Giugno 2010 - Albidona Ieri Albidona Oggi
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Giugno 2010 - Albidona Ieri Albidona Oggi
Confronti ANNO VI - N. 6 - GIUGNO 2010 Mensile dell'Alto Jonio di Attualità Politica e Cultura DISTRIBUZIONE GRATUITA Il fondo ESTATE: TUTTI AL MARE A SCOPRIR LE… Il tempo corre veloce e non dà tregua. Siamo già nel bel mezzo di un’estate che si annuncia “bizzarra” per le previsioni atmosferiche e “sfavorevole” per il turismo, a causa della perdurante crisi economica. Anche se c’è chi dice che la crisi non c’è mai stata e, se c’è stata, è già alle spalle. Beato lui! Anche a Trebisacce, dove per la verità il turismo è in crisi da una vita, inizia il rito dell’estate: tutti al mare dunque e tutto rinviato a dopo le vacanze. In ossequio all’estate anche l’attività amministrativa si ferma e tutto viene rinviato a settembre. Per la verità non dovrebbe essere così, perché a Trebisacce abbiamo accumulato tanti di quei ritardi che bisognerebbe lavorare anche il giorno di Natale, di Pasqua e di Ferragosto. Ma l’estate è un grande totem al quale bisogna solo inchinarsi. Anche noi di Confronti, che avevamo preparato un bel dossier dei primi tre anni di mandato dell’esecutivo guidato da Mariano Bianchi, sospendiamo il giudizio per non rovinare l’estate a nessuno e, come si fa nelle scuole, rimandiamo tutto a settembre, con la speranza che, parafrasando il film di Massimo Troisi, si possa… ripartire da tre per invertire la rotta e per cominciare a raccogliere qualche risultato del lavoro impostato in questi tre anni. Sempre se si è lavorato sodo come si dice. Ci sono cose importanti da realizzare, sulle quali questo esecutivo si giocherà gran parte della sua credibilità e del suo futuro. A cominciare dal Bando per la nettezza urbana che possa restituire ai trebisaccesi un paese più pulito e più vivibile, per finire a un Concorso serio per il reclutamento di un Corpo di Vigili Urbani degni di una cittadina e capaci di esercitare quel controllo che oggi è sfuggito di mano, al punto che in questa comunità ognuno fa quello che vuole. Quindi c’è da sistemare le strade che sono un’indecenza e che forse era il caso di mettere a posto prima dell’estate, per evitare di dare uno spettacolo indecoroso a quei pochi turisti che ancora tenacemente vengono a Trebisacce. Poi c’è da mettere mano a qualcuna delle opere pubbliche di cui si è diffusamente parlato: oltre alla sede dei Licei e all’Auditorium per i giovani, a carico della Provincia, si è parlato della Casa per gli Anziani, della riqualificazione del Lungomare storico con annessa area antistante il Pontile, della riqualificazione del Rione Cannone con annesso anfiteatro, della messa in sicurezza del tratto finale del Lungomare, della costruzione della Chiesa di Pagliara e del completamento delle altre due Chiese… Per la verità abbiamo di Pino La Rocca appreso che i nuovi inquilini della Regione, ricorrendo al famigerato “articolo quinto”, avrebbero bloccato i finanziamenti già “decretati” a favore dei Comuni. Saranno contenti quelli che li hanno votati ed anche i nostri Assessori che faranno vedere quanto sono bravi a sbloccarli quei finanziamenti. Ci sono insomma all’orizzonte nodi molto difficili da sciogliere, sui quali, ripetiamo, l’esecutivo guidato da Mariano Bianchi sarà valutato e giudicato. Sia da noi di Confronti, che finora abbiamo sospeso ogni giudizio critico e mantenuto l’atteggiamento tipico di Scipione l’Africano, indulgente e attendista, ma soprattutto sarà giudicato dalla gente che si aspettava tanto da un esecutivo votato a piene mani e che tante aspettative aveva generato nell’opinione pubblica. Per ora andiamo tutti al mare, a mostrar le… chiare, ma chi ha responsabilità politiche non se ne dimentichi neanche sotto l’ombrellone, altrimenti si rischia un brusco risveglio. Anche perché, come è ampiamente noto, la campagna elettorale è iniziata già da un pezzo. La Legge Bavaglio e gli altri nemici della stampa “I giornali devono pubblicare tutto ciò che è vero” (Marco Travaglio) La Legge Bavaglio, già approvata dai senatori di Berlusconi, non interessa soltanto i giornali e i media nazionali. Il pericolo riguarda anche noi della periferia, perché il giornale, grande o piccolo che sia, è una componente essenziale per la vita civile: specie se viene fatto con impegno, con passione e con una certa convinzione, e soprattutto col requisito basilare, che è la libertà. Il giornale non deve solo informare ma deve dare voce a chi non ha avuto mai la possibilità di dire la sua. Non viene mai pubblicata una protesta o una richiesta di una raccoglitrice di pomodoro e di oliva, di un immigrato, di un pastore rumeno che sorveglia le pecore del padrone italico sulle sperdute montagne del Pollino. Costoro non sanno scrivere il comunicato stampa e non hanno l’amico giornalista, ma parlano col cuore. Ma i comunicati stampa privilegiano la “maggioranza” (eletta dal popolo !), i “politici” e i “notabili”. Invece, la minoranza politica viene usata solo per il gossip, il sensazionale e per una ragione aglio Legge Bav di vendita all’edicola. Non mi dilungo. Voglio centrare subito il problema, senza annoiare il mio lettore: agli inizi di giugno il progetto di legge che si dovrebContinua a pag. 2 Mario Oliverio al convegno di Trebisacce: “Per essere presenti nel territorio bisogna che tutte le forze di centro sinistra mettano da parte le diatribe e i personalismi” Vincenzo Filardi VEDI A PAG. 2 Sottotiro Non fateci perdere la fede Uno degli 11mila giovani che ha partecipato al concorso di Lamezia, per 25 posti disponibili nella Polizia provinciale, è rimasto amareggiato per l’esclusione ed è purtroppo convinto che “le raccomandazioni esistono, eccome !” Un ingegnere disoccupato ci fa vedere un Bollettino della Regione Calabria, dove anche certi “compagni” sono stati profumatamente pagati, da Chiaravalloti a Loiero, per consulenze amichevoli. I portaborse sono stati concertati e spartiti tra centro destra e centro sinistra. Guai a chi non ha il santo protettore ! Uno dei pochissimi dipendenti dell’Ospedale di Trebisacce, assunto non per clientelismo padronale ma per merito e capacità, osservando quei muti che fingono di stracciarsi le vesti ora che la “casa è distrutta”, manda loro questo messaggio: “continuate a stare muti e non fateci perdere la fede!” (il Sagittario) Pagina 2 Confronti - N. 6 - GIUGNO DALLA PRIMA PAGINA DALLA PRIMA PAGINA Mensile dell'Alto Jonio di Attualità Politica e Cultura DALLA PRIMA PAGINA DALLA PRIMA PAGINA DALLA PRIMA PAGINA DALLA PRIMA PAGINA DALLA PRIMA PAGINA DALLA PRIMA PAGINA La Legge Bavaglio e gli Mario Oliverio al convegno di Trebisacce: altri nemici della stampa be chiamare 1611 è stato approvato al Senato; se passerà pure alla Camera, vuol dire che i cosiddetti “rappresentanti del popolo”, che chiamiamo quasi tutti “onorevoli”, faranno annullare il decreto legge n.152 del 1991, che porta pure il nome di Giovanni Falcone, ucciso dalla mafia. Voi, cari lettori, avete paura di essere intercettati? Le persone per bene non si preoccupano se vengono intercettate. Si preoccupano solo i ladri, i delinquenti e gli imbroglioni. Ecco perché chi vuole le leggi salvapreviti, salvadellutri e salvasilvio prende come pretesto le intercettazioni telefoniche e la privacy. Ma le intercettazioni (non quelle dei servizi segreti deviati) possono prevenire altri fenomeni di mafia e di corruzione. I giudici hanno il dovere di vigilare e di contrastare non solo la vecchia Tangentopoli ma altri eventuali attentati contro la democrazia e contro la stessa Costituzione repubblicana. Ma dato che ho accennato anche alla “periferia”, voglio aggiungere che i “nemici” dei giornali li abbiamo anche tra di noi. Chi vuole solo la pubblicazione dei propri comunicati stampa per farsi propaganda personale non può condividere le voci libere. Sono proprio questi i sostenitori occulti della Legge Bavaglio. (giuseppe rizzo) Convocato per promuovere un confronto politico a più voci, per esaminare i risultati delle ultime elezioni e per preparare il rilancio di un riformismo democratico, che includa cultura e idealità della solidarietà socialista e cattolica, il convegno col titolo "Partire dai Comuni per una nuova prospettiva riformista in Calabria”, si è tenuto a Trebisacce nella sala del Centro polifunzionale. Promosso dal gruppo socialista alla Provincia è stato coordinato dal dr. Rocco Soldato, capogruppo di minoranza al Comune di Trebisacce. Presenti tanti amministratori della zona e un folto pubblico. Ha introdotto i lavori l’avv. Franco Mundo, consigliere provinciale socialista, che partendo dalla crisi economica mondiale e nazionale, e mettendo in evidenza l’inadeguatezza e le iniquità della manovra finanziaria proposta dal governo di centro destra, che penalizza ulteriormente gli enti locali ed i ceti più deboli, ha proclamato la necessità e l’attualità del riformismo democratico, quale metodo per dare risposte efficaci ed eque alla crisi, invitando le forze che si riconoscono in tali idealità a unirsi, partendo dal territorio e dagli enti locali, che sono a contatto anche fisico coi cittadini e vicini alle loro esigenze. Successivamente sono intervenuti quasi tutti coloro che erano indicati nel manifesto, con qualche rinuncia per l’ora tardi, causata dal protrarsi degli interventi. Ferriti di Zinco: Urge una indagine epidemiologica ed un intervento urgente del Governo Nazionale e Regionale diretto alla bonifica ed alla rimozione Dopo il sequestro di altri settanta ettari di terra a ridosso dei tre siti interessati dalla presenza di ferriti di zinco (località Chidichimo e Tre Ponti in Cassano Jonio e località Capraro nel Comune di Cerchiara di Calabria) ed alla luce di quanto è a conoscenza, dei primi risultati derivanti dal piano di caratterizzazione in corso, la situazione in questa parte di Calabria è senza dubbio allarmante. La CGIL , così come sostiene da tempo a tutti i suoi livelli, ritiene, a questo punto, anche in questa area della Calabria più che mai urgente avviare, nell’area, una indagine epidemiologica atta a definire i contorni dell’ emergenza ambientale in atto ed il suo impatto sulla salute delle persone e di tutti gli esseri viventi. Questa è una storia che ormai va avanti da troppi anni, non si può continuare a tergiversare sui tempi della bonifica, né si può ancora accettare lo scarica barile fra la Società Syndial ed il Ministero dell’ Ambiente su competenze e responsabilità. In gioco c’ è la salute dei cittadini ed il futuro di una intera area quella dell’ Alto Jonio a forte vocazione agricola e turistica. Va immediatamente avviata la bonifica e la messa in sicurezza ambientale del territorio, i cittadini aspettano già da troppi anni (era il 1997) , sono circa 22.000 le tonnellate di ferriti di zinco già individuate e lasciate lì a giacere coperte da teloni spesso addirittura lesionati a cura di Antonio Di Franco * e deteriorati. Quante sono ancora le tonnellate di ferriti che mancano all’appello? Quanti prezzi dovrà ancora pagare la popolazione di questo territorio? Quanto ancora l’ Alto Jonio dovrà subire l’ indifferenza e la disattenzione del Governo Nazionale e Regionale avverso i diritti dei cittadini di questa area? Non si può chiedere a queste popolazione di veder messo in discussione il diritto a vivere nella propria terra ed ivi progettarvi il futuro. Ci aspettiamo un intervento tempestivo e della Giunta Regionale e del Governo, ricordando allo stesso che quì non potranno ripeterci quello che ci hanno detto sulle “navi dei veleni”…ovvero che ci sbagliavamo, che i rifiuti tossici non c’erano…quì lo scempio ambientale è sotto gli occhi di tutti e non è figlio di un gesto folle! Oggi come CGIL Regionale e locale poniamo il tema della bonifica dei siti, come parte fondamentale della piattaforma di tutela e di sviluppo del territorio non solo dell’Alto Ionio ma della intera Sibaritide, dentro la più generale vertenza ambientale Regionale . Trebisacce (CS) Massimo Covello — CGIL Regionale. Antonio Di Franco Resp. Camera del Lavoro Alto Jonio. Angelo Sposato — CGIL Comprensoriale Promosso lodevolmente per unire, il convegno ha evidenziato molte crepe, dovute a risentimenti non sempre fondati con il Partito Democratico quale presunto imputato. Spiace che proprio chi, soprattutto per le ascendenze ideali, dovrebbe avere nel proprio patrimonio l’insegnamento di Nenni che “la politica non si fa con i sentimenti né con i risentimenti” se ne dimentichi. Non è mancata un’ulteriore nota stonata: la proposta di un capolista per la coalizione a Trebisacce, quando ancora mancano più di due anni alle elezioni. Forse il passato non ha insegnato niente: le liste e i capilista delle coalizioni, li scelgono le stesse e non si impongono da una parte. Errare è umano, perseverare è diabolico. Ci potrebbero essere tanti che non gradirebbero cibi precotti. “Democrazia, diceva don Milani, è sortirne insieme”. Senza entrare nel merito dell’indicazione ma solo per una questione di metodo. Intervenendo Sandro Principe, ha evidenziato che senza PD oggi la sinistra non esisterebbe, a ogni livello: nazionale, regionale, locale. Per questo motivo occorre un grande sforzo, prima da parte dei dirigenti del PD e poi di tutte le forze riformiste democratiche per aggregarsi in un progetto politicamente unitario. Apprezzato l’intervento di Mario Melfi, consigliere provinciale e sindaco di Amendolara che ha stigmatizzato il comportamento di quanti, ancora e sempre si attardano a discutere di formule, di organigrammi, di vicende ormai defunte invece di dibattere dei problemi concreti che assillano la gente, lavoro, sanità, ambiente, in particolare per i giovani e le donne, i nostri centri montani morituri. Ormai a tarda ora, ha concluso i lavori Mario Oliverio, presidente della Provincia di Cosenza, apprezzando l’iniziativa, che rappresenta un importante momento di confronto per il centro sinistra, con la partecipazione di tanti cittadini; parlando delle ultime elezioni, ha dichiarato che la sconfitta, come le vittorie, non è figlia di un solo padre. Tutti siamo stati sconfitti, partiti e persone. Nessuno può tirarsi fuori. Tutte le forze di centro sinistra hanno amministrato nella consiliatura. Bisogna quindi assolutamente evitare diatribe, contrasti, personalismi, nella coalizione e nei partiti, lavorando per essere presenti nei territori, risvegliano la volontà e l’esigenza di partecipazione dei cittadini, per un progetto di governo che serva mandare a casa una destra parolaia, demagogica, inaffidabile, deleteria per l’Italia e per gli italiani. Vincenzo Filardi Si discute ancora dell’Ospedale ma la gente aspettava fatti concreti L’Ospedale di Trebisacce esce non solo sulle pagine zonali, ma anche in quelle regionali: “Le popolazioni dell’Alto Jonio si ritengono danneggiate per la chiusura di due reparti”. Il portavoce del documento é Carmela Maradei, della Fidapa. L’avv. Gaetano Viceconte, del foro di Firenze, è stato delegato a promuove una class action. Intanto, l’ex dirigente generale dell’Asp, Petramala, viene rinviato a giudizio per “omissioni”: non ha fornito impianti idonei. Il dibattito riprende con una iniziativa del cardiologo Leonardo Odoguardi e con il dott. Faillace. Se ne è parlato anche nella presentazione del libro del dr. Luigi Odoguardi, prematuramente deceduto: il ricavato della vendita del suo libro sarà devoluto per acquistare la Tac. Da Cassano a Trebisacce si fa sentire anche l’Udc: “difendiamo l’ospedale”, mentre la Fials sanità aggiunge: “servono atti concreti”. Ma il nuovo governatore della Calabria, Scopelliti, dopo l’incontro con Caputo e Gallo, parla dell’’Ospedale Unico della Sibaritide e assicura: “l’iter sarà più veloce”. Il sindaco di Trebisacce: ha chiesto un incontro con Scopelliti, e se il governatore della Calabria non risponderà, ... “siamo pronti ad azioni di lotta”. “Annettiamoci alla Basilicata”. Un appello lanciato da 10 associazioni di Trebisacce - In base all’art.132, comma 2 della Costituzione, si può promuovere referendum per staccarsi da una Provincia ad un’altra, e da una regione ad un’altra. Ma non è vero che alla proposta della associazioni abbiano aderito alcuni sindaci dell’Alto Jonio. 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Passo per Villapiana e sento gente che si chiede: il sottopasso va bene, ma ci vogliono la segnaletica e le strisce pedonali. Ma il sindaco precisa: sarà garantita massima sicurezza. Ultimissima: il sottopasso della ferrovia Sibari-Metaponto è stato già inaugurato. Si annunciano interventi anche per la spiaggia e il verde attrezzato. La piscina sarà gestita dalla società Cogeis.Il rifondista Mastrota passa con Vendola. E’ stato ricordato, nel trigesimo della sua morte, don Rodolfo Ettorre, parroco di Villapiana per 52 anni. A Francavilla Marittima, in quel comizio di tre anni fa, L.Diodato, Gaetano Vincenzi, e Gaetano Risoli (segr.di part,) avrebbero dato del “bugiardo” al sindaco Munno, che li querela. La causa si sta svolgendo a Castrovillari. Giungo ad Amendolara e mi informano che la Goletta Verde e Arpacal premiano questo Comune per la raccolta differenziata, per l’incremento delle strutture ricettive, per la buona accoglienza: tre vele, tre petali e tre stelle! A Roseto Capo Spulico, ancora disagi alle Poste, ma i bagnanti affollano già la bella spiaggia. A Montegiordano, l’ing. Francesco D’Amore fotografa l’assessore dr Franco De Santis e la consigliera comunale Caterina Pistocchi mentre puliscono le vie del paese, con ramazza da spazzino e sacchetto. Quando arrivo a Rocca Imperiale sento che l’Aterp di Cosenza ha restaurato l’antico palazzo dei Giacobini e l’ha consegnato al Comune, il quale lo darà in uso all’Università della Calabria per attività didattiche e culturali. Salgo a Nocara e mi dicono che per la Discarica sequestrata ad Armi Sant’Angelo, è stato denunciato il sindaco, il quale però, parla di emergenza. Raggiungo finalmente Albidona, ma è’ finita la carta del mio taccuino di viaggio, - N. 6 - GIUGNO si è rotto il calamaio e si è spuntata pure la penna. Ma ho finito anche la benzina, che figuraccia ! Forse scriveranno i cronisti di questo bel paesino, dove si fa spesso casino ! (Ciccio Scaliero) La mostra di Pasquale Arvia in Alessandria: i suoi ritratti, le sue caricature, il suo paese Questa mostra- premio dedicata a Pasquale Arvia era proprio un dovere civile e culturale nei riguardi di una persona vissuta nel silenzio e nella più assoluta semplicità. Ma Pasquale Arvia, prematuramente scomparso a Firenze, era anche un artista che rifuggiva dalla pubblicità mondana. Eppure, qualcuno ha conservato anche un piccolo ritaglio del quotidiano “La Nazione”, dove lo vediamo in foto. Alla presentazione della mostra ne hanno parlato il sindaco Vincenzo Gaudio ed altri: i quadri di Pasquale Arvia, i suoi disegni e ritratti erano sparsi tra parenti e amici. Ne sono stati recuperati una quarantina e sono stati esposti nei locali della scuola del suo paese natìo. Sono quadri che ritraggono la sua gente, i suoi monti e il suo piccolo paese. Ci sono sguardi bellissimi ma anche tristi, proprio come era Pasqualino. Leonardo Larocca, che ha presentato la mostra e ha presieduto la giuria del premio del 19 giugno scorso, ha parlato della sua vita e della sua morte, dove “ Pasquale ha trovato finalmente la sua pace e la sua serenità”. L’assessore Vincenzo Adduci si è soffermato sui ritratti e sulle caricature di Pasquale Arvia: “nella sua attività Educare alla lettura E’ innegabile che la lettura (e la comprensione) siano fondamentali nella formazione del bambino e dell’adolescente. Alla mia maestra che dice di comprendere quello che leggo, rispondo che, se questo è vero, molto del merito va ascritto a lei, che mi ha ben insegnato la difficile arte della lettura. Un altro fondamentale ruolo è stato giocato dalla profonda passione di mio padre per la lettura. E’ stato lui che sin dalla mia adolescenza, mi ha continuamente e instancabilmente ripetuto di leggere, tanto da abbonarsi alla gloriosa e storica collana della “Selezione del Reader’s digest”, che riportava, mensilmente, interessanti e dotte disquisizioni di scienza, attualità e problemi sociali. Eppure a quei tempi le disponibilità di denaro non erano elevate, ma il cammino e l’impegno per migliorare l’informazione e la conoscenza dura tutta la vita. Il “long life learning”, come si dice con un’espressione anglosassone, non può prescindere da un impegno continuo e serio nell’applicazione, perché mai si è completamente arrivati, mai si è tutto completamente appreso. L’apprendimento è un processo dinamico che non conosce soste. Ma c’è differenza tra conoscenza e informazione: quest’ultima si può definire come lo scarto conoscitivo che intercorre tra due persone, anche a livello più basso; per esempio, si può essere informati su un avvenimento recente o sull’ultima legge emanata per sanare qualche problema con la giustizia di qualcuno. La conoscenza, invece, è un incontro reale e duraturo con una tematica, che è oggettivo, diventa vitale, ti cambia nell’animo e si fa comunione con te. La lettura è soprattutto espressione linguistica, insieme di parole che hanno un senso, sviluppano un concetto, narrano una storia, dalla favola all’epica, dal romanzo alla tragedia, tutto deve essere gradualmente accettato e selezionato. Attraverso la lettura a voce alta, il bambino impara a sistemare i pensieri; ed allora, la lingua madre ha un valore unico in questo processo, perché sarà il clichè sul quale si fonderà la personalità linguistica del bambino: tanto più espressiva e corretta è la voce narrante, tanto migliore sarà l’approccio con la lettura. Il bambino immagazzina vocaboli e frasi, e li saprà riconoscere successivamente, inseriti in altri contesti. Il legame tra espressione orale e scritta è strettissimo, ed è importante che in questo si innestino eventi di vita quotidia- di Pino Cozzo na, personali, familiari, perché aiutano ad inserirsi nel mondo circostante. Un libro, un buon libro, ben scritto e coinvolgente, sviluppa insomma le attività cognitive, accresce l’apprendimento dell’area linguistica, e, di volta in volta, quella geografica, storica, scientifica, matematica, offre la possibilità di confrontarsi con gli altri, di fare nuove esperienze e di paragonare le proprie con quelle altrui. Non potrebbe esserci miglior esercizio di relazione. In questo contesto la biblioteca scolastica diventa spazio educativo che concorre agli obiettivi formativi della scuola in cui è ubicata. Quelle che si trovano nelle scuole della nostra cittadina e quella comunale, forniscono un valido aiuto in tal senso. In particolare, la biblioteca dell’Istituto Tecnico ha un’ampiezza di 300 metri quadri, è informatizzata, assicura cinquanta posti a sedere e ospita 2500 volumi di diverse tipologie. E’ una delle tante perle di cui si può vantare l’Istituto, perché anche il colpo d’occhio è certamente dei più autenticamente coinvolgenti Le attività di educazione alla lettura e alla ricerca che in essa si svolgono mirano a formare l’allievo come lettore e “ricercatore” motivato, autonomo e critico. Duplice è infatti la mission della biblioteca scolastica: promuovere il piacere della lettura attraverso la frequentazione della letteratura e promuovere il piacere della ricerca attraverso l’uso delle fonti. Uno degli obiettivi prioritari rimane, comunque, la conquista di una visibilità sociale della biblioteca, che non è ancora un dato acquisito e rappresenta il vero divario rispetto ai paesi più evoluti dal punto di vista della situazione bibliotecaria. La biblioteca dovrebbe diventare un servizio insostituibile per i cittadini, radicando e affermando la propria presenza nella società, fino a diventare uno strumento che la stessa comunità riconosce come vitale per le proprie necessità, tanto da non poterne fare a meno. Essa dovrebbe rappresentare una risorsa per lo sviluppo, un mezzo essenziale per la crescita della collettività, perché il diritto allo studio e il bisogno di luoghi di cultura non riguardano solo l’Università, ma tutto il comprensorio. Foto giu/ri artistica usava soprattutto il carboncino”. Alla mostra di Alessandria hanno partecipato una trentina di artista provenienti anche da lontano. La giuria composta da persone competenti, quali gli artisti Mimmo Canonaco e Francesco Basile, dal dott. Larocca, dal prof. Sandro Arvia e dall’assessore Vincenzo Adduci, ha discusso per due ore dentro la stanza, ma alla fine, come accade in tutti i premi, senza dequalificare i non premiati, quelli che sono venuti in Alessandria sono tutti validi, quindi si è inteso premiare Lorenzo Gugliotti (perché ha fatto rivivere un pezzo di storia che non c’è più: l’olmo della piazza), la signora Maria La Sala, per un’ Alessandria coperta di neve, e Fiammetta Aino per un’altra visione del paesaggio alessandrino. Mimmo Canonaco ha detto: “Niente di strano, per esempio, io sono stato bocciato dal maestro Kodra e non mi sono offeso, perché in fondo, Kodra aveva ragione!”. Ma sono stati guardati con ammirazione anche le produzioni degli altri artisti: Melissena, Franco Abate, Lucrezia Rago, Giuseppe Brunacci, Pasquarelli e tutti gli altri partecipanti. (V. Filardi, E. Angiò, G. Rizzo) Pagina 4 Confronti - N. 6 - GIUGNO ALto Mensile dell'Alto Jonio di Attualità Politica e Cultura jonio AMENDOLARA. C’era una volta la Stazione … FRANCAVILLA MARITTIMA Cosí, la Stazione Ferroviaria di Amendolara-Oriolo, si presenta oggi [la foto è dell’8 Maggio 2010] al passeggero che scende, che parte, e a chi si affaccia al finestrino del treno. C’era una volta… una delle tante Stazioni Ferroviarie, ora abbandonata e con le porte chiuse da massicce cancellate tipo carcere. Era una delle Stazioni più importanti della Linea Jonica, costruita intorno al 1869, hanno in cui entrava in funzione la tratta Rocca ImperialeAmendolara, e quando non si parlava ancora della realizzazione della Strada Inaugurato il Parco Archeologico di “Timpone della Motta” Statale n. 106. Al primo piano vi abitavano due famiglie di ferrovieri. In un giardinetto adiacente vi era un lavabo e una cisterna d’acqua, che veniva sollevata da una pompa ad azione manuale; a poca distanza dal fabbricato principale vi era un forno a legna. Tutte comodità a servizio dei due nuclei familiari. Intorno ad essa nascevano le prime case dello Scalo Ferroviario. Qui facevano capo, oltre ad Oriolo e Castroregio (con la frazione di Farneta) anche altri Comuni dell’entroterra lucana. Veniva dotata di un doppio binario, fatto costruire subito dopo la fine della Prima Guerra Mondiale, per interessamento degli amministratori comunali del tempo. Nelle immediate adiacenze del fabbricato principale è stata costruita la così detta Piccola, ossia un caseggiato dove si custodivano le merci che viaggiavano (appunto) a piccola velocità. Qui arrivavano i prodotti di privativa (Sali e Tabacchi), che erano poi distribuiti ad altri Comuni, dal locale magazzino del Monopolio di Stato. Con la costruzione in Marina, poi, nei primi anni del ’50, del Consorzio Pro- Antonio Gerundino vinciale, erano svincolati tutti i prodotti agricoli, dagli aratri ai concimi; e negli anni ’50-’60 partivano, per il Nord Italia, numerosi carri merci, carichi di piselli, di produzione locale. Tutta intorno era ben curata e ornata di fiori, accuditi dalla volontà del Capo Stazione e dall’impegno quotidiano di qualche Manovale Ferroviario: si partecipava a un concorso, indetto dalle Ferrovie, che premiava l’impianto tenuto più in ordine. È stato, fino agli anni ’90 circa, anche un luogo di incontri, un punto di riferimento per molti giovani della nostra generazione, oltre che di arrivi e partenze di studenti, operai, emigranti, e di gente comune, proveniente da altri paesi, che si recava agli uffici governativi (esistenti una volta) in Amendolara Centro. Con la ristrutturazione delle Ferrovie dello Stato, anche la Stazione di Amendolara-Oriolo ha subito il suo inesorabile declino e abbandono, come una delle tante locomotive a carbone, or ferme in qualche sperduto deposito. Negli ultimi tempi, però, non sono mancati alcuni lavori di… facciata, mentre al suo interno (in special modo nell’appartamento lasciato vuoto da diversi anni) i muri, i soffitti e i pavimenti vanno incontro alla rovina. Sono stati rifatti completamente i due marciapiedi; lungo tutto il primo (quello lato fabbricato, sul cui binario vi transita quasi nessun treno) c’è una inutile e sprecata striscia di segnalazione per non vedenti, di quelle che presentano dei rilievi a contatto con la suola delle scarpe; poi, le segnalazioni (ce ne sono circa venti) in italiano e in inglese, di avvertimento a non attraversare i binari e a tenersi lontani dalla linea gialla, si sprecano! Come se ci fossero un rilevante movimento di treni e un frenetico via vai di passeggeri nazionali ed esteri! Mancano, invece, una più pratica tettoia per ripararsi dalla pioggia, una panchina e un bagno di servizio. Il verde, però, c’è! Spontaneo, ma c’è! Se potessero vederlo i Capistazione Gerundino e Latronico…! Foto Pasquale Bloisi “La gestazione è stata lunga e sofferta ma oggi, come avviene in occasione di ogni parto, è giorno di festa perché nasce qualcosa di grande e di importante che incrementa il già ricco patrimonio storico e archeologico provinciale”. Lo ha affermato Francesca Corigliano, assessore provinciale alla Cultura in occasione dell’inaugurazione del Parco Archeologico di “Timpone della Motta”, presso il sito archeologico di Macchiabate. Uno dei siti proto-storici più ·mportanti d’Europa, coevo dei siti di Broglio di Trebisacce e di Torre del Mordillo di Spezzano, che ha contribuito, attraverso campagne di scavo durate circa 30 anni in cui si sono cimentati studiosi di tutta Europa, a fare luce sul popolo degli Enotri, primigenio popolo italico vissuto sui contrafforti naturali che formano l’anfiteatro naturale della Sibaritide che, come è stato ampiamente dimostrato, è stato il crocevia delle prime relazioni sociali, commerciali e culturali con gli Achei e che ha dato vita alla grande civiltà magno-greca. Alla grande manifestazione, assente per lutto familiare la Sovrintendente Regionale VIABILITÀ ED ALTRO La proposta del sindaco di Plataci Autostrada Taranto-Firmo (Governo e Comunità europea),per collegare l’Adriatico al Tirreno (Adriatica-Autostrada del sole Salerno-Reggio). Dovrebbe seguire alcuni tratti della 106 jonica (oggi, E 90), e dovrebbe passare sotto Villapiana. Il sindaco di Plataci Franco Tursi fa questa buona proposta: “No, la costa è già intasata da altre strade; perché non si sale più a valle e a monte, per toglie i paesi dall’isolamento, come Plataci e Albidona?” A Rossano, i sindaci e sindacati continuano a discutere sulla 106 jonica. Si aspetta l’avvio dei lavori. I sindacati protestano contro il governo: i tagli di troppi treni, soppressione di 12 corse da e per la Calabria. Ma qualcuno scrive che “le autostrade del mare sono una realtà”. Il presidente della Provincia Mario Oliverio parla della strada CosenzaSibari e dello svincolo Tarsia e Diga Tarsia. Simonetta Bonomi, hanno partecipato dando il proprio contributo alla comunicazione, oltre all’assessore provinciale Corigliano, il sindaco ingegnere Paolo Munno, i professori Paolo Gallo (direttore della Fondazione Brettion), Pino Altieri (presidente dell’associazione Onlus “Lagaria”), Silvana Luppino (direttore del Museo della Sibaritide), Giovanni Riccardi (titolare dell’impresa che esegue gli scavi) che ha coordinato i lavori, il neo-consigliere regionale Gianluca Gallo, uno stuolo di studiosi provenienti da tutta la Provincia e tanta gente comune che ha fatto da cornice ad un evento di grande importanza per tutta la comunità e per tutta la zona. L’inaugurazione del Parco Archeologico, è stato sottolineato ampiamente dai relatori, è la conclusione di un lungo percorso, talvolta accidentato e difficile, ma deve necessariamente rappresentare un punto di partenza per valorizzare in termini di crescita sociale, economica e culturale, le grandi risorse storiche e archeologiche in un discorso di “rete” con le altre emergenze archeologi che della zona. E questo si può fare, con l’aiuto di tutti, favorendo l’approccio sistematico al mondo della scuola, attraverso l’utilizzo “didattico” del Parco Archeologico. Pino La Rocca PUBBLICITÀ GRATUITA PUBBLICITÀ GRATUITA Confronti Pagina 5 Mensile dell'Alto Jonio di Attualità Politica e Cultura A L T O - N. 6 - GIUGNO J O N I O Rocca Imperiale. In pensione Il trono di San Michele è il Primario Antonio Ferrara merito di Giuseppe Violante Dopo 38 anni d’intenso lavoro, in gran parte trascorsi presso il limitrofo ospedale civile di Policoro (Matera) con la qualifica di primario di medicina, il dottore Antonio Ferrara (in foto), di Rocca Imperiale, è andato in pensione. Umanità, professionalità, semplicità e umiltà sono le doti che l’hanno sempre accompagnato in questi lunghi anni di completa dedizione ai suoi pazienti. Dopo avere conseguito la laurea in medicina e chirurgia presso l’università degli studi di Padova e la specializzazione in malattie del fegato e del ricambio presso l’università di Ferrara, il primo passo di questa gloriosa carriera medica lo compie nel 1972 iniziando dal nosocomio lucano (Policoro) aperto nel 1970, presso il reparto di medicina dove percorre tutte le tappe della carriera di medico ospedaliero, fino a diventare Primario. Dall’ospedale lucano si è distaccato per due soli periodi: il primo per il servizio militare prestato come ufficiale medico di complemento presso l’ospedale militare di Padova e la legione dei Carabinieri, sempre di Padova; il secondo presso l’ospedale civile di Stigliano (Matera) ove è stato Primario dal 1992 al 2006. Presso l’ospedale di Policoro è stato, fra i tanti cambiamenti migliorativi messi in atto, l’iniziatore dell’attività di “endoscopia digestiva”, a suo tempo, non ancora esistente nella nostra zona, ottenendo risultati di qualità e d’eccellenza, riconosciuti in ambito interregionale, al punto da essere centro di riferimento per le regioni limitrofe, tra cui anche la Calabria. Ha ricoperto, inoltre, il ruolo di direttore del dipartimento di area medica dell’Asl. Il dottore Ferrara, sicuramente non riporrà il suo camice bianco nell’armadio di famiglia ma continuerà ad indossarlo per assistere i suoi concittadini che non gli hanno fatto mai mancare affetto e attenzioni, dal momento che lui ha considerato questa professione come una “missione” sin da quando i supporti diagnostici erano carenti. Il suo Reparto è stato affidato al dottore Mauro Annese. 27 maggio 2010. Alessandro Alfano Il nostro San Michele: con la fascia al petto carica di oggetti di inestimabile valore, come orologi, anelli, orecchini a ‘circiello’ e denaro, donati a devozione dei fedeli, a partire, dal 1700, quando è stata scolpita la statua, da scultori di grande valore. Le tele sulle pareti della Chiesa risalgono pure a quel periodo. Ma io Foto F. Lofrano Foto giu/ri Pollino / Sentieri: trono degli dei o fulmini di Zeus? Leonardo Tufaro Falconara: con la nostra indimenticabile guida zi' Giovanni Ciancia Proust sosteneva che l’essenza di un vero viaggio di scoperta non consiste necessariamente nel cercare e scoprire nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi. Percorrendo i sentieri del Pollino, ci limitiamo a segnalare situazioni che abbiamo avuto modo di incontrare nel corso delle frequenti escursioni su Pollino. Abbiamo potuto constatare la mancanza di appropriata segnaletica e cura dei sentieri. Soprattutto abbiamo notato l’eccessiva presenza di armenti sugli altipiani del massiccio centrale. Presenza che costituisce un pessimo esempio di sfruttamento distruttivo dei bellissimi prati vegetali, impreziositi da flora unica. Nonostante il pur deciso cambio di marcia dell’attuale reggenza dell’Ente Parco rispetto alla passata gestione, non è stata ancora promossa una corretta frequentazione dei luoghi dell’area protetta più estesa d’Europa. Eppure un comunicato dell’ufficio stampa della Presidenza così argomentava:” Il Parco Nazionale del Pollino punta a ripristinare e qualificare la sentieristica e fare turismo serio, attraverso interventi mirati che possono far decollare in modo definito la montagna di Apollo. Nel comunicato si evidenziava pure la necessità, da subito, di espletare i bandi attraverso piani mirati atti a qualificare e ripristinare, in primis, la diramazione dei sentieri, nonché recuperare i manufatti esistenti lungo i percorsi di montagna. Giammai vi fu altro annuncio così disatteso: niente sentieristica, niente ripristino dei vecchi sentieri, nessun manufatto recuperato. Allo stato delle cose - difficile essere smentiti- molti vecchi sentieri non sono neppure percorribili, poiché franati o ricoperti completamente dalla vegetazione. Nel passato la fitta ragnatela di sentieri esistenti, erano frequentati da pastori, boscaioli e carbonari. Vecchie mulattiere, oggi non più rintracciabili, erano pure percorsi da viaggiatori/scrittori in cerca di nuovi mondi da scoprire e osservare. Mulattiere attraversate da carovane di muli che rappresentavano il mezzo locomotore dell’ epoca, per il trasporto di carichi e scarichi di mercanzie da un posto all’altro. Comunque, nell’era di Internet, una nuova moda sembra volersi affermare: frequentatori occasionali del Pollino si inventano veri e propri sentieri alternativi, aumentando, e non di poco, la confusione nei potenziali frequentatori dell’ area protetta. Pertanto, occorre che gli amministratori materializzino finalmente i tanto attesi, e non più rinviabili , strumenti operativi per poter sperare in un definitivo decollo del Parco Nazionale. Gli emigranti del 1903 e Giuseppe Violante - Arch. L'Altra Cultura voglio riferire pure qualche notizia sul prezioso trono di San Michele, di starordinaria bellezza. Da fondate informazioni di gente anziana e di coloro che hanno frequentato la nostra chiesa, ho appreso che il trono è stato realizzato nel 1907, per merito e per interessamento del signor Giuseppe Violante, grazie alle offerte dei nostri paesani residenti a Chicago. Purtroppo, sul trono non c’è scritto niente: né i nomi dei nostri emigranti e né quello degli artisti che l’hanno costruito. Meriterebbero di essere ricordati. (Michele Lofrano) Ancora sulle Gole del Raganello La proposta lanciata dagli amici di San Loernzo Bellizzi per il riconoscimento delle Gole del Raganello come patrimonio Unesco, va avanti e ha pure consensi. Ma pare che i sindaci ... “nìcchiano”, dice un nostro amico. Nell’articolo del precedente numero di Confronti (firmato da Rizzo e Carlomagno) non volevamo assolutamente omettere gli altri amici che continuano a battersi non solo per la proposta Raganello ma anche per la salvaguardia di tutte le altre bellezze naturali del Pollino, quindi è doveroso salutare e menzionare anche Vincenzo Tarantino, Leonardo Caprara, Domenico Cerchiara, Giovanni Vancieri, la dottoressa neurologa Maria Ernesta Leone e ancora altri. Li invitiamo a intervenire singolarmente, e chiediamo ancora scusa per eventuali omissioni. Intervenga anche qualche signor sindaco. Aprite il sito Web Master di San Lorenzo. (Confronti) Pagina 6 Confronti - N. 6 - GIUGNO A L T O Mensile dell'Alto Jonio di Attualità Politica e Cultura J O N I O Gli Scouts di Trebisacce onorano Carlo Acutis: un missionario con il mouse “la loro linea diretta con Dio” Foto F. Lofrano Dopo quattro anni dalla sua triste dipartita, noi scouts del gruppo Agesci Trebisacce 2, siamo riusciti nel nostro intento. Infatti, nei giorni 4-5 e 6 di giugno, abbiamo realizzato un Pellegrinaggio in quel di Assisi, facendo visita alla Tomba di San Francesco, alle Sacre spoglie di Santa Chiara e onorato con la nostra presenza l’amato conterraneo “Padre Bernardino Maria De Vita”. Appena dentro il cimitero, ognuno di noi si aspettava di vedere un grande mausoleo, ricco di statue, affreschi e marmi pregiati, ma la sua grande umiltà e carità ci messo di fronte ad una semplice tomba con poche scritte e senza tanti rilievi. Grande commozione in ognuno di noi nell’apporre la targa-ricordo sulla lapide del Padre che recita testuali parole:”Giorno 26 Agosto 2006 il cielo degli scouts Trebisaccesi si è arricchito di una nuova stella “Padre Bernardino Maria De Vita. La sua luce illuminerà per sempre la nostra strada”. Con immutato affetto i tuoi scouts”. Una crociera alle Tremiti (24-25 luglio) Al largo celle coste Pugliesi è stato organizzato un viaggio per conoscere le Tremiti, con le tre isole: la verdissima San Domini, la deserta e solitaria Caprara, e San Nicola. Uno spettacolo di museo a cielo aperto. Le isole sono circondate da un mare tropicale che regala infinite sfumature di blu, di turchese, di verde. Partenza da Corigliano Calabro Scalo p/o Rifornimento Agip: domenica 25 luglio. Per questa escursione in battello alle isole Tremiti: quota di partecipazione. euro 155.00, adulti; euro 125, per ragazzi fino a 12 anni. Prenotarsi entro il 9 luglio presso la ns/agenzia in Via Cilea 8 di Trebisacce. Giorno 6 giugno, invece siamo stati ricevuti e onorati sul presbiterio principale della Basilica di Santa Maria degli Angeli in Porziuncola, dove all’offertorio, abbiamo consegnato al Parroco della stessa, Padre Francesco De Lazzari, un ritratto raffigurante il Padre con uno scorcio del paese antico di Trebisacce e della chiesa madre di San Nicola di Mira, dove aveva ricevuto il battesimo. A proposito, l’opera è stata eseguita dall’abile ed estrosa pittrice Trebisaccese, nonché madre di un nostro lupetto Brunella De Paola, alla quale va il nostro più sincero grazie. L’opera, consegnata nelle mani di Padre Francesco e poi alzata in alto dallo stesso e da un capo, ha strappato applausi a mò di stadio e nel mostrarlo ai fedeli, baci e carezze a più non posso. Fedeli in lacrime e cuori affranti, ecco il risultato al passaggio del quadro lungo il tragitto che divideva il Presbiterio dalla portineria della Porziuncola. Il nostro Padre era ed è amato ancora oggi da molti fedeli ed ognuno, nel riverire la sua immagine, ci ha raccontato senza esitare il rapporto speciale che aveva con i pellegrini che cercavano in lui “il perdono”. Passare dal confessionale n. 15, vedere l’ombra di un confessore all’interno, ci esortava nell’andare a bussare alla sua porta, proprio come si faceva un tempo, ma poi la ragione ci riportava al presente e a desistere. Lì abbiamo incontrato altri fedeli e fra tutti un peccatore, figlio spirituale di Padre Bernardino per ben trent’anni, che è stato al suo capezzale fino all’ultimo respiro, ricevendo dal padre l’ultima benedizione. Giovannino è il suo nome, il cognome non ci sovviene, ma vi possiamo assicurare che nel ricordarci il nostro amato padre Bernardino, i suoi occhi si illuminavano di un cielo divino. Siamo rimasti a parlare con lui in Basilica e le sue parole hanno messo in risalto la sua grande devozione verso il padre e di come in tutto l’arco della giornata, anche sul lavoro, non può fare a meno di ricordarlo nella preghiera. Un grazie di cuore va al nostro amico e conterraneo prof. Cosmo Oliva che ci ha guidati e deliziati con il suono dell’organo e a Padre Francesco De Lazzari, parroco di Santa Maria degli Angeli, per averci concesso l’onore dei “piani alti”. Grazie ancora da tutti gli scouts del gruppo Trebisacce 2 che vogliono far diventare questo Pellegrinaggio la scintilla per tanti che ne seguiranno, perché come recita il canto del gruppo “Il richiamo è troppo forte”. Alla prossima. Vincenzo Romano Avrebbe compiuto 19 anni lo scorso 3 maggio, ma la sua esistenza terrena si è conclusa in soli 15 anni: è nato il 3 maggio 1991 e si è spento il 12 ottobre 2006 a causa di una leucemia fulminante. Eppure questi soli 15 anni racchiudono la testimonianza di una vita autenticamente cristiana. Non era diverso da suoi coetanei: faccia pulita, vestiti semplici e comodi, allegria prorompente. Amava i viaggi, la compagnia degli amici, rivelava una spiccata intelligenza ed una particolare attitudine nell’uso dei computers, che per lui non nascondevano segreti. Affettuoso e rispettoso nei confronti dei suoi genitori e nonni, studioso, eccelleva in alcune materie e in altre se la cavava abbastanza. Allegro, di compagnia; tutti desideravano stare con lui, anche perché era un ragazzo di grande generosità e comunicatività, ma anche di ascolto sincero e di gioia contagiosa. Anche a quanti lo hanno “incontrato” per la prima volta sulle “finestre di internet” Carlo Acutis non è rimasto indifferente. Anzi la qualità della sua vita e della sua morte hanno suscitato non poche riflessioni sul senso della vita. Scrive un lettore sul suo blog: “La cosa su cui riflettevo è che dopo aver conosciuto la sua storia è impossibile non farsi delle domande su come viviamo la nostra fede nella vita, proprio per il fatto che non abbiamo l’alibi che sia una figura lontana, d’altri tempi … questo ragazzo fino a poco più d’un anno fa stava qui a dare la sua testimonianza di cristianità, così come dovrebbe fare ognuno di noi! Leggendo il libro, quando incontravo delle date mi domandavo: “ma io dov’ero in quel periodo, che facevo?”, oppure “che caspita, questo ragazzo è nato dopo di me, è morto prima, e guarda dov’è saputo arrivare!”. Una cosa che non ti capita di fare con tutti i testimoni del vangelo di cui leggi la vita, no? Sono stato toccato molto da vicino”. Non si può non lasciarsi toccare da vicino, perché la vita di Carlo è vita del nostro tempo, concretamente incarnata in un contesto preciso e coinvolta in una fitta rete di relazioni. Una rete le cui maglie sono state costruite per accogliere tutti, per sorridere a tutti, per avere una parola di conforto per tutti. Una fitta rete di relazioni, armoniosamente vissute. Nel dispiegarsi di una vita normalissima, circondata dagli affetti dei famigliari, arricchita dalla presenza di amici sinceri, di insegnanti, catechisti, sacerdoti premurosi e attenti alla sua formazione culturale, umana e spirituale, animata dalle passioni per l’informatica e i viaggi, caratterizzata da una sana propensione alla scoperta e alla ricerca e da una sete inappagata di conoscenza, si inserisce un amore così profondo per Cristo da renderlo il tutto della sua esperienza terrena, che per Carlo, andava vissuta in vista del Paradiso. Carlo guardava al Cielo (amava affermare “l’Eucaristia è la mia autostrada per il Cielo”), ma con i piedi per terra, ovvero vivendo pienamente, e senza fughe in avanti, il suo presente e di esso assaporando ogni momento con un amore e una gioia di vivere inevitabilmente contagiosa. Tutto di lui, le movenze gentili del corpo, le labbra aperte in larghi e caldi sorrisi, le risate di cuore, gli sguardi sinceri degli occhi limpidi e puri, il timbro dolce e deciso della voce, tutto esprimeva la felicità di quegli attimi vissuti ora con la famiglia, ora con gli amici, a scuola o nei luoghi di ritrovo abituali, oppure nella silenziosa e intima comunione con il suo Signore, davanti al Tabernacolo o al Santissimo Sacramento esposto. Non sciupava nulla di ogni momento della sua vita, ma li riempiva con la sua solare presenza caricandoli di un significato nuovo, intenso in quanto sempre vissuti con Gesù nel cuore e sulle labbra. Egli è stato in questo modo portatore di un messaggio preciso che una vita armoniosamente cristiana non si compone al di fuori del tempo e della storia, ma si realizza dentro le caratteristiche di un’età precisa e dinnanzi ai più comuni modi di esistenza del nostro mondo e del nostro tempo. In Carlo tutto è stato dettato da una scelta veramente volontaria: è lui che ha desiderato ricevere la comunione a 7 anni; è lui che volle partecipare alla Messa feriale con costanza, è lui che amava fermarsi in adorazione davanti a Gesù Eucaristia, è lui che recitava quotidianamente il Rosario, è lui che ha fatto la scelta di consacrarsi alla Vergine. Ed è sempre lui che ha scelto di confortare, sostenere, aiutare, pregare per quanti si trovavano in condizioni di disagio spirituale e materiale. Solo Carlo è stato responsabile di ogni suo “sì”. Un “sì” pronunciato con determinazione e coerenza, con una radicalità che forse è propria di un adulto (ma chi può dire quando in un individuo sopraggiunga la maturità!). In soli 15 anni, dunque, si è rivelata una maturità compiutamente spirituale e umana, favorita dalla sua intima e assidua partecipazione al mistero eucaristico e forgiata alla scuola di Maria. Nella brevità della sua “straordinaria quotidianità” Carlo ha vissuto facendo entrare Cristo in tutto ciò che faceva, pensava, diceva; nelle sue relazioni, nelle sue amicizie, nei suoi affetti famigliari, nello studio, nel gioco, nell’uso stesso del computer, tantoché se si vuol conoscere la vita di questo ragazzo si può cliccare anche sul suo sito (nel quale si trovano tante parti da lui ideate e programmate): www.carloacutis.com. Sì, anche questa è stata la sua normalità: usare i nuovi mezzi di comunicazione per arrivare a tutti e far conoscere Cristo. È stato un missionario con il mouse! Don Michele Munno Confronti Pagina 7 Mensile dell'Alto Jonio di Attualità Politica e Cultura A L T O - N. 6 - GIUGNO J O N I O "Le quattro volte" di Frammartino La festa di Sant’Antonio in Albidona Le Quattro Volte di Michelangelo Frammartino, che tanto successo e ammirazione ha riscosso a Cannes 2010, è una voce “fuori dal coro”. Il film appartiene al mondo dei cineasti che stanno “fuori”, che ricercano e sperimentano linguaggi originali. Le Quattro Volte è un “Documentario Lirico”, pensato per evocare tradizioni arcaiche dai connotati antropologici, ma anche filosofici. La Calabria, terra d’origine del giovane regista, è l’angolo di mondo scelto per rappresentare l’essenza quadrupla dell’uomo, che come indicata dalla scuola pitagorica, a cui fa riferimento il cineasta,in noi risiedono quattro vite successive. Frammartino, con la sua opera, ha onorato il cinema italiano al Festival di Cannes 2010 più di qualche politicante regista ottuso. Il suo film, pur facendo arte, resta ai margini della “bottega”, troppo attenta ad ammaliare il pubblico con intrattenimenti spesso insulsi. Ricordo il regista ad Alessandria del Carretto alla ricerca delle tradizioni più semplici, ma autentiche di un mondo rurale ormai scomparso. Infatti, l’intero percorso del film predilige la camera fissa come se fosse una macchina fotografica ed è un susseguirsi di quadri e immagini naturali. Anche le riprese realizzate ad Alessandria del Carretto, durante “a feste da pite”, sono state montate con l’uso di una inquadratura sapiente, che non ha bisogno né di dialoghi, né di musica per farsi sentire, sono i rumori diventati musica a tenere alta l’attenzione dello spettatore. Frammartino ci regala una lirica del mondo contadino che sta scomparendo e della natura che non è stata mai matrigna con l’umanità. Il Documentario ci riporta in un tempo dove l’uomo ritrova la sua dignità nel mito, ben lontano dalla quotidianità frivola a stereotipata dei nostri tempi. Ho contattato personalmente il regista per complimentarmi e per invitarlo, a nome di tutta l’amministrazione comunale, quest’estate ad Alessandria per proiettare in piazza il suo film e per rivivere i momenti più esaltanti della nostra festa, dove con discrezione, il Frammartino ci offre delle magnifiche immagini di confine tra cultura e natura. Vincenzo Gaudio Sindaco di Alessandria del Carretto Alessandria del Carretto L’Ostello dell’ambrosia Se salirete sui monti dello Sparviere e della Privitera, fate una breve sosta, alle porte dell’Orto botanico, per consumare una gustosa colazione preparata dai giovani dell’Ostello della gioventù, i quali intendono portare il loro contributo per far rivivere la piccola comunità. Si possono gustare anche ottimi pranzi di prodotti tipici, vi si può pure pernottare per un tranquillo riposo. Te n e r e z z a Giovanni Rizzo, laureato in agraria presso l’università di Bologna, lavora in una grande azienda regionale dell’Abruzzo. Quando scende in Calabria, riprende la sua macchina fotografica e gira per documentare gli ultimi aspetti della nostra civiltà contadina. Tra le tante altre sue foto, scegliamo questa che intitoliamo “Tenerezza”: due innocenti creature in perfetta simbiosi d’affetto: la piccola Antonella e il suo caprettino di pochi mesi. Dopo quella di San Michele, Foto giu/ri Sant’Antonio da Padova è la seconda festa religiosa dell’anno. Sant’Antonio era un francescano; qui, in Albidona, fino al 1860 c’era il convento dei Minori Osservanti che si richiamavano a San Francesco d’Assisi e al santo di Padova. Oggi, questa chiesa è detta Convento, o di Sant’Antonio. Anche quest’anno, il 13 di giugno si è svolta la sua festa, con la messa del mattino San Giorgio Albanese. La tradizione più e la processione. C’erano diversi emigranti caratteristica è quelli dei “menzitùmmeni”, provenienti dall’Argentina. altrove detti anche “cinti”: pieni di grano e Questa festa è ancora ricca di tradizioni rivestiti di bellissimi drappi del corredo fempopolari: l’incanto delle offerte votive, i minile del luogo. (Il Cronista) fuochi pirotecnici, la banda musicale di Il turismo nell’Alto Jonio-Sibaritide nel libro di Antonio Franzese Organizzata dall’Amministrazione Comunale di Cassano allo Ionio, ha avuto luogo, nel centralissimo Teatro Comunale, la presentazione dell’ultimo libro del Giornalista, prof.Antonio Franzese dal titolo: “Viaggio-Inchiesta nel Pianeta Turismo da Sibari all’Alto Jonio”, edito dalla casa editrice “La Mongolfiera”. A presentare la serata è stato il Giornalista Rai, Vincenzo D’Atri. Sono, quindi, seguiti gli interventi dell’Avvocato Gianluca Gallo, Sindaco della Città di Cassano nonché consigliere regionale e del prof. Salvatore Arena, autore della prefazione del volume che ha illustrato al numeroso pubblico presente in sala, il viaggio-inchiesta del prof. Franzese tra i lidi moderni sul litorale jonico. “Il Giornalista –ha detto Arena-coglie, nel suo viaggio, l’occasione per mettere in luce paesaggi inesplorati e di una bellezza incomparabile, dando al lettore la sensazione di seguirlo nei vari percorsi”. Hanno chiuso la serata le relazioni del prof. Pasquale De Marco, Giornalista e della professoressa Filomena Minella Bloise, ordinaria di Italiano e Latino nel Liceo Scientifico della vicina Castrovillari. Presente anche l’editore del libro, Giovanni Spedicati e l’autore che ha ringraziato il folto pubblico presente, spiegando ulteriormente, il contenuto del suo libro, dando appuntamento ai convenuti alla sua prossima fatica letteraria. Nel libro, dedicato al Presidente della S.E.S. Gazzetta del Sud, Giornalista Giovanni Morgante, si parla del complesso turistico dei Laghi di Sibari, del VillaggioBagamoyo; del Museo Archeologico e degli scavi di Sibari; dell’aviosuperficie e del campo da golf; del Camping di Contrada Salicetta; del Centro Storico di Cassano; delle Terme Sibarite; di Villapiana Lido; Cerchiara di Calabria, Oriolo, Trebisacce, Albidona, Montegiordano, Plataci, Castroregio, Canna, Nocara; Amendolara, Roseto Capo Spulico, Rocca Imperiale. Si tratta di una interessante inchiesta la cui lettura non è solo la traccia di itinerari turistici e culturali(corredata di fotogra- fie), ma rappresenta una disamina attenta ed intelligente delle problematiche che hanno investito il settore turismo e che, purtroppo, continuano ancora oggi ad interessare gli addetti ai lavori e l’opinione pubblica. L’autore del libro è stato Direttore del Giornale studentesco “Vent’Anni”. Per lungo tempo corrispondente della Rai nonché collaboratore dell’Agenzia Giornalistica Ansa per moltissimi anni. E’ stato condirettore del periodico di varia cultura “Verità Calabre”. Su richiesta del Vescovo Mons. Francesco Pala, ha curato i servizi giornalistici di Radio Tele Don Bosco, emittente religiosa a livello diocesano. E’ stato il primo Capo Ufficio Stampa del Comune di Cassano. Ha collaborato e collabora, oltre che con la Gazzetta del Sud, anche a mensili, quindicinali e settimanali. Ha al suo attivo pregevoli pubblicazioni quali: “Dal Sud una Voce”, collage giornalistico edito da “Rinnovamento di Napoli” con prefazione dello scomparso Preside Salvatore Bruno; “Pensieri”, raccolta di poesie edita per i tipi Bruno. Ha ricoperto la carica di Vice Sindaco della Città di Cassano e di Assessore alla Pubblica Istruzione. Numerosi gli attestai e i premi letterari ricevuti. Attualmente, è Presidente dell’associazione culturale “Nuova Idea Cittadina” da oltre quindici anni succeduta a “Progetto Città” da lui fondata e ideata. E’ socio fondatore del Circolo della Stampa “Pollino – Sibaritide”. E’ iscritto all’ordine dei Giornalisti della Calabria dal 4 aprile 1970. Già docente nelle scuole superiori e nella media “Lanza” di Cassano ove per svariati anni ha ricoperto la carica di Vice Preside Vicario. Luigi Franzese Pagina 8 Confronti - N. 6 - GIUGNO Mensile dell'Alto Jonio di Attualità Politica e Cultura TREBISACCE E DINTORNI L’IPSIA ha festeggiato i 5 anni di gemellaggio elettronico S P O R T con scuole europee costellati da prestigiosi successi TREBISACCE. Una grande festa all’Ipsia “E. Aletti” per celebrare i cinque anni di etwining, il gemellaggio elettronico con le scuole europee che si avvale dell’utilizzo delle Tic. E’ dal 2005, come ci riferisce la professofotoCostanza, La Roccache l’Istituto ressa Teresa trebisaccese partecipa a progetti di collaborazione con scuole europee mediante la pratica dell’e-twining, conseguendo riconoscimenti prestigiosi. Nel 2006 l’E. Aletti si è classificato al 2° posto, per la categoria risorse digitali (1319 anni), con il progetto “Olive tree- Olive oil (“Albero di olivo-Olio di oliva”). La premiazione si è svolta a Linz (Austria). Nel 2009, con il progetto triennale “The Pizza Business Across Europe” (L’impresa della pizzeria in Europa), la scuola ha conquistato, invece, il 1° posto per la categoria 16-19 anni. La premiazione è avvenuta a Praga (Cecoslovacchia). Questo progetto è stato presentato anche al concorso internazionale “Global Junior Challenge (Gic), che premia i progetti più innovativi che utilizzano le più moderne tecnologie informatiche nel cam- po dell’educazione e della formazione dei giovani. Sempre il progetto sulla pizza è stato premiato a Roma con la prestigiosa statua raffigurante la lupa capitolina (simbolo della fondazione della Città di Roma). A consegnare la statua alla dirigente scolastica Silvana Palopoli, che era accompagnata dalla referente e ambasciatrice e-twining, professoressa Teresa Costanza, e dai docenti Elirosa Gatto e Domenico Guarino, l’illustre professor Tullio De Mauro, presidente della Fondazione Mondo Digitale (nella foto). Spiega Teresa Costanza, docente di inglese, che sia e-twining che il Global Junior Challenge si inseriscono nell’ambito del programma E-learning (apprendimento in rete) lanciato dalla CEE, dal vertice di Lisbona, a garanzia della diffusione di una consapevole cultura digitale nelle scuole, tra gli insegnanti e tra i giovani, per incoraggiare le giovani generazioni ed i loro insegnanti all’utilizzo delle nuove tecnologie e per favorire lo scambio di esperienze con iniziative di successo. In occasione delle festa per i cinque anni di E-Twining gli allievi dell’Alberghiero hanno creato un gelato con i colori giallo e blu della bandiera europea, che è stato gustato da tutti gli invitati. Ma ci sono altri progetti e-twining in cantiere, tra cui “How to become chef in Europe” (come diventare chef in Europa). Agostino Cimbalo L’Osservatorio cittadino E’ stato inaugurato il Polo museale “La Fornace”, che sarà adibito al settore dell’archeologia e a luogo di documentazione per l’Alto Jonio. Il campetto di S.Martino è senza spogliatoi e servizi igienici; si reca disturbo ai vicini, i quali indirizzano una lettera al sindaco Bianchi, ai carabinieri, all’Aspo di Cosenza, alla Procura della Repubblica. Invece, il Campetto di calcio per i bambini del “Virgo fidelis” è stato realizzato dal Rotary Club (pres. Loredana Latronico) ed è già in funzione. Finalmente, completato e inaugurato il Centro Palacongressi che servirà per la convegnistica e per le attività giovanili. Il Comune l’ha dato in concessione al Rotary Club. Si discute ancora delle Pescherie: nonostante i cavilli giuridici, i magazzini, soprattutto per ragioni igieniche, saranno trasferiti nel mercato di Ortofrutta: dovranno essere pure adeguati alle esigenze ittiche. Il sindaco fa affiggere un’ordinanza invitando i cittadini a ri- spettare l’orario per depositare i rifiuti nei cassonetti, ma Schiumerini dice che si fa soltanto “enfasi pittoresca”. Comunque, anche quando Schiumerini era addetto all’ambiente, Trebisacce non era sempre pulita. Pino D’Urso è sempre trionfante: “L’Udc cresce”, e gli uccidini trebisaccesi si collegano a Gallo e a Trematerra. Comunque, il sindaco Bianchi annuncia altre opere pubbliche: con tre milioni di euro saranno costruiti i locali dei due licei, il restauro del palazzo Massafra (che sarà adibito a luogo di cultura) e al posto del parco macchine, incendiato lo scorso anno, sorgerà un auditorium. Però, nei lavori del Lungomare si aspettano ancora i finanziamenti promessi. Continuano i vandalismi, e il primo cittadino ne resta abbastanza arrabbiato, ma la vigilanza (notturna e diurna) dov’è? (Orazio e Pancrazio) 26° TROFEO DELIART-USALT Acli 2010 Trionfa MICHELANGELO SPINGOLA Il 26° TROFEO DELIART-USALT Acli, manifestazione Nazionale Acli di “corsa su strada”, si è tenuto mercoledì 02 giugno 2010 sul circuito di Trebisacce. Il Trofeo 2010 è stato vinto da Michelangelo Spingola della società sportiva Baskim Spezzano A. CS. Mentre per gli assoluti femminili è risultata vincitrice Fausta BIANCO della società sportiva Locorotondo (BA). Ventisei anni e non li dimostra. Come sempre la città di Trebisacce ha accolto con molto entusiasmo questa giornata sportiva dedicata all’atletica. Un vero e proprio patrimonio sportivo da difendere e valorizzare: uno degli appuntamenti più longevi di tutto l’Alto Jonio e della Calabria intera organizzato dall’Usalt di Trebisacce, società che opera nel territorio dal 1979. Il TROFEO ha superato da tempo la maggiore età grazie all’impegno e alla determinazione dei Presidenti dell’Usalt Salvatore Noia (onorario, tra i fondatori della gara), Giuseppe Lombardo (pro tempore) e dei dirigenti Vincenzo Delia, Francesca De Nardi, Antonio Cataldi, Renato Noia, Pietro Civale, Filomena Bruno e Roberta Ruscelli. La presenza e il coinvolgimento di molte istituzioni a sostegno del Trofeo dimostra inoltre come questo sia diventato un vanto per tutto il territorio. Vanno menzionati il Comune di Trebisacce con il suo Assessore allo Sport Antonio Cerchiara, l’U.S. ACLI Calabria, Coni, Ufficio Pastorale Diocesano, Misericordia Trebisacce, Croce Rossa Trebisacce, Protezione Civile Trebisacce, Carabinieri, Vigili Urbani, A.O.P.C.A.-Museo Ass. ONLUS “Ludovico Noia” Trebisacce, Coordinamento Educazione Motoria Fisica e Sportiva CSA Cosenza, Rangers Calabria. La manifestazione, patrocinata dall’Amministrazione Provinciale di Cosenza, ha visto la partecipazione di circa 300 atleti, provenienti da diverse località calabresi, nazionali ed internazionali. La gara, divisa per categorie si è svolta su diverse distanze e sotto il controllo dei giudici di gara U.S. Acli Calabria: Campolo Carmelo (nuovo Presidente Regionale ACLI), Presidente Rag. Giovanni Manganaro e il gruppo Giudici di gara U.S. Acli di Trebisacce. La Confraternita Misericordia di Trebisacce con il relativo personale medico e la presenza delle sue ambulanze ha curato l’assistenza sanitaria insieme alla Croce Rossa. Alla premiazione erano presenti, l’assessore allo Sport del Comune di Trebisacce Antonio Cerchiara, il rappresentante nazionale U.S.Acli Rag. Giovanni Manganaro, la rappresentante territoriale CONI prof.ssa Anna Maria Cetera, il Presidente Regionale US Acli Calabria Carmelo Campolo e il Presidente Onorario Usalt prof. Salvatore Noia. Per le gara tra le scuole, al primo posto si è classificato il Liceo Scientifico di Trebisacce seguito dall’IPSIA di Trebisacce e dalla Scuola Media di Villapiana. Al termine i primi tre atleti di ogni categoria sono stati premiati con coppe, tutti gli altri hanno ricevuto una medaglia ricordo e un pacchetto con Delizie Divella. Premiate anche le Associazioni presenti e gli ospiti più illustri. Enzo Per Antonella Livi Nella tua Antonella ti ho incontrato, lei di te parlava, Enzo; di te sapevo, sapevo del tuo tormento, meglio, di una forza dentro che ti giocava, incapace di scegliere. Per anni, contenuto dall’amore tante volte hai sorriso alla vita. Hai dato speranza ancora nel percorso segnato dal mistero. E lei con te con amore fino all’ombra della sera quando chiedesti la tua lucerna di testimone vigile e fedele. Nel tuo sonno ti ho visto sereno. 20/06/2010 Confronti Pagina Mensile dell'Alto Jonio di Attualità Politica e Cultura TREBISACCE Dal Bastione al pontile, dal Saraceno alla Pagliara E 9 - N. 6 - GIUGNO DINTORNI UNA FOTO E UNA DOMANDA A mio nipote Ciccillo: non fare il servo di quelli che sono più cretini di te E poi, i nemici del popolo e dei giornali, e quelli che se lo fregano senza pagare, vanno dicendo che “nessuno legge Confronti” ! Vedete questi amici come se lo divorano! Grazie, cari e buoni lettori. Purtroppo, devo scrivere ancora di “monnezza”: i materassi da morto, i vasi da cesso e le buste piene di rifiuti putrefatti sono stati finalmente eliminati negli ultimi giorni del mese di giugno, ma la vede e nessuno rimuove, ma anche qui siamo degli sporcaccioni. La signora del professore fuma la sua lunga sigaretta e poi butta la cicca dal balcone. Ci avete fatto caso che i vecchi negozi dei trebisacccesi sono stati sostituti quasi tutti dai cinesi e dai giapponesi ? Nelle pizzerie, nella macellerie, nelle salumerie e anche nei negozi di abbigliamento quando chiedo “come andiaEcco come si presentano alcuni angoli di Trebisacce agli occhi nostri e dei forestieri: monnezza dentro e fuori dai cassonetti. Cassonetti che negli altri paesi sono scomparsi da tempo per effetto della raccolta differenziata e che a Trebisacce invece continuano ad essere occasione di degrado, perché la gente, (spesso signore con le unghie “pittate” e il tacco a spillo), pensa di lavarsi la coscienza allontanando la spazzatura e gli ingombranti dalle proprie case e abbandonandoli nei pressi dei cassonetti. Ma giacchè i cassonetti ci sono e forse ci saranno ancora a lungo, la domanda I nostri cari lettori - Foto Pino Genise gente incivile ha ripreso a sporcare. Il traffico è ancora confuso, i cretini e le cretine che guidano l’auto col cellulare all’orecchio, in pieno corso Lutri non li vede e non li contravvenziona nessuno. I vandali notturni che distruggono ciò che appartiene al pubblico agiscono di notte e non è facile coglierli in fragrante; ma gli sporcaccioni che lasciano le buste e gli scatoloni sui marciapiedi e anche in mezzo alla strada qualcuno riesce pure a vederli. Una ragazza delle scuole superiori m’ha risposto con una parolaccia quando un attempato anziano come me, le ha detto che il cartoncino del gelato a cornetto non si butta dinanzi alla porta degli altri. Il mio gattone ha stanato un grosso topo di fogna che aveva la testa grossa e la coda di 25 centimetri; ci ha faticato molto per ucciderlo, ma il topo gli ha strappato pure mezzo orecchio. Signori, ci vuole una immediata disinfestazione ! E la strada sul Fosso Fiorentino, non va male: resta sempre tale e quale ! Sono passato per una di quelle strette stradelle che solcano gli aranceti e ho visto che molti miei compaesani hanno venduto la propria cozza di vigna o l’hanno abbandonata alle sterpaglie: le piante di prugne, le “ficarre” e le albicocche sono coperte dai roveti e dalle cannucce. Ma le arance si perdono sotto la pianta: i napoletani si riempiono le cassette di quelle scelte, ma le altre, sebbene siano ancora ricchi di succo, non le vuole nessuno. Dietro il pilone della Pagliara c’è un cumulo di bottiglie di birra che nessuno mo con i turisti dell’estate 2010”, mi rispondono quasi tutti così: “male, malissimo, pochi turisti per 15 giorni”. Ci vogliono ancora due anni e si parla già di elezioni comunali. Mio nipote Ciccillo il mandrillo, che vuole fare pure la sua lista alternativa, mi dice che qualcuno, che passa disinvoltamente da una paranza all’altra dà già per scontato il novello veltro di Trebisacce. Qualche altro rischia di finire come mercenario del migliore offerente, e altri potranno aggregarsi anche in una nuova armata Brancaleone. Quindi, che sarà per la prossima tornata elettorale ? Se il magàro di Favale (oggi Valsinni) fosse ancora vivo, potremmo sapere qualcosa. Ma l’ernia di Stràzio prevede quattro liste in lizza. Però, a mio nipote Ciccillo lascio questa piccola raccomandazione: non fare il servo di quelli che sono più cretini di te. Zu’ Rucch sorge spontanea: quand’è che i trebisaccesi impareranno a buttare la spazzatura dentro i cassonetti ed a conferire i rifiuti ingombranti chiamando l’apposito numero 0981-550252 (gratuito?). Non meravigliamoci più di tanto se i settentrionali della Padania continuano a chiamarci “terroni” ed a sognare di vederci fuori dall’Italia! Magari con l’Africa? Firmato: un cittadino “scandalizzato” dall’inciviltà di molti trebisaccesi e infuriato dalla mancanza di controllo da parte di chi dovrebbe farlo e non lo fa. Lo studente di origine marocchina Habbi Saa, classificato al 2° posto a livello provinciale e primo a livello regionale nella corsa campestre Sul tema “Noi e lo sport attivo” si è celebrato all’IPSIA di Trebisacce, diretta da Silvana Palopoli un convegno-manifestazione in cui si è discusso di sport e si sono premiati i giovani dell’Istituto che hanno partecipato alle gare provinciali e regionali, con lusinghieri successi; festeggiati anche i docenti di educazione fisica Francesca De Filippo, Mariella Iantorno e Nora Donato che ne hanno seguito la preparazione. Relatore Antonio Miniaci che ha ricordato il ruolo dello sport che a questi livelli non è inquinato da interessi materiali e da violenza. Intervenuti anche il sindaco Mariano Bianchi e l’ass Antonio Cerchiara. Era presente per il Coni, Annamaria Cetera che nel suo intervento ha sottolineato i meriti della scuola nella promozione dello sport che aiuta ad evitare i pericoli della nostra società per i giovani e offre opportunità di crescita materiale e spirituale. Al termine della manifestazione, organizzata e curata dai professori Piero De Vita e Salvatore Noia, sono stati premiati i vari gruppi che si sono affermati nel calcio, nella palla a volo, nell’atletica leggera. Tra tutti è spiccata l’affermazione di Habbi Saa, studente di origine marocchina classificato al 2° posto a livello provinciale e primo a livello regionale nella corsa campestre. (V.zo Filardi) Rodolfo Ponce Montero, uno dei più grandi pianisti viventi a Castrovillari Castrovillari ospita Rodolfo Ponce Montero, uno dei più grandi pianisti viventi. Concerto di Pianoforte all’insegna della grande e ottima musica classica, il 4 giugno, presso la Sala “Francesco Varcasia”, stracolma di pubblico, nonostante il cattivo tempo e la pioggia battente. Interprete d’eccezione il pianista americano Rodolfo Ponce Montero, per la sua tournèe europea, applauditissima a Madrid, Roma, Cagliari, nonché a Castrovillari. Il Maestro Ponce è uno dei più apprezzati interpreti viventi, osannato dalla critica internazionale in ogni concerto, con una carriera che lo ha visto protagonista nei più importanti teatri del mondo, ed ha suonato come solista nelle più rinomate orchestre sinfoniche d’America, da oltre quarant’anni. Ha inciso venti CD, molti dei quali dedicati alla musica del ‘900, tra cui la Sonata Fantasia op.11 del nostro concittadino Leonardo Saraceni, realizzata in CD per il mercato americano (nella foto durante la registrazione), nonché l’opera completa di Gerard Muench, compositore tedesco. Scrive Juan Arturo Brennan sulla stampa internazionale: “Uno dei tanti modi per apprezzare lo stile di un grande interprete è attraverso il suo repertorio. Le migliori referenze non sono sempre accoppiate alla maestria dei classici, ma al modo di esprimere le sonorità. Tale è il caso del maestro Rodolfo Ponce Montero”. Prestigiosa anche la sua carriera di insegnante, esercitata principalmente presso il Conservatorio delle Rose, nella città di Morelia e all’Università di Guanajuato, di cui è stato anche direttore. “. Il Maestro Rodolfo Ponce Montero ha fatto tre giri d’Italia, dando concerti in luoghi come Spoleto, Associazione Culturale per L’Orfeo, Ischia, Arezzo per il festival di musica da camera, Benevento e nei conservatori di musica della Sardegna, dimostrando sempre il virtuosismo e la sensibilità che lo caratterizza. Attualmente è Direttore Artistico del Festival “Guillermo Pinto Reyes” nella città di Guanajuato, nonché docente dei Corsi di Alto perfezionamento della Scuola Superiore di Musica “F. Cilea” di Castrovillari. (da Leonardo Saraceni) Pagina 10 Confronti - N. 6 - GIUGNO Mensile dell'Alto Jonio di Attualità Politica e Cultura CULTURA Poeti dell’Alto Jonio Sebastiano Indraccolo Sebastiano Indraccolo lo conosciamo tutti: è una persona che non ama le esibizioni pubbliche, lavora nella scuola, si dedica alla famiglia e fa pure il diacono. Ha pubblicato già qualche altro libro; queste 21 liriche sono brevi ma di grande intensità. Il vescovo Vincenzo Bertolone nella presentazione scrive che “la poetica di Indraccolo è fatta di ombre, malinconie, brandelli, ricordi e sussurri” e lo invita a pubblicare le altre poesie delle sue raccolte. Il Dott. Luigi Odoguardi, prima della sua immatura scomparsa, ebbe modo di leggere i versi del suo amico Sebastiano e lo ricorda come “ragazzo d’altri tempi che trova enormi difficoltà ad inserirsi in questo nuovo mondo tecnolo- Sentieri - Foto giu/ri gico che ha dimenticato il valore assoluto dei rapporti interpersonali, ma lo assorbe la famiglia, dove agisce da padre, fratello, amico”. Sì, sono questi gli insopprimibili valori che ci fanno avere i più sicuri riferimenti dell’esistenza. Come scrive ancora mons. Bertolone, queste liriche di Indraccolo ci invitano alla “meditazione e alla serenità”. Aggiungiamo che c’è anche una valenza sociale, quando leggiamo che “il ricavato dalle vendite della raccolta di poesie “Solo ... Sensazioni”, sarà interamente devoluto all’associazione “Salus Suprema Lex” per contribuire all’acquisto della “Risonanza magnetica articolare” destinata all’Unità Organica di radiologia dell’Ospedale “Guido Chidichimo” di Trebisacce. (V. Filardi) ... nascerà il sole Danzano I passi del vento In questo cieco sentiero Ai margini della notte Poi ... fuggono lontano, Volano Con le ali degli angeli oltre le frontiere del cielo, tra stelle sdraiate sul nero infinito. All’alba Si sveglieranno i colori E nelle mie mani Nascerà il sole. Sebastiano Indraccolo, Solo ... sensazioni, Tipolitografia Jonica-Trebisacce (CS), 2009 Sul libro di don Vincenzo Barone Età Serena premia il maestro Cataldi “Il segreto uccello azzurro”, Editrice Kadmo, è il titolo dell’ultimo libro scritto da Giovanni Cataldi, scrittore e artista poliedrico, nativo di Trebisacce ma residente a Villapiana che è stato presentato presso il Centro Sociale Età SerenaUnitre-Passaggi nel corso di una serata culturale condotta da Pietro Aino alla presenza dell’autore. Relatrici le professoresse Caterina De Nardi e Teresa Larizza. Secondo le relatrici il libro, permeato da alcuni riferimenti autobiografici, descrive la prima adolescenza, spensierata ma sofferta di Paoluccio, “fanciullo intelligente, creativo e fantasioso, con scarso interesse per la scuola” che, incompreso da tutti e poco sorretto dalla famiglia, perde ben presto auto-stima e finisce per chiudersi a riccio, per relegarsi in un mondo tutto suo, fatto di aquiloni e di sogni, rinunciando a coltivare e valorizzare le sue innate qualità (il suo segreto uccello azzurro). Per fortuna lo sorreggono i suoi giochi e soprattutto gli aquiloni che lui stesso costruisce con maestria ricavandone piano piano quella gratificazione e quel coraggio che lo aiutano a ritrovare fiducia in se stesso ed a capire il valore dello sforzo personale. Grazie alla ritrovata fiducia in se stesso Paoluccio si redime, cambia atteggiamento e diventa un ragazzo nuovo, felice di esistere e capace di fare buon uso del suo tempo e delle sue qualità. “Si tratta – secondo Teresa Larizza - di un libro dal profondo valore didattico, che secondo le relatrici andrebbe diffuso nelle scuole e che offre spunti di riflessio- ne sulla funzione insostituibile della famiglia e della scuola, sul valore del gioco creativo, che nulla ha a che spartire con i giochi tecnologici della società moderna che finisce per partorire ragazzi smarriti, frastornati, incapaci di concentrazione e di senso critico…”. Un libro da profondo valore didattico insomma nel quale l’autore, insegnante in quiescenza, ridiventa maestro di vita. (p.l.r.) La ricerca fotografica Sul mondo del lavoro contadino Buona partecipazione per la nostra ricerca fotografica sul mondo del lavoro contadino e degli artigiani dei nostri paesi. Siamo tra giugno e luglio, è il tempo della mietitura e della trebbiatura del grano. L’artista Lorenzo Gugliotti ci presenta lo schizzo di una contadina del suo paese mentre falcia il grano dei suoi campi. Invece, Francesco Carlomagno ci manda una fotografia della terza fase del lavoro agricolo: dopo la semina e la mietitura, ecco la trebbiatura, con la coppia dei buoi sull’aia di San Lorenzo Bellizzi. Arch. F. Carlomagno Lorenzo Gugliotti C’era una volta un bel paese Mi riferisco al nostro beneamato e ridente paese, dove le cose purtroppo peggiorano di giorno in giorno e non tanto per colpa degli amministratori. Io non ne faccio una questione politica, che lascio agli altri. C’è molta gente, con cui vengo a contatto per il lavoro che svolgo, che si lamenta. In realtà il paese negli ultimi 10 anni è cambiato in peggio. Che cosa dobbiamo fare, rassegnarci? Non credo proprio, ma ognuno di noi dovrebbe contribuire a migliorarlo. In affetti, penso io, la città la fanno i cittadini con le loro iniziative, il loro senso civico, la loro fantasia. C’è gente che ha deciso di andare via, non certo per divertimento ma per lavoro. Gente che ha deciso di rischiare, come una vera giocata d’azzardo e quando torna in paese ha un altro ricordo. Anche io, facessi un salto nel mio passato, mi accorgerei che mol- to è cambiato: non c’è più la vecchia cittadina trebisaccese nella quale io sono cresciuto. Una volta la sera del sabato e della domenica via Lutri pullulava di persone che passeggiavano. Ora è quasi deserta. Pochi sono rimasti alle vecchie tradizioni di un tempo. Prima c’era molto da divertirsi, ora la gente si rintana nei bar per passare un po’ di tempo libero. Un tempo Trebisacce era il fiore all’occhiello dell’alto jonio, era il paese più bello e nel periodo delle feste i turisti scendevano con piacere e a frotte a Trebisacce. Ora credo non è più così, tranne che in pochi giorni all’anno: San Rocco, Festa del Mare, Notte Bianca… Una volta in estate sul lungomare c’era qualche discoteca,ora non c’è ne sono più: bisogna andare fuori paese. Per non parlare degli uffici che si sono persi: c’era la Finanza, la Pretura, l’ospe- dale che oggi c’è ma non c’è perché è agonizzante. Non parliamo poi delle strade: da quando sono iniziati i lavori per la riparazione delle tubazioni dell’acqua, le buche non si contano: sono diventate sempre più profonde e per percorrere una strada di Trebisacce con l’auto bisogna inevitabilmente muovere lo sterzo a destra ed a sinistra in continuazione. Sembra un videogame. Si potrebbe chiamare: “Evita la fossa, se ci riesci”. Ma quando finiranno questi lavori? E quando asfalteranno le strade? Speriamo presto, altrimenti conviene comprarci una ruspa anziché l’auto. Viviamo insomma in un paese con tanti problemi, vecchi e nuovi ma, tutto sommato, è bello vivere a Trebisacce. Io la penso così e voi? Giuseppe Angiò Confronti Pagina 11 - N. 6 - GIUGNO Mensile dell'Alto Jonio di Attualità Politica e Cultura CULTURA l culto di Sant’Antonio da Padova in Calabria Da sempre la religione è considerata sapienza di vita così come la devozione ai santi è sempre viva nel cuore della gente. I Santi rappresentano gli esempi cui ispirarsi, cui chiedere conforto e sostegno durante il difficile percorso di vita. S.Antonio da Padova fu, come lo definì papa Leone XIII ,“Santo di tutto il mondo”. S. Antonio nacque a Lisbona, in Portogallo, nel 1195 da una nobile famiglia. Al secolo fu battezzato col nome di Fernando. Dopo aver lasciato il lussuoso palazzo di famiglia, fu avviato agli studi sin da giovanissimo presso la cattedrale di Lisbona e lì divenne frate agostiniano a soli quindici anni. In pieno accordo con i suoi superiori, abbandonò Lisbona e si recò a Coimbra, dove esisteva un’abbazia agostiniana. Lì studiò intensamente tanto che a venticinque anni fu ordinato sacerdote. A quel tempo i missionari che si recavano per predicare il Vangelo ,in altre parti del mondo. venivano maltrattati e uccisi e così avvenne in quel periodo in Marocco dove furono uccisi cinque missionari francescani. Proprio a causa di questo evento, Fernando, preso dall’ardore della fede chiese di passare nell’ordine dei francescani presso un vicino eremo e così fu. Dopo aver indossato il saio francescano, cambiò vita, si chiamò Antonio( dal gr. ‘anthos= fiore) e si imbarcò per l’Africa. La missione in Marocco però non fu felice perché fu costretto a ritirarsi per una grave malattia. La nave dove egli era imbarcato per il ritorno, fu trascinata però da venti contrari presso Messina e si trovò quindi in Italia. Al suo arrivo in Italia volle incontrare San Francesco ad Assisi, di cui tanto si parlava e ci riuscì nel 1221. Antonio fu preso tanto a cuore da frate Francesco che lo mandò persino in Francia come missionario, precisamente ad Arles, nel 1224. Alla morte di San Francesco nel 1226, S. Antonio fu richiamato in Italia. A Bologna curò in particolare la fondazione della scuola teologica dell’ordine francescano. Taumaturgo e grande evangelizzatore del suo tempo il santo ottenne di recarsi a Padova negli ultimi periodi della sua esistenza e lì compilò molte opere da meritare il titolo di Dottore della Chiesa. Dopo un vita spesa nella preghiera, nella solidarietà verso i poveri e i sofferenti, S.Antonio morì a Padova il 13 giugno del 1231. LUTTI Si è spento ad Acri, serenamente come era vissuto, Angelo Mangano: una vita dedicata al lavoro e alla famiglia. Era un affabile e prezioso narratore orale dei fatti del suo paese e della guerra che aveva pure sofferto. Ai familiari tutti, sentite condoglianze ***. In Albidona è venuta a mancare Giuseppiina Adduci, vedova di Alessandro Adduci. Fraterne condoglianze per la figlia professoressa Angela e per il genero prof. Rosario Sangineto. *** A Trebisacce è venuta a mancare all’affetto dei suoi cari Rosa Manera in Mattone, educatrice e madre esemplare. Al marito Egidio, ai figli, ai familiari sentite condoglianze. La vita del santo è stata una continua missione in molte zone del mondo. Anche la Calabria, soprattutto il versante tirrenico vanta una sosta di S’Antonio, quando nel 1221, egli proveniente dalla Sicilia,per Assisi, fece sosta a Pizzo Calabro, in provincia di Reggio Calabria. E’ difficile trovare in Calabria una chiesa che non sia dedicata a S. Antonio, non c’è casa senza una sua effige; in ogni famiglia vi è qualcuno che porta il nome Antonio. Culto e devozione si incrociano quindi nei festeggiamenti in onore del santo in occasione del 13 giugno, giorno della sua morte. A Reggio Calabria, Palmi, Catanzaro, Squillace, Lamezia, San Marco Argentano, San Giovanni in Fiore, Castrovillari, Trebisacce, Albidona, Cerchiara ricorrono i festeggiamenti in onore di Sant’Antonio. A Cerchiara esiste una chiesa intitolata a S’Antonio di Padova, il 13 giugno di ogni anno si celebra la festa in suo onore. I preparativi liturgici avvengono nel corso dei tredici giorni che precedono la festa; questo lasso di tempo viene detta: “Tredicina di Sant’Antonio”. Caratteristici sono i fuochi d’ artificio, il concerto musicale bandistico e la fiera del 12 giugno, un tempo molto importante. La statua di Sant’Antonio, collocata nell’omonima chiesa è spettacolare, poiché unica nel suo genere. E’ una statua lignea, risalente al 1600 e rappresenta il santo in estasi genuflesso, lo sguardo rivolto verso il cielo e le braccia protese, con saio damascato di colore marrone scuro. S. Antonio fu un grande Santo, evangelizzatore sia del suo tempo, il Medioevo, ma anche del tempo attuale, dove i valori cristiani vengono lentamente meno e si ha sempre più bisogno essere guidati dalla fede. Adele Valentini La foto è stata ripresa dal libro di don Vincenzo Barone, S.Antonio in Calabria-Cerchiara, Autoedizione, 2008 *** Ci ha lasciati Luigi De Martino, persona fine e gentile, una vita trascorsa nel duro lavoro del mare. Alla famiglia, in particolare al nostro amico Mario De Martino, le nostre più vive condoglianze. *** È’ mancato in questi giorni Salvatore Tirotta, uno degli ultimi artigiani del paese. Sentite condoglianze. *** A Roma, vittima di una tragica fatalità si è spento Vincenzo Russo. Le nostre condoglianze alla famiglia. Trebisacce tutta ed il circondario si sono stretti attorno alla famiglia Bandiera per la perdita del caro Fabio repentinamente scomparso. Ad Antonio e famiglia le condoglianze. Due libri storici di Alario Ultimamente, Leonardo Alario, fondatore in Cassano dell’Istituto di ricerca e di studi di demologia e di dialettologia, nonché autore di numerosi saggi sulle tradizioni popolari, ha fatto anche una sua “incursione” storica, pubblicando due libri di interessante documentazione che non interessano solo Cassano ma tutto il territorio della diocesi: I Domenicani di Cassano – Appunti preliminari per una ricerca successiva, La Mongolfiera, Doria, nov. 2009) e Preti- Gaetano Angaria, Antonio Minervini e Giuseppe De Giacomo, per la Diocesi di Cassano All’Jonio, 2010. Nel primo fa una breve panoramica sui conventi dei monaci di San Domenico in Calabria e nella diocesi di Cassano, e successivamente si sofferma su quelli di Cassano e di Doria. Nello stesso volumetto ci sono documenti inediti sulla confraternita del Rosario e sui domenicani che sono nati nella stessa Cassano, nel cui seminario hanno insegnato teologia e filosofia altri domenicani calabresi. Il secondo libro riguarda alcuni illustri nomi del clero cassanese: Gaetano Algaria (1769-1842), canonico e scrittore, Antonio Minervini ( 1807-1879), vicario generale del vescovo Basile, scrisse foto giuri un trattato dell’arte poetica. Giuseppe Di Giacomo (1838-1930 ), canonico con i vescovi Bonito, Rovetta e Bombini, Basile, Pistocchi,Di Milia, La Fontane e Occhiuto. Ma Alario, dopo le notizie storiche sui Domenica e sui preti di Cassano, dice che la ricerca è, e certamente lo sarà, “ulteriormente” approfondita. Il Premio Cassano è giunto alla sua felice e quindicesima edizione con le più prestigiose presenza del mondo della cultura italiana. (gierre) Così era la Contrada Pagliara nel 1956 La foto di Peppino Amerise Trebisacce - Una partita carte tra Giuseppe Amerise, Pinuccio Miglionico, Tonino Stella e Mimmo D’Alotto A P P U N TA M E N T I C U LT U R A L I Il Musagete compie i suoi 25 anni di attività letteraria: i nostri migliori auguri. Bella manifestazione, il 19 giugno scorso, a Trebisacce, per iniziativa dello stesso Musagete (Bonifacio Vincenzi, presidente), col premio Hansel e Gretel: vi hanno partecipato la scrittrice Mariagrazia Scarnecchia, direttore editoriale Aljons e i lettori finalisti Alessandro Caprara, Laura marini, Sofia Maurelli, Alice Pesce, Roberta Rummolo, Ginevra Serra Cassano e Francesco Tocci. Acri (CS). L’arte di Vigliaturo va oltre la Calabria: due sculture dell’artista e maestro del vetro Silvio Vigliaturo hanno fatto parte dell’allestimento dello stand della Regione Calabria all’Expo 2010 di Shanghai – evento di rilevanza mondiale e di indubbio fascino in cui le eccellenze del Made in Italy hanno la possibilità di dialogare al meglio con un universo complesso come quello cinese. Pericle e Maternità – questi i nomi delle opere – sono espressione delle ultime riflessioni sviluppate dall’artista sul concetto di “Mescolanza”. Pure ad Acri, la mostra di MACA - Museo Arte Contemporanea, che ospiterà dal 3 luglio al 26 settembre 2010, la Personale retrospettiva dal 1960 ad oggi. La mostra riguarda l’artista Joël Stein. Il settimanale Liguori. Grazie per questo quali- ficato contributo storico sul nostro Alto Jonio. Bisogna riscoprire, far conoscere e conservare tutte le nostre memorie, compresa la figura del compianto Giorgio Liguori, prematuramente scomparso nella prima legislatura della Regione Calabria.Cliccate su www.giorgioliguoriperlacalabria.it - Settimanale on line di notizie di attualità culturale, politica, religiosa e sociale - (Reg. Tribunale di Perugia n° 24/09 dell’11 giugno 2009).Redazione: str. Ponte d’Oddi, 13 – 06125 Perugia - rec. tel. 338.6928633 / e-mail: [email protected]. 150° dell’Unità d’Italia. Liceo linguistico “Virgo fidelis” di Trebisacce. Dibattito sul 150° dell’Unità d’Italia. Il libro del Dott. Odoguardi. Domenica 30 maggio, Miramare Palace Hotel-Trebisacce. Presentazione di “L’Ospedale dell’Alto Jonio attraverso il diario del Dott. Luigi Odoguardi” Spezzano Albanese. Il 26 di giugno, Concorso fotografico nazionale “Torre Mordillo”, con una mostra di “preziosi”. Vi hanno partecipato il sindaco Giovanni Cucci e i fotografi Francesco Ottato, Luca Policastri, Mario Donadio e Pasquale Bloisi. Ha coordinato il giornalista Emanuele Armentano. Pagina 12 Confronti - N. 6 - GIUGNO Mensile dell'Alto Jonio di Attualità Politica e Cultura CULTURA Eros, donne e civiltà (Un'altra lettura del libro di don Vincenzo Barone) L’oggetto del racconto di don Vincenzo Barone è il meraviglioso, che la vita, rivista con l’occhio del poeta, presenta ora come tante tessere di un mosaico ora come tanti frammenti colorati di un caleidoscopio. Il narratore a sua volta è ora il fanciullo affascinato ora il navigato erudito ora lo storico ora il saggista: e la narrazione Confronti Mensile di attualità, politica e cultura dell'Alto Jonio Direttore Responsabile Pino La Rocca Direttore Vincenzo Filardi Redazione: Giuseppe Rizzo (settore cultura) Ettore Angiò (Fotografia e cultura) Francesco Carlomagno Pasquale Corbo Giuseppe Corigliano Nicola Franchino Franco Lacanna Franco Lofrano Rosario Sangineto Nardino Troiano Stampa: Tipolitografia Jonica - Trebisacce Casella Postale n. 75 - Trebisacce (Cs) La responsabilità delle opinioni espresse è degli autori Reg. Trib. Castrovillari n. 3/2004 del 16/12/2004 avviene al di fuori di ogni canone e di ogni vincolo di aderenza e a volte persino di coerenza. E’ libera e sicura, esuberante e spesso ridondante. Questo richiama una trasmissione del sapere pre-letterario, originario, oltre che originale: e don Vincenzo appare un po’ come un antico aedo, di quelli che si aggiravano in età arcaica nelle corti dei re pastori con la loro cetra ed erano i cantori di meraviglie di mondi lontani e di gesta di eroi, ma erano insieme una sorta di custodi e di dispensatori privilegiati della memoria e della coscienza collettiva. Attenzione, però, ad accomodarci su questa immagine datata del nostro autore, perché d’improvviso egli ci sorprende con la sua modernità, maturata nella lettura dei padri della psicanalisi e negli studi di sociologia. Così non può crearci sospetti il piglio didascalico di alcuni passi, in cui don Vincenzo riassume senza infingimenti il suo ruolo naturale di pedagogo e di uomo di chiesa: perché d’un subito egli si fa promotore di tesi ardite e originali, che aprono scenari nuovi ed evidenziano problematiche complesse, con uno spirito libero, che di nuovo ci sorprende e ci intriga. Quest’ultimo dei suoi lavori è un continuo fluire di una mente lucida e di un animo vitalissimo, che pare richiamare quelle piene dei grandi fiumi, che inondano le terre limitrofe, rendendole, al ritirarsi delle acque, sconvolte e ricoperte anche di qualche sterpo, ma insieme rinnovate e arricchite di humus fecondo. E’ ciò che accade ai lettori, e a noi, privilegiati tra gli altri per avere l’opportunità di frequentalo e di pregiarci della sua amicizia. (30.4.2010) Leonardo Larocca Per Confronti Per chi vuole il nostro recapito: c.c.p.: 99020992, con la dicitura “per Confronti-titolare prof. Vincenzo Filardi”. Per i collaboratori. Confronti va in tipografia agli inizi del mese; gli articoli devono arrivare in redazione, dal 25 alla fine del mese precedente. Non devono superare la cartella dattiloscritta, usare corpo 12 word, interlinea 1. Spedire, tramite posta elettronica, a: laroccagiuiçlibero.it; g.rizzo43çalice.it; dott.coriglianoçlibero Domenico Cerchiara Dialetto di San Lorenzo Bellizzi Tu sì u vint .. Ti nni fùijs’ cu vint e ti ricògghjs’ cu vint ; arranch’s’ cu vinte e baj truvènn’u vint ; t’accùscil’d’u vint e. bbuj murì cu vint ; mòr’s’ cu vint e t’abbivìsc’s’ cu vint . Tu sì u vint, e jìj curr’apprìss u vint ... ! del/maggio 2010 A una nuvola Nuvola bianca che fuggi e ritorni hai paura del vento e cerchi il vento ... ; ti co~piaci del vento e vuoi morire col vento .. ; muori col vento e rinasci col vento ....... . Sei fatta di vento ed io corro dietro il vento ! del/novembre 1957 L A PA R T E N Z A “Sanlorenzani del Nord” a Lurate Caccivio: 6 giugno 2010 Incontrarsi dopo tanti anni suscita commozione. I ricordi affollano la mente. Esperienze andate nell’oblio si ripresentano e creano momenti di silenzio e quasi di contemplazione. Il momento di quella partenza rende l’animo pieno di malinconia e di speranza. Speranza che un sogno, un desiderio si realizzi. Purtroppo, non sempre accade. Allora arriva la delusione e si parla del destino non favorevole. Volti conosciuti, e nomi che non ricordi. Riconoscere i volti e non ricordarsi il nome crea imbarazzo, delude l’attesa dell’altro. Ma c’è comunque, la gioia dell’incontro. La festa di trovarsi insieme scioglie la tensione, crea un’atmosfera gioiosa. Dante inizia l’ottavo canto del Purgatorio evocando proprio il momento della partenza e il finire del giorno, il tramonto: Era già l’ora che volge il desio/ ai naviganti e ‘ntenerisce il core/ lo dì c’hanno detto ai dolci amici addio;/ e che lo novo peregrin d’amore/ punge se ode squilla di lontano/ che paia il giorno pianger che si more. Quanta carica emotiva! Il giorno se ne va e arriva la notte con tutto quello che di ignoto comporta; ma i naviganti rivivono il momento della separazione dagli amici e si commuovono. Non è un ricordo ma un rivivere quel momento dinamica- mente. Questo struggente e malinconico saluto nel nuovo peregrin, emigrante, è addolcito dal suono della campana che annuncia sia il finire del giorno, sia il canto della Compieta, la preghiera con cui i frati chiudono la loro giornata e chiedono l’aiuto celeste contro i pericoli della notte: lucis ante terminum intona il coro. Il canto è così dolce da far dire a Dante: fece me a me uscir di mente. Un vero rapimento spirituale. Nell’incontro di Lurate Caccivio, il tredicesimo dei Sanlorenzani del Nord, gli emigrati sono a un pranzo, quasi nuziale, dove c’è tutto il tempo, tra una pietanza e l’altra, per rievocare e rivivere momenti di tempi lontani mentre anche qualche bicchiere di vino aiuta a sbloccare la tensione emotiva. Dopo, piccoli gruppi, di qua, di là, approfondiscono la comunicazione, altri sotto il porticato ballano la tarantella al suono del tamburo e della fisarmonica. La nostalgia pare sia svanita, la lontananza meno lontana. Un sorriso, un incanto. La lontananza. Non tutti quelli che si sono allontanati dal proprio paese hanno fatto egualmente fortuna. Molti si sono affermati, altri hanno trovato maggiore difficoltà. I primi hanno trovato meno ostacoli ad integrarsi nel nuovo ambiente, i secondi sono rimasti più isolati. E la sofferenza della lontananza è sopportata meglio da chi si è più integrato. Il ritrovarsi ricongiunge e consola, spezza l’isolamento soprattutto di chi non è più tornato al suo paese di origine. Si mangia “il pane di ieri”, come direbbe il monaco Enzo Bianchi. In questa occasione di incontro sarebbe bello che tutti si assumessero l’impegno di far ritorno insieme al paese dove la vita è nata. Miracolo della solidarietà! Dare spazio alla comunicazione per raccontarsi, per esprimersi e comprendersi. Fare rivivere la speranza del ritorno a chi la partenza si è trasformata in esilio, con la discrezione e il pudore della vicinanza, senza rumore, con il silenzio dell’amore. Il Sindaco di Lurate Caccivio ha portato il suo saluto in segno di accoglienza e di ospitalità e anche di gratitudine. Negli anni avvenire la presenza del Sindaco di San Lorenzo Bellizzi avrebbe un significato ancora maggiore. Il sindaco che va incontro ai paesani emigrati è come il paese intero che parte per salutare e per fare sentire il proprio affetto a chi vive la lontananza. Per affermare il rapporto, per far sentire ancora cittadino del proprio paese chi vive l’esperienza della partenza. Anche la partenza del ritorno definitivo è problematica. Non è facile staccarsi dai rapporti che si sono creati nel tempo nella terra che ci ha accolti. Ci sono i figli, i nuovi amici, i rapporti di ogni genere che si sono consolidati nel tempo. Il nostro paese è anche quello che vive nella memoria, nei ricordi, negli affetti di allora che, al ritorno spesso non ritroviamo. È una favola che portiamo dentro di noi purificata delle difficoltà, un sogno bello, fatto delle nostre prime esperienze, degli amori adolescenti. Il nostro paese è la nostra prima identità, fondamentale per ciascuno di noi, anche nelle esperienze future. Lì ha radici la nostra sicurezza, la scommessa del confronto con l’altro. La grinta necessaria per affrontare e superare i pericoli. La visione gioiosa del mondo. Ci sono i nostri luoghi che ci aspettano; i nostri boschi, le nostre pietre, le nostre Timpe, il torrente Raganello con le sue Gole, le case, le fontane, i terreni abbandonati che vogliono la nostra presenza, la nostra solidarietà, la nostra difesa contro i soprusi della speculazione, contro l’incuria. Vogliono la nostra vicinanza fattiva. Vogliono essere rianimati. Vogliono sanlorenzani veri. Francesco Carlomagno