La musica esiste da tempi molto antichi, sicuramente da prima

Transcript

La musica esiste da tempi molto antichi, sicuramente da prima
R. L. ………….
LA MUSICA È...
La musica esiste da tempi molto antichi, sicuramente da prima ancora che ne rimanesse traccia
storica. Non c'è stata civiltà che prima o poi non abbia sviluppato un proprio sistema musicale, o
che non ne abbia adottato uno, seppure adattandolo alle sue necessità oppure ai suoi gusti.
La parola musica deriva dalla parola greca moysa, "musa". L'idea occidentale di musica è quindi
generalmente collegata alle muse, e in questo senso allude ad una forma di arte che risveglia l'idea
di cosa perfetta, gradevole e ben ordinata.
In una caverna in Spagna è stata trovata una pittura rupestre di 10.000 anni a.c., rappresenta un
uomo che richiama il suo gregge con un corno. In origini la musica era fondamentalmente
funzionale e non aveva un carattere artistico come intendiamo oggi. Ancora è viva la musica
funzionale e fa parte della nostra vita. La troviamo nelle funzioni religiose, nelle marce militari,
nella musica di sottofondo dei supermercati e nelle sale d’attesa, nelle sigle musicali che ci
annunziano l’inizio dei diversi programmi di radio o TV, nella pubblicità, ecc.
Il passaggio dalla musica funzionale alla musica artistica è stato lento e per niente lineare, dando
luogo a diverse espressioni musicali che conosciamo con il nome di “genere”: Folk, Popolare,
Classica, Jazz, Rock, ecc, ecc.
L’universo musicale é così vasto che non possiamo fare altro che soffermarci solo su alcuni aspetti,
per questo ho scelto di dar uno sguardo a due manifestazioni molto importanti della musica: la
canzone, che oggi occupa la quasi totalità del tempo di ascolto e anche il tempo di trasmissione
delle radio e TV, e fa parte di diversi spettacoli, ecc., e poi la musica classica.
La canzone è molto antica ma non sappiamo quando ebbe inizio. Sono arrivati fino a noi testi di
canzoni dei popoli della Mesopotamia, i salmi di Re Davide, canzoni greche e romane, ma non
sappiamo come era la musica che le accompagnava. Il testo era fissato dalla scrittura, invece la
musica si trasmetteva oralmente.
Con le canzoni popolari chiamate “Cantigas de Santa María”, raccolte e scritte in lingua volgare dal
Re di Castiglia e León “Alfonso il saggio” nel 1280, nasce la lingua spagnola. Esistono infinite
versioni della musica di queste “Cantigas” ma è molto difficile stabilire quali siano le originali.
Invece molte antiche canzoni sefardite sono arrivate fino a noi trasmesse di generazione in
generazione. Possiamo ascoltare adesso un frammento di una canzone sefardita, possibilmente
della seconda metà del 1400, “Morena me llaman”. (Esempio 1)
Facendo un salto nel tempo ascolteremo adesso un frammento di una canzone inglese del periodo
elisabettiano:”Can she excuse my wrong” di Dowland (1563-1626). (Esempio 2)
E ora arriviamo ai nostri giorni:”Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band”, The Beatles (1967). (Esempio 3)
Nella prima canzone “Morena me llaman”, testo e melodia sono supportate soltanto dalla
percussione l’inflessioni della voce sottolineano il contenuto. Nella seconda :”Can she excuse my
wrong”, un accompagnamento strumentale molto raffinato supporta e arricchisce il canto. Nella
terza canzone ”Sgt. Pepper’s…” il canto diventa urlo sostenuto da una complessa armonia dove le
dissonanze si muovono senza risoluzione, mentre il tutto viene travolto da un ritmo primordiale.
Queste tre canzoni così distanti nel tempo e diverse tra loro, sono allo stesso tempo molto simili, in
tutti e tre la melodia è orecchiabile, facilmente riproducibile e completamente subordinata al testo, e
questa modalità vale anche per una canzone “classica” di Bach, Mozart, Beethoven o Mahler.
Quindi possiamo affermare che la canzone attraverso i secoli ha cambiato stile ma basandosi
sempre sullo stesso principio: la musica al servizio della parola.
La musica classica ha le sue origine nelle sperimentazioni vocali che cominciarono nel Sec. IX in
cui due voci si sovrapponevano in modo parallelo dando luogo ad una armonia rudimentale.
Nel 1028 Guido d'Arezzo (991/992 - 17 maggio 1050) inventa la moderna notazione musicale.
Attorno al 1100 si sviluppa la tecnica del discanto dove le voci, che conservano sempre distanze
considerate consonanti (cioè quarta, quinta, ottava e unisono), si muovono più liberamente e danno
nascita alla polifonia, primo passo verso una trasformazione che i musicologi chiameranno “Ars
Nova”.
Nel 1455 Johann Gutenberg (Magonza, 1394-1399 circa – Magonza, 3 febbraio 1468) stampa la Bibbia
utilizzando caratteri mobili e nel 1498 Ottaviano Petrucci (Fossombrone, 18 giugno 1466 – Venezia, 7
maggio 1539) inventa la stampa musicale a caratteri mobili.
La stampa musicale cambia radicalmente la storia della musica: la trasmissione della musica
“classica” da quel momento in poi avverrà attraverso la partitura stampata, invece per gli altri generi
si è continuato con la trasmissione orale.
A partire del 1600, con le composizioni dei veneziani Andrea e Giovanni Gabrieli e Girolamo
Frescobaldi la musica strumentale abbandona definitivamente la parola e attraverso una nucleo
musicale breve chiamato “motivo” si da luogo a una serie di fraseggi che senza l’aiuto dei concetti
toccano direttamente le nostre emozioni e anche la nostra sfera razionale. Mozart: Piano Concerto K
488, N°23 – 2° Mov. Adagio (Esempio 4)
Ludwig van Beethoven, massone e rivoluzionario aveva 19 anni quando la Rivoluzione Francese
capovolse la storia. In vita era già considerato un mito e quando morì 20000 persone parteciparono
al suo funerale, un fatto inaudito per quel tempo. Non si discostò mai delle idee di Libertà,
Fraternità e Uguaglianza e quando la repressione e l’oscurantismo occuparono l’Europa diede la
parola alla Sinfonia per cantare alla Gioia il destino naturale dell’uomo.
2
La sonata per pianoforte n. 17, conosciuta anche con il titolo "La Tempesta", è una delle sonate
pianistiche di Beethoven maggiormente conosciute. Composta tra il 1801 e il 1802 e revisionata
nell'estate di quest'ultimo anno. È ampiamente riconosciuto che Beethoven è la figura più
importante nella storia della sonata. In questa creazione unica e geniale Beethoven, descrive la
tempesta che invade lo spirito umano quando ragione ed emozione entrano in contraddizione. Alla
domanda sul significato della Sonata op. 31 n ° 2 , Beethoven rispose: "Leggi la Tempesta di
Shakespeare". Beethoven: Piano Sonata No. 17 in D minor, Opus 31 No.2, 3° Mov. Maria Joao Pires Piano
(Esempio 5)
Beethoven diventava un titano quando affrontava i temi sociali o filosofici come nel Finale della
sua “Sinfonia del destino”. Beethoven: Sinfonia N°5 – 4° Mov. (Esempio 6)
Nel 2007 mi recai in Uruguay in compagnia dei Fratelli Angelo Massardi, Gianpietro Bocchi e
Sergio Perini, il viaggio si trasformò in qualcosa di straordinario quando il Fr. Angelo parlò in
italiano (scandendo le parole) ai Fratelli uruguayani radunati nella Gran Loggia e poi quando le 300
voci dei Fratelli si alzarono per intonare l’Inno internazionale della Massoneria. Mozart: “Lasst uns
mit geschlungen Händen“, K623a
(Esempio 7)
“L’esistenza è un evento gratuito e contraddittorio, la musica si incarica di cantarlo” (Enzo Dani,
Tavola del 17 febbraio 2012)
La musica è l’arte dei suoni, ma è diversa dai suoni della natura, è frutto dell’intelletto umano.
E’ diversa da tutte le arti che l’uomo ha inventato, affascinante perché non è tangibile ne visibile, si
sviluppa nel tempo e quando l’ultima nota finisce la sua vibrazione non resta più niente.
Venerdì 2 marzo 2012
3