ASSEMBLEA ACSI – S. Antonino 31.03.2007 Intervento di Mario
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ASSEMBLEA ACSI – S. Antonino 31.03.2007 Intervento di Mario
ASSEMBLEA ACSI – S. Antonino 31.03.2007 Intervento di Mario Jäggli – Presidente Care Socie, cari Soci, gentili ospiti quanto l’ACSI ha fatto nel 2006 l’avrete potuto leggere sull’ultimo numero della Borsa della Spesa: oggi preferisco parlarvi di noi, delle nostre preoccupazioni, di quanto stiamo facendo e dei nostri obiettivi. Il rilancio della Borsa della Spesa, vestita a nuovo e ottimamente accolta da tutti, ci ha offerto l’occasione per discutere e fare il punto sul nostro futuro e sulla nostra azione. I movimenti dei consumatori, ormai attivi da più di quarant’anni, hanno conseguito notevoli obiettivi, anche in Svizzera. Ma la situazione da noi, ora, si sta facendo più difficile: se da un lato il legislatore sa ormai bene cosa vogliamo e ci consulta per ogni nuovo progetto di legge che ci concerne, dall’altro la politica si da un gran da fare a stroncare! Questa è la situazione: come ho già avuto occasione di scrivere e di ripetere, in poco più di un anno il Consiglio federale ha rimandato al mittente progetti molto importanti per noi quali la revisione della Legge sull’informazione dei consumatori, rifiutandosi inoltre “tout court” di legiferare in materia di commercio elettronico e di multiproprietà e di estendere il reato di inganno agli oggetti d’uso. Non perché queste tematiche fossero ritenute di scarsa importanza, ma unicamente per paura di una loro quasi certa bocciatura in Parlamento. Vedremo ora se con la revisione della Legge sugli ostacoli tecnici al commercio, che dovrebbe facilitare l’ingresso nel nostro paese alle merci estere in virtù del Principio del Cassis de Dijon e contribuire pertanto ad abbattere i prezzi, verranno prese in considerazione le nostre richieste tra le quali il mantenimento dell’obbligo, per le derrate importate, dell’indicazione del paese d’origine e di alcune irrinunciabili dichiarazioni in materia di OGM e allergeni. Il clima è questo: se da un lato non c’è partito o personaggio politico che non si dichiari preoccupato per la qualità dell’ambiente - e ciò non può che rallegrarci grandemente – non altrettanto si può dire per le tematiche consumeriste. Oltre che a livello federale, lo si è visto anche nella campagna elettorale che si è appena conclusa in Ticino: quale tra i candidati, salvo qualche rara eccezione, si è dichiarato pronto a battersi per le nostre problematiche? Ben pochi! Quanto alle cerchie economiche svizzere, che in passato ritenevano i cartelli un fattore di virtù e che ora ci ripetono fino alla noia che un mercato trasparente è un mercato che funziona, con l’arroganza di sempre continuano ad aggrapparsi ai loro ben consolidati privilegi. E’ per questi loro interessi che i prezzi in Svizzera sono tra i più alti del mondo, anche tenendo conto del potere d’acquisto. Nel Lussemburgo, stato che per salari e condizioni quadro presenta una situazione paragonabile alla nostra, la spesa totale per i consumi delle famiglie è comunque inferiore del 27%, quella per affitto, elettricità, gas e acqua del 36% e, infine, del 51% per i costi di costruzione. L’équipe di Misterprezzi ha poi potuto appurare che su questa situazione di “Hochpreisinsel” si specula anche dall’estero, caricando in modo considerevole i prezzi all’ingrosso delle merci destinate al nostro Paese. Che sconcerta è il fatto che questo venga supinamente accettato dai grossisti nostrani. Misteri nazionali! A tutto ciò si aggiunge il divieto delle importazioni parallele che consente alle nostre multinazionali farmaceutiche di lucrare, offrendoci i medicinali a un prezzo che va dal 15 al 34% in più rispetto a Germania, Francia e Austria. E in materia di prodotti agricoli sono ancora sempre attive misure protezionistiche che ci svantaggiano e che rincarano anche i prodotti importati. Da quando la nostra sensibilità si è aperta alle idee di uno sviluppo sostenibile, idee che abbiamo fatte nostre e dimostrato di condividere attivamente pubblicando in italiano la “Guida ai consumi responsabili”, vi è un certo pudore a parlare di prezzi. Pudore giustificato fintanto che pressione sui prezzi significa, sfruttamento di persone, di paesi, di risorse, degrado ambientale e civile. Ma quando i prezzi restano alti a privilegio di pochi, gli sfruttati, mi spiace, diventiamo noi. Ed è quindi giusto parlarne liberamente, senza peli sulla lingua. Peter Bodenmann, ex presidente del PSS ora albergatore a Briga ma attento censore di certe “tipicità” elvetiche, in un recentissimo editoriale calcola che per questa sua politica la Svizzera spenda annualmente 30 miliardi di troppo sulle merci importate. Nel nostro Paese si guarda all’UE con diffidenza: la burocrazia, l’Europa degli affari, la centralizzazione delle decisioni a Bruxelles fanno paura. Ma, va detto, i consumatori europei godono di un livello di protezione ben più ampio del nostro. Tra i molti plus, hanno in vigore disposizioni in materia di condizioni generali di contratto che in Svizzera ci sogneremmo. Anche il loro diritto sulla sicurezza alimentare ha superato per completezza il nostro, che fino a pochi anni fa era d’esempio per tutti. Magdalena Kuneva, commissario UE alla tutela dei consumatori, in un’intervista alla RAI ha dichiarato che tra i motivi di soddisfazione espressi sull’Unione dai cittadini europei, al 5° posto vi è la protezione di cui godono in materia di consumi. Recentemente ha presentato un’ambiziosa strategia di potenziamento legislativo, mirata anche alle sfide emergenti rappresentate dalle nuove forme di commercio. Morale: per smuovere le autorità federali dal loro pavido immobilismo dobbiamo darci da fare, agendo di concerto con le nostre consorelle, cosa non sempre evidente. Ed è anche un discorso di mezzi: la Svizzera, sebbene riconosca ufficialmente il ruolo informativo delle organizzazioni dei consumatori, benché ricca non è per nulla generosa; la Germania, per la funzione “pubblica” che svolgono, concede loro sovvenzioni annue in ragione di 1 Euro (Fr. 1,65) per abitante, quando le nostre 4 assieme dalla Confederazione percepiscono 20 volte meno: ca. 8 centesimi per abitante. Cerchiamo comunque di fare del nostro meglio continuando ad informare attraverso la rivista e il sito e a lottare per i nostri diritti con le limitate risorse umane e materiali di cui disponiamo. Oltre che ai sussidi, è con gli utili della Borsa della Spesa che finanziamo le nostre altre attività, forse meno visibili ma altrettanto utili di quelle informative. Non possiamo pertanto investire in pubblicità come fanno con profusione di mezzi certe pubblicazioni consumeriste o ambientaliste. Ci rendiamo purtroppo conto che, nonostante la nostra più che trentennale presenza nel Paese, siamo ancora troppo poco conosciuti, benché i media, con i quali collaboriamo sempre meglio, ci offrano disponibilità e visibilità. Ma non basta. Dobbiamo trovare nuove forme di finanziamento, compatibili con la nostra esigenza d’indipendenza, per farci conoscere e per poter crescere. Le nuove socie e i nuovi soci, che hanno sostituito in parte la generazione delle entusiaste e “caricate” fondatrici, sembrerebbero aderire all’ACSI più per l’interesse che portano alla Borsa della Spesa che non per condivisione o identificazione negli obiettivi che perseguiamo. Ci stiamo centralizzando per mancanza di nuclei d’aggregazione sul territorio. In questo modo perdiamo il contatto con le realtà contingenti. Per mantenere il contatto con la popolazione ci restano i mercatini M-ACSI, dei quali stiamo armonizzando e potenziando le attività. Abbiamo bisogno di tutti voi, con le vostre segnalazioni che ci permettono di scoprire nuove situazioni di inganni o abusi . Fatelo senza timore. Con la diffusione della posta elettronica dovrebbe esservi più facile e più comodo. Quanto ai rapporti con lo Stato e la politica, se da parte del Cantone abbiamo disponibilità e collaborazione, a livello federale ci occorrono referenti politici attivi, impegnati e vicini a noi, come è stata in passato Alma Bacciarini e com’è tuttora Chiara Simoneschi-Cortesi, che ringraziamo per quanto fa. Nei prossimi mesi affronteremo tutti questi problemi in una serie di incontri mirati ad assicurare all’ACSI quel futuro che merita. L’ACSI non è solamente una rivista ben fatta, ma è un’associazione di consumatrici e di consumatori che deve farsi sentire e valere. Anche per essere degna del suo passato. L’ACSI lavora tanto, ve lo posso garantire. E continuerà a farlo nel vostro interesse, anche se talvolta subiamo duri colpi, come quello della bocciatura dell’iniziativa per una cassa malati unica e sociale. Ma i successi, vedi moratoria sugli OGM di fine 2005, ci motivano nella nostra azione. Ora ci stiamo di nuovo battendo, con molte altre tra associazioni e partiti, per salvare il Piano di Magadino dall’edificazione di una strada il cui tracciato va contro ogni buon senso. Con le associazioni consorelle, il 15 marzo, in occasione della Giornata mondiale dei diritti dei consumatori, abbiamo invitato il Consiglio Federale ad emanare delle disposizioni per proteggerci dalle insidie di un troppo aggressivo marketing telefonico. Prossimamente discuteremo dell’eventuale nostro sostegno attivo all’iniziativa “anti SUV” lanciata dai “Giovani Verdi”: il miglioramento della qualità dell’aria, che non possiamo evitare di respirare, è una delle nostre priorità. Come d’altra parte lo è, ancora e sempre, la questione dei premi delle casse malati che, nonostante le rassicuranti previsioni di Couchepin, continueranno a salire. E infine quanto alla “Petizione per mense con cibi biologici e di produzione locale nelle scuole pubbliche e in tutti gli enti sussidiati”, con il dissolvimento della rete MAISS riteniamo doveroso verso i 6500 firmatari superare questa fase di stasi e riprendere direttamente noi le trattative con il DECS, in vista di trovare un accordo definitivo a soddisfazione di tutti. E’ con grande piacere che ringrazio sentitamente e con sincerità coloro che lavorano per l’ACSI. Siamo un’équipe aperta e democratica in cui operano donne autonome, competenti e attive con qualche uomo che comincia a trovaci gusto dedicandoci generosamente tempo e intelligenza. E a tutte e tutti voi presenti un grazie per la vostra attenzione ed il vostro sostegno.