RELAZIONE FINALE PROGETTO “NOI ANTICHI EGIZI” Ins. Rita

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RELAZIONE FINALE PROGETTO “NOI ANTICHI EGIZI” Ins. Rita
RELAZIONE FINALE PROGETTO “NOI ANTICHI EGIZI”
Ins. Rita Certomà – classe D3
La presente relazione ripete molti punti della scheda progetto, nella quale mi ero
dilungata già moltissimo nella descrizione.
Chi si affaccia oggi alle soglie della vita si trova a doversi confrontare con un momento
particolare, facile e difficile nello stesso tempo. Facile perché gli attuali mezzi di
comunicazione rendono possibile a chiunque di sapere, imparare, informarsi in tempo
reale e con gran facilità. Difficile per le oggettive condizioni ambientali, sociali,
politiche.
E’ sotto gli occhi di tutti la diversità dei bambini di oggi rispetto a quelli di
ieri: consapevolezza precoce, grande capacità relazionale, spiccata curiosità verso
ogni aspetto del mondo circostante, abilità tecnica… Si tratta di bambini che
sembrano aver fatto un salto evolutivo rispetto alla generazione precedente: intuitivi,
precoci, sensibili, non si adeguano agli abituali modelli di comportamento, sono
iperattivi e carenti nell’attenzione, disturbati dai continui stimoli esterni che li
rendono più svegli e disinvolti, ma meno riflessivi, come se non avessero il tempo di
fermarsi a pensare.
Difatti sono i bambini dell’era del computer e della tecnologia, amano
apprendere giocando e, se questo non avviene, si annoiano, si stancano rapidamente,
per cui necessitano di nuovi e stimolanti metodi educativi. Essendo molto veloci
nell’ideazione e nella comprensione, trovano noioso tutto ciò che non scorre a questo
ritmo e devono cambiare molto spesso attività per mantenere un buon livello
d’attenzione. Molto attenti se sono interessati, non si lasciano sfuggire niente di ciò
che succede attorno a loro, il che a volte provoca irrequietezza e agitazione.. Per
concentrarsi in maniera effettiva hanno bisogno di scopi e mete precise, devono
essere motivati e coinvolti in prima persona.
Mantenere vivo l’interesse per l’apprendimento è uno dei compiti primari
dell’insegnante; un bambino desideroso di apprendere è un bambino attento, vigile,
curioso, ricco di domande e di possibili risposte. La motivazione può essere
“insegnata”, nel senso che è possibile insegnare ai bambini a determinare gli obiettivi
del suo agire, così come possono essere adottate strategie coinvolgenti per
affrontare un compito. L’interesse, quindi, viene stimolato nel bambino attraverso
diverse strategie di insegnamento/apprendimento che spaziano tra metodologie,
contenuti e didattica quotidiana.
Il progetto “Noi Antichi Egizi” praticamente corrisponde ad una narrazione
multimediale, attraverso la quale i bambini si immedesimano in antichi Egizi e parlano
di sé, raccontando tutto ciò che hanno approfondito su questa civiltà.
Il programma scelto per l’elaborazione è Power Point, che permette di immettere
immagini, scritte, audio e video. Sono stati molto d’aiuto in questo senso i moduli
frequentati nel corso DOL: Power Point avanzato, modulo audio e video, modulo di
grafica e layout, modulo su internet…, Il progetto, in parte da completare, ha visto il
lavoro di due classi di scuola elementare, con il coinvolgimento di diversi ambiti
disciplinari.
Sono state coinvolte le classi 4° e 5° della scuola elementare Antonio
Locatelli di Cavernago, per un totale di 44 alunni, di cui 2 diversamente abili e 8 alunni
stranieri; entrambi le classi hanno effettuato il percorso storico e la visita al Museo
Egizio; la classe 5°, nello specifico, ha seguito il lavoro sulle strisce del tempo e sui
monumenti e templi, la classe quarta il resto. Le insegnanti coinvolte sono state
sostanzialmente due: io che insegno lingua, ricerca, immagine, musica ed inglese in
classe quarta e l’insegnante di sostegno di classe 4° e 5° che insegna anche
antropologia in classe 5°.
Non lavorando per obiettivi, ma con un piano di lavoro integrato, le
finalità sono non solo indicate ma anche spiegate nel dettaglio. Rimando per questa
parte alla scheda progetto.
Partendo dalle esperienze personali, l’alunno, attraverso la ricerca e la
riflessione, incontra le discipline, che gli offrono gli strumenti necessari per
rispondere ai bisogni e ai problemi quotidiani. Ma un apprendimento significativo si
fonda sulla capacità di mettere in collegamento le conoscenze, costruendo legami fra
ciò che si impara e ciò che già si possiede. Pertanto si è cercato di tendere
all’unitarietà dell’insegnamento, perché la cultura è una come è una la conoscenza. Per
questo le insegnanti hanno lavorato insieme per progettare percorsi comuni.
Fondamentale è stato il contributo degli alunni all’elaborazione del
progetto didattico: dall’osservazione costante e dalle loro risposte alle proposte
educative sono derivate una quantità di dati e di informazioni che l’insegnante ha
cercato di cogliere per attivare contesti educativi condivisi. Realizzare situazioni di
apprendimento significa sì prevedere degli obiettivi da raggiungere, ma occorre anche
essere consapevoli che non possono essere preventivati completamente, perché è
necessario lasciare spazio ad altri percorsi possibili e non progettati che potrebbero
emergere in itinere.
Il metodo privilegiato è stato quello cooperativo che prevede la formazione di piccoli
gruppi, al fine di rendere più efficace la comunicazione e l’apprendimento dei bambini,
che lavorano meglio e sono maggiormente motivati.
Le modalità di svolgimento delle lezioni sono state così diversificate:
conversazioni sia libere che guidate
lezione frontale dell’insegnante
visione di diversi documentari sugli Antichi Egizi con approfondimento di alcune
parti
laboratori
attività di piccoli gruppi per elaborazione cartelloni, approfondimenti, ricerche,
produzioni, utilizzo del computer… per favorire lo scambio reciproco delle
rispettive competenze
utilizzo di compresenze per percorsi individualizzati e/o rinforzo in piccoli
gruppi
lavoro a classi aperte per favorire la socializzazione e l’interazione fra età
diverse
gite e visite guidate a classi aperte per conoscere ed approfondire gli
argomenti affrontati in classe
Il lavoro ha riguardato prevalentemente l’utilizzo di:
- Internet, per cercare informazioni ed immagini riguardo ad alcune tematiche
approfondite negli ambiti linguistico ed antropologico
- Word per la scrittura di semplici testi
- tabelle, immagini e suoni per animazioni
- tecniche di registrazione video e audio
- giochi legati all’area tematica
- Power Point per la realizzazione del prodotto finale
Si ha anche intenzione di accedere al sito del nostro Istituto, www.iccalcinate.it, per
immettere parte del lavoro svolto
Dal punto di vista strettamente didattico, l’informatica in sé rappresenta
l’elemento aggregante di attività matematiche, logiche, scientifiche, linguistiche,
verbali e non verbali, motorie e di lingua straniera.
E’ importante quindi sottolineare che l’attività nel laboratorio informatico ha investito
tutte le aree disciplinari; infatti sviluppa l’area psicomotorio-cognitiva (coordinamento
oculo/manuale, affinamento della motricità fine, rinforzo della lateralizzazione,
sviluppo dei principali concetti topologici, acquisizione di una corretta organizzazione
nello spazio grafico, capacità di ascolto, di attenzione e concentrazione, capacità di
memorizzazione…), l’area socio-affettiva (comunicazione interattiva con compagni e
adulti, atteggiamenti “collaborativi”, rispetto di regole e comportamenti stabiliti
all’interno del gruppo che lavora insieme al computer, diminuzione del livello di
frustrazione davanti a difficoltà di apprendimento), l ‘area linguistico-espressiva
(capacità di scrittura e lettura, interpretazione di messaggi scritti, visivi e sonori),
l’area logico-matematica (insiemistica, classificazioni, calcoli, geometria…), l’area
antropologica (concetti spaziali e temporali), l’area del recupero e del sostegno
(consolidamento di abilità, competenze e conoscenze specifiche, recupero e sviluppo
di capacità personali).
Per realizzare tali condizioni, l’ambiente più adatto è stato quello
cooperativo, nel quale gli alunni hanno potuto collaborare tra di loro per costruire la
conoscenza, per conoscere modalità d’apprendimento diversificate, operare scelte
didattiche, sostenersi reciprocamente di fronte alle difficoltà ed agire in autonomia.
Praticamente sono stati utilizzati tutti gli spazi a disposizione:
- laboratorio di immagine per attività grafico-pittorica-manuale
- palestra per attività psicomotorie e di animazione
- aula computer, 10 macchine + computer maestro, 2 bambini per computer
- giardino della scuola
- aula per attività frontali e/o individuali
- aula video per proiezioni materiali
- Museo Egizio per visita guidata
Sono state utilizzate tutte le seguenti ore da ottobre a dicembre per
sviluppare il progetto:
- le ore di storia (2h alla settimana nella prima parte dell’anno) per fornire
materiali e schemi storici
- 2 ore di geografia alla settimana (per due settimane) per inquadrare ed
approfondire l’ambiente degli Egizi: il fiume e il deserto
- 1 ora di convivenza civile alla settimana per approfondire le classi sociali
- 2 ore di lingua alla settimana per conoscere alcuni aspetti della mitologia egizia
in un primo tempo ed approfondire poi il racconto di paura con letture e
produzioni legate all’antico Egitto
- laboratorio di musica-motoria 1h alla settimana(per due settimane) per
approfondire la tematica musicale
- laboratorio di immagine 2h alla settimana per svolgere attività di ricostruzione
di manufatti e ambienti
- laboratorio di informatica difficile da quantificare; mediamente due ore alla
settimana per classe ma che spesso venivano aumentate da altre ore di lingua e
storia e immagine
Il lavoro svolto in classe è stato soprattutto il lavoro di ricerca e
approfondimento, attraverso letture, documenti, visione di documentari; a casa si sono
approfonditi solo alcuni argomenti. Alcune parti scritte sono state date da
informatizzare a casa, mentre la costruzione graduale in Power Point è stata
effettuata nell’aula informatica. Le registrazioni audio sono state effettuate in
classe. La revisione generale e l’assemblamento delle singole parti è stato effettuato
a casa dalle insegnanti.
Gli strumenti utilizzati sono stati diversi: materiali di facile consumo
(pennarelli, matite colorate, fogli da disegno, fotocopie, gessi, cartelloni,
cartoncino…), Testi scolastici e non, Sussidi multimediali, DVD, Stampante, Scanner,
Videocamera digitale, Fotocamera digitale, Computer, Internet…
I vantaggi presentati da una progettualità di questo tipo sono stati credo
già abbondantemente descritti; gli svantaggi possono essere trovati
nell’organizzazione delle attività che, essendo legate a filo stretto a due classi, creano
a volte problemi logistici e di attrezzature. Le attività sono comunque state
strettamente curricolari e hanno avuto una ricaduta nei diversi ambiti disciplinari. Le
attività di lettura hanno motivato i bambini all’ascolto e alla comprensione, oltre che
alla partecipazione alle discussioni; si è svolto un lavoro approfondito sugli elementi
della mitologia egizia; la visione di documentari ed approfondimenti ha permesso di far
calare i bambini nella realtà dell’antico Egitto; l’utilizzo del laboratorio di informatica
in maniera costante e per una produzione finale ha reso i bambini più competenti e
responsabili nell’utilizzo dei mezzi multimediali.
Le situazioni di apprendimento che si sono venute a creare non sono state
molto differenti dalle normali situazioni di apprendimento. Il “laboratorio”, utilizzato
come prassi quotidiana, viene inteso come luogo “del fare e dell’agire”, dove il bambino
si confronta continuamente con l’esperienza pratica, imparando a conoscere
attraverso la propria attività e il continuo confronto con quella dei compagni. Non è
quindi visto come situazione meno impegnativa di insegnamento, ma come una modalità
d’intervento didattico che coinvolge il bambino nella sua totalità. Il laboratorio è un
luogo dove si possono fare esperienze, si imparano a usare procedure, materiali,
metodi che consentono la costruzione di conoscenze e si fanno esperienze reali o
simulate che consentono processi di apprendimento. Si impara perciò non attraverso
una trasmissione di tipo verbale, ma mettendo in pratica concetti, categorie,
strumenti,… Si impara soprattutto in un contesto socializzante: i bambini apprendono
interagendo tra loro, condividendo attività e significati, sviluppando pratiche di
discorso collettivo e modalità di ragionamento e argomentazione. Si tratta di una
didattica interattiva e la costruzione di un clima positivo ne è il presupposto.
Non è necessario a volte uno spazio specifico: il laboratorio è innanzitutto uno spazio
mentale, una disponibilità a cercare, sperimentare, fare in gruppo, secondo iniziative,
procedure e metodi diversi da quelli usualmente impiegati.
Particolare rilevanza viene data anche all’organizzazione della classe, in modo non
tradizionale, per favorire rapporti più non-autoritari. Parte dei metodi da utilizzare
vengono decisi con la classe; parte soltanto, però! Le lezioni sono centrate sull'allievo,
sui suoi percorsi d'apprendimento; si tenta di comunicare il gusto d'imparare,
diversificando i metodi, si fornisce un aiuto metodologico; si insegna e si incoraggia ad
imparare. Si lavora quindi per costruire nei propri allievi la fiducia in se stessi,
l'autostima e la consapevolezza delle proprie possibilità, creando delle opportunità di
riuscita. Occorre far prendere coscienza ad ogni allievo di poter riuscire: proprio il
fatto di sapere di poter riuscire stimola la voglia di provare e di ottenere risultati.
L’atteggiamento, quindi, nei confronti dell’errore è quello di far nascere
comportamenti di autoanalisi e di rispetto degli stili d’apprendimento e costituisce uno
dei momenti di verifica personale e autocorrezione all’interno di un continuo processo
di maturazione.
Nello specifico del progetto, le opportunità formative e didattiche
offerte dall’apprendimento informatico hanno favorito attraverso l’uso dei media
processi di tipo conoscitivo, di socializzazione, di sviluppo e potenziamento di capacità
operative logiche e il processo di superamento della frammentarietà dei saperi ed
educare alla lettura della complessità; hanno abbattuto le barriere geografiche e
storiche attraverso la comunicazione telematica; hanno accresciuto la significatività
dei contenuti e delle attività di apprendimento; hanno favorito la flessibilità cognitiva
spingendo ad esaminare gli stessi argomenti da vari punti di vista; hanno favorito
forme di cooperazione ed interazione attraverso lo scambio di competenze diverse
per tipo e livello
Le attività proposte attraverso il progetto hanno permesso alle insegnanti
di vedere i bambini in momenti informali di attività di gruppo e di osservarne le
dinamiche scaturite. Le competenze personali vengono messe in gioco in maniera
notevole; i bambini che più si destreggiano con i mezzi multimediali non sono
necessariamente i bambini che si destreggiano in altre attività più strettamente
curricolari e quindi vengono valorizzate le diversità e socializzate le proprie abilità
personali. Si ricorre più spontaneamente all’aiuto dell’insegnante, non lo si sente come
un’invasione della propria sfera, ma viene vissuto come reale supporto all’attività del
momento. Anche la cooperazione tra alunni è più spontanea e non viene fatta “pesare”,
tutti vogliono fare e fare al meglio.
Sicuramente il tema ha coinvolto pienamente docenti ed alunni… diciamo
che si prestava particolarmente ad affascinare e a progettare insieme. La fortuna ci
ha baciato anche nella visita al Museo Egizio a Torino, dove per ben sei ore i bambini
sono stati affascinati da una guida, Davide, che ha saputo veramente coinvolgerli ed
interessarli. Ed immergerli in quella splendida realtà.
Nello specifico del progetto, le opportunità formative e didattiche offerte
dall’apprendimento informatico hanno favorito attraverso l’uso dei media processi di
tipo conoscitivo, di socializzazione, di sviluppo e potenziamento di capacità operative
logiche e il processo di superamento della frammentarietà dei saperi ed educare alla
lettura della complessità; hanno abbattuto le barriere geografiche e storiche
attraverso la comunicazione telematica; hanno accresciuto la significatività dei
contenuti e delle attività di apprendimento; hanno favorito la flessibilità cognitiva
spingendo ad esaminare gli stessi argomenti da vari punti di vista; hanno favorito
forme di cooperazione ed interazione attraverso lo scambio di competenze diverse
per tipo e livello
Ins. Rita Certomà