recensione golf club rovedine

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recensione golf club rovedine
RECENSIONE GOLF CLUB ROVEDINE
By del sologolfista Bico
http://www.rovedine.com/pages/golf-rov/
IL GOLF A MILANO.
Ovvero la recensione del Rovedine ma non solo, pure del Mirasole, in una botta sola.
E’ il campo da golf di Milano, praticamente in città, l’unico all’interno del raccordo anulare,
come lo chiamano a Roma, o la complanare come la chiamano in diverse città, spesso del
sud Italia. Invece i milanesi di vecchia data e di nobili origini, se ne sono dovuti andare nel
Parco di Monza, della mia Monza, per golfeggiare, quando veramente era un “Gioco”
d’Elite, non come ora che è diventato non di moda, bensì di massa.
Il Mirasole, per fare un po’ di pratica, va benissimo, così finalmente si prova quello che per
anni, non avevo mai capito cosa fosse, visto dall’autostrada. E’ praticamente sulla strada
della Val Tidone, dal centro di Milano, prendendo per Via Ripamonti, direzione Pavia,
invece dalla tangenziale, uscita Val Tidone, la stessa per il Tolcinasco. In effetti intorno a
Milano, nel raggio di 20/30 KM dal Duomo, ci sono almeno 7/8 circoli con 18 e più buche,
una decina di campi promozionali, da 1 a 9 buche ed almeno 5 campi pratica, quindi
l’imbarazzo della scelta. C’è da dire anche però che 1/5 della popolazione italiana, gravita
nel milanese, purtroppo per certi versi, ma ci sono anche dei vantaggi. La moglie non
vivrebbe mai in un campo da golf, piuttosto si suicida, lei deve sapere che ha sottomano
teatri, cinema, mostre, negozi, anche se poi non ci va mai, però deve poter aver la
possibilità. Milano, o meglio la città con il suo interland, come ad esempio Parigi o Londra,
offre moltissimo, così pure per il Golf, che ovviamente ha bisogno di spazi cospicui e in
mezzo alle case o alle fabbriche, che ormai non ci sono più, non è agevole comporre
swing adeguati.
RECENSIONE DEL MIRASOLE
Il Mirasole è forse il campo pratica più bello, più grande e più attrezzato che abbia mai
visto fin’ora, possiede anche 9 piccolissime buche executive, ma queste non le ho provate.
Con il green fee delle 18 avevo libero accesso al campo pratica, altrimenti si pagherebbe
l’entrata, 6 euro, in quanto è si la struttura della stessa proprietà, ma è separata. Si
acquistano gettoni da 3 euro per 51 palline, ne compero 2, mi bastano, non sono una
macchina mitragliatrice da palline. Molto spazio, immenso tra una postazione e l’altra,
molto confortevole. Un pro-shop molto attrezzato dove ho acquistato il mio secondo
guanto, da quando golfeggio, un Footjoy che mi calza come un “guanto”, per l’appunto, 16
euro, un po’ troppo, ma acquisto, come al solito, una pallina loggata, con l’oca delle
Rovedine e questa me la danno gratis, solitamente costa un sacco di soldi, quindi uno
sconto sul guanto. Nota bene il carrello è gratis ed è la prima volta che mi capita, sono a
disposizione nel parcheggio, come al supermercato, per agevolare quelli che arrivano con
la macchina e scaricano le loro sacche da duecento chili, (invidia), prima o poi glieli
fregano, siamo in Italia. Se si pensa che si può praticare fino a notte fonda, questo è un
impianto veramente notevole che offre molto a chi come me, non ha molto tempo. Invece
che andare al bar dopo cena, io non ci vado mai, si viene qui e si tirano quattro palle,
invece che le solite al bar… Ad abitare vicini non si hanno scuse.
RECENSIONE DEL ROVEDINE
Il Rovedine, Premessa, seguirà il dettaglio di ogni buca. Le 18 buche sono adagiate
morbidamente lungo la tangenziale ovest di Milano. Uno che ama il Golf in solitudine e
silenzio, come me, potrebbe non apprezzare mai simile logistica. Invece per una sorta di
catarsi, di autoesclusione dal mondo che invece imperversa lungo tale tragica arteria,
quando si gira, quasi ci si dimentica che lì c’è l’autostrada, con le sue perversioni. Il
percorso è direi difficile, in quanto non per i fuori limite o i fairway stretti o i laghi, ma
quanto per i green sempre molto ben protetti, da bunker, laghi, alberi, sfiga, ecc… Quindi
difficile negli ultimi colpi, specie l’approccio e lì secondo me fa la differenza. Perché
d’accordo che con i lunghi si arriva presto nelle prossimità del green, d’accordo che sono
poi i putt che fanno la differenza sullo score, ma un corretto approccio, può annullare
eventuali partenze sbagliate e ridurre i putt.
LA BUCA 1-18 DEL ROVEDINE
LA BUCA 1 DEL ROVEDINE, METRI 310, PAR 4, HCP 17
La buca ha un dogleg notevole sulla sinistra, che nasconde con alte piante il green,
davanti sulla destra un bel lago, che ci guarda speranzoso, facendoci l’occhiolino. Si può
decidere a patto di stare un po’ a sinistra del lago a arrivare al dogleg.
Altrimenti per il secondo colpo un ferro 7, volevo arrivare al vertice del dogleg, per vedere
il green. Con il terzo colpo si rischiano i bunker davanti al green, a destra e a sinistra.
l bunker come tutti, sono molto duri, induriti dalle molte piogge copiose.
Sand come da manuale per l’approccio al green. Bella buca comunque.
LA BUCA 2 DEL ROVEDINE, METRI 191, PAR 3, HCP 9
Lago davanti, figuratevi se non ci caschiamo dentro.
Pitch e si salta il lago. Attenzione al boschetto se si va lunghi ed al bunker a sinistra. Buca
difficilissima, piena di insidie.
LA BUCA 3 DEL ROVEDINE, METRI 388, PAR 4, HCP 3
Tee in ombra degli alberi secolari, fairway lungo davanti a noi, il driver vi sta tutto, anche
se stretto. Bene se tirate bene e diritto, ma se la palla prende una curva parabolica sulla
destra, frusta gli alberi, così da perdere lunghezza.
Il rough non è fastidioso, il fairway è sempre un premio. Con il secondo colpo è più facile,
si raggiunge l’erbetta rasata. Con un ferro 7, si può arrivare in green, ma c’è un bunker
sulla destra, perché non approfittarne e fare una capatina. Quando si arriva sul green con
troppi tiri lo score è rovinato.
LA BUCA 4 DEL ROVEDINE, METRI 340, PAR 4, HCP 5
Si può provare ancora il driver. Sempre slice, si frustano sempre le piante e la storia si
ripete. Se la pallina finisce in rough, diventa difficoltosa la ricerca.
Con il secondo colpo si sfiora il bunker sulla destra, sorvolandolo e si rischia di finire nel
lago della 2. Terzo colpo con il pitch e si finisce nel bunker sulla destra a difesa del green.
Sand di approccio e green, occhio a rotolare troppo lontano dalla buca.
LA BUCA 5 DEL ROVEDINE, METRI 500, PAR 5, HCP 11
Molti alberi a delimitare questa buca, sia a destra che a sinistra.
Se si finisce nel rough, è pieno di cespugli e stradina che separa la buca 5 dalla 3.
Guardando il volo della palla, si ha quasi paura di andare a colpire la squadra che si sta
apprestando al tee della 3 e quasi ci si strozza in gola, un FORE.
Se non si trova più la palla, è un patema d’animo per il fatto di perdere tempo, la farsa del
droppaggio, punto di penalità. Altri due colpi ci vogliono per questo lungo par 5, facile, ma i
par 5 uccidono, uno stillicidio, troppi colpi per arrivare. Finalmente si arriva per essere in
grado di tirare il non più fidato ferro 7.
Con un pitch si tenta di chiudere l’approccio, ma due bunker sono appostati sulla destra
dell’avant-green.
LA BUCA 6 DEL ROVEDINE, METRI 365, PAR 4, HCP 1.
Buca ampia e lago sul finire e a destra prima del green, con bunker a destra a metà
percorso e tra il lago ed il green.
Qui il tracciato del primo recinto, probabilmente l’originario del primo step è terminato, per
la 7 bisogna uscire da un recinto, attraversare un ruscello ed entrare in un’altra grande
area cintata, quella a ridosso dell’autostrada, dove riposano le altre buche, fino alla 18.
Per intuito, non molto bene segnalata, si cerca il tee, next, della 7, c’è da camminare mica
male.
LA BUCA 7 DEL ROVEDINE, METRI 363, PAR 4, HCP 13
Per la 7 bisogna entrare in un altro parco, con tanto di cancelli aperti, ma evidentemente
uno step successivo, una evoluzione del disegno originario e si notano subito gli spazi
diversi. Qua si sente anche l’autostrada, che dolce rumore di camion, si capisce che là
fuori c’è ancora la vita e la morte, qua il nulla, è un’altra dimensione il campo da golf,
astratto dalla realtà.
Qua il driver parte bello lungo e pieno a coprire una bella distanza. A sinistra, se esce di
poco nel rough basso, c’è una collinetta.
Questa buca ha un leggero dogleg sulla destra e il green non si vede ancora bene, ma lo
si intuisce. Ibrido, ormai è un classico al secondo colpo, anche dall’erba non bassissima,
collabora. Si rischia un pelo agli alberi davanti e si sorvolano i bunker a metà.
Con un Sand dolcissimo si va in green.
LA BUCA 8 DEL ROVEDINE, METRI 382, PAR 4, HCP 6
Dritta, un bunker a metà sulla destra e poi più nulla fino all’altro bunker sulla destra del
green. Manca una buca alla Bouvette. Nessun inconveniente a questa buca, senza note di
merito, solo un po’ troppo per approciare.
LA BUCA 9 DEL ROVEDINE, METRI 358, PAR 4, HCP 7
La più difficile, fin’ora, bella buca davvero, impegnativa. Dogleg di 90 gradi a sinistra, lago
a destra e a sinistra se vai lungo con il driver, per quelli che fanno 700 metri con il driver.
Semmai ce ne fosse stato bisogno, il green è circondato da bunker che lo difendono, ma
manco il caveau di una banca è così ben difeso. Qua si pone per la prima volta il dubbio
sulla strategia di gara. Si scavalca il lago e si attacca il green da sinistra oppure si passa
sul ponte levatoio stretto (avantgreen), ma sicuro sulla destra?
L’opzione 2, è la più tranquilla, inutile osare. Ancora un pitch e finalmente si sale sul green
della 9, alla buon’ora, qua si potevano fare un sacco di punti. Putt anche se uno molto
lungo, chiudono e via alla Santa Bouvette.
Giudizio sulla condizione del campo fin’ora, molto buona, rough tenuti bene, a parte la 1,
che si poteva pulire tutta quella sporcizia di pioppini, davvero una quantità immensa.
Green perfetti, anche se duretti, ma non è colpa certo del greenkeeper, fairway
stupefacenti, pensare che siamo a Milano, anche se nell’ultima periferia delle periferie,
all’interno del Gra.
SOSTA ALLA BOUVETTE, SANTA INVENZIONE.
Un post apposito la Bouvette se lo merita, in quanto per un golfista, dopo nove buche, ha
bisogno di un miraggio che si avveri e la Bouvette è stata inventata appositamente per
codesto scopo. Una sete e una fame bestiale vi assale, alla vista della capannina,
strategicamente posta vicino al tee della 10. Vi mangereste le gambe del tavolo, ma avete
ancora 9 buche da fare e le seconde sono sempre più dure, perché ne hanno già nove
nelle gambe e la preparazione atletica, lascia molto a desiderare, sempre. Non fatevi
tentare da nulla, all’infuori di uno splendido cornetto con la marmellata e una banana.
Si paga pochissimo, ti aspettavi una cresta invece grande onestà.
LA BUCA 10 DEL ROVEDINE, METRI 190, PAR 3, HCP 10.
Lago davanti e piccolo e corto fairway prima del green, buca molto difficile.
Bunker intorno al green semmai ce ne fosse stato il bisogno.
LA BUCA 11 DEL ROVEDINE, METRI 402, PAR 4, HCP 2
Buca semplice, diritta, un grande bunker sulla sinistra, strategico per il solito driver.
Altri due bunker ai lati destro e sinistro del green, piatto e facile.
Poco rough, ben tenuto.
LA BUCA 12 DEL ROVEDINE, METRI 530, PAR 5, HCP 8
Buca autostradale, infatti è proprio di fianco alla tangenziale ovest di Milano, che la
fiancheggia.
Larga, coppia classica di bunker all’arrivo di un ipotetico tee shot con driver, per i corti
sulla sinistra, per i lunghi sulla destra, ce né per tutti i gusti.
Altro blocco di bunker sull’eventuale approccio e i soliti due che fanno da guardia alla
porta del green.
LA BUCA 13 DEL ROVEDINE, METRI 405, PAR 4, HCP 4
Altra buca autostradale, che fiancheggia l’autostrada.
Ancora meno bunker della 12 ma un leggero dogleg verso destra.
Buca piana, facile, molto ben tenuta, anche se rumorosa.
LA BUCA 14 DEL ROVEDINE, METRI 180, PAR 3, HCP 14
Altro par 3 non cortissimo. Solo tre bunker intorno al green come ostacoli, per accrescere
la difficoltà. I soliti due come colonne destra e sinistra e uno per quelli che vanno lunghi
sull’approccio.
LA BUCA 15 DEL ROVEDINE, METRI 475, PAR 5, HCP 16
Pronti via driver per questo par 5 abbastanza gradevole e lunghetto.
Ma attenzione al lago sulla destra per eventuali socket, ma solo per la partenza.
Due piccoli bunker posizionati sulla destra all’atterraggio del driver, proprio sul dogleg per
quelli lunghi. Tre invece a ridosso del green per ricevere quelli che proprio del bunker non
possono fare a meno.
LA BUCA 16 DEL ROVEDINE, METRI 300, PAR 4, HCP 12
Qua si perdono palline in acqua, nel vano tentativo di scavalcare un maledetto lago
malefico, che serpeggia su tutto l’angolo destro di questa buca, decisamente impegnativa.
Piante sulla sinistra se si vuole evitare il lago.
All’angolo del dogleg, si vede il green, lontano , ma lo si vede.
Per gradire anche qualche bunker sul lungo del driver diritto, dopo il lago per qualsiasi
voglia di Tigerline e poi tre piccolissimi intorno al green, che fanno compagnia, per
eventuali approcci non precisi.
LA BUCA 17 DEL ROVEDINE, METRI 142, PAR 3, HCP 18
Anche qui lo stesso lago, ma preso nell’altro senso.
Par 3 corto ma insidioso, per il green incastonato proprio in un ansa del suddetto ostacolo
d’acqua. Bunker se vai lungo sulla destra, Insomma una buca di tutto “riposo”.
LA BUCA 18 DEL ROVEDINE, METRI 438, PAR 5, HCP 15
Buca di rappresentanza, come tutte le buche numero 18 che si rispettino.
Ritorna come tutte alla club house. E’ un bel par5 semplice, ampio, agevole, molto ben
tenuto, piatto, senza ostacoli d’acqua.
Un grande bunker a sinistra dove il leggero dogleg punta verso destra.
Altri due bunker al solito come guardia del green, uno a destra e uno a sinistra.