Capitale e liquidità: piccoli penalizzati
Transcript
Capitale e liquidità: piccoli penalizzati
24-05-2011 Pagina 4 lavoro&sindacato credito alle piccole imprese 6 12:45 Intervista a Megale SE FALLISCE IL RIGORISMO DI TREMONTI 26 MAGGIO - 1° GIUGNO 2011 | N. 20 R ecentemente Emma Marcegaglia ha dichiarato che “le imprese si sentono sole”. È possibile pensare che il suo fosse anche un riferimento ai problemi di liquidità delle aziende? “Con quell’affermazione si è rotta una subalternità politica e culturale di Confindustria nei confronti del governo – risponde Agostino Megale, segretario generale della Fisac Cgil –. In realtà la Marcegaglia, più che alla liquidità si riferiva a ben altro, vale a dire al continuo annuncio da parte del governo di piani mirabolanti a favore della crescita economica e dello sviluppo delle imprese, che poi si sono sempre immancabilmente liquefatti. Peccato, però, che all’assemblea di Bergamo ci siano ricascati. La verita è che oggi Confindustria non è in grado d’esprimere una classe dirigente con al centro l’interesse del paese”. Rassegna Le imprese che lavorano con la pubblica amministrazione sono costrette a lunghe attese per i pagamenti. I confidi rappresentano una risorsa per far fronte a questo disagio? Megale Il tema dei ritardi nei pagamenti è solo uno dei tanti aspetti su cui le imprese hanno chiesto un diverso operare del governo, anche in questo caso completamente disatteso. Quello dei tempi lunghi della pubblica amministrazione è anche uno dei punti critici maggiormente enfatizzati dallo Small Business Act, il Piano programmatico europeo che individua le linee d’azione per promuovere lo sviluppo delle Confidi decisivi I consorzi di garanzia dei fidi svolgono un ruolo essenziale per garantire l’accesso al credito delle Pmi,sempre più in difficoltà per la crisi economica globale in atto. Un trend che non sembra destinato a mutare a breve.E gli accordi di Basilea 3 potrebbero peggiorare il sistema di concessione dei prestiti alle piccole aziende S enza liquidità le Pmi sono “spiaggiate”. Per l’effetto-domino della crisi globale deflagrata a fine 2008, il credito alle piccole e medie imprese si è incagliato in un imbuto dal collo lungo e stretto. “L’accresciuta incertezza determinata dalla crisi economica ha avuto effetti più marcati sulle Pmi, per le quali la valutazione del merito del credito è, più che per le altre aziende, basata su informazioni qualitative. È quindi aumentata la richiesta d’assistenza dei consorzi fidi”. È quanto afferma la Banca d’Italia nel recente Rapporto annuale sulle Economie Regionali. Per il settore DANIELA BINELLO dei confidi (i consorzi di garanzia collettiva dei fidi), così, l’attuale situazione rappresenta una nuova avventura alla Tex Willer. Una specie di sfida del ranger al mucchio selvaggio, “ Sono nati soprattutto in seno alle associazioni di categoria come servizio finanziario. Spesso sopperiscono impropriamente all’assenza di politiche industriali ” con tanto di buoni e cattivi da stanare per aprire, finalmente, anche alle tribù della riserva Navajo (le Pmi) le porte delle lussureggianti banche di Flagstaff. I consorzi fidi, in larga maggioranza nati in seno alle associazioni di categoria come servizio finanziario, sono stati creati per garantire alle imprese socie (fino a un massimo di 250 dipendenti) gli affidamenti concessi dalle banche. In questa logica, i contributi delle aziende socie più meritevoli permettono di far fronte al default di quelle più in difficoltà. Per le banche, infatti, i confidi rappresentano un’opportunità per mitigare il rischio insito nella concessione del credito. L’intermediazione dei confidi, si legge ancora nel dossier di Bankitalia, incide anche sul rapporto bancaimpresa favorendo una più bassa concentrazione del credito e abbassando i tassi medi dei prestiti. Dal 2007, con l’entrata in vigore di Basilea 2 e la definizione della normativa da parte di Bankitalia (fatta emanare dal governatore Draghi), i confidi sono diventati un elemento di discontinuità nel mercato finanziario perché con l’obbligo di trasformarsi in intermediari vigilati, IL PUNTO Parla Vincenzo Scudiere segretario confederale Cgil Capitale e liquidità: piccoli penalizzati © S. OLIVERIO/IMAGOECONOMICA 20p06-07 I lavoratori devono essere più informati sulle questioni finanziarie “I l sistema degli affidamenti è strategico per sostenere la capitalizzazione e le esigenze di liquidità delle aziende. I confidi, quindi, in questo ambito, sono un riferimento molto importante. Per le piccole e medie aziende poi, in manca di un sistema creditizio più aperto, questo è prevalentemente l’unico strumento per ottenere credito e risolvere così i problemi più immediati”. Questo, nelle parole di Vincenzo Scudiere, segretario confederale nazionale della Cgil con delega alle politiche industriali, il giudizio della Cgil sui confidi. Rassegna In questi ultimi anni si osserva un notevole sviluppo dei confidi. C’è una relazione con la crisi economica in atto? Scudiere Per diverso tempo i confidi sono stati un polmone che è servito per dare ossigeno alle Pmi, vista la forte resistenza del sistema bancario a fornire credito, soprattutto ai “piccoli”. Mentre nei periodi di vacche grasse le banche si contendevano addirittura fra loro i grandi clienti, cioè le realtà industriali di grosse dimensioni, nei confronti delle Pmi l’atteggiamento è 20p06-07 24-05-2011 12:45 Pagina 5 7 26 MAGGIO - 1° GIUGNO 2011 | N. 20 Pmi e che tutti i paesi membri si sono impegnati a recepire. Tuttavia, non sono certamente i confidi la giusta soluzione per sopperire ai problemi di carenza di liquidità derivanti da questi ritardi. In questo modo si drenano risorse utili che potrebbero essere impiegate più fruttuosamente per gli investimenti. Rassegna Oltre ad avere ridotto l’entità del Fondo centrale di garanzia, il governo potrebbe stralciare alcuni settori che oggi vengono garantiti rispetto al credito. Ma un sistema economico basato solo sul rigore potrà reggere? Megale Il ministro Tremonti più che rigore ha applicato una linea rigorista che ha contenuto il deficit ma ha fatto straripare il debito pubblico. In trenta mesi di crisi, il debito pubblico è aumentato di circa 280 miliardi. Un macigno a carico del lavoro, delle imprese, delle famiglie e delle nuove generazioni. È bene, perciò, che il governo continui a finanziare il fondo per le Pmi, perché la ripresa economica è ancora troppo debole e incerta per eliminare questo supporto per quelli più grandi, i consorzi fidi maggiori consentono alle banche di ridurre il capitale assorbito dal credito erogato alle imprese. Al centro di questo processo in atto c’è poi la questione della trasformazione dei confidi da ex art.106 in intermediari vigilati ex art.107, con varie implicazioni in termini di framework di vigilanza, indice di solvibilità (il minimo richiesto dalla Banca d’Italia è del 6 per cento), tipo di garanzia, dimensione e diversificazione dei portafogli. Con l’iscrizione nell’elenco speciale degli intermediari finanziari vigilati dalla Banca d’Italia, un confidi ex art.107 può intervenire non soltanto a garanzia delle linee di credito erogate dalle banche alle Pmi sue socie, ma può anche proporsi come intermediario qualificato per alcune complesse operazioni finanziarie ai sensi della legge 598/94. Attualmente i consorzi fidi sono articolati tra 51 “confidi 107”, i cosiddetti confidi maggiori o di primo grado (con stock >75 milioni di euro), e 557 “confidi 155”, di minori dimensioni patrimoniali (i confidi di secondo grado che, per effetto delle norme stabilite nel Testo unico bancario, non possono esercitare l’intermediazione vigilata). Il censimento dei confidi, tuttavia, è in evoluzione in quanto segue l’andamento delle fusioni e delle aggregazioni degli istituti di credito che, soprattutto a partire dal 2008, hanno modificato l’intero scenario finanziario italiano (fonte Assoconfidi). La Top 10 dei confidi 107 è rappresentata dalla torinese Eurofidi, che in assoluto è il principale soggetto nazionale (nel 2010 ha gestito finanziamenti per 2,98 miliardi di euro a fronte di 1,6 miliardi di garanzie rilasciate). Eurofidi opera con il marchio Eurogroup e due strutture principali (Eurofidi ed Eurocons), cui si aggiungono altre controllate, come Euroenergy. Gli altri nove istituti maggiori sono: Italia sempre stato guardingo. Con la situazione drammatica che stiamo attraversando la resistenza delle banche non è certamente diminuita e aggiungo che nei confronti delle Pmi persiste una certa sottovalutazione della loro importanza per il sistema paese. Rassegna Dalle tue parole si deduce che il sistema dei fidi alle Pmi andrebbe maggiormente agevolato. È così? ScudiereCertamente, perché se non si affrontano i problemi delle aziende rispetto al credito, le questioni poi s’incancreniscono fino a far scoppiare il dramma. La Cgil, infatti, ha più volte contrattato con le Regioni e le associazioni di categoria le condizioni perché si potesse potenziare il sistema degli affidamenti alle Pmi e tuttora, quando parliamo di Patti per lo sviluppo territoriale, quello del credito rappresenta un problema centrale. La Cgil è sensibile al problema di liquidità che assilla le Pmi, anche se, fondamentalmente, bisognerebbe che gli imprenditori facessero veramente il loro mestiere d’imprenditori. Il che finanziario agli interventi. Ma una volta usciti dall’emergenza si dovranno cercare soluzioni per spingere le Pmi a ripatrimonializzarsi, ridurre la propria dipendenza dal debito bancario, accrescere le proprie dimensioni, aggregarsi con altre aziende e allargare i propri assetti proprietari. Rassegna I confidi mettono in atto un circuito virtuoso fra banche e aziende. Quanto previsto da Basilea 3 è adeguato? Megale Basilea 3 dev’essere applicata come indicato dal “ Se le previsioni verranno confermate si aprirà una nuova sfida: diventare player specialisti del segmento del credito alle aziende, nonché alleati indispensabili delle banche ” Com-Fidi, Unionfidi, Fidi Toscana, Artigiancredito Toscano, Unifidi Emilia Romagna, Confidi Province Lombarde, Neafidi, Confidi Lombardia e Centro Fidi Terziario. I tre quarti del mercato delle garanzie (oltre 50 miliardi di euro a fronte di circa 22 miliardi di garanzie rilasciate) è detenuto per il 54 per cento dalle Top 10, ma con la crisi recente gli insoluti delle imprese, che vengono pagati dai confidi, stanno filando alla velocità del +23 per cento annuo. Brutto segno. Indica che le sofferenze finanziarie delle Pmi sono davvero preoccupanti. In questo scenario, occorre tenere presente che i confidi garantiscono anche le Newco (società di nuova costituzione o start up), che non sarebbero in grado di esibire alle banche alcun parametro vuol dire che dovrebbero non solo gestire i problemi contingenti, ma anche e soprattutto investire. Un aspetto su cui invece nicchiano alquanto. Rassegna Il Fondo centrale di garanzia, cui anche i confidi fanno ricorso per controgarantire i finanziamenti concessi dalle banche, è stato ridotto. Questo comporterà problemi ulteriori? Scudiere Abbiamo già adesso diversi problemi che riguardano la capitalizzazione delle imprese e il salvataggio di interi settori industriali. Per la chimica, ad esempio, è emblematico il caso di Vinyls Italia. Esistono cordate d’imprenditori che hanno presentato i piani industriali ma mancano, o risultano insufficienti, i capitali per attuarli. Lo stesso accade a Termini Imerese, dove si sono fatti avanti degli imprenditori con alcune proposte, ma non abbiamo ancora capito dove siano e a quanto ammontino le risorse economiche disponibili per l’investimento. Di chi è la colpa? Senza alcun dubbio del governo, perché la rete governatore di Bankitalia e dagli stessi piani di ricapitalizzazione delle banche partiti in queste settimane per rafforzare il sistema bancario italiano. Regole, vigilanza e trasparenza, insieme al rafforzamento del capitale, sono antidoti da introdurre con gradualità per evitare il ripetersi di crisi finanziarie come questa. L’attuale normativa prevede una differenziazione tra confidi veri e propri, che possono operare esclusivamente nell’attività di garanzia dei fidi, e confidi dotati di un’ingente dotazione “andamentale” e nemmeno un primo bilancio. Il credito, che viene concesso dalle banche in base al rating delle aziende, è infatti un valore che scaturisce da un complesso sistema di algoritmi top secret e la cui formula è misteriosa per ogni banca: se il rating non raggiunge un determinato livello, l’istituto rifiuta il credito e l’impresa è fritta. Ecco, allora, che i confidi fungono quasi da ammortizzatori sociali per le Pmi, sopperendo in qualche modo, sebbene impropriamente, alla mancanza di una seria politica economica di sostegno alle imprese. Nell’ambito del recente convegno romano di Coopfidi “Crisi Globale, risposta locale. I confidi a sostegno della ripresa e dello sviluppo delle economie locali”, Ettore Quadrani, il presidente di Fidimpresa Lazio (il confidi di Confindustria Lazio) ha ribadito la necessità di patrimonializzare le Pmi: “I confidi sono sempre di più la cinghia di trasmissione tra le imprese e le banche”. E ha aggiunto: “Il successo dei confidi è dovuto allo stretto collegamento con le associazioni imprenditoriali di emanazione”. Se volgiamo lo sguardo sul futuro del credito, purtroppo, il trend non sembrerebbe destinato a essere solo congiunturale o a cambiare in meglio. Al contrario, gli accordi di Basilea 3 potrebbero peggiorare il sistema di concessione del credito alle Pmi, visto che le banche hanno l’impellente necessità d’accantonare crescenti riserve di capitale. In questo contesto, il governo sarà probabilmente costretto a irrobustire il Fondo centrale di garanzia per le Pmi anche oltre il 2012 (questo fondo viene utilizzato dai confidi come controgaranzia, con l’applicazione di un coefficiente di ponderazione pari allo 0 per cento). Del resto, lo stesso governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi, nella sua Relazione di fine anno aveva dichiarato: “I confidi imprenditoriale che si attiva per salvare un insediamento industriale si trova, i piani industriali vengono pensati, le associazioni di categoria e il territorio si attivano, ma se manca una seria capacità politica da parte del governo di trovare le risorse finanziarie quegli elementi da soli non bastano. Rassegna Crescendo l’importanza funzionale dei confidi si affaccia anche l’esigenza d’adottare norme più attuali in materia? Scudiere Fermo restando che, come ho premesso, nella fase che stiamo attraversando giudico positivamente il potenziamento del sistema dei fidi alle imprese e, anzi, ritengo che l’intero sistema del credito avrebbe necessità urgente di essere modificato nel senso di una maggiore apertura, è fondamentale che i confidi siano regolati da norme assolutamente trasparenti affinché non divengano né un nuovo strumento di controllo sul sistema imprenditoriale, né un nuovo centro di potere. Se c’è un rischio da evitare è proprio questo. I confidi sono un nuovo strumento per produrre patrimoniale, che possono svolgere attività più ampie, quasi alla stessa stregua degli intermediari finanziari non bancari. Al di là di specifiche eccezioni, per esempio sui requisti patrimoniali per i prestiti alle Pmi, che comunque devono essere valutate caso per caso, le norme sul capitale richieste da Basilea 3 ci sembrano corrette. Una volta tanto il mercato sta funzionando bene nel richiedere alle grandi banche il rispetto, fin da ora, dei nuovi requisiti patrimoniali. D. B. nell’anno 2010 sono stati determinanti per la concessione dei finanziamenti alle piccole e medie imprese”. Se le previsioni saranno confermate si aprirà una nuova sfida per i confidi: diventare dei player specialisti del segmento del credito alle Pmi, nonché degli alleati indispensabili delle banche. Dovranno essere sempre più bravi nel selezionare le aziende che meritano d’essere affidate e sempre più efficaci nel fornire un servizio veloce di accesso al credito. Visitando alcune sedi di confidi 107, si direbbe che i “campioni nazionali” si stiano già attrezzando, sia dal punto di vista della loro presenza sul territorio sia da quello delle risorse umane. Sono in corso, infatti, assunzioni di neolaureati in economia e commercio, generalmente al di sotto dei 33 anni, che spesso vengono contesi ai dipartimenti marketing di banche e assicurazioni. Con stipendi base raffrontabili con il contratto del commercio, e incentivi in bonus al raggiungimento degli obiettivi commerciali, attraggono i giovani con spirito d’intraprendenza. Ma non ci sono molte speranze per chi ha più di 40 anni e non sa leggere né interpretare un bilancio. Le professioni impiegabili nei confidi sono tutte nuove: dal risk manager al consulente finanziario e facility manager, dal broker al personal brander, dal temporary manager agli esperti di problem solving aziendali a 360 gradi utili, ad esempio, per valutare la convenienza o meno di dotare l’azienda di nuovi impianti fotovoltaici usufruendo degli incentivi disponibili (sempre che non vengano bloccati, come successo di recente in alcune Regioni fra cui il Lazio). Infine, i progetti da garantire possono essere anche molto creativi. Come l’idea di finanziare Dracula 3D, il nuovo film italo-franco-spagnolo di Dario Argento, che ha ottenuto 900.000 euro da Unicredit tramite Eurofidi Lazio. • ricchezza, perciò occorrono regole improntate alla massima vigilanza. Rassegna I lavoratori sono abbastanza informati su tali questioni? Scudiere No. In Italia c’è una certa reticenza da parte aziendale nel cercare il coinvolgimento dei dipendenti sui temi finanziari. Si tratta di un problema serio, che riguarda il sistema delle relazioni industriali da noi ancora molto chiuso. La costruzione di una maggiore consapevolezza non è ritenuta necessaria tout court. Così i lavoratori scoprono i “buchi” solo all’ultimo momento, quando ormai il crac è alle porte. È evidente, invece, che se la gestione fosse trasparente, anche il dialogo sarebbe più facile e che se nei lavoratori esistesse una maggiore consapevolezza degli aspetti gestionali e finanziari legati alla vita dell’impresa, il loro sostegno e la loro partecipazione avrebbero sicuramente un’influenza positiva. Ma nel nostro paese si tende a coinvolgere solo all’ultimo momento il personale e perciò continuiamo a farci del male. D. B.