Il trucco nel Medioevo

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Il trucco nel Medioevo
Il trucco nel Medioevo
Martedì 31 Maggio 2011 10:05
Eva e Maria. Eva o Maria?
Alla caduta dell'Impero Romano, con l'insorgere di idee sempre più integraliste nei confronti
della
figura
femminile
,
è
a
queste
due
donne
che
si
fa
riferimento
.
Da
una
parte
la prima,
madre
del Cristo e
perciò
simbolo
di
purezza
e
castità
,
dall'altra
la
seconda
,
colei
che
ha
spinto
Adamo
al
peccato
e
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perciò
emblema
del male
fatto
carne.
Il tragico errore di Eva - spiega Angela, docente della viviMakeUp Academy - è destinato a
gravare sul destino delle sue discendenti, a macchiare inesorabilemente e senza rimedio i loro
volti e i loro corpi. Ed
è
così
che
lo specchio diventa 'la porta dell'inferno', il belletto
è
considerato sacrilego, l'arte del trucco non
è
altro
che
un diabolico artificio
di
inganno.
Poco possiamo fare riferimento all'arte pittorica del periodo, troppo ieratica, per avere un'idea
della bellezza medievale. Le testimonianze ci arrivano invece dagli scritti dei poeti trovatori,
dalle 'chansons de geste' che celebrano una dama dalla pelle eburnea, dal candore 'del giglio,
del latte e del biancospino'. Una donna angelicata, che in virtù dell'amore che nutre nei suoi
confronti, spinge l'uomo a superare se stesso.
Il lungo collo poggia su spalle spioventi, la figura, sottile, è sinuosa e morbida come una S. I
fianchi sono stretti, mentre il ventre è tondo e la vita così sottile da poter essere 'cinta
interamente con le mani'. I piedi, strano a dirsi, sono più apprezzati se grandi.
Nel volto dai lineamenti regolari e dalla piccola testa triangolare domina una fronte alta e
bombata. Le sopracciglia, completamente depilate, sono ricostruite anch'esse alte sulla fronte
grazie a sottili posticci in seta. Gli occhi, equidistanti, sono più belli se screziati di verde,
leggermente sporgenti, mentre la bocca è piccola e vermiglia. Infine sul mento, sfuggente, si
staglia il 'bacio di venere'.
La dama amata da 'Lancelot e Peceval' è bionda, con capelli talmente lunghi che se sciolti
toccano terra, se racchiusi in morbide trecce fanno quattro volte il giro della testa. Ma fronte alta
e chioma fluente non si ottengono senza patimenti: solfuro di arsenico, calce viva, unguenti
ottenuti con sangue di pipistrello e cenere di porcospino, ali di ape e bava di lumaca... tutto si
presta all'occorrenza affinché le principesse, attingendo nel calderone delle streghe, possano
sublimare la propria bellezza. Sarà solo l'avvento dello stile gotico e di un'epoca illuminata
come quella Rinascimentale a scalzare sia Eva sia Maria per lasciar spazio a una bellezza più
vera, succulenta e goduriosa come quella di Venere.
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Un salto al cinema
Indimenticabili, anche se un po' datati, 'I cavalieri della tavola rotonda' e 'Ivanhoe' di Richard
Thorpe. Da vedere, più che per puro divertimento, 'Il primo cavaliere' di Jerry Zucker, 'Il nome
della rosa' di Jean Jacques Annaud, 'Le crociate' di Ridley Scott, 'Braveheart' per la regia di Mel
Gibson, 'Il leone d'inverno' di Anthony Harvey.
Un pizzico di patriottismo per 'I cavalieri che fecero l'impresa' di Pupi Avati e ancora
'Excalibur' di John Boorman, 'Timeline' di Richard Donner e, perché no, per la stessa regia
'Lady Hawke'... e per finire 'La passione di Giovanna d'Arco', capolavoro del cinema muto di
Dreyer.
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