- Dipartimento di Matematica
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Scheda biografica di Tullio Levi-Civita Tullio Levi-Civita nacque a Padova il 29 Marzo del 1873. Il padre Giacomo, originario di Rovigo, aveva studiato legge a Torino, a 17 anni era stato con Garibaldi in Aspromonte e poi nel 1866 a Bezzecca, ottenendo una medaglia al valore. Divenne celebre avvocato a Padova, dove fu sindaco dal 1904 al 1910. Tra i meriti del giovane avvocato Giacomo, non ancora sindaco, fu quello di essersi opposto con forza in una causa civile allo staccamento e alla vendita degli affreschi giotteschi della Cappella degli Scrovegni, operando per la loro definitiva acquisizione alla civitas padovana. Tullio fu studente al Liceo “Tito Livio”, di cui fu miglior allievo in tutte le materie. Ebbe come professore di matematica Paolo Cazzaniga, docente anche nell'ateneo padovano, dove teneva l'incarico di “Teoria dei numeri”. All'università Tullio ebbe come professori Gregorio Ricci-Curbastro, di cui diverrà allievo prediletto, Giuseppe Veronese, che nel 1904 fu nominato Senatore del Regno, Francesco Flores D'Arcais, Ernesto Padova ed ancora Paolo Cazzaniga. La formazione scientifica di Tullio fu quindi interamente di matrice padovana. La sua tesi “Sugli invarianti assoluti” ebbe come relatore Ricci-Curbastro. Vinse la cattedra di Meccanica Razionale nel 1898 a Padova, dove restò fino a tutto il 1918. Il periodo padovano, con la frequentazione di RicciCurbastro, fu uno dei più fruttuosi per la sua attività scientifica. I suoi contributi furono determinanti per lo sviluppo del Calcolo Differenziale Assoluto e del Calcolo Tensoriale, originati da Ricci-Curbastro. Essi arrivarono alla comunità internazionale matematica tramite una memoria in collaborazione con Ricci-Curbastro, che venne pubblicata, su invito di Felix Klein, sui Mathematische Annalen nel 1901. Levi-Civita tornò alla Geometria Differenziale con entusiasmo ed efficacia nel 1915 con un fitto scambio epistolare con Albert Einstein, interrotto dallo scoppio della guerra. Risulta evidente in queste straordinarie missive, come Levi-Civita riuscì ad individuare e suggerire ad Einstein, convincendolo, la corretta struttura del tensore di curvatura da inserire nelle equazioni di campo della Relatività Generale. Quando Einstein alla fine del 1915 annunciò la sua versione definitiva, scrisse: “Essa [la Relatività Generale] costituisce un vero trionfo dei metodi del calcolo differenziale assoluto fondato da Gauss, Riemann, Christoffel, Ricci e Levi-Civita”. Si veda l'articolo di Levi-Civita Come potrebbe un conservatore giungere alla soglia della nuova meccanica, del 1919, una vera gemma di semplicità nella comunicazione scientifica. Fu alla fine del 1916 che Tullio Levi-Civita presentò la sua celebre memoria sul “trasporto parallelo”, mettendone in luce la relazione con la derivazione covariante: si trattò nientemeno che dell'inizio virtuoso del- la moderna teoria delle Connessioni, successivamente sviluppata da Cartan ed Ehresmann. Già divenuto celebre nella comunità scientifica inrternazionale, con riluttanza accettò di trasferirsi all'Università di Roma nel 1919. Fu socio delle Accademie delle Scienze di Amsterdam, Berlino, Boston, Bruxelles, Dublino, Lisbona, Madrid, Mosca, Parigi, della Royal Society di Londra, della Royal Society di Edimburgo di tutte le Accademie italiane e dell'Accademia Pontificia, per espresso volere di Pio XI. Tra gli altri riconoscimenti, aveva ricevuto nel 1907 il premio reale dell'Accademia dei Lincei, nel 1922 ricevette la medaglia Sylvester della Royal Society di Londra, nel 1937 la medaglia dem Verdienste dell'Università di Amburgo. Seguì la tragedia: le leggi razziali del 1938 lo allontanarono dall'Università e dall'insegnamento (si veda la lettera di licenziamento dall'ateneo romano) ed anche l'Unione Matematica Italiana lo espulse e ne epurò i contributi scientifici. Unica eccezione in Italia fu l'Accademia Pontificia, che lo mantenne tra i propri membri. La sua reazione fu un doloroso silenzio, che minò in breve la sua salute. Morì il 29 Dicembre del 1941, ignorato dal suo paese e dalle sue istituzioni. Tullio Levi-Civita fu autore di 266 articoli originali e di decine di libri didattici. Una quarantina dei suoi articoli furono dedicati alla relatività di Einstein. Il suo nome è soprattutto legato alla geometria differenziale delle varietà riemanniane. Ma i suoi lavori spaziarono anche su numerose altre questioni di fisica matematica, di idrodinamica, di teoria del potenziale, di algebra, di onde elettromagnetiche. È degna di nota, ancora studiata e utilizzata, la sua regolarizzazione del problema dei tre corpi in meccanica celeste. Fu riconosciuto come uno dei più importanti matematici della prima metà del secolo, e le Royal Society di Londra ed Edimburgo pubblicarono nel 1941, subito dopo la sua morte, dei commoventi e ben documentati obituary. In particolare, nell'obituary della Royal Society di Londra, scritto nientemeno che da William V. D. Hodge, viene dato risalto a come la figura del matematico puro, l'analista, l'algebrista, il geometra, il fisico-matematico, fosse indistinguibile quella del risolutore elegante ed essenziale di problemi concreti, dalla fisica teorica all'astronomia, fino all'ingegneria. Hodge parla anche dell'uomo, mingherlino ma vigoroso, di temperamento vivace, conviviale, e generoso. E dedica parole appassionate al Maestro, il divulgatore, il didatta a cui anche i vecchi allievi si rivolgevano, magari nella sua casa, trovando in lui un interlocutore intuitivo, curioso, disponibile. Caduta la dittatura e finita la guerra, Ugo Amaldi tenne la commemorazione ufficiale di Levi-Civita all'Accademia dei Lincei, il 16 Novembre 1946, nel trentennale della pubblicazione del suo lavoro sul “trasporto parallelo”. Dalle stesse parole di Ugo Amaldi: “era un vero matematico, interessato al cuore dei problemi”.