Di` al prossimo tuo che non è solo
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Di` al prossimo tuo che non è solo
Di’ al prossimo tuo che non è solo Di Sergio N. Turtulici Lo psicanalista Luigi Zoja ha scritto in un piccolo intenso saggio che nel tempo del globalismo, del convivere e delle forme culturali di massa, della folla solitaria, alla “morte di Dio” si è accompagnata la “morte del prossimo”, la seconda relazione fondamentale dell’essere cristiani, cioè. Ho aspettato con curiosità di leggere il libro ora uscito da Claudiana scritto da Sabina Baral e Alberto Corsani. Un libro breve di pagine e intenso – “Dì al tuo prossimo che non è solo” - di bella tenuta formale, che cattura e si fa leggere tutto nel corso di una giornata. In una sera e una mattina l’ho letto e dico che mi ha sorpreso e spiazzato. Perché mi aspettavo un libro diverso. C’è una certa teologia corrente giocata un una dimensione tutta mondana, orizzontale, sulle interazioni umane del vivere e convivere. Conosco uno degli autori da molti anni, e potevo aspettarmi anche da loro qualcosa come, che ne so, una “moral suasion” a riscoprire sul piano umano le ragioni dell’ “ama il prossimo tuo come te stesso”. Non è così. E’ un libro fervido di spirito evangelico, carico della forza della Parola nel tracciare il focus dell’attenzione all’altro, al prossimo e, tuttavia, la dimensione è tutta verticale. Non siamo soli, il nostro prossimo non è solo perché la Parola di Dio è con noi. La Rivelazione, il dettato della carità verso gli altri gli autori del libro li focalizzano su un versante spirituale che non mi aspettavo, che forse chi del libro non sa niente non si aspetta. Per cui non è scontato cosa il libro sia, se un saggio di teologia pratica, un viaggio nei paesaggi del vissuto e dell’anima, nella memoria dell’io degli autori, un dialogo- confronto tra Sabina e Alberto, il montaggio degli elementi formali ora detti. Come che sia, il piccolo libro tratta la massima evangelica dell’attenzione al prossimo in modo originalissimo, spiazzante. Che “l’uomo non è solo” perché Dio è con noi, Alberto lo dice con quello che nel trattare le cose dell’arte un celebre critico chiama “il passo del torero”, affrontando cioè le cose prendendole di lato. Lo dice raccontando la Torino che, nel tempo della sua gioventù era la Fiat, la capitale dell’industria dell’auto e oggi, nel postindustriale, cerca una vocazione nuova nel turismo d’arte e cultura. Raccontando la nebbia che un tempo dominava la città e la cintura urbana e ora non più, l’impressionismo visivo di paesaggi che da un tempo all’altro cambiano salendo per montagne conosciute. Spiegando come, nella sua visione cristiana, queste variazioni di tempo, di ambienti siano nel segno della Grazia. E così pure, su un alfabeto impressionista dei sentimenti fa perno la riflessione di Sabina. Quei momenti della vita interiore, del mondo degli affetti che toccano l’uomo e ne marcano la relazione con gli altri: Bellezza. Empatia. Felicità. Fragilità. Gratitudine. Moderazione. Perseveranza. Tribolazione. Alla fine del libro i due coautori tirano in un dialogo-confronto tra di loro le Conclusioni del loro. Nel senso del pudore, di una sensibilità, anche nel riferirsi alle Scritture, più tesa all’ascolto che all’omelia moraleggiante. “Timore e tremore”, mi pare di poter dire, una cifra intellettuale credente e genuinamente protestante e laica - e che, così penso io, non è di tutti all’interno delle chiese. Le protestanti non meno della cattolica. Fa bene leggere questo libro. L’ho letto tutto d’un fiato ma lo terrò a portata di mano. * S. Baral – A. Corsani, Di’ al tuo prossimo che non è solo. con un’intervista a Eugenio Borgna; prefazione di Giampiero Comolli. Torino, Claudiana, 2013, pp. 130, euro 11,90.