Salviamo la montagna

Transcript

Salviamo la montagna
Valentina Merlini, Aurigeno
2.a media, maestra Francesca Vitali
SALVIAMO LA MONTAGNA
- Tesoro vieni un secondo.- Arrivo mamma, cosa c’è?- Ecco, ieri io e tuo padre abbiamo discusso un po’ e alla fine abbiamo deciso che entro la
fine di questo semestre ci trasferiamo in città.- No! Io non voglio trasferirmi e poi perché, io qua vivo benissimo!Poi Jennifer una bambina di 9 anni con capelli biondi e con occhi grandi e celesti, corse in
camera e si lanciò sul letto con gli occhi lucidi.
Sua madre Sara si sedette in un angolo del suo letto e le spiegò:
- Lo so che non vuoi ma se abitassimo in città avremmo un centro commerciale a due
minuti da casa anziché a trenta e anche la scuola sarebbe più vicina e in più questo posto
sta andando in rovina….non ci sono molti soldi, le fattorie sono mezze vuote; la funivia,
che servirebbe per sciare d’inverno e fare passeggiate d’estate, tra un po’ chiuderà
perché ci sono troppe poche persone che la usano e bisogna anche mantenerla in
funzione con i soldi che, senza clienti, i responsabili delle funivie non hanno.A quel punto Jennifer alzò la testa dal cuscino e disse:
- Non mi importa se in questo paese non ci sono soldi o se siamo lontani dal centro
commerciale, io voglio rimanere qua.- e così dicendo rimise la testa nel cuscino.
La mattina dopo andò a scuola. Passando davanti all’albo scolastico si fermò a leggere i
volantini esposti e in quel momento le venne un’idea brillante...”E se avesse creato lei dei
volantini per far conoscere ai turisti le bellezze del suo paese e la vista spettacolare che si
gode dalla stazione d’arrivo della funivia?”
Quel pomeriggio si rinchiuse in camera e ci rimase finché non aveva finito l’ultimo
volantino. Poi disse a sua mamma che sarebbe andata a fare un giro nel bosco. Invece
prese il bus e andò in città dove iniziò ad appendere i volantini: li appese alle fermate degli
autobus, nei ristoranti, sui pali dei lampioni e fuori da alcuni negozi.
Mentre stava attaccando uno degli ultimi volantini, un signore alto, magro che portava uno
smoking bianco e che aveva la brillantina sui capelli, le disse:
- Ciao, io sono Carlos Menfrey, potrei avere uno dei tuoi volantini?Jennifer non se lo fece ripetere due volte e gliene porse uno. Poi vide che si allontanava a
grandi passi intanto che leggeva interessato il suo “foglietto”.
Finito di appendere i volantini, la bambina prese nuovamente il bus e tornò a casa.
La mattina seguente si svegliò alle dieci perché era vacanza. Un po’ assonnata si alzò, si
lavò la faccia, si pettinò, si vestì, fece colazione e uscì a fare una breve passeggiatina
verso la funivia.
Man mano che si avvicinava alla collina che la separava dalla funivia fu superata da
numerose macchine che andavano proprio in quella direzione. Quando finalmente arrivò
davanti all’entrata vide una piccola folla di turisti che stava acquistando il biglietto per la
risalita in funivia.
Jennifer si avvicinò a Mario, il proprietario dell’impianto e disse:
- Ciao, finalmente arriva qualcuno!Lui rispose:
- Sì, ma saranno gli ultimi, dopodiché anch’io dovrò trovarmi un nuovo lavoro e magari
andrò a vivere in città.Jennifer stava per ribattere quando un uomo alto, con la brillantina sui capelli e uno
smoking bianco, arrivò e chiese:
- Potrei parlare con il proprietario?Mario si fece avanti e disse che l’impianto era il suo. Jennifer nel frattempo si sedette su
una vecchia panchina e li lasciò parlare. Dopo un lungo quarto d’ora, quando il signore
elegante se ne fu andato, Mario le disse:
- Non ci posso credere!!- Cosa?- domandò la bambina.
- Quel signore, un certo Carlos Menfray, ha visto un volantino che riguardava la funivia e
accennava anche ad alcune situazioni critiche riguardanti il nostro paese.- rispose lui.
- E allora? – chiese Jennifer che ancora non aveva capito.
-E allora – continuò Mario – questo signore è un milionario e vorrebbe aiutare questo
paese creando: un punto panoramico in cima alla funivia da dove si possa vedere la città,
e in paese vorrebbe costruire un’edicola, un piccolo negozio e aprire un ristorante! Mi ha
perfino proposto di ristrutturare alcune vecchie fattorie e allestirle in modo che i turisti
possano vedere come si viveva una volta.Jennifer non credeva alle proprie orecchie! Corse a casa e riferì tutto alla mamma.
Così i suoi genitori decisero di rimanere a vivere lì.
Dopo qualche tempo, quel paesino sulla montagna, tornò a brulicare di gente!