Fenomeni di sprofondamento nei sedimenti della

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Fenomeni di sprofondamento nei sedimenti della
II Convegno Nazionale Giovani Geologi Italiani - Napoli, 18-20 Marzo 2010 (81-83 pp.)
ROSARIO ABBATE1, MARIA ROSA RIBAUDO2 & ROBERTO ZIGLIOLI3
1
- Circolo Legambiente Messina, via dei Verdi, 58 - 98100 Messina (e-mail: [email protected])
- Scuola Media Statale “Giuseppe Mazzini”, via Oratorio San Francesco - 98122 Messina
3
- Speleo CAI Lovere, via Matteotti, 3 - 4065 Lovere (BG) (e-mail: [email protected])
2
FENOMENI DI SPROFONDAMENTO NEI SEDIMENTI DELLA CARNIOLA
DI BOVEGNO DEL TERRITORIO DI ESINE IN VAL CAMONICA (BRESCIA)
A Sud dell’abitato di Esine (Val Camonica Brescia), in un’area sub-pianeggiante sono in atto da
circa 300 anni dei fenomeni di sprofondamento del
materiale alluvionale che hanno dato origine alla
formazione di buche colme d’acqua (″sinkholes″)
dalle notevoli estensioni denominati in dialetto
bresciano "laghècc".
Il fenomeno interessa una zona pianeggiante, avente
una estensione di circa 500 m in lunghezza e 150 m
in larghezza, in cui le "doline" si presentano
allineate fra di loro lungo una linea che va verso il
letto del fiume Oglio.
Geologicamente, procedendo dal termine più antico
al più giovane, le unità geolitologiche presenti
nell’area esaminata
sono rappresentate dal
Verrucano Lombardo, dal Servino, dalla Carniola di
Bovegno, Calcare di Angolo, depositi quaternari
(AA. VV., 1962).
La Carniola di Bovegno è caratterizzata dalla
presenza di calcari dolomitici e dolomie vacuolari,
con elevata presenza di minerali gessosi ed elevato
grado di fratturazione. I vacuoli sono di varie
dimensioni e la loro forma è irregolare e angolosa;
localmente queste fessure lasciano spazio a brecce,
costituite da elementi minuti di calcari e dolomie,
frammenti di argilliti verdi e di marne policrome
laminate.
I fenomeni di crollo avvengono nei depositi
alluvionali del conoide del Torrente. Grigna,
composto da sedimenti ghiaiosi e ciottolosi spessi
una cinquantina di metri, in cui limitatamente
s’intercalano delle sabbie grossolane.
Stratificamente sottostanti ai depositi alluvionali
quaternari si sviluppano i terreni della Carniola di
Bovegno e del Calcare di Angolo, questi ultimi in
particolare sono stati rinvenuti in un sondaggio
effettuato in un’area localizzata nelle vicinanze
(DUCI et al., 2009).
La Carniola o Dolomia Cariata, che è molto
sviluppata nei rilievi posti alla sinistra orografica
del Torrente Grigna (in particolare nella Valle delle
Caène), declina a strati fortemente inclinati e si
immerge nel piano alluvionale, scomparendovi.
Gli sprofondamenti di Esine sono stati documentati
nella loro evoluzione. Infatti, nelle mappe
nell'Estimo del Comune del 1601 non risulta
menzionato alcun laghetto.
Nel successivo aggiornamento catastale del 1729 è
accennata l'esistenza di un unico laghetto (Laghetto
n. 2 del Gioldi). Nel 1840, data della compilazione
della mappa catastale del Comune di Esine, i
laghetti indicati sono quattro.
COZZAGLIO (1892) verifica l’esistenza di 10
crateri di sprofondamento, di cui 8 riempiti
parzialmente d'acqua, mentre Laeng nel 1937 riesce
a catastare quasi una ventina di crateri.
Nel 1970 le buche vengono riempite con materiali
di sbancamento e rifiuti solidi urbani e la geografia
originaria del luogo si trasforma notevolmente:
l'unico specchio d'acqua che rimane integro è il
Laghetto n. 1 del Gioldi.
Ma alla distanza di una dozzina di anni, nonostante
la succitata attività di riempimento e i continui
apporti di materiale che trasformano i crateri in
discarica pubblica, si osserva ancora il continuo
cedimento delle doline (Fig. 1).
Indagini svolte nell’ultimo ventennio (ABBATE &
ZIGLIOLI, 1984;; DUCI 2003/2004) attestano che
il fenomeno di crollo sembra svilupparsi di più nella
zona della Barbisina e delle Buse.
COZZAGLIO (1892) formula per primo l’ipotesi
che le depressioni dovevano crearsi a causa della
presenza della Carniola, unica roccia nei dintorni ad
avere le caratteristiche adatte ad ospitare importanti
fenomeni di dissoluzione.
Fig. 1 - Situazione cartografica della zona dei
″laghècc″ .
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Per COZZAGLIO questa roccia "sparisce sotto le
alluvioni in direzione dei laghetti, e lì sotto l’acqua
filtrando per secoli la rese spugnosa, fino a creare
vere e proprie caverne". Il crollo delle volte di tali
caverne spiegherebbe così il formarsi dei laghetti.
LAENG (1937) osserva che il prolungamento ideale
della Valle delle Caéne coincide con l’area dei
laghetti e che la giacitura delle rocce nel versante è
compatibile con la presenza della Carniola al di
sotto dell’area dei laghetti.
Nel 1970, in occasione di alcuni rilievi geologici è
stata eseguita la colorazione dell'acqua della Valle
delle Caéne con dei traccianti; dai risultati delle
prove eseguite si è accertato che l'acqua dei laghetti
Fig. 2 - Laghetto n. 1 del Gioldi (da DUCI G.,
2003/2004).
e delle sorgenti sgorganti più a valle a Pian Borno
fanno parte alla stessa falda idrica originaria da
questa valle (ABBATE, 1985).
E' utile a questo proposito rilevare che poco più a
monte del punto di confluenza del torrente Grigna
ed all'approssimarsi del contatto litologico arenariadolomia cariata, la portata idrica dell'acqua che
percorre la valle delle Caéne diminuisce di molto in
quanto viene assorbita dal terreno calcareo molto
permeabile (ABBATE & ZIGLIOLI, 1984).
L’attribuzione della scomparsa del corso d’acqua ad
un fenomeno di tipo carsico è però ancora dubbia:
in quel punto infatti ha inizio il conoide di deiezione
del torrente; l’ispessimento della coltre sedimentaria
al di sotto del letto unitamente alla pezzatura dei
materiali che lo compongo potrebbero dunque
bastare a giustificare la diminuzione di portata.
I laghetti di Esine sono classificabili, dal punto di
vista morfologico, come doline alluvionali e doline
a pozzo di crollo (CASTIGLIONI, 1979).
Questo fenomeno di tipo carsico è probabilmente
generato nell’area dalla dissoluzione di lenti gessose
contenute nella Carniola di Bovegno, i laghetti si
formerebbero, quindi, verosimilmente, per il crollo
delle volte di caverne, situate al di sotto della coltre
alluvionale del torrente Grigna ad una profondità di
circa 60-80 m.
La scarsa coesione dei sedimenti alluvionali
porterebbe così ad una rapida caduta degli stessi
nella cavità, con conseguente immediato
abbassamento del piano campagna. Una volta giunti
nelle cavità i sedimenti subiscono degli assestamenti
e le acque percolanti, unitamente al peso dei
sedimenti gravanti sul bordo dell’apertura della
caverna, provocano gli ulteriori allargamenti
perimetrali, riscontrati in seguito ai crolli.
DUCI et al. (2009) riferiscono di uno studio sul
fenomeno applicando l’interferometria radar da
satellite (tecnica PSInSAR™) per i periodi 19922001 (satelliti ERS) e 2003-2007 (RADASAT).
L’esame di succitati dati interferometrici ha
consentito di individuare nell’area fenomeni di
subsidenza con valori massimi di VLOS (velocità
misurata lungo la linea di vista del satellite) di -5/-6
mm/anno.
I laghetti rappresentano un fenomeno raro e di
indubbio interesse scientifico nel panorama delle
Prealpi Lombarde (PARISI, 1976). Purtroppo oggi
essi non sono considerati per la loro valenza
scientifica, anzi sono un "difetto" del territorio, che
in quanto tale è lecito ed auspicabile "eliminare".
Questa visione del fenomeno ha portato gli abitanti
del luogo a scaricare nelle voragini materiali di ogni
tipo, senza comprendere l’entità del danno
ambientale così cagionato. Oltre a cancellare le
tracce del fenomeno, infatti, si è creato un elevato
rischio di inquinamento di falda, anche in
conseguenza del fatto che i continui e ripetuti
sprofondamenti hanno portato i rifiuti gettati nei
laghetti a profondità anche notevoli all’interno
dell’acquifero del fondovalle.
La valorizzazione del territorio da qualche tempo
passa anche attraverso l’individuazione di siti ad
elevata valenza geologica e geomorfologica. I
laghetti di Esine, nonostante i danni determinati da
una continua e incontrollata attività antropica,
costituiscono a tutto oggi un rilevante sito
d’interesse scientifico e didattico-turistico, questo
anche in considerazione della loro vicinanza al
centro abitato e dell’esistenza di una fitta rete di vie
di comunicazione che rendono abbastanza facile
l’accesso ai luoghi esaminati. Quindi, prima che
nuove attività antropiche, insediamenti e attività
abusive devastino ulteriormente il sito descritto, vi è
da sperare che il Comune di Esine, applicando la
normativa vigente, intervenga per risanare,
salvaguardare e utilizzare per scopi divulgativi e
formativi l’area esaminata.
II Convegno Nazionale Giovani Geologi Italiani - Napoli, 18-20 Marzo 2010 (81-83 pp.)
BIBLIOGRAFIA
ABBATE R. & ZIGLIOLI R., 1984. I laghetti di Esine.
Uno sguardo retrospettivo ed un aggiornamento.
Atti dell’XI Convegno di Speleologia Lombarda,
Bergamo, 24-25 novembre 1984, 223-234, Bergamo.
ABBATE R. (1985). Osservazioni geomorfologiche
sugli sprofondamenti a Sud di Esine in
Vallecamonica (Brescia). Atti del Convegno "La
tutela e la gestione dei parchi e delle riserve naturali
in Italia: realtà e prospettive", Roma 29-30 ottobre
1985, 41-53, Roma.
AA. VV., (1962). Piano Generale di bonifica montana
dell’Alto Bacino del Fiume Oglio (Brescia).
Amministrazione Provinciale di Brescia, Brescia.
COZZAGLIO A., 1892 - I Laghetti di Esine. Boll. del
COZZAGLIO A Club Alpino Italiano, 59, V,
XXVI, Roma.
DUCI G., 2003/2004 - I laghetti di Esine (Val
Camonica). Ipotesi sulla formazione. Università
degli Studi di Pavia, Dipartimento di Scienze della
Terra, Anno Acc. 2003/2004, 88 pp., Brescia.
DUCI G., PILLA G., MEISINA C. & ZUCCA, 2009 - I
laghetti di Esine: 250 anni di sinkholes in
Valcamonica (Alpi Meridionali).
Abstract del
Volume del Convegno ″Sinkholes. The catastrophic
sinking in natural and anthropic environments 2nd
International Workshop″, Roma 3-4 dicembre 2009,
ISPRA, pag. 42, Roma.
LAENG. G., 1938 - I laghetti di Esine. Un interessante
fenomeno in atto nella Valcamonica. L’Universo,
XVI Annata, Firenze.
PARISI B., 1976. Aspetti naturali caratteristici delle
montagne lombarde. Commissione Centrale delle
Pubblicazioni del C.A.I., Milano.
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