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LE FONTANE DI CAMPAGNANO DI ROMA
ricerca di Fabio Gandolfi
Associazione Insieme Con Te
a cura di Angelica Alemanno
Indicazionin della Via Francigena presso la Fontana di Maria Bona
Campagnano di Roma è un paese in Provincia di Roma situato a circa 270 metri dal livello del mare “a
cavallo” tra il Parco Suburbano valle del Treja e il Parco Regionale di Veio, sulle pendici del monte
Razzano che si trova posto al margine della caldera del vulcano estinto di Sacrofano. Il paese è
raggiungibile da Roma attraverso la via Cassia veientana, ma anche attraverso la Via Flaminia fino
all’altezza di Morlupo e poi attraverso la Via campagnanese che segna approssimativamente il confine
settentrionale del Parco di Veio..
FONTANA DEI DELFINI
La fontana più caratteristica del Comune è quella cosiddetta “dei Delfini”, situata in piazza
Cesare Leonelli, arbitrariamente attribuita al Vignola. In realtà sono ignoti l’età e la
costruzione dell’opera, tuttavia la sua edificazione dovrebbe risalire tra il XVI e il XVII secolo.
Per quanto concerne l’architettura, in obliquo e lateralmente sul corpo centrale si trovano due
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vaschette, in cui arrivavano i getti d’acqua di due mascheroni scolpiti. I due delfini, invece,
gettavano in una conchiglia disposta sul corpo centrale della fontana, esclusivamente in
funzione di "mostra d'acqua". Il corpo della fontana è costruito in peperino, mentre i due
delfini, la conchiglia e i due mascheroni sono edificati in travertino. Esisteva certamente una
vasca posteriore, probabilmente ad uso di abbeveratoio, demolita intorno al 1950.
Attualmente la fontana non eroga sempre acqua, che comunque, a causa dell’alta
concentrazione d’arsenico tipica di questo territorio, è stata dichiarata non potabile secondo i
nuovi parametri europei .
FONTANA SECCA
Al termine della strada in discesa che da piazza Leonelli si dirige
verso via delle Conce, si trova la cosiddetta “Fontana secca”,
costruita in peperino nel 1520. La costruzione è ad edicola con gli
stemmi degli Orsini e di Campagnano, mentre la fontana vera e
propria consiste in una tazza di granito a forma di conchiglia sulla
quale doveva scendere l’acqua da due teste ferine poste su una
lastra marmorea. A parte un breve periodo di tempo nel secolo
scorso, la fontana non ha mai erogato acqua in tempi recenti. Dalla
parte opposta della piazza esiste invece un secondo fontanile, che
prende il nome di Fontana Secca come il monumento storico
antistante, che invece erogava acqua fino al 2011. La fontana è attualemnte manutenuto dai
residenti che la adornano con piante su vasi.
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FONTANA DELLE CONCE
Lungo via delle Conce si trovava un fontanile, demolito negli anni ’70 del secolo scorso. Era
molto usato e rappresentava in un certo senso il margine settentrionale dell’abitato. Fu
sostituito da un “nasone” fino ad estinguersi del tutto. E’ incerta la destinazione dell’acqua che
l’alimentava. Sopravvisuto invece un altro fontanile, che per la vicinanza con la Fontana
secca assume anch’esso lo stesso nome, attualemnte protetto da transenne e privo di gettiti
d’acqua.
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FONTANA DI VIA SAN SEBASTIANO
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in via di San Sebastiano si trovava una fontana, posta dietro ad un lavatoio pubblicoLa
fontana venne restaurata negli anni ’90 del XX secolo e poi demolita nel 2010-2011 per lavori
stradali.
FONTANA DI SAN ROCCO
Comunemente chiamata la FONTANA DI SAN ROCCO. Molto usata dalla cittadinanza e dai
contadini fino alla metà del ‘900, che facevano rifornimento d’acqua con le botti per annaffiare
gli orti limitrofi. E’ stata eliminata con il cambiamento della struttura della Piazza in cui
insisteva, Piazza Regina Elena.
FONTANILE DI MARIA BONA
In via Maria Bona, lungo la strada asfaltata e prima del
bivio che conduce all’attuale
percorso della via Francigena, si trova un fontanile, fatto costruire probabilmente dai principi
Chigi. Attualmente dislocato rispetto al centro abitato, è noto per la qualità dell’acqua a cui
molti attingono per fare rifornimento di acqua potabile, altri per lavare la macchina sul posto.
In realtà non si conosce l’analisi chimica e organolettica della stessa per cui non se ne può
dare per scontata la potabilità. Tuttavia la posizione strategica lungo la via Francigena ne fa
un potenziale luogo di sosta estremamente suggestivo per i viandanti, per nulla sfruttato
dall’attuale amministrazione.
IDROGRAFIA
GENERALE DEL TERRITORIO
PARCO SUBURBANO VALLE DEL TREJA
L'area è protetta dalla Regione Lazio ed è compresa nei territori del comune di Calcata in
provincia di Viterbo e Mazzano romano in provincia di Roma. La zona è di notevole
suggestione naturalistica, caratterizzata dalla presenza del fiume Treja che scorre su di un
letto di roccia tufacea che si interrompe in piccole e suggestive cascatelle nella zona di
Monte Gelato, in corrispondenza di un antico mulino ad acqua chiamato “Mola di Monte
Gelato”. Il mulino venne fatto costruire il 9 ottobre 1830 dal marchese Urbano del Drago
Biscia Gentili. Nel Aprile 1831 l’edificazione fu ultimata; poco più tardi venne fatta costruire
una officina per la lavorazione del ferro.
Iniziò così l’attività della “Mola”, restaurata più volte a causa dalla violenza delle piene del
Treja. Il mulino fu dato in affitto a mugnai della zona ma, dal punto di vista economico,
l’impresa non decollò a causa della lontananza della costruzione dai paesi più vicini.
Il mulino, di cui ora rimangono i ruderi, venne abbandonato nel dopoguerra.
LAGHI DI BRACCIANO E MARTIGNANO
A circa 10 km A Sud-Ovest di Campagnano, si trovano il lago di Bracciano (antico Lacus
Sabatinus) e il lago di Martignano (antico Lacus Alsietinus), facenti parte del Parco Naturale
Regionale del complesso lacuale di Bracciano – Martignano, istituito in qualità di area
naturale protetta nel 1999. Il lago di Bracciano è sito in una conca formata da una
depressione vulcanica-tettonica i cui antichi crateri terminarono la loro attività molte migliaia di
anni fa. Poco più a Est del lago di Bracciano si trova il lago di Martignano, situato in una
conca craterica di origine vulcanica sulle pendici del grande cratere che oggi è occupato dal
lago di Bracciano, allo stesso modo dei vicini e antichi laghi di Baccano e di Stracciacappe
, ora prosciugati. L’origine del nome del lago di Martignano pare che derivi dal cognome di un
tenutario della zona, in età medievale.
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Lago di Martignano.
LAGHI DI BACCANO E STRACCIACAPPE
Nella attuale valle di Baccano si trovava un lago (chiamato in età romana lacus Baccanae,
poiché vi si trovava nei pressi un tempio dedicato al dio Bacco) nel tempo diventato poco più
di una palude, il cui totale prosciugamento lo si deve ai Chigi, tenutari di quei territori, nel
1833. Presso il lago, prima della bonifica dell’area ,si trovava un fitto bosco chiamato Selva
Mesia ,che era rifugio di briganti. Il lago di Stracciacappe (antico Lacus Papirianus), situato
appena a nord del lago di Martignano e divenuto anche questo una palude, venne
prosciugato completamente solo nel xx secolo. Probabilmente a causa dell’aria insalubre,
mentre il lago andava via a via prosciugandosi, venne abbandonato l’insediamento che si
trovava presso la sponda settentrionale del lago, dove ora vi è una torre.
IL FIUME CREMERA
A sud di Campagnano vi sono le sorgenti del fiume Cremera (chiamato anche Valchetta) il
quale, addentrandosi nella Valle del Sorbo e scorrendo lungo il Parco Regionale di Veio,
prosegue il suo corso fino a sfociare nel Tevere a Roma all’altezza della zona Labaro, luogo
in cui si ebbe la battaglia di Costantino contro Massenzio, nel 312 d.C. Il fiume è noto per
l’episodio raccontato da Livio secondo il quale, presso il fiume, tutti i 306 uomini della gens
Fabia e relativi clientes vennero sterminati in una imboscata tesa dall’ esercito etrusco di
Veio, nel 476 a.C.
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GLI ACQUEDOTTI
AQUA TRAIANA
L’imperatore Traiano fece costruire un acquedotto (aqua Traiana) captando l’acqua da alcune
sorgenti poste a nord del Lacus Sabatinus (lago di Bracciano) per rifornire di acqua potabile
la regio XIV Transtiberim (Trastevere) a Roma. Papa Paolo V riutilizzò le condotte dismesse
(aqua Paola), le quali ora però non sono più funzionanti.
AQUA ALSIETINA
Augusto fece costruire un acquedotto (aqua Alsietina) che captava le acque del Lacus
Alsietinus (lago di Martignano) e del lacus Papirianus (lago di di Stracciacappe) per rifornire la
Naumachia Augusti a Trastevere, costruita in onore di Cesare.
Le Naumachiae erano ampi bacini d’acqua artificiali o naturali dove si combatteva celebrando le
grandi battaglie navali del passato. Venivano utilizzate vere navi da guerra (biremi, triremi o
quadriremi) e reclutati schiavi o condannati a morte in qualità di guerrieri e rematori. Se coloro che
erano condannati a morte sopravvivevano nello scontro, venivano giustiziati a fine spettacolo.
GLI ITINERARI DEI PELLEGRINI:
LA VIA FRANCIGENA E LE STAZIONI DI POSTA
Nei pressi del lacus Baccanae sulla via Cassia e del borgo di Baccanae (situato vicino al
lago), si trovava una mansio, ossia una stazione di posta romana costruita nel I secolo e
sopravvissuta fino al tardo impero portata alla luce da alcuni scavi, che era chiamata
Vacanas. La mansio si trovava al XX miglio romano da Roma (circa 31.200 km) e poco oltre
partiva la via Amerina che conduceva all’attuale città di Amelia, in Umbria.
Le mansiones, sorte in età romana imperiale, erano stazioni di sosta gestite dal governo per dignitari,
ufficiali o per chi viaggiasse per ragioni di stato identificati tramite passaporti. Esse erano costituite da
più ambienti per mettere a proprio agio i viaggiatori.
Poiché il tratto laziale della via Francigena, il lungo percorso dei pellegrinaggi medievali e
giubilari che da Canterbury giungeva a Roma, coincideva con la via Cassia, era prevista una
stazione di sosta presso la mansio romana. Tuttavia a causa delle spoliazioni avvenute
nell’alto medioevo, la mansio venne presto abbandonata e sorse il centro di Burgus
Baccanus. In particolare, secondo l’itinerario di Sigerico datato 911 d.C. che è il più antico che
si conosca, la sosta a Bacane (valle di Baccano), in direzione di Roma, era seguita da quella
presso Cesano e poi da La Storta. Tuttavia, alcuni sostengono che ci fosse una variante dei
laghi della via Francigena che escludeva un tratto della Cassia e in particolare il percorso
presso il lago di Baccano, ritenuto pericoloso per i viandanti (si veda quanto scritto riguardo
il lago di Baccano e di Stracciacappe). Nel 1666 i principi Chigi, per rimpiazzare l’antica
mansio romana, commissionarono a Carlo Fontana, allievo del Bernini, i lavori di restauro di
una antica osteria lungo la via consolare, per costruire una nuova posta. Grazie ad adeguati
restauri successivi l’edificio si trova in buone condizioni, in particolare l’elemento di spicco e
più antico è il Fontanile.
Curiosità…
UN CASO DI CRONACA NERA: IL DELITTO DEL “NUMBER ONE”
Sulle sponde del lago di Martignano, il 15 Dicembre 1971 venero ritrovati i cadaveri di
Giuliano Carabei,34 anni, e di Maria Teresa Lorray, chiamata Tiffany,24 anni, originaria della
Guinea Britannica. I due erano stati raggiunti da colpi di pistola esplosi a distanza ravvicinata
e i corpi giacevano non distanti l’uno dall’altro. All’epoca il caso suscitò, in principio, un certo
clamore tra i media dato che i due avevano frequentato locali esclusivi come il “Number one”
a Roma e avevano posato per alcune riviste. Dal punto di vista delle indagini, in un primo
momento si suppose per un omicidio-suicidio ma poi gli inquirenti, analizzando meglio il luogo
e le possibili dinamiche del delitto, optarono per un duplice omicidio. Tuttavia la pista non
portò ad alcun risultato e il caso venne archiviato e classificato come “duplice omicidio ad
opera di ignoti”.
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