Flan di tonno e crema ai porri,Flan di carne

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Flan di tonno e crema ai porri,Flan di carne
Flan di tonno e crema ai porri
Quest’oggi ho una nuova
ricetta facilissima da proporvi. Si tratta di un secondo piatto delizioso.
Eccovi dunque il mio sformato di tonno e crema ai porri, ottimo sia se
consumato caldo, appena sfornato, che tiepido o a temperatura ambiente.
Questa ricetta risulta davvero semplice e poi gli ingredienti principali sono
di quelli che in ogni casa non mancano mai.
Ingredienti:
200 Gr. Tonno Al Naturale
4 Uova fresche
Prezzemolo Tritato q.b.
Burro q.b.
Sale q.b.
pepe q.b.
Per La Salsa:
4 Porri
2 Cucchiai Panna
1 Noce Burro
Sale q.b.
Pepe q.b.
Preparazione:
Frullate la metà del tonno con i tuorli. Incorporatevi gli albumi montati a
neve soda. Versate in una
terrina aggiungete il resto del tonno sminuzzato e sale e pepe. Mescolate.
Imburrate uno stampo.
Versatevi il composto e cuocete a bagnomaria in forno preriscaldato a 180
gradi per 45 minuti
circa. Pulite i porri, tagliateli a fettine, insapori teli per 20 minuti a
fuoco basso con una noce di burro e
due cucchiai di panna. Frullate il tutto. Sformate il flan e copritelo con la
salsa di porri.
Flan di carne
Il
flan di carne tritata è un buonissimo secondo piatto che può anche diventare
un piatto unico, soprattutto quando fa caldo.
Ingredienti:
250 G Carne Di Vitello Tritata
50 G Prosciutto Cotto
Pangrattato
3 Cucchiai Formaggio Grattugiato
1 Tuorlo D’uovo
Besciamella
1 Noce Burro
Sale
Pepe
Preparazione:
In una padella fate insaporire la carne con una noce di burro e mettetela in
una ciotola. Aggiungete il
prosciutto cotto tritato. Preparate la besciamella fatela raffreddare, salate
e pepate e incorporatevi il
tuorlo e il trito di prosciutto e carne. A seconda della consistenza del
composto aggiungete tre cucchiai
di formaggio grattugiato, imburrate una pirofila alta e stretta spolverizzata
di pan grattato, versatevi
l’impasto e cospargete la superficie con un pizzico di pane grattato. Passate
in forno preriscaldato a
180 gradi per 40 minuti fino a quando il flan è dorato in superficie.
Semolino al latte
Una ricetta gustosa e
prelibata non solo per i più piccoli ma anche per tutti i bimbi sopra l’anno
di età.
Il semolino al latte è una ricetta che piace molto ai bambini, anche a quelli
dal palato più difficile, soprattutto nella sua versione dolce, con tanto di
zucchero, in sostituzione al parmigiano reggiano ed è particolarmente
indicata in quanto calmante e quindi coadiuvante del sonno ….
Ma ecco senza ulteriori indugi gli ingredienti necessari per la preparazione
della ricetta del semolino al latte:
Ingredienti:
semolino gr. 60;
latte intero ml. 500;
burro gr. 15;
parmigiano grattugiato gr. 20;
sale q.b.
Preparazione:
Far bollire il latte, versare il semolino a pioggia e farlo cuocere per15-20
minuti, rigirandolo spesso.
Aggiungere il sale e fuori dal fuoco, il burro ed il parmigiano grattugiato.
Gnocchi alla romana
Gli gnocchi alla romana sono un
tipico piatto laziale, si tratta di un impasto fatto con semolino, latte,
burro, uova e parmigiano che poi viene fatto raffrreddare, tagliato a
dischetti e passato al forno.
Ingredienti:
350 ml. di latte intero
15 gr. di burro
85 gr. di semola
25 gr. di parmigiano
1 tuorlo d’uovo
poco sal;
Noce moscata q.b.
Preparazione:
Far bollire il latte con il burro, sale e noce moscata. Versare il semolino a
pioggia e mescolare tenendo sul fuoco almeno 15 minuti. Versare il composto
su una superficie inumidita con acqua, appiattendolo fino allo spessore di 1
cm. Lasciare raffreddare e ricavare gli gnocchi con l’aiuto di uno stampo del
diametro di 5-6cm. Ungere una teglia con un po’ di burro e disporre gli
gnocchi a strati. Ricoprire il tutto con altro burro e parmigiano e mettere
in forno per 30 minuti. Attenzione a non gratinare troppo perché non si deve
formare la crosta in superficie.
Crema di lenticchie
Mang
iate a Capodanno, portano fortuna. In qualsiasi altro periodo, le lenticchie,
come tutti i legumi, sono una buona e digeribile fonte di proteine e ferro.
Ecco una ricetta gustosa per fare il pieno di nutrienti senza rinunciare mai
al sapore!
Ingredienti:
100 gr. di lenticchie
1 carota
1 cipolla
600 ml. di brodo di carne o vegetale
20 gr. di burro
40 gr. di parmigiano grattugiato
Preparazione:
Mettere le lenticchie a bagno in acqua per almeno 8 ore. Metterle quindi a
cuocere in acqua salata fredda, aggiungere una cipolla e una carota affettate
e lasciarle cuocere per il tempo necessario. Passare quindi al setaccio a
maglia fine, aggiungendo alla fine il burro e il parmigiano.
Vellutata di topinambur
Il topinambur è un tubero
commestibile, simile ad una patata ma con meno calorie, meno amidi e ricco di
vitamine e sali minerali! Adatto per i diabetici, ma anche molto nutritivo.
La ricetta è semplicissima, molto saporita. Se vi state chiedendo che sapore
abbia, assomiglia vagamente al sapore dei carciofi.
Ingredienti:
800 gr. di topinambur
120 gr. di patate
100 ml di panna fresca liquida
Pepe q.b.
Sale q.b.
Preparazione:
Metti dell’acqua in una pentola e falla bollire. Lava i topinambur e tuffali
nell’acqua bollente senza sbucciarli per 15 minuti. Scolali e lascia un pò
intiepidire così da non scottarti. Poi spellali e falli a
tocchetti. Lava e pela le patate, poi falle a cubetti e mettile in una
pentola con dell’acqua fredda salata cuocendo 20 minuti. In una pentola a
parte piena d’acqua bollente salata metti i pezzi di topinambur che dovranno
cuocere
per una decina di minuti. Poi scolali mantenendo circa 500 ml dell’acqua di
cottura in cui li riverserai insieme alle patate lasciando cuocere per altri
5 minuti. A questo punto puoi ridurre tutto in crema usando un frullatore ad
immersione o versando tutto in un robot da cucina. Regola di sale.
Monta la panna e servi la crema caldissima in delle ciotole o in dei piatti
fondi decorando con la fetta di pancetta e una cucchiaiata di panna montata.
Vellutata di mais
Si tratta di un piatto che
potete servire come primo, magari accompagnato da qualche crostino di pane.
Non si tratta di un piatto pesante, ne calorico, ma gustoso e perfetto per
chi vuole mantenersi in linea senza rinunciare al gusto. La preparazione
della vellutata consiste nello sgocciolare bene il mais, fare dorare la
cipolla tritata in poco burro, una volta cotta, aggiungere il mais e cuocere
per una decina di minuti ed infine bagnare con il brodo vegetale.
Ingredienti:
600 gr. di mais in scatola
4 scalogni
½ bicchiere di vino bianco
250 ml di panna
5 fili di erba cipollina
30 gr. di burro
Olio evo
Sale q.b.
Pepe q.b.
Preparazione:
Sgocciolate il mais dal liquido di conservazione e sciacquatelo sotto l’acqua
corrente fredda. Poi sbucciate gli scalogni, sciacquateli e tagliateli a
pezzettini molto piccoli. In una pentola mettete il burro e fatelo sciogliere
poi unite gli scalogni e fateli appassire per qualche minuto, aggiungete il
mais e continuate a cuocere per altri 3 minuti mescolando abbastanza
frequentemente. Versate nell pentola in vino bianco e fatelo evaporare, ci
vorranno circa 3 minuti, poi unite 750 ml di brodo vegetale, aggiustate di
sale e mettete un po’ di pepe, portate a ebollizione e poi continuate la
cottura per altri 10 minuti. Tenete da parte 1 cucchiaio di mais e poi
frullate tutti gli ingredienti con il minipimer fino ad avere un composto
omogeneo, rimettete sul fuoco e incorporate la panna da cucina e fate cuocere
per qualche minuto. Distribuite la zuppa nelle ciotole e cospargete con
l’erba cipollina pulita e tagliuzzata, completate con un filo di olio
extravergine di oliva a crudo.
La Panzanella
Da
Wikipedia, l’enciclopedia libera.
Luogo d’origine Italia
Regione Toscana
Dettagli Categoria piatto unico
Panzanella e ingredienti
La panzanella, chiamata anche pansanella o panmolle o panmòllo, è un piatto
tipico dell’Italia centrale (Toscana, Marche, Umbria e Lazio), nonché della
Provincia di Enna. a ricetta originale prevede pane raffermo, cipolla rossa,
basilico, il tutto condito con olio, aceto e sale. In Toscana il pane viene
lasciato a bagno in acqua e poi strizzato fino a sbriciolarlo e spezzettarlo
per mescolarlo agli altri ingredienti; in Umbria e nelle Marche le fette di
pane raffermo vengono bagnate ma non sbriciolate e gli altri ingredienti
posti sopra come si trattasse di una bruschetta. Nel tempo sono state
introdotte alcune aggiunte, alcune delle quali, ormai riconosciute come
canoniche, come il pomodoro crudo a pezzi e il cetriolo, altre più legate
all’estro del cuoco, ad esempio olive speziate, uova sode a rotelle (si usano
come guarnizione) e talvolta tonno. C’è da dire che la ricetta si presenta in
molte varianti con aggiunte e sostituzioni di vario tipo: carote, finocchi,
mais, sedano, peperoni a crudo, würstel, mozzarella, formaggi di vario tipo,
sottoli, sottaceti, fagioli borlotti oltre che spezie a scelta per dare
sapore, come origano, basilico, erba cipollina etc. Toscana questo piatto è
diffusissimo fino a Lucca, Viareggio e Bagni di Lucca mentre in Lunigiana,
Versilia e Garfagnana, come scoperto dagli studiosi dell’Università di
firenze che redassero l’Atlante Lessicale Toscano, è un piatto non
tradizionale, tipico dei “villeggianti”. A partire da Camaiore e Pescaglia
“panzanella” significa pasta di pane fritta in olio bollente, l’equivalente
di sgabeo. Da un punto di vista gastronomico queste zone infatti sono molto
più affini alla Liguria che non alla Toscana. Nel Salento si prepara un
piatto simile con friselle bagnate al posto del pane. In Sicilia la
panzaneddra fu diffusa grazie al contributo del Duca Alfio Panzanella
(pratese di nascita) durante il secondo dei 3 viaggi a scopo commerciale
(pare commerciasse in munta e fagioli). In breve tempo, il carattere
particolarmente “povero” del piatto conquistó le classi meno agiate rendendo
la diffusione della ricetta talmente importante da instillare forti dubbi
sulla sua provenienza. Ancora oggi, specie nella zona di Piazza Armerina, non
è inconsueto che gli operatori in campo gastronomico rivendichino
l’originalità della ricetta. Il piatto risulta molto fresco, secondo alcuni è
consigliabile addirittura riporlo qualche minuto in frigorifero, prima di
servirlo; a livello e a temperatura uguale a quella dove viene riposta la
verdura fresca. Consumato preferibilmente in estate, anche perché è il
periodo in cui si trovano con facilità le verdure di cui è composto,
rappresenta un buon piatto unico. Nelle Marche, la maggiore sagra celebrativa
di questo piatto estivo è la Sagra della panzanella che si tiene annualmente
presso il Campo della Fiera di Lamoli, piccola frazione del comune di Borgo
Pace (PU), dal 13 al 15 agosto, che si conclude nella tarda serata di
Ferragosto con la tipica rappresentazione dei “quadri viventi” in occasione
della festa dell’Assunta. Monterotondo (RM) ogni prima domenica di luglio,
sagra della panzanella. In Umbria, il Sabato dopo il Ferragosto, ad Onelli,
paesino distante pochi chilometri da Cascia (PG), si tiene la sagra della
panzanella in un caratteristico ed antico borgo contadino.
Ingredienti per 4 persone
8 fette di pane casereccio raffermo
4 pomodori maturi
alcune foglie di basilico
1 cipolla rossa
1 cetriolo
olio evo
aceto q.b.
sale e pepe q.b.
Preparazione:
Ammorbidire le fette di pane in acqua, quindi strizzarlo, sbriciolarlo a mano
e trasferirlo in un’insalatiera capiente. Affettare sottilmente il cetriolo,
i pomodori e la cipolla. Trasferire le verdure affettate nell’insalatiera con
il pane, unire anche il basilico sminuzzato a mano. Condire, infine, la
panzanella con olio, aceto, sale e pepe in quantità a piacere. Mescolare bene
il tutto e riporre in frigorifero fino al momento di servire. Il riposo in
frigorifero della panzanella è fondamentale perchè permetterà ai sapori di
amalgamarsi.
Re Tut era originario dell’Europa
orientale, secondo i risultati del
DNA
Gli scienziati con sede a
Zurigo, centro genealogia del DNA, iGENEA, hanno ricostruito il profilo del
DNA di Tutankhamon, il padre Akhenaton e il nonno Amenhotep III. I
ricercatori hanno scoperto che il re Tut apparteneva ad un gruppo dal profilo
genetico noto come aplogruppo R1b1a2. Più del 50 per cento di tutti gli
uomini in Europa occidentale appartengono a questo gruppo genetico e ne fanno
parte fino al 70 per cento degli uomini britannici. Ma tra i moderni
egiziani, meno dell’1 per cento dei residenti appartengono a questo
aplogruppo, secondo gli scienziati. King Tut e gli europei condividono un
antenato geneticamente comune che visse nella regione del Caucaso, la razza
dagli occhi azzurri arrivato con la diffusione agricola circa 9.500 anni fa.
I genetisti non erano sicuri di come la linea paterna di Tutankhamon venne in
Egitto dalla sua regione di origine, anche se è chiaro che la tecnologia come
ad esempio i carri e i cavalli addomesticati furono introdotti da una fonte
straniera. Insieme con la scoperta, i ricercatori hanno fatto un altro
annuncio di questa settimana: si effettueranno prove per trovare quale
moderna popolazione europea è parente più prossimo al Re Tut. “La scoperta è
stata pubblicizzata solo da tre giorni, ma abbiamo già visto un sacco di
interesse,” ha affermato Roman Scholz, direttore al centro di genealogia del
DNA a Zurigo, Svizzera. Miscugli avvenuti quasi 6.000 anni fa nel periodo
pre-dinastico dell’antico Egitto, si tratta della figura è di un uomo, con la
testa rasata e la barba a punta lunga. C’è poco da scoprire sulla figura, ma
quello che c’è, si concentra sul volto, i suoi occhi sono intarsiati con
pietre verde chiaro e sono la parte più evidente della figura. Questo è già
tipico dell’arte egizia – sono ossessionati dagli occhi e rivolgono più
attenzione di ogni altro aspetto di una persona. Louvre, Parigi, Francia. Gli
archeologi in Egitto hanno recentemente portato alla luce una bella statua di
5,000+ anni di età, statua di legno, completa di carta dorata per il
confezionamento e pietre preziose di lapis lazuli, come gli occhi blu
sorprendenti, data l’epoca pre-dinastica dell’Egitto (3,700-3,200 aC), prima
dei faraoni , tra i più antichi manufatti mai trovati fino ad oggi.
Il telegrafo idraulico di Enea –
comunicazione a lunga distanza
dell’antichità
I
progressi della tecnologia hanno drasticamente cambiato il modo in cui
viviamo oggi, rispetto a quello del nostro antico passato. Un tipo di
tecnologia che molti di noi danno per scontata è la capacità di comunicare
con gli altri su lunghe distanze, o con grandi gruppi di persone. Uno sguardo
indietro a civiltà antiche ci può dare qualche idea, oggi, di come
funzionavano i primi metodi di comunicazione a lunga distanza. Nel 350 aC, un
greco di nome Enea ha inventato il telegrafo idraulico, era un mezzo di
comunicazione importante, dava informazioni assai dettagliate, rapidamente su
e su lunghe distanze. Enea era uno scrittore greco esperto sulla storia
militare, la strategia e la comunicazione. Egli è stato uno dei primi autori
a fornire una guida sulle comunicazioni militari, che erano importanti per
assicurare che ogni avesse avuto la capacità di anticipare possibili
invasioni, e di comunicare strategia e tattica tra i gruppi. Enea era
frustrato dalle limitazioni poste dalle comunicazioni via torce e fari. L’uso
delle torce aveva permesso alcuni messaggi a grandi distanze, per esempio,
potevano indicare pericolo, o comunicare che l’obiettivo era stato raggiunto,
ma non potevano inviare messaggi a qualsiasi livello di dettaglio o la loro
descrizione. In sostanza, essi potevano comunicare ciò che stava accadendo,
ma non c’era modo di comunicare ciò che era accaduto. Enea quindi sviluppò il
primo telegrafo idraulico nel tentativo di superare questi ostacoli. Il
telegrafo richiedeva un sistema di vasi pieni d’acqua contenenti canne che
inviavano un messaggio (come i “cavalieri che entravano nel paese”, o
“navi”). I due gruppi che volevano comunicare avrebbero posseduto un insieme
identico di forniture, e sarebbero state posizionate lontano gli uni dagli
altri, ma ancora all’interno di una linea a vista, di solito su una collina.
Quando una delle parti voleva inviare un messaggio agli altri, doveva
sollevare una torcia. Dopo aver visto la torcia sollevata, la seconda parte
sarebbe stata quella di alzare una torcia per confermare che erano preparati
a ricevere il messaggio. Quando il mittente iniziale abbassava la torcia,
entrambe le parti, contemporaneamente, estrevano il liquido dalla parte
inferiore del recipiente contenente acqua. Come l’acqua drenata, diversi
messaggi sarebbero stati rivelati. Quando il messaggio raggiungeva la cima,
il mittente iniziale avrebbe di nuovo acceso la torcia, segnalando che il
ricevitore doveva ricollegarsi al sistema e leggere il messaggio sull’asta.
Poiché questo funzionasse correttamente, entrambe le parti dovevano avere
vasi della stessa dimensione, riempiti con lo stesso volume di acqua, e barre
contenenti gli stessi messaggi. Dovevano essere molto precisi. Mentre la
tecnologia del telegrafo idraulico sembra molto semplice, la sua creazione
aveva meravigliato, e veniva avvertita come un avanzamento significativo
nella tecnologia della comunicazione, consentendo a messaggi non predeterminati di esswere inviati a lunghe distanze. In caso di intrusione o per
segnalare un nemico in avvicinamento, avrebbero notato solo la torcia a brevi
lampi, e non sarebbero stati in grado di intercettare il messaggio in alcun
modo. Questo progresso nella comunicazione è stato anche un grande progresso
nella comunicazione e nella strategia militare. I messaggi sono stati inviati
dalla Sicilia a Cartagine durante la prima guerra punica (264-241 aC) con il
telegrafo idraulico, noto anche come una linea Semaforo. Attraverso il
telegrafo idraulico, i militari ora avevano la capacità di comunicare
messaggi specifici che avrebbero permesso ad altri gruppi di militari, così
come ai civili, di prepararsi al meglio contro potenziali invasioni via terra
o via mare. Questa prima forma di comunicazione a lunga distanza era molto
avanzata per il suo tempo, e ha aperto la strada per le future forme di
comunicazione, che hanno portato ai molti metodi che abbiamo a disposizione
oggi.
Esplorazione senza precedenti del
relitto di Antikythera produce nuovi
tesori
Nella prima
esplorazione subacquea del suo genere, una squadra greca e una internazionale
di subacquei e archeologi, utilizzando un nuovo scafandro ad alta tecnologia
hanno raggiunto in acque profonde il relitto di Antikythera di fama mondiale,
che giace da duemila anni. La loro indagine ha dimostrato che i resti del
carico della nave è sopravvissuta per millenni sul fondo del mare, nuovi
tesori sono stati recuperati dalle profondità. Secondo un comunicato stampa
da parte del Woods Hole Oceanographic Institution (WHOI), le antichità
recuperate includono stoviglie, componenti navali, e una lancia gigante di
bronzo che sarebbe appartenuta alla statua di un guerriero a grandezza
naturale. Il relitto di Antikythera, situato al largo dell’isola di
Antikythera, nel Mar Egeo, è un famoso sito archeologico subacqueo noto dal
1900, quando i ricercatori hanno scoperto un dispositivo meccanico
incredibile, ora conosciuto come il meccanismo di Antikythera. Il dispositivo
metallico è costituito da almeno 30 diversi tipi di ingranaggi ed è così
complesso che molti lo considerano il primo computer analogico dall’uomo.
Dopo decenni di ricerche, gli scienziati sono stati in grado di determinare
che mostra le posizioni del sole, della luna, dei pianeti e come si muovono
attraverso lo zodiaco, predice eclissi solari e eclissi lunari, ed eventi
chiave relativi ai giochi Pan-Hellenici. La scoperta di questa singolare
forma di tecnologia antica, insieme ad altri tesori, tra cui oggetti
finemente scolpiti in bronzo e marmo, statue, oggetti in vetro, gioielli e
monete, ha portato i ricercatori a chiedersi cos’altro può trovarsi
all’interno dello scafo. Nel corso dei decenni, i subacquei hanno tentato di
indagare sull’antico naufragio, ma condizioni pericolose causate dall’estrema
profondità della nave sommersa ha impedito ai ricercatori che esploravano il
sito. Tuttavia, uno scafandro di nuova concezione, che permette ai subacquei
di scendere a 300 metri sotto il livello dei mare, per ore, ogni volta, senza
la necessità di decompressione al ritorno in superficie, ha ora permesso agli
archeologi marini di tornare finalmente al famoso relitto. Durante le
indagini tra il 15 settembre e il 7 Ottobre 2014, i ricercatori hanno creato
una mappa ad alta risoluzione a 3D del sito. Hanno poi recuperato una serie
di reperti che dimostrano che gran parte del carico della nave è infatti
ancora conservata sotto il sedimento. “Componenti della nave, tra cui più
ancore di piombo di oltre un metro di lunghezza e un anello di bronzo con
frammenti di legno ancora attaccate, dimostrano che gran parte della nave è
ancora intatta”, ha detto il WHOI in un comunicato stampa. “I reperti sono
sparsi su un’area molto più grande rispetto a quanto riferito in un primo
tempo dai pescatori di spugne, che copre almeno 300 metri del fondo marino.
Questo, insieme a l’enorme dimensione delle ancore e le tavole dello scafo
recuperato dimostra che la nave di Antikythera era molto più grande di quanto
si pensasse, forse lunga fino a 50 metri. “Ciò renderebbe la nave il più
grande naufragio antico mai scoperto. Scoperte incredibili inclusa una brocca
di ceramica da tavola completamente intatta, parte della una gamba di un
letto decorato, e una lancia di bronzo lunga 2 metri, che si ritiene essere
appartenuta ad una statua gigante. “Nel 1901, quattro cavalli di marmo
giganti sono stati scoperti sul relitto dai pescatori di spugne”, ha detto il
WHOI “, così questi potrebbero aver formato parte di un complesso di statue
che coinvolgono un guerriero su un carro che era trainato da quattro
cavalli.”
Ci sono state speculazioni che la nave, probabilmente viaggiava dalla costa
dell’Asia Minore a Roma quando ha naufragato, portava una promessa sposa e la
sua dote. Gli archeologi ritengono che ci sono molti più oggetti parte del
carico ancora non trovati e rimangono fiduciosi di trovare parti aggiuntive
al meccanismo di Antikythera, o altri automi. Essi torneranno al sito la
prossima stagione per continuare le esplorazioni.
L’arte rupestre in Indonesia risale a
40 mila anni fa
Antic
hi disegni rupestri trovati in Indonesia dimostrano che i primi europei non
erano gli unici a creare arte. Conosciuti come i dipinti Sulawesi, le
immagini preistoriche sono state scoperte alcuni anni fa, all’interno di
grotte calcaree nelle regioni Maros e Pangkep dell’Indonesia. I disegni, che
comprendono raffigurazioni di animali e simboli a mano creati spruzzando del
pigmento rosso sulla roccia, sono stati analizzati utilizzando sofisticate
nuove tecniche di datazione e risalgono almeno a 40.000 anni fa. La scoperta
è particolarmente importante perché dimostra che le forme primitive di
espressione artistica non erano esclusive alle persone che vivevano in Europa
al momento. “La grotta con le pitture e le relative forme di espressione
artistica sono state molto probabilmente parte delle tradizioni culturali dei
primi umani moderni diffusi fuori dall’Africa e in Asia e Australia, molto
prima di raggiungere l’Europa,” ha detto il co-autore Adam Brunn.