Progetto NUTRALP VDA - Institut Agricole Regional

Transcript

Progetto NUTRALP VDA - Institut Agricole Regional
SCHEDA B
“Progetto dell’Unità di
ricerca”
NUTRALP VDA
(Acronimo dell’Unità di ricerca)
PARTE GENERALE
1) Descrizione dell’Unità di ricerca:
Patrizia Perego
Responsabile Scientifico
Andrea Barmaz
Coordinatore di Progetto
Progetto Operativo 1
Progetto Operativo 2
Sabina Valentini
Team Leader
Sabina Valentini
Team Leader
Ivan Barrel
Ricercatore
Monica Chasseur
Ricercatore
Daniele Domeneghetti
Ricercatore
Marcello Freguglia
Ricercatore
Morgan Diemoz
Ricercatore
Provino Lale Demoz
Ricercatore
Odoardo Zecca
Ricercatore
Laura Thedy
Ricercatore
Antonella Sado
Ricercatore
Laura Thedy
Ricercatore
Antonella Sado
Ricercatore
NOMINATIVO
FIGURA
PROFESSIONALE
E QUALIFICA
COMPETENZE
PROGETTO
OPERATIVO
RUOLO
ENTE DI
PROVENIENZA
MANAGEMENT
Patrizia Perego
Professore
Associato-Unige
Ricerca in “Food
Biotechnology”
Andrea Barmaz
Direttore della
sperimentazione
Management
Progetti
1-2
Responsabile
Scientifico
DICCAUniversità di
Genova
1-2
Coordinatore
Progetto
Institut Agricole
Régional
Team leader
Institut Agricole
Régional
RICERCATORI IAR
Sabina Valentini Ricercatore
BiochimicaProteomica in
alimenti
1-2
1
Daniele
Domeneghetti
Ricercatore
Ricerca in
enologia
2
Odoardo Zecca
Ricercatore
Ricerca in
viticoltura
2
Antonella Sado
Ricercatore
Chimica degli
alimenti
Laura Thedy
Ricercatore
Chimica degli
alimenti
Ivan Barrel
Ricercatore
Ricerca nel campo
della frutticoltura
Morgan Diemoz
Ricercatore
Ricercatore
Provino Lale
Demoz
Responsabile
Enologo
Institut
Agric.Régional
Responsabile
viticoltura
Institut
Agric.Régional
1-2
Analisi chimiche
Institut Agric.
Régional
1-2
Analisi
chimiche/Aromi
Institut
Agric.Régional
1
Responsabile
frutticoltura
Institut
Agric.régional
Ricerca nel campo
della frutticoltura
1
Tecnico
Frutticoltura
Institut
Agric.Règional
Esperto micro
vinificazioni/anali
si chimiche di
base
1
Microvinificazion
i/analisi chimiche
di base
Institut
Agric.Régional
PERSONALE IN FORMAZIONE IAR
Borsista FSE
Monica
Chasseur
Biologa
Analisi
spettrofotometriche
Polifenoli in alimenti
Analisi HPLCGC/MS-LC/MS
1
Raccolta-Analisivalidazione
biologica
borsista
2
Raccolta-Analisivalidazione
biologica
borsista
Borsista FSE
Marcello
Freguglia
Laurea
Tossicologia
Ambientale
ALTRO PERSONALE (Ausiliari IAR e Partner)
Laurent Cuneaz
Agrotecnico
Microvinificazioni
2
Microvinificazioni
Institut
Agric.Régional
Fabio Gorraz
Agrotecnico
Gestione della vigna
2
Rilievi in vigneto
Institut
Agric.Régional
Donato Stevenin Agrotecnico
Microsidrificazioni
1
Microsidrificazioni
Institut Agric.
Régional
Costantino
Charrère
Agrotecnico
Esperienza gestione
vigna e produz. vino
2
Partner
Les Crêtes S.r.l
Gianluca Telloli
Agrotecnico
Esperienza nella
sidrificazione
1
Partner
Maley S.r.l
Agrotecnico
Esperto gestione di
frutteto e vigneto e
produz. vino
1-2
Partner
Ottin Elio S.S
Elio Ottin
Si allegano i CV di tutto il personale coinvolto e n° 2 ricevute della Domanda di Borsa FSE.
2
2) Programma di ricerca dell’Unità:
Descrizione del Programma
Contenuti: l’unità di ricerca “NUTRALP VDA” intende portare avanti due progetti operativi nel
campo della nutraceutica applicata al settore agroalimentare valdostano, con particolare attenzione a
due prodotti che ben rappresentano la nostra regione: mele e uva, e i loro trasformati sidro e vino. I
due progetti operativi si articoleranno su due anni durante i quali saranno coinvolti ricercatori e
personale del centro di ricerca IAR e personale delle aziende partner, affiancati da una rete di
collaborazioni locali e nazionali. Le mele così come l’uva, sulla base delle curve di maturazione,
verranno campionate alle rispettive epoche di raccolta; seguirà una fase di estrazione di molecole
bioattive a partire dalle materie prime e una caratterizzazione ed identificazione degli estratti
attraverso l’uso di strumentazione sofisticata. Gli estratti con il maggior contenuto in molecole
bioattive saranno sottoposti ad una validazione biologica. Parallelamente verrà seguito il processo
di trasformazione di mele in sidro e di uva in vino intervenendo durante le varie fasi del processo
tecnologico di produzione; si verificherà la presenza nel trasformato delle molecole bioattive
utilizzando la strumentazione sotto descritta. A livello del prodotto finito, verranno fatte analisi
organolettiche ed aromatiche mediante l’uso di strumentazione specifica.
Obiettivi: entrambi i progetti portati avanti dall’unità di ricerca avranno come obiettivo principale la
valorizzazione di prodotti agroalimentari valdostani, ponendo l’attenzione all’aspetto nutraceutico
che tali prodotti, per loro natura, possono offrire. In particolare si individueranno quante e quali
molecole bioattive sono presenti in estratti ottenuti da differenti varietà di mele e diversi vitigni
tipicamente coltivati in Valle d’Aosta al fine di individuare la varietà di mele e il vitigno con il più
elevato contenuto di tali molecole. Gli estratti più promettenti verranno sottoposti ad una
validazione biologica al fine di verificarne gli effetti benefici a livello cardiovascolare e quindi
indicare tali prodotti come strategia dietetica alternativa. Parallelamente si studierà il processo di
trasformazione di mele e uva intervenendo durante le fasi del processo tecnologico con l’obiettivo
di ottenere un prodotto finito che mantenga qualità organolettiche elevate ma che contenga un
maggior contenuto in sostanze benefiche per la salute.
3) Laboratori di ricerca:
LABORATORIO 1 – Sede Institut Agricole Règional
N°
Strumentazioni in possesso
fornitore
Valore stimato in K€
1
HPLC
Perkin Elmer
42
1
LC/MS
Thermofisher
300
1
GC/MS
Perkin Elmer
250
1
GC/FID
Perkin Elmer
60
N°
Strumentazioni da acquisire
fornitore
Valore stimato in K€
1
Bilancia Analitica
Sartorius
3
1
Colonna cromatografica HPLC
Phenomenex
1
1
Colonna cromatografica LC/MS
Phenomenex
1
1
Colonna cromatografica GC/MS
CPS Analitica
1
3
1
Diameter
Turoni
1
Botte per affinamento vino Fumin
Tonnellerie
Chassin (F)
4
0,72
4) Promozione
Verrà realizzato un sito internet dell’Unità di Ricerca “NUTRALP VDA” dove saranno presentati i
Partner del progetto, i progetti operativi, gli obiettivi della ricerca, il personale coinvolto. Il sito sarà
utile per pubblicare le date delle attività formative e le eventuali opportunità di lavoro e borse di
studio.
Saranno organizzati dei momenti di comunicazione e pubblicazioni su riviste nazionali (es.
Informatore Agricolo, etc.), organizzati e coordinati dallo IAR, allo scopo di far conoscere il
progetto, le finalità e le ricadute sul territorio.
Inoltre ai ricercatori sarà data l’opportunità di partecipare a congressi di settore nazionali o
internazionali, a cui presenteranno contributi come articoli o poster per presentare i risultati del
progetto. Per i ricercatori viene anche previsto che oltre alle attività di ricerca possano avere il
tempo di dedicarsi alla pubblicazione dei risultati su riviste scientifiche internazionali (riviste
indicizzate ISI) o altre riviste dotate di arbitraggio internazionale. I ricercatori autori di
pubblicazioni aggiungeranno tra le proprie affiliazioni anche quella dell’Unità di ricerca
“NUTRALP VDA”.
5) Inserire in allegato una scheda per l’auto monitoraggio e la valutazione del progetto.
Il sistema automonitoraggio e valutazione del progetto (A.M.V.P.) avrà lo scopo di monitorare le
attività di ricerca e valutare la performance dell’intera Unità di ricerca. Il sistema A.M.V.P. adottato
dall’unità di ricerca “NUTRALP VDA” è coerente con i consueti sistemi di controllo della qualità e
individua tre macro-aree di azione: programmazione, svolgimento delle attività, controllo delle
attività. Per ciascuna delle macro-aree sono stati individuati alcune Azioni che saranno svolte da un
Responsabile con tempistiche precise che compilerà una modulistica di reporting specifica.
Il sistema A.M.V.P. si presenta quindi con una serie di procedure snelle e leggere, ma in grado di
essere un’efficace strumento di management dell’Unità di ricerca. Uno schema del sistema di
gestione qualità e di auto monitoraggio viene allegato al presente Studio di fattibilità (Allegato
“SISTEMA DI AUTOMONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEL PROGETTO”).
6) Piano di formazione/aggiornamento per il personale di ricerca
PIANO DI FORMAZIONE / AGGIORNAMENTO
L’attività di ricerca svolta presso l’Unità di ricerca NUTRIALP VDA integra, come componente
fondamentale, la formazione di giovani ricercatori che trovano nel lavoro di laboratorio e nelle
attività del progetto non solo la possibilità di esprimere le loro idee, ma anche l’opportunità di
sviluppare le proprie competenze professionali. La formazione professionale costituisce uno
strumento per la crescita dei ricercatori e per l'innalzamento del livello qualitativo dei attività e
competenze del personale coinvolto nell’Unità di ricerca NUTRIALP VDA. All'interno dell’Unità
di ricerca, il Responsabile Scientifico e il Responsabile delle Unità operative avranno il compito di
sovrintendere, gestire e coordinare e il piano di formazione
L’offerta didattica dell’Unità di ricerca NUTRIALP VDA è sia di tipo pratico, poiché è necessario
che i ricercatori acquisiscano le competenze nel lavoro sperimentale e nell’uso di attrezzature
sofisticate; sia di tipo teorico, poiché i ricercatori dovranno essere in grado di pianificare i propri
esperimenti raggiungendo un grado elevato di autonomia.
4
Per quanto riguarda la formazione pratica saranno svolti due corsi pratici sui principi teorici e
sull’utilizzo pratico delle strumentazioni per la cromatografa in fase liquida (HPLC e LC/MS) e la
gascromatografia (GC/MS e GC/FID).
Per quanto riguarda la formazione teorica dei ricercatori sono previsti due corsi di livello
universitario che tratteranno temi rilevanti per il contesto scientifico dell’Unità di ricerca e saranno
rivolti a tutto il personale dell’Unità di ricerca.
Il primo corso tratterà i temi relativi alla nutraceutica mentre il secondo entra più nello specifico
delle attività di ricerca approfondendo il tema dei metaboliti secondari delle piante.
Il piano di formazione con il dettaglio delle tematiche è inserito in allegato (Allegato “PIANO DI
FORMAZIONE”)..
7) Fornire gli elementi necessari alla valutazione del rispetto delle condizioni di cui al § 3.2.2
Il rispetto delle condizioni stabilite dal § 3.2.2. della Disciplina comunitaria in materia di aiuti di
Stato a favore di ricerca sviluppo e innovazione è stato inserito nell'accordo di partenariato stipulato
tra le parti che viene allegato alla presente domanda come “ACCORDO DI PARTENARIATO”.
L’Institut Agricole Régional, capofila del progetto e organismo di ricerca, sarà titolare di tutti i
diritti di proprietà intellettuale sui risultati ottenuti dalla sua attività di ricerca, sviluppo e
innovazione.
Dati gli obiettivi del progetto si considera che i risultati non tutelati da specifici diritti di proprietà
intellettuale saranno messi a disposizione in modo che possano avere la più larga diffusione
possibile
5
PROGETTO OPERATIVO 1
LONGEVITÀ IN UN SORSO DI MELA
Durata del progetto, date di avvio e di conclusione del progetto.
Il progetto avrà una durata di 24 mesi; data prevista di inizio progetto sarà settembre 2013 e quella
di conclusione agosto 2015. Per quanto riguarda il primo anno, data la tempistica di approvazione
del progetto, le operazioni iniziali (scelta dei meleti, scelta del periodo di raccolta, ecc.) dovranno
necessariamente essere realizzate prima dell'avvio del progetto per consentire il campionamento dei
frutti al corretto stadio di maturazione.
Obiettivi scientifici e tecnologici da raggiungere.
Il progetto, si inserisce nell’ambito del settore agroalimentare, e si prefigge l’obiettivo di
valorizzare uno dei prodotti principi della frutticoltura valdostana, la mela, simbolo del nostro
territorio di montagna, ponendo l’attenzione sulle qualità intrinseche del frutto stesso in quanto
alimento funzionale con effetti benefici sulla salute. Verranno prese in considerazione alcune
varietà di mele che meglio rappresentano il territorio valdostano: la Renetta Canada, la Golden
Delicious, la Jonagold e la Ravéntze. Verrà individuato il metodo di estrazione di molecole
bioattive più efficace, sia dal frutto nella sua totalità che dalle singole componenti (buccia, polpa,
semi), in collaborazione con il laboratorio di Food Biotechnology dell’Università di Genova. Si
valuteranno gli effetti benefici degli estratti, per le varietà di mele a più elevato contenuto in
molecole bioattive, a livello cardiovascolare attraverso l’uso di strumenti di bioinformatica, grazie
alla collaborazione con la Biodigitalvalley, e attraverso uno studio di biologia vascolare, volto alla
valutazione degli effetti degli estratti sulle cellule endoteliali in un modello in vitro di disfunzione
endoteliale, in collaborazione con il laboratorio di Biologia Vascolare del Prof. Palombo, Università
di Genova. In particolare, gli strumenti di bioinformatica ci consentiranno di seguire come i sistemi
biologici si evolvono nel tempo ed analizzare la dinamica delle interazioni tra le molecole
biologiche, al fine di studiare come il sistema biologico viene influenzato dalla presenza di
composti antiossidanti o nutraceutici. L’identificazione delle molecole bioattive presenti nelle
diverse varietà di mele studiate e la conoscenza dell’azione benefica di tali molecole potrebbe in
futuro portare alla formulazione di integratori alimentari quale valida alternativa nella prevenzione e
nella cura delle patologie cardiovascolari. Parallelamente, si studierà il processo di trasformazione
delle mele in sidro, al fine di valutare quante e quali molecole con effetto benefico sull’organismo,
presenti nel frutto, si ritrovano nel prodotto finito. Per questo verranno prese in esame le differenti
fasi del processo di trasformazione per cercare di intervenire in modo da ottenere un prodotto che
oltre ad avere caratteristiche organolettiche uniche possa portare con sé il maggior contenuto di
molecole bioattive presenti nella materia prima di partenza. L’obiettivo finale sarà lo sviluppo di
tecnologie innovative nel processo di trasformazione della mela in sidro in modo da offrire alle
aziende valdostane la possibilità di veicolare la vendita di un prodotto, non solo attraverso
l’immagine della Valle d’Aosta, ma anche sfruttando le caratteristiche naturalmente salutistiche del
prodotto stesso.
Stato dell’arte della ricerca nel settore, aspetti qualificanti e innovativi da realizzare.
La Valle d’Aosta è un ambiente dove natura ed uomo hanno imparato a convivere in armonia dando
vita ad un’agricoltura rispettosa dell’ambiente circostante, che anche grazie alle particolari
caratteristiche del microclima produce frutti esaltanti per bellezza, profumi, qualità organolettiche e
ricchezza in preziosi contenuti nutrizionali. La mela, in particolare, è da sempre un frutto assai
importante nella nostra cucina e nelle nostre abitudini alimentari. La necessità sempre più avvertita
ormai di abitudini dietetiche sane che prevedano il consumo di prodotti naturali, poco manipolati ed
a basso contenuto calorico ha fatto sì che la mela trovasse sempre maggiore spazio nelle diete
alimentari. La qualità riconosciuta della nostra frutta è determinata infatti da un clima asciutto e
ventilato che permette di limitare al massimo i trattamenti fitosanitari riducendo quindi i residui
chimici. La Valle d’Aosta, protetta dal punto di vista climatico dalla catena delle Alpi la quale
assicura un clima temperato, rappresenta una realtà produttiva eccellente ed economicamente
importante. La fascia di territorio compresa tra i 500 e i 1000 metri di altitudine, il territorio
6
particolarmente fertile, la luminosità dell’atmosfera, l’ottima esposizione dei versanti ed i ricchi ed
irrigui terreni, sia di collina che del fondovalle, hanno favorito la produzione di frutta con ottime
proprietà qualitative. Inoltre, la Valle d’Aosta, per la sua particolare conformazione del territorio,
tipica delle zone montane, è caratterizzata dalla coesistenza di numerosi microclimi che influenzano
positivamente la qualità della frutta a seconda della varietà coltivata; la Renetta del Canada e la
Golden Delicious per esempio, le due mele maggiormente prodotte in Valle d’Aosta, sono varietà
robuste e facilmente adattabili a realtà diverse, ma per raggiungere il più alto livello di qualità,
ovvero la massima espressione della specie, devono essere coltivate nelle aree giuste rispettando la
loro vocazionalità.
La Golden Delicious è una varietà caratterizzata dal frutto medio-grosso, di forma tronco-conica,
con l’epidermide giallo-verde che vira al giallo intenso a maturazione. Molto importante è il
sovracolore a faccetta rosa sulla parte della buccia esposta al sole, caratteristica presente soprattutto
nelle mele provenienti da terreni in collina con buona esposizione, come quelli presenti in Valle
d’Aosta, e da zone con una buona escursione termica tra il giorno e la notte, in particolar modo nel
periodo che precede la raccolta. La coltivazione della Golden in terreni ben esposti, oltre a
permettere il raggiungimento di una buona sfaccettatura, riduce notevolmente il problema della
rugginosità sull’epidermide, difetto spesso presente su mele derivanti da zone di pianura. Un’altra
peculiarità di questa cultivar è la polpa bianco-crema, compatta, croccante, succosa, dolce e di
buone caratteristiche qualitative, tutti parametri che vengono esaltati su mele coltivate in altitudine.
In seguito ad alcuni studi effettuati dall’Institut Agricole Régional, infatti, si è potuto dimostrare che
la qualità della frutta è influenzata notevolmente dall’ambiente di coltivazione; frutti di Golden
Delicious provenienti da areali di produzione collocati a differenti altitudini mostrano caratteristiche
qualitative diverse: frutti prodotti in aree di montagna presentano, rispetto a quelli prodotti ad
altitudini inferiori, un miglior quadro zuccherino e acidico ed un più equilibrato assetto aromatico
alla raccolta; infatti, frutti di Golden Delicious provenienti da zone di montagna, hanno un miglior
rapporto esteri/aldeidi e presentano, alla raccolta, tenori di sostanze aromatiche nettamente
superiori.
La Renetta del Canada, varietà molto legata al territorio ed alla tradizione frutticola della Valle
d’Aosta, può essere ascrivibile a quel gruppo di vecchie varietà la cui produzione assume connotati
di valorizzazione del territorio e tutela delle sue tipicità per alimentare piccoli sbocchi commerciali.
Questa cultivar, infatti, ha trovato nella Valle d’Aosta le condizioni pedoclimatiche ed agronomiche
ottimali per estrinsecare le sue peculiari caratteristiche che la contraddistinguono dalle altre varietà.
Caratterizzata per la produzione nel fondovalle in zone non troppo esposte al sole con terreni
leggeri o di medio impasto, tipici della Valle d’Aosta, la Renetta è apprezzata solo se presenta la
caratteristica rugginosità sull’epidermide. Per tale varietà, infatti, l’indice di ottimo grado di
maturazione è dato non solo dal colore, giallo-verdastro, ma anche da una presenza di “grana” sulla
superficie esterna. Sebbene il frutto sia poco appariscente dal punto di vista estetico, per la sua
buccia ruvida e per la forma spesso irregolare e asimmetrica, questo aspetto contrasta con una polpa
pastosa, finissima, fondente, di sapore molto aromatico e moderatamente acidulo, e di elevate
caratteristiche gustative. Inoltre, in seguito ad un progetto dell’Institut Agricole Régional sulla
valutazione della qualità intrinseca delle principali varietà di mele coltivate in Valle d’Aosta, si è
potuto dimostrare che la Renetta del Canada è la varietà che presenta il più elevato contenuto in
polifenoli, sostanze dotate di proprietà benefiche ormai note a tutti. Sempre per quanto riguarda la
Renetta del Canada, sono ormai anni che l’Institut Agricole Régional si sta occupando del recupero e
della valorizzazione di biotipi autoctoni, in quanto la biodiversità costituisce una priorità nella
rivalutazione dei prodotti locali che sono parte integrante del bagaglio culturale e che possono dare
un’interessante risvolto all’economia del settore agricolo. Questa ricerca di biotipi sul territorio
valdostano, intrapresa dal canonico Duverney agli inizi degli anni ‘90, aveva lo scopo di
individuare e rivalutare questa varietà ai fini prettamente commerciali. Per questo motivo il progetto
di ricerca si poneva l’obiettivo di verificare, su 5 biotipi selezionati e innestati sul portainnesto M26
e successivamente su M9, l’influenza della termoterapia sullo sviluppo vegetativo delle piante e
sulle caratteristiche organolettiche dei frutti. Nel corso degli anni il progetto iniziale si è arricchito
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di nuovi obiettivi finalizzati al recupero e alla conservazione della biodiversità dei biotipi di Renetta
locali per rivalutare il patrimonio naturale legato al territorio. L’attività di ricerca e sperimentazione
dell’Institut Agricole Régional sulla Renetta punta dunque al mantenimento della diversità
biologica e alla conservazione di tutto il materiale selezionato, senza trascurare la reintroduzione dei
biotipi ritenuti più interessanti a livello commerciale in coltura specializzata, in modo da ampliare
la gamma di prodotti tipici regionali in commercio.
Tra le mele bicolori, la Jonagold è la varietà tipica della Valle d’Aosta, caratterizzata da un frutto
di calibro notevole, la buccia liscia, il colore rosso brillante su un fondo giallo-verdognolo, e la
polpa giallastra, leggermente acidula, molto succosa, aromatica e profumata. Per le sue dimensioni
del frutto, la Jonagold si adatta bene alla coltivazione in altitudine e, a causa della difficoltà nel
raggiungere determinate colorazioni del frutto, questa varietà predilige zone con buona esposizione.
Attualmente vi sono diversi cloni in commercio, come la Jonagored, che presentano un’elevata
percentuale di sovraccolore del frutto, limitando, in parte, questo problema qualitativo.
Come detto in precedenza, la Valle d’Aosta, per le peculiari caratteristiche pedo-climatiche del
proprio territorio, può a ragione essere considerata un’area a spiccata vocazione frutticola. Gli alberi
da frutto, ed in particolar modo il melo, hanno per secoli caratterizzato il paesaggio valdostano,
testimoni di una tradizione e di una cultura rurale millenaria. Tale ricchezza biologica locale,
tuttavia, è stata a poco a poco erosa dallo sviluppo della frutticoltura industriale e dalla progressiva
antropizzazione del territorio; molte aree agricole ricche di germoplasma sono state abbandonate e
la coltivazione si è concentrata in poche zone, dove sono state introdotte le varietà più produttive,
utilizzando solo una minima parte della variabilità genetica, quella ritenuta al momento più
interessante. In Valle d’Aosta, come nelle altre regioni italiane, ancor oggi si assiste alla progressiva
scomparsa dei vecchi impianti e delle varietà frutticole anticamente coltivate. Tali varietà
potrebbero, invece, avere un forte interesse nell’ambito di produzioni locali di nicchia, nell’ottica
del recupero e della salvaguardia della variabilità genetica, del mantenimento degli ecosistemi, della
resistenza o tolleranza ad agenti di danno e di malattia, di una maggiore conservabilità dei frutti,
della ricchezza di aromi e sapori ormai introvabili nella filiera commerciale attuale (è risaputo
infatti che molte delle vecchie varietà autoctone sono particolarmente adatte alla produzione di
dolci, di sidro, di succhi, di marmellate etc.). In tal senso, l’Institut Agricole Régional ha avviato, a
partire dal 2011, un programma di reperimento, coltivazione, caratterizzazione, selezione e
valorizzazione di germoplasma autoctono di specie frutticole a rischio di estinzione. In particolare,
il progetto si pone i seguenti obiettivi:
‒ individuare e catalogare esemplari di specie frutticole (con particolare riferimento al melo)
autoctone a rischio di estinzione;
‒ acquisire informazioni sugli aspetti genetici di popolamenti di melo in Valle d’Aosta;
‒ analisi molecolare per identificare geneticamente i biotipi in esame;
‒ recupero e salvaguardia del materiale individuato attraverso la realizzazione di un campo di
coltivazione e selezione;
‒ valutare un certo numero di soggetti dal punto di vista fenotipico e per gli aspetti legati alla
produzione e alla sensibilità alle diverse patologie.
Per quanto riguarda il melo, la Ravèntse è probabilmente la più famosa tra le varietà autoctone
valdostane; si trovano infatti testimonianze della sua coltivazione in Valle d’Aosta già a fine
Settecento. E’ stata molto coltivata e persino esportata nell’Ottocento mentre, nel secolo scorso, è
stata soppiantata dalla Renetta del Canada. Attualmente è possibile reperire piante madri nei comuni
di Gignod, Etroubles, Valpelline, Brissogne, Saint-Marcel, La Salle e Pré-Saint-Didier. Secondo
alcuni autori il nome deriverebbe dalla somiglianza del frutto, nella forma e nel colore, con una
rapa. E’ una varietà tardiva che deve essere raccolta prima della completa maturazione e messa su
paglia, dove si conserva per tutto l’inverno. L’albero è rustico e vigoroso, resistente alle basse
temperature e poco attaccabile dalle malattie di origine parassitaria. La Ravèntse, caratterizzata da
un colore di fondo verde e un sopraccolore rosso uniforme, ha una polpa tenera e dolce e si presta al
consumo fresco, anche se trova largo impiego nella cucina di tradizione. A partire dal 2010,
l’Institut Agricole Régional ha voluto inserire la Ravèntse come varietà base per la produzione di
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sidro a livello sperimentale, mentre l’azienda valdostana “Maley” la sta attualmente usando come
varietà principale per la sidrificazione, per valorizzare appunto la tipicità di questa mela.
Per quanto riguarda la trasformazione delle mele in sidro, l’Institut Agricole Régional è dal 2010
che sta sperimentando la possibilità di sidrificare differenti varietà di mele (tra le quali vi sono la
Golden Delicious, la Renetta del Canada, la Jonagold e la Ravèntse) attraverso tre principali metodi
di trasformazione. In una situazione generale di evoluzione del mondo agricolo e di frammentazione
e scarsa redditività, infatti, è evidente l’importanza di approfondire nuovi modelli di
imprenditorialità nei quali giocano un ruolo decisivo anche forme di commercializzazione
alternativa dei prodotti. La trasformazione delle mele in sidro, un prodotto ancora poco conosciuto e
poco diffuso, permette, quindi, la diversificazione dell’offerta di uno dei prodotti tipici della nostra
regione e, allo stesso tempo, anche la valorizzazione di varietà meno conosciute dal consumatore.
DIAGRAMMA DI GANTT
WP 1
Classificazione (con motivazione)
Inizio attività
Fine attività
R.I:ricerca con finalità di acquisire nuove
conoscenze per mettere a punto nuovi prodotti.
Settembre 2013
Dicembre 2014
Capofila 35gg
Partner 25gg
Titolo WP 1: Rilievi in frutteto
Mesi/Uomo = 2,72 mese pari a 60gg
Obiettivi: Raccogliere le mele al giusto grado di maturazione, in funzione dell’andamento climatico, da piante sane e
gestite correttamente dal punto di vista colturale
Descrizione generale della WP: Gestione corretta del frutteto e monitoraggio della fenologia delle piante
Attività:
- monitoraggio generale dello sviluppo vegeto-produttivo e controllo dello stato sanitario del frutteto
- rilievi fenologici (germoglia mento, fioritura, maturazione)
- campionamenti delle mele (compreso il campionamento alla raccolta)
Deliverables: D1: Annotazione degli stadi fenologici 1°anno; D2: Annotazione degli stadi fenologici 2° anno
Punti di controllo: non previsti
Costi: € 12.500,00
Personale (con la previsione dei costi, suddivisi per management, ricercatori, ausiliari e con l’indicazione dei
mesi/uomo e dei costi mensili):
Management IAR: 5 gg a 200,00€/g (1.000,00) Ricercatori: 30gg, a 160,00€/g (4.800,00); Partner: 25 gg a 120,00€/g
(5.000,00 al 70% = 3500,00)
9
Attrezzature (fornire una breve descrizione tecnica e l’utilizzo nel WP). Indicare unicamente la quota di
ammortamento relativa alla durata del WP:
Diameter: strumento per il controllo non distruttivo del grado di maturazione del frutto. Nel WP verrà usato per i
controlli della maturazione delle mele in frutteto e alla raccolta: € 3.200,00 (incidenza ammortamento)
WP 2
Classificazione (con motivazione) – R.I:ricerca
con finalità di acquisire nuove conoscenze per
mettere a punto nuovi prodotti.
Inizio attività
Fine attività
Settembre 2013
Giugno 2015
Capofila 55gg
Partner 25gg
Titolo WP 2:Sidrificazione
Mesi/Uomo = 3,63 pari a 80gg
Obiettivi: Trasferimento delle sostanze nutraceutiche dal prodotto di partenza (mela) al prodotto trasformato (sidro)
Descrizione generale della WP: Trasformazione delle mele in sidro con diversi metodi di sidrificazione
Attività: Triturazione – Pressatura – Sfecciatura – Fermentazione alcolica – Travasi – Stabilizzazione –
Rifermentazione (nel metodo classico) – Filtrazione - Confezionamento
Deliverables: D1: Sidri ottenuti con differenti procedure tecnologiche 1°anno; D2: Sidri ottenuti con differenti
procedure tecnologiche 2° anno
Punti di controllo: non previsti
Costi: € 12.160,00
Personale (con la previsione dei costi, suddivisi per management, ricercatori, ausiliari e con l’indicazione dei
mesi/uomo e dei costi mensili):
Management IAR: 5 gg a 200,00€/g (1.000,00) Ricercatori: 40gg, 160,00 €/g (6.400,00), Ausiliari: 10gg 126,00 €/g (
1260,00) e Partner: 25 gg a 120,00€/g (5.000,00 al 70% = 3.500,00)
WP 3
Classificazione (con motivazione) – R.I:ricerca
con finalità di acquisire nuove conoscenze per
mettere a punto nuovi prodotti.
Inizio attività
Fine attività
Settembre 2013
Agosto 2015
Capofila 130gg
Partner
Titolo WP 3: Analisi di laboratorio
Mesi/Uomo 5,90 pari a 130gg
Obiettivi: Caratterizzazione mele da un punto di vista nutraceutico. Validazione biologica degli estratti di mele.
Verifica del trasferimento delle molecole bioattive nei sidri sperimentali e loro caratterizzazione facendo un confronto
con quelli commerciali.
Descrizione generale della WP: Caratterizzazione di diverse varietà di mele e di sidri sperimentali dal punto di vista
nutraceutico.
Attività: Test qualità mele. Messa a punto di metodiche estrattive ed estrazione. Quantificazione polifenoli totali e
analisi HPLC e LC/MS degli estratti e dei sidri. Analisi aromatiche dei sidri. Validazione biologica degli estratti
mediante software e attraverso studi in vitro. Elaborazione dati.
Deliverables: D1/D3: Test qualità mele. D2/D4: Quantificazione polifenoli totali negli estratti. Risultati analisi HPLC,
LC/MS, GC/MS. D4:Risultati validazione biologica.
Punti di controllo: P1:Raccolta dati analisi prima della validazione biologica
Costi: € 82.200,00
Personale (con la previsione dei costi, suddivisi per management, ricercatori, ausiliari e con l’indicazione dei
mesi/uomo e dei costi mensili):
Ricercatori: 130gg, 160,00 €/g (20.800,00)
Attrezzature (fornire una breve descrizione tecnica e l’utilizzo nel WP). Indicare unicamente la quota di
ammortamento relativa alla durata del WP:
n° 3 Colonne cromatografiche per HPLC, LC/MS e GC/MS per la caratterizzazione delle molecole estratte:
2.400,00 € (incidenza ammortamento)
Consulenza di ricerca (fornire una breve descrizione tecnica e l’utilizzo nel WP):
-Collaborazione con Università di Genova per messa a punto dell’estrazione e della caratterizzazione in HPLC e
LC/MS, oltre alla messa a punto delle metodiche e la validazione biologica in vitro. Responsabile scientifico
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dell’Unità di ricerca Prof.ssa Patrizia Perego. Costo 46.000,00 euro.
- Collaborazione con Biodigitalvalley per la costruzione sito internet e la validazione biologica tramite software
bioinformatica. Costi: 32,5 gg x 400,00€/g (13.000,00)
PREVISIONE DEI COSTI DEL PROGETTO 1 “LONGEVITÀ IN UN SORSO DI MELA”
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Attività prevista per il trasferimento in produzione e lo sfruttamento commerciale dei risultati.
L’attività prevista dall’Unità di ricerca “NUTRALP VDA” sarà volta innanzitutto alla
valorizzazione dei prodotti che risulteranno dalla ricerca, veicolando la loro commercializzazione
non solo in quanto prodotti tipici della regione Valle d’Aosta ma anche come alimenti funzionali
con attività benefica per la salute. I risultati di questa ricerca di partenariato potranno in futuro
essere utilizzati per la formulazione di integratori alimentari contenenti molecole bioattive con
attività benefica a livello cardiovascolare.
Contributo del progetto allo sviluppo sostenibile
Il progetto intende promuovere un prodotto tipico della Regione Valle d’Aosta ed incentivare
un’agricoltura rispettosa dell’ambiente circostante.
Favore alle pari opportunità e non discriminazione.
L’Unità di ricerca “NUTRALP VDA” ha intenzione operare al fine di rimuovere ogni ostacolo alla
partecipazione economica, politica e sociale di un qualsiasi individuo per ragioni connesse al
genere, religione e convinzioni personali, origine etnica, disabilità.
L’Unità di ricerca “NUTRALP VDA” intende impegnarsi a promuovere una rappresentanza
equilibrata delle donne e degli uomini riconoscendo pubblicamente che una equa ripartizione del
potere decisionale tra donne ed uomini di diversa cultura ed età rafforza ed arricchisce la crescita
scientifica e culturale della ricerca.
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PROGETTO OPERATIVO 2
LA VITE PER LA VITA
Durata del progetto, date di avvio e di conclusione del progetto.
Il progetto avrà una durata di 24 mesi; data prevista di inizio progetto sarà settembre 2013 e quella
di conclusione agosto 2015. Per quanto riguarda il primo anno, data la tempistica di approvazione
del progetto, le operazioni iniziali (scelta dei vigneti e delle parcelle sperimentali, loro
caratterizzazione, determinazione della data di invaiatura, ecc.) dovranno necessariamente essere
realizzate prima dell'avvio del progetto vero e proprio.
Obiettivi scientifici e tecnologici da raggiungere.
L’obiettivo principale del progetto sarà la valorizzazione del vino valdostano quale prodotto
qualitativo, sia dal punto di vista edonistico, per le caratteristiche uniche del territorio montano e dei
vitigni autoctoni in esso coltivati, che nutrizionale, per la presenza di composti antiossidanti capaci
di svolgere un’azione funzionale positiva sul sistema cardio-vascolare.
Il protocollo prevede una serie di rilievi in vigneto quali il monitoraggio dello sviluppo vegetoproduttivo ed il controllo dello stato sanitario del vigneto per tenere conto di eventuali fattori che
possano influire nel processo di maturazione. La rilevazione dell’epoca di germogliamento, di
fioritura ed invaiatura. Il monitoraggio delle uve in fase di maturazione per consentire la raccolta al
raggiungimento della maturità fenolica ottimale. Una parte degli acini campionati per il
monitoraggio verrà conservata per ulteriori approfondimenti analitici.
A partire dalla terza decade di settembre fino alla terza decade di ottobre, in funzione della maturità
enologica raggiunta e con particolare attenzione alla componente fenolica, saranno eseguite le
vendemmie ed un prelievo destinato alla liofilizzazione ed alle successive determinazioni analitiche.
Verrà individuato il metodo di estrazione di molecole bioattive più efficace, sia dall’acino che dalle
singole componenti (buccia, polpa, vinaccioli). Si valuteranno gli effetti benefici degli estratti, a
livello cardiovascolare, dei vitigni a più elevato contenuto in molecole bioattive, attraverso l’uso di
strumenti di bioinformatica e attraverso uno studio di biologia vascolare, volto alla valutazione
degli effetti degli estratti sulle cellule endoteliali in un modello in vitro di disfunzione endoteliale.
In particolare, gli strumenti di bioinformatica ci consentiranno di seguire come i sistemi biologici si
evolvono nel tempo ed analizzare la dinamica delle interazioni tra le molecole biologiche, al fine di
studiare come il sistema biologico viene influenzato dalla presenza di composti antiossidanti o
nutraceutici. L’identificazione delle molecole bioattive presenti nei diversi vitigni studiati e la
conoscenza dell’azione benefica di tali molecole potrebbe in futuro portare alla formulazione di
integratori alimentari quale valida alternativa nella prevenzione e nella cura delle patologie
cardiovascolari.
Per quanto riguarda le vinificazioni, le medesime partite di uva destinate alla produzione di vini
commerciali, da cui è stato prelevato un campione per eseguire le indagini sui polifenoli, saranno
campionate e vinificate in purezza in piccoli serbatoi e/o damigiane (micro-vinificazioni).
L’obiettivo di tali vinificazione è quello di apprezzare quale sia la percentuale di molecole che,
identificate e quantificate nelle uve, siano effettivamente estratte e quindi conservate nel vino
durante l’affinamento (3, 6 e 12 mesi). Le prove di micro-vinificazione saranno poi confrontate con
i corrispondenti prodotti commerciali, ottenuti dalle cantine coinvolte nella sperimentazione, per
verificare quali molecole e in quale quantità vengano ritrovate nel prodotto di trasformazione. In
quest’ultimo confronto bisognerà considerare il fatto che la vinificazione in piccoli volumi presenta
solitamente una maggiore capacità estrattiva e stabilizzante dei composti fenolici a parità di
tecnologia adottata. Tenendo conto di ciò, sarà comunque interessante poter apprezzare la ricchezza
in composti antiossidanti in vini normalmente disponibili sulle nostre tavole.
Sarà inoltre interessante effettuare una indagine sui polifenoli esogeni contenuti nel vino. Come è
noto per alcuni vini come il Fumin o il Torrette Supérieur (ottenuto con una prevalenza di uve Petit
Rouge) è pratica consueta l’affinamento, per periodi di tempo medio lunghi, in fusti di legno di
essenze diverse ma prevalentemente di rovere. Il passaggio di piccole quantità di ossigeno,
attraverso le doghe, e di composti fenolici del legno tostato permettono una evoluzione positiva del
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colore e dell’aroma del vino. L’arricchimento del vino di tali molecole potrebbe avere un’influenza
additiva o sottrattiva della capacità antiossidante del vino.
Sato dell’arte della ricerca nel settore, aspetti qualificanti e innovativi del progetto da realizzare.
I vitigni oggetto di studio sono stati scelti sulla base della loro capacità di sintesi quali-quantitativa
dei differenti composti fenolici. Tra i vitigni autoctoni è stato quindi individuato il Fumin, per
l’elevata concentrazioni di diverse classi di polifenoli, e il Petit rouge, in quanto vitigno
ampiamente diffuso in Valle d’Aosta, le cui uve rientrano nella produzione di numerose tipologie di
vino a denominazione di origine. Ancora, il vitigno Premetta in quanto possiede profili fenolici
caratteristici, come evidenziato da precedenti studi sui vitigni autoctoni.
Fumin. Oggi in fase di estensione è stato per molti anni in pericolo di estinzione promossa oltre che
dal progressivo abbandono della viticoltura da alcuni autori intorno agli anni sessanta che ne
sconsigliavano la coltivazione. Diverso invece era il parere del Gatta che per primo parlò di questo
vitigno, egli affermava che una sua aggiunta di una decima parte alle uve degli Oriou migliorava e
aumentava la conservabilità dei vini prodotti. L’analogia del Fumin alla Freisa Piemontese
inizialmente proposta dal Gatta venne smentita intorno agli anni sessanta da Dalmasso e Reggio.
L’analisi del DNA ha confermato l’inesistenza di un possibile grado di parentela con la Freisa del
Piemonte mentre ha evidenziato un legame del Fumin con un altro vitigno autoctono il Vuillermin.
Petit Rouge. Secondo il Gatta il Petit rouge faceva parte di un insieme di biotipi e di vitigni
raggruppati con il nome di Oriou. Con il passare del tempo i diversi autori hanno annotato i diversi
sinonimi con cui venivano chiamati questi Oriou che erano presenti su tutto il territorio valdostano
ad esclusione dei comuni di Morgex e di La Salle.
In base alla ricerca effettuata da Moriondo i seguenti nomi: Petit rouge de Chatillon, Oriou picciou,
Oriou Petit rouge, Oriou noir, Oriou Saint-Vincent, Piccolo nero e Piccolo rosso sono i sinonimi
usati dai diversi autori per indicare il Petit rouge caratterizzato da grappoli chiusi, acini piccoli,
bassa vigoria da cui si ricavavano i più grandi cru della valle.
L’Oriou type, il Petit rouge d’Aoste, l’Oriou lombardo nero, il Petit rouge corrispondono all’Oriou
Lombard ad acino e grappoli grossi che oggi troviamo molto diffuso in valle.
Infine troviamo l’Oriou voirard, l’Oriou curaré e l’Oriou gris sempre descritti separatamente; i
primi due erano sconsigliati per la forte colatura a cui erano soggetti mentre l’ultimo, a maturazione
tardiva, era consigliato per l’ottima adattabilità a tutti i tipi di terreno.
Nella zona di Saint-Pierre il Petit rouge era vinificato in assemblaggio col Vien de Nus e il Mayolet
per produrre il rinomato Torrette.
Premetta. La Premetta venne descritta per la prima volta dal Gatta come un’uva ad acini grossi,
succosi, colorati di rosso corallo scuro e dal gusto scipito e sciocco. La Premetta chiamata anche
Prié rouge e Neblou era coltivata esclusivamente nella zona tra Aosta e Avise.
Autori successivi ne descrissero la presenza in altre zone della media valle e gli attribuirono una
duplice attitudine considerandola una buona uva da tavola e da fare appassire, per ottenere dei buoni
vini di lunga conservazione.
Come suggerisce il nome, Prié rouge, questo vitigno è imparentato con il Prié blanc oltre che con il
Roussin de Morgex e il Mayolet.
I vigneti valdostani, malgrado la loro ridotta estensione, sono costituiti da un’ampia gamma di
varietà di vite. Tra quelle di più recente introduzione troviamo una serie di vitigni di origine
francese che il Canonico Vaudan, direttore dell’allora Scuola di Agricoltura, oggi Institut Agricole
Régional, sperimentò e diffuse al fine di contrastare la crisi del settore in corso e dimostrare la
vocazione del territorio valdostano alla produzione di vini di qualità. A questo scopo vennero
sperimentati insieme a due vitigni tipici della media valle, il Petit rouge e la Malvoisie, una serie di
vitigni a bacca rossa il Grenache (1955), il Gamay (1962), il Merlot (1965), la Syrah (1975), il Pinot
nero (1976) e altri vitigni a bacca bianca come il Müller Thurgau (1966), la Petite Arvine (1970) e
lo Chardonnay (1982). Ad esclusione del Grenache, gli altri vitigni sono oggi ampliamente coltivati
ed hanno dato ottimi risultati di adattamento anche se la loro notevole diffusione rischia di ridurre,
poco alla volta, lo spazio ai vitigni locali.
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Tra i vitigni oggi presenti vi sono poi il Gamaret e il Granoir, derivanti dall’incrocio Gamay nero x
Reichensteiner bianco, e il Diolinoir, ricavato dall’incrocio Rouge de Diolly x Pinot nero, che sono
varietà ottenute nel 1970 a Pully (CH) da M. André Jacquinet e adottate da diversi anni da alcuni
viticoltori valdostani.
Verso la fine del 1700, vista la vicinanza geografica e degli scambi commerciali tra la Bassa Valle e
il Piemonte, vennero introdotti alcuni vitigni piemontesi come la Barbera, il Dolcetto e
successivamente il Neyret e la Freisa. Dopo l’avvento della fillossera per il facile reperimento di
barbatelle innestate, vennero importati, oltre ai vitigni sopra citati, altre due varietà: il Grignolino e
la Bonarda.
Nel quadro ampelografico della nostra regione troviamo poi alcune varietà, coltivate in Italia e
all’estero, che sono state selezionate sul territorio valdostano e hanno dato origine, nel tempo, a
ottimi biotipi per la produzione di vini conosciuti ed apprezzati fin dal medioevo tra questi il
Donnas, ottenuto dal Picotendro un biotipo di Nebbiolo, il Muscat de Chambave, ricavato dal
Moscato bianco e la Malvoisie de Nus, una selezione locale di Pinot grigio.
Per avere un quadro ampelografico completo, oltre ai vitigni internazionali è necessario prendere in
considerazione i vitigni autoctoni che sono così chiamati in quanto hanno avuto origine sul territorio
valdostano o perché sono stati importati da così lungo tempo che non si hanno più tracce della loro
provenienza. Tali vitigni selezionati nei secoli dall’ambiente e dall’uomo sono innanzitutto fonte di
unicità e di tipicità della viticoltura valdostana; essi sono da considerare patrimonio storico, e come
tale dovrebbero essere valorizzati e conservati nel tempo. Alcuni eventi come l’avvento della
fillossera con conseguente reinnesto delle viti, il progressivo abbandono dei vigneti e la recente
specializzazione degli stessi hanno determinato, nel tempo, la perdita di alcuni di questi vitigni tra
cui il Cugnet, il Persagn, il Pertenzi…(Gatta, 1833), la cui presenza è stata menzionata da alcuni
autori del passato.
Dagli anni '90 l'Institut Agricole Régional ha realizzato numerosi progetti di recupero e
valorizzazione delle varietà autoctone valdostane, al fine di evitare la probabile estinzione di quei
vitigni presenti ancora in poche unità (Vuillermin, Crovassa, Roussin de Morgex), in poche
centinaia (Mayolet, Cornalin, Bonda, Ner d’Ala, Roussin) o al più in alcune migliaia di individui
(Fumin, Premetta),. Il primo atto di recupero e valorizzazione di un vitigno autoctono (ad opera
dell'Università di Torino in collaborazione con la Regione Valle d'Aosta e lo IAR) è stato il
progetto di selezione clonale del più importante vitigno autoctono, il Petit rouge, concluso nel 1992
con la selezione di quattro cloni tuttora commercializzati.
Tra i più rilevanti progetti realizzati sul fronte del recupero e della selezione dei vitigni autoctoni si
annoverano: (i) Comparazione clonale di Fumin, Mayolet, Prié rouge e Prié blanc (2002-2006); (ii)
Selezione massale di Cornalin (2002-2010); (iii) Comparazione clonale di Cornalin (2009-2013);
(iv) Selezione massale di Bonda (2006-2013); (v) Ampliamento della collezione ampelografica e
conservazione del germoplasma locale.
Sul fronte della caratterizzazione e valorizzazione in vigneto si segnalano i seguenti progetti:
(i) Zonazione viticola della Regione, effettuata, tra l'altro, su Petit rouge e Prié blanc (1997-2001);
(ii) Interazione genotipo x ambiente del Cornalin (2007-2010); (iii) Vari progetti sul problema delle
scottature del grappolo, fenomeno al quale alcuni tra i più importanti vitigni autoctoni – in
particolare Petit rouge e Fumin – sono particolarmente sensibili (2007 ad oggi);
Lo IAR è impegnato fortemente anche sul fronte della caratterizzazione e valorizzazione enologica
dei vitigni autoctoni, in particolare nei seguenti progetti:
(i) Caratterizzazione di vini rossi da uve autoctone (2003-2005); (ii) Effetto della criomacerazione
nella produzione di vini a base Petit rouge (2003-2005); (iii) Valorizzazione enologica del Prié
rouge (2005-2006); (iv) Effetto dell'assemblaggio di vini autoctoni sul profilo sensoriale del
prodotto finale (2007-2010).
La conoscenza più approfondita da un punto di vista biochimico e nutrizionale, che tale progetto si
prefigge, consente la valorizzazione dei vitigni oggetto di studio e al tempo stesso offre la
possibilità di intervenire sul processo di trasformazione, al fine di ottimizzare le tecniche enologiche
estrattive e conservative adottate in cantina ed ottenere un prodotto che abbia un più elevato
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contenuto in molecole biologicamente attive. Questo si traduce nella possibilità di veicolare la
vendita di un prodotto, non solo attraverso l’immagine del territorio di appartenenza, ma anche
sfruttando le caratteristiche naturalmente salutistiche del prodotto stesso.
DIAGRAMMA DI GANTT
WP 1
Classificazione (con motivazione) – R.I:ricerca
con finalità di acquisire nuove conoscenze per
mettere a punto nuovi prodotti.
Inizio attività
Fine attività
Settembre 2013
Ottobre 2014
Titolo WP 1: Rilievi in Vigneto
Mesi/Uomo = 3,0 pari a 66gg
Capofila 41gg
Partner 25gg
Obiettivi: Acquisizione di materiale biologico necessario per la determinazione in laboratorio delle curve di
maturazione.
Descrizione generale della WP: Monitoraggio dello sviluppo vegeto-produttivo allo scopo di determinare le date
ottimali dei campionamenti necessari per la costruzione delle curve di maturazione fenolica.
Attività: Monitoraggio generale dello sviluppo vegeto-produttivo e controllo dello stato sanitario. Rilievi fenologici.
Campionamenti delle uve compreso campionamento alla vendemmia. Vendemmia delle uve.
Deliverables:
D1: dati rilievi fenologici 1° anno; D2: dati rilievi fenologici 2° anno
Punti di controllo:
Costi: € 10.124,00
Personale (con la previsione dei costi, suddivisi per management, ricercatori, ausiliari e con l’indicazione dei
mesi/uomo e dei costi mensili):
Management IAR: 5 gg 200,00 €/g (1.000,00) Ricercatori: 32 gg 160,00 €/g (5.120,00) Ausiliari: 4gg 126,00 €/g
(504,00) e Partner: 25 gg a 120,00€/g (5.000,00 al 70% = 3.500,00)
WP 2
Classificazione (con motivazione) – R.I:ricerca
con finalità di acquisire nuove conoscenze per
mettere a punto nuovi prodotti.
Inizio attività
Fine attività
Settembre 2013
Giugno 2015
Capofila 41gg
Partner 25 gg
Titolo WP 2: Vinificazione
Mesi/Uomo = 3,0 pari a 66gg
Obiettivi: Vinificazione in purezza delle uve e produzione dei rispettivi vini commerciali affinati per un breve periodo
in vasca (o damigiana) e in legno.
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Descrizione generale della WP: le uve saranno prodotte dalle aziende partner e dallo IAR saranno trasformate
seguendo un protocollo di vinificazione in rosso che sarà:
-
Personalizzato dalle diverse aziende per la produzione dei vini commerciali
- Satandardizzato per la vinificazione in purezza delle diverse uve in piccoli volumi (micro vinificazioni)
Attività: Vinificazione in doppio delle uve con affinamento per le sole uve Fumin (IAR).
Le attività previste per la realizzazione delle micro vinificazioni sono le seguenti:
- allestimento dei vasi vinari, diraspa pigiatura, solfitazione, inoculo lieviti selezionati
- rimescolamenti delle masse (folllature e rimontaggi) durante la macerazione e fermentazione alcolica.
- macerazione e fermentazione alcolica: monitoraggio attività lieviti
- svinatura primo travaso
- travaso a fine malolattica
- fermentazione malolattica: prelievo per analisi
- trasferimento in cella frigo
- travaso a fine stabilizzazione
- solfitazione, filtrazione ed imbottigliamento.
Per il vino Fumin della vendemmia 2013 è previsto un affinamento in barrique per 12 mesi. Per tale prova è necessario
considerare le seguenti attività supplementari:
- preparazione del fusto nuovo e riempimento.
- travaso trimestralecolmatura periodica.
- travaso in vasca, prelievo campione, solfitazione.
Deliverables: D1: vini ottenuti 1°anno; D2: vini ottenuti 2° anno
Punti di controllo:
Costi: € 10.572,00
Personale (con la previsione dei costi, suddivisi per management, ricercatori, ausiliari e con l’indicazione dei
mesi/uomo e dei costi mensili):
Management IAR: 5 gg a 200,00€/g (1.000,00) Ricercatori: 24gg 160,00 €/g (3840,00), Ausiliari: 12gg 126 €/g
(1.512,00) e Partner: 25 gg a 120,00€/g (5.000,00 al 70% = 3.500,00)
Attrezzature (fornire una breve descrizione tecnica e l’utilizzo nel WP). Indicare unicamente la quota di
ammortamento relativa alla durata del WP:
n° 1 Barrique per l’affinamento del vino Fumin: € 720,00
WP 3
Classificazione (con motivazione) – R.I:ricerca
con finalità di acquisire nuove conoscenze per
mettere a punto nuovi prodotti.
Inizio attività
Fine attività
Settembre 2013
Agosto 2015
Capofila 130gg
Partner
Titolo WP 3: Analisi di Laboratorio
Mesi/Uomo 9,18 pari a 202gg
Obiettivi: Caratterizzazione uve da un punto di vista nutraceutico. Validazione biologica degli estratti di uve. Verifica
del trasferimento delle molecole bioattive nei vini sperimentali e loro caratterizzazione facendo un confronto con
quelli commerciali.
Descrizione generale della WP: Caratterizzazione di diversi vitigni e vini sperimentali dal punto di vista nutraceutico.
Attività: Maturità fenolica e tecnologica delle uve durante curva di maturazione e alla vendemmia. Quantificazione
polifenoli e analisi HPLC e LC/MS degli estratti e dei vini. Validazione biologica degli estratti mediante software e
attraverso studi in vitro. Elaborazione dati.
Deliverables: D1/D3: Curve di maturazione. D2/D4: Quantificazione polifenoli totali negli estratti. Risultati analisi
HPLC, LC/MS. D4:Risultati validazione biologica.
Punti di controllo: P1:Raccolta dati analisi prima della validazione biologica
Costi: € 66.444,00
Personale (con la previsione dei costi, suddivisi per management, ricercatori, ausiliari e con l’indicazione dei
mesi/uomo e dei costi mensili):
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Ricercatori: 130gg, 160,00 €/g (20.800,00)
Attrezzature (fornire una breve descrizione tecnica e l’utilizzo nel WP). Indicare unicamente la quota di
ammortamento relativa alla durata del WP:
n° 1 Bilancia analitica Sartorius: € 2.400,00 (incidenza ammortamento)
Consulenza di ricerca (fornire una breve descrizione tecnica e l’utilizzo nel WP):
- Collaborazione con l’Università di Genova per messa a punto dell’estrazione e della caratterizzazione in HPLC e
LC/MS, oltre alla messa a punto delle metodiche e la validazione biologica in vitro. Responsabile scientifico
dell’Unità di ricerca Prof.ssa Patrizia Perego. Costo 31.244,00 euro.
-Collaborazione con Biodigitalvalley per costruzione sito internet la validazione biologica tramite software
bioinformatica. Costi: 30 gg x 400,00€/g (12.000,00)
Contratti di collaborazione (fornire una breve descrizione tecnica e l’utilizzo nel WP):
Contratto collaborazione con Prof.ssa Perego in qualità di Responsabile scientifico dell’Unità di ricerca
PREVISIONE DEI COSTI DEL PROGETTO 2 “LA VITE PER LA VITA”
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Attività necessarie per il trasferimento in produzione e lo sfruttamento commerciale dei risultati.
L’attività prevista dall’Unità di ricerca “NUTRALP VDA” sarà volta innanzitutto alla
valorizzazione dei prodotti che risulteranno dalla ricerca, veicolando la loro commercializzazione
non solo in quanto prodotti tipici della regione Valle d’Aosta ma anche come alimenti funzionali
con attività benefica per la salute. Inoltre, i risultati di questa ricerca di partenariato potranno in
futuro essere utilizzati per la formulazione di integratori alimentari contenenti molecole bioattive
con attività benefica a livello cardiovascolare.
Contributo del progetto allo sviluppo sostenibile
Il progetto intende promuovere un prodotto tipico della Regione Valle d’Aosta ed incentivare
un’agricoltura rispettosa dell’ambiente circostante.
Favore alle pari opportunità e non discriminazione.
L’Unità di ricerca “NUTRALP VDA ha intenzione di operare al fine di rimuovere ogni ostacolo
alla partecipazione economica, politica e sociale di un qualsiasi individuo per ragioni connesse al
genere, religione e convinzioni personali, origine etnica, disabilità.
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L’Unità di ricerca “NUTRALP VDA” intende impegnarsi a promuovere una rappresentanza
equilibrata delle donne e degli uomini riconoscendo pubblicamente che una equa ripartizione del
potere decisionale tra donne ed uomini di diversa cultura ed età rafforza ed arricchisce la crescita
scientifica e culturale della ricerca.
08/07/2013
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