblicati nel 1980 nella rivista scientifica "Extraterrestrial cause for the Cretaceous-Tertiary extinction". L’iridio è un metallo che si trova normalmente in concentrazioni molto basse sulla crosta terrestre con l’eccezione di poche località in tutto il mondo come Nuova Zelanda, Italia e Danimarca. E’ stata riscontrata la presenza di iridio in un sottile strato di argilla depositatosi tra il periodo cretacico e triassico, conosciuto con il nome di limite K-T. Lo strato di argilla è piuttosto unico in quanto la sua composizione è diversa da quella degli strati sottostante e soprastante, e offre indicazioni relative ad un episodio di estinzione di massa avvenuto circa 67 milioni di anni fa. L’iridio è un metallo che fa parte del gruppo 9, periodo 6 della Tabella Periodica degli elementi. Si può trovare allo stato nativo principalmente legato al platino o all’osmio. E’ un metallo duro, fragile e molto resistente alla corrosione. Normalmente l’iridio è molto raro sulla crosta terrestre in quanto si trova immagazzinato nel nucleo liquido della Terra. Tabella 2: confronto tra la concentrazione di iridio e altri elementi Elemento Universo Sole (ppb) (ppb) Meteoriti (ppb) Iridio 2 2 5,5x102 Roccia della crosta terrestre (ppb) 0,4 Platino 5 9 103 37 Palladio 2 3 6,7x102 6,3 Ferro 1,1x105 1,0x106 2,2x108 6,3x107 25 Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia CANBERRA Agosto 2007 I valori indicati nella Tabella 2 mostrano che sulla crosta terrestre l’iridio si trova in basse concentrazioni, 0,4 ppb, rispetto ad altri metalli come il palladio, mentre aumenta in maniera significativa in oggetti extraterrestri (meteoriti, asteroidi, comete). Sono state riscontrate anomalie positive di concentrazioni di iridio in varie sezioni marine e continentali del limite K-T, come nei pressi di Gubbio (Italia), Steves Klint (Danimarca), in sette diverse località della Nuova Zelanda (Hollis, 2003), Caravaca (Spagna), El Kef (Tunisia), Brazos River (Stati Uniti) (Courtillot, 1999). Secondo Heymann et al 1996, a Woodstock Creek, in Nuova Zelanda, è stata riscontrata un forte aumento pari a 1500 nella concentrazione di iridio nello strato immediatamente al di sotto di quello del limite K-T mentre la riduzione nello strato immediatamente al di sopra è meno consistente. L’aumento più alto che si è registrato a Woodside Creek è pari a 197 ng/cm2. Il campione analizzato dal gruppo di Alvarez era stato prelevato nel bacino pelagico nei pressi di Gubbio (Italia) e conteneva una fascia di argilla marrone tra la pietra calcarea del periodo cretacico e quella rossa del periodo terziario. Inoltre, la pietra calcarea del periodo cretacico conteneva fossili di crostacei del tipo Forminifera globutrucana (organismi unicellulari che producono carbonato) assenti nello strato di argilla, mentre nella pietra calcarea rossa ne sono stati riscontrati pochi e diversi rispetto a quelli dello strato soprastante del periodo cretacico. Nel 1981, Glen Penfield e Antonio Camargo, due geofisici petroliferi, pubblicarono nella rivista “Sky & Teleskope” i dati relativi alla scoperta di un grande cratere situato a Chicxulub nella parte occidentale della penisola dello Yucatan (Messico), come indicato nella Figura 2. Figura 2: Chicxulub – Penisola dello Yucatan ai tempi dell’impatto. In rosso sono indicati altri siti in cui è stata riscontrata un’anomalia di iridio (Hollis, 2003) Sulla base dei dati geofisici relativi al cratere da impatto, Sharpton et al 1996, affermano che il cratere ha un diametro di poco inferiore ai 200 Km e presenta tracce di uno strato di rocce tipo breccia di 300 m di spessore con effetti di metamorfosi da shock dei minerali e deformazioni planari in quarzo, feldspato e zirconi, minerali allo stato fuso e sciolti. Inoltre, sono state riscontrate alte concentrazioni di iridio, renio e osmio che sembrano avere origini extraterrestri. Sotto questo strato è stato individuata un’unità di roccia sciolta che risale, secondo la tecnica di datazione 40Ar/39Ar, a 65,07± 0.1 milioni di anni fa (Swisher et al 1992). Bohor et al 1984 hanno riscontrato la presenza di estese fratture nei granelli, mosaico da shock, lattice del cristallo spostato, lamelle di vetro e polimorfo SiO ad alta pressione. Il quarzo da shock si forma in seguito all'applicazione di altissime pressioni pari a ~ 10 – 50 kPa. Questo tipo di granelli sono stati riscontrati in Italia, Danimarca, Spagna, Pacifico centro-settentrionale e Nuova Zelanda. Le tectite e microtectite sono dei corpi che si formano durante un impatto e che possono raggiungere distanze remote. Generalmente, hanno un contenuto volatile, contengono poca acqua e sono corpi vetrosi silicatici di colore nero simili all'ossidiana ma con una composizione chimica differente che potrebbe indicare un contatto con una meteorite (Glass, 1990). Ne sono stati ritrovati alcuni campioni nei sedimenti del limite K-T. 26 Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia CANBERRA Agosto 2007 L’impatto, avvenuto nell’oceano, ha portato alla formazione di uno tsunami di più di 150 m che ha intaccato i bacini pelagici. Nel limite K-T del Brazos River (Texas) (Bourgeois et al, 1988), Beloc, Haiti (Carey et all, 1993) e nel nord-est del Messico (Smit et all, 1992) sono stati ritrovati dei depositi clastici grezzi che contrastano con i fini depositi di acque profonde sottostanti e soprastanti lo strato grezzo. Nella Bassa California (Messico) è stata identificata una sequenza stratigrafica al margine del Pacifico. La tecnica di datazione con laser-calore 40Ar/39Ar della biotite, orneblenda, plagioclase, pietra pomice, lapilli, tufo presenti nel mezzo della valle indica un’età di 65,5 +/- 0,6 milioni di anni. Anche i ritrovamenti di sedimenti liquefatti nello stesso sito sembra sostenere la teoria di una scivolamento terrestre brusco in seguito all’impatto di un bolide (Busby, 2002 and Yip et al, 2002). Le analisi compiute con la Cromatografia Liquida ad Alta Pressione (HPLC) sul fullerene C60 and C70 che si forma durante incendi nelle argille K-T sono in linea con la teoria degli incendi sviluppatisi dopo l’impatto (Heymann et al 1996). La Teoria dei Trappi del Deccan I Trappi del Deccan si trovano nella parte centro-occidentale dell’India e costituiscono l’area vulcanica più estesa nella Terra con una superficie di circa 500.000 km2 ricoperta di lava basaltica. McLean iniziò ad analizzare la perturbazione del ciclo di carbonio nel limite K-T nel 1977, ma soltanto nel 1979 iniziò ad associare tali perturbazioni ai Trappi di Deccan. Nel 1981, affermò che il pennecchio di mantello dei trappi di Deccan perturbava il ciclo di carbonio nel limite K-T che provocò, come conseguenza, l'estinzione di massa e il rilascio dell'iridio dai fumi vulcanici (Courtillot, 1999). L’eruzione iniziò subito prima della formazione del limite K-T e si pensa sia durata circa 200.000/500.000 anni. Il rilascio di grandi quantità di ceneri vulcaniche, biossido di carbonio e altre sostanze volatili durante un’eruzione porta alla formazione di piogge acide, effetto serra e esaurimento di ozono. La teoria vulcanica sostiene un’iniziale abbasamento delle temperature di 3-5° C a causa delle polveri rilasciate durante l’eruzione, seguito da drastici cambiamenti climatici di lunga durata a seguito di un aumento della temperatura globale di circa 5° C. Gli oceani non furono stati in grado di disperdere una quantità così consistente di biossido di carbonio e di conseguenza la fotosintesi si ridusse in maniera significativa provocando la morte degli organismi meno in grado di adattarsi alla vita marina. Sulla presenza di grandi quantità di iridio gli scienziati che sostengono la teoria vulcanica concordano sul fatto che l’accumulo di iridio derivi da materiale erotto. Recenti misurazioni di emissioni vulcaniche per le eruzioni nelle Hawaii hanno però mostrato livelli di iridio troppo bassi per aver potuto originare le alte concentrazioni riscontrate nei campioni del limite K-T (Finnegan, 1990). Abbott e Isley invece hanno riscontrato che il vulcanesimo nei Trappi di Deccan iniziò dopo l'impatto della meteorite a Chixculub, e fu una conseguenza dell’impatto stesso (Abbott & Isley, 2002). Recenti modelli matematici hanno dimostrato che il riscaldamento (effetto serra) prodotto dal vulcanesimo dei Trappi di Deccan di circa 2°C è troppo basso per poter essere associato all'estinzione di massa avvenuta nel limite K-T (Caldeira and Rampino 1990). Questo innalzamento può essere invece considerato la causa dell’estinzione di specie con determinazione del sesso in funzione della temperatura (Rage, 1998). Conclusioni Ad ora, non si può dire che gli scienziati abbiano raggiunto una conclusione finale, e la questione continua ad essere dibattuta animatamente. Ogni anno vengono pubblicati vari articoli in tutto il mondo con nuove prove a sostegno dell'una o dell’altra teoria, ma ancora non è stata trovata una prova contundente che possa essere accettata da entrambe le parti. Ringraziamenti Vorei ringraziare il Dr. Hollis per il Suo aiuto nella mia ricerca, Dott.ssa Paola Lucidi traduttrice del Bollettino della Comunità Scientifica Italo-Australiana e la Dott.ssa Paola Cesaroni che mi ha aiutato a tradurre parte della terminologia della biologia e geologia. Bibliografia Abbot, D.H. and Isley, A.E., Extraterrestrial influences on mantle plume activity, EARTH AND PLANETARY SCIENCE LETTERS, 205 (1-2): 53-62 DEC 30 2002 Alvarez L. W., Alvarez W., Asaro F. and Michel H. V., Extraterrestrial causes for the Cretaceous-Tertiary extinction, Science, 208, 1095-1108, 1980 Alvarez W., Asaro F., Michel H. V. and Alvarez L. W., Iridium anomaly approximately synchhronous with terminal Eocene extinctions, Science, 216, 886-888, 1982. 27 Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Agosto 2007 CANBERRA Bohor, B.F., E.E. Foord, P.J. Modreski, and D.M. Triplehorn. 1984. Mineralogic Evidence for an impact event at the Cretaceous-Tertiary boundary. Science 224: 867-869. Bourgeois J. T., Hensen T. A., Wilberg. P. L. and Kauffman E. G., A tsunami deposit at the Cretaceous-Tertiary boundary in Texas, Science, 241, 567-570, 1988 Busby, CJ; Yip, G; Blikra, L; Renne, PCoastal landsliding and catastrophic sedimentation triggered by CretaceousTertiary bolide impact: A Pacific margin example? GEOLOGY, 30 (8): 687-690 AUG 2002 Carey S., Sigurdsson H. and D'Hondt S., Stratigraphy and sedimentology of the K/T boundary deposit in Haiti, 24th Lunar Planet. Sci. Conf. 251-252, 1993. Courtilot, V., 1999, Evolutionary Catastrophes – The Science of Mass Extinction, Cambridge University Press. 24, 32, 38-40, 52 Finnegan et all, 1990, Iridium and other trace-metal enrichments from Hawaiian volcanoes; Sharpton and Ward eds, Global Catastrophes in Earth History, Geological Society of America, Special Paper 247 Glass B. P., Tektites and microtektites: key facts and interferences, Tectonophysics, 171, 393-404, 1990. Glass, B.P., and J. Wu. 1993. 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GEOLOGY, 30 (8): 687-690 AUG 2002. Rossana Untaru, BSc (Waikato) MSc (Waikato) Email: [email protected] Articolo originale in inglese 28