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Tgcom 24
02/07/2015
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2 luglio 2015
Pentiti del tatuaggio? Ecco che cosa sapere prima
di farlo rimuovere
Solo nel 2014, stando ai dati dell'Associazione Italiana di Chirurgia Plastica Estetica (Aicpe), il
problema ha riguardato 12mila persone
15:40 - I motivi possono essere i più disparati, ma il problema, una volta che si decide, è il
medesimo per tutti: "Come eliminare quel tatuaggio fatto quando si era troppogiovani/
troppoinnamorati/ troppoubriachi e quale sarà il risultato?". Un problema che se a molti può
sembrare estremamente di nicchia, in realtà, stando ai dati dell'Associazione Italiana di Chirurgia
Plastica Estetica (Aicpe), solo nel 2014 ha riguardato 12mila pentiti da tatuaggio.
"Togliere un tatuaggio è molto più difficile che farlo, e non sempre è possibile riuscirci - afferma
Luca Siliprandi, chirurgo plastico vice presidente di Aicpe -. I tatuaggi si fanno spesso da giovani
senza pensare che è un segno che ci accompagnerà per sempre. Molti si stufano, cambiano gusti e
passioni e quindi decidono di cancellare il disegno o la scritta. Alcuni lo fanno per lavoro: non avere
tatuaggi o piercing è obbligatorio per chi decide di entrare nell'esercito o corpi di polizia,
carabinieri, finanza".
Ecco allora le dieci cosa da sapere quando si decide di dire addio al proprio tatuaggio
1) Non sempre è possibile la completa scomparsa - "Il laser non sempre cancella del tutto il
tatuaggio, così come la gomma cancella il segno di una matita; l’efficacia del trattamento dipende
da colore, profondità, densità e tipo di pigmento e dal fototipo del paziente, cioè dal colore della
sua pelle (bianca, olivastra, nera)» afferma Siliprandi.
2) La professionalità è tutto - La strada migliore da seguire è quella di rivolgersi solo a
professionisti esperti del settore, in grado di proporre tecniche moderne. "Al momento la tecnica
più efficace è rappresentata dai laser q-switchati (laser Q-S), strumenti che producono un impulso
laser di brevissima durata (nanosecondi, alcuni miliardesimi di secondo) – dice il vicepresidente di
Aicpe -. Questo distrugge le cellule entro le quali sono accumulati i granuli di pigmento,
spezzandoli in frammenti più piccoli (diametro variabile da 10 a 100 millesimi di millimetro) che
vengono smaltiti nei liquidi corporei o da cellule migranti nel corso dei giorni e delle settimane
successive. Ripetuti trattamenti, distanziati da un congruo periodo di tempo (in genere 45 – 60
giorni) per consentire la spontanea rimozione dei pigmenti, consentono di perseguire la
progressiva scomparsa del tatuaggio".
3) Scegliere bene il periodo dell'anno per farlo - E' necessario calcolare bene i tempi, perché
rimuovere un tatuaggio è un processo lungo: sono necessarie diverse sedute distanziate di circa
6-8 settimane. L’esposizione della cute trattata al sole o a lampade abbronzanti dev’essere evitata
almeno per un mese, avendo cura, nelle corso delle prime esposizioni, di utilizzare creme a filtro
solare ad alta protezione (filtri 30+-50+).
4) Difficile calcolare quante sedute saranno necessarie - E' difficile sapere in anticipo quante
sedute serviranno per rimuovere un tatuaggio. Nei casi più facili variano da 3 a 5, mentre in quelli
più difficili si arriva a 8-12 sedute. In una minima percentuale di casi il trattamento può essere
insoddisfacente. Dipende da diversi fattori: il tipo di tatuaggio (quelli professionali sono
normalmente più difficili da rimuovere a causa della maggior profondità del pigmento e della sua
elevata densità); il colore (il verde, l’azzurro e soprattutto il giallo, sono molto difficili (a volte
impossibili) da rimuovere, mentre il rosso, in alcuni casi, può scurirsi, per effetto di eventuali
materiali ferrosi presenti nel pigmento). I tatuaggi più vecchi sono più facili da eliminare rispetto a
quelli più recenti, perché il corpo ha già eliminato una parte del pigmento.
5) Più è grande il tatuaggio, più tempo sarà necessario - La durata di ogni singola seduta
dipende dalla superficie del tatuaggio da rimuovere. Una superficie di 4 centimetri di lato viene
trattata in una decina di minuti. Sesto, i tatuaggi cosmetici (sopracciglia, labbra, areole, camouflage
di cicatrici) di colore rosa-marron-arancio, devono essere trattati con molta prudenza, effettuando
test su piccole aree prima di procedere al trattamento completo, in quanto "contengono zinco e
ossido di titanio e se trattati con il laser Q-S possono annerirsi irreversibilmente", dice lo specialista
di Aicpe.
6) Un lavoro lasciato a metà è un lavoro lasciato a metà - Il paziente può interrompere il
trattamento di rimozione in qualsiasi momento, consapevole però che in questo modo il lavoro
non è completato.
7) Per belli apparire, bisogna soffire ... - Il trattamento con laser Q-S è doloroso. Per ridurre il
dolore viene di norma applicata della crema anestetizzante 30 minuti prima della seduta e durante
il trattamento applicato del ghiaccio sulla cute.
8) Più la pelle è scura, più difficile sarà la rimozione - La rimozione è più problematica per chi ha
la pelle scura. "Chi ha la pelle olivastra, mulatta o nera o comunque di colore più scuro del
tatuaggio da rimuovere corre un forte rischio di alterare la pigmentazione", spiega Siliprandi -. La
rimozione è sconsigliata anche a chi ha la tendenza a sviluppare cicatrici ipertrofiche o cheloidee, a
chi presenta infezioni attive della pelle. Attenzione invece a terapie farmacologiche o con farmaci
foto sensibilizzanti.
9) Il "post operatorio" - Dopo il trattamento si formano sulla pelle delle bollicine. È indicato
trattare la pelle con unguenti antibiotici e applicare una medicazione occlusiva con garza
vaselinata per uno o due giorni, fino alla formazione delle croste.
10) La "sindrome" da tatuaggio fantasma - Infine, si deve sapere che, in corrispondenza del
tatuaggio rimosso, potrebbe rimanere una sorta di ombra chiamata “fantasma del tatuaggio”. Può
durare alcuni anni o anche per sempre.
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