Il confronto con i Paesi del Sud ci trasforma

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Il confronto con i Paesi del Sud ci trasforma
IL MIO PROSSIMO
Il confronto con i Paesi del Sud ci trasforma
Si è appena svolta in Sud Africa la Conferenza internazionale di Durban. È la 17° conferenza delle Nazioni Unite sul
cambiamento climatico. Con l’occasione si è rinnovata per noi, organizzazioni di cooperazione internazionale, un’attenzione particolare ai Paesi più poveri. La dimensione sociale con il rispetto dei diritti umani e l’uguaglianza tra uomini e donne è troppo trascurata sul piano mondiale. La salvaguardia del Creato per le generazioni future non deve
competere con l’impegno a favore dei più poveri e in particolare delle donne: questi due obiettivi sono indissociabili. Nel pensare globale - agire locale le organizzazioni di cooperazione operano affinché donne e uomini, individualmente
e comunitariamente, sviluppino mezzi non violenti per rivendicare i diritti e affinché siano loro stessi ad opporsi alle
strutture ingiuste e a partecipare attivamente alla vita politica, culturale e economica. “Uomini e donne diventano soggetti del loro stesso processo di liberazione” 1 con correttezza e senza nuocere all’altro.
di Lavinia Sommaruga Bodeo, AllianceSud *
Qui nasce il compito delicato di governance e della
politica. Solo uno sviluppo desiderato, deciso e
sostenuto dai diretti interessati può rivelarsi vantaggioso a lungo termine per tutta l’umanità: una
“globalizzazione delle responsabilità” che mette al
cuore la dignità dell’altro/a e che crei questo legame sottile congiunto ad un’etica della verità, della
correttezza.
Quella persona a cui scrivo o con cui mi relaziono
può essere un politico/a, un direttore/trice di un
settore quadro della Confederazione, un mio/a
collega. Nell’incontro c’è un pensiero, una considerazione, una presa di posizione che riguarda
sempre l'altro cercando di dar “Vita” a una centralità perché il nostro lavoro di rete significhi “apertura” con senso. Si è in uno spazio nel quale accogliamo tutta l’ingiustizia sociale e con lucidità si
cerca di personificare una realtà del prossimo nella
ricerca di una giustizia sociale giusta. Quale
potrebbe essere la via? Mi sembra di intuire che è
nel collegare le persone. È creare quella fedeltà alla
dignità di ognuno/a. “L’incontro con l’altro trasforma la nostra percezione. Ci incita a rispondergli e a sentirci responsabili.”
Da un lato con i politici ho vissuto la scoperta che
sia nell’incontro dove vivo una lunga riflessione o
nell’adesione alla causa, ho da creare quella fiducia
dove appare quella maturità non dettata da interessi di parte ma di stima dell’altro, di un’umanità
in cammino. Mi sento nomade nel saper unire
sguardi e pensieri emozioni affinché il nostro prossimo sia responsabilizzato qua e là. Sì! La dignità è
un valore che ci lega tutti in questa mondialità.
In quest’incontro le pari opportunità rappresentano l’uguaglianza per tutti noi di partecipare alla
«cooperazione sociale » in seno al sistema economico attuale, di ripensare e rimodellare al contempo il sociale e, nel suo intimo, l’umano. Infine di
impegnarsi in favore di un «altro mondo».
Questo ponte nell’agire assieme riconciliarsi, riunire, adottare, pacificare, sono gesti che esigono lucidità e perseveranza; dei gesti che si acquisiscono,
che si insegnano, che si coltivano. Necessita una
riflessione serena, una pedagogia abile, una legislazione appropriata e delle istituzioni adeguate!
Oggi, questa politica dovrebbe essere portata
avanti su scala dell’umanità intera, come in seno ad
ogni popolo e ad ogni singolo. Se vogliamo giustizia nel mondo, una vita dignitosa per la maggioranza delle popolazioni dobbiamo operare importanti e urgenti cambiamenti non solo per il clima
ma strutturali e pure personali. “L’incontro con
l’essere umano nel bisogno e con tutto il Creato
porta a un cambiamento di prospettiva quanto alla
propria azione”1.3
Foto di Beat
Dietschy,
Pane per tutti
* Alliance Sud, comunità di lavoro Swissaid, Sacrificio Quaresimale,
Pane per tutti, Helvetas, Caritas, ACES.
1) «Principi di etica sociale di Pane per tutti, 2011»
il dialogo 6/11
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