Giugno 2010 - Albidona Ieri Albidona Oggi

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Giugno 2010 - Albidona Ieri Albidona Oggi
Confronti
ANNO VI - N. 6 - GIUGNO 2010
Mensile dell'Alto Jonio di Attualità Politica e Cultura
DISTRIBUZIONE GRATUITA
Il fondo
ESTATE: TUTTI AL MARE A SCOPRIR LE…
Il tempo corre veloce e non
dà tregua. Siamo già nel
bel mezzo di un’estate che
si annuncia “bizzarra” per
le previsioni atmosferiche e
“sfavorevole” per il turismo,
a causa della perdurante
crisi economica. Anche se
c’è chi dice che la crisi non c’è mai stata e,
se c’è stata, è già alle spalle. Beato lui!
Anche a Trebisacce, dove per la verità il
turismo è in crisi da una vita, inizia il rito
dell’estate: tutti al mare dunque e tutto
rinviato a dopo le vacanze. In ossequio
all’estate anche l’attività amministrativa si
ferma e tutto viene rinviato a settembre.
Per la verità non dovrebbe essere così,
perché a Trebisacce abbiamo accumulato
tanti di quei ritardi che bisognerebbe lavorare anche il giorno di Natale, di Pasqua e
di Ferragosto. Ma l’estate è un grande
totem al quale bisogna solo inchinarsi.
Anche noi di Confronti, che avevamo preparato un bel dossier dei primi tre anni di
mandato dell’esecutivo guidato da Mariano
Bianchi, sospendiamo il giudizio per non
rovinare l’estate a nessuno e, come si fa
nelle scuole, rimandiamo tutto a settembre,
con la speranza che, parafrasando il film di
Massimo Troisi, si possa… ripartire da tre
per invertire la rotta e per cominciare a
raccogliere qualche risultato del lavoro impostato in questi tre anni. Sempre se si è
lavorato sodo come si dice.
Ci sono cose importanti da realizzare, sulle
quali questo esecutivo si giocherà gran
parte della sua credibilità e del suo futuro.
A cominciare dal Bando per la nettezza
urbana che possa restituire ai trebisaccesi
un paese più pulito e più vivibile, per finire
a un Concorso serio per il reclutamento di
un Corpo di Vigili Urbani degni di una
cittadina e capaci di esercitare quel controllo che oggi è sfuggito di mano, al punto
che in questa comunità ognuno fa quello
che vuole.
Quindi c’è da sistemare le strade che sono
un’indecenza e che forse era il caso di
mettere a posto prima dell’estate, per evitare di dare uno spettacolo indecoroso a
quei pochi turisti che ancora tenacemente
vengono a Trebisacce.
Poi c’è da mettere mano a qualcuna delle
opere pubbliche di cui si è diffusamente
parlato: oltre alla sede dei Licei e
all’Auditorium per i giovani, a carico della
Provincia, si è parlato della Casa per gli
Anziani, della riqualificazione del Lungomare storico con annessa area antistante
il Pontile, della riqualificazione del Rione
Cannone con annesso anfiteatro, della
messa in sicurezza del tratto finale del
Lungomare, della costruzione della Chiesa di Pagliara e del completamento delle
altre due Chiese… Per la verità abbiamo
di Pino La Rocca
appreso che i nuovi inquilini della Regione,
ricorrendo al famigerato “articolo quinto”,
avrebbero bloccato i finanziamenti già “decretati” a favore dei Comuni. Saranno contenti quelli che li hanno votati ed anche i
nostri Assessori che faranno vedere quanto sono bravi a sbloccarli quei finanziamenti.
Ci sono insomma all’orizzonte nodi molto
difficili da sciogliere, sui quali, ripetiamo,
l’esecutivo guidato da Mariano Bianchi
sarà valutato e giudicato.
Sia da noi di Confronti, che finora abbiamo sospeso ogni giudizio critico e mantenuto l’atteggiamento tipico di Scipione l’Africano, indulgente e attendista, ma soprattutto sarà giudicato dalla gente che si
aspettava tanto da un esecutivo votato a
piene mani e che tante aspettative aveva
generato nell’opinione pubblica.
Per ora andiamo tutti al mare, a mostrar
le… chiare, ma chi ha responsabilità politiche non se ne dimentichi neanche sotto
l’ombrellone, altrimenti si rischia un brusco
risveglio. Anche perché, come è ampiamente noto, la campagna elettorale è iniziata già da un pezzo.
La Legge Bavaglio e gli altri nemici della stampa
“I giornali devono pubblicare tutto ciò
che è vero” (Marco Travaglio)
La Legge Bavaglio, già approvata dai
senatori di Berlusconi, non interessa soltanto i giornali e i media nazionali. Il
pericolo riguarda anche noi della periferia, perché il giornale, grande o piccolo
che sia, è una componente essenziale
per la vita civile: specie se viene fatto con
impegno, con passione e con una certa
convinzione, e soprattutto col requisito
basilare, che è la libertà.
Il giornale non deve solo informare ma
deve dare voce a chi non ha avuto mai la
possibilità di dire la sua.
Non viene mai pubblicata una protesta
o una richiesta di una raccoglitrice di
pomodoro e di oliva, di un immigrato, di
un pastore rumeno che sorveglia le pecore del padrone italico sulle sperdute
montagne del Pollino. Costoro non sanno scrivere il comunicato stampa e non
hanno l’amico giornalista, ma parlano col
cuore.
Ma i comunicati stampa privilegiano la
“maggioranza” (eletta dal popolo !), i “politici” e i “notabili”. Invece, la minoranza
politica viene usata solo per il gossip, il
sensazionale e
per una ragione
aglio
Legge Bav
di vendita all’edicola.
Non mi dilungo. Voglio centrare subito il problema,
senza annoiare il mio lettore: agli inizi di
giugno il progetto di legge che si dovrebContinua a pag. 2
Mario Oliverio al convegno
di Trebisacce:
“Per essere presenti nel territorio
bisogna che tutte le forze di centro
sinistra mettano da parte le diatribe
e i personalismi”
Vincenzo Filardi
VEDI A PAG. 2
Sottotiro
Non fateci
perdere la fede
Uno degli 11mila giovani che ha
partecipato al concorso di Lamezia,
per 25 posti disponibili nella Polizia
provinciale, è rimasto amareggiato
per l’esclusione ed è purtroppo convinto che “le raccomandazioni esistono, eccome !”
Un ingegnere disoccupato ci fa vedere un Bollettino della Regione
Calabria, dove anche certi “compagni” sono stati profumatamente pagati, da Chiaravalloti a Loiero, per
consulenze amichevoli. I portaborse
sono stati concertati e spartiti tra centro destra e centro sinistra. Guai a chi
non ha il santo protettore !
Uno dei pochissimi dipendenti dell’Ospedale di Trebisacce, assunto non
per clientelismo padronale ma per
merito e capacità, osservando quei
muti che fingono di stracciarsi le vesti ora che la “casa è distrutta”, manda
loro questo messaggio: “continuate a
stare muti e non fateci perdere la
fede!”
(il Sagittario)
Pagina 2
Confronti
- N. 6 - GIUGNO
DALLA PRIMA PAGINA DALLA PRIMA PAGINA
Mensile dell'Alto Jonio di Attualità Politica e Cultura
DALLA PRIMA PAGINA DALLA PRIMA PAGINA DALLA PRIMA PAGINA DALLA PRIMA PAGINA DALLA PRIMA PAGINA DALLA PRIMA PAGINA
La Legge Bavaglio e gli Mario Oliverio al convegno di Trebisacce:
altri nemici della stampa
be chiamare 1611
è stato approvato
al Senato; se passerà pure alla Camera, vuol dire che
i cosiddetti “rappresentanti del popolo”, che chiamiamo quasi tutti
“onorevoli”, faranno annullare il decreto legge n.152 del 1991, che porta
pure il nome di Giovanni Falcone, ucciso
dalla mafia. Voi, cari lettori, avete paura
di essere intercettati? Le persone per
bene non si preoccupano se vengono
intercettate. Si preoccupano solo i ladri,
i delinquenti e gli imbroglioni.
Ecco perché chi vuole le leggi
salvapreviti, salvadellutri e salvasilvio
prende come pretesto le intercettazioni
telefoniche e la privacy. Ma le intercettazioni (non quelle dei servizi segreti deviati) possono prevenire altri fenomeni
di mafia e di corruzione.
I giudici hanno il dovere di vigilare e di
contrastare non solo la vecchia
Tangentopoli ma altri eventuali attentati
contro la democrazia e contro la stessa
Costituzione repubblicana.
Ma dato che ho accennato anche alla
“periferia”, voglio aggiungere che i “nemici” dei giornali li abbiamo anche tra di
noi. Chi vuole solo la pubblicazione dei
propri comunicati stampa per farsi propaganda personale non può condividere le voci libere. Sono proprio questi i
sostenitori occulti della Legge Bavaglio.
(giuseppe rizzo)
Convocato per promuovere un confronto politico a più voci, per esaminare i
risultati delle ultime elezioni e per preparare il rilancio di un riformismo democratico, che includa cultura e idealità della
solidarietà socialista e cattolica, il convegno col titolo "Partire dai Comuni per una
nuova prospettiva riformista in Calabria”,
si è tenuto a Trebisacce nella sala del
Centro polifunzionale. Promosso dal
gruppo socialista alla Provincia è stato
coordinato dal dr. Rocco Soldato,
capogruppo di minoranza al Comune di
Trebisacce. Presenti tanti amministratori della zona e un folto pubblico. Ha
introdotto i lavori l’avv. Franco Mundo,
consigliere provinciale socialista, che
partendo dalla crisi economica mondiale
e nazionale, e mettendo in evidenza
l’inadeguatezza e le iniquità della manovra finanziaria proposta dal governo di
centro destra, che penalizza ulteriormente gli enti locali ed i ceti più deboli, ha
proclamato la necessità e l’attualità del
riformismo democratico, quale metodo
per dare risposte efficaci ed eque alla
crisi, invitando le forze che si riconoscono in tali idealità a unirsi, partendo dal
territorio e dagli enti locali, che sono a
contatto anche fisico coi cittadini e vicini
alle loro esigenze. Successivamente
sono intervenuti quasi tutti coloro che
erano indicati nel manifesto, con qualche rinuncia per l’ora tardi, causata dal
protrarsi degli interventi.
Ferriti di Zinco: Urge una indagine epidemiologica ed un intervento urgente
del Governo Nazionale e Regionale diretto alla bonifica ed alla rimozione
Dopo il sequestro di altri settanta ettari di
terra a ridosso dei tre siti interessati dalla
presenza di ferriti di zinco (località Chidichimo
e Tre Ponti in Cassano Jonio e località Capraro
nel Comune di Cerchiara di Calabria) ed alla
luce di quanto è a conoscenza, dei primi
risultati derivanti dal piano di caratterizzazione in corso, la situazione in questa parte di
Calabria è senza dubbio allarmante.
La CGIL , così come sostiene da tempo a
tutti i suoi livelli, ritiene, a questo punto,
anche in questa area della Calabria più che
mai urgente avviare, nell’area, una indagine epidemiologica atta a definire i contorni
dell’ emergenza ambientale in atto ed il suo
impatto sulla salute delle persone e di tutti
gli esseri viventi.
Questa è una storia che ormai va avanti da
troppi anni, non si può continuare a tergiversare sui tempi della bonifica, né si può
ancora accettare lo scarica barile fra la
Società Syndial ed il Ministero dell’ Ambiente su competenze e responsabilità. In gioco
c’ è la salute dei cittadini ed il futuro di una
intera area quella dell’ Alto Jonio a forte
vocazione agricola e turistica. Va immediatamente avviata la bonifica e la messa in
sicurezza ambientale del territorio, i cittadini aspettano già da troppi anni (era il 1997)
, sono circa 22.000 le tonnellate di ferriti di
zinco già individuate e lasciate lì a giacere
coperte da teloni spesso addirittura lesionati
a cura di Antonio Di Franco *
e deteriorati. Quante sono ancora le tonnellate di ferriti che mancano all’appello? Quanti
prezzi dovrà ancora pagare la popolazione
di questo territorio? Quanto ancora l’ Alto
Jonio dovrà subire l’ indifferenza e la disattenzione del Governo Nazionale e Regionale
avverso i diritti dei cittadini di questa area? Non
si può chiedere a queste popolazione di veder
messo in discussione il diritto a vivere nella
propria terra ed ivi progettarvi il futuro. Ci
aspettiamo un intervento tempestivo e della
Giunta Regionale e del Governo, ricordando
allo stesso che quì non potranno ripeterci
quello che ci hanno detto sulle “navi dei
veleni”…ovvero che ci sbagliavamo, che i rifiuti
tossici non c’erano…quì lo scempio ambientale è sotto gli occhi di tutti e non è figlio di un
gesto folle! Oggi come CGIL Regionale e
locale poniamo il tema della bonifica dei siti,
come parte fondamentale della piattaforma di
tutela e di sviluppo del territorio non solo dell’Alto Ionio ma della intera Sibaritide, dentro la più
generale vertenza ambientale Regionale .
Trebisacce (CS)
Massimo Covello — CGIL Regionale.
Antonio Di Franco Resp. Camera del
Lavoro Alto Jonio.
Angelo Sposato — CGIL
Comprensoriale
Promosso lodevolmente per unire, il
convegno ha evidenziato molte crepe,
dovute a risentimenti non sempre fondati con il Partito Democratico quale
presunto imputato.
Spiace che proprio chi, soprattutto per
le ascendenze ideali, dovrebbe avere
nel proprio patrimonio l’insegnamento
di Nenni che “la politica non si fa con i
sentimenti né con i risentimenti” se ne
dimentichi.
Non è mancata un’ulteriore nota stonata: la proposta di un capolista per la
coalizione a Trebisacce, quando ancora mancano più di due anni alle elezioni. Forse il passato non ha insegnato
niente: le liste e i capilista delle coalizioni, li scelgono le stesse e non si impongono da una parte. Errare è umano,
perseverare è diabolico. Ci potrebbero
essere tanti che non gradirebbero cibi
precotti. “Democrazia, diceva don Milani,
è sortirne insieme”. Senza entrare nel
merito dell’indicazione ma solo per una
questione di metodo.
Intervenendo Sandro Principe, ha
evidenziato che senza PD oggi la sinistra non esisterebbe, a ogni livello: nazionale, regionale, locale. Per questo
motivo occorre un grande sforzo, prima
da parte dei dirigenti del PD e poi di tutte
le forze riformiste democratiche per
aggregarsi in un progetto politicamente
unitario.
Apprezzato l’intervento di Mario Melfi,
consigliere provinciale e
sindaco di Amendolara
che ha stigmatizzato il
comportamento di quanti, ancora e sempre si
attardano a discutere di
formule, di organigrammi, di vicende ormai defunte invece di dibattere dei problemi
concreti che assillano la gente, lavoro,
sanità, ambiente, in particolare per i giovani e le donne, i nostri centri montani
morituri.
Ormai a tarda ora, ha concluso i lavori
Mario Oliverio, presidente della Provincia
di Cosenza, apprezzando l’iniziativa, che
rappresenta un importante momento di
confronto per il centro sinistra, con la
partecipazione di tanti cittadini; parlando
delle ultime elezioni, ha dichiarato che la
sconfitta, come le vittorie, non è figlia di
un solo padre. Tutti siamo stati sconfitti,
partiti e persone. Nessuno può tirarsi
fuori. Tutte le forze di centro sinistra hanno amministrato nella consiliatura. Bisogna quindi assolutamente evitare diatribe,
contrasti, personalismi, nella coalizione e
nei partiti, lavorando per essere presenti
nei territori, risvegliano la volontà e l’esigenza di partecipazione dei cittadini, per
un progetto di governo che serva mandare a casa una destra parolaia, demagogica, inaffidabile, deleteria per l’Italia e per
gli italiani.
Vincenzo Filardi
Si discute ancora dell’Ospedale ma
la gente aspettava fatti concreti
L’Ospedale di Trebisacce esce non
solo sulle pagine zonali, ma anche in
quelle regionali: “Le popolazioni dell’Alto Jonio si ritengono danneggiate
per la chiusura di due reparti”. Il portavoce del documento é Carmela
Maradei, della Fidapa. L’avv. Gaetano
Viceconte, del foro di Firenze, è stato
delegato a promuove una class action.
Intanto, l’ex dirigente generale
dell’Asp, Petramala, viene rinviato a
giudizio per “omissioni”: non ha fornito impianti idonei.
Il dibattito riprende con una iniziativa
del cardiologo Leonardo Odoguardi e
con il dott. Faillace. Se ne è parlato
anche nella presentazione del libro
del dr. Luigi Odoguardi, prematuramente deceduto: il ricavato della vendita del suo libro sarà devoluto per
acquistare la Tac.
Da Cassano a Trebisacce si fa sentire
anche l’Udc: “difendiamo l’ospedale”,
mentre la Fials sanità aggiunge: “servono atti concreti”.
Ma il nuovo governatore della Calabria,
Scopelliti, dopo l’incontro con Caputo
e Gallo, parla dell’’Ospedale Unico
della Sibaritide e assicura: “l’iter sarà
più veloce”. Il sindaco di Trebisacce:
ha chiesto un incontro con Scopelliti, e
se il governatore della Calabria non
risponderà, ... “siamo pronti ad azioni di
lotta”.
“Annettiamoci alla Basilicata”. Un appello lanciato da 10 associazioni di
Trebisacce - In base all’art.132, comma
2 della Costituzione, si può promuovere referendum per staccarsi da una
Provincia ad un’altra, e da una regione
ad un’altra. Ma non è vero che alla
proposta della associazioni abbiano
aderito alcuni sindaci dell’Alto Jonio.
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Confronti
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Mensile dell'Alto Jonio di Attualità Politica e Cultura
ALto
DALLA PRIMA PAGINA DALLA PRIMA PAGINA DALLA PRIMA PAGINA
jonio
Per i nostri paesi
Ciccio Scaliero
Rocca Imperiale - foto Pino Genise
A Cerchiara è stato inaugurato il club
“Tempo libero”; il presidente é Francesco Tarsia. Si è svolto un corso per la
sicurezza in agricoltura. Passo per
Villapiana e sento gente che si chiede:
il sottopasso va bene, ma ci vogliono la
segnaletica e le strisce pedonali. Ma il
sindaco precisa: sarà garantita massima sicurezza. Ultimissima: il sottopasso
della ferrovia Sibari-Metaponto è stato
già inaugurato. Si annunciano interventi
anche per la spiaggia e il verde attrezzato. La piscina sarà gestita dalla società
Cogeis.Il rifondista Mastrota passa con
Vendola. E’ stato ricordato, nel trigesimo
della sua morte, don Rodolfo Ettorre,
parroco di Villapiana per 52 anni.
A Francavilla Marittima, in quel comizio di tre anni fa, L.Diodato, Gaetano
Vincenzi, e Gaetano Risoli (segr.di part,)
avrebbero dato del “bugiardo” al sindaco
Munno, che li querela. La causa si sta
svolgendo a Castrovillari.
Giungo ad Amendolara e mi informano
che la Goletta Verde e Arpacal premiano questo Comune per la raccolta differenziata, per l’incremento delle strutture
ricettive, per la buona accoglienza: tre
vele, tre petali e tre stelle!
A Roseto Capo Spulico, ancora disagi
alle Poste, ma i bagnanti affollano già la
bella spiaggia.
A Montegiordano, l’ing. Francesco
D’Amore fotografa l’assessore dr Franco De Santis e la consigliera comunale
Caterina Pistocchi mentre puliscono le
vie del paese, con ramazza da spazzino
e sacchetto.
Quando arrivo a Rocca Imperiale sento
che l’Aterp di Cosenza ha restaurato
l’antico palazzo dei Giacobini e l’ha consegnato al Comune, il quale lo darà in
uso all’Università della Calabria per attività didattiche e culturali.
Salgo a Nocara e mi dicono che per la
Discarica sequestrata ad Armi Sant’Angelo, è stato denunciato il sindaco, il
quale però, parla di emergenza.
Raggiungo finalmente Albidona, ma è’
finita la carta del mio taccuino di viaggio,
- N. 6 - GIUGNO
si è rotto il calamaio e si è spuntata pure
la penna. Ma ho finito anche la benzina,
che figuraccia ! Forse scriveranno i cronisti di questo bel paesino, dove si fa
spesso casino ! (Ciccio Scaliero)
La mostra di Pasquale Arvia in Alessandria:
i suoi ritratti, le sue caricature, il suo paese
Questa mostra- premio dedicata a Pasquale Arvia era proprio un dovere
civile e culturale nei riguardi di una
persona vissuta nel silenzio e nella più
assoluta semplicità. Ma Pasquale
Arvia, prematuramente scomparso a
Firenze, era anche un artista che rifuggiva dalla pubblicità mondana. Eppure, qualcuno ha conservato anche
un piccolo ritaglio del quotidiano “La
Nazione”, dove lo vediamo in foto. Alla
presentazione della mostra ne hanno
parlato il sindaco Vincenzo Gaudio ed
altri: i quadri di Pasquale Arvia, i suoi
disegni e ritratti erano sparsi tra parenti e amici. Ne sono stati recuperati
una quarantina e sono stati esposti
nei locali della scuola del suo paese
natìo. Sono quadri che ritraggono la
sua gente, i suoi monti e il suo piccolo
paese. Ci sono sguardi bellissimi ma
anche tristi, proprio come era
Pasqualino. Leonardo Larocca, che
ha presentato la mostra e ha presieduto la giuria del premio del 19 giugno
scorso, ha parlato della sua vita e della
sua morte, dove “ Pasquale ha trovato
finalmente la sua pace e la sua serenità”. L’assessore Vincenzo Adduci si è
soffermato sui ritratti e sulle caricature
di Pasquale Arvia: “nella sua attività
Educare alla lettura
E’ innegabile che la lettura (e la comprensione)
siano fondamentali nella formazione del bambino e dell’adolescente. Alla mia maestra che
dice di comprendere quello che leggo, rispondo
che, se questo è vero, molto del merito va
ascritto a lei, che mi ha ben insegnato la difficile
arte della lettura. Un altro fondamentale ruolo è
stato giocato dalla profonda passione di mio
padre per la lettura. E’ stato lui che sin dalla mia
adolescenza, mi ha continuamente e instancabilmente ripetuto di leggere, tanto da abbonarsi
alla gloriosa e storica collana della “Selezione
del Reader’s digest”, che riportava, mensilmente, interessanti e dotte disquisizioni di scienza,
attualità e problemi sociali. Eppure a quei tempi
le disponibilità di denaro non erano elevate, ma
il cammino e l’impegno per migliorare l’informazione e la conoscenza dura tutta la vita. Il “long
life learning”, come si dice con un’espressione
anglosassone, non può prescindere da un impegno continuo e serio nell’applicazione, perché mai si è completamente arrivati, mai si è
tutto completamente appreso. L’apprendimento è un processo dinamico che non conosce
soste. Ma c’è differenza tra conoscenza e
informazione: quest’ultima si può definire come
lo scarto conoscitivo che intercorre tra due
persone, anche a livello più basso; per esempio, si può essere informati su un avvenimento
recente o sull’ultima legge emanata per sanare
qualche problema con la giustizia di qualcuno.
La conoscenza, invece, è un incontro reale e
duraturo con una tematica, che è oggettivo,
diventa vitale, ti cambia nell’animo e si fa comunione con te. La lettura è soprattutto espressione linguistica, insieme di parole che hanno un
senso, sviluppano un concetto, narrano una
storia, dalla favola all’epica, dal romanzo alla
tragedia, tutto deve essere gradualmente accettato e selezionato. Attraverso la lettura a
voce alta, il bambino impara a sistemare i
pensieri; ed allora, la lingua madre ha un valore
unico in questo processo, perché sarà il clichè
sul quale si fonderà la personalità linguistica del
bambino: tanto più espressiva e corretta è la
voce narrante, tanto migliore sarà l’approccio
con la lettura. Il bambino immagazzina vocaboli
e frasi, e li saprà riconoscere successivamente,
inseriti in altri contesti. Il legame tra espressione
orale e scritta è strettissimo, ed è importante
che in questo si innestino eventi di vita quotidia-
di Pino Cozzo
na, personali, familiari, perché aiutano ad
inserirsi nel mondo circostante.
Un libro, un buon libro, ben scritto e coinvolgente, sviluppa insomma le attività cognitive,
accresce l’apprendimento dell’area linguistica, e, di volta in volta, quella geografica,
storica, scientifica, matematica, offre la possibilità di confrontarsi con gli altri, di fare nuove
esperienze e di paragonare le proprie con
quelle altrui. Non potrebbe esserci miglior
esercizio di relazione.
In questo contesto la biblioteca scolastica
diventa spazio educativo che concorre agli
obiettivi formativi della scuola in cui è ubicata.
Quelle che si trovano nelle scuole della nostra
cittadina e quella comunale, forniscono un
valido aiuto in tal senso. In particolare, la
biblioteca dell’Istituto Tecnico ha un’ampiezza di 300 metri quadri, è informatizzata, assicura cinquanta posti a sedere e ospita 2500
volumi di diverse tipologie. E’ una delle tante
perle di cui si può vantare l’Istituto, perché
anche il colpo d’occhio è certamente dei più
autenticamente coinvolgenti Le attività di
educazione alla lettura e alla ricerca che in
essa si svolgono mirano a formare l’allievo
come lettore e “ricercatore” motivato, autonomo e critico. Duplice è infatti la mission della
biblioteca scolastica: promuovere il piacere
della lettura attraverso la frequentazione della
letteratura e promuovere il piacere della ricerca attraverso l’uso delle fonti.
Uno degli obiettivi prioritari rimane, comunque, la conquista di una visibilità sociale della
biblioteca, che non è ancora un dato acquisito
e rappresenta il vero divario rispetto ai paesi
più evoluti dal punto di vista della situazione
bibliotecaria. La biblioteca dovrebbe diventare un servizio insostituibile per i cittadini,
radicando e affermando la propria presenza
nella società, fino a diventare uno strumento
che la stessa comunità riconosce come vitale
per le proprie necessità, tanto da non poterne
fare a meno. Essa dovrebbe rappresentare
una risorsa per lo sviluppo, un mezzo essenziale per la crescita della collettività, perché il
diritto allo studio e il bisogno di luoghi di cultura
non riguardano solo l’Università, ma tutto il
comprensorio.
Foto giu/ri
artistica usava soprattutto il
carboncino”.
Alla mostra di Alessandria hanno partecipato una trentina di artista provenienti anche da lontano. La giuria composta da persone competenti, quali gli
artisti Mimmo Canonaco e Francesco
Basile, dal dott. Larocca, dal prof.
Sandro Arvia e dall’assessore Vincenzo Adduci, ha discusso per due ore
dentro la stanza, ma alla fine, come
accade in tutti i premi, senza
dequalificare i non premiati, quelli che
sono venuti in Alessandria sono tutti
validi, quindi si è inteso premiare Lorenzo Gugliotti (perché ha fatto rivivere un pezzo di storia che non c’è più:
l’olmo della piazza), la signora Maria
La Sala, per un’ Alessandria coperta di
neve, e Fiammetta Aino per un’altra
visione del paesaggio alessandrino.
Mimmo Canonaco ha detto: “Niente di
strano, per esempio, io sono stato
bocciato dal maestro Kodra e non mi
sono offeso, perché in fondo, Kodra
aveva ragione!”.
Ma sono stati guardati con ammirazione anche le produzioni degli altri artisti: Melissena, Franco Abate, Lucrezia
Rago, Giuseppe Brunacci, Pasquarelli
e tutti gli altri partecipanti.
(V. Filardi, E. Angiò, G. Rizzo)
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Confronti
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ALto
Mensile dell'Alto Jonio di Attualità Politica e Cultura
jonio
AMENDOLARA. C’era una volta la Stazione …
FRANCAVILLA MARITTIMA
Cosí, la Stazione Ferroviaria di
Amendolara-Oriolo, si presenta oggi [la
foto è dell’8 Maggio 2010] al passeggero
che scende, che parte, e a chi si affaccia
al finestrino del treno.
C’era una volta… una delle tante Stazioni Ferroviarie, ora abbandonata e con le
porte chiuse da massicce cancellate tipo
carcere. Era una delle Stazioni più importanti della Linea Jonica, costruita intorno al 1869, hanno in cui entrava in
funzione la tratta Rocca ImperialeAmendolara, e quando non si parlava
ancora della realizzazione della Strada
Inaugurato il Parco Archeologico
di “Timpone della Motta”
Statale n. 106. Al primo piano vi abitavano due famiglie di ferrovieri. In un
giardinetto adiacente vi era un lavabo e
una cisterna d’acqua, che veniva sollevata da una pompa ad azione manuale;
a poca distanza dal fabbricato principale
vi era un forno a legna. Tutte comodità a
servizio dei due nuclei familiari.
Intorno ad essa nascevano le prime case
dello Scalo Ferroviario. Qui facevano
capo, oltre ad Oriolo e Castroregio (con
la frazione di Farneta) anche altri Comuni dell’entroterra lucana. Veniva dotata
di un doppio binario, fatto costruire subito dopo la fine della Prima Guerra Mondiale, per interessamento degli amministratori comunali del tempo. Nelle immediate adiacenze del fabbricato principale è stata costruita la così detta Piccola,
ossia un caseggiato dove si custodivano
le merci che viaggiavano (appunto) a
piccola velocità. Qui arrivavano i prodotti di privativa (Sali e Tabacchi), che erano poi distribuiti ad altri Comuni, dal
locale magazzino del Monopolio di Stato. Con la costruzione in Marina, poi, nei
primi anni del ’50, del Consorzio Pro-
Antonio Gerundino
vinciale, erano svincolati tutti i prodotti
agricoli, dagli aratri ai concimi; e negli
anni ’50-’60 partivano, per il Nord Italia,
numerosi carri merci, carichi di piselli, di
produzione locale.
Tutta intorno era ben curata e ornata di
fiori, accuditi dalla volontà del Capo Stazione e dall’impegno quotidiano di qualche Manovale Ferroviario: si partecipava a un concorso, indetto dalle Ferrovie,
che premiava l’impianto tenuto più in
ordine.
È stato, fino agli anni ’90 circa, anche un
luogo di incontri, un punto di riferimento
per molti giovani della nostra generazione, oltre che di arrivi e partenze di studenti, operai, emigranti, e di gente comune, proveniente da altri paesi, che si
recava agli uffici governativi (esistenti
una volta) in Amendolara Centro.
Con la ristrutturazione delle Ferrovie
dello Stato, anche la Stazione di
Amendolara-Oriolo ha subito il suo inesorabile declino e abbandono, come
una delle tante locomotive a carbone, or
ferme in qualche sperduto deposito.
Negli ultimi tempi, però, non sono mancati alcuni lavori di… facciata, mentre al
suo interno (in special modo nell’appartamento lasciato vuoto da diversi anni) i
muri, i soffitti e i pavimenti vanno incontro alla rovina. Sono stati rifatti completamente i due marciapiedi; lungo tutto il
primo (quello lato fabbricato, sul cui binario vi transita quasi nessun treno) c’è
una inutile e sprecata striscia di segnalazione per non vedenti, di quelle che
presentano dei rilievi a contatto con la
suola delle scarpe; poi, le segnalazioni
(ce ne sono circa venti) in italiano e in
inglese, di avvertimento a non attraversare i binari e a tenersi lontani dalla linea
gialla, si sprecano! Come se ci fossero
un rilevante movimento di treni e un
frenetico via vai di passeggeri nazionali
ed esteri! Mancano, invece, una più
pratica tettoia per ripararsi dalla pioggia,
una panchina e un bagno di servizio.
Il verde, però, c’è! Spontaneo, ma c’è!
Se potessero vederlo i Capistazione
Gerundino e Latronico…!
Foto Pasquale Bloisi
“La gestazione è stata lunga e sofferta
ma oggi, come avviene in occasione di
ogni parto, è giorno di festa perché nasce qualcosa di grande e di importante
che incrementa il già ricco patrimonio
storico e archeologico provinciale”. Lo
ha affermato Francesca Corigliano, assessore provinciale alla Cultura in occasione dell’inaugurazione del Parco Archeologico di “Timpone della Motta”,
presso il sito archeologico di
Macchiabate. Uno dei siti proto-storici
più ·mportanti d’Europa, coevo dei siti di
Broglio di Trebisacce e di Torre del
Mordillo di Spezzano, che ha contribuito,
attraverso campagne di scavo durate
circa 30 anni in cui si sono cimentati
studiosi di tutta Europa, a fare luce sul
popolo degli Enotri, primigenio popolo
italico vissuto sui contrafforti naturali che
formano l’anfiteatro naturale della
Sibaritide che, come è stato ampiamente dimostrato, è stato il crocevia delle
prime relazioni sociali, commerciali e
culturali con gli Achei e che ha dato vita
alla grande civiltà magno-greca. Alla
grande manifestazione, assente per lutto familiare la Sovrintendente Regionale
VIABILITÀ ED ALTRO
La proposta del sindaco di Plataci
Autostrada Taranto-Firmo
(Governo e Comunità
europea),per collegare
l’Adriatico al Tirreno (Adriatica-Autostrada del sole
Salerno-Reggio). Dovrebbe
seguire alcuni tratti della 106
jonica (oggi, E 90), e dovrebbe passare sotto
Villapiana. Il sindaco di
Plataci Franco Tursi fa questa buona proposta: “No, la
costa è già intasata da altre
strade; perché non si sale
più a valle e a monte, per
toglie i paesi dall’isolamento, come Plataci e Albidona?”
A Rossano, i sindaci e sindacati continuano a discutere sulla 106 jonica. Si
aspetta l’avvio dei lavori. I
sindacati protestano contro il governo: i tagli di troppi treni, soppressione di
12 corse da e per la
Calabria. Ma qualcuno scrive che “le autostrade del
mare sono una realtà”.
Il presidente della Provincia Mario Oliverio parla
della strada CosenzaSibari e dello svincolo Tarsia e Diga Tarsia.
Simonetta Bonomi, hanno partecipato
dando il proprio contributo alla comunicazione, oltre all’assessore provinciale
Corigliano, il sindaco ingegnere Paolo
Munno, i professori Paolo Gallo (direttore della Fondazione Brettion), Pino Altieri
(presidente dell’associazione Onlus
“Lagaria”), Silvana Luppino (direttore del
Museo della Sibaritide), Giovanni
Riccardi (titolare dell’impresa che esegue gli scavi) che ha coordinato i lavori,
il neo-consigliere regionale Gianluca
Gallo, uno stuolo di studiosi provenienti
da tutta la Provincia e tanta gente comune che ha fatto da cornice ad un evento
di grande importanza per tutta la comunità e per tutta la zona. L’inaugurazione
del Parco Archeologico, è stato sottolineato ampiamente dai relatori, è la conclusione di un lungo percorso, talvolta
accidentato e difficile, ma deve necessariamente rappresentare un punto di partenza per valorizzare in termini di crescita sociale, economica e culturale, le grandi risorse storiche e archeologiche in un
discorso di “rete” con le altre emergenze
archeologi che della zona. E questo si
può fare, con l’aiuto di tutti, favorendo
l’approccio sistematico al mondo della
scuola, attraverso l’utilizzo “didattico” del
Parco Archeologico.
Pino La Rocca
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Confronti
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Mensile dell'Alto Jonio di Attualità Politica e Cultura
A L T O
- N. 6 - GIUGNO
J O N I O
Rocca Imperiale. In pensione Il trono di San Michele è
il Primario Antonio Ferrara merito di Giuseppe Violante
Dopo 38 anni d’intenso lavoro, in gran
parte trascorsi presso il limitrofo ospedale civile di Policoro
(Matera) con la qualifica di primario di
medicina, il dottore
Antonio Ferrara (in foto), di Rocca Imperiale, è andato in pensione. Umanità,
professionalità, semplicità e umiltà sono
le doti che l’hanno sempre accompagnato in questi lunghi anni di completa dedizione ai suoi pazienti. Dopo avere conseguito la laurea in medicina e chirurgia
presso l’università degli studi di Padova
e la specializzazione in malattie del fegato e del ricambio presso l’università di
Ferrara, il primo passo di questa gloriosa
carriera medica lo compie nel 1972 iniziando dal nosocomio lucano (Policoro)
aperto nel 1970, presso il reparto di
medicina dove percorre tutte le tappe
della carriera di medico ospedaliero, fino
a diventare Primario. Dall’ospedale
lucano si è distaccato per due soli periodi: il primo per il servizio militare prestato
come ufficiale medico di complemento
presso l’ospedale militare di Padova e la
legione dei Carabinieri, sempre di Padova; il secondo presso l’ospedale civile di
Stigliano (Matera) ove è stato Primario
dal 1992 al 2006. Presso l’ospedale di
Policoro è stato, fra i tanti cambiamenti
migliorativi messi in atto, l’iniziatore dell’attività di “endoscopia digestiva”, a suo
tempo, non ancora esistente nella nostra
zona, ottenendo risultati di qualità e d’eccellenza, riconosciuti in ambito
interregionale, al punto da essere centro
di riferimento per le regioni limitrofe, tra
cui anche la Calabria. Ha ricoperto, inoltre, il ruolo di direttore del dipartimento di
area medica dell’Asl. Il dottore Ferrara,
sicuramente non riporrà il suo camice
bianco nell’armadio di famiglia ma continuerà ad indossarlo per assistere i suoi
concittadini che non gli hanno fatto mai
mancare affetto e attenzioni, dal momento che lui ha considerato questa professione come una “missione” sin da
quando i supporti diagnostici erano
carenti. Il suo Reparto è stato affidato al
dottore Mauro Annese. 27 maggio 2010.
Alessandro Alfano
Il nostro San Michele: con la
fascia al petto carica di oggetti di
inestimabile valore, come orologi, anelli, orecchini a ‘circiello’ e
denaro, donati a devozione dei
fedeli, a partire, dal 1700, quando è stata scolpita la statua, da
scultori di grande valore. Le tele
sulle pareti della Chiesa risalgono pure a quel periodo. Ma io
Foto F. Lofrano
Foto giu/ri
Pollino / Sentieri: trono degli dei o fulmini di Zeus?
Leonardo Tufaro
Falconara: con la nostra indimenticabile guida zi' Giovanni Ciancia
Proust sosteneva che l’essenza di un
vero viaggio di scoperta non consiste
necessariamente nel cercare e scoprire
nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi.
Percorrendo i sentieri del Pollino, ci limitiamo a segnalare situazioni che abbiamo avuto modo di incontrare nel corso
delle frequenti escursioni su Pollino.
Abbiamo potuto constatare la mancanza di appropriata segnaletica e cura dei
sentieri. Soprattutto abbiamo notato l’eccessiva presenza di armenti sugli altipiani del massiccio centrale. Presenza
che costituisce un pessimo esempio di
sfruttamento distruttivo dei bellissimi prati
vegetali, impreziositi da flora unica.
Nonostante il pur deciso cambio di marcia dell’attuale reggenza dell’Ente Parco
rispetto alla passata gestione, non è
stata ancora promossa una corretta
frequentazione dei luoghi dell’area protetta più estesa d’Europa. Eppure un
comunicato dell’ufficio stampa della Presidenza così argomentava:” Il Parco
Nazionale del Pollino punta a ripristinare
e qualificare la sentieristica e fare turismo serio, attraverso interventi mirati
che possono far decollare in modo definito la montagna di Apollo. Nel comunicato si evidenziava pure la necessità, da
subito, di espletare i bandi attraverso
piani mirati atti a qualificare e ripristinare,
in primis, la diramazione dei sentieri,
nonché recuperare i manufatti esistenti
lungo i percorsi di montagna.
Giammai vi fu altro annuncio così disatteso: niente sentieristica, niente ripristino dei vecchi sentieri, nessun manufatto
recuperato.
Allo stato delle cose - difficile essere
smentiti- molti vecchi sentieri non sono
neppure percorribili, poiché franati o ricoperti completamente dalla vegetazione. Nel passato la fitta ragnatela di sentieri esistenti, erano frequentati da pastori, boscaioli e carbonari. Vecchie
mulattiere, oggi non più rintracciabili, erano pure percorsi da viaggiatori/scrittori in
cerca di nuovi mondi da scoprire e osservare. Mulattiere attraversate da carovane di muli che rappresentavano il mezzo
locomotore dell’ epoca, per il trasporto di
carichi e scarichi di mercanzie da un
posto all’altro.
Comunque, nell’era di Internet, una nuova moda sembra volersi affermare: frequentatori occasionali del Pollino si inventano veri e propri sentieri alternativi,
aumentando, e non di poco, la confusione nei potenziali frequentatori dell’ area
protetta. Pertanto, occorre che gli amministratori materializzino finalmente i tanto attesi, e non più rinviabili , strumenti
operativi per poter sperare in un definitivo decollo del Parco Nazionale.
Gli emigranti del 1903 e Giuseppe Violante - Arch. L'Altra Cultura
voglio riferire pure qualche notizia sul prezioso trono di San
Michele, di starordinaria bellezza.
Da fondate informazioni di gente anziana e di coloro che hanno frequentato la nostra chiesa,
ho appreso che il trono è stato
realizzato nel 1907, per merito e
per interessamento del signor Giuseppe Violante, grazie alle offerte
dei nostri paesani residenti a
Chicago. Purtroppo, sul trono non
c’è scritto niente: né i nomi dei
nostri emigranti e né quello degli
artisti che l’hanno costruito. Meriterebbero di essere ricordati.
(Michele Lofrano)
Ancora sulle Gole
del Raganello
La proposta lanciata dagli amici di San Loernzo Bellizzi per il
riconoscimento delle Gole del Raganello come patrimonio
Unesco, va avanti e ha pure consensi. Ma pare che i sindaci ...
“nìcchiano”, dice un nostro amico. Nell’articolo del precedente
numero di Confronti (firmato da Rizzo e Carlomagno) non
volevamo assolutamente omettere gli altri amici che continuano a battersi non solo per la proposta Raganello ma anche per
la salvaguardia di tutte le altre bellezze naturali del Pollino,
quindi è doveroso salutare e menzionare anche Vincenzo
Tarantino, Leonardo Caprara, Domenico Cerchiara, Giovanni
Vancieri, la dottoressa neurologa Maria Ernesta Leone e
ancora altri. Li invitiamo a intervenire singolarmente, e chiediamo ancora scusa per eventuali omissioni. Intervenga anche
qualche signor sindaco. Aprite il sito Web Master di San
Lorenzo. (Confronti)
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Gli Scouts di Trebisacce onorano Carlo Acutis: un missionario con il mouse
“la loro linea diretta con Dio”
Foto F. Lofrano
Dopo quattro anni dalla sua triste
dipartita, noi scouts del gruppo Agesci
Trebisacce 2, siamo riusciti nel nostro
intento. Infatti, nei giorni 4-5 e 6 di
giugno, abbiamo realizzato un Pellegrinaggio in quel di Assisi, facendo visita
alla Tomba di San Francesco, alle Sacre spoglie di Santa Chiara e onorato
con la nostra presenza l’amato conterraneo “Padre Bernardino Maria De Vita”.
Appena dentro il cimitero, ognuno di
noi si aspettava di vedere un grande
mausoleo, ricco di statue, affreschi e
marmi pregiati, ma la sua grande umiltà
e carità ci messo di fronte ad una semplice tomba con poche scritte e senza
tanti rilievi.
Grande commozione in ognuno di noi
nell’apporre la targa-ricordo sulla lapide del Padre che recita testuali
parole:”Giorno 26 Agosto 2006 il cielo
degli scouts Trebisaccesi si è arricchito
di una nuova stella “Padre Bernardino
Maria De Vita. La sua luce illuminerà
per sempre la nostra strada”. Con
immutato affetto i tuoi scouts”.
Una crociera alle Tremiti
(24-25 luglio)
Al largo celle coste Pugliesi è stato
organizzato un viaggio per conoscere
le Tremiti, con le tre isole: la verdissima San Domini, la deserta e solitaria
Caprara, e San Nicola. Uno spettacolo di museo a cielo aperto. Le isole
sono circondate da un mare tropicale
che regala infinite sfumature di blu, di
turchese, di verde.
Partenza da Corigliano Calabro Scalo p/o Rifornimento Agip: domenica
25 luglio. Per questa escursione in
battello alle isole Tremiti: quota di
partecipazione. euro 155.00, adulti;
euro 125, per ragazzi fino a 12 anni.
Prenotarsi entro il 9 luglio presso la
ns/agenzia in Via Cilea 8 di
Trebisacce.
Giorno 6 giugno, invece siamo stati
ricevuti e onorati sul presbiterio principale della Basilica di Santa Maria degli
Angeli in Porziuncola, dove all’offertorio,
abbiamo consegnato al Parroco della
stessa, Padre Francesco De Lazzari,
un ritratto raffigurante il Padre con uno
scorcio del paese antico di Trebisacce
e della chiesa madre di San Nicola di
Mira, dove aveva ricevuto il battesimo.
A proposito, l’opera è stata eseguita
dall’abile ed estrosa pittrice Trebisaccese, nonché madre di un nostro
lupetto Brunella De Paola, alla quale va
il nostro più sincero grazie. L’opera,
consegnata nelle mani di Padre Francesco e poi alzata in alto dallo stesso e
da un capo, ha strappato applausi a mò
di stadio e nel mostrarlo ai fedeli, baci
e carezze a più non posso. Fedeli in
lacrime e cuori affranti, ecco il risultato
al passaggio del quadro lungo il tragitto
che divideva il Presbiterio dalla portineria della Porziuncola.
Il nostro Padre era ed è amato ancora
oggi da molti fedeli ed ognuno, nel
riverire la sua immagine, ci ha raccontato senza esitare il rapporto speciale
che aveva con i pellegrini che cercavano in lui “il perdono”.
Passare dal confessionale n. 15, vedere l’ombra di un confessore all’interno,
ci esortava nell’andare a bussare alla
sua porta, proprio come si faceva un
tempo, ma poi la ragione ci riportava al
presente e a desistere.
Lì abbiamo incontrato altri fedeli e fra
tutti un peccatore, figlio spirituale di
Padre Bernardino per ben trent’anni,
che è stato al suo capezzale fino all’ultimo respiro, ricevendo dal padre l’ultima benedizione.
Giovannino è il suo nome, il cognome
non ci sovviene, ma vi possiamo assicurare che nel ricordarci il nostro amato padre Bernardino, i suoi occhi si
illuminavano di un cielo divino.
Siamo rimasti a parlare con lui in Basilica e le sue parole hanno messo in
risalto la sua grande devozione verso il
padre e di come in tutto l’arco della
giornata, anche sul lavoro, non può
fare a meno di ricordarlo nella preghiera.
Un grazie di cuore va al nostro amico e
conterraneo prof. Cosmo Oliva che ci
ha guidati e deliziati con il suono dell’organo e a Padre Francesco De
Lazzari, parroco di Santa Maria degli
Angeli, per averci concesso l’onore dei
“piani alti”.
Grazie ancora da tutti gli scouts del
gruppo Trebisacce 2 che vogliono far
diventare questo Pellegrinaggio la scintilla per tanti che ne seguiranno, perché
come recita il canto del gruppo “Il richiamo è troppo forte”. Alla prossima.
Vincenzo Romano
Avrebbe compiuto 19 anni lo scorso 3
maggio, ma la sua esistenza terrena si è
conclusa in soli 15 anni: è nato il 3
maggio 1991 e si è spento il 12 ottobre
2006 a causa di una leucemia fulminante.
Eppure questi soli 15 anni racchiudono
la testimonianza di una vita autenticamente cristiana.
Non era diverso da suoi coetanei: faccia
pulita, vestiti semplici e comodi, allegria
prorompente. Amava i viaggi, la compagnia degli amici, rivelava una spiccata
intelligenza ed una particolare attitudine
nell’uso dei computers, che per lui non
nascondevano segreti. Affettuoso e rispettoso nei confronti dei suoi genitori e
nonni, studioso, eccelleva in alcune
materie e in altre se la cavava abbastanza. Allegro, di compagnia; tutti desideravano stare con lui, anche perché era un
ragazzo di grande generosità e comunicatività, ma anche di ascolto sincero e di
gioia contagiosa.
Anche a quanti lo hanno “incontrato” per
la prima volta sulle “finestre di internet”
Carlo Acutis non è rimasto indifferente.
Anzi la qualità della sua vita e della sua
morte hanno suscitato non poche riflessioni sul senso della vita. Scrive un lettore sul suo blog: “La cosa su cui riflettevo
è che dopo aver conosciuto la sua storia
è impossibile non farsi delle domande su
come viviamo la nostra fede nella vita,
proprio per il fatto che non abbiamo l’alibi
che sia una figura lontana, d’altri tempi
… questo ragazzo fino a poco più d’un
anno fa stava qui a dare la sua testimonianza di cristianità, così come dovrebbe
fare ognuno di noi! Leggendo il libro,
quando incontravo delle date mi domandavo: “ma io dov’ero in quel periodo, che
facevo?”, oppure “che caspita, questo
ragazzo è nato dopo di me, è morto
prima, e guarda dov’è saputo arrivare!”.
Una cosa che non ti capita di fare con tutti
i testimoni del vangelo di cui leggi la vita,
no? Sono stato toccato molto da vicino”.
Non si può non lasciarsi toccare da vicino, perché la vita di Carlo è vita del
nostro tempo, concretamente incarnata
in un contesto preciso e coinvolta in una
fitta rete di relazioni. Una rete le cui
maglie sono state costruite per accogliere tutti, per sorridere a tutti, per avere una
parola di conforto per tutti. Una fitta rete
di relazioni, armoniosamente vissute.
Nel dispiegarsi di una vita normalissima,
circondata dagli affetti dei famigliari, arricchita dalla presenza di amici sinceri, di
insegnanti, catechisti, sacerdoti premurosi e attenti alla sua formazione culturale, umana e spirituale, animata dalle
passioni per l’informatica e i viaggi, caratterizzata da una sana propensione
alla scoperta e alla ricerca e da una sete
inappagata di conoscenza, si inserisce
un amore così profondo per Cristo da
renderlo il tutto della sua esperienza
terrena, che per Carlo, andava vissuta in
vista del Paradiso.
Carlo guardava al Cielo (amava affermare “l’Eucaristia è la mia autostrada per il
Cielo”), ma con i piedi per terra, ovvero
vivendo pienamente, e senza
fughe in avanti,
il suo presente
e di esso assaporando ogni
momento con
un amore e una
gioia di vivere
inevitabilmente
contagiosa. Tutto di lui, le movenze gentili del corpo, le labbra aperte in larghi e
caldi sorrisi, le risate di cuore, gli sguardi
sinceri degli occhi limpidi e puri, il timbro
dolce e deciso della voce, tutto esprimeva la felicità di quegli attimi vissuti ora
con la famiglia, ora con gli amici, a scuola o nei luoghi di ritrovo abituali, oppure
nella silenziosa e intima comunione con
il suo Signore, davanti al Tabernacolo o
al Santissimo Sacramento esposto.
Non sciupava nulla di ogni momento
della sua vita, ma li riempiva con la sua
solare presenza caricandoli di un significato nuovo, intenso in quanto sempre
vissuti con Gesù nel cuore e sulle labbra.
Egli è stato in questo modo portatore di
un messaggio preciso che una vita armoniosamente cristiana non si compone al di fuori del tempo e della storia, ma
si realizza dentro le caratteristiche di
un’età precisa e dinnanzi ai più comuni
modi di esistenza del nostro mondo e del
nostro tempo.
In Carlo tutto è stato dettato da una
scelta veramente volontaria: è lui che ha
desiderato ricevere la comunione a 7
anni; è lui che volle partecipare alla
Messa feriale con costanza, è lui che
amava fermarsi in adorazione davanti a
Gesù Eucaristia, è lui che recitava quotidianamente il Rosario, è lui che ha fatto
la scelta di consacrarsi alla Vergine. Ed
è sempre lui che ha scelto di confortare,
sostenere, aiutare, pregare per quanti si
trovavano in condizioni di disagio spirituale e materiale. Solo Carlo è stato
responsabile di ogni suo “sì”. Un “sì”
pronunciato con determinazione e coerenza, con una radicalità che forse è
propria di un adulto (ma chi può dire
quando in un individuo sopraggiunga la
maturità!).
In soli 15 anni, dunque, si è rivelata una
maturità compiutamente spirituale e
umana, favorita dalla sua intima e assidua partecipazione al mistero eucaristico e forgiata alla scuola di Maria.
Nella brevità della sua “straordinaria
quotidianità” Carlo ha vissuto facendo
entrare Cristo in tutto ciò che faceva,
pensava, diceva; nelle sue relazioni, nelle
sue amicizie, nei suoi affetti famigliari,
nello studio, nel gioco, nell’uso stesso
del computer, tantoché se si vuol conoscere la vita di questo ragazzo si può
cliccare anche sul suo sito (nel quale si
trovano tante parti da lui ideate e programmate): www.carloacutis.com.
Sì, anche questa è stata la sua normalità: usare i nuovi mezzi di comunicazione
per arrivare a tutti e far conoscere Cristo.
È stato un missionario con il mouse!
Don Michele Munno
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"Le quattro volte" di Frammartino La festa di Sant’Antonio in Albidona
Le Quattro Volte di Michelangelo Frammartino, che tanto successo e ammirazione ha riscosso a Cannes 2010, è una
voce “fuori dal coro”.
Il film appartiene al mondo dei cineasti
che stanno “fuori”, che ricercano e sperimentano linguaggi originali.
Le Quattro Volte è un “Documentario
Lirico”, pensato per evocare tradizioni
arcaiche dai connotati antropologici, ma
anche filosofici.
La Calabria, terra d’origine del giovane
regista, è l’angolo di mondo scelto per
rappresentare l’essenza quadrupla dell’uomo, che come indicata dalla scuola
pitagorica, a cui fa riferimento il
cineasta,in noi risiedono quattro vite
successive.
Frammartino, con la sua opera, ha onorato il cinema italiano al Festival di Cannes 2010 più di qualche politicante regista ottuso.
Il suo film, pur facendo arte, resta ai
margini della “bottega”, troppo attenta
ad ammaliare il pubblico con intrattenimenti spesso insulsi.
Ricordo il regista ad Alessandria del
Carretto alla ricerca delle tradizioni più
semplici, ma autentiche di un mondo
rurale ormai scomparso.
Infatti, l’intero percorso del film predilige
la camera fissa come se fosse una macchina fotografica ed è un susseguirsi di
quadri e immagini naturali.
Anche le riprese realizzate ad Alessandria del Carretto, durante “a feste da pite”,
sono state montate con l’uso di una inquadratura sapiente, che non ha bisogno
né di dialoghi, né di musica per farsi
sentire, sono i rumori diventati musica a
tenere alta l’attenzione dello spettatore.
Frammartino ci regala una lirica del
mondo contadino che sta scomparendo
e della natura che non è stata mai matrigna con l’umanità.
Il Documentario ci riporta in un tempo
dove l’uomo ritrova la sua dignità nel
mito, ben lontano dalla quotidianità frivola a stereotipata dei nostri tempi.
Ho contattato personalmente il regista
per complimentarmi e per invitarlo, a
nome di tutta l’amministrazione comunale, quest’estate ad Alessandria per
proiettare in piazza il suo film e per
rivivere i momenti più esaltanti della nostra festa, dove con discrezione, il Frammartino ci offre delle magnifiche immagini di confine tra cultura e natura.
Vincenzo Gaudio
Sindaco di Alessandria del Carretto
Alessandria del Carretto
L’Ostello dell’ambrosia
Se salirete sui monti dello Sparviere e della Privitera, fate una breve sosta, alle porte
dell’Orto botanico, per consumare una gustosa colazione preparata dai giovani
dell’Ostello della gioventù, i quali intendono portare il loro contributo per far rivivere
la piccola comunità.
Si possono gustare anche ottimi pranzi di prodotti tipici, vi si può pure pernottare per
un tranquillo riposo.
Te n e r e z z a
Giovanni Rizzo, laureato in agraria presso l’università di Bologna, lavora in una
grande azienda regionale dell’Abruzzo.
Quando scende in Calabria, riprende la
sua macchina fotografica e gira per documentare gli ultimi aspetti della nostra civiltà contadina. Tra le tante altre sue foto,
scegliamo questa che intitoliamo “Tenerezza”: due innocenti creature in perfetta
simbiosi d’affetto: la piccola Antonella e il
suo caprettino di pochi mesi.
Dopo quella di San Michele,
Foto giu/ri
Sant’Antonio da Padova è la
seconda festa religiosa dell’anno. Sant’Antonio era un
francescano; qui, in Albidona,
fino al 1860 c’era il convento
dei Minori Osservanti che si
richiamavano a San Francesco d’Assisi e al santo di Padova. Oggi, questa chiesa è
detta Convento, o di Sant’Antonio.
Anche quest’anno, il 13 di
giugno si è svolta la sua festa, con la messa del mattino
San Giorgio Albanese. La tradizione più
e la processione. C’erano diversi emigranti
caratteristica è quelli dei “menzitùmmeni”,
provenienti dall’Argentina.
altrove detti anche “cinti”: pieni di grano e
Questa festa è ancora ricca di tradizioni
rivestiti di bellissimi drappi del corredo fempopolari: l’incanto delle offerte votive, i
minile del luogo.
(Il Cronista)
fuochi pirotecnici, la banda musicale di
Il turismo nell’Alto Jonio-Sibaritide nel libro di Antonio Franzese
Organizzata dall’Amministrazione Comunale di Cassano allo Ionio, ha avuto
luogo, nel centralissimo Teatro Comunale, la presentazione dell’ultimo libro
del Giornalista, prof.Antonio Franzese
dal titolo: “Viaggio-Inchiesta nel Pianeta
Turismo da Sibari all’Alto Jonio”, edito
dalla casa editrice “La Mongolfiera”. A
presentare la serata è stato il Giornalista
Rai, Vincenzo D’Atri. Sono, quindi, seguiti gli interventi dell’Avvocato Gianluca
Gallo, Sindaco della Città di Cassano
nonché consigliere regionale e del prof.
Salvatore Arena, autore della prefazione del volume che ha illustrato al numeroso pubblico presente in sala, il viaggio-inchiesta del prof. Franzese tra i lidi
moderni sul litorale jonico. “Il Giornalista
–ha detto Arena-coglie, nel suo viaggio,
l’occasione per mettere in luce paesaggi
inesplorati e di una bellezza incomparabile, dando al lettore la sensazione di
seguirlo nei vari percorsi”. Hanno chiuso la serata le relazioni del prof. Pasquale De Marco, Giornalista e della professoressa Filomena Minella Bloise, ordinaria di Italiano e Latino nel Liceo Scientifico della vicina Castrovillari. Presente
anche l’editore del libro, Giovanni
Spedicati e l’autore che ha ringraziato il
folto pubblico presente, spiegando ulteriormente, il contenuto del suo libro,
dando appuntamento ai convenuti alla
sua prossima fatica letteraria. Nel libro,
dedicato al Presidente della S.E.S. Gazzetta del Sud, Giornalista Giovanni
Morgante, si parla del complesso turistico dei Laghi di Sibari, del
VillaggioBagamoyo; del Museo Archeologico e degli scavi di Sibari;
dell’aviosuperficie e del campo da golf;
del Camping di Contrada Salicetta; del
Centro Storico di Cassano; delle Terme
Sibarite; di Villapiana Lido; Cerchiara di
Calabria, Oriolo, Trebisacce, Albidona,
Montegiordano, Plataci, Castroregio,
Canna, Nocara; Amendolara, Roseto
Capo Spulico, Rocca Imperiale. Si tratta
di una interessante inchiesta la cui
lettura non è solo la traccia di itinerari
turistici e culturali(corredata di fotogra-
fie), ma rappresenta una disamina attenta ed intelligente delle problematiche
che hanno investito il settore turismo e
che, purtroppo, continuano ancora oggi
ad interessare gli addetti ai lavori e l’opinione pubblica. L’autore del libro è stato
Direttore del Giornale studentesco
“Vent’Anni”. Per lungo tempo corrispondente della Rai nonché collaboratore
dell’Agenzia Giornalistica Ansa per moltissimi anni. E’ stato condirettore del
periodico di varia cultura “Verità Calabre”.
Su richiesta del Vescovo Mons. Francesco Pala, ha curato i servizi giornalistici
di Radio Tele Don Bosco, emittente religiosa a livello diocesano. E’ stato il primo
Capo Ufficio Stampa del Comune di
Cassano. Ha collaborato e collabora,
oltre che con la Gazzetta del Sud, anche
a mensili, quindicinali e settimanali. Ha
al suo attivo pregevoli pubblicazioni quali:
“Dal Sud una Voce”, collage giornalistico edito da “Rinnovamento di Napoli”
con prefazione dello scomparso Preside
Salvatore Bruno; “Pensieri”, raccolta di
poesie edita per i tipi Bruno. Ha ricoperto
la carica di Vice Sindaco della Città di
Cassano e di Assessore alla Pubblica
Istruzione. Numerosi gli attestai e i premi
letterari ricevuti. Attualmente, è Presidente dell’associazione culturale “Nuova Idea Cittadina” da oltre quindici anni
succeduta a “Progetto Città” da lui fondata e ideata. E’ socio fondatore del
Circolo della Stampa “Pollino –
Sibaritide”. E’ iscritto all’ordine dei Giornalisti della Calabria dal 4 aprile 1970.
Già docente nelle scuole superiori e
nella media “Lanza” di Cassano ove per
svariati anni ha ricoperto la carica di Vice
Preside Vicario. Luigi Franzese
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Confronti
- N. 6 - GIUGNO
Mensile dell'Alto Jonio di Attualità Politica e Cultura
TREBISACCE E DINTORNI
L’IPSIA ha festeggiato i 5 anni di gemellaggio elettronico S P O R T
con scuole europee costellati da prestigiosi successi
TREBISACCE. Una grande festa all’Ipsia
“E. Aletti” per celebrare i cinque anni di etwining, il gemellaggio elettronico con le
scuole europee che si avvale dell’utilizzo
delle Tic.
E’ dal 2005, come ci riferisce la professofotoCostanza,
La Roccache l’Istituto
ressa Teresa
trebisaccese partecipa a progetti di collaborazione con scuole europee mediante
la pratica dell’e-twining, conseguendo riconoscimenti prestigiosi.
Nel 2006 l’E. Aletti si è classificato al 2°
posto, per la categoria risorse digitali (1319 anni), con il progetto “Olive tree- Olive
oil (“Albero di olivo-Olio di oliva”). La
premiazione si è svolta a Linz (Austria).
Nel 2009, con il progetto triennale “The
Pizza Business Across Europe” (L’impresa della pizzeria in Europa), la scuola ha
conquistato, invece, il 1° posto per la
categoria 16-19 anni. La premiazione è
avvenuta a Praga (Cecoslovacchia).
Questo progetto è stato presentato anche al concorso internazionale “Global
Junior Challenge (Gic), che premia i progetti più innovativi che utilizzano le più
moderne tecnologie informatiche nel cam-
po dell’educazione e della formazione
dei giovani.
Sempre il progetto sulla pizza è stato
premiato a Roma con la prestigiosa statua raffigurante la lupa capitolina (simbolo della fondazione della Città di Roma).
A consegnare la statua alla dirigente
scolastica Silvana Palopoli, che era accompagnata dalla referente e ambasciatrice e-twining, professoressa Teresa Costanza, e dai docenti Elirosa Gatto e
Domenico Guarino, l’illustre professor
Tullio De Mauro, presidente della Fondazione Mondo Digitale (nella foto).
Spiega Teresa Costanza, docente di inglese, che sia e-twining che il Global
Junior Challenge si inseriscono nell’ambito del programma E-learning (apprendimento in rete) lanciato dalla CEE, dal
vertice di Lisbona, a garanzia della diffusione di una consapevole cultura digitale
nelle scuole, tra gli insegnanti e tra i
giovani, per incoraggiare le giovani generazioni ed i loro insegnanti all’utilizzo
delle nuove tecnologie e per favorire lo
scambio di esperienze con iniziative di
successo.
In occasione delle festa per i cinque anni
di E-Twining gli allievi dell’Alberghiero
hanno creato un gelato con i colori giallo
e blu della bandiera europea, che è stato
gustato da tutti gli invitati.
Ma ci sono altri progetti e-twining in cantiere, tra cui “How to become chef in Europe”
(come diventare chef in Europa).
Agostino Cimbalo
L’Osservatorio cittadino
E’ stato inaugurato il Polo
museale “La Fornace”, che sarà
adibito al settore dell’archeologia e a luogo di documentazione per l’Alto Jonio. Il campetto
di S.Martino è senza spogliatoi
e servizi igienici; si reca disturbo ai vicini, i quali indirizzano
una lettera al sindaco Bianchi,
ai carabinieri, all’Aspo di
Cosenza, alla Procura della Repubblica.
Invece, il Campetto di calcio per
i bambini del “Virgo fidelis” è
stato realizzato dal Rotary Club
(pres. Loredana Latronico) ed è
già in funzione.
Finalmente, completato e inaugurato il Centro Palacongressi
che servirà per la convegnistica
e per le attività giovanili. Il Comune l’ha dato in concessione
al Rotary Club. Si discute ancora delle Pescherie: nonostante
i cavilli giuridici, i magazzini,
soprattutto per ragioni igieniche, saranno trasferiti nel mercato di Ortofrutta: dovranno
essere pure adeguati alle esigenze ittiche.
Il sindaco fa affiggere un’ordinanza invitando i cittadini a ri-
spettare l’orario per
depositare i rifiuti
nei cassonetti, ma
Schiumerini dice
che si fa soltanto
“enfasi pittoresca”.
Comunque, anche quando
Schiumerini era addetto all’ambiente, Trebisacce non era sempre pulita.
Pino D’Urso è sempre trionfante: “L’Udc cresce”, e gli uccidini
trebisaccesi si collegano a Gallo e a Trematerra.
Comunque, il sindaco Bianchi
annuncia altre opere pubbliche:
con tre milioni di euro saranno
costruiti i locali dei due licei, il
restauro del palazzo Massafra
(che sarà adibito a luogo di
cultura) e al posto del parco
macchine, incendiato lo scorso
anno, sorgerà un auditorium.
Però, nei lavori del Lungomare
si aspettano ancora i
finanziamenti promessi.
Continuano i vandalismi, e il
primo cittadino ne resta abbastanza arrabbiato, ma la vigilanza (notturna e diurna) dov’è?
(Orazio e Pancrazio)
26° TROFEO DELIART-USALT Acli 2010
Trionfa MICHELANGELO SPINGOLA
Il 26° TROFEO DELIART-USALT Acli,
manifestazione Nazionale Acli di “corsa
su strada”, si è tenuto mercoledì 02
giugno 2010 sul circuito di Trebisacce. Il
Trofeo 2010 è stato vinto da Michelangelo
Spingola della società sportiva Baskim
Spezzano A. CS. Mentre per gli assoluti
femminili è risultata vincitrice Fausta
BIANCO della società sportiva
Locorotondo (BA).
Ventisei anni e non li dimostra. Come
sempre la città di Trebisacce ha accolto
con molto entusiasmo questa giornata
sportiva dedicata all’atletica. Un vero e
proprio patrimonio sportivo da difendere
e valorizzare: uno degli appuntamenti
più longevi di tutto l’Alto Jonio e della
Calabria intera organizzato dall’Usalt di
Trebisacce, società che opera nel territorio dal 1979.
Il TROFEO ha superato da tempo la
maggiore età grazie all’impegno e alla
determinazione dei Presidenti dell’Usalt
Salvatore Noia (onorario, tra i fondatori
della gara), Giuseppe Lombardo (pro
tempore) e dei dirigenti Vincenzo Delia,
Francesca De Nardi, Antonio Cataldi,
Renato Noia, Pietro Civale, Filomena
Bruno e Roberta Ruscelli. La presenza e
il coinvolgimento di molte istituzioni a
sostegno del Trofeo dimostra inoltre
come questo sia diventato un vanto per
tutto il territorio. Vanno menzionati il
Comune di Trebisacce con il suo Assessore allo Sport Antonio Cerchiara, l’U.S.
ACLI Calabria, Coni, Ufficio Pastorale
Diocesano, Misericordia Trebisacce,
Croce Rossa Trebisacce, Protezione
Civile Trebisacce, Carabinieri, Vigili Urbani, A.O.P.C.A.-Museo Ass. ONLUS
“Ludovico Noia” Trebisacce, Coordinamento Educazione Motoria Fisica e Sportiva CSA Cosenza, Rangers Calabria.
La manifestazione, patrocinata dall’Amministrazione Provinciale di Cosenza,
ha visto la partecipazione di circa 300
atleti, provenienti da diverse località
calabresi, nazionali ed internazionali. La
gara, divisa per categorie si è svolta su
diverse distanze e sotto il controllo dei
giudici di gara U.S. Acli Calabria:
Campolo Carmelo (nuovo Presidente
Regionale ACLI), Presidente Rag. Giovanni Manganaro e il gruppo Giudici di
gara U.S. Acli di Trebisacce.
La Confraternita Misericordia di
Trebisacce con il relativo personale medico e la presenza delle sue ambulanze
ha curato l’assistenza sanitaria insieme
alla Croce Rossa.
Alla premiazione erano presenti, l’assessore allo Sport del Comune di
Trebisacce Antonio Cerchiara, il rappresentante nazionale U.S.Acli Rag. Giovanni Manganaro, la rappresentante territoriale CONI prof.ssa Anna Maria
Cetera, il Presidente Regionale US Acli
Calabria Carmelo Campolo e il Presidente Onorario Usalt prof. Salvatore Noia.
Per le gara tra le scuole, al primo posto
si è classificato il Liceo Scientifico di
Trebisacce seguito dall’IPSIA di
Trebisacce e dalla Scuola Media di
Villapiana. Al termine i primi tre atleti di
ogni categoria sono stati premiati con
coppe, tutti gli altri hanno ricevuto una
medaglia ricordo e un pacchetto con
Delizie Divella. Premiate anche le Associazioni presenti e gli ospiti più illustri.
Enzo
Per Antonella Livi
Nella tua Antonella ti ho incontrato,
lei di te parlava, Enzo;
di te sapevo, sapevo del tuo
tormento, meglio, di una forza dentro
che ti giocava, incapace di scegliere.
Per anni, contenuto dall’amore
tante volte hai sorriso
alla vita. Hai dato speranza ancora
nel percorso segnato dal mistero.
E lei con te con amore
fino all’ombra della sera
quando chiedesti la tua lucerna
di testimone vigile e fedele.
Nel tuo sonno ti ho visto sereno.
20/06/2010
Confronti
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TREBISACCE
Dal Bastione al pontile,
dal Saraceno alla Pagliara
E
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DINTORNI
UNA FOTO E UNA DOMANDA
A mio nipote Ciccillo: non fare il servo di quelli che sono più cretini di te
E poi, i nemici del popolo e dei giornali,
e quelli che se lo fregano senza pagare,
vanno dicendo che “nessuno legge Confronti” ! Vedete questi amici come se lo
divorano! Grazie, cari e buoni lettori.
Purtroppo, devo scrivere ancora di
“monnezza”: i materassi da morto, i vasi
da cesso e le buste piene di rifiuti putrefatti sono stati finalmente eliminati negli
ultimi giorni del mese di giugno, ma la
vede e nessuno rimuove, ma anche qui
siamo degli sporcaccioni. La signora
del professore fuma la sua lunga sigaretta e poi butta la cicca dal balcone.
Ci avete fatto caso che i vecchi negozi
dei trebisacccesi sono stati sostituti quasi
tutti dai cinesi e dai giapponesi ?
Nelle pizzerie, nella macellerie, nelle
salumerie e anche nei negozi di abbigliamento quando chiedo “come andiaEcco come si presentano alcuni angoli
di Trebisacce agli occhi nostri e dei forestieri: monnezza dentro e fuori dai
cassonetti. Cassonetti che negli altri
paesi sono scomparsi da tempo per effetto della raccolta differenziata e che a
Trebisacce invece continuano ad essere occasione di degrado, perché la gente, (spesso signore con le unghie “pittate”
e il tacco a spillo), pensa di lavarsi la
coscienza allontanando la spazzatura e
gli ingombranti dalle proprie case e abbandonandoli nei pressi dei cassonetti.
Ma giacchè i cassonetti ci sono e forse ci
saranno ancora a lungo, la domanda
I nostri cari lettori - Foto Pino Genise
gente incivile ha ripreso a sporcare. Il
traffico è ancora confuso, i cretini e le
cretine che guidano l’auto col cellulare
all’orecchio, in pieno corso Lutri non li
vede e non li contravvenziona nessuno.
I vandali notturni che distruggono ciò
che appartiene al pubblico agiscono di
notte e non è facile coglierli in fragrante;
ma gli sporcaccioni che lasciano le buste e gli scatoloni sui marciapiedi e
anche in mezzo alla strada qualcuno
riesce pure a vederli. Una ragazza delle
scuole superiori m’ha risposto con una
parolaccia quando un attempato anziano come me, le ha detto che il cartoncino del gelato a cornetto non si butta
dinanzi alla porta degli altri.
Il mio gattone ha stanato un grosso topo
di fogna che aveva la testa grossa e la
coda di 25 centimetri; ci ha faticato
molto per ucciderlo, ma il topo gli ha
strappato pure mezzo orecchio. Signori, ci vuole una immediata disinfestazione
! E la strada sul Fosso Fiorentino, non va
male: resta sempre tale e quale !
Sono passato per una di quelle strette
stradelle che solcano gli aranceti e ho
visto che molti miei compaesani hanno
venduto la propria cozza di vigna o
l’hanno abbandonata alle sterpaglie: le
piante di prugne, le “ficarre” e le albicocche sono coperte dai roveti e dalle cannucce. Ma le arance si perdono sotto la
pianta: i napoletani si riempiono le cassette di quelle scelte, ma le altre, sebbene siano ancora ricchi di succo, non le
vuole nessuno.
Dietro il pilone della Pagliara c’è un
cumulo di bottiglie di birra che nessuno
mo con i turisti dell’estate 2010”, mi
rispondono quasi tutti così: “male, malissimo, pochi turisti per 15 giorni”.
Ci vogliono ancora due anni e si parla già
di elezioni comunali. Mio nipote Ciccillo il
mandrillo, che vuole fare pure la sua lista
alternativa, mi dice che qualcuno, che
passa disinvoltamente da una paranza
all’altra dà già per scontato il novello
veltro di Trebisacce. Qualche altro rischia di finire come mercenario del migliore offerente, e altri potranno aggregarsi anche in una nuova armata
Brancaleone. Quindi, che sarà per la
prossima tornata elettorale ? Se il magàro
di Favale (oggi Valsinni) fosse ancora
vivo, potremmo sapere qualcosa. Ma
l’ernia di Stràzio prevede quattro liste in
lizza. Però, a mio nipote Ciccillo lascio
questa piccola raccomandazione: non
fare il servo di quelli che sono più cretini
di te. Zu’ Rucch
sorge spontanea: quand’è che i
trebisaccesi impareranno a buttare la
spazzatura dentro i cassonetti ed a conferire i rifiuti ingombranti chiamando l’apposito numero 0981-550252 (gratuito?).
Non meravigliamoci più di tanto se i
settentrionali della Padania continuano
a chiamarci “terroni” ed a sognare di
vederci fuori dall’Italia! Magari con l’Africa?
Firmato: un cittadino “scandalizzato”
dall’inciviltà di molti trebisaccesi e infuriato dalla mancanza di controllo da parte di chi dovrebbe farlo e non lo fa.
Lo studente di origine marocchina Habbi Saa,
classificato al 2° posto a livello provinciale
e primo a livello regionale nella corsa campestre
Sul tema “Noi e lo sport attivo” si è
celebrato all’IPSIA di Trebisacce, diretta
da Silvana Palopoli un convegno-manifestazione in cui si è discusso di sport e
si sono premiati i giovani dell’Istituto che
hanno partecipato alle gare provinciali e
regionali, con lusinghieri successi; festeggiati anche i docenti di educazione
fisica Francesca De Filippo, Mariella
Iantorno e Nora Donato che ne hanno
seguito la preparazione.
Relatore Antonio Miniaci che ha ricordato il ruolo dello sport che a questi livelli
non è inquinato da interessi materiali e
da violenza. Intervenuti anche il sindaco
Mariano Bianchi e l’ass Antonio
Cerchiara.
Era presente per il Coni, Annamaria
Cetera che nel suo intervento ha sottolineato i meriti della scuola nella promozione dello sport che aiuta ad evitare i
pericoli della nostra società per i giovani
e offre opportunità di crescita materiale
e spirituale. Al termine della manifestazione, organizzata e curata dai professori Piero De Vita e Salvatore Noia, sono
stati premiati i vari gruppi che si sono
affermati nel calcio, nella palla a volo,
nell’atletica leggera. Tra tutti è spiccata
l’affermazione di Habbi Saa, studente di
origine marocchina classificato al 2°
posto a livello provinciale e primo a livello regionale nella corsa campestre.
(V.zo Filardi)
Rodolfo Ponce Montero, uno dei più grandi pianisti viventi a Castrovillari
Castrovillari ospita Rodolfo Ponce Montero,
uno dei più grandi pianisti viventi.
Concerto di Pianoforte all’insegna della grande e ottima musica classica, il 4 giugno, presso
la Sala “Francesco Varcasia”, stracolma di
pubblico, nonostante il cattivo tempo e la pioggia battente. Interprete d’eccezione il pianista
americano Rodolfo Ponce Montero, per la sua
tournèe europea, applauditissima a Madrid,
Roma, Cagliari, nonché a Castrovillari. Il Maestro Ponce è uno dei più apprezzati interpreti
viventi, osannato dalla critica internazionale in
ogni concerto, con una carriera che lo ha visto
protagonista nei più importanti teatri del mondo, ed ha suonato come solista nelle più rinomate orchestre sinfoniche d’America, da oltre
quarant’anni. Ha inciso venti CD, molti dei
quali dedicati alla musica del ‘900, tra cui la
Sonata Fantasia op.11 del nostro concittadino
Leonardo Saraceni, realizzata in CD per il
mercato americano (nella foto durante la registrazione), nonché l’opera completa di Gerard
Muench, compositore tedesco. Scrive Juan
Arturo Brennan sulla stampa internazionale:
“Uno dei tanti modi per apprezzare lo stile di un
grande interprete è attraverso il suo repertorio.
Le migliori referenze non sono sempre accoppiate alla maestria dei classici, ma al modo di
esprimere le sonorità. Tale è il caso del maestro Rodolfo Ponce Montero”. Prestigiosa
anche la sua carriera di insegnante, esercitata
principalmente presso il Conservatorio delle
Rose, nella città di Morelia e all’Università di
Guanajuato, di cui è stato anche direttore. “. Il
Maestro Rodolfo Ponce Montero ha fatto tre
giri d’Italia, dando concerti in luoghi come
Spoleto, Associazione Culturale per L’Orfeo,
Ischia, Arezzo per il festival di musica da
camera, Benevento e nei conservatori di musica della Sardegna, dimostrando sempre il
virtuosismo e la sensibilità che lo caratterizza.
Attualmente è Direttore Artistico del Festival
“Guillermo Pinto Reyes” nella città di
Guanajuato, nonché docente dei Corsi di Alto
perfezionamento della Scuola Superiore di
Musica “F. Cilea” di Castrovillari.
(da Leonardo Saraceni)
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- N. 6 - GIUGNO
Mensile dell'Alto Jonio di Attualità Politica e Cultura
CULTURA
Poeti dell’Alto Jonio
Sebastiano Indraccolo
Sebastiano Indraccolo lo conosciamo
tutti: è una persona che non ama le esibizioni pubbliche, lavora nella scuola, si
dedica alla famiglia e fa pure il diacono.
Ha pubblicato già qualche altro libro; queste 21 liriche sono brevi ma di grande
intensità. Il vescovo Vincenzo Bertolone
nella presentazione scrive che “la poetica di Indraccolo è fatta di ombre, malinconie, brandelli, ricordi e sussurri” e lo invita
a pubblicare le altre poesie delle sue
raccolte. Il Dott. Luigi Odoguardi, prima
della sua immatura scomparsa, ebbe
modo di leggere i versi del suo amico
Sebastiano e lo ricorda come “ragazzo
d’altri tempi che trova enormi difficoltà ad
inserirsi in questo nuovo mondo tecnolo-
Sentieri - Foto giu/ri
gico che ha dimenticato il valore assoluto
dei rapporti interpersonali, ma lo assorbe
la famiglia, dove agisce da padre, fratello, amico”. Sì, sono questi gli insopprimibili
valori che ci fanno avere i più sicuri riferimenti dell’esistenza. Come scrive ancora mons. Bertolone, queste liriche di
Indraccolo ci invitano alla “meditazione e
alla serenità”.
Aggiungiamo che c’è anche una
valenza sociale, quando leggiamo che “il
ricavato dalle vendite della raccolta di
poesie “Solo ... Sensazioni”, sarà interamente devoluto all’associazione “Salus
Suprema Lex” per contribuire all’acquisto della “Risonanza magnetica articolare” destinata all’Unità Organica di radiologia dell’Ospedale “Guido Chidichimo”
di Trebisacce.
(V. Filardi)
... nascerà il sole
Danzano
I passi del vento
In questo cieco sentiero
Ai margini della notte
Poi ... fuggono lontano,
Volano
Con le ali degli angeli
oltre le frontiere del cielo,
tra stelle sdraiate
sul nero infinito.
All’alba
Si sveglieranno i colori
E nelle mie mani
Nascerà il sole.
Sebastiano Indraccolo, Solo ... sensazioni,
Tipolitografia Jonica-Trebisacce (CS), 2009
Sul libro di don Vincenzo Barone
Età Serena premia il maestro Cataldi
“Il segreto uccello azzurro”, Editrice
Kadmo, è il titolo dell’ultimo libro scritto da
Giovanni Cataldi, scrittore e artista
poliedrico, nativo di Trebisacce ma residente a Villapiana che è stato presentato
presso il Centro Sociale Età SerenaUnitre-Passaggi nel corso di una serata
culturale condotta da Pietro Aino alla presenza dell’autore. Relatrici le professoresse Caterina De Nardi e Teresa Larizza.
Secondo le relatrici il libro, permeato da
alcuni riferimenti autobiografici, descrive
la prima adolescenza, spensierata ma
sofferta di Paoluccio, “fanciullo intelligente, creativo e fantasioso, con scarso interesse per la scuola” che, incompreso da
tutti e poco sorretto dalla famiglia, perde
ben presto auto-stima e finisce per chiudersi a riccio, per relegarsi in un mondo
tutto suo, fatto di aquiloni e di sogni,
rinunciando a coltivare e valorizzare le
sue innate qualità (il suo segreto uccello
azzurro).
Per fortuna lo sorreggono i suoi giochi e
soprattutto gli aquiloni che lui stesso costruisce con maestria ricavandone piano
piano quella gratificazione e quel coraggio che lo aiutano a ritrovare fiducia in se
stesso ed a capire il valore dello sforzo
personale. Grazie alla ritrovata fiducia in
se stesso Paoluccio si redime, cambia
atteggiamento e diventa un ragazzo nuovo, felice di esistere e capace di fare
buon uso del suo tempo e delle sue
qualità.
“Si tratta – secondo Teresa Larizza - di
un libro dal profondo valore didattico,
che secondo le relatrici andrebbe diffuso
nelle scuole e che offre spunti di riflessio-
ne sulla funzione insostituibile della famiglia e della scuola, sul valore del gioco
creativo, che nulla ha a che spartire con
i giochi tecnologici della società moderna che finisce per partorire ragazzi smarriti, frastornati, incapaci di concentrazione e di senso critico…”. Un libro da
profondo valore didattico insomma nel
quale l’autore, insegnante in quiescenza, ridiventa maestro di vita. (p.l.r.)
La ricerca fotografica
Sul mondo del lavoro contadino
Buona partecipazione per la nostra ricerca fotografica sul mondo del lavoro contadino e degli artigiani dei nostri paesi.
Siamo tra giugno e luglio, è il tempo della
mietitura e della trebbiatura del grano.
L’artista Lorenzo Gugliotti ci presenta lo
schizzo di una contadina del suo paese
mentre falcia il grano dei suoi campi.
Invece, Francesco Carlomagno ci manda
una fotografia della terza fase del lavoro
agricolo: dopo la semina e la mietitura,
ecco la trebbiatura, con la coppia dei buoi
sull’aia di San Lorenzo Bellizzi.
Arch. F. Carlomagno
Lorenzo Gugliotti
C’era una volta un bel paese
Mi riferisco al nostro beneamato e ridente paese, dove le cose purtroppo
peggiorano di giorno in giorno e non
tanto per colpa degli amministratori. Io
non ne faccio una questione politica,
che lascio agli altri. C’è molta gente, con
cui vengo a contatto per il lavoro che
svolgo, che si lamenta. In realtà il paese
negli ultimi 10 anni è cambiato in peggio.
Che cosa dobbiamo fare, rassegnarci?
Non credo proprio, ma ognuno di noi
dovrebbe contribuire a migliorarlo. In
affetti, penso io, la città la fanno i cittadini
con le loro iniziative, il loro senso civico,
la loro fantasia. C’è gente che ha deciso
di andare via, non certo per divertimento
ma per lavoro. Gente che ha deciso di
rischiare, come una vera giocata d’azzardo e quando torna in paese ha un
altro ricordo. Anche io, facessi un salto
nel mio passato, mi accorgerei che mol-
to è cambiato: non c’è più la vecchia
cittadina trebisaccese nella quale io
sono cresciuto. Una volta la sera del
sabato e della domenica via Lutri pullulava di persone che passeggiavano.
Ora è quasi deserta. Pochi sono rimasti
alle vecchie tradizioni di un tempo. Prima c’era molto da divertirsi, ora la gente
si rintana nei bar per passare un po’ di
tempo libero. Un tempo Trebisacce era
il fiore all’occhiello dell’alto jonio, era il
paese più bello e nel periodo delle feste
i turisti scendevano con piacere e a
frotte a Trebisacce. Ora credo non è più
così, tranne che in pochi giorni all’anno:
San Rocco, Festa del Mare, Notte Bianca… Una volta in estate sul lungomare
c’era qualche discoteca,ora non c’è ne
sono più: bisogna andare fuori paese.
Per non parlare degli uffici che si sono
persi: c’era la Finanza, la Pretura, l’ospe-
dale che oggi c’è ma non c’è perché è
agonizzante. Non parliamo poi delle
strade: da quando sono iniziati i lavori
per la riparazione delle tubazioni dell’acqua, le buche non si contano: sono
diventate sempre più profonde e per
percorrere una strada di Trebisacce
con l’auto bisogna inevitabilmente muovere lo sterzo a destra ed a sinistra in
continuazione. Sembra un videogame.
Si potrebbe chiamare: “Evita la fossa,
se ci riesci”. Ma quando finiranno questi lavori? E quando asfalteranno le
strade? Speriamo presto, altrimenti
conviene comprarci una ruspa anziché
l’auto.
Viviamo insomma in un paese con tanti
problemi, vecchi e nuovi ma, tutto sommato, è bello vivere a Trebisacce. Io la
penso così e voi?
Giuseppe Angiò
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CULTURA
l culto di Sant’Antonio da Padova in Calabria
Da sempre la religione è considerata
sapienza di vita così come la devozione
ai santi è sempre viva nel cuore della
gente. I Santi rappresentano gli esempi
cui ispirarsi, cui chiedere conforto e sostegno durante il difficile percorso di vita.
S.Antonio da Padova fu, come lo definì
papa Leone XIII ,“Santo di tutto il mondo”. S. Antonio nacque a Lisbona, in
Portogallo, nel 1195 da una nobile famiglia. Al secolo fu battezzato col nome di
Fernando. Dopo aver lasciato il lussuoso palazzo di famiglia, fu avviato agli
studi sin da giovanissimo presso la cattedrale di Lisbona e lì divenne frate
agostiniano a soli quindici anni. In pieno
accordo con i suoi superiori, abbandonò
Lisbona e si recò a Coimbra, dove esisteva un’abbazia agostiniana. Lì studiò
intensamente tanto che a venticinque
anni fu ordinato sacerdote. A quel tempo
i missionari che si recavano per predicare il Vangelo ,in altre parti del mondo.
venivano maltrattati e uccisi e così avvenne in quel periodo in Marocco dove
furono uccisi cinque missionari
francescani. Proprio a causa di questo
evento, Fernando, preso dall’ardore della
fede chiese di passare nell’ordine dei
francescani presso un vicino eremo e
così fu. Dopo aver indossato il saio
francescano, cambiò vita, si chiamò
Antonio( dal gr. ‘anthos= fiore) e si imbarcò per l’Africa. La missione in Marocco però non fu felice perché fu costretto
a ritirarsi per una grave malattia. La nave
dove egli era imbarcato per il ritorno, fu
trascinata però da venti contrari presso
Messina e si trovò quindi in Italia. Al suo
arrivo in Italia volle incontrare San Francesco ad Assisi, di cui tanto si parlava e
ci riuscì nel 1221. Antonio fu preso tanto
a cuore da frate Francesco che lo mandò persino in Francia come missionario,
precisamente ad Arles, nel 1224. Alla
morte di San Francesco nel 1226, S.
Antonio fu richiamato in Italia. A Bologna
curò in particolare la fondazione della
scuola teologica dell’ordine francescano.
Taumaturgo e grande evangelizzatore
del suo tempo il santo ottenne di recarsi
a Padova negli ultimi periodi della sua
esistenza e lì compilò molte opere da
meritare il titolo di Dottore della Chiesa.
Dopo un vita spesa nella preghiera, nella solidarietà verso i poveri e i sofferenti,
S.Antonio morì a Padova il 13 giugno del
1231.
LUTTI
Si è spento ad Acri, serenamente come era
vissuto, Angelo Mangano: una vita dedicata
al lavoro e alla famiglia. Era un affabile e
prezioso narratore orale dei fatti del suo
paese e della guerra che aveva pure sofferto.
Ai familiari tutti, sentite condoglianze
***.
In Albidona è venuta a mancare Giuseppiina
Adduci, vedova di Alessandro Adduci. Fraterne condoglianze per la figlia professoressa Angela e per il genero prof. Rosario
Sangineto.
***
A Trebisacce è venuta a mancare all’affetto
dei suoi cari Rosa Manera in Mattone,
educatrice e madre esemplare. Al marito
Egidio, ai figli, ai familiari sentite condoglianze.
La vita del santo è stata una continua
missione in molte zone del mondo. Anche la Calabria, soprattutto il versante
tirrenico vanta una sosta di S’Antonio,
quando nel 1221, egli proveniente dalla
Sicilia,per Assisi, fece sosta a Pizzo
Calabro, in provincia di Reggio Calabria.
E’ difficile trovare in Calabria una chiesa
che non sia dedicata a S. Antonio, non
c’è casa senza una sua effige; in ogni
famiglia vi è qualcuno che porta il nome
Antonio. Culto e devozione si incrociano quindi nei festeggiamenti in onore
del santo in occasione del 13 giugno,
giorno della sua morte. A Reggio
Calabria, Palmi, Catanzaro, Squillace,
Lamezia, San Marco Argentano, San
Giovanni in Fiore, Castrovillari,
Trebisacce, Albidona, Cerchiara ricorrono i festeggiamenti in onore di Sant’Antonio. A Cerchiara esiste una chiesa intitolata a S’Antonio di Padova, il 13
giugno di ogni anno si celebra la festa in
suo onore. I preparativi liturgici avvengono nel corso dei tredici giorni che
precedono la festa; questo lasso di tempo viene detta: “Tredicina di Sant’Antonio”. Caratteristici sono i fuochi d’ artificio, il concerto musicale bandistico e la
fiera del 12 giugno, un tempo molto
importante. La statua di Sant’Antonio,
collocata nell’omonima chiesa è
spettacolare, poiché unica nel suo genere. E’ una statua lignea, risalente al
1600 e rappresenta il santo in estasi
genuflesso, lo sguardo rivolto verso il
cielo e le braccia protese, con saio
damascato di colore marrone scuro. S.
Antonio fu un grande Santo,
evangelizzatore sia del suo tempo, il
Medioevo, ma anche del tempo attuale,
dove i valori cristiani vengono lentamente meno e si ha sempre più bisogno
essere guidati dalla fede.
Adele Valentini
La foto è stata ripresa dal libro di don Vincenzo Barone, S.Antonio in Calabria-Cerchiara,
Autoedizione, 2008
***
Ci ha lasciati Luigi De Martino, persona fine
e gentile, una vita trascorsa nel duro lavoro
del mare. Alla famiglia, in particolare al nostro amico Mario De Martino, le nostre più
vive condoglianze.
***
È’ mancato in questi giorni Salvatore Tirotta,
uno degli ultimi artigiani del paese. Sentite
condoglianze.
***
A Roma, vittima di una tragica fatalità si è
spento Vincenzo Russo. Le nostre condoglianze alla famiglia.
Trebisacce tutta ed il circondario si sono
stretti attorno alla famiglia Bandiera per la
perdita del caro Fabio repentinamente scomparso. Ad Antonio e famiglia le condoglianze.
Due libri storici di Alario
Ultimamente, Leonardo Alario, fondatore in Cassano dell’Istituto di ricerca e di
studi di demologia e di dialettologia, nonché autore di numerosi saggi sulle tradizioni popolari, ha fatto anche una sua
“incursione” storica, pubblicando due libri di interessante documentazione che
non interessano solo Cassano ma tutto il
territorio della diocesi: I Domenicani di
Cassano – Appunti preliminari per una
ricerca successiva, La Mongolfiera,
Doria, nov. 2009) e Preti- Gaetano
Angaria, Antonio Minervini e Giuseppe
De Giacomo, per la Diocesi di Cassano
All’Jonio, 2010. Nel primo fa una breve
panoramica sui conventi dei monaci di
San Domenico in Calabria e nella diocesi di Cassano, e successivamente si
sofferma su quelli di Cassano e di Doria.
Nello stesso volumetto ci sono documenti inediti sulla confraternita del Rosario e sui domenicani che sono nati nella
stessa Cassano, nel cui seminario hanno insegnato teologia e filosofia altri
domenicani calabresi.
Il secondo libro riguarda alcuni illustri
nomi del clero cassanese: Gaetano
Algaria (1769-1842), canonico e scrittore, Antonio Minervini ( 1807-1879), vicario generale del vescovo Basile, scrisse
foto giuri
un trattato dell’arte poetica.
Giuseppe Di Giacomo (1838-1930 ),
canonico con i vescovi Bonito, Rovetta e
Bombini, Basile, Pistocchi,Di Milia, La
Fontane e Occhiuto.
Ma Alario, dopo le notizie storiche sui
Domenica e sui preti di Cassano, dice
che la ricerca è, e certamente lo sarà,
“ulteriormente” approfondita.
Il Premio Cassano è giunto alla sua
felice e quindicesima edizione con le più
prestigiose presenza del mondo della
cultura italiana. (gierre)
Così era la Contrada Pagliara nel 1956
La foto di
Peppino Amerise
Trebisacce - Una partita carte tra Giuseppe
Amerise, Pinuccio Miglionico, Tonino Stella
e Mimmo D’Alotto
A P P U N TA M E N T I C U LT U R A L I
Il Musagete compie i suoi 25 anni di attività
letteraria: i nostri migliori auguri. Bella manifestazione, il 19 giugno scorso, a Trebisacce, per
iniziativa dello stesso Musagete (Bonifacio
Vincenzi, presidente), col premio Hansel e Gretel:
vi hanno partecipato la scrittrice Mariagrazia
Scarnecchia, direttore editoriale Aljons e i lettori
finalisti Alessandro Caprara, Laura marini, Sofia
Maurelli, Alice Pesce, Roberta Rummolo, Ginevra Serra Cassano e Francesco Tocci.
Acri (CS). L’arte di Vigliaturo va oltre la Calabria:
due sculture dell’artista e maestro del vetro Silvio
Vigliaturo hanno fatto parte dell’allestimento dello
stand della Regione Calabria all’Expo 2010 di
Shanghai – evento di rilevanza mondiale e di
indubbio fascino in cui le eccellenze del Made in
Italy hanno la possibilità di dialogare al meglio con
un universo complesso come quello cinese. Pericle
e Maternità – questi i nomi delle opere – sono
espressione delle ultime riflessioni sviluppate dall’artista sul concetto di “Mescolanza”.
Pure ad Acri, la mostra di MACA - Museo Arte
Contemporanea, che ospiterà dal 3 luglio al 26
settembre 2010, la Personale retrospettiva dal
1960 ad oggi. La mostra riguarda l’artista Joël
Stein.
Il settimanale Liguori. Grazie per questo quali-
ficato contributo storico sul nostro Alto Jonio.
Bisogna riscoprire, far conoscere e conservare
tutte le nostre memorie, compresa la figura del
compianto Giorgio Liguori, prematuramente
scomparso nella prima legislatura della Regione
Calabria.Cliccate
su
www.giorgioliguoriperlacalabria.it - Settimanale
on line di notizie di attualità culturale, politica,
religiosa e sociale - (Reg. Tribunale di Perugia n°
24/09 dell’11 giugno 2009).Redazione: str. Ponte d’Oddi, 13 – 06125 Perugia - rec. tel.
338.6928633
/ e-mail: [email protected].
150° dell’Unità d’Italia. Liceo linguistico “Virgo
fidelis” di Trebisacce. Dibattito sul 150° dell’Unità d’Italia.
Il libro del Dott. Odoguardi. Domenica 30 maggio, Miramare Palace Hotel-Trebisacce. Presentazione di “L’Ospedale dell’Alto Jonio attraverso
il diario del Dott. Luigi Odoguardi”
Spezzano Albanese. Il 26 di giugno, Concorso
fotografico nazionale “Torre Mordillo”, con una
mostra di “preziosi”. Vi hanno partecipato il sindaco Giovanni Cucci e i fotografi Francesco
Ottato, Luca Policastri, Mario Donadio e Pasquale Bloisi. Ha coordinato il giornalista Emanuele
Armentano.
Pagina 12
Confronti
- N. 6 - GIUGNO
Mensile dell'Alto Jonio di Attualità Politica e Cultura
CULTURA
Eros, donne e civiltà
(Un'altra lettura del libro di don Vincenzo Barone)
L’oggetto del racconto di don Vincenzo
Barone è il meraviglioso, che la vita,
rivista con l’occhio del poeta, presenta
ora come tante tessere di un mosaico
ora come tanti frammenti colorati di un
caleidoscopio.
Il narratore a sua volta è ora il fanciullo
affascinato ora il navigato erudito ora lo
storico ora il saggista: e la narrazione
Confronti
Mensile di attualità, politica
e cultura dell'Alto Jonio
Direttore Responsabile
Pino La Rocca
Direttore
Vincenzo Filardi
Redazione:
Giuseppe Rizzo (settore cultura)
Ettore Angiò (Fotografia e cultura)
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Pasquale Corbo
Giuseppe Corigliano
Nicola Franchino
Franco Lacanna
Franco Lofrano
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Nardino Troiano
Stampa: Tipolitografia Jonica - Trebisacce
Casella Postale n. 75 - Trebisacce (Cs)
La responsabilità delle opinioni
espresse è degli autori
Reg. Trib. Castrovillari n. 3/2004 del 16/12/2004
avviene al di
fuori di ogni
canone e di
ogni vincolo di
aderenza e a
volte persino
di coerenza.
E’ libera e sicura, esuberante e spesso ridondante.
Questo richiama una trasmissione del
sapere pre-letterario, originario, oltre che
originale: e don Vincenzo appare un po’
come un antico aedo, di quelli che si
aggiravano in età arcaica nelle corti dei re
pastori con la loro cetra ed erano i cantori
di meraviglie di mondi lontani e di gesta di
eroi, ma erano insieme una sorta di custodi e di dispensatori privilegiati della
memoria e della coscienza collettiva.
Attenzione, però, ad accomodarci su questa immagine datata del nostro autore,
perché d’improvviso egli ci sorprende con
la sua modernità, maturata nella lettura
dei padri della psicanalisi e negli studi di
sociologia. Così non può crearci sospetti
il piglio didascalico di alcuni passi, in cui
don Vincenzo riassume senza infingimenti
il suo ruolo naturale di pedagogo e di
uomo di chiesa: perché d’un subito egli si
fa promotore di tesi ardite e originali, che
aprono scenari nuovi ed evidenziano
problematiche complesse, con uno spirito libero, che di nuovo ci sorprende e ci
intriga.
Quest’ultimo dei suoi lavori è un continuo fluire di una mente lucida e di un
animo vitalissimo, che pare richiamare
quelle piene dei grandi fiumi, che inondano le terre limitrofe, rendendole, al
ritirarsi delle acque, sconvolte e ricoperte anche di qualche sterpo, ma insieme rinnovate e arricchite di humus
fecondo.
E’ ciò che accade ai lettori, e a noi,
privilegiati tra gli altri per avere l’opportunità di frequentalo e di pregiarci della
sua amicizia. (30.4.2010)
Leonardo Larocca
Per Confronti
Per chi vuole il nostro recapito:
c.c.p.: 99020992, con la dicitura
“per Confronti-titolare prof. Vincenzo Filardi”.
Per i collaboratori. Confronti va
in tipografia agli inizi del mese; gli
articoli devono arrivare in redazione, dal 25 alla fine del mese precedente. Non devono superare la cartella dattiloscritta, usare corpo 12
word, interlinea 1. Spedire, tramite
posta elettronica, a:
laroccagiuiçlibero.it;
g.rizzo43çalice.it;
dott.coriglianoçlibero
Domenico Cerchiara
Dialetto di San Lorenzo Bellizzi
Tu sì u vint ..
Ti nni fùijs’ cu vint
e ti ricògghjs’ cu vint
; arranch’s’ cu vinte
e baj truvènn’u vint
; t’accùscil’d’u vint
e. bbuj murì cu
vint ; mòr’s’ cu vint
e t’abbivìsc’s’ cu vint
.
Tu sì u vint,
e jìj curr’apprìss u vint ... !
del/maggio
2010
A una nuvola
Nuvola bianca
che fuggi e ritorni
hai paura del
vento e cerchi il
vento ... ;
ti co~piaci del vento
e vuoi morire col vento ..
; muori col vento
e rinasci col vento ....... .
Sei fatta di vento
ed io corro dietro il vento !
del/novembre 1957
L A PA R T E N Z A
“Sanlorenzani del Nord” a Lurate Caccivio: 6 giugno 2010
Incontrarsi dopo tanti anni suscita commozione. I ricordi affollano la mente.
Esperienze andate nell’oblio si ripresentano e creano momenti di silenzio e
quasi di contemplazione. Il momento di
quella partenza rende l’animo pieno di
malinconia e di speranza. Speranza che
un sogno, un desiderio si realizzi. Purtroppo, non sempre accade. Allora arriva la delusione e si parla del destino non
favorevole. Volti conosciuti, e nomi che
non ricordi. Riconoscere i volti e non
ricordarsi il nome crea imbarazzo, delude l’attesa dell’altro. Ma c’è comunque,
la gioia dell’incontro. La festa di trovarsi
insieme scioglie la tensione, crea un’atmosfera gioiosa. Dante inizia l’ottavo
canto del Purgatorio evocando proprio il
momento della partenza e il finire del
giorno, il tramonto: Era già l’ora che
volge il desio/ ai naviganti e ‘ntenerisce
il core/ lo dì c’hanno detto ai dolci amici
addio;/ e che lo novo peregrin d’amore/
punge se ode squilla di lontano/ che
paia il giorno pianger che si more. Quanta carica emotiva! Il giorno se ne va e
arriva la notte con tutto quello che di
ignoto comporta; ma i naviganti rivivono
il momento della separazione dagli amici e si commuovono. Non è un ricordo
ma un rivivere quel momento dinamica-
mente. Questo struggente e malinconico
saluto nel nuovo peregrin, emigrante, è
addolcito dal suono della campana che
annuncia sia il finire del giorno, sia il canto
della Compieta, la preghiera con cui i frati
chiudono la loro giornata e chiedono
l’aiuto celeste contro i pericoli della notte:
lucis ante terminum intona il coro. Il canto
è così dolce da far dire a Dante: fece me
a me uscir di mente. Un vero rapimento
spirituale. Nell’incontro di Lurate Caccivio,
il tredicesimo dei Sanlorenzani del Nord,
gli emigrati sono a un pranzo, quasi nuziale, dove c’è tutto il tempo, tra una pietanza
e l’altra, per rievocare e rivivere momenti
di tempi lontani mentre anche qualche
bicchiere di vino aiuta a sbloccare la tensione emotiva. Dopo, piccoli gruppi, di
qua, di là, approfondiscono la comunicazione, altri sotto il porticato ballano la
tarantella al suono del tamburo e della
fisarmonica. La nostalgia pare sia svanita,
la lontananza meno lontana. Un sorriso,
un incanto.
La lontananza. Non tutti quelli che si sono
allontanati dal proprio paese hanno fatto
egualmente fortuna. Molti si sono affermati, altri hanno trovato maggiore difficoltà. I primi hanno trovato meno ostacoli ad
integrarsi nel nuovo ambiente, i secondi
sono rimasti più isolati. E la sofferenza
della lontananza è sopportata meglio
da chi si è più integrato. Il ritrovarsi
ricongiunge e consola, spezza l’isolamento soprattutto di chi non è più tornato al suo paese di origine. Si mangia
“il pane di ieri”, come direbbe il monaco
Enzo Bianchi. In questa occasione di
incontro sarebbe bello che tutti si assumessero l’impegno di far ritorno insieme al paese dove la vita è nata.
Miracolo della solidarietà! Dare spazio alla comunicazione per raccontarsi,
per esprimersi e comprendersi. Fare
rivivere la speranza del ritorno a chi la
partenza si è trasformata in esilio, con
la discrezione e il pudore della vicinanza, senza rumore, con il silenzio dell’amore.
Il Sindaco di Lurate Caccivio ha portato
il suo saluto in segno di accoglienza e
di ospitalità e anche di gratitudine. Negli anni avvenire la presenza del Sindaco di San Lorenzo Bellizzi avrebbe un
significato ancora maggiore. Il sindaco
che va incontro ai paesani emigrati è
come il paese intero che parte per
salutare e per fare sentire il proprio
affetto a chi vive la lontananza. Per
affermare il rapporto, per far sentire
ancora cittadino del proprio paese chi
vive l’esperienza della partenza.
Anche la partenza del ritorno definitivo è
problematica. Non è facile staccarsi dai
rapporti che si sono creati nel tempo
nella terra che ci ha accolti. Ci sono i figli,
i nuovi amici, i rapporti di ogni genere che
si sono consolidati nel tempo. Il nostro
paese è anche quello che vive nella
memoria, nei ricordi, negli affetti di allora
che, al ritorno spesso non ritroviamo. È
una favola che portiamo dentro di noi
purificata delle difficoltà, un sogno bello,
fatto delle nostre prime esperienze, degli
amori adolescenti. Il nostro paese è la
nostra prima identità, fondamentale per
ciascuno di noi, anche nelle esperienze
future. Lì ha radici la nostra sicurezza, la
scommessa del confronto con l’altro. La
grinta necessaria per affrontare e superare i pericoli. La visione gioiosa del
mondo. Ci sono i nostri luoghi che ci
aspettano; i nostri boschi, le nostre pietre, le nostre Timpe, il torrente Raganello
con le sue Gole, le case, le fontane, i
terreni abbandonati che vogliono la nostra presenza, la nostra solidarietà, la
nostra difesa contro i soprusi della speculazione, contro l’incuria. Vogliono la
nostra vicinanza fattiva. Vogliono essere
rianimati. Vogliono sanlorenzani veri.
Francesco Carlomagno