Articolo Ebook a Scuola tratto da lascuolapossibile.it

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Articolo Ebook a Scuola tratto da lascuolapossibile.it
Articolo tratto dal numero n. 26 ottobre 2012 de http://www.lascuolapossibile.it
Ebook a Scuola
Quattro semplici idee per la transizione digitale
Scuola & Tecnologia - di Ferrini Edoardo
Sappiamo tutti come è andata a finire l'adozione obbligatoria dei libri di testo in formato elettronico: come spesso succede nell'italica penisola, si parte con ottime
intenzioni e si finisce con pessime esecuzioni.
Non vogliamo ripetere quanto è stato ampiamente documentato ed è probabilmente quotidianamente sotto gli occhi di tutti i lettori di questa rivista.
Editori che pensano che basti aggiungere un CD-ROM contenente l'Indice (in PDF!) del tomo cartaceo per farlo diventare magicamente "libro di testo misto".
Oppure editori che promettono mirabolanti piattaforme di apprendimento online, che poi si rivelano Moodle senza contenuti (sempre che non siano offline per settimane...) e
che per giunta richiedono, per accedervi, una gabella aggiuntiva oltre al costo del cartaceo.
Quando anche l'Editore fosse di buona volontà e proponesse in formato digitale una parte sostanziale del libro di testo, eccolo "blindarne" i "preziosi" contenuti tramite formati
o piattaforme che pongono limiti arbitrari e inaccettabili all'effettiva utilizzazione dei contenuti stessi e che per giunta non sono fruibili da portatori di handicap, perché non
soddisfano i requisiti della Legge Stanca...
Insomma, ci sono parecchie storture da sistemare.
Ma che cosa si dovrebbe fare, in concreto?
Innazitutto, far giungere al legislatore (magari passando per il MIUR) lo scontento degli stessi insegnanti, prima ancora che degli studenti e delle famiglie, per l'occasione
mancata e per le pratiche piratesche di certi editori (con la "e" minuscola).
Poi, cercare di lavorare assieme agli Editori (quelli con la "E" maiuscola), possibilmente senza certi meccanismi di sudditanza e/o connivenza, con l'obbiettivo di ottenere
contenuti pensati "nativamente in digitale".
Non è possibile vedere in commercio "eBook" che altro non sono che il PDF di stampa del testo cartaceo. Ovviamente senza possibilità di fare reflow del testo, ingrandire i
caratteri, navigarne l'Indice, le Illustrazioni, le Note, giusto per elencare alcune caratteristiche basilari.
Volendo essere propositivi, quali sono le direzioni da intraprendere?
Naturalmente non abbiamo bacchette magiche né sfere di cristallo, però vogliamo indicare alcune idee che riteniamo cruciali per la buona riuscita della "transizione al
digitale" nella Scuola.
1) Adottare strumenti di lavoro pensando al futuro
Oggigiorno è inconcepibile adottare strumenti di lavoro e formati che siano proprietari (oltretutto infrangendo svariate Leggi dello Stato), specialmente quando esistono
alternative aperte e gratuite.
Adottare un formato chiuso e proprietario crea dipendenza verso chi quel formato lo gestisce e mantiene.
Viceversa, utilizzare formati aperti consente di preservare il proprio lavoro (produzione di contenuti, note personali, esercizi, ecc.) nel futuro, indipendentemente dai capricci
degli attori economici sul mercato.
Da questo punto di vista, una maggiore interazione tra Scuola, Università e appassionati di Software Libero sarebbe auspicabile.
2) Rifiutare prodotti evidentemente "incompleti"
Che senso ha adottare un'antologia di testo in formato digitale, se poi non si ha la possibilità di effettuare un ricerca full-text?
Oppure se mancano i link dei collegamenti interni e delle note?
O, in generale, se l'intero testo non è minimamente navigabile in maniera efficiente?
Spesso questo genere di "prodotti" nasce dalla volontà di un editore di adempiere alla normativa al minimo costo possibile, ovviamente a scapito della qualità del "prodotto"
offerto al lettore.
Dato che l'ultimo asset rimasto a molte case editrici è la reputazione, sarebbe ora di "punire" chi fa il "furbetto" in questo modo... e, viceversa, sarebbe ora di premiare chi si
impegna a produrre contenuti e ambienti di fruizione pensati sin dal principio in ottica digitale.
3) Rifiutare prodotti e piattaforme che limitano le libertà digitali
Sicuramente tutti noi abbiamo visto esempi di "libri digitali" da cui non è nemmeno possibile copiare un passo del testo: non sono certo un gran passo avanti rispetto alla "
tecnologia analogica" dei libri cartacei.
La maggiore opportunità che scaturisce dal digitale è infatti la possibilità di modificare, collegare, combinare diversi testi, immagini, suoni, video, ... insomma, studiando, avere
la possibilità di creare contenuti nuovi, non solo subire passivamente idee altrui.
Questa transizione, importante per la società in generale, è fondamentale dentro la Scuola, proprio perché quest'ultima dovrebbe fornire ai ragazzi strumenti e insegnar loro
ad utilizzarli scientemente, invece che limitarsi a dispensare contenuti.
Ma per liberare questo enorme potenziale bisogna dire no ai sedicenti sistemi di "protezione dei diritti", che non proteggono un bel niente (i vari DRM si tolgono tutti con
programmini automatici facilmente reperibili su Internet con un motore di ricerca ... per non parlare dell'insuperabile analog hole) e che generano solo frustrazione nei lettori,
che giustamente si sentono limitati nelle loro "libertà digitali".
Meglio, invece, adottare materiali rilasciati sotto licenze liberali (copyleft, come la Creative Commons, che consentono a chi li acquista (e sottolineiamo acquista perché
copyleft e remunerazione non sono antitetici!) di poterli modificare, ampliare, eventualmente anche redistribuire o condividere con la comunità degli altri docenti o studenti.
4) Incentivare la produzione e la condivisione di materiali
A nostro avviso un ruolo cruciale nella transizione al digitale sarà giocato dai libri di testo autoprodotti dai docenti, esperienza peraltro già avviata in molte scuole italiane.
Le iniziative finora intentate, però, si rivelano o sporadiche (affidate alle competenze di singoli docenti o presidi, senza un carattere di sistemicità) o afflitte da problematiche di
tipo tecnico e legale (come dimostra il controverso caso "Book in progress").
Un progetto veramente innovativo potrebbe prevedere l'istituzione di una piattaforma di editing collaborativo di testi scolastici digitali, con
"incentivi" (finanziari, di carriera, ecc.) a quei docenti che maggiormente contribuiscono contenuti o attività di editing.
I testi prodotti potrebbero essere disponibili per tutte le scuole italiane, in maniera trasparente e controllabili da chiunque.
La tecnologia per realizzare tutto questo c'è già e potrebbe essere copiata da altri paesi che si sono già mossi in questo senso (per esempio
il Belgio), manca solo la richiesta da parte della Scuola e il giusto sistema di incentivi da parte del MIUR.
La "transizione al digitale" è una questione complessa, e non illudiamoci di risolverla con uno schioccar di dita, in maniera indolore e senza
(modesti) investimenti.
Tuttavia le opportunità sono enormi e per coglierle basta semplicemente una governance oculata, il che implica, innanzitutto, una "s
orveglianza intelligente" sulle decisioni ad "alto livello" da parte di chi lavora sul campo.
Questa è una mano che deve essere giocata, perché la posta in gioco è la più alta possibile.
Con le parole di Thomas Jefferson: "Considero la diffusione dei lumi e dell'istruzione la risorsa più sicura per migliorare la condizione
umana, promuovere la virtù e favorire la felicità dell'uomo".
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Edoardo Ferrini co-fondatore e book designer di Smuuks e Alberto Pettarin co-fondatore e CTO di Smuuks.
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