Summit L`epatite B e C nel Mediterraneo e nei Balcani 5

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Summit L`epatite B e C nel Mediterraneo e nei Balcani 5
Summit
L'epatite B e C nel Mediterraneo e nei Balcani
5-7 dicembre 2012 Nicosia, Cipro
Invito ad agire
7 dicembre 2012
Questo Invito ad agire è approvato da:
Takis Hatzigeorgiou, Parlamentare europeo
Stephen Hughes, Parlamentare europeo
Alojz Peterle, Parlamentare europeo
Viral Hepatitis Prevention Board (Comitato per la prevenzione dell'epatite virale)
European Association for the Study of the Liver (Associazione europea per lo studio del
fegato)
European Liver Patients Association (Associazione europea dei pazienti malati di fegato)
World Hepatitis Alliance (Alleanza mondiale per le epatiti)
International Centre for Health, Migration and Development (Centro internazionale per la
migrazione, la salute e lo sviluppo)
Hepatitis B and C Public Policy Association (Associazione per le politiche pubbliche sulle
epatiti di tipo B e C).
La Conferenza sulle Epatiti di tipo B e C nei Paesi del Mediterraneo e dei Balcani ha visto la
partecipazione di numerosi attori che hanno lanciato un appello volto a promuovere la
formulazione e adozione, da parte di governi nazionali, operatori sanitari e società civile, di
politiche efficaci e azioni mirate nella lotta alle epatiti di tipo B e C.
La Conferenza ha elogiato il lavoro svolto in precedenza nel campo delle epatiti B e C,
segnatamente la risoluzione della 63a Assemblea mondiale della Sanità sull'Epatite virale del
maggio 2010, l'Invito ad agire del Parlamentare europeo Thomas Ulmer in materia di Epatite
B, che è stato lanciato dal Parlamento Europeo nel 2006, la Dichiarazione scritta del
Parlamento Europeo sull'Epatite C del 2007, l'Invito ad agire pronunciato in occasione della
Conferenza di Bruxelles sulle Epatiti di tipo B e C in Europa nel 2010 e la strategia dell'OMS
per la Prevenzione e il Controllo delle infezioni da epatite virale: Quadro d'azione globale,
lanciato nel luglio 2012.1
Il Comitato direttivo della Conferenza sulle Epatiti di tipo B e C nei Paesi del
Mediterraneo e dei Balcani, unitamente alle associazioni partner, fa appello ai Paesi di
queste regioni, affinché costituiscano strategie e piani d'azione, a livello nazionale,
volti al contrasto dell'epatite virale e, nello specifico, che siano intesi a:
1. Coinvolgere tutti i settori della società nella lotta alle epatiti B e C
2. Inserire la lotta alle epatiti di tipo B e C nell'ambito del Diritto alla salute
3. Partecipare attivamente alla Giornata mondiale per le epatiti
4. Diffondere maggiormente la percezione dell'impatto economico e sociale che
possono avere le epatiti B e C
5. Rafforzare la sorveglianza sulle epatiti di tipo B e C
6. Promuovere la ricerca sulle epatiti B e C a livello transnazionale
7. Enfatizzare, nell'ambito delle azioni in materia di salute pubblica, le strategie di
prevenzione e controllo delle epatiti di tipo B e C
8. Investire in migliori programmi di rilevamento e trattamento nell'ambito
dell'assistenza sanitaria primaria
9. Sviluppare programmi di sensibilizzazione, volti a garantire un maggiore ricorso
volontario a consulenza ed esami medici
10. Esplorare modalità innovative, al fine di raggiungere tutti i gruppi vulnerabili,
compresi i migranti
11. Garantire che tutti abbiano accesso ai trattamenti
12. Creare programmi locali, a livello comunitario, volti a sostenere tutti coloro che
convivono con l'epatite virale
Il programma globale sull'epatite dell'OMS, Prevenzione e controllo delle infezioni da
epatite virale: Quadro d'azione globale è stato presentato nel corso della Giornata
mondiale per le epatiti del 2012. Il programma si propone di agire su quattro aree:
1. Partenariato, mobilitazione e comunicazione
2. Dati per la stesura di politiche e la messa in atto di provvedimenti
3. Prevenzione
4. Screening, assistenza e trattamento.
Area 1
1. Coinvolgere tutti i settori della società nella lotta alle epatiti di tipo B e C
> organizzare eventi informativi di stampo tecnico, rivolti ai maggiori legislatori, in tutti i settori
governativi
> collaborare con tutti gli attori, al fine di mobilitare i fondi necessari per adottare il piano
d'azione
> coinvolgere nel processo decisionale tutte le organizzazioni non governative che
rappresentano i principali gruppi a rischio
2. Collocare la lotta alle epatiti di tipo B e C nel contesto del Diritto alla salute
> adottare e sfruttare approcci basati sui diritti umani, come è stato fatto nel campo
dell'HIV/AIDS
> ancorare l'approccio basato sui diritti umani ai principi di salute pubblica e benefici sanitari
> accertarsi che coloro che convivono con le epatiti di tipo B e C siano a conoscenza dei loro
diritti
3. Partecipare attivamente alla Giornata mondiale per le epatiti
> collaborare con esperti, società civile e operatori sanitari, al fine di diffondere una maggiore
conoscenza delle epatiti
> organizzare campagne di salute pubblica relative all'impatto che le epatiti B e C possono
avere sulla salute
> porre in essere tutti i necessari provvedimenti, tra cui l'approvazione di nuove norme
legislative, atti a sconfiggere la stigmatizzazione e la discriminazione
Area 2
4. Diffondere la percezione dell'impatto economico e sanitario che possono avere le
epatiti di tipo B e C
> sviluppare solide banche dati nazionali sull'epatite B e C e sul cancro al fegato
> dare maggior risalto alle epatiti di tipo B e C in tutti i programmi formativi rivolti a medici e
infermieri
> coadiuvare i legislatori a comprendere l'impatto economico che potrebbero avere le epatiti
di tipo B e C, qualora non venissero trattate
5. Rafforzare la sorveglianza sulle epatiti di tipo B e C in tutti i Paesi presenti in queste
regioni
> promuovere una rendicontazione centralizzata e periodica sulle epatiti, accompagnata da
definizioni standardizzate dei casi
> promuovere l'adozione, a livello nazionale e transnazionale, di protocolli standard di
sorveglianza periodica
> monitorare e valutare l'efficacia degli interventi di prevenzione e controllo
6. Promuovere la ricerca sulle epatiti B e C a livello transnazionale
> promuovere e finanziare la ricerca sull'epidemiologia e sui fattori che influenzano le epatiti
BeC
> promuovere e finanziare la ricerca sulle modalità atte a prevenire e a gestire le epatiti di
tipo B e C
> promuovere e finanziare programmi di ricerca collaborativi e transnazionali basati su
protocolli comuni
Aree 3 e 4
7. Enfatizzare, nell'ambito delle azioni in materia di salute pubblica, la prevenzione
delle epatiti B e C
> garantire un'elevata copertura di vaccinazione universale HBV ai neonati, soprattutto per
quanto attiene alla dose neonatale
> somministrare la vaccinazione HBV agli operatori sanitari e ad altri gruppi a rischio
> promuovere iniziative su misura, atte a vaccinare tossicodipendenti e altri gruppi speciali a
rischio
8. Investire in migliori programmi di rilevamento e trattamento nell'ambito
dell'assistenza sanitaria primaria
> sviluppare protocolli per il rilevamento dei casi e la prevenzione dei contatti per gli operatori
che lavorano in regime di assistenza sanitaria primaria
> promuovere programmi di formazione speciali per gli operatori che lavorano in regime di
assistenza sanitaria primaria, in base a nuovi protocolli standardizzati
> garantire che quanti necessitano di visite specialistiche possano avere accesso a
trattamenti adeguati
9. Sviluppare programmi di sensibilizzazione per garantire un maggiore ricorso
volontario a consulenza ed esami medici
> sviluppare/adattare protocolli volontari di consulenza ed esami medici (VCT) e formare il
personale nazionale
> identificare metodi sottesi a incoraggiare/incentivare le persone a rischio elevato a
sottoporsi a esami medici, tra cui lo screening
> fare in modo che le politiche sui VCT per le epatiti di tipo B e C comprendano l'accesso e
la ritenzione nel trattamento
10. Esplorare modalità innovative che consentano di entrare in contatto con tutti i
gruppi vulnerabili e insufficientemente seguiti
> identificare i gruppi più vulnerabili, inclusi gli immigrati, e le barriere che impediscono loro
di avere accesso al sistema sanitario
> dare particolare attenzione ai gruppi in cui vi è il maggior tasso di trasmissione e di carico
della malattia
> garantire pari accesso alle misure di prevenzione e controllo dell'epatite
11. Garantire che tutti abbiano accesso ai trattamenti
> rafforzare le politiche e le capacità di trattamento dei sistemi sanitari
> adottare linee guida e raccomandazioni internazionali sul trattamento
> formare operatori sanitari nella gestione delle epatiti di tipo B e C
12. Creare programmi locali per persone che convivono con l'epatite virale
> valutare i bisogni delle persone che convivono con le epatiti B e C, in particolare per i
gruppi più vulnerabili
> formare e sostenere gruppi locali, affinché migliorino la “convivenza con le epatiti di tipo B
e C”
> assicurare la partecipazione di gruppi locali al piano di azione nazionale
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1
Di particolare rilevanza sono:
• la Risoluzione della 63 a Assemblea Mondiale della Sanità sull'Epatite virale, adottata in
data 21 maggio 2010;
• l'Invito ad agire del Parlamentare europeo Thomas Ulmer in materia di Epatite B, lanciato al
Parlamento Europeo nel 2006 e la Dichiarazione scritta del Parlamento Europeo sull'Epatite
C, che richiedeva, tra l'altro, la stesura di una Guida del Consiglio, atta a promuovere lo
screening per l'Epatite;
• il Rapporto del Parlamento Europeo, pubblicato nel mese di aprile del 2010, sulla
Comunicazione della Commissione europea in merito all'Azione a favore della lotta al
tumore, che “Invita a fare in modo che [...] la prevenzione e il controllo delle patologie che
possono dare luogo a tumori, come la prevenzione primaria e secondaria dell'epatite virale e
relativo trattamento, laddove appropriato, siano debitamente presi in considerazione dalla
Partnership europea contro il Cancro e dalle future iniziative dell'UE, che prevedono, tra
l'altro, una guida revisionata del Consiglio sullo screening oncologico”;
• l'inclusione delle Epatiti B e C nei programmi di sorveglianza e monitoraggio del Centro
europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) e del Centro europeo di
monitoraggio delle droghe e tossicodipendenze (EMCDDA);
• Lo stato delle epatiti di tipo B e C in Europa: Rapporto della Conferenza sulle Epatiti di tipo
B e C. J Viral Hepatitis 2011, 18 (Suppl 1);1-16
• Le linee guida congiunte “ECDC and EMCDDA guidance. Prevention and control of
infectious diseases among people who inject drugs, EMCDDA/ECDC, Stockholm, October
2011” (Linee guida ECDC e EMCDDA. Prevenzione e controllo di malattie infettive in
persone che fanno uso di droghe iniettabili), EMCDDA/ECDC, Stoccolma, ottobre 2011”;
• Il lavoro attualmente intrapreso dall'EASL (Federazione europea che riunisce le
associazioni per le malattie del fegato), l'Associazione europea dei pazienti malati di cancro
al fegato (ELPA) e il Comitato per la prevenzione dell'epatite virale (VHPB).