LE STRATEGIE DELLA SCRITTURA

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LE STRATEGIE DELLA SCRITTURA
CORSO DI SCRITTURA CREATIVA (classe II A).
LE STRATEGIE DELLA SCRITTURA: SCRIVERE I VARI TIPI DI TESTO E “FARE IL
TEMA”.
LEZIONE 1
(2 Maggio 2011)
Le regole generali per la composizione di un qualsiasi testo, a prescindere dalla sua tipologia, sono
quelle date nella lezione in pwp. Cerchiamo ora di capire come si scrivono i diversi tipi di testo,
ciascuno dei quali, presentando una specifica finalità e un’altrettanto specifica struttura, deve
possedere delle caratteristiche sue proprie. Esistono infatti:
testi descrittivi, testi espositivi, testi narrativi, testi interpretativo-valutativi e, di conseguenza,
“temi”. Ciò significa che la parola “tema” è assai generica, poiché, a seconda del titolo e delle sue
richieste, siamo chiamati a svolgere temi diversi per struttura e contenuto (temi descrittivi,
espositivi, narrativi etc…).
Occorre dunque imparare con l’esercizio a
-descrivere persone, animali, cose, luoghi, ambienti;
-esporre informazioni;
-raccontare fatti;
-interpretare e valutare un racconto, un romanzo, un film;
-argomentare, cioè esprimere una tesi, un’opinione ed essere in grado di sostenerla con opportune
argomentazioni di supporto.
1- DESCRIVERE: IL TESTO DESCRITTIVO.
“Il gatto persiano, così denominato perché probabilmente originario di quella zona dell’Asia,/
presenta una corporatura robusta e tarchiata, una testa massiccia, con orecchie piccole e
arrotondate, e una coda corta e particolarmente folta di pelo. Presenta un mantello a pelo lungo, il
cui colo varia molto a seconda delle diverse specie: si va dai persiani monocolore (bianchi, grigi o
rossicci) a quelli a due o tre colori. Il colore degli occhi, in genere grandi e tondi, varia dal gialloarancio, al blu-verde./ Il gatto persiano ha un’ indole docile e socievole./ E’ un ottimo animale da
compagnia e ama giocare. Oltre a questo, è un bravissimo cacciatore di topi.”
-Chi è il protagonista del testo?
-Qual è il suo aspetto fisico?
-Qual è il suo carattere?
-Come si comporta?
Il testo sopra proposto, è una descrizione: quella di un gatto persiano, visto sotto l’aspetto fisico e
sotto l’aspetto caratteriale. Il risultato è un ritratto del gatto persiano in generale, fatto non con i
pennelli, ma con le parole.
Descrivere qualcosa o qualcuno, vuol dire dunque delinearne a parole l’immagine, con lo scopo di
fornire all’eventuale destinatario della descrizione, un’idea estremamente chiara di ciò che si sta
rappresentando: una descrizione è veramente efficace e ben riuscita, quando chi legge è messo
nelle condizioni di vedere quasi con i propri occhi quanto gli viene descritto a parole.
COME SI FA, QUINDI, A SCRIVERE UN BUON TESTO DESCRITTIVO?
1- Mettere a fuoco quello che di deve descrivere: per far questo, bisogna raccogliere tutte le
informazioni possibili sull’oggetto della nostra descrizione, persona, animale, luogo o cosa
che sia.
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2- Decidere se presentare l’oggetto della nostra descrizione in modo oggettivo o in modo
soggettivo.
Ad esempio:
Testo n.1
“Rossi Marina è una bimba di otto mesi e 15 giorni. E’ alta 70 cm e pesa circa undici chili. Di
costituzione robusta, gode dalla nascita di ottima salute. Il suo sviluppo è regolare e non necessita
di alcuna cura medica particolare”.
Testo n. 2
“La mia Marina è proprio una bella bambina: è sempre allegra e sorridente, e ogni giorno impara
qualcosa di nuovo. Ha grandi occhi neri e una nuvoletta di riccioli scuri. A volte trovo che sia un
po’ cicciotella, ma mi fa soprattutto tanta tenerezza. Fortunatamente, è in ottima salute, ma mi
pare abbia scambiato il giorno con la notte: di giorno, infatti, vorrebbe sempre dormire, di notte, al
contrario, ha voglia di giocare e se io o il babbo non l’accontentiamo, piange come una fontana!”
I due testi sono entrambi descrittivi e hanno entrambi il medesimo oggetto: una bimba di nome
Marina. Tuttavia, nel primo caso, la descrizione della bimba è oggettiva e impersonale fornendo,
in terza persona, solo dati precisi e rigorosi, con lo scopo di informare il lettore. Potremmo
immaginare si tratti della relazione di un pediatra ai genitori della bambina. Il secondo testo,
invece, descrive il medesimo oggetto (Marina) in modo soggettivo e personale. Tutte le
informazioni sono filtrate dall’emozione dell’autore (la mamma), il quale non vuole
semplicemente informare in maniera distaccata il destinatario eventuale del suo scritto, ma
quasi coinvolgerlo e suscitare in lui le sue stesse sensazioni di trasporto nei confronti della piccola.
Anche nel secondo testo è usata la terza persona, però l’autore riduce sempre le affermazioni a se
stesso (La mia Marina…; mi fa tenerezza…; mi pare…).
Qualsiasi descrizione può del resto essere resa in modo oggettivo o soggettivo, a seconda dello
scopo che essa ha: se vuol solo dare informazioni, o se, al contrario, intende coinvolgere il lettore a
livello emotivo. Decidere il taglio oggettivo o soggettivo da dare alla descrizione, è l’operazione
preliminare da compiere.
Una volta stabilito ciò, bisogna tracciare la scaletta.
Nella scaletta dovranno essere presenti tutte le informazioni utili alla realizzazione di una
descrizione il più possibile completa. Il consiglio generale, qualunque sia l’oggetto della
descrizione, persona, animale, cosa, luogo, è di analizzarlo in tutti i suoi aspetti attraverso i
cinque sensi. Per realizzare la scaletta preliminare, un altro buon consiglio è quello di scrivere su
un foglio a parte, delle domande che riguardano l’oggetto della nostra descrizione (es. Come si
chiama (se è una persona)?... Quanti anni ha?...Qual è il suo lavoro?...Qual è il suo
carattere?...Che forma ha (se è un oggetto)?...Come si presenta?...Ha odore, colore, gusto, sapore,
suono?...Dove sorge (se è un luogo)?...Che caratteristiche morfologiche ha?...)
A questo punto, tenendo presenti le regole generali per la stesura di qualsiasi tipologia testuale
(completezza dell’informazione, organicità, ordine nella disposizione dei pensieri, correttezza
linguistica, coerenza tra le parti a livello logico e stilistico, chiarezza nella grafia) si può
cominciare a stendere il testo descrittivo. Dobbiamo ricordare ciò che si è detto all’inizio, e cioè che
una descrizione è veramente efficace se chi legge ha la sensazione di vedere davanti ai propri occhi
l’oggetto della descrizione. Per questo, a livello lessicale, è consigliabile scegliere parole ed
espressioni in grado di produrre effetti visivi, aggettivi qualificativi che diano l’idea del colore,
dell’odore, del sapore, e similitudini e metafore. Privilegiare le frasi brevi e incisive, poiché
sono quelle che meglio imprimono alla descrizione chiarezza e vivacità. Nel caso si descrivano
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luoghi o ambienti, si consiglia l’uso adeguato di avverbi e locuzioni avverbiali che chiariscano
al lettore la precisa disposizione degli elementi nello spazio, ancora allo scopo di fornire, di
quello spazio, una specie di fotografia a parole (davanti, dietro, sopra, sotto, a sinistra, di fronte
etc…).
Quando riteniamo di aver detto tutto, procediamo ad una buona lettura finale della nostra
descrizione: dovremmo capire se effettivamente il nostro testo risponde alla sua finalità, se cioè
siamo stati in grado di fornire al destinatario una descrizione del nostro oggetto completa e
verosimile. A questo scopo, è opportuno rileggere, alla fine della stesura del testo, il titolo del testo
stesso (quello del tema descrittivo, insomma!): solo se ogni parte della nostra descrizione sarà
coerente con quanto richiesto dalla traccia, potremo ritenerci soddisfatti del nostro lavoro!
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