Prova 24

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Prova 24
Nel capitolo La vergogna, contenuto nel suo ultimo libro, Primo Levi (1919-1987) affronta il
tema del senso di colpa: la colpa per essere uno dei pochissimi sopravvissuti ad Auschwitz,
costretto ad assistere alla morte di quasi tutti i suoi compagni.
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Leggi il seguente testo
Hai vergogna perché sei vivo al posto di un altro? Ed in specie, di un uomo piú generoso, piú
sensibile, piú savio1, piú utile, piú degno di vivere di te? (...)
[Io] potrei essere vivo al posto di un altro, a spese di un altro; potrei avere soppiantato2, cioè
di fatto ucciso. I “salvati” del Lager non erano i migliori, i predestinati al bene, i latori3 di un
messaggio: quanto io avevo visto e vissuto dimostrava l’esatto contrario. Sopravvivevano di
preferenza i peggiori, gli egoisti, i violenti, gli insensibili, i collaboratori della “zona grigia”4,
le spie. Non era una regola certa (non c’erano, né ci sono nelle cose umane, regole certe), ma
era pure una regola. Mi sentivo sí innocente, ma intruppato fra i salvati, e perció alla ricerca
permanente di una giustificazione, davanti agli occhi miei e degli altri.
Sopravvivevano i peggiori, cioè i piú adatti; i migliori sono morti tutti.
È morto Chajim, orologiaio di Cracovia, ebreo pio5, che a dispetto delle difficoltà di
linguaggio si era sforzato di capirmi e di farsi capire, e di spiegare a me straniero le regole
essenziali di sopravvivenza nei primi giorni cruciali di cattività6; è morto Szabó, il taciturno
contadino ungherese, che era alto quasi due metri e perciò aveva piú fame di tutti, eppure,
finché ebbe forza, non esitò ad aiutare i compagni piú deboli a tirare ed a spingere; e Robert,
professore alla Sorbona, che emanava coraggio e fiducia intorno a sé, parlava cinque lingue, si
logorava a registrare tutto nella sua memoria prodigiosa7, e se avesse vissuto avrebbe risposto
ai perché a cui io non so rispondere; ed è morto Baruch, scaricatore del porto di Livorno,
subito, il primo giorno, perché aveva risposto a pugni al primo pugno che aveva ricevuto, ed è
stato massacrato da tre Kapos coalizzati8. Questi, ed altri innumerevoli, sono morti non
malgrado il loro valore, ma per il loro valore.
[Un] amico religioso mi aveva detto che ero sopravvissuto affinché portassi testimonianza.
L’ho fatto, meglio che ho potuto, e non avrei potuto non farlo; e ancora lo faccio, ogni volta
che se ne presenta l’occasione; ma il pensiero che questo mio testimoniare abbia potuto
fruttarmi da solo il privilegio di sopravvivere, e di vivere per molti anni senza grossi
problemi, mi inquieta9, perché non vedo proporzione fra il privilegio e il risultato.
(da: Primo Levi, I sommersi e i salvati; Einaudi, 1986)
1
piú savio: piú saggio
potrei avere soppiantato: forse, ad Auschwitz, ho preso il posto di un altro (che dunque è morto per me)
3
i latori: i portatori
4
i collaboratori della „zona grigia“: con il termine „zona grigia“ Levi si riferisce ai prigionieri che in cambio di
privilegi in qualche misura collaboravano con i nazisti
5
pio: si dice di chi è molto religioso, ma anche animato da amore per gli altri
6
di cattività: di prigionia; sono i primi giorni nel Lager, in cui un prigioniero, se non capisce le regole del
campo, rischia di morire praticamente subito; questo succedeva soprattuto con i prigionieri che non capivano il
tedesco, e di conseguenza gli ordini delle SS
7
nella sua memoria prodigiosa: cercava di ricordare tutto quello che vedeva e sentiva
8
tre Kapos coalizzati: tre Kapos tutti insieme; i Kapos (o Kapò) erano prigionieri essi stessi, che avevano la
funzione di sorvegliare, durante il lavoro, gli altri prigionieri; spesso erano criminali comuni (tedeschi)
9
mi inquieta: mi preoccupa, mi fa star male
2
1. Rispondi brevemente alle seguenti domande:
a) Secondo Levi, di norma, quale tipo di persona sopravviveva e quale invece
moriva quasi subito nel Lager?
b) Dài alcune brevi informazioni riguardo a tre persone morte nel Lager per il
loro “valore”.
c) Per quale ragione Levi è sopravvissuto, secondo un suo amico religioso, e Levi
condivideva questa opinione?
2. Immagina di essere un prigioniero o una prigioniera del Lager e di conoscere
personalmente Szabó (il contadino ungherese) o Baruch (lo scaricatore di porto).
Descrivi un ipotetico incontro con uno di questi personaggi in cui risaltino le sue
qualità umane.
3. Svolgi il seguente tema (150 parole min.):
Primo Levi ci offre la sua lucida testimonianza della vita nel Lager tra orrore,
“zona grigia” e solidarietà. Se volgiamo gli occhi alla società odierna, anch’essa
oscilla tra egoismo e solidarietà (v. gli effetti della globalizzazione, la fame nel
mondo, i flussi dell’emigrazione).
Esprimi le tue riflessioni a riguardo.