Informativa per la prevenzione dell` Epatite B

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Informativa per la prevenzione dell` Epatite B
REGIONE CAMPANIA
Azienda Sanitaria Locale
Benevento 1
UFFICIO MEDICO COMPETENTE AZIENDALE
AMBITO B: Dott. Antonio Santagata
AMBITO D: Dott.ssa Maria Tiso
INFORMATIVA
“PREVENZIONE EPATITE B”
per personale ASL
esposto a rischio biologico
Cos'è l'epatite virale B:
Come si evita:
L'epatite virale B è una malattia causata da un virus, costituito da più
componenti, che è nocivo per il fegato.
Nella maggior parte dei casi la malattia guarisce e nel sangue rimane la
presenza di anticorpi anti-virus dell'epatite B (anti-HBc, anti-HBs, antiHBe)
che testimoniano l'avvenuta infezione. In un certo numero di casi, però, per
fattori non ancora chiariti, il virus continua a replicarsi e a produrre
particelle infettanti chiamate “antigeni” (HbsAg, HbeAg), gli anticorpi
protettivi non si formano, ed in tale situazione il soggetto può trasmettere
l'infezione ad altre persone, la sua malattia può cronicizzare ed evolvere
verso quadri clinici di grave compromissione epatica, quali l'epatite cronica,
la cirrosi epatica ed il cancro al fegato.
A volte capita che, facendo delle analisi del sangue per controllo, un
soggetto scopra di essere positivo per gli anticorpi anti-HBV (indice di
guarigione) o per gli antigeni (indice di replicazione virale e di potenziale
infettività), ma non ricordi di aver mai avuto l'epatite virale B. Ciò è possibile
perchè, per fattori non ancora chiariti, l'epatite virale B non sempre si
manifesta con i classici sintomi e decorre in modo asintomatico.
Esiste una vaccinazione sicura ed efficace nel prevenire l'epatite virale B.
La malattia può essere prevenuta, comunque, adottando corretti
comportamenti (es. evitare scambio di oggetti personali quali forbicine,
rasoi, tagliaunghie, siringhe, etc; usare il preservativo nei rapporti sessuali
con partner sconosciuti o portatori di HbsAg; in caso di tatuaggi, fori alle
orecchie e piercing, accertarsi che vengano effettuati in condizioni
igieniche sicure; etc.)
Nel caso specifico degli operatori sanitari, esistono precise indicazioni da
adottare nell'assistenza ai pazienti per evitare il contatto con il sangue ed i
liquidi biologici eventualmente infetti.
Quale è la sintomatologia:
L'epatite può addirittura passare inosservata per l'assenza di sintomi
oppure per la presenza sintomi generici come malessere generale e senso
di spossatezza.
Dopo un periodo di incubazione di 2-6 mesi dall'infezione, si manifesta la
comparsa di inappetenza, malessere generale, febbre e nausea,
particolarmente nei confronti del fumo.
Il sintomo caratteristico dell'epatite è l'ittero, cioè la presenza di colorito
giallognolo della pelle, dovuto alla aumentata concentrazione di birilubina
nel sangue a causa della diminuita funzionalità del fegato. Anche le sclere
possono tendere al colore giallo.
Un altro segno caratteristico della malattia in atto è il colore delle urine, che
si presentano scure.
Come si trasmette:
E' una malattia che si trasmette venendo a contatto con liquidi biologici,
quali sangue e suoi derivati, sperma e liquidi vaginali infetti; la trasmissione
può avvenire anche da madre infetta al bambino durante la gravidanza.
I soggetti vaccinati non sono contagiosi perché la vaccinazione antiepatite
B dà una immunità duratura.
Perché vaccinarsi:
La vaccinazione antiepatite B, come tutte le altre vaccinazioni, è uno degli
interventi più efficaci per prevenire l'insorgere della malattia.
La vaccinazione antiepatite B dà una immunità duratura.
Il vaccino, usato in centinaia di milioni di persone in tutto il mondo, è
sicuro: l'insorgenza di reazioni gravi e di complicazioni è eccezionale,
anche se, come tutte le categorie di vaccini, pur correttamente preparati,
controllati e somministrati, può essere responsabile di effetti indesiderati.
Le controindicazioni per la somministrazione del vaccino sono legate a
serie reazioni allergiche manifestatesi a precedenti dosi di vaccino
antiepatite B o a componenti del vaccino, nonché a malattia febbrile in atto.
Gli eventuali effetti collaterali sono rappresentati da dolore transitorio nel
punto di inoculazione, indurimento ed eritema; a livello generale, più
raramente, febbre, senso di affaticamento, malessere, vertigini, cefalea,
alterazione dei test della funzionalità epatica, artralgia, mialgia, prurito,
orticaria.
In rari casi (1-2 ogni 10.000) si possono avere reazioni più importanti,
come convulsioni legate a febbre alta.
Reazioni allergiche di tipo anafilattico sono, come detto, del tutto
eccezionali (meno di 1 caso ogni milione di vaccinati).
Per un maggiore dettaglio e per informazioni più tecniche, si rimanda agli
studi epidemiologici in merito.