Flan di tonno e crema ai porri,Flan di carne
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Flan di tonno e crema ai porri,Flan di carne
Flan di tonno e crema ai porri Quest’oggi ho una nuova ricetta facilissima da proporvi. Si tratta di un secondo piatto delizioso. Eccovi dunque il mio sformato di tonno e crema ai porri, ottimo sia se consumato caldo, appena sfornato, che tiepido o a temperatura ambiente. Questa ricetta risulta davvero semplice e poi gli ingredienti principali sono di quelli che in ogni casa non mancano mai. Ingredienti: 200 Gr. Tonno Al Naturale 4 Uova fresche Prezzemolo Tritato q.b. Burro q.b. Sale q.b. pepe q.b. Per La Salsa: 4 Porri 2 Cucchiai Panna 1 Noce Burro Sale q.b. Pepe q.b. Preparazione: Frullate la metà del tonno con i tuorli. Incorporatevi gli albumi montati a neve soda. Versate in una terrina aggiungete il resto del tonno sminuzzato e sale e pepe. Mescolate. Imburrate uno stampo. Versatevi il composto e cuocete a bagnomaria in forno preriscaldato a 180 gradi per 45 minuti circa. Pulite i porri, tagliateli a fettine, insapori teli per 20 minuti a fuoco basso con una noce di burro e due cucchiai di panna. Frullate il tutto. Sformate il flan e copritelo con la salsa di porri. Flan di carne Il flan di carne tritata è un buonissimo secondo piatto che può anche diventare un piatto unico, soprattutto quando fa caldo. Ingredienti: 250 G Carne Di Vitello Tritata 50 G Prosciutto Cotto Pangrattato 3 Cucchiai Formaggio Grattugiato 1 Tuorlo D’uovo Besciamella 1 Noce Burro Sale Pepe Preparazione: In una padella fate insaporire la carne con una noce di burro e mettetela in una ciotola. Aggiungete il prosciutto cotto tritato. Preparate la besciamella fatela raffreddare, salate e pepate e incorporatevi il tuorlo e il trito di prosciutto e carne. A seconda della consistenza del composto aggiungete tre cucchiai di formaggio grattugiato, imburrate una pirofila alta e stretta spolverizzata di pan grattato, versatevi l’impasto e cospargete la superficie con un pizzico di pane grattato. Passate in forno preriscaldato a 180 gradi per 40 minuti fino a quando il flan è dorato in superficie. Semolino al latte Una ricetta gustosa e prelibata non solo per i più piccoli ma anche per tutti i bimbi sopra l’anno di età. Il semolino al latte è una ricetta che piace molto ai bambini, anche a quelli dal palato più difficile, soprattutto nella sua versione dolce, con tanto di zucchero, in sostituzione al parmigiano reggiano ed è particolarmente indicata in quanto calmante e quindi coadiuvante del sonno …. Ma ecco senza ulteriori indugi gli ingredienti necessari per la preparazione della ricetta del semolino al latte: Ingredienti: semolino gr. 60; latte intero ml. 500; burro gr. 15; parmigiano grattugiato gr. 20; sale q.b. Preparazione: Far bollire il latte, versare il semolino a pioggia e farlo cuocere per15-20 minuti, rigirandolo spesso. Aggiungere il sale e fuori dal fuoco, il burro ed il parmigiano grattugiato. Gnocchi alla romana Gli gnocchi alla romana sono un tipico piatto laziale, si tratta di un impasto fatto con semolino, latte, burro, uova e parmigiano che poi viene fatto raffrreddare, tagliato a dischetti e passato al forno. Ingredienti: 350 ml. di latte intero 15 gr. di burro 85 gr. di semola 25 gr. di parmigiano 1 tuorlo d’uovo poco sal; Noce moscata q.b. Preparazione: Far bollire il latte con il burro, sale e noce moscata. Versare il semolino a pioggia e mescolare tenendo sul fuoco almeno 15 minuti. Versare il composto su una superficie inumidita con acqua, appiattendolo fino allo spessore di 1 cm. Lasciare raffreddare e ricavare gli gnocchi con l’aiuto di uno stampo del diametro di 5-6cm. Ungere una teglia con un po’ di burro e disporre gli gnocchi a strati. Ricoprire il tutto con altro burro e parmigiano e mettere in forno per 30 minuti. Attenzione a non gratinare troppo perché non si deve formare la crosta in superficie. Crema di lenticchie Mang iate a Capodanno, portano fortuna. In qualsiasi altro periodo, le lenticchie, come tutti i legumi, sono una buona e digeribile fonte di proteine e ferro. Ecco una ricetta gustosa per fare il pieno di nutrienti senza rinunciare mai al sapore! Ingredienti: 100 gr. di lenticchie 1 carota 1 cipolla 600 ml. di brodo di carne o vegetale 20 gr. di burro 40 gr. di parmigiano grattugiato Preparazione: Mettere le lenticchie a bagno in acqua per almeno 8 ore. Metterle quindi a cuocere in acqua salata fredda, aggiungere una cipolla e una carota affettate e lasciarle cuocere per il tempo necessario. Passare quindi al setaccio a maglia fine, aggiungendo alla fine il burro e il parmigiano. Vellutata di topinambur Il topinambur è un tubero commestibile, simile ad una patata ma con meno calorie, meno amidi e ricco di vitamine e sali minerali! Adatto per i diabetici, ma anche molto nutritivo. La ricetta è semplicissima, molto saporita. Se vi state chiedendo che sapore abbia, assomiglia vagamente al sapore dei carciofi. Ingredienti: 800 gr. di topinambur 120 gr. di patate 100 ml di panna fresca liquida Pepe q.b. Sale q.b. Preparazione: Metti dell’acqua in una pentola e falla bollire. Lava i topinambur e tuffali nell’acqua bollente senza sbucciarli per 15 minuti. Scolali e lascia un pò intiepidire così da non scottarti. Poi spellali e falli a tocchetti. Lava e pela le patate, poi falle a cubetti e mettile in una pentola con dell’acqua fredda salata cuocendo 20 minuti. In una pentola a parte piena d’acqua bollente salata metti i pezzi di topinambur che dovranno cuocere per una decina di minuti. Poi scolali mantenendo circa 500 ml dell’acqua di cottura in cui li riverserai insieme alle patate lasciando cuocere per altri 5 minuti. A questo punto puoi ridurre tutto in crema usando un frullatore ad immersione o versando tutto in un robot da cucina. Regola di sale. Monta la panna e servi la crema caldissima in delle ciotole o in dei piatti fondi decorando con la fetta di pancetta e una cucchiaiata di panna montata. Vellutata di mais Si tratta di un piatto che potete servire come primo, magari accompagnato da qualche crostino di pane. Non si tratta di un piatto pesante, ne calorico, ma gustoso e perfetto per chi vuole mantenersi in linea senza rinunciare al gusto. La preparazione della vellutata consiste nello sgocciolare bene il mais, fare dorare la cipolla tritata in poco burro, una volta cotta, aggiungere il mais e cuocere per una decina di minuti ed infine bagnare con il brodo vegetale. Ingredienti: 600 gr. di mais in scatola 4 scalogni ½ bicchiere di vino bianco 250 ml di panna 5 fili di erba cipollina 30 gr. di burro Olio evo Sale q.b. Pepe q.b. Preparazione: Sgocciolate il mais dal liquido di conservazione e sciacquatelo sotto l’acqua corrente fredda. Poi sbucciate gli scalogni, sciacquateli e tagliateli a pezzettini molto piccoli. In una pentola mettete il burro e fatelo sciogliere poi unite gli scalogni e fateli appassire per qualche minuto, aggiungete il mais e continuate a cuocere per altri 3 minuti mescolando abbastanza frequentemente. Versate nell pentola in vino bianco e fatelo evaporare, ci vorranno circa 3 minuti, poi unite 750 ml di brodo vegetale, aggiustate di sale e mettete un po’ di pepe, portate a ebollizione e poi continuate la cottura per altri 10 minuti. Tenete da parte 1 cucchiaio di mais e poi frullate tutti gli ingredienti con il minipimer fino ad avere un composto omogeneo, rimettete sul fuoco e incorporate la panna da cucina e fate cuocere per qualche minuto. Distribuite la zuppa nelle ciotole e cospargete con l’erba cipollina pulita e tagliuzzata, completate con un filo di olio extravergine di oliva a crudo. La Panzanella Da Wikipedia, l’enciclopedia libera. Luogo d’origine Italia Regione Toscana Dettagli Categoria piatto unico Panzanella e ingredienti La panzanella, chiamata anche pansanella o panmolle o panmòllo, è un piatto tipico dell’Italia centrale (Toscana, Marche, Umbria e Lazio), nonché della Provincia di Enna. a ricetta originale prevede pane raffermo, cipolla rossa, basilico, il tutto condito con olio, aceto e sale. In Toscana il pane viene lasciato a bagno in acqua e poi strizzato fino a sbriciolarlo e spezzettarlo per mescolarlo agli altri ingredienti; in Umbria e nelle Marche le fette di pane raffermo vengono bagnate ma non sbriciolate e gli altri ingredienti posti sopra come si trattasse di una bruschetta. Nel tempo sono state introdotte alcune aggiunte, alcune delle quali, ormai riconosciute come canoniche, come il pomodoro crudo a pezzi e il cetriolo, altre più legate all’estro del cuoco, ad esempio olive speziate, uova sode a rotelle (si usano come guarnizione) e talvolta tonno. C’è da dire che la ricetta si presenta in molte varianti con aggiunte e sostituzioni di vario tipo: carote, finocchi, mais, sedano, peperoni a crudo, würstel, mozzarella, formaggi di vario tipo, sottoli, sottaceti, fagioli borlotti oltre che spezie a scelta per dare sapore, come origano, basilico, erba cipollina etc. Toscana questo piatto è diffusissimo fino a Lucca, Viareggio e Bagni di Lucca mentre in Lunigiana, Versilia e Garfagnana, come scoperto dagli studiosi dell’Università di firenze che redassero l’Atlante Lessicale Toscano, è un piatto non tradizionale, tipico dei “villeggianti”. A partire da Camaiore e Pescaglia “panzanella” significa pasta di pane fritta in olio bollente, l’equivalente di sgabeo. Da un punto di vista gastronomico queste zone infatti sono molto più affini alla Liguria che non alla Toscana. Nel Salento si prepara un piatto simile con friselle bagnate al posto del pane. In Sicilia la panzaneddra fu diffusa grazie al contributo del Duca Alfio Panzanella (pratese di nascita) durante il secondo dei 3 viaggi a scopo commerciale (pare commerciasse in munta e fagioli). In breve tempo, il carattere particolarmente “povero” del piatto conquistó le classi meno agiate rendendo la diffusione della ricetta talmente importante da instillare forti dubbi sulla sua provenienza. Ancora oggi, specie nella zona di Piazza Armerina, non è inconsueto che gli operatori in campo gastronomico rivendichino l’originalità della ricetta. Il piatto risulta molto fresco, secondo alcuni è consigliabile addirittura riporlo qualche minuto in frigorifero, prima di servirlo; a livello e a temperatura uguale a quella dove viene riposta la verdura fresca. Consumato preferibilmente in estate, anche perché è il periodo in cui si trovano con facilità le verdure di cui è composto, rappresenta un buon piatto unico. Nelle Marche, la maggiore sagra celebrativa di questo piatto estivo è la Sagra della panzanella che si tiene annualmente presso il Campo della Fiera di Lamoli, piccola frazione del comune di Borgo Pace (PU), dal 13 al 15 agosto, che si conclude nella tarda serata di Ferragosto con la tipica rappresentazione dei “quadri viventi” in occasione della festa dell’Assunta. Monterotondo (RM) ogni prima domenica di luglio, sagra della panzanella. In Umbria, il Sabato dopo il Ferragosto, ad Onelli, paesino distante pochi chilometri da Cascia (PG), si tiene la sagra della panzanella in un caratteristico ed antico borgo contadino. Ingredienti per 4 persone 8 fette di pane casereccio raffermo 4 pomodori maturi alcune foglie di basilico 1 cipolla rossa 1 cetriolo olio evo aceto q.b. sale e pepe q.b. Preparazione: Ammorbidire le fette di pane in acqua, quindi strizzarlo, sbriciolarlo a mano e trasferirlo in un’insalatiera capiente. Affettare sottilmente il cetriolo, i pomodori e la cipolla. Trasferire le verdure affettate nell’insalatiera con il pane, unire anche il basilico sminuzzato a mano. Condire, infine, la panzanella con olio, aceto, sale e pepe in quantità a piacere. Mescolare bene il tutto e riporre in frigorifero fino al momento di servire. Il riposo in frigorifero della panzanella è fondamentale perchè permetterà ai sapori di amalgamarsi. Re Tut era originario dell’Europa orientale, secondo i risultati del DNA Gli scienziati con sede a Zurigo, centro genealogia del DNA, iGENEA, hanno ricostruito il profilo del DNA di Tutankhamon, il padre Akhenaton e il nonno Amenhotep III. I ricercatori hanno scoperto che il re Tut apparteneva ad un gruppo dal profilo genetico noto come aplogruppo R1b1a2. Più del 50 per cento di tutti gli uomini in Europa occidentale appartengono a questo gruppo genetico e ne fanno parte fino al 70 per cento degli uomini britannici. Ma tra i moderni egiziani, meno dell’1 per cento dei residenti appartengono a questo aplogruppo, secondo gli scienziati. King Tut e gli europei condividono un antenato geneticamente comune che visse nella regione del Caucaso, la razza dagli occhi azzurri arrivato con la diffusione agricola circa 9.500 anni fa. I genetisti non erano sicuri di come la linea paterna di Tutankhamon venne in Egitto dalla sua regione di origine, anche se è chiaro che la tecnologia come ad esempio i carri e i cavalli addomesticati furono introdotti da una fonte straniera. Insieme con la scoperta, i ricercatori hanno fatto un altro annuncio di questa settimana: si effettueranno prove per trovare quale moderna popolazione europea è parente più prossimo al Re Tut. “La scoperta è stata pubblicizzata solo da tre giorni, ma abbiamo già visto un sacco di interesse,” ha affermato Roman Scholz, direttore al centro di genealogia del DNA a Zurigo, Svizzera. Miscugli avvenuti quasi 6.000 anni fa nel periodo pre-dinastico dell’antico Egitto, si tratta della figura è di un uomo, con la testa rasata e la barba a punta lunga. C’è poco da scoprire sulla figura, ma quello che c’è, si concentra sul volto, i suoi occhi sono intarsiati con pietre verde chiaro e sono la parte più evidente della figura. Questo è già tipico dell’arte egizia – sono ossessionati dagli occhi e rivolgono più attenzione di ogni altro aspetto di una persona. Louvre, Parigi, Francia. Gli archeologi in Egitto hanno recentemente portato alla luce una bella statua di 5,000+ anni di età, statua di legno, completa di carta dorata per il confezionamento e pietre preziose di lapis lazuli, come gli occhi blu sorprendenti, data l’epoca pre-dinastica dell’Egitto (3,700-3,200 aC), prima dei faraoni , tra i più antichi manufatti mai trovati fino ad oggi. Il telegrafo idraulico di Enea – comunicazione a lunga distanza dell’antichità I progressi della tecnologia hanno drasticamente cambiato il modo in cui viviamo oggi, rispetto a quello del nostro antico passato. Un tipo di tecnologia che molti di noi danno per scontata è la capacità di comunicare con gli altri su lunghe distanze, o con grandi gruppi di persone. Uno sguardo indietro a civiltà antiche ci può dare qualche idea, oggi, di come funzionavano i primi metodi di comunicazione a lunga distanza. Nel 350 aC, un greco di nome Enea ha inventato il telegrafo idraulico, era un mezzo di comunicazione importante, dava informazioni assai dettagliate, rapidamente su e su lunghe distanze. Enea era uno scrittore greco esperto sulla storia militare, la strategia e la comunicazione. Egli è stato uno dei primi autori a fornire una guida sulle comunicazioni militari, che erano importanti per assicurare che ogni avesse avuto la capacità di anticipare possibili invasioni, e di comunicare strategia e tattica tra i gruppi. Enea era frustrato dalle limitazioni poste dalle comunicazioni via torce e fari. L’uso delle torce aveva permesso alcuni messaggi a grandi distanze, per esempio, potevano indicare pericolo, o comunicare che l’obiettivo era stato raggiunto, ma non potevano inviare messaggi a qualsiasi livello di dettaglio o la loro descrizione. In sostanza, essi potevano comunicare ciò che stava accadendo, ma non c’era modo di comunicare ciò che era accaduto. Enea quindi sviluppò il primo telegrafo idraulico nel tentativo di superare questi ostacoli. Il telegrafo richiedeva un sistema di vasi pieni d’acqua contenenti canne che inviavano un messaggio (come i “cavalieri che entravano nel paese”, o “navi”). I due gruppi che volevano comunicare avrebbero posseduto un insieme identico di forniture, e sarebbero state posizionate lontano gli uni dagli altri, ma ancora all’interno di una linea a vista, di solito su una collina. Quando una delle parti voleva inviare un messaggio agli altri, doveva sollevare una torcia. Dopo aver visto la torcia sollevata, la seconda parte sarebbe stata quella di alzare una torcia per confermare che erano preparati a ricevere il messaggio. Quando il mittente iniziale abbassava la torcia, entrambe le parti, contemporaneamente, estrevano il liquido dalla parte inferiore del recipiente contenente acqua. Come l’acqua drenata, diversi messaggi sarebbero stati rivelati. Quando il messaggio raggiungeva la cima, il mittente iniziale avrebbe di nuovo acceso la torcia, segnalando che il ricevitore doveva ricollegarsi al sistema e leggere il messaggio sull’asta. Poiché questo funzionasse correttamente, entrambe le parti dovevano avere vasi della stessa dimensione, riempiti con lo stesso volume di acqua, e barre contenenti gli stessi messaggi. Dovevano essere molto precisi. Mentre la tecnologia del telegrafo idraulico sembra molto semplice, la sua creazione aveva meravigliato, e veniva avvertita come un avanzamento significativo nella tecnologia della comunicazione, consentendo a messaggi non predeterminati di esswere inviati a lunghe distanze. In caso di intrusione o per segnalare un nemico in avvicinamento, avrebbero notato solo la torcia a brevi lampi, e non sarebbero stati in grado di intercettare il messaggio in alcun modo. Questo progresso nella comunicazione è stato anche un grande progresso nella comunicazione e nella strategia militare. I messaggi sono stati inviati dalla Sicilia a Cartagine durante la prima guerra punica (264-241 aC) con il telegrafo idraulico, noto anche come una linea Semaforo. Attraverso il telegrafo idraulico, i militari ora avevano la capacità di comunicare messaggi specifici che avrebbero permesso ad altri gruppi di militari, così come ai civili, di prepararsi al meglio contro potenziali invasioni via terra o via mare. Questa prima forma di comunicazione a lunga distanza era molto avanzata per il suo tempo, e ha aperto la strada per le future forme di comunicazione, che hanno portato ai molti metodi che abbiamo a disposizione oggi. Esplorazione senza precedenti del relitto di Antikythera produce nuovi tesori Nella prima esplorazione subacquea del suo genere, una squadra greca e una internazionale di subacquei e archeologi, utilizzando un nuovo scafandro ad alta tecnologia hanno raggiunto in acque profonde il relitto di Antikythera di fama mondiale, che giace da duemila anni. La loro indagine ha dimostrato che i resti del carico della nave è sopravvissuta per millenni sul fondo del mare, nuovi tesori sono stati recuperati dalle profondità. Secondo un comunicato stampa da parte del Woods Hole Oceanographic Institution (WHOI), le antichità recuperate includono stoviglie, componenti navali, e una lancia gigante di bronzo che sarebbe appartenuta alla statua di un guerriero a grandezza naturale. Il relitto di Antikythera, situato al largo dell’isola di Antikythera, nel Mar Egeo, è un famoso sito archeologico subacqueo noto dal 1900, quando i ricercatori hanno scoperto un dispositivo meccanico incredibile, ora conosciuto come il meccanismo di Antikythera. Il dispositivo metallico è costituito da almeno 30 diversi tipi di ingranaggi ed è così complesso che molti lo considerano il primo computer analogico dall’uomo. Dopo decenni di ricerche, gli scienziati sono stati in grado di determinare che mostra le posizioni del sole, della luna, dei pianeti e come si muovono attraverso lo zodiaco, predice eclissi solari e eclissi lunari, ed eventi chiave relativi ai giochi Pan-Hellenici. La scoperta di questa singolare forma di tecnologia antica, insieme ad altri tesori, tra cui oggetti finemente scolpiti in bronzo e marmo, statue, oggetti in vetro, gioielli e monete, ha portato i ricercatori a chiedersi cos’altro può trovarsi all’interno dello scafo. Nel corso dei decenni, i subacquei hanno tentato di indagare sull’antico naufragio, ma condizioni pericolose causate dall’estrema profondità della nave sommersa ha impedito ai ricercatori che esploravano il sito. Tuttavia, uno scafandro di nuova concezione, che permette ai subacquei di scendere a 300 metri sotto il livello dei mare, per ore, ogni volta, senza la necessità di decompressione al ritorno in superficie, ha ora permesso agli archeologi marini di tornare finalmente al famoso relitto. Durante le indagini tra il 15 settembre e il 7 Ottobre 2014, i ricercatori hanno creato una mappa ad alta risoluzione a 3D del sito. Hanno poi recuperato una serie di reperti che dimostrano che gran parte del carico della nave è infatti ancora conservata sotto il sedimento. “Componenti della nave, tra cui più ancore di piombo di oltre un metro di lunghezza e un anello di bronzo con frammenti di legno ancora attaccate, dimostrano che gran parte della nave è ancora intatta”, ha detto il WHOI in un comunicato stampa. “I reperti sono sparsi su un’area molto più grande rispetto a quanto riferito in un primo tempo dai pescatori di spugne, che copre almeno 300 metri del fondo marino. Questo, insieme a l’enorme dimensione delle ancore e le tavole dello scafo recuperato dimostra che la nave di Antikythera era molto più grande di quanto si pensasse, forse lunga fino a 50 metri. “Ciò renderebbe la nave il più grande naufragio antico mai scoperto. Scoperte incredibili inclusa una brocca di ceramica da tavola completamente intatta, parte della una gamba di un letto decorato, e una lancia di bronzo lunga 2 metri, che si ritiene essere appartenuta ad una statua gigante. “Nel 1901, quattro cavalli di marmo giganti sono stati scoperti sul relitto dai pescatori di spugne”, ha detto il WHOI “, così questi potrebbero aver formato parte di un complesso di statue che coinvolgono un guerriero su un carro che era trainato da quattro cavalli.” Ci sono state speculazioni che la nave, probabilmente viaggiava dalla costa dell’Asia Minore a Roma quando ha naufragato, portava una promessa sposa e la sua dote. Gli archeologi ritengono che ci sono molti più oggetti parte del carico ancora non trovati e rimangono fiduciosi di trovare parti aggiuntive al meccanismo di Antikythera, o altri automi. Essi torneranno al sito la prossima stagione per continuare le esplorazioni. L’arte rupestre in Indonesia risale a 40 mila anni fa Antic hi disegni rupestri trovati in Indonesia dimostrano che i primi europei non erano gli unici a creare arte. Conosciuti come i dipinti Sulawesi, le immagini preistoriche sono state scoperte alcuni anni fa, all’interno di grotte calcaree nelle regioni Maros e Pangkep dell’Indonesia. I disegni, che comprendono raffigurazioni di animali e simboli a mano creati spruzzando del pigmento rosso sulla roccia, sono stati analizzati utilizzando sofisticate nuove tecniche di datazione e risalgono almeno a 40.000 anni fa. La scoperta è particolarmente importante perché dimostra che le forme primitive di espressione artistica non erano esclusive alle persone che vivevano in Europa al momento. “La grotta con le pitture e le relative forme di espressione artistica sono state molto probabilmente parte delle tradizioni culturali dei primi umani moderni diffusi fuori dall’Africa e in Asia e Australia, molto prima di raggiungere l’Europa,” ha detto il co-autore Adam Brunn.