KO al KT

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KO al KT
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Titolo originale: Not by Fire but by Ice
© 2005 Robert W. Felix
traduzione
Gianpaolo Fiorentini
revisione
Simona Camporesi
editing
Claudio Corvino, Valentina Pieri
copertina
Matteo Venturi (adatt. Editing snc)
I edizione eBook: agosto 2010
Collana “Il Futuro oltre il 2012”
Isbn ed. pdf: 978-88-7869-017-2
© 2010 Macro Edizioni
un marchio del Gruppo Editoriale Macro
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d’autore, a norma delle vigenti leggi.
I n d ice
Ringraziamenti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7
Introduzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
KO al K-T . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 17
Bolidi bulli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 31
Denuncia di scomparsa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 43
L’ironia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 53
Il reggitore dell’universo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 65
La deriva dei continenti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 79
Il traditore interno . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 97
Luci sismiche e serpenti impazziti . . . . . . . . . . . . . . . . 115
Tartarughe che si inabissano . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 127
Stufato di pesce . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 145
Non dal fuoco ma dal ghiaccio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 155
Un difetto fatale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 167
Nove piani di neve al giorno . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 177
Il pace-maker delle ere glaciali . . . . . . . . . . . . . . . . . . 188
Il diluvio di Noè . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 199
La prossima era glaciale è... adesso! . . . . . . . . . . . . . . 213
La fine . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 235
Aggiornamento per la seconda edizione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 245
Bibliografia
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 253
Indice analitico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 293
Tanto tempo fa
l’universo era fatto di ghiaccio.
Poi, un giorno,
il ghiaccio iniziò a sciogliersi
e nel cielo salì una nebbia.
Dalla nebbia
uscì un gigante fatto di gelo
e la terra e i cieli
vennero fatti dal suo corpo.
Ecco come il mondo è stato creato
e come il mondo finirà:
non dal fuoco
ma dal ghiaccio.
I mari geleranno
e gli inverni non avranno fine.
Antica leggenda scandinava
RINGRAZIAMENTI
Così tante splendide persone mi hanno dato sostegno e incoraggiamento durante la scrittura di questo libro che è difficile
decidere chi ringraziare per primo. Inizierò da Peggy King Anderson. Grazie, Peggy, per il tuo appoggio... e per avermi tenuto
incatenato alla scrittura.
Grazie alle tante anime coraggiose che hanno letto le stesure
che ogni volta dovevano essere “quella definitiva”. Il mio grazie di cuore va a Lou Guzzo, S. Warren Carey, Mary Young,
Douglas Gantenbein, Marion Terrell, Brian Gere, Dale Hamilton, Judy Sorrell, Lisle Rose e a mia figlia Michele, per i consigli e i commenti. Un grazie particolare a Leslee Tessman e
Phyllis Hatfield, per il preziosissimo editing.
Ma soprattutto, grazie a mia sorella e a suo marito, June e
George Mona, che hanno dovuto navigare attraverso tutte le
successive stesure: dalla prima versione, cinque lunghi anni
fa, di 420 pagine terribilmente lunghe e noiose, poi quella di
370 pagine, di 355, di 300, eccetera eccetera. Grazie, June e
George, per la vostra grande dimostrazione d’amore.
Per la seconda edizione ringrazio il professor John E. Sanders
per l’aiuto e le critiche (e per avermi fatto notare l’uso sbagliato
di alcune parole).
E grazie al geologo ricercatore Jack Sauers, che ha richiamato
la mia attenzione sulla Piccola Era Glaciale e mi ha fornito dati e
riferimenti che altrimenti avrebbero richiesto anni di ricerca.
I ntr o d u zi o ne
Vi dico subito che cosa non è questo libro. Non è un’ennesima storia horror su come noi avidi esseri umani stiamo
distruggendo il mondo. È un libro che parla delle estinzioni di massa e spiega perché la prossima estinzione di massa, che include quella dell’umanità, potrebbe avvenire da un
momento all’altro.
Aprite un giornale qualunque e leggerete che il nostro
ecosistema sta cadendo a pezzi. Leggerete che i livelli di metano, anidride carbonica, idrocarburi, zolfo e ossidi d’azoto nell’atmosfera aumentano, mentre le percentuali di ozono diminuiscono e le temperature dei mari diventano sempre
più elevate. Tutti giurano che questi cambiamenti sono prodotti dall’uomo.
Niente è più lontano dalla verità.
La maggior parte di questi cambiamenti è causata da un
ciclo naturale ricorrente che comprende terremoti, eruzioni
vulcaniche, inondazioni, riscaldamento dei mari, estinzioni
di massa e glaciazioni.
Non stiamo distruggendo il nostro mondo: è il nostro
mondo che sta per distruggere noi.
Mentre ci preoccupiamo per il riscaldamento globale, la
prossima era glaciale sta per iniziare. E quando inizierà, inizierà di colpo! Tutte le ere glaciali sono cominciate a grande
velocità. Quando avrete finito di leggere questo libro, basterà un fiocco di neve per farvi tremare.
Le ere glaciali iniziano e finiscono di colpo ogni 11.500
anni. Prima avviene una spaventosa inondazione, come il di-
10 - La Prossima Era Glaciale
luvio di Noè, che segnala la fine dell’era glaciale in corso.
Poi inizia un periodo più caldo simile a quello attuale. Questo periodo caldo, chiamato periodo interglaciale, dura appunto circa 11.500 anni. Poi la successiva era glaciale ha inizio... in modo catastrofico.
Permettetemi di ripeterlo: tutte le ere glaciali sono iniziate di colpo.
Questo ciclo di 11.500 anni di clima più caldo seguito da
una nuova era glaciale si ripetete con precisione cronometrica da milioni di anni. Pensare che non accada di nuovo solo
perché adesso gli uomini vivono su questo pianeta è un’illusione.
E questo ci porta appunto all’argomento di questo libro.
Dato che ogni periodo interglaciale è sempre durato quasi
esattamente 11.500 anni, e dato che l’attuale periodo interglaciale è iniziato quasi esattamente 11.500 anni fa, ne consegue che...
Non dovete avere una laurea in fisica per leggere questo
libro. Non dovete essere scienziati, geologi, paleontologi o
nessun tipo di -ologi. Tutto quello di cui avete bisogno è la
preoccupazione per la vostra sopravvivenza. Non ho usato
un linguaggio specialistico e l’ho scritto in modo che possiate leggerlo di corsa. Se non capite qualcosa, saltatela e andate avanti. Vi diventerà più chiaro procedendo nella lettura.
Ogni parte di questo libro, ogni parola, porta a una conclusione inevitabile: la prossima era glaciale potrebbe cominciare domani. Per arrivare a questa conclusione partiremo dall’estinzione dei dinosauri, 65 milioni di anni fa, un fenomeno che mi ha sempre affascinato. Sulla loro estinzione
ho divorato tutte le informazioni disponibili.
Quale misteriosa forza della natura, mi chiedevo, ha potuto uccidere tanti esseri viventi quasi all’improvviso? Sapete, i dinosauri non sono scesi nella tomba da soli: hanno
Introduzione - 11
portato con sé mezzo mondo. Anzi, più di mezzo mondo.
Mammiferi, pesci, alberi e vegetali sono stati “beccati”. Il
75 percento delle specie viventi scomparve dalla faccia della
terra in un batter d’occhio geologico. Perché?
Poi arrivò la teoria della collisione di un asteroide o di un
grande meteorite con la terra. Sarebbe stato questo impatto
a causare la fine dei dinosauri. È una teoria eccitante, di forte impatto visivo, e divenne in breve la teoria del giorno. E
continua a esserlo.
Molti paleontologi, più numerosi di quanto crediate, non
accettano questa teoria. Io sono d’accordo con loro.
Se l’estinzione dei dinosauri fosse stata l’unica estinzione di massa accaduta sul nostro pianeta, potrei anche accettare la teoria dell’asteroide. Ma non è stata l’unica. Il nostro
mondo ne ha viste almeno 17.
Allora, se l’estinzione dei dinosauri non è stata provocata
da un asteroide, che cosa l’ha provocata?
Un giorno, per l’esattezza il 4 febbraio 1991, tutte le informazioni che avevo raccolto nel corso degli anni si unirono a formare un quadro completo. In un improvviso lampo
di comprensione capii che cosa uccise realmente i dinosauri... e che la stessa cosa potrebbe uccidere anche la maggior
parte di noi.
Mi sentii spinto, o se volete guidato, a seguire quel lampo
di comprensione. Oggi, a distanza di più di cinque anni di ulteriori studi e ricerche, ne sono ancora più convinto.
Stranamente, la mia intuizione originaria non aveva niente a che fare con il ghiaccio. Aveva a che fare con l’inversione del campo magnetico.
Il campo magnetico della Terra si è invertito centinaia, se
non migliaia, di volte nel corso delle epoche. A ogni inversione
le bussole (se fossero già state inventate) avrebbero indicato il
sud invece del nord, l’Antartico invece dell’Artico. (Non frain-
12 - La Prossima Era Glaciale
tendete: il mondo non si è capovolto, né niente del genere. È solo il polo magnetico che si sposta dall’altra parte del globo).
Per una strana “coincidenza”, l’estinzione dei dinosauri
corrisponde a una di queste inversioni. Ma per molti scienziati le inversioni del campo magnetico non avrebbero prodotto “risultati significativi”.
Ritengo che si sbaglino di grosso.
Le inversioni del campo magnetico sono molto più letali di quanto immaginiamo. Sono queste inversioni la causa
delle estinzioni di massa. Le inversioni magnetiche scatenano terremoti ed eruzioni vulcaniche. Le inversioni magnetiche formano le montagne. Le inversioni magnetiche scatenano correnti elettriche nel terreno. Le inversioni magnetiche fanno crescere e diminuire il livello dei mari.
Come dimostrerò, un’inversione magnetica ha ucciso i
dinosauri, un’inversione magnetica ha ucciso i mammut e
un’inversione magnetica ucciderà presto la maggior parte
dell’umanità.
Ma, un momento! Non ho appena detto che verremo spazzati via da una nuova era glaciale?
Certo. Per strano che sembri, sono le inversioni del campo magnetico a causare le glaciazioni. In questo libro vi spiegherò perché. (Tra parentesi: ha a che fare con l’attività vulcanica dei fondali oceanici).
Disgraziatamente, la prossima inversione magnetica potrebbe essere già iniziata.
Tutte le inversioni del passato sono state precedute da
un’attenuazione del campo magnetico. Oggi è così? Sì, il
campo magnetico si sta indebolendo. Negli ultimi 2.000 anni si è ridotto di oltre il 50 percento. Il 5 percento di questo
50 percento, solo negli ultimi cento anni. Questo indebolimento (sono gli esperti ad affermarlo) può essere un segnale
della prossima inversione.
Introduzione - 13
Per questo ho scritto questo libro: per mettervi in guardia.
Siamo sull’orlo di un disastro... e non lo sappiamo nemmeno. Il
mio augurio è che tutti – docenti, studenti, scienziati, economisti, governanti, la NASA, il NOAA (il Dipartimento americano
per l’Oceanografia e l’Atmosfera), l’USGS (Osservatorio americano di Geologia) – tutti collaboriamo alla ricerca di una soluzione per sopravvivere.
Aggiornamenti per la seconda edizione
Dall’anno della pubblicazione della prima edizione di
questo libro, il clima è peggiorato esattamente secondo le
mie previsioni.
Nevicate eccezionali in Scozia. Nevicate eccezionali in
Galles. Nevicate eccezionali nell’Europa continentale. Nevicate eccezionali negli Stati Uniti. Nevicate eccezionali
in Messico. La peggiore tempesta di neve mai registrata a
Montreal. E che dire delle spaventose valanghe che precipitano dalle Alpi?
Temperature eccezionalmente basse in Finlandia. Temperature eccezionalmente basse in Svezia. Temperature eccezionalmente basse in Norvegia. Temperature eccezionalmente basse in molte aree degli Stati Uniti. A Mosca, il dicembre più freddo dal 1882.
Vi prego, non è il caso di deprimersi!
Il fatto che stiamo entrando in una nuova era glaciale non
significa che l’intero pianeta verrà ricoperto dai ghiacci. Ad
esempio, durante l’ultima glaciazione la regione in cui oggi
sorge Seattle era sotto 120 metri di ghiaccio, ma già nella parte meridionale dello stato di Washington le temperature erano
solo di 2.7-5 gradi al di sotto di quelle odierne e quelle della
fascia equatoriale non erano molto diverse da quelle attuali.
14 - La Prossima Era Glaciale
Sto semplicemente dicendo che il clima di Chicago potrà scendere fino alla Georgia e le persone vivono abbastanza felicemente ( per così dire) in “The Windy City” (la città
del vento). E che, così come le previsioni metereologiche ci
danno il tempo di prepararci all’arrivo di un uragano, possiamo prepararci per la prossima era glaciale. Lo scopo di
questa seconda edizione è sempre quello della prima: informarvi in anticipo.
Se volete altre informazioni:
http://iceagenow.com.
A Michele Ashley
C a p it o l o 1
KO al K-T
L’era dei rettili finì perché era durata abbastanza
e soprattutto perché era stata un errore.
Will Cuppy
Contorti e aggrovigliati, i loro corpi giacciono sul suolo desolato del Wyoming come mosche schiacciate. Ma non sono mosche, sono dinosauri. Lunghi più di 20 metri (la lunghezza di un
camion con rimorchio), quelli che erano invincibili brontosauri
giacciono riversi sul freddo terreno calcareo di Sheep Creek.
Con il corpo inarcato, la testa e la coda piegati all’indentro,
questi mostri da 50 tonnellate mostrano i segni degli spasmi
dell’agonia. Un’agonia terribile, se ha contorto e deformato i
loro corpi in questo modo. Dozzine di corpi contorti sono state
trovate, scavo dopo scavo, in tutto l’Ovest degli Stati Uniti.
Corpi di dinosauri praticamente intatti, voltati orribilmente sul dorso, con le zampe nell’atto di scalciare e il petto dilatato per immettere aria, sono stati trovati anche a Lance Creek, sempre nel Wyoming. Sembrano fissati nell’atto di esalare
l’ultimo respiro, come dice il palentologo Robert Bakker.
I dinosauri non furono gli unici a morire. Anche i loro
predatori e i loro saprofagi subirono la stessa sorte. I paleontologi fanno notare che devono essere morti tutti contemporaneamente, perché le carcasse dei dinosauri non sono state
lacerate o dilaniate... e nessun saprofago che si rispetti rinuncerebbe a un pasto pronto.
Che cosa uccise questi animali pesanti decine di tonnellate,
i loro predatori e i loro saprofagi? È la domanda che ci ponia-
18 - La Prossima Era Glaciale
mo da quando venne scoperto il primo dinosauro fossile nel
1822, ma non abbiamo ancora trovato il minimo indizio.
Forse il clima cambiò improvvisamente. Forse diventò troppo freddo o troppo caldo. Forse caddero piogge troppo abbondanti, forse non pioveva abbastanza o forse si abbatté una siccità. Muscoli e legamenti seccati per mancanza di liquidi avrebbero potuto fare assumere ai corpi quelle pose contorte. Così
ipotizzava Bakker in The Dinosaur Heresies (1986).
Forse ci sono troppi forse. Se si era abbattuta una siccità,
perché abbiamo trovato profonde impronte di dinosauro (così
profonde da potere contenere oltre 200 litri d’acqua) nella roccia calcarea? Com’è possibile lasciare impronte nella roccia?
Il terreno doveva essere molle nel momento in cui morirono, dicono i geologi. Le orme vennero lasciate prima che il
calcare si rassodasse. E, dato che le impronte sono profonde,
anche lo strato molle doveva essere profondo.
Fango durante una siccità?
E come fa una siccità nel Wyoming a uccidere altri dinosauri in Texas, 1.500 chilometri più a sud? E la stessa siccità
a ucciderne altri 1.000 chilometri più a nord, in Canada? E a
3.000 chilometri più a est, nella River Valley del Connecticut? E in Africa? E in Belgio? Ossa di dinosauro sono state
trovate in tutto il mondo, dall’Arabia Saudita all’Antartico.
Una siccità che si era abbattuta sull’intero pianeta?
E come fa una siccità nel Wyoming a provocare una moria di
pesci a migliaia di chilometri di distanza in pieno oceano? Ah,
non sapevate dei pesci? I dinosauri non scesero nella tomba da
soli, portarono con sé mezzo mondo: mammiferi, pesci, alberi
e specie vegetali. Organismi che vivevano negli oceani vennero praticamente cancellati. Fu un’estinzione di massa globale e
improvvisa. Il 75 percento delle specie del pianeta si estinse per
non comparire mai più all’interno degli strati geologici. Tutta la
cosa, dicono gli scienziati, fa pensare a un “ripensamento”.
Capitolo 1 - KO al K-T - 19
La scomparsa del 75 percento delle specie viventi è un disastro peggiore di qualunque olocausto nucleare che potete
immaginare. Se facessimo esplodere nello stesso momento
tutti gli ordigni nucleari del mondo, non ci avvicineremmo
neppure lontanamente a una tale devastazione. Neppure lontanamente. Deve esserci una risposta e dobbiamo trovarla in
fretta, prima che accada di nuovo.
Perché accadrà di nuovo e molto presto!
Non che i dinosauri fossero dei nuovi arrivati e non sapessero come sopravvivere. Erano intelligenti. Sapevano cavarsela. Li troviamo nelle paludi del Cretaceo per milioni
di anni1. (I primi fossili del Cretaceo vennero trovati sepolti
nella creta, di qui il nome “Cretaceo”).
I dinosauri sono apparsi sulla scena 248 milioni di anni
fa, all’inizio del Mesozoico. Arrivarono con la stessa rapidità con cui scomparvero, come invasori nella notte. Nessuno
sa da dove venissero. Impadronitisi rapidamente del potere,
regnarono sul mondo per oltre 180 milioni di anni. E sembravano destinati a regnare per sempre.
Paragonata alla presenza dei dinosauri, la comparsa dell’uomo sulla terra è come il punto finale alla fine di un libro. Siamo
ancora dei poppanti. Se facessimo un grafico in cui la presenza
dell’uomo sulla terra equivale a 2.5 centimetri, quella dei dinosauri avrebbe un’altezza di 150 piani.
Re delle montagne, robusti e in ottima salute, signori di tutte
le altre creature, i fossili non contengono la minima traccia della loro prossima fine. Poi, di colpo, bam!, senza preavviso, senza riduzione del loro numero, senza il tempo di recitare l’ultima
1. A
proposito, i dinosauri non vivevano nelle paludi, come lasciano credere le illustrazioni di molti libri per ragazzi. Il fatto è che, alla loro
morte, gigantesche inondazioni trascinarono i loro corpi in antichi bacini, facendoli sembrare il loro habitat naturale.
20 - La Prossima Era Glaciale
preghiera ai loro dèi, senza nemmeno il tempo per i piccoli di
finire di uscire dalle uova, furono sterminati brutalmente. Erano
guerrieri formidabili, perché non si sono difesi? Nessuno lo sa.
La loro morte segna la fine di un’era geologica e l’inizio
di un’altra: la fine del Cretaceo e l’inizio del Terziario. La linea che divide questi due periodi, di 65 milioni di anni fa, è
chiamata delimitazione K-T. (La lettera K è l’iniziale del tedesco kriede, “creta”, e la T è l’iniziale di terziario, “terzo”).
È l’inizio della terza grande era geologica.
I paleontologi hanno frugato gli strati dei precedenti periodi geologici in tutti i possibili modi. A cavallo, dall’aereo,
dal satellite, a quattro zampe sul terreno infuocato dei deserti. Hanno usato la dinamite, martelli pneumatici, spolverini e
trapani da dentista. Eppure, nessuno sa ancora dire che cosa
uccise quei rettili enormi.
Uno scienziato ha ipotizzato che la causa sia stata lo stress,
evidenziato dal fatto che le loro uova stavano diventando più
sottili. Gusci più sottili proverebbero che i dinosauri erano
diventati grassi, pigri e psicologicamente demotivati.
Strana teoria, vero? Sentite il ragionamento. Le ricche paludi e il clima torrido della fine del Cretaceo, secondo costui,
avrebbero reso la vita dei dinosauri troppo facile e abbondante. Come in un perenne baccanale, i felici dinosauri non
dovevano far altro che rotolarsi per terra, spalancare le fauci
e aspettare che il cibo gli entrasse direttamente in bocca.
Il massimo dei fast-food! La vita era così facile che non
dovevano fare altro che mangiare e fare sesso. Ciò portò alla
sovrappopolazione e al sovraffollamento. Che, come per gli
uomini, provoca inevitabilmente stress.
Lo stress uccide gli uccelli. O meglio, smettono di deporre
le uova e si estinguono. (Lo stress produce uno squilibrio nel
loro sistema ormonale che rende il guscio delle uova troppo
sottile). Lo stesso tipo di stress ha investito i dinosauri?
Capitolo 1 - KO al K-T - 21
Un’altra teoria dà la colpa ai mammiferi. Sì, c’erano dei
mammiferi, ma dalle dimensioni insignificanti di un roditore, probabilmente notturno. Alcuni scienziati li chiamano “palle di pelo” (o più ufficialmente “mammiferi primitivi
estinti”). Forse i nostri antenati mammiferi erano arrivati a
odiare le uova. Che vita! Omelette di dinosauro tutte le notti
per lo spuntino di mezzanotte.
Ma le piante non depongono uova. Perché sono scomparse
anche tante specie vegetali? Le angiosperme (piante legnose
ed erbacee con fiori) scomparvero nel giro di una notte. Secondo Jack Wolfe, dello U.S. Geological Survey (USGS), alberi
simili alle magnolie scomparvero in un periodo di quattro-sei
settimane. Rimasero solo le felci. Questo fenomeno è chiamato “picco delle felci” e dimostra che l’estinzione avvenne
molto rapidamente. Fu un disastro ecologico paragonabile
al massacro del giorno di San Valentino, scrive Stephen Jay
Gould, di Harvard: «L’ecosistema collassò completamente».
Polline e spore sparirono così rapidamente nella delimitazione K-T che, secondo Robert Tschudy dell’USGS, «possiamo immaginare la morte delle foreste in meno di un anno». Per qualche motivo, aggiunge, la distruzione vegetale
avvenne più nelle aree settentrionali che ai tropici. (Anche
Leo Hickey, dello Smithsonian Institute, rileva un disastro
maggiore nelle regioni settentrionali).
Forse i colpevoli erano proprio le piante, ipotizza il noto
palentologo inglese Anthony Hallam. Forse la nuova dieta
dei rettili finì per rovinargli lo stomaco. «Giungiamo all’inevitabile conclusione» scrive Hallam, «che i poveri dinosauri
morirono di costipazione».
Forse avete letto in qualche giornale locale che le massicce
emissioni di gas metano emesse dai dinosauri (le loro flatulenze) provocarono un riscaldamento globale che ha fatto quello
che qualunque riscaldamento globale ci si aspetta che faccia.
22 - La Prossima Era Glaciale
Forse tutti i ghiacciai del pianeta si sciolsero nello stesso
momento e i mari si innalzarono di centinaia di metri, sommergendo i continenti.
No, dicono altri scienziati: alla fine del Cretaceo gli oceani non si sollevarono, si abbassarono.
E si sarebbero incredibilmente abbassati di 300 metri,
nessuno sa perché.
Molti geologi con solide credenziali ritengono che la causa dell’estinzione dei dinosauri siano state le eruzioni vulcaniche. È un’ipotesi legittima: durante la delimitazione K-T si
produssero enormi eruzioni vulcaniche in tutto il globo.
Oppure i dinosauri erano diventati così grandi, ha proposto un burlone, che non riuscivano più ad accoppiarsi. Costui non ha fatto bene i calcoli. Non tutti i dinosauri erano
alti quanto una casa di cinque piani. Alcuni avevano la taglia
di un cane e altri di un grosso corvo.
Ma che cosa c’entra la mole dei dinosauri con l’estinzione di tante altre specie? Creature marine grandi e piccole,
dai giganteschi serpenti marini ai molluschi, vennero decimate. Anche le prolificissime belemniti scomparvero, portando con sé molti altri molluschi muniti di conchiglia. (Le
belemniti, parenti degli attuali calamari, assomigliano a sigari fossili).
Le creature del mare non erano in declino né avevano perso il loro vigore, scrivono Surlyk e Johansen su Science (a
proposito di un invertebrato marino del Cretaceo, il phylumbrachiopoda). Prosperi e numerosi, niente lasciava presagire
il loro imminente destino sotto forma di diminuzione della
popolazione o in altre forme. E nulla lasciava prevedere la
prossima fine nemmeno per i bryozoani, le foraminifere o i
brachiopodi, scrivono gli stessi autori.
Le ammoniti, potenti abitanti dei mari del Cretaceo, non furono più fortunate.
Capitolo 1 - KO al K-T - 23
Quando la campana dell’estinzione suonò, furono buttate
fuori anche loro come tutti gli altri2. KO al K-T.
A un tratto, i sedimenti diventano quasi completamente
vuoti. Anche le piante furono spinte sull’orlo dell’estinzione. Che cosa ha potuto uccidere tante forme viventi tutte in
una volta? E così in fretta?
In fretta? Un tempo i paleontologi pensavano che le estinzioni di massa, comprese quelle del K-T, fossero lenti fenomeni che si trascinavano per centinaia di migliaia di anni:
estinzioni che si sommavano a estinzioni. Oggi, quasi tutti
gli scienziati concordano sul fatto che l’estinzione dei dinosauri fu incredibilmente veloce.
Secondo alcuni, in meno di 1.000 anni.
No, afferma Norman D. Newell, del museo di storia naturale di New York: bastarono alcuni secoli.
No, sostiene Jan Smit, dell’Università di Amsterdam: meno di 50 anni.
No, dichiara Digby McLaren, noto paleontologo dell’Università di Ottawa: fu quasi istantanea.
Instantanea. Una parola pericolosa che i paleontologi evitano come una strada piena di buche. Ma “istantanea” è proprio quello che ci dicono i fossili.
Forse una cometa, ipotizza lo scienziato francese Pierre
de Maupertuis. No, non potete avere letto il suo nome sul
giornale: la sua ipotesi risale al 1750.
Ovviamente, sbagliava anche lui.
2. Le
ammoniti, essenzialmente piccoli polipi muniti di conchiglia, erano appunto protette da una sottole conchiglia a spirale e sono parenti
stretti dell’attuale nautilo. Dalle dimensioni che andavano da quelle
di una moneta a quelle di una ruota di trattore (oltre 150 centimetri di
diametro), riempivano e svuotavano con un sistema a pressione delle camere interne per spostarsi come dei sommergibili in miniatura.
Nell’antichità erano ritenute i corni del dio egizio Ammon.
24 - La Prossima Era Glaciale
E sbagliano anche le attuali teorie dell’impatto di un asteroide, come vedremo presto.
Gli asteroidi non possono scegliere, giusto? Allora, perché
gli abitanti degli oceani furono quasi completamente distrutti e
quelli d’acqua dolce no? Coccodrilli e alligatori se la cavarono
alla grande. Lo stesso per le tartarughe di fiume. Anche i molluschi che vivevano nei fiumi e nei laghi non subirono il minimo
effetto, afferma il paleontologo Kenneth Hsü. È un mistero degno di Sherlock Holmes. L’acqua dolce sembra averli protetti.
Anche negli oceani vi furono delle differenze. Le creature
delle abissi se la cavarono molto meglio di quelle che vivevano in acque meno profonde. Nessuno sa perché.
E questi sono soltanto alcuni dei misteri.
Sulla terraferma, gli animali che pesavano più di 25 chili
vennero uccisi, mentre molti piccoli animali sopravvissero.
Molte specie di lucertole e di mammiferi superarono indisturbate il disastro.
Dov’è la risposta? Per conoscere il passato, i paleontologi osservano le stratificazioni geologiche e i fossili contenuti in queste
stratificazioni che si depositarono nei periodi che studiano.
Trovare un punto in cui il terreno ha l’età giusta, in questo
caso 65 milioni di anni, è già abbastanza difficile. Ma interpretare gli indizi nascosti nella stratificazione è un’arte che richiede le capacità di un esperto detective. Ci serve una specie
di ispettore Clouseau molto più antico dell’età della pietra.
Questo detective era Walter Alvarez e il luogo era Gubbio,
famosa fin dal 1700 per le sue ceramiche fatte con la creta dei
vicini Appennini. Quella creta nascondeva antichi segreti che
attendevano il detective giusto per essere portati alla luce.
Anzi, c’era tutta una squadra di esperti detective dell’Università di Berkeley: Walter Alvarez, docente di geologia all’Università della California; suo padre Luis Alvarez, fisico e premio
Nobel del Lawrence Berkeley Laboratory; Frank Asaro e Helen
Capitolo 1 - KO al K-T - 25
Michel, due chimici nucleari che facevano parte dello stesso laboratorio. Una squadra di pesi massimi.
Ma non erano esperti di dinosauri.
In quel fatidico giorno del 1978, i dinosauri erano l’ultima cosa a cui pensavano. E lo stesso valeva per i mososauri,
gli stegosauri e qualunque altra classe di sauri. Il loro interesse andava all’inversione del campo magnetico, il periodo
in cui le bussole indicano il sud invece del nord3.
La serendipità, cioè la ricerca casuale, svolge spesso un
ruolo fondamentale nelle nuove scoperte e l’interesse della
squadra per il magnetismo terrestre portò a una delle scoperte più significative nella storia della geologia.
Mentre conduceva degli esperimenti (l’analisi dei neutroni)
sulla creta di Gubbio, Alvarez si accorse di un’anomalia, un’irregolarità. Scoprì una concentrazione abnormemente alta, oltre
30 volte il normale, di iridio (un metallo simile al platino). Inoltre, c’erano concentrazioni insolitamente alte di osmio, antimonio e arsenico. Agli occhi di uno scienziato, un’anomalia è come uno spettacolo di strip-tease. Vuole vedere più a fondo.
Alvarez decise di sollevare il velo sul mistero e scoprì
uno strato spesso poco più di un centimetro presente in tutto
il globo e corrispondente al livello K-T. Come un segnalibro
tra le pagine del tempo, era stretto tra il calcare grigiastro del
Cretaceo e il calcare marrone del Terziario.
Che si trovasse in Spagna, Italia, Texas, Pacifico settentrionale o Atlantico meridionale, non faceva differenza: conteneva ovunque un eccesso di iridio. In Nuova Zelanda, la concentrazione era 20 volte il normale. In Danimarca ancora di più.
3. Le bussole avrebbero indicato il sud per metà della storia, scrivono Allen Cox e Robert Hart in Plate Tectonics, How it Works (1986). La polarità terrestre si è invertita centinaia, forse migliaia di volte. L’estinzione del K-T accadde in prossimità di una di queste inversioni.
26 - La Prossima Era Glaciale
Ogni strato di argilla K-T era ricco di iridio. Oltre 100
scienziati in 21 laboratori di 13 paesi esaminarono 95 siti in
tutto il mondo e trovarono in tutti livelli di iridio inspiegabilmente alti. Come aveva fatto tutto quell’iridio a sparpagliarsi
per l’intero pianeta?
Pare che il nucleo terrestre sia ricco di iridio, ma sulla
crosta è raro. Come ha fatto a salire in superficie? E, inoltre,
così stratificato?
È come se fosse sceso dal cielo.
Aha, sceso dal cielo! L’iridio è relativamente comune negli asteroidi e nei meteoriti, si ricordò Alvarez. Quella “polvere di stelle” doveva provenire dallo spazio. Materia extraterrestre. Ma come ha fatto ad arrivare fin qui?
Alvarez escluse le comete. Le comete sono solo grosse
palle di neve sporca fatte di gas congelati, polveri congelate
e frammenti di roccia congelati. Non potrebbero mai contenere abbastanza iridio da ricoprire l’intero pianeta.
Due anni dopo, Alvarez fece scoppiare una bomba nella comunità scientifica. Annunciò che l’iridio indicava una collisione
cataclismatica tra la terra e un gigantesco invasore galattico. Un
asteroide alto come una montagna e con un diametro di almeno
10 chilometri si era avventato a testa bassa contro la Terra.
Che follia! Una spiegazione galattica per un problema terrestre. C’era da ridere. Alvarez era andato a Gubbio per studiare
l’inversione del magnetismo ed eccolo suggerire, un geologo!,
che un asteroide vagabondo era il responsabile dell’estinzione dei
dinosauri. Doveva essere uscito di testa, si era capovolto anche
lui come il magnetismo.
Se solo avesse saputo...
Ma la comunità scientifica non scoppiò a ridere. Accettò la
sfida e si imbarcò in una caccia alle streghe galattica. I commenti che arrivavano da tutto il mondo davano la teoria di Alvarez per vincente. Un impatto di quel genere, concordavano gli
Capitolo 1 - KO al K-T - 27
scienziati, avrebbe causato una catena di disastri in tutto il globo: terremoti, eruzioni vulcaniche e solo Dio sa cos’altro.
Secondo i calcoli di Alvarez, se l’asteroide fosse caduto
negli oceani avrebbe scagliato in alto almeno 1.250 miliardi di tonnellate d’acqua. Tremendi tsunami (onde anomale)
avrebbero percorso gli oceani a oltre 600 chilometri all’ora,
creando impressionanti muraglie d’acqua alte 800 metri che
si sarebbero abbattute sugli ignari continenti.
Forse ancora più alte! Alan Hildrebrand e William Boynton
dell’Università dell’Arizona calcolano un’incredibile altezza di
4.800 metri. Onde alte come nuvole che, ricadendo sulla terra,
avrebbero spazzato via tutto quello che incontravano sul loro
cammino. (Non è solo una teoria. Jody Bourgeois, una geologa
detective dell’Università di Washington ha trovato nel Brazos
River vicino a Waco, in Texas, le prove in uno strato di sabbia
profondo 30 centimetri, depositato da uno tsunami di 65 milioni
di anni fa che aveva spostato dei massi, appunto di dimensioni
texane, come se fossero stati dei ciottoli)4.
Se invece avesse colpito il suolo, calcolò Alvarez, avrebbe creato un cratere grande 20 volte l’asteroide stesso, ovvero di 200 chilometri di diametro e profondo 40.
I detriti sollevati dall’impatto, e i pezzi di asteroide, sarebbero schizzati in orbita alla velocità di 130.000 chilometri all’ora, facendo il giro del pianeta in meno di 20 minuti.
E alcuni avrebbero potuto entrare in orbita.
Negli anni successivi all’impatto, i frammenti di roccia e
ciottoli che orbitavano attorno al pianeta cedettero alla forza
4. Prove di uno tsunami vengono anche da Cuba, dove lo scienziato polacco A. Pszczolkowski ha scoperto una morena risalente a 65 milioni
di anni fa e spessa 450 metri, probabilmente creata da un’onda gigantesca. Un altro deposito del T-K, coperto da uno strato di iridio, è stato
scoperto nel nord-est del Messico (Smit et al., 1992).
28 - La Prossima Era Glaciale
di gravità. Rientrando nell’atmosfera, dovettero creare delle
piogge di meteoriti di proporzioni mai viste.
Ma solo alcuni di quei frammenti, bruciati e ridotti a una
patatina fritta, avrebbero potuto lasciare sulla crosta terrestre
una cicatrice a ricordo della loro breve esistenza. Sono semplicemente ritornati polvere e cenere.
Sembrava impossibile. Ma, quando Wendy Wolbach, dell’Università di Chicago, scoprì uno strato di carbone negli strati di creta vicino all’iridio, i sostenitori della teoria dell’asteroide ne furono entusiasti.
C’era così tanto carbone in quello strato, annunciò Wolbach, che il 90 percento di tutta la vegetazione terrestre e milioni di animali doveva essere bruciato in un incendio provocato dall’impatto con l’asteroide e di dimensioni planetarie.
Con tutta la vegetazione del Cretaceo distrutta, come avrebbe potuto sopravvivere qualunque animale?
Il cielo, pieno di polveri e ceneri, avrebbe creato una notte perenne. Probabilmente gli sconcertati dinosauri non riuscivano più a vedere nemmeno la punta della propria coda. L’oscurità e le conseguenti rigide temperature (al buio
fa freddo) durarono probabilmente per mesi, se non anni. Le
reazioni chimiche crearono acido nitrico, acido solforico e
acido cloridrico: insomma, una bella pioggia acida.
Secondo alcuni scienziati, le piogge acide potrebbero
spiegare la morte di tante specie animali e vegetali, sia negli
oceani che sulla terraferma. Si erano trovati a nuotare in un
brodo tossico.
L’impatto avrebbe potuto provocare una serie di eruzioni vulcaniche in tutto il pianeta. Aggiungete alle polveri precedenti anche quelle eruttate dai vulcani nell’atmosfera... ed
ecco altra pioggia acida.
E altre tenebre.
Un disastro che si autoperpetuava.
Capitolo 1 - KO al K-T - 29
Stiamo parlando dello stesso disastro che provocherebbe
un’esplosione nucleare, ma non un’esplosione nucleare “qualunque”. Qualunque sia stata la causa del deposito di uno strato di iridio spesso quasi 2 centimetri (e in alcuni casi 30) sull’intero pianeta, si è trattato di qualcosa di enorme. Gli scienziati calcolano
una distruzione 10.000 volte maggiore dell’esplosione contemporanea di tutti gli ordigni nucleari oggi esistenti al mondo.
Secondo Alvarez, l’impatto negli oceani avrebbe sollevato una quantità di materia 60 volte superiore alla massa
dell’asteroide. Circa 60.000 miliardi di tonnellate di materia sarebbero stati scagliati in aria, materia appartenente per
la maggior parte ai fondali marini. E tutto ciò a causa di un
asteroide del diametro di nemmeno 10 chilometri.
L’oceano esplose verso il cielo. Mentre le acque circostanti venivano risucchiate nel vuoto che si era creato ed
entravano in contatto con l’area surriscaldata dell’impatto,
enormi colonne di vapore si innalzavano nel cielo. Un gigantesco vortice d’aria, materiali del fondale marino, acqua,
vapore e pesci polverizzati salirono nel cielo come un immenso fungo atomico. Con un gambo di oltre 160 chilometri
di diametro, il fungo doveva avere un diametro di migliaia di
chilometri. Più grande di un continente.
Viaggiando almeno a 80.000 chilometri all’ora (New YorkArizona in 3 minuti), la forza dell’impatto dell’asteroide, secondo le stime di Alvarez, avrebbe prodotto un miliardo di
volte l’energia della bomba atomica sganciata su Hiroshima.
No, non è un errore di stampa. Lo ripeto: la forza dell’impatto dell’asteroide avrebbe rilasciato un miliardo di volte
l’energia della bomba atomica sganciata su Hiroshima.
Fu come un lungo inverno nucleare in cui non rimase
nient’altro che un oceano da Dottor Stranamore. Quando le
polveri finirono di depositarsi, il mondo era diventato una
terra desolata. L’immensità dello scenario dell’impatto ac-
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cese l’immaginazione degli scienziati di tutto il mondo, che
si misero a caccia di prove.
I sostenitori dell’impatto erano alla ribalta e nel 1988 la
maggior parte del mondo accademico era convinta. “L’impatto è il killer più accreditato della delimitazione
k-t” è il titolo di un articolo del novembre 1988 della rivista
Science. Gli scienziati assegnano una “netta vittoria” all’impatto di un asteroide o di una cometa, diceva entusiasta l’articolo. Sembrava che il mistero fosse stato risolto.
Ma si sbagliavano.