Nella gioia, rimanere

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Nella gioia, rimanere
La Voce del Popolo
Maggio 2013
NELLA GIOIA, RIMANERE
Di Chiara Buizza
Si è concluso nella gioia “Rimanete in me…”, il Convegno delle Caritas parrocchiali svoltosi lo
scorso 25 maggio presso la comunità del Villaggio Prealpino: “la gioia di vedere quello che produce
la Parola di Dio impastata con la vita” (padre Giacomo Costa), “la gioia di aver vissuto insieme una
<rivoluzione> attorno al Sole della Mensa e della Parola” (un partecipante, a nome di un gruppo)”,
“la gioia di continuare a essere, gli uni per gli altri, Parole di vita” (diacono Giorgio).
In questi motivi di gioia, sottolineati al pianoforte da Cyrille Lehn, gli ingredienti che
progressivamente si sono impastati nel corso del Convegno: la Parola, l’Eucaristia, l’Amore
fraterno.
La Parola. Il Convegno, iniziato nella preghiera con l’ideale passaggio di testimone tra le comunità
di Botticino e del Villaggio Prealpino, ha avuto come momento centrale, la meditazione del
Vescovo Luciano sul brano di Giovanni 15, 4-17, che nel “Rimanete” ha fatto da filo rosso del
convegno. “Rimanere in Gesù è una esperienza che si fa accogliendo la Sua Parola, come se fosse lo
spazio vitale, nel quale noi ci muoviamo, nel quale si muove la nostra esistenza. Per un cristiano,
vivere vuol dire vivere dentro alla Parola di Gesù o vivere avendo dentro di sé la Parola di Gesù”.
Un’esperienza che da subito ha preso forma nei lavori del “so|stare” (venti i gruppi di lavoro che
hanno abitato le aule dell’oratorio e della scuola materna) finalizzati a entrare in dialogo con “Il
paralitico guarito”; un dialogo iniziato dalla contemplazione guidata del brano e alimentato dal
confronto rispetto alla propria vita di uomini e donne della carità e alla propria esperienza di
preghiera.
L’Eucaristia. Oltre all’impastare Parola e vita, il rimanere si è fatto intimità e, nel contempo,
comunione nel guardare con gli occhi del cuore il corpo di Cristo spezzato e nel lasciar crescere il
desiderio di diventare pane spezzato. Dopo la ricomposizione dei “frutti” dei lavori di gruppo si è
vissuta insieme infatti un’esperienza di adorazione eucaristica, punteggiata dalle parole di
Madeleine Delbrêl e di Madre Teresa di Calcutta; un’esperienza che sembrava accogliere l’invito
del Vescovo del mattino: “Se voi rimanete nell’eucaristia e l’eucaristia rimane in voi, la vostra vita
prende questa forma: vita per il mondo. Una vita per… una vita umana trasformata in esistenza di
amore, in vita donata e offerta per”.
L’Amore fraterno. Frutto del rimanere, l’amore fraterno è stato anche terreno comune di
esperienza dei partecipanti al convegno: l’amore fraterno ha attraversato infatti i lavori di gruppo
nel confronto tra Parola e vita, si è concretizzato nel mare di mani (per una carità a portata di
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Piazza Martiri di Belfiore, 4 – 25121 Brescia | tel. 030 3757746 – fax 030 3752039 | [email protected]
mano) donato al Vescovo dai bambini e ragazzi della comunità del Villaggio Prealpino, si è fatto
azione nel modo di vivere nella comunione i momenti dell’adorazione eucaristica e del mandato, si
è concretizzato nell’invito da parte del diacono Giorgio a continuare a essere, gli uni per gli altri,
Parole di vita.
Parola, Eucaristia, Amore fraterno dunque per perseverare nel rimanere: “vivere un rapporto di
comunione profonda con il Signore, attraverso la Parola e l’Eucarestia, in modo che l’amore con cui
il Signore ci ama, sia in noi sorgente di pensieri e desideri nuovi e questi pensieri e desideri nuovi
producano in noi un’esistenza concreta fatta di amore fraterno”.
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