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27 MAGGIO – 24 LUGLIO 2016
PREMIO LORENZO BONALDI
BONALDI PER L’ARTE – ENTERPRIZE, VIII EDIZIONE
SOFT CRASH
A cura di XIAOYU WENG
Artisti: YinYin-Ju Chen, Anthony Discenza, Fabien Giraud & Raphaël Siboni, Diana Thater,
Thater, Tsang KinKin-Wah
Inaugurazione: 26 maggio, ore 19:00
Dal 27 maggio al 24 luglio 2016 lo Spazio Zero della GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di
Bergamo ospita la mostra Soft Crash,
Crash per la VIII Edizione del Premio Lorenzo Bonaldi per l’Arte – EnterPrize.
EnterPrize
Xiaoyu Weng,
Weng vincitrice di questa edizione, è stata premiata da una giuria internazionale composta da
Chiara Bertola – Responsabile per l’arte contemporanea della Fondazione Querini Stampalia, Venezia e
ideatrice del Premio FURLA
Martin Clark – Direttore della Bergen Kunsthall, Bergen
Giacinto Di Pietrantonio – Direttore, GAMeC, Bergamo
Stefano Raimondi – Curatore, GAMeC, Bergamo
che, dopo aver considerato tutti i progetti partecipanti come accurati, molto originali e aderenti alle più
recenti ricerche di arte contemporanea, all’unanimità ha deciso di assegnare il premio al suo progetto con la
seguente motivazione:
Soft Crash spiega al meglio uno degli aspetti fondamentali del contemporaneo, ovvero come la tecnologia e
la macchina siano stati in grado di influenzare e cambiare l'essere umano. Il curatore ha scelto e selezionato
artisti e opere d'arte che approfondiscono con precisione questo tema. Allo stesso tempo, ha presentato un
allestimento in grado di trasformare lo Spazio Zero della GAMeC in un ambiente molto suggestivo, coerente e
imprevedibile.
Il modo creativo di Xiaoyu Weng di avvicinarsi all'idea di mostra è sembrato alla giuria molto convincente nel
contesto di un premio curatoriale che fin dall'inizio persegue lo scopo di portare nella città di Bergamo le
pratiche curatoriali più innovative e originali.
La cerimonia di premiazione si è svolta lunedì 26 ottobre 2015 a chiusura di Qui Enter Atlas. Simposio
Internazionale di Curatori Emergenti,
Emergenti che ha visto i 5 candidati del Premio Lorenzo Bonaldi confrontare
esperienze personali e posizioni teoriche e metodologiche con una ventina di giovani curatori provenienti da
corsi in pratiche curatoriali.
IL PREMIO
Ideato dalla GAMeC con il sostegno della famiglia Bonaldi e nato dalla volontà di ricordare la passione per
l’arte e per il collezionismo di Lorenzo Bonaldi, è volto a sostenere la ricerca di un giovane curatore under 30 e
il suo progetto di mostra.
Organizzato per la prima volta nel 2003, ha assunto cadenza biennale dal 2005.
Con questo riconoscimento si vuole sottolineare la centralità e il significato che la figura del curatore ha
assunto nel panorama artistico internazionale, oltre a incoraggiare e sostenere il talento di un giovane in un
momento estremamente vitale del suo percorso professionale.
professionale
Il Premio non è mai stato considerato un’occasione di competizione, bensì un’opportunità di crescita
professionale e confronto.
confronto Proprio per questa ragione, nel 2005 è nata l’idea di affiancare nell’anno della sua
assegnazione un convegno dedicato, Qui. Enter Atlas - Simposio
Simposio Internazionale di Curatori Emergenti,
Emergenti che si
svolge a cadenza biennale.
IL PROGETTO DI MOSTRA
SOFT CRASH
Curatore: Xiaoyu Weng
Nominata da Leeza Ahmady, Curatore indipendente, direttore di Asia Contemporary Art Week (ACAW)
Artisti: Yin-Ju Chen, Anthony Discenza, Fabien Giraud & Raphaël Siboni, Diana Thater, Tsang Kin-Wah
La mostra delle atrocità. Entrando nella mostra, Travis vede le atrocità del Vietnam e del
Congo mimetizzate nella morte parallela di Elizabeth Taylor; cura l’attrice morente,
erotizzando i suoi bronchi trafitti nelle verande iperventilate dell’Hilton di Londra; sogna Max
Ernst, superiore degli uccelli; “Europa dopo il diluvio”; la razza umana, Calibano che dorme su
uno specchio imbrattato di vomito.
J. G. Ballard
Entrando nella mostra, lo spettatore vede una farfalla, tassidermizzata, fissata al muro con uno spillo; l’atto
di uccidere si è camuffato nel nome della conservazione, trasformando la farfalla in un oggetto di studio, da
archiviare ed esporre; ma la morte sembra avvicendarsi quando la farfalla riemerge e svolazza sui monitor di
Untitled (Butterfly Videowall #2) di Diana Thater; è tornata veramente a vivere o è soltanto diventata un’iperrealtà parzialmente morta? Stiamo forse esponendo un diverso genere di atrocità?
Quando J. G. Ballard pensava a una mostra di atrocità, aveva in mente gli incidenti d’auto. La sua controversa
esposizione del 1970 Jim Ballard: Crashed Cars fu un commento pungente sul complesso rapporto tra l’uomo
e la tecnologia – un tema su cui egli rifletté molto.
Questa mostra rende omaggio a Ballard, ai suoi romanzi La mostra delle atrocità (1970) e Crash (1973) e alla
sua visione proattiva sulle relazioni e sulle esperienze umane mediate dalla tecnologia. Evolvendosi e
scostandosi da ciò che Ballard descrive come l’ossessione della produzione meccanizzata, gli sviluppi
tecnologici della rete digitale e di informazione, l’intelligenza artificiale, la simulazione e l’animazione
computerizzate hanno ora assunto il ruolo di riorganizzare la nostra vita.
Invece di brusche collisioni, questi scontri sono molto meno violenti: la tecnologia non distrugge più l’essere
umano con un’azione immediata (come avviene nel caso degli incidenti d’auto) ma diventa virale e
contagiosa, tramutandosi nella sua stessa esistenza.
La mostra accoglie i lavori di quattro artisti e di un collettivo (YinYin-Ju Chen, Anthony Discenza, Fabien Giraud &
Raphaël Siboni,
Siboni, Diana Thater,
Thater, Tsang KinKin-Wah)
Wah) ed esamina concettualmente e nella loro configurazione le
nozioni di ibrido, imitazione,
imitazione, differenza e ambivalenza di una realtà mediata dalla tecnologia.
Soft Crash, però, non è una mostra sulla tecnologia; si riferisce piuttosto alla tecnologia nel suo senso più
ampio: la conoscenza di tecniche e processi. Attraverso queste nozioni, la mostra manifesta inoltre il
desiderio di collocare pratiche culturali (come gli studi del post-colonialismo) all’interno di una dimensione
inter-specie.
Punto di partenza della mostra, Untitled (Butterfly Videowall #2) di Diana Thater (2008) invita a una riflessione
sulla mediazione della tecnologia sulla vita e sulla morte, sulla violenza e sulla compassione.
Due episodi della serie The Unmanned di Fabien Giraud & Raphaël Siboni – The Brute Force (2014) e La
Mémoire de Masse (2015) – ne rappresentano la spina dorsale. La serie racconta in senso contrario una
storia non umana di tecnologia e richiede una narrazione quale relazione morfologica tra l’essere umano e il
suo ambiente. The Brute Force ricostruisce la scena subito dopo la sconfitta brutale di Garry Kasparov contro
il computer IBM Deep Blue, avvenuta l'11 maggio 1997, mentre La Mémoire de Masse, rappresentato
attraverso personaggi generati al computer, si svolge durante la seconda Rivolta dei Canuts, che ebbe luogo
a Lione nel 1834 e durante la quale i tessitori protestavano contro l’introduzione di schede perforate
nell'industria della seta.
Entrambi gli eventi sono emblemi nella storia delle lotte umane con il calcolo moderno.
YinYin-Ju Chen, Anthony Discenza e Tsang KinKin-Wah presentano ciascuno un’installazione multimediale composta
da vari elementi, che devono essere viste come tre piccole mostre individuali. Nel complesso, però, queste
installazioni formano uno “spazio esperienziale" che crea collegamenti singolari tra le tre diverse postazioni.
Mentre l’opera As Above, So Below (2013-14) di Chen specula sulle finzioni dei moderni sistemi di
epistemologia ed esplora mezzi alternativi per la produzione di conoscenza, Trouble Sleeping (2015) di
Discenza osserva l’assurdità quotidiana delle interazioni tra esseri umani e tecnologia, e The Third Seal – They
Are Already Old. They Don't Need To Exist Anymore (2009) di Tsang indaga le narrative religiose e filosofiche
attraverso un linguaggio artistico tecnologicamente molto facilitato.
Mentre le altre opere saranno esposte per tutto il periodo della mostra, il progetto di Discenza avrà una vita
separata: ogni elemento dell’opera si alterna ed evolve in tre diverse fasi per interpretare la narrativa della
mostra, evocando le idee della mutazione e della non immobilità.
Infine, l’installazione in vinile su vetro Soft Crash (2016) di Tsang – che prende in prestito il titolo della mostra
– commenta poeticamente la relazione tra finzione e scienza, tra corpo umano e tecnologie. I visitatori
potranno vederla sia dall’interno dello spazio espositivo che dal cortile del museo.
NOTE BIOGRAFICHE
Xiaoyu Weng è curatrice associata di arte cinese della Robert H. N. Ho Family Foundation presso il Solomon. R.
Guggenheim Museum di New York. È stata direttrice dei programmi asiatici presso la Kadist Art Foundation di Parigi e
San Francisco, dove ha lanciato la Kadist Curatorial Collaboration – che organizza mostre che stimolano lo scambio
culturale –, ha supervisionato residenze d'artista e la costituzione della collezione d'arte asiatica contemporanea.
Oltre ai rapporti con le istituzioni, Weng ha organizzato numerose mostre ed eventi per spazi internazionali come il
CAFA Art Museum di Pechino, il Witte de With Contemporary Art Center di Rotterdam, lo Yerba Buena Center for the
Arts e il CCA Wattis Institute for Contemporary Arts di San Francisco. È Contributing Editor di Leap, rivista bilingue di
arte contemporanea di base a Pechino. Scrittrice prolifica, ha pubblicato su varie riviste professionali di arte e cataloghi
di biennali.
27 MAGGIO – 24 LUGLIO 2016
PREMIO LORENZO BONALDI PER L’ARTE – ENTERPRIZE, VIII Edizione
SOFT CRASH
A cura di XIAOYU WENG
Orari d’apertura
martedì-domenica: 10:00-19:00 / giovedì: 10:00-22:00 / lunedì chiuso
Biglietti (valido per tutte le
le mostre in corso)
Intero: € 6,00 / Ridotto: € 4,00 / Scuole: gratuito
Ufficio Stampa GAMeC
Manuela Blasi
E-mail: [email protected]
Tel. + 39 035 270272 – int. 420
GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo
Via San Tomaso, 53 - Bergamo
Tel. + 39 035 270272
www.gamec.it