Gli dei feticci - Università degli studi di Trieste
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Gli dei feticci - Università degli studi di Trieste
Gli “dei feticci” Il testo ben noto di Charles de Brosses ( Sul culto degli Dei feticci o parallelo dell’antica religione egiziana con la religione attuale della Nigrizia ) pubblicato anonimo a Ginevra nel 1760 contiene una serie di interpretazione delle religioni precristiane che risultano utili per capire l’atteggiamento con il quale i cristiani –in genere i monoteisti- guardavano allora nel secolo dell’illuminismo (ma guardano ancora oggi ) i sistemi che non si riconoscono nell’ottica dell’uno, del monos. , Sistemi che non riconoscono l’assoluta realtà trascendente di un Dio Unico creatore e responsabile dell’esistente 1 I politeismi e altri sistemi non politeisti ma non “deisti che organizzano il loro sistema di organizzazione del simbolico in una prospettiva diversa,non sono presi in considerazione ,in quanto dichiaratamente impossibili . Angelo Brelich ha posto con chiarezza la valutazione del politeismo nell’ottica dei monoteismi a cominciare da quello cristiano 2. Così scrive in un articolo uscito in lingua tedesca sulla rivista internazionale Numen nel 1960 , riproposto ora opportunamente in traduzione italiana : “nell’ambito delle numerose religioni da noi definite politeistiche,persino tra quelle tra cui è difficilmente immaginabile un immediato e reciproco rapporto,come p.es ,lo Scintoismo la religione dei Maya e quella greca esistono somiglianze più notevoli che tra una di queste e ,poniamo ,l’Islam o,d’altra parte ,la religione dei Boscimani o quella degli abitanti della Terra del Fuoco ….Ancora: caratteristica comune dei politeismi è pensare la realtà attraverso dei,cioè figure che posseggono un carattere immanente nei confronti della realtà che non si limita però alla natura . Gli “dei” non sono personificazioni di fenomeni naturali ,non esiste un processo di divinizzazione di qualche cosa che c’è ad esempio in natura, al contrario,gli dei con 1 Sul testo di de Brosses vedi Charles de Brosses Sul culto degli dei feticci. Parallelo dell’antica religione egiziana con la religione attuale della Nigrizia a cura di A. Ciattini – S.Garroni , Roma 2000 2 A. Brelich Der Polytheismus Numen 7,1960 123-136 trad.ital. in .Mitologia,Politeismo,Magia e altri studi di storia delle religioni (1950-1977) a Xella P.cur. Napoli 2002- Da notare l’interessante esclusione della religione celtica dal novero dei politeismi mentre si inserisce la religione germanica. le loro complesse fisionomie sono forme prodotte,pensate culturalmente ,come ottimali modelli di controllo di quella oggettiva naturalità della quale l’umanità divenendo progressivamente sapiens aveva preso coscienza . Ma torniamo a de Brosses . Nella sua ottica gli antichi – i popoli al di fuori della rivelazione – avevano elaborato “nella loro teologia pagana” essenzialmente due modelli : il culto degli astri detto anche sabeismo ( dal regno di Saba Arabia sudoccidentale ) e il culto di “oggetti terrestri e materiali detti “feticci” presso i neri africani ,tra i quali questo culto continua esistere e per questa ragione definito “feticismo”.Adorazione di dei fatti con le proprie mani De Brosses parte proprio dall’osservazione specifica del comportamento dei Neri d’Africa . Dietro questa scelta si propone e si delinea anche – in maniera culturalmente possiamo dire in certo senso anche inconsapevole , quella denigrazione dell’ altro che ha in questo caso la sua icona particolare nell’ homo afer ,il nero africano . Un modello che si profila come un leit motiv intellettuale ed avrà un’ampia e deleteria diffusione in quantificabile. Ricordiamo che Kant in “Le osservazioni sul sentimento del bello e del sublime “1764 scrive : “ mentre gli Indios d’America sono sinceri leali privi di cultura ma passibili di incivilimento i negri d’africa non hanno sentimenti che si elevino al di sopra del puerile” Da ciò quella esaltazione delle virtù del nobile indiano d’America che attraversa una parte del pensiero occidentale durante l’ottocento in modo simmetrico e contrario alla conquista del west e comunque in qualche modo prosegue . Vedi in particolare la presentazione della cultura degli indiani irochesi come modello di alta civiltà selvaggia . La religione degli irochesi appare comunque incentrata sulla venerazione di un Grande Spirito ,un Entità , molto simile al dio del monoteismo . La scoperta degli Esseri Supremi nei miti di popoli “primitivi” condurrà alla formulazione della famosa teoria del Monoteismo primitivo come memoria della Rivelazione difesa da padre Wilhelm Schmidt e contrastata da Raffaele Pettazzoni in una celebre disputa degli inizi XX secolo . De Brosses parte dall’affermazione che nessun popolo, tranne l’ethnos eletto ( gli ebrei ), ebbe un tipo di culto “non puerile” prima di essere raggiunto dalla salvazione cioè dall’annuncio dell’euanggelion ,il buon annuncio,il messaggio cristiano . I popoli rimasti primitivi furono sottratti anche alla possibilità della rivelazione cristiana dal diluvio che avrebbe permesso ad alcuni di sopravvivere in luoghi lontani . Osservare i comportamenti dei popoli selvaggi attuali ,quelli rimasti fuori dalla seconda rivelazione permette di ricostruire i comportamenti dei popoli precristiani antichi genericamente accumulati . Tutti questi popoli sono sostanzialmente rubricati come “politeisti” anche se il termine non è usato. Sono idolatri ,o con De Borsses feticisti In ogni caso sono i popoli che si sono allontanati dalla verità della rivelazione perché vittime di un errore,un terribile inganno . Un inganno ,un’illusione ha fondato infatti l’idolatria ,cioè il politeismo –termine come noto tardo ,introdotto solo nel XVI secolo . La denuncia dell’inganno idolatra si trova nella Sapienza di Salomone testo presente nella Bibbia greca dei Settanta composto in Alessandria d’Egitto tra il II-I a.C sicuramente da un colto ebreo alessandrino di lingua greca. Nella Sapienza si racconta di un padre che disperato per la morte del figlio ne fece fare un’immagine ed onorando il figlio in immagine come se fosse “vero “ si consolava così della perdita fingendo che quel figlio fosse ancora vivo. L’immagine dunque guida all’illusione ,all’ inganno. Come aveva detto del resto il filosofo Platone nella Repubblica proponendo di cacciare dal suo modello ideale di stato tutti gli “imitatori”,poeti ,pittori scultori. L’idolatria , venerazione di dei immagine , modello esplicito dei culti plurali –i politeismi- spiega secondo la Sapienza -la menzogna nella quale si trovano coloro che si inchinano dinanzi gli dei, idoli,immagini false alle quali rendono omaggio credendo siano immagini potenti ,di esseri potenti ,per un’illusione che ottenebra gli intelletti di coloro che non sono capaci di capire. L’abbinamento significante tra immagine , idolo, illusione in sé, politeismo costituisce un leit motiv significante . La condanna dell’immagine ,quindi di tutta l’arte ,l’arte figurativa ,come mimesi ,imitazione sostituisce la realtà con la finzione , percorre il pensiero greco al di fuori dalla condanna dell’immagine che è esplicita nei comandamenti del dio biblico ,già nell’Esodo . Il tema dell’eidolon modifica radicalmente l’immagine della bellissima Elena adultera . Nel dramma Elena portato sulla scena teatrale da Euripide la bellissima Elena non ha mai tradito il marito,non lei ma un suo eidolon,immagine ,è andato a Troia mentre la “vera” Elena rimaneva nascosta in Egitto. Il pericolo dell’immagine è gia segnalato nella poesia del greco di Sicilia Stesicoro di Imera In ogni caso in ambito politeistico non scatta il tema della condanna dell’immagine divina, se non indirettamente sul piano della riflessione teorica ,filosofica . A cominciare da quel filosofo presocratico , Senofane , il teorizzatore dell’Uno come assoluto, che critica proprio la rappresentazione antropomorfica degli dei ,quindi le loro immagini. Il tema dell’ arte figurativa come “inganno” ,simulacro , è ben presente in testi che comunque si collocano cronologicamente dopo la datazione presunta della Sapienza . Celebre il passo della Historia Naturalis dello scienziato uomo di cultura Plinio morto nell’eruzione famosa del Vesuvio , (Naturalis Historia XXXV,15) dove si racconta proprio l’origine dell’arte figurativa . Il racconto parla di una ragazza disperata per la partenza dell’amato,e di un padre vasaio che per consolare la figlia ha l’idea di riprodurre con l’argilla un immagine seguendo il disegno dell’ombra proiettata dalla figura del promesso sposo in partenza . L’immagine ricavata dal calco dell’ombra è il ritratto consolazione, un inganno,una finzione,per consolare una mancanza che rimane reale . Sul tema molti i riscontri 3 . Particolarmente interessante il tema mitico dell’artista ,lo scultore ,che si innamora della statua che ha “creato”, vuole animarla e ci riesce . E’il tema di Pigmalione studiato da Stoichita e delle sue varianti. Lo scultore è colui che converte una materia data, argilla,fango,polvere e acqua , ma anche legno,avorio,osso ..costola , in una forma. Quella forma può essere animata. Yhwe ,Allah il Dio monoteista costruisce una forma e la anima insufflandogli dentro il suo pneuma ,respiro. Il tema dell’animazione della materia inerte diventa un modello classico attribuito allo scultore creatore che si innamora della sua creatura o al magos al fattucchiere , all’artigiano creatore del suo strumento Il mito di Pygmalion 3 Proponiamo come letture di notevole interesse sul tema dell’immagine i testi dello storico dell’arte Victor Stoichita Breve Storia dell’ombra tr.it. Milano 2000 e dello stesso autore L’effetto Pigmalione .Breve storia del simulacro da Ovidio a Hithchcock ,Milano 2006. , Il mito dello scultore e della sua statua creatura è raccontato dal poeta Ovidio in un passo famoso delle Metamorfosi( X 244ss), poema che racconta i segreti profondi che la natura nasconde sotto le sue forme apparenti. Forme apparenti come frutto di metamorfosi ,sempre significanti trasformazioni. Il tema dello scultore Pygmalion è introdotto dopo il racconto della metamorfosi in pietra –da animato in inanimato –delle Propetides ,un gruppo ,una collettività mitica di donne che si distinguono per un particolare comportamento ,secondo un modello piuttosto frequente nel mito greco . Vedi le collettività delle Amazzoni, delle donne di Lemnos le Lemniadi,le figlie di Danaos ,le Danaidi ,le donne di Tebe come Bakhai ,Baccanti invasate da Dionysos Bakhos Le Propetides sono un gruppo di donne di Cipro che negano la divinità di una grande dea , Aphrodite Venus la signora degli aphrodisia , della sessualità , dell’eros e per questo sono punite. Segue il racconto di Pygmalion , qui presentato come un uomo insofferente o meglio deluso delle donne – altro leit motiv che percorre il pensiero greco notevolmente misogino. Pygmalion è offensus ,risentito ,per i molti vizi che la natura ha dato alla mente femminile , viveva da celibe e da molto il suo talamo manca di una consorte . Nel frattempo tuttavia Pygmalion aveva scolpito in modo meraviglioso feliciter un niveo avorio al quale aveva dato una forma che nessuna femmina al mondo poteva uguagliare . Compiuta l’opera e si era innamorato di lei . Quella statuina aveva l’aspetto di una vera virgo che tu potevi credere viva , sembrava voler muoversi se non l’avesse trattenuta la reverentia, L’ars ,l’arte , come tecnica, frutto di ingegno,artifizio si cela proprio grazie se stessa ( ars adeo latet arte sua ) L’arte sembra vera ! Preso da meraviglia Pygmalion si infiamma per il corpo simulato simulati corporis Spesso mette le mani sull’opera per capire se è un corpus o un ebur .e non può ammettere che sia avorio .Da baci e crede che siano restituiti –reddi- le parla la tiene tra le braccia e crede che le membra cedano sotto le sue dita , teme che le dita non lascino nelle membra un livido Tenta qualche carezza e qualche volta porta all’amata regali che piacciono alle puellae , conchiglie , sassolini lucidi,piccoli uccelli ,fiori dai mille colori ,gigli, e le lacrime delle Eliadi cadute dagli alberi ( perle d’ambra).Orna quel corpo con vestiti ,mette gemme ai diti , porta monili per il collo . Alle orecchie pendono perle leggere ,catenelle sul petto. Ogni cosa va bene, ma nuda non è meno bella ( formosa) La stende su tappeti tinti con la porpora di Sidone e la chiama compagna di letto tori socia appoggia il suo collo su molli cuscini di piuma come se potesse essere sensibile. E viene il giorno nel quale a Cipro si celebra la festa di Aphrodite Venus e le giovenche dalle corna dorate cadono sotto il coltello che colpisce il loro candido collo. Fumano gli incensi quando Pygmalion dopo aver deposto la sua offerta si ferma all’altare e chiede timidamente : se o dei potete dare tutto , si di dare cuncta potestis datemi per sposa – non osa dire la vergine d’avorio- ma una fanciulla simile alla mia vergine eburnea. Allora la dea Venus che assisteva alla festa comprese ciò che quei vota volevano e come presagio della sua benevolenza per tre volte la fiamma si accese e drizzò il suo apice verso l’alto Ritornato a casa Pygmalion va al simulacrum della sua fanciulla e chinandosi sul letto le da un bacio e gli sembra di capire che il corpo è tiepido. Nuovamente avvicina la bocca e tenta il petto con le mani A quel contatto l’avorio si ammorbidisce e perduto il rigore si sottomette alle dita e cede ,come al sole si scioglie la cera dell’Imetto . Così lavorata dal pollice la fanciulla simulacro prende aspetti diversi e si piega a nuovi usi .Pygmalion si stupisce e dubbioso gode e teme di ingannarsi ,e nuovamente tocca l’oggetto dei suoi desideri . Si accorge che era un corpo,le vene palpitano tentate dal pollice Allora Pygmalion l’eroe di Pafo rivolge a Venus lunghe lodi :ora la sua bocca non preme una bocca falsa e la giovane donna sentendo i baci arrossisce e levando gli occhi vede allo stesso tempo l’amante e il cielo…… Troviamo qui una descrizione straordinariamente efficace di animazione della materia che rimanda a vari modelli . Anzi tutto alla sintetica ed efficace descrizione della creazione dell’uomo Adam e della prima donna,Eva .( Genesi I 26-27 e II 18-25) Per la nostra prospettiva è interessante soprattutto il secondo racconto dove Adamo è fatto dalla terra –argilla rossa che risponde al suo nome adamah – e acqua e poi “animato . La donna è fatta –scolpita- dall’osso della costola di Adamah ( ed evidentemente anche lei animata , ma in modo secondario . Il tema dell’intaglio di Eva dalla costola rimanda ad un Eva bambola , dalle dimensioni di una costola di uomo . Una bambolina in avorio lunga 23 cm come la bambola ellenistica in avorio conservata nei Musei Capitolini di Roma 4 il tabu dell’immagine : il divieto divino Dio ,il dio monoteista creatore è il primo scultore,il primo creatore di immagini . Ed egli stesso si presta come modello per costruire quella prima immagine che è l’uomo . 4 riprodotta da V.Stoichita nel citato L’Effetto Pigmalione figura 3. Seguiamo il testo del primo libro del Pentateuco,il libro di apertura della Bibbia ,il Genesi 5. All’inizio Dio creò il cielo e la terra ( en arche (il) Dio fece il cielo e la terra . Ma la terra era invisibile e spoglia ( akataskeuastos ) e l’oscurità era sull’abisso e lo spirito di Dio ( pneuma Theou ) si muoveva sull’acqua. E disse (il )Dio , sia la luce (genetheto phos) E il dio vide che la luce era buona e il Dio divise la luce dall’oscurità E Dio chiamo la luce giorno e l’oscurità notte , e vi fu sera (hespera) e fu alba (proi ) in quel primo giorno . Segue la creazione dell’umanita il primo racconto E disse( il) Dio faremo l’uomo secondo l’immagine nostra (kat’eikona hemeteran)e secondo la somiglianza ( kath’homoiosin )ed abbia il dominio (archetosan) sui pesci del mare …I,27 e (il) Dio fece l’uomo a immagine di dio ( kat’eikona theou) e maschio e femmina ( arsen ai thelu) li fece ) Al cap- II, 4 …si legge il titolo . Questo è il libro della genesi del cielo e della terra , quando divennero nel giorno nel quale il Signore , Kyrios , fece il cielo e la terra e tutto il verde dei campi prima che ci fosse sulla terra e tutta la verdura horton prima che spuntasse . Dio non aveva ancora piovuto sulla terra e non c’era l’uomo( anthropos) per coltivarla Ma una fontana –pege- scaturì dalla terra e dissetò l’intera faccia ( pan prosopon ) della terra .E Dio plasmò eplasen l’uomo anthropon dalla polvere della terra e soffiò enephysesen sulla sua faccia ( prospon) il soffio della vita pnoen zoes e l’uomo divenne un anima vivente ( psychen zosan ) E( il) Dio piantò un giardino in Edem verso oriente e lì mise l’uomo che aveva plasmato . E/(il Dio) fece spuntare dalla terra ogni tipo di albero bello da vedere e buono da mangiare e l’albero della vita ,xylon tes zoes )nel mezzo del giardino (paradeisos) e l’albero del sapere la conoscenza del bello (kalon) e del cattivo (poneron ) E un fiume sgorgò da Edem per 5 Il testo greco della Septuaginta è nell’edizione critica di A.Rahlfs Una buona traduzione in francese con commento si deve a M.Harl La Bible d’Alexandrie ,La Genèse ,Paris 1986) dissetare il il giardino e si divise in quattro sorgenti. Il nome di uno è Phisom, e quello che circonda la terra di Euilat dove c’è l’oro e l’oro di quella terra è buono a vi sono anche carbonchi e pietre verdi . Ed il nome del secondo fiume è Geon e circonda tutta la terra di Etiopia ………………………………………………………….. E il Signore Kyrios Dio diede un incarico ad Adam dicendo mangia liberamente da tutti gli alberi del giardino ,ma dell’albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare . Il giorno che mangerete di quell’albero morirete di morte ( thanato apothaneisthe ) il secondo racconto II,18………Ed il Signore disse : non è bene che l’uomo sia solo Facciamogli un aiuto ( boethon). E dio fece dalla terra tuti gli animali dei campi e gli uccelli del cielo e li portò all’uomo per vedere come li avrebbe chiamati e l’uomo diede il nome a tutti gli animali ,a tutti gli uccelli ed a tutte le bestie dei campi ma non trovo l’aiuto simile a sé Allora Dio fece cadere sull’uomo un sonno profondo ( ekstasis tardemah ebraico) .Prese una delle coste ( pleura) e riempì il posto con carne .E il Dio dalla costa fece la donna e la condusse all’uomo . Allora l’uomo disse Costei è osso delle mie ossa e carne della mia carne e la chiamerò donna perché è stata presa da suo marito virago (nella traduzione latina de viro sumpta ma in quella ebraica is da isah !)Per questo l’uomo lascerà il padre e la madre e si unirà alla sua sposa e saranno due in una carne sola. Erano entrambi nudi ,ma non arrossivano. In Genesi III,20 il primo uomo Adam da anche il nome alla prima donna dopo l’avvenuta trasgressione,la disobbedienza che estromette la prima coppia dal giardino . In qualche modo solo dopo che Heva diventa madre . E Adam diede il nome alla sua sposa , Heva perché era la madre di tutti i viventi Questo è il racconto completo della creazione della prima coppia umana secondo l’Antico Testamento . Racconto della messa in esistenza di un insieme nuovo, un contenitore creato per contenere agenti ugualmente creati per i quali si propongono precise regole ,norme ,leggi, nomoi . Un insieme che ha un suo progettista ed esecutore che vuole tenere sotto controllo la sua produzione . Nell’Esodo il grande testo che racconta l’uscita del popolo eletto dall’Egitto ,il Signore ,il Dio Unico e Creatore da in prima persona “le dieci parole” , hoi deka logoi. Le dieci parole che costituiscono il famoso decalogo (che è termine registrato solo più tardi in un testi cristiani dei primi secoli) cioè il sistema normativo secondo il quale devono muoversi le creature, gli zoa,esseri animati del creato tra i quali i più responsabilizzati sono i creati umani, gli adamiti. Nell’Esodo il Signore ordina a Mosè : scrivi queste parole per te con le quali ho stabilito il patto, diatheke con Israele .Durante un soggiorno solitario di quaranta giorni sul monte senza mangiare e bere Mosè scrisse le dieci parole . Dove è importante sottolineare la parte centrale affidata alla scrittura e la concisione del testo:dieci parole.Mose scrive le parole su due tavole di pietra e le legge al popolo riunito. Siamo in una situazione culturale avanzata dove ci sono coloro che sanno scrivere e altri che sanno leggere e il popolo dovrebbe essere complessivamente acculturato, cioè almeno in grado di leggere. Le parole sono segnalate in Esodo XX 3-17 e ripetute in Deuteronomio V ,7-21 ) Le riportiamo di seguito per segnalare che dopo il richiamo all’aiuto storico – l’uscita dal paese della schiavitù l’Egitto – si registra la richiesta dell’esclusività l’obbligo dell’anonimia e il divieto dell’immagine ………………………………………………………….. Io sono il Signore (Kyrios) Dio tuo che ti ha portato fuori dall’Egitto casa della schiavitù Non vi saranno altri dei al di fuori di me Non ti farai un idolo –eidolon-o somiglianza –homoiema di cosa che sia nel cielo in alto ,nella terra in basso e nelle acque sotto la terra. Né dovrai inchinarti dinanzi a loro e onorarli .Io sono il Signore Dio tu .Io sono un Dio geloso che fa ricadere la colpa dei padri sui figli sino alla terza e quarta generazione per coloro che mi odiano, e sono misericordioso a migliaia per coloro che mi amano e coloro che rispettano i miei comandamenti,prostagmata Seguono gli altri divieti che dicono Non dovrai usare il nome di Dio invano Onora tuo padre e tua madre Non commetterai adulterio ou moicheuseis Non rubare .Non uccidere .Non mentire nei riguardi del tuo vicino Non desidererare (epithymeseis )la donna del tuo vicino Non desidererai la casa del tuo vicino ,né il suo campo né il ragazzo o la ragazza del tuo vicino,né il suo bue ,il suo asino o qualche altro animale né qualsiasi altra cosa appartenga al tuo vicino. Ricordati dello shabbat Sei giorni lavorerai e farai l tuo lavoro . Nel settimo non lavorerai né tu né tua figlia né il servo e la serva né il bue né l’asino- A noi interessa in particolare il divieto di fare immagini,eidola. Il Kyrios ,il Signore assoluto che costruisce a sua immagine l’uomo ,la prima coppia. Dio ,il primo artifex ,primo artista ,primo scultore, primo creatore di immagini ,eidola , feticci non vuole che altri facciano il suo mestiere . E’ interessante l’accostamento del tentativo di Pygmalion di ammorbidire l’avorio - tentativo di animazione della statua- al faticoso processo di ammorbidimento della physis ,della natura descritto nel Timeo di Platone (Timeo 74 d) . La carne nella sua essenzialità è il prodotto del mescolamento di acqua fuoco e terra…Bisogna riflettere sul fatto che colui che ci ha modellati mescolano e temperando insieme acqua fuoco e terra formò succosa e molle la carne .Quanto poi alla sostanza dei nervi la compose mescolando ossa e carne ….. Qui il dio,o meglio il demiurgo che esegue gli ordini del dio ,è fatto responsabile della “creazione “ dell’uomo in contraddizione con il mito arcaico di Esiodo. Un’altra variante propone come creatore dell’umanità il titano Prometeo il benefattore dell’umanità ,colui che ruba per gli uomini il fuoco agli dei è anche fatto creatore degli uomini stessi . Il tema è ripreso nelle Metamorfosi di Ovidio (I,78 ) ed ha un riflesso importante nella decorazione di sarcofagi romani del II-III secolo d.C. Prometeo ,un Titano,un dio vinto , è lo scultore dell’umanità E si apre c0sì il problema centrale : la produzione o riproduzione della materia animata La produzione dell’automa , la statua animata , è un modello previsto nel mito greco . Ma siamo nella dimensione del mito , la dimensione del tempo diverso, del tempo assolutamente non attuale . Conosciamo molti automata , immagini empsycha ,dotate di psyche ,anima ,opera dell’artigiano divino ,il dio fabbro Hephaistos : Talos il gigante guardiano dell’isola di Creta che ongi giorno compie tre volte il periplo dell’isola per avvistare eventuali sbarchi indesiderati e che solo una super esperta di “arti magiche “ la pharmakis Medea può distruggere. O il cane d’oro guardiano del tempio dello Zeus cretese che Pandareus ruba . Esiste anche un eroe tecnico , Daidalos , capace di costruire statue così “vive “ da dover essere recintate per impedirne la fuga ( notizia nella famosa guida della Grecia di Pausania II,4,5 ) Gli automi mitici hanno comunque repliche nella storia dove si conoscono statue “efficaci ,“ agalmata di dei che attraverso quel supporto –l’immagine appunto –possono intervenire ed intervengono 6. La fabbricazione delle immagini – gli oggetti –i feticci -si rivela un affare complesso Sant’Agostino ( IV d.C.) personaggio chiave per capire le modalità della ricezione del “paganesimo” nel mondo cristiano in quel testo centrale che è il de civitate Dei riporta un passo Varrone straordinaria figura di (pagano) della Roma dell’ultimo secolo a.C.( De civitate Dei VII,5 ) Varrone vuole spiegare perché i simulacra deorum le statue degli dei sono efficaci . Gli antichi ( i pagani ) costruivano le immagini degli dei,con le insegne e gli ornamenti ,perché gli uomini che conoscevano la secretior doctrina erano al corrente di un sapere “più segreto” ( esoterico ?) potessero vedere le parti costituenti l’anima del mondo, gli “dei veri “. Varrone pare contraddire comunque quanto da lui stesso affermato quando avverte -l’avvertimento è posto con circonlocuzioni contorte – che i Romani avrebbero onorato meglio gli dei se avessero continuato rivolgere a loro un culto senza immagini testem gentem Judeam , come fanno i Giudei Il riferimento all’obbligo dell’aniconismo della Legge ebraica è esplicito . Ed è molto interessante che Varrone ricordi lo stesso divieto nel culto degli antichi romani . Per 170 anni ,da Romolo a Tarquinio Prisco , per tutto il suo tempo mito-storico Roma non avrebbe avuto immagini per i suoi dei . Varrone - il riferimento è al libro XVI delle Antiquitates rerum divinarum - si premura comunque di giustificare le immagini antropomorfe degli dei.L’antropomorfismo è importante l’animus del mortale racchiuso nel corpo umano è simillimus , assai simile all’animo immortale . Quindi il corpo umano può fungere da segno eccellente per il divino ! Il tema darà origine ad un dibattito interno al mondo politeistico 6 molti riferimenti nel volume di Christopher Faraone Talismans and Trojan Horses . Guardian Statue in Ancient Myth and Ritual Oxford 1992 pagano prima di sfociare nella famosa disputa sulle icone che contrapporrà il cristianesimo romano a quello bizantino7. Agalmata ,simulacra ,non sono solo segni, mezzi di conoscenza. Possono essere strumenti concreti attraverso i quali le divinità in quanto tali possono rendersi manifeste ,epiphaneis , ed esprimere le loro potenze ed energie . Molte statue cultuali – non solo le statue miracolose accreditate nel mondo cristiano- erano considerate garanti di salvezza in sé nel sistema politeistico greco e romano ( e non solo). Il Palladium ,la statua della dea Athena custodita nel tempio di Vesta a Roma era considerata garante della salvezza della città . Così la statua della Juno di Veio era responsabile di quella città e Camillo,il conquistatore di Veio dovette assicurarsi il suo consenso ad essere trasportata a Roma per essere certo della vittoria. Una divinità complessa del pantheon greco come Hekate, la divinità trina, raffigurata con tre corpi e tre volti, signora dei trivi, eccentrica rispetto le ripartizioni funzionali degli dei olimpici , è particolarmente legata a sue statue potenti . Statue che possono anche essere frutto di precise manipolazioni, trucchi , per ottenere effetti speciali ,trucchi dovuti ad abili manipolatori . Chi sono ? La tradizione ricorda l’opera di un Giuliano un “ teurgo “,appartenente a quel gruppo di esperti ,tecnici, di una via di conoscenza estrema sui quali esistono testimonianze contraddittorie e collocano la loro attività nel momento di transizione del mondo pagano al cristianesimo . Giuliano avrebbe seguito l’imperatore Marc Aurelio nella campagna contro i Daci ed avrebbe fabbric ato una maschera di argilla in grado di emettere terrificanti suoni di tuono tali da far fuggire il nemico . I teurgi comunque come “coloro che non rientrano nel gregge della fatalità “ sono coloro che sanno fabbricarsi i loro dei ,i loro feticci . Un frammento di un oraculum teurgico da la ricetta per fabbricare il demas ,il corpo della grande dea della teurgia Hekate . 7 Il tema del diritto dell’immagine umana come icona divina è argomento di un testo del retore Dione Crisostomo ( II d.C.) , Il discorso XII , nel quale viene chiamato in causa il famosissimo scultore Fidia a difesa della sua scelta di un immagine umana per raffigurare Zeus ,il dio supremo del pantheon greco , nella famosa statua in avorio e oro ritenuta una delle meraviglie del mondo . Si tratta di fabbricare un corpo con ruta selvatica ornato di piccoli animali ,lucertole domestiche e inserire un trito di mirra , incenso, stando sotto la luna crescente Gli elementi per costruire il “feticcio” sono symbola che permettono il rapporto con il divino . Le statue ,gli agalmata , così prodotte possono essere animate . Il teurgo è in grado di empnoa poiei ta eidola rendere gli idoli pieni di respiro e dotarli di movimento attraverso una dynamis en apporreto,una potenza segreta ( i dati sono in Psello Epist. 187) Questa tecnica sfida direttamente il Dio Creatore , il fabbricatore del primo feticcio ,l’uomo , fatto a somiglianza ed al quale è negato comunque il diritto di replica : non fare immagini. La risposta si riflette in modo simmetrico nella sfida teurgica che contraddistingue la produzione dei golem nella tradizione “mistico-magica “ –usiamo intenzionalmente le virgolette – dell’ebraismo . Si incontra co quella pratica di “creazione” che pare essere riconosciuta ai “giusti” nelle tradizioni rabbiniche riportate dal Talmud ( vedi in particolare il trattato Sanhedrin ) e sulle quali lo Sefer yeşirach testo della cabbala ebraica medievale fornisce una complessa documentazione. Si tratta di un breve trattato di cosmogonia che disquisisce sul rapporto tra la tecnica di creazione del cosmo e combinazione delle 22 lettere dell’alfabeto ebraico nel loro rapporto con i numeri .La costruzione di un essere animato ,un golem 8non è esplicitamente indicata ma costituisce il fondamento di riconosciute pratiche posteriori. La costruzione di un essere umano come imitazione dichiarata dell’opera del creatore è anche pratica riconosciuta dei facitori di miracoli come è riportato ad esempio nella biografia di quel Simon Mago sfidante dell’apostolo Pietro nella produzione di mirabilia. In un testo come le Recognitiones (II ,9) attribuite al noto autore della patristica greca Clemente Alessandrino Simon Mago rivendica la sua abilità di animare qualsiasi tipo di statua ma anche di aver creato un ragazzo dall’aria ,impresa assai più difficile di quella di Dio che ha avuto bisogno della materia fangosa,la terra ,l’argilla.L’aria sarebbe stata sottoposta a processi di trasformazioni dette theiai tropai ,divini mutamenti nelle quali sono state viste le fasi di preparazione per la costruzione dei golem medievali.I teurgi medievali cabalisti tuttavia 8 Sul tema il rimando è Moshe Idel Il Golem .L’antropoide artificiale nelle tradizioni magiche e mistiche dell’ebraismo .( 1992 ) tr.ital. Torino 2006 manipolavano non l’aria ma terra e lettere,lettere che servivano per organizzare la tessitura del nuovo essere . . Il commento di Clemente è che si tratta della manipolazione dell’anima di un ragazzo appositamente assassinato ! Un’operazione di questo genere è descritta da Rabbi El’azar di Worms a partire dallo Sefer yeşirach. Il testo è citato da Idel( Idel 2006 : 78) e riporta la creazione di una forma di polvere che è definita golem . Il golem rappresenta il materiale embrionale al quale viene applicata la rete delle lettere evidentemente recitate dove la recitazione vale per la pronuncia , la fonazione delle lettere stesse . Anche solo una rapida scorsa alle testimonianze dei Papiri magici egiziani permette di renderci conto della centralità della fonazione nella recita delle formule efficaci previste per il buon ottenimento del risultato .9. La documentazione ebraica presenta varianti su varianti intorno al tema della costruzione dell’antropoide artificiale e segnala la forte tensione dialettica ,competitiva ,che la cultura ebraica stabilisce tra creatore creatura Deus artifex vs homo artifex . L’incursione tra le varianti del complesso di Pigmalione come rincorsa al potere creatore ,vivificatore , testimoniata nell’arte figurativa e nella letteratura europee porta al golem della Praga rinascimentale di rabbi Yehudah ben Beslael Loew che fabbrica un automa ,un golem (un robot!)alla fine troppo potente che deve essere disattivato smontando la formula di attivazione La sfida tuttavia non si arresta e finisce con l’assumere il valore di inventiva infinita , forse spiegazione della inesauribile vitalità della cultura ebraica stessa E giustificazione del divieto di immagine - divieto del feticcio –tabu fondamentale del Nomos ,la Legge come avvertimento per il troppo umano da leggersi all’interno di una religio struttura di regole culturalmente date alla quale l’umano è chiamato sottoporsi. L’argomento rimane aperto ad ulteriori riflessioni. . 9 Sul tema Chirassi Colombo , Parole di mago in Scrivere Leggere Interpretare , Miscellanea un er onore di Sergio Daris HYPERLYNK http:// www.sslmit.univ.trieste.it/crevatin Per una presentazione in chiave storica e antropologica del problema degli operatori del magico nel mondo antico precristiano vedi Chirassi Colombo I. Il Magos e la Pharmakis Excursus attraverso il lessico storico in ottica di genere in Religions orientales culti misterici C. Bonnet,J.Rǖpke P.Scarpi ed .Stuttgart 2006 pp163-179 .