Cambio di direzione e di senso - FIGC Settore Tecnico Coverciano

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Cambio di direzione e di senso - FIGC Settore Tecnico Coverciano
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Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB ROMA
N° 1/2009
GIANCARLO ABETE CONFERMATO
ALLA GUIDA DELLA FEDERAZIONE
IL SITO UFFICIALE DEL SETTORE TECNICO
www.settoretecnico.figc.it
SOMMARIO
EDITORIALE
di Azeglio Vicini
4
PRIMO PIANO
ELEZIONI FEDERALI, GRANDE SUCCESSO
PER GIANCARLO ABETE
a cura della Redazione
5
SCUOLA ALLENATORI
IL CONCETTO DI MARCAMENTO
NELLA DIFESA AD UOMO E A ZONA
di Ciro Ferrara
7
CALCIO GIOVANILE
INTERCAMPUS, UNA FINESTRA SUL MONDO
di Fabrizio Piccareta
16
LABORATORIO
DI METODOLOGIA
DELL'ALLENAMENTO
CAMBIO DI DIREZIONE E DI SENSO
ANALISI BIOMECCANICA Prima parte
di Gabriele Mascherini,
Elena Castellini,
Matteo Levi Micheli e
Mario Marella
21
CORSO ALLENATORI
UDINE, VISITE GUIDATE AI SETTORI GIOVANILI
di Attilio Sorbi
25
CALCIO INTERNAZIONALE VIAGGIO NELLA CHAMPIONS LEAGUE 2007-08
di Marco Viani
34
TECNICA E TATTICA
IL RUOLO DEL PORTIERE:
CONSIDERAZIONI E SUGGERIMENTI
di Gino De Luca
42
50 ANNI DEL CENTRO
TECNICO DI COVERCIANO
UN EVVIVA DALL’EUROPA,
HANNO SCRITTO DI NOI
a cura della Redazione
44
Direttore
Azeglio Vicini
Franco Morabito
Tipografia Facciotti S.r.l.
Vicolo Pian Due Torri, 74
00146 Roma
Hanno collaborato a questo numero
Fotografie
Felice Accame, Pierpaolo Bozzer, Elena Castellini, Gino De Luca,
Frank Dunne, Ciro Ferrara, Franco Ferrari, Roberto Guidotti,
Gianfranco Laperuta, Matteo Levi Micheli, Mario Marella,
Gabriele Mascherini, Barbara Moschini, Paolo Piani, Fabrizio Piccareta,
Carlo Salvadori, Vanni Sartini, Luca Sonego, Attilio Sorbi, Marco Viani.
Archivio Settore Tecnico FIGC
Foto SABE
GMT
Maurizio Pittiglio
Ufficio Stampa FIGC
Direttore Responsabile
Tutto il materiale inviato
non verrà restituito.
La riproduzione di articoli o
di immagini è autorizzata a
condizione che ne venga
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disegni e stampa
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(conv. in L. 27/02/2004 n. 46)
art. 1, comma 2, DCB ROMA
Registrazione del Tribunale di Firenze
del 20 maggio 1968 n. 1911
Il n. 1/2009 del Notiziario è stato
chiuso in tipografia il 7 aprile 2009
3
EDITORIALE
di Azeglio Vicini*
S
ono sempre più numerose le domande per l’ammissione ai corsi allenatori: 421 per i 40 posti previsti per il corso
di seconda categoria. Questo interesse dà soddisfazione al Settore Tecnico che si adopera al massimo per offri-
re professionalità e nuove iniziative.
A metà gennaio, infatti, sono ripresi a pieno ritmo i corsi della Scuola allenatori: in tutte le regioni quelli di Base e
a Coverciano quelli di prima e seconda categoria, di calcio a cinque e per preparatori atletici.
A rinnovare i ranghi vi è stato l’inserimento nell’organico della Scuola di nuovi docenti: Attilio Sorbi, Walter Nicoletti
e Adriano Cadregari, che si presentano con la loro storia di calciatori e di allenatori, e con la passione per l’insegnamento che li aiuterà nel periodo iniziale a maturare l’esperienza necessaria.
Altra novità: con l’anno 2009 entra a far parte dei libri di testo il volume scritto dallo stesso corpo docenti, dal titolo: “La didattica del Giuoco del calcio. Tecnica e tattica secondo la Scuola di Coverciano”, che aiuterà tutti a trasmettere le nozioni fondamentali del calcio a giovani e dilettanti. Il libro è stato presentato ufficialmente lo scorso
17 novembre a Coverciano in occasione del tradizionale incontro per la consegna delle Panchine d’Oro e d’Argento.
I docenti continuano inoltre il loro aggiornamento con viaggi di studio in Europa per vedere quel che accade nelle
altre Nazioni.
Lo scorso anno, inviati dal Settore Tecnico, sono stati una settimana in visita a Lione presso il club francese che vanta
il maggior numero di professionisti cresciuti nel suo settore giovanile e che oggi militano nelle più importanti squadre europee di serie A.
In autunno – inviati dall’Uefa nell’ambito del Progetto Uefa Study Group Scheme – sono stati in Finlandia per studiare l’organizzazione del calcio dilettantistico, mentre a marzo di quest’anno, sempre nell’ambito del Progetto Uefa,
sono stati in Germania per lo studio dell’organizzazione del calcio giovanile.
L’Uefa, inoltre, in determinati periodi, invia presso il nostro Centro di Coverciano, tecnici di altre Federazioni per
prendere conoscenza dei nostri corsi allenatori.
Il Settore Tecnico sta altresì mettendo in cantiere un corso di specializzazione per preparatori dei portieri di prima
squadra e di formazioni giovanili, che prevede alla fine il rilascio di un attestato da pubblicare in un apposito Elenco.
Il tutto è riservato ai tecnici già diplomati, a partire dai diplomi di Base in su. Coloro che hanno un tesseramento di
almeno tre anni nel ruolo di preparatore dei portieri presso società professionistiche e ne faranno richiesta verranno
inseriti automaticamente nell’Elenco speciale; chi desidererà, invece, un arricchimento professionale potrà chiedere
la partecipazione al corso. I corsi, della durata di quattro-cinque giorni, si svolgeranno presso il Centro di Coverciano.
Nel frattempo si sta procedendo per organizzare nuovi corsi per allenatori-istruttori esclusivamente di giovani e giovanissimi – diploma Uefa C –, che avranno modalità particolari.
Tutto ciò serve a confermare la qualità della Scuola che ci è invidiata da tante Federazioni con le quali c’è scambio
di idee, di regole e di docenti.
*Presidente Settore Tecnico FIGC
PRIMO PIANO
ELEZIONI FEDERALI
GRANDE SUCCESSO PER GIANCARLO ABETE
a cura della Redazione
G
IL PROGRAMMA. TRE PRIORITÀ: STADI, VIOLENZA E BILANCI
Federazione Italiana Giuoco Calcio
“Grazie per la fiducia che spero di onorare con l'impegno e i risultati.
per il prossimo quadriennio, eletto al
C’è la volontà di lavorare congiuntamente con tutto il Consiglio fede-
primo scrutinio con 442,17 voti, pari
rale, con l'auspicio di determinare presto tutti i suoi ruoli all'interno.
al 98,42 per cento delle preferenze.
Spero di ricompensarvi con l'impegno nell'affrontare i problemi”: sono
Appena proclamata l'elezione, è stato
queste le prime parole pronunciate dal neo eletto presidente Abete
salutato da tutti i delegati presenti
all’assemblea che si è alzata in piedi per applaudirlo.
iancarlo Abete è stato confer-
mato alla presidenza della
con un lungo applauso. Per il Collegio dei revisori dei conti confermato alla pre-
E subito dopo il numero uno della Figc si è presentato in conferenza
sidenza Genchi, con Capellini e Feliziani componenti effettivi e Giancontieri
stampa per ribadire le linee guida del suo programma. Tre le priorità:
supplente. I lavori dell’assemblea, che si è tenuta a Roma lo scorso 23 marzo,
gli stadi, la lotta alla violenza e i bilanci. “Sono tre situazioni diverse –
sono stati aperti poco dopo le 10.30 dal presidente Pasquale De Lise. Hanno
spiega – che vanno affrontate in maniera diversa. Il trend sulla lotta alla
fatto seguito gli interventi del sottosegretario alla presidenza del Consiglio con
violenza è positivo e va consolidandosi di settimana in settimana, però
delega allo sport Crimi (“Abete continui il lavoro che ha ben fatto fino ad ora,
bisogna tenere alta la guardia e non mollare. Quella degli stadi è una
avrà il sostegno del Governo”), del presidente del Coni Petrucci, della Lega
strada tutta da percorrere. Recentemente abbiamo partecipato alla
Nazionale Professionisti Matarrese, della Lega Pro Macalli, della Lega Nazionale
firma del contratto di finanziamento che la Juve ha stipulato con il
Dilettanti Tavecchio, dell’Associazione Italiana Allenatori Ulivieri,
Credito Sportivo; cercheremo, nel nostro percorso, di creare le condi-
dell’Associazione Italiana Giocatori rappresentata dal vice presidente Grosso, e
zioni per cui vadano avanti in maniera positiva i rapporti tra le ammi-
dell’Aia Nicchi. Il presidente Abete ha poi preso la parola per esporre a braccio
nistrazioni comunali e le società di calcio. Anche perché, se non diamo
il suo articolato programma. Tra le numerose dichiarazioni di fiducia ad Abete,
una risposta organica, la nostra candidatura per Euro 2016 perde
quelle del presidente del Coni Petrucci e del presidente della Lega Matarrese.
forza. Per quanto riguarda i bilanci, il 2009 è un anno molto difficile
“Sono al fianco di Abete – ha dichiarato Petrucci – perché è la persona giusta,
per tutto il Paese, e con questa ottica va affrontato anche nel calcio”.
è uno che merita. Ha le idee chiare e io sono con lui”.
Un accenno anche alle ultime polemiche giunte dall’Inghilterra sulla
“Sono orgoglioso di vedere presidente una persona come Giancarlo Abete –
finale di Champions League a Roma: “Al parere degli organi di infor-
ha aggiunto Matarrese – noi della Lega nazionale Professionisti vogliamo fare
mazione non corrisponde quello dei dirigenti delle squadre impegnate
squadra con la Figc, con la Lega Pro, con la Lega Dilettanti, con l’Aia, con tutte
in questo rush finale. Ho avuto contatti con tutti e nessuno mi ha
le componenti”.
espresso parere negativo. Non vogliamo sottrarci alla realtà di episodi
di violenza avvenuti nel nostro Paese, ma c’è stata anche una risposta
e una presa di posizione da parte del sindaco Alemanno”.
Dopo aver ringraziato l’assemblea, Abete ha rivolto un pensiero anche
agli organi di informazione: “Vi ringrazio per l’attenzione che avete
dedicato a questo evento; intendo assumere con voi l’impegno ad un
rapporto positivo, trasparente, di qualità e di rispetto e attenzione per
il lavoro che svolgiamo”.
5
PRIMO PIANO
ABETE NELL’ESECUTIVO UEFA
UEFA Platini, tra i primi a congratularsi. “Daremo continuità al lavoro fatto nei
Il presidente Giancarlo Abete entra anche a far parte del Comitato Esecutivo della
rapporti internazionali. E l'impegno che Franco Carraro ha mantenuto all'in-
UEFA. È stato eletto durante il Congresso di Copenhagen al quale hanno parte-
terno dell'Esecutivo UEFA anche in una fase delicata per il nostro calcio, si
cipato i delegati delle 53 Federazioni continentali. L'esito del voto marca un suo
conferma una scelta giusta", ha aggiunto il numero uno della FIGC. “Questa
successo personale assai significativo anche in campo internazionale dopo la con-
elezione – ha sottolineato – non è e non può essere intesa come una scorcia-
ferma al vertice della FIGC: con 45 voti su 53 al primo scrutinio tra 12 candidati,
toia per gli Europei del 2016, ma certamente consolida la presenza dell'Italia
il presidente della Federazione italiana è risultato il terzo degli eletti.
sulla scena internazionale”.
All'interno dell'Esecutivo UEFA, Abete sostituisce Franco Carraro che alla scaden-
Ai giornalisti italiani che gli ricordavano il progetto UEFA per gli arbitri di
za del mandato quadriennale non ha ripresentato la propria candidatura, come
porta, Abete ha risposto che “il dominus della situazione è la FIFA, a cui tocca
aveva già annunciato da tempo.
decidere e preparare un regolamento di attuazione. La FIGC ha annunciato
"Una grande soddisfazione e un riconoscimento per tutto il calcio italiano": que-
e conferma oggi la disponibilità del calcio italiano a una sperimentazione
sto il primo commento di Abete dopo l'elezione annunciata dal presidente della
condivisa con FIFA e UEFA”.
FIGC, TUTTI I PRESIDENTI
1898 Enrico D’Ovidio
1898 Ezio Vicari
1905 Giovanni Silvestri
1906 Emiliano Barbiano di Belgioioso
1909 Luigi Bosisio
1910 Felice Radice
1911 Alfonso Ferrero di Ventimiglia
1912 Emilio Valvassori (ad interim)
1912 Vittorio Rignon
1913 Luigi De Rossi
1913 Francesco Mauro (reggente)
1914 Carlo Montù
1915 Francesco Mauro (ad interim)
1919 Carlo Montù
1920 Francesco Mauro
1920 Luigi Bozino
1921 Giovanni Lombardi
1923 Luigi Bozino
1925 Giovanni Corbari (commissario)
1926 Luigi Bozino
1926 Lando Ferretti (commissario)
1926 Leandro Arpinati
1933 Giorgio Vaccaro
1942 Luigi Ridolfi
1943 Mauro Baldo (commissario per il Nord)
6
1943 Giovanni Mauro (commissario per il Centro Sud)
1944 Fulvio Bernardini (reggente Coni)
1944 Ottorino Barassi (reggente Coni)
1945 Giovanni Mauro (reggente Coni-Alta Italia)
1946 Ottorino Barassi
1958 Bruno Zauli (commissario)
1959 Umberto Agnelli
1961 Giuseppe Pasquale
1967 Artemio Franchi
1976 Franco Carraro
1978 Artemio Franchi
1980 Federico Sordillo
1986 Franco Carraro (commissario)
1987 Andrea Manzella (commissario)
1987 Antonio Matarrese
1996 Raffaele Pagnozzi (commissario)
1997 Luciano Nizzola
2000 Gianni Petrucci (commissario)
2001 Franco Carraro
2005 Franco Carraro
2006 Guido Rossi (commissario)
2006 Luca Pancalli (commissario)
2007 Giancarlo Abete
2009 Giancarlo Abete
SCUOLA ALLENATORI
IL CONCETTO DI MARCAMENTO
NELLA DIFESA AD UOMO E A ZONA
di Ciro Ferrara*
PREMESSA
ti alla marcatura nella zona (tre, quattro, cinque difensori distribuiti sul-
“S
eguilo anche in bagno”. Con questo ordine perentorio dei primi
l’ampiezza del campo con compiti di responsabilità diretta nello spazio
maestri di calcio cominciava la mia lunga carriera di difensore.
ripartito).
Era ovviamente la caratteristica primaria della marcatura ad uomo.
Contemporaneamente, il calcio italiano si è faticosamente staccato da
Rigida, stretta, implacabile.
alcuni pregiudizi che lo avevano sempre accompagnato negli scorsi
Dovevo seguire il mio avversario in ogni zona del campo, fermarlo in
decenni, quando l’ottima preparazione dei nostri allenatori veniva indi-
qualunque modo, cercando possibilmente di anticiparlo per poi cedere
cata come un esasperato uso della tattica e l’attenzione stessa che i
subito il pallone al centrocampista che impostava l'azione offensiva.
nostri tecnici dedicavano alla fase difensiva lo faceva apparire come uti-
Poi il calcio è cambiato, soprattutto sotto l’aspetto difensivo che è pas-
litarista, o addirittura difensivista e ostruzionista.
sato via via da uomo a zona. E io sono stato coinvolto in prima persona
Questa nuova immagine del nostro football si è tuttavia scontrata con il
in questo cambiamento, tattico e tecnico.
giudizio di alcuni esperti: si è osservato che la mancata attenzione per
Ho vissuto intensamente le due fasi, come marcatore ad uomo prima e
la didattica in fase difensiva e, soprattutto, l’eliminazione totale delle
come difensore a zona poi. Non posso negare di aver attraversato una
marcature ad uomo hanno portato ad un generale impoverimento tec-
fase di ambientamento difficile, soprattutto quando con la maglia
nico dei difensori, i quali al giorno d’oggi non sanno più marcare bene
azzurra ho vissuto l'era Sacchi, un metodico, teorico e idealista della
come invece facevano i difensori di un tempo.
difesa a zona.
È proprio così? È vero che i nostri giovani attuali non sanno effettuare il
Sono passato dalla mentalità "basta che il tuo avversario non vada in
marcamento?
gol" a quella di aspettarlo, fermarlo, possibilmente anticiparlo e poi
ripartire palla al piede per impostare l'azione: ho dovuto non soltanto
E se ciò fosse vero, sarebbe totalmente imputabile al passaggio al gioco
rivedere la posizione in campo, ma anche migliorare i fondamentali,
a zona, avvenuto in Italia negli anni Novanta?
ammorbidire le caviglie, alzare la testa per avere una visione più com-
Innanzitutto, possiamo dire certamente che questa nuova impostazione
pleta del campo.
tattica nel gioco delle nostre squadre ha fatto sì che il marcamento,
Ammetto che non è stato facile, ma, nello stesso tempo, è stata una for-
altissima espressione di tattica individuale, subisse un decisivo calo di
tuna vivere sulla pelle il passaggio da un’"epoca" all’altra, perché,
attenzione da parte dei tecnici, i quali, sempre più spesso, tendevano –
anche nella difesa a zona, occorre saper effettuare una rigida marcatu-
e tendono tuttora – a privilegiare gli aspetti della tattica collettiva.
ra; durante la partita ci sono dei momenti in cui non puoi concedere
Quindi, analizzeremo se esistono delle differenze fondamentali, a livello
spazio al tuo avversario, devi aggredirlo e non lasciarlo girare, esatta-
pratico e didattico, nell’effettuazione dei gesti di marcamento tra i due
mente secondo le stesse regole della marcatura ad uomo.
diversi sistemi di schieramento difensivo: ad uomo e a zona.
Scomporremo i vari fattori (tecnici, tattici, cognitivi, psicologici) che
influenzano la pratica e la didattica della fase difensiva individuale nelle
INTRODUZIONE
due concezioni di gioco, cercando di tracciare un percorso il più possi-
Negli ultimi venti anni in Italia abbiamo assistito ad un generale cambia-
bile esaustivo su come formare buoni difensori nel calcio di oggi.
mento tattico difensivo: dalla tradizionale marcatura ad uomo (uno o
due difensori in marcatura stretta ed il libero in copertura) siamo passa-
*Tesi finale del Corso Master Uefa Pro 2007/08 per l’abilitazione ad Allenatore
professionista di Prima categoria
7
SCUOLA ALLENATORI
GLI SCHIERAMENTI DIFENSIVI E L’EVOLUZIONE TATTICA DEL CALCIO
Entrambi i sistemi prevedevano l’utilizzo di tre difensori, a volte schierati
DAL DOPOGUERRA AD OGGI
a zona, a volte ad uomo. Un terzo modulo di gioco era costituito dal ver-
Dal secondo dopoguerra la scuola calcistica del nostro paese è stata, a volte
rou svizzero, tradotto in Italia con catenaccio, il quale si basava sull’inter-
impropriamente, bollata come difensivista o addirittura ostruzionista. La
scambio di posizioni tra i difensori ed i mediani per andare a creare,
ragione di questa caratterizzazione del calcio italiano è molto semplice: le
(usando un termine odierno) maggiore densità in difesa, schierando di
nostre squadre possedevano una grande abilità nell’effettuare la fase difen-
fatto quattro giocatori e non solamente tre.
siva e i nostri difensori garantivano spesso prestazioni eccellenti, superiori ai
I Mondiali del 1958 “sdoganarono” definitivamente la difesa con quattro
loro colleghi in campo internazionale.
giocatori (seppur disposti a zona), utilizzata dal Brasile che si confermò
Campione del Mondo. Da quel momento in poi, l’efficacia del catenaccio,
Da un punto di vista strettamente tattico, questo cambiamento era avvenu-
abbinata allo sviluppo tattico del gioco, portò all’istituzionalizzazione,
to con una decisiva modernizzazione del gioco: nell’immediato dopoguer-
almeno in Italia, di uno schieramento difensivo che prevedeva quattro gio-
ra, infatti, si contrapponevano il WM (figura 1), adottato praticamente
catori: tre difensori deputati alla marcatura ad uomo degli attaccanti avver-
ovunque anche prima degli anni Quaranta, e l’MM (figura 2), che stava
sari ed uno disposto dietro di loro, chiamato “libero”, utilizzato per effet-
prendendo il sopravvento in campo internazionale, grazie anche alle vitto-
tuare coperture e raddoppi di marcatura, ove necessario.
rie della nazionale ungherese, promotrice di questo sistema di gioco.
La paternità italiana di questo sistema di gioco è manifestata dal fatto che
il termine “libero” è entrato a far parte del lessico calcistico internazionale
e denota universalmente la posizione di uomo dietro la linea difensiva.
Negli anni Sessanta quasi tutte le squadre italiane utilizzavano questo sistema; molto aggressivo sia nelle marcature in difesa, sia a centrocampo.
Fig. 1 – Dislocazione dei giocatori nel sistema WM
Fig. 2 bis – Dislocazione dei giocatori nel sistema con marcatura ad uomo
I risultati raggiunti in questo decennio d’oro (la Coppa dei Campioni e la
Coppa delle Coppe furono vinte da club italiani rispettivamente per quattro
volte e due volte; la Nazionale vinse il Campionato Europeo, e nel 1970 arrivò
seconda ai Mondiali in Messico), posero al centro dell’attenzione mondiale –
forse eccessivamente – i meriti dell’organizzazione difensiva italiana, ritenuta
determinante per i successi delle nostre squadre. Venne a crearsi un vero e
proprio “marchio”, che definiva il calcio italiano strettamente difensivista e
Fig. 2 – Dislocazione dei giocatori nel sistema MM
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che considerava i difensori italiani tra i migliori al mondo.
Dal punto di vista strettamente tattico, i tre difensori marcatori avevano il
1. IL MARCAMENTO
solo compito di seguire ovunque gli attaccanti avversari, eccezion fatta per
Nel gioco del calcio una delle componenti fondamentali per raggiungere i
il terzino di sinistra, che spesso, in fase di possesso palla, aveva “licenza” di
propri obiettivi è un corretto sviluppo delle abilità tattiche dei calciatori e
spingere sulla propria corsia di competenza.
delle squadre.
Di fondamentale importanza era il ruolo del libero: quest’ultimo, infatti, in
Le abilità tattiche si dividono in due grandi tipologie:
fase difensiva garantiva le coperture ai marcatori, pronto a contrastare gli
• la tattica individuale;
avversari eventualmente liberatisi e ad intervenire su pericolose palle filtran-
• la tattica collettiva.
ti; in fase offensiva costituiva spesso l’uomo che iniziava l’azione e, a volte,
era un vero e proprio regista difensivo.
La tattica individuale, altrimenti detta anche tecnica applicata, si riferisce
Gli anni Settanta furono portatori di una nuova concezione tattica nel cal-
a quei comportamenti, sia in fase di possesso palla, sia in fase di non pos-
cio europeo di vertice. I successi in campo continentale dei club olandesi e
sesso, che vengono compiuti in relazione alle situazioni di gioco, affinché
le esaltanti prove della nazionale “orange” ai mondiali del 1974 e 1978
un gesto tecnico possa essere efficace.
imposero ai maggiori livelli europei il concetto del calciatore universale, abile
Essa si differenzia, ad esempio, dalla tecnica di base per la precisa conte-
ad agire con altrettanta efficacia nelle due fasi di gioco, pur avendo come
stualizzazione dei comportamenti; se in questa ci interessa solo il rappor-
compito il presidio di una zona di competenza (esempio specifico i due ter-
to calciatore/palla, in quella entrano in gioco i compagni, gli avversari, le
zini Suurbier e Krol), con lo spettacolare “calcio totale”.
fasi e le situazioni di gioco.
Nel nostro paese, comunque, l’adozione del nuovo sistema di gioco restò
Contrariamente alla tattica collettiva, essa riguarda soltanto gesti indivi-
limitata ed isolata: il tradizionale schieramento difensivo con il libero ed i
duali; non si analizzano, infatti, l’insieme dei movimenti dei vari calciato-
marcatori ad uomo continuava a recitare la parte principale nei temi tattici
ri e le loro interazioni, come ad esempio nella tattica di reparto.
del calcio di casa nostra.
Nello sviluppo della tattica individuale, si individuano i seguenti comportamenti:
Proprio con questo modulo la nostra Nazionale, guidata da Enzo Bearzot,
vinse i campionati mondiali di Spagna 1982, che, non a caso, vengono ricor-
FASE DI NON POSSESSO PALLA
FASE DI POSSESSO PALLA
PRESA DI POSIZIONE
MARCAMENTO
INTERCETTAMENTO E/O ANTICIPO
CONTRASTO
DIFESA DELLA PORTA
SMARCAMENTO
DIFESA E PROTEZIONE DELLA PALLA
PASSAGGIO
GUIDA DELLA PALLA
TIRO IN PORTA
dati per le inflessibili marcature di Claudio Gentile, ai danni di Maradona
prima e Zico poi, e per le memorabili vittorie contro Argentina e Brasile.
Il vero cambiamento tattico nel calcio italiano venne imposto alla fine degli
anni Ottanta dai clamorosi successi ottenuti dal Milan, guidato da Arrigo
Sacchi. La squadra rossonera, adottando un sistema di gioco che prevedeva quattro giocatori schierati a zona in difesa senza l’utilizzo del libero fisso,
Come si può ben notare, il marcamento è un comportamento di tattica indi-
vinse in Italia ed in Europa, incantando per la qualità del suo gioco.
viduale e non di tattica collettiva.
Questa completa rottura con la tradizione di gioco italiana comportò un
La classificazione di questa azione dovrebbe già fare intuire, quindi, che l’e-
radicale “cambiamento culturale” nella concezione tattica del gioco.
secuzione dei gesti tecnici correlati, così come la didattica da utilizzare in
Il successo del nuovo sistema fu tale, che alla fine del decennio successivo
sede di allenamento, non dovrebbero cambiare, sia che la squadra adotti un
nessuna squadra del massimo campionato italiano veniva più schierata con
sistema di gioco con marcatura ad uomo, sia che la squadra invece si
il classico “libero” ed i marcatori ad uomo.
disponga con un modulo a zona.
A tutt’oggi, quasi tutte le squadre, anche di non primissimo livello, vengono
I principi di tattica individuale che maggiormente interessano lo sviluppo di
disposte secondo i concetti della zona, con reparti difensivi (a tre, a quattro, a
questa mia tesi sono la presa di posizione ed il marcamento; appare infatti
cinque giocatori), in cui i difensori si muovono non più solamente in funzione
chiaro come i due comportamenti siano strettamente collegati: senza una
del movimento del diretto avversario, come avveniva un tempo, bensì in fun-
presa di posizione adeguata rispetto all’avversario, è infatti molto difficile, se
zione della posizione della palla e di quella dei compagni di reparto.
non impossibile, applicare i corretti principi della marcatura.
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SCUOLA ALLENATORI
La presa di posizione è il primo comportamento da analizzare in fase difen-
mente un’impostazione con un libero e un numero di marcatori che oscil-
siva. Quando la squadra non è in possesso di palla, infatti, i giocatori si devo-
la il più delle volte tra i due ed i tre e che può variare a seconda del nume-
no posizionare in modo da raggiungere due obiettivi fondamentali:
ro di attaccanti della squadra avversaria.
a) obiettivo minimo: difesa della porta;
Come abbiamo accennato in precedenza, secondo questo modulo di
b) obiettivo massimo: riconquista del possesso di palla.
gioco, nelle azioni di non possesso palla i difensori hanno come riferimento principale il diretto avversario. Normalmente spetta all’allenatore sceglie-
Dunque, nella presa di posizione il giocatore dovrà tenere conto della pro-
re le marcature fisse all’inizio della partita, in accordo con due importanti
pria collocazione in campo in riferimento:
condizioni:
• alla propria porta;
• al diretto avversario;
a) La posizione in campo del giocatore avversario:
• alla zona di campo in cui si trova la palla.
è evidente che nell’assegnare delle marcature fisse si dovrà tenere conto
della posizione in campo tenuta dall’avversario da controllare. Sarebbe
Come vedremo successivamente nell’analisi dei comportamenti ottimali
infatti estremamente controproducente affidare la marcatura di un giocato-
da esercitare, sia nella difesa a zona, sia nella difesa ad uomo, queste tre
re che opera prevalentemente sulla nostra fascia destra, ad un calciatore
variabili sono sempre e comunque interconnesse tra loro; basti pensare,
che, in fase di possesso palla, si trovi ad operare per lo più sul lato opposto;
ad esempio, alla distanza in cui porsi rispetto al diretto avversario in relazione alla zona di campo dove si trova la palla: più questa sarà prossima
b) Le caratteristiche fisiche e tecniche dell’avversario da marcare:
alla porta, minore sarà la distanza da tenere fra il difensore ed il diretto
un vantaggio della marcatura ad uomo è quello di poter abbinare un sin-
avversario da marcare.
golo difensore ad un attaccante avversario sulla base delle caratteristiche
Il marcamento è quindi direttamente collegato alla presa di posizione.
tattico-fisiche di entrambi, limitando quindi il rischio che si creino impor-
Ma cosa significa esattamente marcare un avversario?
tanti incongruenze, come avverrebbe, ad esempio, nel caso in cui si affi-
Potremmo definire il marcamento come l’azione di tattica individuale che
dasse ad un giocatore alto e potente la marcatura di un avversario velo-
permette ad un giocatore, in fase di non possesso palla, di controllare un
cissimo.
avversario ed i suoi eventuali movimenti, in modo da essere in grado di
Come detto sopra, nella disposizione tattica ad uomo assume molta
impedire e/o limitare la sua azione.
importanza il ruolo del libero.
Anche in questo caso entrano in gioco alcune variabili, date da:
Dal punto di vista pratico, la presenza del libero dà maggiore sicurezza al
a) posizione e caratteristiche del giocatore da marcare;
marcatore in quanto “controlla” le tre variabili (palla-avversario-posizione
b) posizione e caratteristiche del difendente che marca l’attaccante;
della porta). La copertura dello spazio pericoloso, ossia quello alle spalle del
c) posizione della palla rispetto alla linea di porta della squadra che difende.
compagno, è garantita ed assicurata dal libero, il quale decide cosa e come
fare a seconda delle situazioni.
L’intensità del marcamento, in quanto impedimento dello sviluppo di gioco
L’organizzazione difensiva è semplificata: all’allenatore basta predetermi-
della squadra avversaria, è direttamente proporzionale al grado di vicinanza
nare l’interazione tra due giocatori con compiti prefissati (in marcatura ed
della palla alla nostra porta, quando gli sviluppi di gioco della squadra avver-
in copertura). I soggetti interagenti sono principalmente ciascun marcato-
saria risulteranno maggiormente pericolosi.
re ed il libero; molto raramente si verificano interazioni tattiche tra i vari
Entriamo ora nello specifico, analizzando le variabili che influenzano i com-
marcatori, come invece avviene nel gioco a zona.
portamenti e le decisioni tecnico-tattiche dei difensori nei due diversi schie-
Il regista dell’azione difensiva in campo sarà quindi il libero, unico giocato-
ramenti, ad uomo e a zona.
re a muoversi in funzione della palla e del posizionamento dei suoi compagni, mentre gli altri avranno come riferimento principale l’avversario diret-
10
2. IL MARCAMENTO NELLE DIFESE DISPOSTE AD UOMO
to; la copertura degli spazi liberi e degli spazi potenzialmente pericolosi
Le disposizioni tattiche con difesa schierata ad uomo prevedono general-
sarà completamente a suo carico.
Ad esempio:
• con palla sul fondo, il libero, se non ha compiti di marcatura in
Il concetto base della difesa a zona riguarda infatti un’adeguata copertu-
quanto la difesa è in superiorità numerica, si dovrà porre a coper-
ra degli spazi, che consenta ai vari difensori di effettuare la scelta più effi-
tura dello spazio della prima metà della porta (si mette entro il
cace nelle diverse situazioni di gioco: vale a dire marcare l’avversario nella
primo palo), per limitare lo spazio di anticipo all’attaccante avversa-
zona di competenza, oppure, quando ad effettuare la marcatura è un
rio marcato dal compagno;
compagno della linea difensiva, coprire lo spazio rimasto libero.
• su difesa disposta regolarmente, in generale, il libero si dovrà porre
La difficoltà maggiore per un difensore sta quindi nel capire quando
sulla linea immaginaria tra marcatore e porta, in modo da protegge-
marcare e quando coprire.
re lo spazio alle spalle del compagno e consentirgli così l’uso dell’an-
In questa disposizione, infatti, non c’è alcun giocatore alle spalle della
ticipo: se la palla è lunga, il libero va sulla palla e/o in eventuale cam-
linea, contrariamente a quanto avviene nelle difese schierate ad uomo,
bio naturale di marcatura;
dove il libero garantisce il cambio automatico di marcatura. Il libero pre-
• su palla laterale, il libero andrà a coprire la zona “corta”, cioè la pericolosa zona di anticipo dell’attaccante sul marcatore;
• con due marcatori, il libero generalmente si disporrà alle loro spalle
determinato non esiste più a proteggere la profondità; il compagno di
linea non è sempre direttamente posizionato tra marcatore e porta, e a
volte può anche non esserci del tutto, perché impegnato in marcatura,
in posizione tale da poter coprire entrambi; quando ciò non sarà pos-
oppure in copertura di altro spazio.
sibile, dovrà proteggere il marcatore più vicino alla porta.
La disposizione a zona richiede quindi un’organizzazione difensiva più
complessa: ogni difensore deve sempre relazionarsi con i compagni di
In tutte queste situazioni di gioco il libero deciderà di dare o meno
linea, in modo da cercare di formare un unico blocco (e non è detto che
profondità agli avversari, salendo in linea col marcatore.
esso assuma sempre la stessa forma).
Per ciò che riguarda il marcatore, il suo primo – e spesso unico – pro-
In questa particolare disposizione tattica, diventano fondamentali per il
blema è il diretto avversario. Lo spazio di competenza è la propria zona
difensore la capacità di orientamento in campo e la conoscenza di rego-
d’ombra, oppure lo spazio a disposizione dell’avversario diretto (che è
le di gioco comuni, ossia segnali di comunicazione condivisi tra l’allena-
limitato sia dalla zona luce del possessore palla, sia dalla posizione del
tore e la squadra e tra i calciatori.
libero). Le variabili sono chiare e controllabili (palla-avversario-porta).
Ad uomo, la logica difensiva possiede caratteri precisi, comprensibili e
Il vantaggio è che gli spazi pericolosi a disposizione degli avversari sono
con responsabilità di intervento ben definite in rapporto a ciascun sog-
molto ridotti, data la vicinanza dei difensori.
getto interagente. Grazie alle variabili note, il difensore è in condizione
Il compito dell’allenatore, nella didattica della fase difensiva verterà
di trovare la giusta posizione e di rispondere ad ogni situazione con
soprattutto, a causa della complessità e dell’imprevedibilità delle situazio-
relative variazioni. Ha coscienza del proprio ruolo, sa quali sono i pro-
ni da affrontare, sul tentativo di rendere i comportamenti semplificati,
pri doveri e a quali input reagire.
riconoscibili da tutti ed attuabili.
L’intervento dell’allenatore è abbastanza facilitato per quanto attiene
Con una piccola agevolazione: poiché gli spazi di competenza per ogni
l’organizzazione collettiva; al contrario, diventa altamente sofisticato
difensore sono facilmente preordinabili, i compiti individuali diventano
circa il comportamento del singolo, sia esso un marcatore o il libero.
abbastanza identificabili, quindi di agevole attuazione, applicando per
esempio le regole di gioco, come:
3. IL MARCAMENTO NELLE DIFESE DISPOSTE A ZONA
• “palla coperta o palla libera” (vedi figure 3 e 4);
Nelle squadre schierate, invece, con difese che marcano a zona, per il
• squadra corta;
difensore in fase di non possesso palla aumentano le variabili da con-
• interscambiabilità dei ruoli;
trollare; a palla-avversario-porta si aggiunge lo spazio da proteggere,
• disposizione sfalsata;
specie se la squadra non è corta.
• pressione sulla palla.
11
SCUOLA ALLENATORI
Fig. 3 – Movimenti combinati della difesa in situazione di “palla coperta”
Fig. 5 – Rappresentazione grafica dell’”imbuto difensivo”
Per poter attuare con buona riuscita i paradigmi illustrati sono necessarie
continue esercitazioni singole e di reparto, senza dimenticare che il comportamento di ciascun difensore è disciplinato secondo le stesse regole della
marcatura ad uomo.
Si marca quindi in modo diverso?
Assolutamente no.
I parametri di riferimento sono i medesimi per entrambi i sistemi difensivi
(palla-porta-avversario).
Tuttavia, esiste una differenza importante che si concretizza nella distanza
Fig. 4 – Movimenti combinati della difesa in situazione di “palla libera”
dall’avversario:
- nella marcatura ad uomo la distanza dall’avversario viene determinata
dal difensore, che stringe o allenta la marcatura secondo la distanza
L’allenatore deve avere ben presente come organizzare la disposizio-
della palla, facendosi trovare sempre pronto ad anticipare e lottare per
ne difensiva; vediamo qualche esempio, in relazione a diverse situa-
riconquistarla.
zioni di gioco:
• in area, su palla dal fondo, si rischia di essere attratti solo dalla palla e
determinare nell’immediato la distanza dall’avversario, perché agli stessi
di trovarsi sotto la sua linea, perdendo conseguentemente la marcatu-
parametri della marcatura ad uomo si devono aggiungere una serie di altri
ra del diretto avversario. Bisogna quindi semplificare e predeterminare
fattori, quali: l’impossibilità (coerentemente con la distribuzione dei com-
i compiti: in superiorità numerica è bene che ci sia un difensore entro
piti) di seguire l’avversario per tutto il campo; l’importanza di dover osser-
il primo palo e gli altri a marcare ad uomo, finché non si sente un com-
vare, senza perderlo mai di vista, il comportamento dei compagni; la
pagno chiamare il cambio;
responsabilità di garantire la copertura del proprio spazio, contrastando gli
• in superiorità numerica si marca e si copre; in parità o inferiorità si
copre lo spazio ristretto dell’imbuto, ossia quello spazio delimitato dalle
eventuali inserimenti liberi da parte di avversari con caratteristiche e tempi
di gioco differenti.
due linee immaginarie tracciate dalle linee laterali ai pali della porta
Per questi motivi nella marcatura a zona l’attenzione e la concentrazione
(vedi figura 5);
mentale, unite alle conoscenze tattiche collettive predeterminate dall’allena-
• man mano che ci si avvicina alla porta e la palla è vicina, occorre stringere le marcature.
12
- nella marcatura a zona il difensore non sempre è in condizione di poter
tore, diventano fondamentali.
L’elasticità nel decidere se marcare o coprire (con il rischio di perdere il pro-
prio uomo) e la distanza iniziale dall’avversario diretto non influenzano le
portamento del nostro diretto avversario, che, se effettuerà una buona
regole fondamentali della marcatura individuale, che, quando si decide di
copertura della palla, dissuaderà il difensore dal tentare l’anticipo.
“attaccarsi” all’avversario, sono sempre le stesse.
Di elevata importanza, infine, sarà anche un’efficace presa di posizione
La difficoltà nella difesa a zona rispetto alle funzioni di ogni singolo gioca-
da parte del difensore, al quale spetterà “preparare” al meglio l’azione
tore sta nel fatto che la marcatura non rimane costante: sul movimento in
di marcamento, che sarà diversa nel caso in cui intenda effettuare un
ampiezza dell’avversario, generalmente la si cambia con un compagno; in
anticipo o compiere un’altra azione.
partenza non sempre si è già in stretta marcatura, perché spesso l’avversario arriva nella nostra zona già in movimento.
Una semplice esercitazione è quella proposta nella sottostante figura 6.
Questi ed altri fattori rendono discontinua l’azione di marcatura e ciò con-
Nei quattro rettangoli vi sono 3 calciatori, due attaccanti ed un difenso-
tribuisce ad alimentare l’opinione secondo cui i difensori oggi non siano più
re. Nei primi due rettangoli (A e B) il calciatore rosso che riceve palla
capaci di marcare ad uomo.
rimane immobile, in modo da far esercitare il difensore nella tecnica di
anticipo, sia su palla rasoterra (A), che su palla aerea (B). Negli altri due
4. LA DIDATTICA DEL MARCAMENTO
rettangoli, invece, l’esercizio è in movimento: in C l’attaccante effettua
Avendo appurato, nelle pagine precedenti, che i principi del marcamen-
un movimento lineare; in D la situazione si fa più difficile per il difenso-
to sono identici, sia che la difesa sia disposta ad uomo, sia che la difesa
re, visto che il ricevente tenta di trarlo in errore effettuando alcuni con-
sia disposta a zona, andiamo ora ad analizzare la didattica per impara-
tro-movimenti. Negli esercizi in movimento il difensore imparerà quindi
re una corretta tecnica di marcamento. Essa è costituita essenzialmente
anche a relazionarsi con una dimensione più dinamica (e quindi realisti-
da: anticipo, contrasto (diretto e indiretto) e cambio di marcatura.
ca) di tempo e spazio, interpretata in modo diverso secondo le capacità
Dobbiamo innanzitutto considerare con attenzione la situazione di
fisiche, ma anche dalle situazioni di gioco imposte dagli avversari.
gioco in cui si effettua l’azione di marcamento. Come abbiamo visto
sopra, infatti, marcare significa letteralmente “controllare” un avversario ed i suoi movimenti.
Quindi, possiamo cominciare a distinguere il marcamento in due grandi
categorie:
a) il marcamento di un avversario che non è in possesso di palla;
b) il marcamento di un avversario che è in possesso di palla.
Nel primo caso, l’obiettivo della nostra azione di marcamento sarà quello di impedire che il nostro avversario riceva palla o, qualora questo non
fosse possibile, di fare sì che la riceva nel modo meno pericoloso possibile per la nostra porta.
Per il conseguimento del primo obiettivo, all’azione di marcamento si
Fig. 6 – Esercitazione per l’anticipo
potranno aggiungere altre azioni di tecnica applicata, che dovranno
essere molto curate nella didattica: l’anticipo ed il contrasto indiretto.
La didattica dell’anticipo sarà la stessa, sia che la squadra applichi i prin-
L’anticipo è quell’azione di riconquista della palla in cui un difensore
cipi di tattica collettiva della difesa a zona, sia che la squadra difenda ad
intercetta un passaggio nelle immediate vicinanze dell’avversario che lo
uomo. L’unica grande differenza fra le due interpretazioni del gioco sarà
stava per ricevere. Fondamentale nell’effettuazione dell’anticipo è il
la frequenza con cui nella gara verranno tentati ed effettuati gli anticipi
concetto di tempo. La scelta del tempo di intervento, in questa partico-
da parte dei difensori.
lare azione di gioco, è basilare per non essere tratti in inganno dall’avversario, o arrivare in ritardo ed effettuare il fallo. Nello stesso momen-
Nel gioco ad uomo, infatti, grazie alla presenza del libero, sempre pron-
to, come spesso accade nelle azioni difensive, molto dipenderà dal com-
to a garantire la copertura in profondità, i calciatori saranno maggior13
SCUOLA ALLENATORI
mente portati a “rischiare” l’anticipo, sicuri di avere sempre un aiuto
dall’ultimo uomo in caso di errore o di mancato intervento. Nella difesa
a zona, invece, le coperture necessarie non sempre sono garantite, perché il compagno di reparto può trovarsi anch’esso in marcatura o, al
momento, in copertura per un’altra marcatura; questa mancanza di
sicurezza della copertura dello spazio profondo, quindi, porterà i difensori ad effettuare l’anticipo quando la percentuale di riuscita dell’intervento sarà molto alta, riducendo, di fatto, il numero di queste azioni
nell’arco della partita.
Come abbiamo detto in precedenza, un intervento da effettuare quan-
Fig. 7 – Esercitazione per il contrasto indiretto
do si è in marcatura di un uomo senza palla è il contrasto indiretto, vale
a dire il movimento per cui un calciatore si mette in posizione tale da
Come accennavamo poco sopra, la seconda modalità di intervento da
impedire che il proprio diretto avversario riceva un passaggio, limitando
accompagnare all’azione di marcamento è quella riguardante le situazioni
così le opzioni per il possessore di palla.
di gioco in cui si va ad affrontare un avversario in possesso di palla. Per un
Per effettuare quest’azione con la massima efficacia, l’allenatore deve
difensore, infatti, di vitale importanza sono i comportamenti da attuare
insistere con i suoi calciatori, ponendo in grande evidenza il concetto di
quando si affronta un avversario con la palla, sia che questi tenti di supe-
zona d’ombra.
rarlo con un dribbling, sia che questi provi a trovare il tempo e lo spazio per
liberarsi dal pallone, effettuando un passaggio o addirittura un tiro in
Una buona esercitazione per il contrasto indiretto è sicuramente quella
porta. In questi frangenti molto importante diventa il fondamentale tecni-
esemplificata dalla figura 7. In questo esercizio, infatti, si simula un’a-
co del contrasto, azione indispensabile per impedire lo sviluppo dell’azione
zione offensiva in cui i due giocatori in possesso palla tentano di guada-
avversaria e, in alcuni casi, per poter riconquistare il possesso della palla. Il
gnare metri sul campo, effettuando un triangolo. Nello svolgimento del-
contrasto può essere effettuato in vari modi; una classificazione generale
l’esercizio è fondamentale che il nostro difensore tenga ben presente
può inizialmente dividere i contrasti in tre grandi tipologie:
che, una volta superato dal primo passaggio, dovrà applicare il principio
a) contrasto frontale: effettuato con la parte interna del piede vicina al
tattico della limitazione e del controllo difensivo: in casi come questi,
malleolo, o con il collo piede, perché sono le parti del piede più dure.
infatti, il rischio maggiore è quello di farsi “attrarre” dalla palla – pur
È ottimale quando si riesce a colpire la palla “sotto”, alzandola e, di
essendo scarse le possibilità di recuperarla – tralasciando il marcamento
fatto, togliendola al controllo dell’avversario. La gamba di appoggio
del giocatore senza palla. Al contrario, il difensore dovrà spostare la pro-
deve garantire la forza;
pria azione sul giocatore senza palla, marcandolo fino a porlo in zona
b) contrasto laterale: effettuato con il piede più lontano rispetto alla posi-
d’ombra, al fine di rendere impossibile la chiusura del triangolo e rallen-
zione della palla e dopo una torsione del corpo, eseguita in modo da
tare così l’azione avversaria.
posizionarsi frontalmente rispetto all’avversario in possesso di palla;
c) scivolato o tackle: effettuato scivolando, dopo essersi allontanati leg-
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Grande attenzione nell’esercitazione dovrà essere posta sul movimento
germente dall’avversario, in modo tale da ottenere lo slancio giusto.
di corsa e sulla postura del difensore; questi, infatti, dovrà sempre appli-
Generalmente effettuato con il piede più lontano rispetto alla posizio-
care le regole basilari della marcatura e della presa di posizione: innan-
ne della palla, può essere effettuato anche con quello a questa più vici-
zitutto, dovrà sempre essere in grado di vedere la palla e l’uomo da mar-
no; in tal modo, però, si perdono i vantaggi guadagnati grazie allo
care; la corsa, poi, dovrà sempre essere effettuata in diagonale, in modo
slancio e la forza del contrasto risulta nettamente inferiore.
da favorire gli appoggi su entrambe le gambe, nel caso in cui un avver-
Nella figura 8 possiamo vedere una semplice esercitazione per il contra-
sario effettui un passaggio oltre il difensore o alle spalle dello stesso.
sto ed i tempi di marcamento, quando il difensore affronta un giocatore
in possesso palla. Si tratta di posizionare due calciatori, di cui uno con la
palla, ai due estremi di un rettangolo; al segnale convenuto il calciatore in
possesso palla parte e tenta di andare in dribbling verso l’avversario, che ha
il compito di non farsi superare e non far arrivare il proprio avversario oltre la
linea che delimita il rettangolo dalla sua parte di campo.
Il difensore si avvicina all’avversario, lo affronta in divaricata antero-posteriore
ed interviene quando il piede d’appoggio dell’avversario è distante dalla palla.
L’esercitazione può essere proposta in numerose varianti, soprattutto temporali; si può ritardare, infatti, l’entrata in campo del difensore, per rendere
ancora più difficile il suo compito nel difendere la porta.
Figura 10 – Esercitazioni per il cambio di marcatura con difesa disposta ad uomo
Nella marcatura ad uomo, invece, l’interscambio dei ruoli riguarderà solamente il libero ed il difensore che aveva precedentemente “perso” il proprio avversario diretto, visto che, come si è già detto, la copertura degli
spazi in profondità è di esclusiva competenza dell’ultimo uomo della
linea difensiva (figura 10).
5. CONCLUSIONI
In tutte le storie da manuale i cambiamenti, i passaggi da una fase ad
Fig. 8 – Esercitazioni per il contrasto
un’altra, consacrano l’affermazione di un nuovo sistema, mettendo in
crisi quello precedente; anche nella storia del calcio sono avvenuti, e tut-
Molto importante, negli sviluppi di tattica correlati all’azione di marcamento, sarà
tora avvengono, evoluzioni e trasformazioni del sistema di gioco.
la didattica dei cambi di marcatura, che, riguardando movimenti collettivi della
In particolare, il passaggio dalla marcatura ad uomo alla marcatura a
linea difensiva, sarà diversa se la squadra verrà schierata con la difesa a zona
zona, che rappresenta il cambiamento tattico più importante della dife-
oppure ad uomo. Particolare attenzione nella difesa a zona, infatti, dovrà essere
sa, fu storicamente coerente e rispose ad una necessità, che via via si
posta sul rispetto delle posizioni e delle distanze fra tutti i difensori, visto che gli
faceva sempre più forte, di razionalizzare l’organizzazione difensiva.
scambi di posizione e/o di marcatura non riguarderanno solamente quelli coinvolti direttamente nella marcatura, bensì tutta la linea difensiva (figura 9).
Ecco perché oggi un difensore deve saper completare il proprio atteggiamento tecnico, facendo proprie queste convinzioni: indispensabile è
avere ben chiaro che la marcatura ad uomo è in assoluto la condizione
necessaria per integrarsi al meglio nella difesa a zona. Dimenticarlo equivarrebbe a dimenticare le basi classiche del calcio, perdere di vista i suoi
insegnamenti fondamentali, cancellare o svalutare un capitolo della sua
storia. In definitiva il difensore deve essere un… osso.
Bibliografia:
Franco Ferrari, Elementi di tattica calcistica, volume 1, Edizione Correre,
Fig. 9 – Esercitazioni per il cambio di marcatura con difesa disposta a zona
Milano 2001; Notiziario del Settore Tecnico, vari numeri ed annate.
15
CALCIO GIOVANILE
INTERCAMPUS, UNA FINESTRA SUL MONDO
di Fabrizio Piccareta*
L
a mia personale esperienza degli ultimi 3 anni come istruttore nel progetto Inter Campus Estero di F.C. Internazionale Milano, oltre all'inevita-
bile arricchimento dal punto di vista umano, mi ha permesso di riflettere
molto su diversi aspetti della didattica del calcio giovanile e, in particolare,
sulle diverse dinamiche di apprendimento del gioco che, a mio parere, spesso si danno per scontate soprattutto laddove, specie nel nostro paese, si
abbia a che fare con bambini i quali, anche se molto piccoli, vivono in una
atmosfera “pervasa” dal calcio.
Mi è capitato, in occasione dei miei stage in paesi lontani e meno progrediti dal punto di vista calcistico, di confrontarmi con bambini che mai aveva-
qualità. Non fanno eccezione le due scuole nelle quali Inter Campus opera:
no praticato il nostro sport e, in molti casi, non avevano nemmeno avuto
i bambini, tra i 7 e i 14 anni, si allenano su campi in erba sintetica e con il
l'occasione di vederlo praticare da altri. Se è vero che i bambini apprendo-
materiale sportivo adeguato. Gli allenatori locali coinvolti nel progetto sono
no principalmente per imitazione, capirete come in questi casi sia particolar-
4 giovani cinesi molto motivati e desiderosi di mettere in pratica ciò che
mente complesso l'approccio didattico in mancanza di modelli da emulare
abbiamo condiviso nel corso di questi anni ed ognuno di loro lavora con un
e, talvolta, perfino della consapevolezza del senso stesso e delle finalità del
gruppo di circa 20 bambini. All’inizio dello scorso anno è stata aperta una
gioco del calcio. Situazioni di questo tipo le ho sperimentate in paesi come
nuova “cellula” di Inter Campus a Laixi, un villaggio rurale a circa 150 Km
la Cina, Cuba e la Cambogia: come insegnare il calcio a bambini che non
da Qingdao, inserendo nel progetto circa 50 tra bambini e bambine che non
hanno mai giocato? Queste situazioni didatticamente “estreme” molto dif-
hanno mai, sottolineo mai, dato un calcio ad una palla né tanto meno
ficilmente possono verificarsi nei contesti in cui ogni istruttore italiano vive
hanno mai visto il calcio in TV (non avendola mai avuta). Uno degli istrutto-
quotidianamente ma, attraverso di esse, si possono trarre degli spunti utili
ri cinesi del nostro progetto ha iniziato da gennaio a recarsi 2 volte la setti-
ad analizzare il nostro lavoro da angolazioni diverse e, personalmente,
mana in questo villaggio con l'intenzione di insegnare a questi bambini a
hanno fatto sorgere in me una domanda che può sembrare banale: come
giocare a calcio. Nella mia ultima visita in Cina, ad aprile, mi sono recato a
si apprende il gioco del calcio?
Laixi per verificare personalmente come fosse stato portato avanti il proget-
Vorrei raccontare un curioso aneddoto relativo ad una mia esperienza diret-
to in quei 4 mesi. Su di uno spiazzo sterrato di fronte alla vecchia scuola del
ta che, meglio di ogni altra cosa, può spiegare il perché di questa riflessio-
villaggio ho assistito all'allenamento diretto dall'amico istruttore cinese il
ne. Da circa 10 anni F.C. Internazionale Milano segue, attraverso il Progetto
quale, seguendo una progressione di difficoltà crescente, proponeva eserci-
Inter Campus Estero, il lavoro degli allenatori di 2 scuole calcio nella città di
tazioni analitiche basate esclusivamente sul rapporto diretto bambino/palla
Qingdao, nel sud est della Cina. Periodicamente F.C. Internazionale invia i
e, a seguire, dei passaggi a coppie. Ho potuto così apprezzare da parte dei
propri istruttori per condividere con gli allenatori locali le proprie metodolo-
bambini un buon grado di capacità di condurre la palla e di passarla ad un
gie, il tutto in funzione di migliorare sempre di più la qualità dell'insegna-
compagno posizionato frontalmente ma non ho potuto fare a meno di per-
mento del calcio ai giovani e, conseguentemente, aumentare la passione
cepire qualcosa che non mi tornava: c'era, da parte di tutti i bambini, una
dei ragazzi coinvolti. La città di Qingdao, che conta circa 8 milioni di abitanti, è una metropoli moderna e dinamica e lo sport è considerato un elemento fondamentale della vita, di conseguenza anche le strutture sono di buona
16
*Allenatore di base. Dal 2004 Coordinatore tecnico del Progetto Inter Campus
Estero di F. C. Internazionale, con esperienze in Cambogia, Camerun, Cina,
Colombia, Cuba, Iran, Polonia, Slovenia, Slovacchia
certa “uniformità” di esecuzione dei vari gesti, qualcosa di meccanico e
palla si tiene in mano. In qualche modo questo elemento toglie molta impre-
omologato. La comprensione del perché di questa mia sensazione negativa
vedibilità alla dinamica del gioco stante la maggior difficoltà di perdita della
l'ho avuta nel momento in cui ho chiesto all'istruttore cinese di far giocare
palla da parte di chi ne è in possesso. Nel calcio il giocatore in possesso palla
una partitella ai bambini. La sua risposta, che pur lasciandomi interdetto mi
è sottoposto in qualsiasi momento (eccetto durante i calci piazzati) alla pres-
ha fatto capire molte cose, è stata: “non possono fare la partitella, non
sione psicologica causata dalla presenza di uno o più avversari che vogliono
sanno cos'è”. Alla mia ovvia richiesta di spiegazioni mi ha illustrato ciò che
sottrargliela e, a differenza del rugbista, del giocatore di pallamano, o di
era stato il suo approccio didattico fino a quel momento con i bambini del
basket, questi non può difendersi tenendo la palla in mano. Basterebbe già
villaggio. Non avendo loro mai giocato a calcio egli aveva pensato che la
questo per pensare che ogni gesto tecnico, dalla conduzione palla, al control-
cosa migliore fosse iniziare dal particolare, dai singoli elementi che costitui-
lo, al passaggio e così via, andrebbe appreso tenendo sempre in conto la pos-
scono l'insieme della gestualità tecnica: il controllo, la conduzione ecc., cre-
sibilità che l'avversario possa impedirmi di farlo con tranquillità.
dendo che, una volta appresi, questi bambini potessero assemblare il tutto
Prendiamo ad esempio uno dei 7 gesti tecnici: la conduzione della palla.
ed iniziare ad “utilizzarli” per poi, al termine del processo didattico, giocare
Come sa chiunque giochi, o abbia giocato, a calcio, c'è una differenza abis-
una partita di calcio. In definitiva questi piccoli cinesi avevano, per quattro
sale tra guidare la palla da soli e farlo con un avversario che ti rincorre e
mesi, “appreso” la tecnica in funzione di qualcosa di cui ancora non aveva-
tenta di rubartela.
no coscienza: la finalità del gioco, la contrapposizione ad un avversario, ogni
cosa che un qualsiasi bambino italiano apprende sul calcio appena impara
IMPARARE A GIOCARE A CALCIO O AFFINARE LA TECNICA?
a parlare; tutte queste cose erano sconosciute a questi bambini che pure,
Solitamente il dilemma che ogni istruttore di calcio si trova ad affrontare è
nella loro inconsapevolezza, avevano imparato a colpire la palla in modo
il seguente: meglio il metodo analitico o il situazionale? È più utile, dal
preciso. Per loro “l’universo calcio” si limitava, fino a quel momento, a
punto di vista didattico, “scorporare” il gesto tecnico dal contesto di gioco
portare in giro una palla con i piedi e a passarla ad un compagno posto a
oppure lasciare che il bambino, in situazione, trovi il suo personale modo di
10 metri di fronte. Questo episodio, quasi paradossale, mi ha dato lo spun-
“risoluzione” di un problema tecnico? Alle nostre latitudini il problema è
to per riconsiderare molte delle mie convinzioni legate alla didattica del cal-
stato risolto secondo la logica del “mixare” i due metodi in modo tale che
cio e che, in questa sede, vorrei condividere con chi avrà voglia di leggere.
i nostri piccoli calciatori possano confrontarsi con l'una e l'altra via di
apprendimento.
IL CALCIO: IL GIOCO SITUAZIONALE PIÙ SITUAZIONALE DI TUTTI
Di norma, rispettando la tendenza che consiglia una progressione “dal sempli-
Tra gli sport cosiddetti “di situazione” il calcio è senza dubbio quello in cui l'a-
ce al complesso” si comincia ad insegnare ad eseguire un gesto tecnico senza
spetto situazionale è maggiormente predominante. Sport di squadra “cugini”
“disturbi” esterni (facile) per poi giungere, al termine della progressione, in
quali, ad esempio, il rugby o la pallamano, pur avendo anch'essi carattere
presenza di un avversario (difficile). In realtà, a mio avviso, questa progres-
situazionale, hanno una caratteristica che li rende completamente diversi: la
sione didattica è, nella sua prima parte, “orfana” di tutti quegli elementi
Confrontiamo i due metodi
METODO ANALITICO
METODO SITUAZIONALE
CARATTERISTICHE ED ELEMENTI COINVOLTI
• Azione isolata dal reale contesto di gioco
• Giocatore, palla
• Azione inserita nel reale contesto di gioco
• Giocatore, palla, compagni, avversari
VANTAGGI
• Permette di focalizzare obiettivi precisi
• Elevato numero di ripetizioni
• Coinvolge componenti tecniche, fisiche, psicologiche
• Il miglioramento si riflette più rapidamente sulla prestazione
SVANTAGGI
• Incide unicamente su un aspetto tecnico, fisico o tattico
• Difficile valutare i miglioramenti in gara
• Minore possibilità di focalizzare l'obiettivo
LIVELLO DI MOTIVAZIONE
• Basso
• Elevato
MECCANISMI DI ATTIVAZIONE TECNICA
• M. Percettivo: minimo
• M. Decisionale: nullo
• M. Esecutivo: massimo
• Percettivo: massimo
• Decisionale: massimo
• Esecutivo: imprevedibile
17
CALCIO GIOVANILE
che solo durante la reale situazione di gioco propongono al ragazzo quegli
I MECCANISMI DI ATTIVAZIONE TECNICA
stimoli percettivi che gli permettono di creare, prima mentalmente e poi
Essendo il calcio uno sport di situazione dove l'azione è dinamica e continua-
praticamente, la propria personale modalità di esecuzione di questo e altri
mente variabile, riveste grande importanza la capacità del giocatore di saper
gesti tecnici. Perché, allora, non proporre da subito una didattica che avvi-
“leggere” velocemente ciò che succede (o sta per succedere) durante il gioco,
cini maggiormente il bambino alle reali difficoltà che andrà ad incontrare
prendere la decisione più corretta per agire e, conseguentemente, eseguire in
nel gioco? E ancora, è utile lavorare su gesti tecnici distinti ed isolati tra loro
modo corretto. Come si vede, si tratta di 3 momenti che, pur essendo quasi
quando sappiamo quanto in realtà siano interdipendenti l'uno con l'altro
simultanei, “attivano” per l'appunto diversi meccanismi:
nel contesto della partita? In sede di programmazione di una stagione si
• PERCETTIVO: il giocatore riceve le informazioni sulla sua posizione in campo
scelgono gli obiettivi tecnici da allenare come si stilerebbe una lista di impe-
rispetto agli altri elementi del gioco (compagni, avversari, palla, velocità di
gni in agenda; questa settimana: il controllo della palla, la prossima: condu-
tutti questi elementi e degli spazi liberi);
zione palla, l'altra ancora: il passaggio, e così via. L'inevitabile influenza che
ogni gesto ha su quello successivo (quando non sia quasi contestuale) rende
necessaria, a mio parere, una combinazione costante di tutti gli elementi
(tecnici, coordinativi e situazionali) che danno luogo a ciò che, concreta-
18
• DECISIONALE: il giocatore prende una decisione in relazione a come ha valutato gli elementi di cui sopra;
• ESECUTIVO: ora il giocatore deve essere in grado di eseguire l'azione prescelta nella maniera più efficace e corretta.
mente, definiamo come “capacità di giocare a calcio”. Pensiamo agli ele-
Nel settore giovanile, insieme alla tecnica di base che garantisce la corretta ese-
menti “base” di una partita di calcio: la palla, i compagni, gli avversari, le
cuzione, è fondamentale lavorare sui primi due meccanismi che abbiamo ana-
linee di demarcazione dello spazio di gioco, la direzione del gioco rispetto
lizzato. Quanto più i nostri ragazzi saranno in grado di percepire rapidamente
alla porta da difendere e la porta da attaccare: sono elementi che, da soli o
ciò che sta succedendo in campo o, ancora meglio, “anticiparlo”, tanto più
combinati insieme, influenzano necessariamente il calciatore nella scelta
saranno in grado di diventare calciatori in possesso di quella che, comunemen-
della propria azione e dell'esecuzione dell'azione stessa. Un calciatore che
te, viene chiamata “visione di gioco”. Se ci pensiamo è ciò che fa la differenza
voglia stoppare la palla attiverà meccanismi mentali, coordinativi e tecnici
tra “chi gioca a pallone” e chi “è calciatore”. È, infatti, solo attraverso questi
tenendo conto della propria posizione in campo, della posizione degli avver-
meccanismi che si determina la differenza tra le diverse scelte che i calciatori
sari e quella dei compagni: ben diverso è, ad esempio, controllare la palla
effettuano in situazione di gioco. Questi “meccanismi di attivazione” (percetti-
nella propria area o in quella avversaria.
vo, decisionale ed esecutivo) sono il nocciolo della questione: è soltanto attra-
verso la reale situazione di gioco che il ragazzo imparerà a conoscere e padro-
te) tanto più si dovrebbe lavorare analiticamente per affinarne e potenziarne le
neggiare le proprie capacità di interpretare il gioco e ad utilizzarle efficacemen-
capacità. Al contrario, bisognerebbe invece far prevalere il gioco (strutturato nel
te ma, soprattutto, in questo modo si troverà di fronte alle mille diverse situa-
modo indicato successivamente) come strumento di “acquisizione di potenzia-
zioni che il gioco propone e che, una volta conosciute, verranno riconosciute al
le”. A tutto ciò va affiancato un costante lavoro di miglioramento delle capacità
successivo riproporsi ampliando così il bagaglio di “potenziali” modalità esecu-
coordinative che sono le vere basi per l'esecuzione corretta, anche stilisticamen-
tive. In pratica, in una prima fase i giovani calciatori hanno bisogno del gioco
te, di tutti i gesti tecnici. Se un bambino calcia 10 volte in porta e la centra solo
come acquisizione di un bagaglio di “situazioni sperimentate e potenziali”. È
una, non sarà calciando 100 volte che migliorerà la sua efficacia. Ciò, invece,
solo a questo punto, a mio parere, che deve intervenire il metodo analitico: il
potrà avvenire attraverso la corretta esecuzione di: a) corsa di avvicinamento alla
ragazzo ha acquisito “consapevolezza” delle diverse possibilità esecutive di un
palla; b) posizione del corpo al momento dell'appoggio del piede portante vici-
gesto e lavora per “affinarle” attraverso esercitazioni di tipo analitico, cercando
no alla palla; c) posizione del corpo al momento del contatto piede-palla; d) il
di migliorare, oltre che l'efficacia, anche lo “stile” di esecuzione. Per questo
punto di contatto del piede calciante con la palla; e) il movimento del corpo sus-
motivo non parlerei di insegnamento della tecnica bensì di affinamento della
seguente il tiro. Come si può intuire soltanto il punto “d” si può definire con-
stessa. Ciò che conta veramente è la tecnica in situazione di gioco, strumento
venzionalmente come “tecnico”, tutto il resto è da considerare legato alle capa-
in mano al calciatore per risolvere al meglio le diverse problematiche che gli si
cità coordinative. È lavorando per migliorare queste capacità che potremo for-
presentano durante la gara. Con questo non voglio certo affermare che la tec-
nire al ragazzo le basi per una corretta impostazione utili ad eseguire corretta-
nica individuale (intesa come rapporto giocatore-palla) vada trascurata, tutt'al-
mente ogni gesto tecnico. Per questo motivo è mia convinzione che la seduta
tro; sostengo però che più il giovane acquisirà consapevolezza delle infinite
di allenamento dei giovani calciatori vada strutturata in modo tale che alle pro-
variabili che il gioco propone (e può farlo solo attraverso il gioco) tanto più potrà
poste situazionali sia dedicato almeno il 50% del tempo a disposizione, il resto
lavorare analiticamente sui diversi gesti poiché sarà cosciente degli effetti che il
è da dedicare alle capacità coordinative generali e speciali e, in misura variabile
miglioramento della propria esecuzione avrà sull'efficacia della propria presta-
a seconda dei concetti precedenti, al lavoro di tecnica analitica. Ecco di seguito
zione. Estremizzando il concetto, è mio parere che più si abbiano a disposizio-
una proposta di struttura della seduta:
ne giovani di qualità (cioè in possesso di un ampio bagaglio di modalità esecu-
1. AVVIO. Questa prima fase è caratterizzata da un ritmo relativamente basso.
tive già sperimentate e potenziali, cioè in grado di sperimentare coscientemen-
I bambini entrano fisicamente e mentalmente nel clima della seduta. È
19
CALCIO GIOVANILE
molto importante che questa fase contenga elementi di divertimento in
• Sono frequentemente sollecitati e stimolati a mantenere alta l'attenzione;
modo da coinvolgere i ragazzi e prepararli al lavoro che andranno a svol-
• Sono spesso coinvolti anche nel gioco a terra e, di conseguenza, miglio-
gere. Inoltre, in questa fase, vanno sempre proposte esercitazioni di tipo
rano tecnicamente.
coordinativo.
2. MINIPARTITE. Una serie di minipartite 5>5 in un campetto ridotto con 2
Queste minipartite vanno interpretate come un vero e proprio strumento di
porte abbastanza grandi per poter tirare spesso (ricordiamo che l’obbiet-
allenamento tecnico in quanto il loro scopo è, prevalentemente, quello di
tivo deve essere sempre quello di fare gol!). Alternare le squadre in
individuare carenze e difetti (ma anche qualità e doti) su cui lavorare poi in
campo velocemente.
fase analitica o situazionale. Per questo motivo l'intervento correttivo dell'i-
3. PARTE ANALITICA / SITUAZIONALE. Ritengo che, all’interno del programma
struttore dev'essere immediato e preciso. L'osservazione, in questa fase, è
settimanale, si possano alternare le due modalità didattiche senza necessa-
di fondamentale importanza: far notare ad un bambino come abbia esegui-
riamente proporle nella stessa seduta. Ciò per due motivi: la partita 5>5
to in modo corretto un gesto tecnico in una determinata situazione gli per-
assolve già in modo importante la funzione didattica “situazionale” essen-
metterà di interiorizzarlo e, dal punto di vista psicologico, di “ancorarlo”
do il bambino continuamente di fronte a “problemi” da risolvere. In secon-
positivamente al suo bagaglio di soluzioni; sarà poi con il lavoro analitico
do luogo è preferibile che il tempo dedicato all’esercitazione sia da spende-
che egli andrà ad affinare sempre di più quel tipo di soluzione ma, a questo
re in modo esclusivo o nell’una o nell’altra modalità. Nella proposta di tipo
punto, avendone la consapevolezza della finalità.
situazionale si ricreano, appunto, “frammenti” di situazioni vicine al contesto di gara senza essere necessariamente una partita. È molto importante,
L'ESERCITAZIONE “IN SITUAZIONE”
in questa fase, che questi giochi siano strutturati in modo che i ragazzi foca-
Oltre alle partite 5>5 che, come detto, svolgono un ruolo importantissimo
lizzino l’attenzione sull’obbiettivo.
dal punto di vista didattico ma che, per definizione, rendono in qualche
4. GIOCO LIBERO. In questa fase i ragazzi sono lasciati liberi di giocare e sperimentare nuove soluzioni in modo creativo.
modo “imprevedibile” la focalizzazione di un aspetto tecnico, è utile
ricreare attraverso le esercitazioni di tipo situazionale dei “frammenti” di
gioco nei quali porre l'attenzione su determinati obiettivi. Lo si può fare
L’IMPORTANZA DEL GIOCO 5>5
utilizzando pochi elementi base ai quali, via via, si vadano ad aggiungere
Le minipartite tra due squadre formate da 5 giocatori (4 + il portiere) in campo
sempre più elementi in modo da rendere una visione più ampia che il
di dimensioni ridotte, costituiscono la base fondamentale per l’apprendimento
ragazzo, una volta in gara, possa riconoscere e risolvere in maniera ade-
da parte dei giovani calciatori, oltre che della tecnica in situazione, dei princi-
guata. A conclusione di questa riflessione vorrei esprimere il mio persona-
pali concetti di gioco collettivo sia che si parli di fase offensiva che difensiva.
le parere relativamente all'argomento più attuale legato al nostro calcio. Si
Facendo riferimento ai 4 giocatori “di movimento” vediamo che questa strut-
lamenta, da parte di tecnici ed addetti ai lavori, un generale scadimento
tura permette diversi vantaggi:
della tecnica da parte dei calciatori anche ai massimi livelli.
• Frequenti situazioni di 1>1;
• Facile lettura degli spazi di gioco e delle posizioni e dei movimenti dei
compagni;
• Dislocazione sul terreno di gioco e trasmissione della palla sfruttando le
dimensioni spaziali laterali (destra/sinistra) e frontali (avanti/indietro);
ri giovanili che, in molti casi, sono accusati di pensare più ai risultati che al
miglioramento tecnico dei giovani calciatori. Tutto ciò mi trova d'accordo
ma, a mio parere, le capacità di cui si sente la mancanza sono quelle rela-
• Alta frequenza individuale di contatti con la palla;
tive alla tecnica applicata. Sono convinto che più i giovani vengono messi
• Facilità da parte dell’istruttore di focalizzare l’attenzione sui singoli giocatori
nelle condizioni di apprendere la gestualità tecnica inserita nel contesto di
in situazione di gioco;
gioco e maggiori saranno le loro capacità tecniche (se per capacità tecni-
• Possibilità di frequenti tiri a rete grazie alla distanza ravvicinata delle porte;
che intendiamo l'abilità di districarsi efficacemente e stilisticamente nelle
• Tutti i giocatori sono sempre coinvolti sia nell’azione offensiva che difensiva.
infinite situazioni che il calcio propone).
Per quanto riguarda i portieri:
20
Da più parti si invoca un maggior lavoro sulla tecnica individuale nei setto-
LABORATORIO DI METODOLOGIA DELL’ALLENAMENTO
CAMBIO DI DIREZIONE E DI SENSO
ANALISI BIOMECCANICA
di Gabriele Mascherini**, Elena Castellini*, Matteo Levi Micheli*, Mario Marella*
Prima parte
N
Il modello utilizzato prevedeva
15 markers così posizionati:
• 2 sulle spalle;
• Colonna vertebrale: C7 – T6 – L5;
• Arto inferiore;
• Trocantere;
• Ginocchio (condilo laterale);
• Malleolo laterale;
• Tallone;
• Alluce.
ella preparazione fisica dei giochi sportivi, è importante lo sviluppo
della prestazione, che a sua volta non è solo il frutto delle potenzia-
lità energetiche dell’organismo, ma il risultato di un allenamento che intende la preparazione fisica, tecnico/tattica, intellettuale, psichica e morale
dell’atleta, attraverso esercizi fisici (Matwejew, 1972).
All’interno delle sedute di allenamento, vengono spesso inseriti esercizi
specifici, cioè esercizi che presentano componenti parziali della capacità di
prestazione sportiva ed hanno una correlazione con il gesto tecnico tipo
dello sport praticato. Un esempio di esercizio specifico è uno sprint che prevede cambi di direzione e di senso.
Nella programmazione di tali sedute di allenamento, può accadere che al
momento di decidere la durata e la distanza da percorrere nell’esercitazione venga tralasciato l’impegno muscolare insito nel cambio di direzione e/o
Schema del modello utilizzato
di senso. Negli sprint con cambi di direzione si controlla la velocità d’accelerazione assieme ad una componente frenante (negativo dinamico, eccen-
ANALISI DEI RISULTATI
trico) (Neumaier, 1978; Stiehler, Konzag, Dobler, 1988). Allo stesso tempo
Sono stati confrontati tra di loro il cambio di direzione con il cambio di
nell’iter di recupero di un atleta infortunato ci interessa sapere la differen-
senso. Gli undici calciatori professionisti hanno effettuato:
za esistente tra questi due gesti in chiave di ri-atletizzazione.
• Un cambio di direzione di 90° a destra;
• Un cambio di direzione di 90° a sinistra;
MEZZI E METODI
• Un cambio di senso a destra;
Per cercare di rispondere a queste domande è stata fatta un’analisi bio-
• Un cambio di senso a sinistra.
meccanica del movimento su undici calciatori professionisti che partecipavano al raduno estivo dell’A.I.C. a Coverciano: tali giocatori non avevano mai subito un infortunio articolare.
Nello specifico al calciatore veniva chiesto di effettuare uno sprint seguito da un cambio di direzione o da un cambio di senso. I gesti venivano
effettuati da entrambi i lati.
L’analisi del movimento è stata effettuata utilizzando un sistema “SMART Motion Capture System” nel Laboratorio di Metodologia dell’Allenamento
e Biomeccanica Applicata del Settore Tecnico di Coverciano. Il sistema è
Fig. 1 – Cambio di direzione
Fig. 2 – Cambio di senso
composto da 6 telecamere a infrarosso con una frequenza di acquisizione
di 120 Hz.
*Laboratorio di Metodologia dell’Allenamento e Biomeccanica
Applicata al calcio FIGC
**Collaboratore Laboratorio, Preparatore Atletico FIGC
In collaborazione con A.I.C., raduno estivo 2007 per calciatori professionisti a Coverciano
21
LABORATORIO DI METODOLOGIA DELL’ALLENAMENTO
In prima analisi è stata effettuata una suddivisione dei gesti in cinque fasi
questo metro di misura abbiamo analizzato il cambio di direzione e di
separate ma consecutive tra di loro:
senso, gli ultimi due passi che precedono il cambio e i due passi suc-
1) penultimo passo;
cessivi nella fase di accelerazione. La tabella 1 spiega le differenze:
2) ultimo passo;
Se analizziamo i tempi degli ultimi due passi possiamo dire che:
3) fase di cambio;
1. I tempi di frenata nel cambio di direzione sono di 257 [msec.];
4) primo passo;
2. I tempi di frenata nel cambio di senso sono di 298 [msec.].
5) fase di volo.
Sembra quindi che nel cambio di senso si impieghi più tempo (+ 14%)
Per penultimo passo viene inteso quello che avviene due passi prima della
semplicemente per rallentare la precedente fase di corsa, probabil-
fase di cambio; è il momento in cui inizia la frenata per affrontare il cam-
mente perché il cambio di senso ha bisogno di una maggiore diminu-
bio di direzione o il cambio di senso.
zione di velocità.
L’ultimo passo è quello che avviene subito dopo, quindi viene affrontato
Il tempo nella fase di cambio nel cambio di senso è superiore del 93%
con l’arto opposto al precedente; in questo momento la fase di frenata
rispetto al cambio di direzione: ad indicare una fase di decelerazione
si accentua come indicano i tempi superiori alla fase precedente.
maggiore nel cambio di senso, a differenza del cambio di direzione, è la
La fase di cambio si affronta con l’arto opposto alla fase dell’ultimo
presenza di un momento in cui la velocità del soggetto è zero.
passo; è il momento più importante dell’esercitazione, in questa fase
Se analizziamo però il tempo di volo, l’efficacia della spinta, che si tradu-
dapprima si continua a diminuire la velocità, poi si effettua una torsione
ce nella lunghezza del primo passo, possiamo dire che la spinta è più effi-
per indirizzare il corpo verso la nuova linea di corsa ed infine inizia la fase
cace nel cambio di direzione.
di propulsione con la spinta del piede che è a terra.
Complessivamente abbiamo:
Il primo passo viene effettuato con lo stesso arto dell’ultimo passo, così
• tempi totali nel cambio di direzione 769 msec. (senza fase di volo
dopo avere frenato per affrontare il cambio, questo arto ha la funzione
694 msec.);
del perno su cui ruota il corpo, poi in seguito lo stesso arto effettua una
• tempi totali nel cambio di senso 984 msec. (senza fase di volo 959 msec.).
importante spinta per la ripresa della corsa vera e propria, come dimostra
Sia gli appoggi in frenata (il penultimo e l’ultimo passo), il cambio ed il
la presenza successiva di una fase di volo.
primo appoggio in spinta sono più lunghi nel cambio di senso; la prima
Sono stati considerati i tempi di appoggio al terreno e gli angoli del
fase di volo della corsa dopo l’inversione è più lunga nel cambio di dire-
busto, anca, ginocchia, caviglie.
zione indicando che il ritmo della corsa è stato ripreso più velocemente.
Calcolata la media del gruppo tra destra e sinistra sono stati paragonati
i due gesti tra di loro.
VALORI ANGOLARI
Infine è stata presa la migliore prestazione e paragonata con la media del
Gli angoli sono sempre più chiusi nel cambio di senso, ad eccezione per
gruppo per individuare la strategia migliore.
la caviglia, che raggiunge valori sovrapponibili tra le due prove; l’unica
differenza rilevata è nel cambio di direzione dove viene raggiunto il valo-
TEMPI DI APPOGGIO AL TERRENO
re minimo (81°) più velocemente, forse per un’impostazione del gesto:
Nella valutazione del tempo di contatto abbiamo preso l’alluce come
nel cambio di senso il piede è perpendicolare al cambio e si effettua un
punto di riferimento, da quando arriva a quando si stacca dal suolo. Con
lavoro più di tallone; nel cambio di direzione invece è la punta del piede
DURATA DELLE VARIE FASI
Penultimo passo decelerazione (1)
Ultimo passo decelerazione (2)
Cambio (3)
Primo passo spinta (4)
Fase di volo (5)
Tabella 1
22
CAMBIO DI DIREZIONE [MSEC.]
CAMBIO DI SENSO [MSEC.]
116
141
230
207
75
124
174
445
216
25
ad indicare la direzione della corsa (lavoro più di punta).
Grafico 3
L’andamento dell’angolo
dell’anca è piuttosto complesso, ma è evidente come
nella fase 3 (del cambio) il
cambio di senso registri
valori nettamente più bassi.
Gli angoli esaminati, nella fase di cambio, si chiudono dopo 84 msec.
dall’appoggio dell’alluce nel cambio di direzione, mentre nel cambio di
senso avviene mediamente con 90 msec. di ritardo rispetto al cambio di
direzione (quindi con 174 msec. dall’appoggio dell’alluce a terra).
I valori minimi delle articolazioni considerate nello studio sono quelli riportati nella tabella 2 e sono stati riscontrati proprio nella fase del cambio:
ANGOLI MINIMI
Busto
Anche
Ginocchia
Caviglie
CAMBIO DI DIREZIONE
CAMBIO DI SENSO
82°
97°
122°
81°
75°
88°
115°
81°
Grafico 4
Come già detto in precedenza, per la caviglia i valori minimi sono simili tra le
due prove, l’unica differenza è che nel cambio di senso
questo valore minimo viene
raggiunto leggermente in
ritardo rispetto al cambio di
direzione.
Tabella 2
I seguenti grafici invece mettono a confronto l’andamento e la durata delle
cinque fasi dei valori angolari delle quattro articolazioni considerate nei due
gesti atletici studiati:
Grafico 1
L’angolo del busto ha un
andamento simile tra le due
prove, si notano differenze
sia nei valori minimi, che
sono più importanti nel
cambio di senso, sia nella
durata delle fasi che soprattutto per la (3) è più lunga
del 93% (come visto in precedenza).
STRATEGIE EFFICACI
Sono state riscontrate strategie più efficaci di altre per l’esecuzione di questi gesti, di seguito sono riportate le sequenze di intervento dei vari distretti corporei nel cambio di direzione:
1. Chiusura angolo del busto: la prestazione migliore ha un valore di 75°
contro una media di 82°, riuscendo ad anticipare il movimento di chiusura
di 90 msec., addirittura nella fase precedente a quella di cambio, cioè in
quella dell’ultimo appoggio. La media del gruppo è 56 msec. dopo l’appoggio nella fase di cambio;
2. Chiusura angolo delle anche: il migliore registra 105° contro una media
di 97°, anticipando il movimento di 72 msec. La media del gruppo è 40
Grafico 2
Anche per quello che
riguarda l’angolo alle
ginocchia possiamo dire che
l’andamento è simile ed i
valori sono inferiori nel
cambio di senso.
msec. dopo l’appoggio nella fase di cambio;
3. Chiusura angolo al ginocchio: il valore migliore è addirittura 148° contro una media di 122°, avendo una minima differenza temporale di 32
msec. in anticipo. La media del gruppo è 80 msec. dopo l’appoggio nella
fase di cambio;
4. Chiusura angolo caviglia: il migliore ha 79° contro una media di 81°, con
un anticipo di 25 msec. rispetto alla media del campione. La media del
gruppo è 104 msec. dopo l’appoggio nella fase di cambio.
Gran parte del campione esaminato, chiude l’angolo al busto dopo quello
23
LABORATORIO DI METODOLOGIA DELL’ALLENAMENTO
delle anche; i risultati migliori però sono stati ottenuti da coloro che hanno
Come già detto nel cambio di senso, la media dei valori minimi registrati
seguito la sequenza opposta.
sono molto ravvicinati tra di loro, comunque la strategia migliore sembra
Quindi, la strategia di inclinare il busto in anticipo sembra essere convenien-
essere uguale alla precedente: busto-anche-ginocchia-caviglie. Anche per i
te come fase preparatoria al gesto (addirittura se inserita nella fase prece-
cambi di senso, come per i cambi di direzione, è emerso che riuscire a man-
dente a quella del cambio, cioè nell’ultimo passo in frenata). Per quanto
tenere angoli più aperti, quindi una posizione del corpo più alta, porta pre-
riguarda l’angolo al ginocchio sembra che riuscire a piegare il meno possi-
stazioni migliori.
bile sia più efficace che raggiungere l’angolo propriocettivo che mediamente è fissato intorno ai 120°; questo porterebbe ad un aumento della velo-
CONCLUSIONI
cità del gesto, diminuendo i tempi di appoggio del piede a terra. Ciò potreb-
Come si può intuire, all’interno del cambio di direzione e del cambio di
be farci ipotizzare che il compito dell’ultimo appoggio prima del cambio di
senso sono presenti notevoli sollecitazioni allenanti; queste devono essere
direzione ha la funzione di un’asta capace di trasformare la velocità direzio-
attentamente dosate all’interno della seduta di allenamento per non cade-
nale della corsa avanti verso destra o sinistra. Se questo compito rispetta i
re in errori metodologici.
canoni dell’asta poco flessibile avremo un aumento della velocità del gesto,
Da questo studio è emerso che tra questi due gesti molto simili tra di loro
ed una diminuzione dei tempi di appoggio del piede a terra. Chi effettua un
sono presenti delle differenze:
cambio di direzione mantenendo questi parametri risulta più veloce e riesce
a) Per quanto riguarda i tempi di contatto a terra, l’impegno risulta sempre
ad avere una seguente fase di spinta in modo più lineare (circa 0,9 metri il
maggiore nel cambio di senso, in quanto necessita di una frenata più
primo passo) e quindi meno dispersiva. Alcuni riescono a fare il primo passo
importante; ad eccezione della prima fase di volo della corsa dopo il
dopo il cambio più lungo di 0,9 metri, ma solo dopo aver avuto una fase di
cambio che è maggiore nel cambio di direzione, indicando che la corsa
appoggio nel cambio più prolungata che comporta perdita di tempo.
è stata ripresa con più facilità;
b) A livello di valori angolari, sono stati registrati valori sempre minori per il
STRATEGIE EFFICACI PER CAMBIO DI SENSO
cambio di senso, indicando un maggiore stress articolare per questa
Se in precedenza la strategia che otteneva migliori risultati era: busto-
esercitazione rispetto ai cambi di direzione.
anche-ginocchia-caviglie, nel cambio di senso la chiusura degli angoli
Quindi, visti gli impegni delle varie articolazioni, possiamo affermare che l’i-
avviene molto ravvicinata tra di loro, quasi contemporaneamente; le uni-
ter metodologico da seguire, sia nel training sia in fase di ri-atletizzazione,
che a differenziarsi sono le caviglie che si chiudono per ultime.
prevede prima l’inserimento dei cambi di direzione e in seguito dei cambi
1. Chiusura del busto: il migliore ha registrato 79° contro una media di
di senso. Interessante notare come l’articolazione della caviglia non presen-
75°, con anticipo di 112 msec. La media del gruppo è 168 msec. dopo
ti grandi differenze tra le due esercitazioni: in ambito di ri-atletizzazione
l’appoggio nella fase di cambio;
post-infortunio, in questo distretto le due esercitazioni si differenziano
2. Chiusura angolo delle anche: la prestazione migliore ha ottenuto 109°
contro una media di 88° con anticipo di 90 msec. rispetto al gruppo. La
solamente per la velocità con cui raggiungono il valore angolare minimo,
che è maggiore nel cambio di direzione.
media del gruppo è 168 msec. dopo l’appoggio nella fase di cambio;
3. Chiusura angolo ginocchia: il migliore è 121° contro una media di 115°,
È emerso inoltre che la strategia migliore per effettuare più velocemente
con anticipo di 70 msec. La media del gruppo è 168 msec. dopo l’ap-
possibile entrambi i gesti è la stessa, cioè la chiusura degli angoli deve avve-
poggio nella fase di cambio;
nire secondo la sequenza busto-anche-ginocchia-caviglie, cercando di
4. Chiusura angolo caviglia: media di 81° con valori attorno alla media,
mantenere una postura più eretta possibile.
senza differenze nel tempo di chiusura. La media del gruppo è 192
msec. dopo l’appoggio nella fase di cambio.
24
Bibliografia:
I valori minimi degli angoli sono molto ravvicinati temporalmente tra di
Neumaier, A.: Sportmotorische Tests zur Leistungserfassung im Futball,
loro, gli angoli sono mediamente più chiusi nel cambio di senso, soprattut-
1978;
to per quanto riguarda il ginocchio.
Stiehler G., Konzag I., Dobler H.: Sportspiele. Sportverlag, Berlin, 1988.
CORSO ALLENATORI
UDINE, VISITE GUIDATE AI SETTORI GIOVANILI
di Attilio Sorbi*
D
al 26 gennaio al 28 febbraio 2009 si è svolto a Udine il corso per
Allenatori di Base UEFA B, nel quale ho ricoperto la carica di
docente di Tecnica e Tattica calcistica.
Nel periodo del corso sono stati programmati quattro giorni dedicati alle
visite dei vari Settori giovanili o prime squadre di categorie dilettantistiche, al termine dei quali gli allievi corsisti erano tenuti a relazionare sul
lavoro svolto.
Soddisfatto dalle buone proposte di lavoro viste, ho selezionato le relazioni dei corsisti che reputo essere stati attenti e minuziosi nell’osservazione degli allenamenti eseguiti dalle diverse squadre; relazioni che, a
partire da questo numero, verranno pubblicate sul Notiziario.
Allievi Nazionali dell’Itala San Marco
CORSO ALLENATORI di BASE – UEFA B
Dal 26/01/09 al 28/02/09
UDINE
RELAZIONI ALLENAMENTO
RELAZIONE ALLENAMENTO
VISITE GUIDATE
Data: 17 Febbraio 2009
SETTORE GIOVANILE
Società: ITALA SAN MARCO
Allievi Nazionali – ITALA SAN MARCO
Luogo: Gradisca d’Isonzo
Giovanissimi Nazionali – UDINESE
Indirizzo: Via dei Campi, 6
Esordienti – PASIANESE PASSONS
Visita: Settore giovanile
Allenatore: Bruno RAICOVI
Corsista: Pierpaolo BOZZER
Categoria: Allievi Nazionali
Docente: Attilio SORBI
Giocatori presenti: 16
Orario allenamento: 17:30 – 19:00
Condizioni climatiche: Sereno
Temperatura: 3°C
Posizione in classifica: ultimo posto
*Docente Settore Tecnico FIGC
25
CORSO ALLENATORI
Incontro iniziale con l’allenatore
b) Possesso palla nella propria metà campo. Scaricare indietro ad un
Presentazioni e breve illustrazione da parte del mister Raicovi sugli obiet-
compagno il quale lancerà in profondità ad un compagno che si sarà
tivi specifici dell’allenamento pensati e studiati in funzione delle difficoltà
inserito nello spazio.
della squadra di andare alla conclusione.
Durata: 6’.
Obiettivi: possesso palla, marcamento, attacco dello spazio.
Tocchi liberi.
Obiettivi: possesso palla e attacco dello spazio.
Corsa senza palla
Passaggio
Riscaldamento
1) Conduzione della palla in uno spazio libero con passaggio della stessa ad un compagno qualsiasi. Nel tragitto per riprendere la propria
palla si esegue un’andatura ogni volta diversa. (5’)
2) Stretching auto assistito. (2’)
3) (Psicocinestesi) A gruppi di n°4 giocatori, ognuno dei quali è un numero da 1 a 4, si scambiano la palla contemporaneamente e con un ordi-
Esaurito il tempo di lavoro si invertono i campi.
ne preciso; nel tragitto per riprendere la propria palla si esegue un’andatura ogni volta diversa. (5’)
2) Schemi per andare al tiro velocemente
4) Stretching auto assistito. (2’)
Obiettivi: attacco dello spazio e tempi di gioco.
Fase centrale
Partita finale
1) N°2 gruppi da n°8 giocatori in un 4vs4 in due situazioni di
gioco diverse:
a) In un campo 15mx15m si esegue un 4vs4. Goal valido quando due
giocatori della stessa squadra riescono a concludere un passaggio
all’interno di due cinesini posti all’interno del campo di gioco.
Durata: 7’.
Tocchi liberi.
Obiettivi: smarcamento e possesso palla.
Variante con gli stessi obiettivi
Partitina finale su metà campo con un portiere e n°2 porticine ai lati.
Tocchi liberi.
Durata: 15’.
26
RELAZIONE ALLENAMENTO
Colpo di testa, girare attorno al compagno, interno piede, restituzione della
Data: 18 Febbraio 2009
palla rasoterra, passaggio dalla parte opposta.
Società: UDINESE
Fintare e dettare il passaggio, ricevere e condurre palla dalla parte opposta.
Luogo: Zugliano di Pozzuolo
Questi esercizi si eseguono aumentando sempre più la frequenza di
Indirizzo: Via Domenico Failutti
esecuzione.
Visita: Settore giovanile
4) Stretching auto assistito. (2’)
Allenatore: Luca MATIUSSI
Lavoro atletico (campo 1)
Preparatore portieri: Michelangelo MASON
Obiettivo: contrazione muscolare isotonica concentrico-eccentrico.
Categoria: Giovanissimi Nazionali
A secco
Giocatori presenti: 18
2x20m: skip ed allungo;
Orario allenamento: 15:30 – 17:15
2x20m: andatura e allungo;
Condizioni climatiche: Sereno
2x : allungo 10m, frenata in 1m, allungo 10m;
Temperatura: 8°C
2x: corsa indietro, frenata in 1m, allungo avanti verso punto di partenza 10m;
2x : allungo 10m, skip alto 1m, allungo 10m;
Incontro iniziale con l’allenatore
2x 2: balzi avanti, allungo 10m, bloccarsi su una gamba in 1m, allungo 10m.
Presentazioni ed illustrazione della filosofia e degli obiettivi degli allenamen-
Con palla
ti; quest’ultimi vengono decisi in sinergia fra allenatori.
2x : allungo 10m, passarsi la palla con interno piede su 1m, allungo 10m;
Matiussi: preparazione degli allenamenti solo in funzione di quello che si
2x: allungo 10m, piede sopra alla palla su 1m, allungo 10m.
vuole insegnare ai ragazzi e non della squadra che si andrà ad incontrare.
Essendo quest’ultimi agli inizi della loro carriera, necessitano di imparare
Tecnica individuale (campo 2)
situazioni di tattica individuale e tattica collettiva.
Obiettivo: sviluppare situazioni di gioco 1vs1 insegnando come bisogna
Illustrazione degli obiettivi specifici da allenare nella seduta stessa, in parti-
posizionarsi con il corpo.
colare per sviluppare un lavoro di contrazione muscolare isotonica di tipo
Durata: 10’.
concentrico-eccentrico.
Mason: i portieri si allenano in funzione dell’allenamento deciso dal mister
per quella seduta e per riproporre le situazioni della partita.
Corsa senza palla
Passaggio
Conduzione della palla
Obiettivo: sviluppare situazioni di gioco 2vs2 insegnando come bisogna
Riscaldamento (campo 1)
muoversi in sinergia.
1) Corsa lenta (5’) ed andature varie sul lato corto del campo. La coordina-
Durata: 10’.
zione è richiesta sia al singolo giocatore sia a livello di collettivo.
2) Stretching auto assistito. (2’)
3) Tecnica di base a terne di giocatori.
Interno piede dx e sx.
Drop di collo verso l’alto.
Controllo orientato di petto, controllo con il piede (1 tocco), passaggio
dalla parte opposta.
27
CORSO ALLENATORI
Tattica collettiva (campo 2)
nati prevalentemente con il pallone.
Obiettivi: situazione di gioco per sviluppare un’azione di attacco e corregge-
Gli automatismi per imparare a giocare a pallone sono individuali e si
re eventuali errori dei difendenti.
possono insegnare a qualunque età.
Riscaldamento
- Palleggio collo piede, rimbalzo della palla a terra e passetto;
- Palleggio interno piede, rimbalzo della palla a terra e passetto;
- Conduzione della palla occupando tutto lo spazio;
- Conduzione della palla con delle finte;
Variante con gli stessi obiettivi
- Conduzione della palla, arresto e giro con il piede più lontano dall’avversario, arresto e giro;
- Conduzione della palla, chiamo un colore e vado a caccia del pallone
aggredendo l’avversario;
- Conduzione della palla con passetto, 2 tocchi sx e 2 tocchi dx;
- Interno piede e seguo, 2 tocchi sx e 2 tocchi dx;
- Interno dx ed esterno sx;
Partita finale (campo 1)
- Finta e porto via con l’altro piede;
Partitina finale: una squadra gioca a 2 tocchi, l’altra a tocchi liberi.
- Doppio passo;
Chi prende goal esegue 10 piegamenti per incentivare e motivare i ragazzi.
- Conduzione, stop con pianta del piede e porto via con l’altro piede,
Durata: 15’.
rimbalzo (scopo di cercare spazio all’indietro);
- Finto di calciare di dx, corpo sopra e fermo il pallone con esterno dx,
porto via con interno sx, frenata;
RELAZIONE ALLENAMENTO
Data: 20 Febbraio 2009
- Finto di calciare di dx, porto indietro il pallone con la punta del piede
dx, porto via con interno sx, frustata;
Società: PASIANESE PASSONS
- Cambio marcia buttando avanti la palla, frenata;
Luogo: Pasian di Prato
- Arresto con piede esterno, giro e cambio piede;
Indirizzo: Via Passons
- Finto calcio, sotto dietro, cambio piede, sotto dietro;
Visita: Settore giovanile
- Finta, frustata, cambio piede.
Responsabile: Silvano PROVISANO
Allenatore: Paolo GORI
Tiri in porta
Collaboratore: Giovanni MONTI
- Portare palla con le mani fino al birillo e calciare al volo lasciando cadere la palla;
Categoria: Esordienti
- Dribbling sul portiere;
Giocatori presenti: 12
- Palla alta calciata da un giocatore, stop e tiro in porta di un suo compagno.
Orario allenamento: 16:30 – 18:30
Condizioni climatiche: Sereno
Calcio di rigore
Temperatura: 6°C
Osservazioni personali del Sig. Provisano su come battere un calcio di rigore:
portiere sempre fermo; attaccante fare il passetto prima di calciare.
Incontro iniziale con l’allenatore
28
Presentazioni ed illustrazione della filosofia della Società.
Esercizi collettivi
Provesano: questa società non fa selezione e tutti i ragazzi vengono alle-
- In cerchio: gli esterni con il pallone, gli interni vanno a colpire di interno piede;
- In cerchi: 3vs3 per ottenere lo smarcamento prima di andare a fare
l’uno-due con un compagno;
- In un quadrato: la palla si muove dritto-diagonale-dritto-diagonale, il
giocatore solo dritto;
camento e dello stretching in forma dinamica degli arti superiori ed
inferiori (figura 1). I giocatori si trasmettevano la palla come da figura: il giocatore 1 dà la palla al giocatore 2, il giocatore 2 dà la palla
al giocatore 3, il giocatore 3 dà la palla al giocatore 4, e il giocatore
- Conduzione della palle su distanze diverse: 10m, 20m, 30m.
4 dà la palla al giocatore 1.
Partita finale
I giocatori dovevano effettuare tre azioni:
4 porticine poste sui quattro angoli del campo di dimensioni 15mx20m.
1. trasmettere il pallone al compagno corrispondente;
Due esterni hanno il compito di fare da sponda con i propri compagni.
2. ricevere il pallone trasmesso dal compagno corrispondente;
Nessun giocatore può entrare nella zona franca degli esterni.
3. recuperare il pallone calciato in corsa leggera svolgendo dello
stretching dinamico.
RELAZIONE: UNA GIORNATA TIPO DI ALLENAMENTO DEGLI ALLIEVI
NAZIONALI DELL’ITALA SAN MARCO
CORSISTA: Luca Sonego
Il 17 febbraio siamo andati a Gradisca d’Isonzo a fare visita alla squadra Allievi Nazionali dell’Itala San Marco, società professionistica,
militante nel campionato di Seconda Divisione. La squadra, allenata
da Bruno Raicovi, sta pagando lo scotto di ritrovarsi per la prima
volta ad affrontare un campionato nazionale Allievi, visto che i giocatori provengono quasi tutti da realtà dilettantistiche (si ricorda che
il gruppo è composto da 9 giocatori nati nel 1993, e 11 giocatori
nati nel 1992).
L’esercizio veniva svolto in due step di 3 minuti intervallato da 3
minuti dove i giocatori svolgevano dello stretching statico dei prin-
Il credo tattico di Raicovi si basa sulla mobilità dei propri giocatori,
cipali gruppi muscolari coinvolti (quadricipite, ileo-psoas, ischio cru-
sulla ricerca dello smarcamento e della profondità, e sull’attacco
rali, adduttori, tricipite surale).
dello spazio.
Nella parte centrale dell’allenamento si sono giocate, contemporaTutte le esercitazioni proposte nella seduta odierna sono finalizzate
neamente, due partite a tema che ponevano come obiettivo lo
a questi obiettivi, e al modulo di gioco utilizzato dalla squadra nella
smarcamento, la ricerca della profondità e l’attacco allo spazio.
fase di possesso palla, 4-3-1-2, con un centrocampo a rombo.
Erano presenti 17 giocatori, tra i quali solamente un portiere, il quale ha
Il campo era diviso come da disegno (figura 2): sul campo di sinistra
lavorato, per gran parte della seduta, con il preparatore dei portieri.
veniva giocata una partita 4vs4 con porticine di 1,5m di larghezza.
All’entrata in campo i giocatori disposti a coppie o a terne, alla
La segnatura della rete era valida solo quando, ad esempio, il gio-
distanza di 20 metri l’uno dall’altro, si scambiano il pallone con un
catore 2 effettuava un stop del pallone trasmessogli dal giocatore 1
passaggio lungo a mezz’altezza.
della propria squadra dentro la porticina.
L’allenamento è cominciato con una fase di riscaldamento a gruppi
Sul campo di destra veniva giocata una partita 4vs4, con lo scopo
di 4 giocatori, che comprendeva la trasmissione della palla, lo smar-
di fare meta dentro la zona di difesa della squadra avversaria. Il
29
CORSO ALLENATORI
punto veniva assegnato solo se la squadra effettuava la meta attraverso una sequenza di tre passaggi (palla avanti-palla indietro-ricerca della profondità con inserimento di un terzo giocatore).
Ogni 5 minuti si fermava il gioco e una squadra alla volta cambiava
campo, in modo che tutte e quattro le squadre potessero incontrarsi sulle due superfici di gioco. Sono stati realizzati 4 step da 5 minuti per un totale di 20 minuti di partita.
L’allenamento si è concluso con una partita 8vs7 su un campo di dimensioni 50mx60m. La squadra in superiorità numerica doveva segnare la rete in
una delle due porte poste lateralmente, mentre la squadra in inferiorità
numerica doveva segnare la rete nella porta difesa dal portiere.
A seguire, è stata svolta una breve fase di defaticamento, comprendente
degli esercizi di scarico della colonna vertebrale, e commento dell’allenatore ai propri giocatori su eventuali errori commessi durante le esercitazioni.
OSSERVAZIONI: nell’arco di tutta la seduta non è stata eseguita alcuna eserciA seguire, sono state svolte due esercitazioni riguardanti gli sviluppi di
tazione fisico-atletica, a parte il riscaldamento, che oltre ad avere obiettivi tec-
gioco in fase di possesso palla, in base alle esigenze di squadra in fase
nico-tattici, è stato eseguito con lo scopo di innalzare la temperatura corporea.
dinamica: la prima esercitazione prevedeva la ricerca dello smarcamento del centrocampista difensivo, il quale riceveva il pallone dall’esterno di difesa e lo scaricava attraverso un passaggio indietro al difenso-
RELAZIONE: UN ALLENAMENTO TIPO DEI GIOVANISSIMI NAZIONALI
re centrale, con conseguente ricerca della profondità attraverso lancio
DELL’UDINESE
a scavalcare per il movimento di uno dei due attaccanti (figura 3).
RELATORE: Luca Sonego
Data: mercoledì 18 febbraio 2009
Campo sportivo: Zugliano di Pozzuolo (Ud)
Orario: 15.30 – 17.30
Tempo: Sereno
Giocatori presenti: 17
Allenatore: Luca MATTIUSSI
Preparatore atletico: Gabriele PIVA
Preparatore dei portieri: Michelangelo MASON
30
L’alternativa a questo sviluppo è data dalla seconda esercitazione
Obiettivo tecnico: calciare, conduzione, colpo di testa.
che prevedeva la trasmissione del pallone dell’esterno basso di dife-
Obiettivo tattico individuale: passaggio, smarcamento, marcamento (in
sa verso la mezz’ala, la quale scaricava palla al difensore centrale,
situazione di 1vs1, e su palla laterale).
con conseguente ricerca della profondità attraverso lancio a scaval-
Obiettivo tattico collettivo: scaglionamento, mobilità, ampiezza, impre-
care per il movimento di uno dei due attaccanti (figura 4).
vedibilità (fase di possesso), scaglionamento, azione ritardatrice, tem-
poreggiamento (fase di non possesso).
re l’aspetto coordinativo: porre attenzione sulla frequenza dei passi e sul-
Obiettivo fisico-motorio: mobilità articolare, prevenzione, forza.
l’intensità dell’esercizio.
Obiettivo per i portieri: attacco alla palla, propedeutico agli obiettivi tec-
3’ di recupero passivo.
nico-tattici.
3) Parte atletica: 20’.
Suddivisione del campo e degli spazi
Prima di improntare il lavoro sulla forza, si esegue una serie di esercizi propedeutici all’obiettivo che si vuole raggiungere:
La fase di riscaldamento, la parte atletica e il lavoro dei portieri viene
svolto sul campo di sfogo (figura 1a). Il lavoro tattico viene svolto su
una metà campo del campo principale.
• Andature pre-atletiche: skip alto, calciato, corsa laterale su fianco dx e
sx, spostamenti in antero-posteriore, eccetera;
• Corsa indietro (ai 10m), corsa avanti (ai 20m), frenata di 1m e corsa in
avanti (ai 30m). Questo per 4 volte.
Lavoro di forza (fase di frenata: lavoro in eccentrico)
1a serie
2 accelerazioni in linea sui 10m + 1m di frenata (4 passi di skip);
2 accelerazioni in linea sui 20m + 1m di frenata (4 passi di skip);
2 accelerazioni in linea sui 30m + 2m di frenata (4 passi di skip).
Recupero di 40” tra ogni distanza.
1) Riscaldamento a secco: 10’.
Recupero passivo di 2’ alla fine della serie.
Corsa lenta di capillarizzazione intorno al rettangolo di gioco e andature di mobilizzazione arti superiori e inferiori (stretching dinamico).
2a serie
2 balzi + 2 accelerazioni sui 10m + 1m di frenata (in affondo);
2) Riscaldamento attivo: 20’.
2 balzi + 2 accelerazioni sui 20m + 1m di frenata (in affondo);
Si lavora a terne, si esegue un lavoro tecnico. Due giocatori sono
2 balzi + 2 accelerazioni sui 30m + 2m di frenata (in affondo).
disposti uno davanti all’altro ad una distanza di 20 metri, mentre il
terzo compagno è posto nel mezzo ed esegue le varie proposte. Ogni
Recupero di 40” tra ogni distanza.
minuto si cambia il giocatore nel mezzo.
Recupero passivo di 2’ alla fine della serie.
Vediamo le esercitazioni svolte:
• Trasmissione del pallone d’interno piede dx/sx al volo;
3a serie
• Trasmissione del pallone di collo piede al volo;
Guida del pallone in linea sui 10m + 1m di frenata (toccando il pallone in
• Ricezione del pallone di petto (controllo orientato), un tocco e tra-
modo alternato d’interno dx e sx).
smetto il pallone;
• Colpo di testa in posizione antero-posteriore, giro intorno al compa-
Guida del pallone in linea sui 20m + 1m di frenata (toccando il pallone in
modo alternato d’interno dx e sx).
gno, tocco al volo d’interno, il compagno con la palla la dà al gioca-
Guida del pallone in linea sui 30m + 2m di frenata (toccando il pallone in
tore in mezzo che la conduce all’altro compagno;
modo alternato d’interno dx e sx).
• Palla avanti, palla dietro, passaggio a muro (1-2), prima alla distanza di 20m, poi a 10m.
In questo tipo di esercitazione, oltre all’aspetto tecnico, si deve privilegia-
Recupero di 40” tra ogni distanza.
Recupero passivo di 2’ alla fine della serie.
31
CORSO ALLENATORI
4) TECNICA SITUAZIONALE: 15’.
del centrocampista difensivo della squadra in inferiorità numerica.
Comportamenti difensivi dell’1vs1 e del 2vs2.
• Partita finale 10vs7 con i due portieri, cercando di applicare quanto
• 1vs1 (per il difensore): non andare in divaricata laterale, perché l’attaccante può andare sia a destra che a sinistra. Rischio anche di cadere.
Affrontare l’avversario in antero-posteriore, tenendo posteriormente la
propria gamba forte. Affrontare l’avversario in tre tempi: attacco al portatore, temporeggiamento, nuovo attacco al portatore.
• 2vs2 (per i difensori): crea molti problemi la sovrapposizione di uno dei due
attaccanti alle spalle del proprio compagno. Come si comportano i difensori? Il difensore 1 non deve compiere l’errore di seguire l’avversario in sovrapposizione (figura 1b), ma deve scalare sul possessore del pallone. Sarà il
difensore 2 a scalare sulla sovrapposizione dell’attaccante (figura 1c).
Figura 1b
Figura 1c
5) Tattica collettiva: 25’.
• 10vs5: la squadra in inferiorità numerica è disposta con una linea di difendenti a 4 e un centrocampista davanti alla difesa, mentre la squadra in
superiorità numerica gioca con un modulo composto da 4 difendenti, 2
centrocampisti centrali, 2 esterni offensivi e un trequartista pronto a supportare l’attaccante centrale.
Il centrocampista posizionato a centrosinistra trasmette palla all’attaccante
centrale che scarica dietro al giocatore di centrocampo a centrodestra, il
quale trasmette palla all’esterno alto di destra che, dopo aver dribblato l’esterno basso sx, va al cross. Come si comportano i giocatori in inferiorità
numerica? Il centrocampista difensivo rientra in area sul cross, per ristabilire la linea di difesa a 4 (figura 2a, 2b, 2c).
Variante: sovrapposizione dell’esterno basso che va al cross. Chi va al
cross deve indirizzare il pallone o al centro o fuori area per il tiro del centrocampista. Serve per stimolare l’intercettamento del pallone da parte
32
proposto nelle esercitazioni precedenti.
5) Defaticamento: 5’.
h) palleggio alto (a livello della testa);
Stretching adduttori, quadricipite, tricipite surale, raccolta materiale.
i) conduzione del pallone solo con l’esterno;
j) palleggio combinato (piede-coscia-testa);
k) guida del pallone con finte;
RELAZIONE: ALLENARE LA TECNICA DI BASE NEGLI ESORDIENTI
l) 2 colori conducono il pallone dentro il quadrato, mentre il terzo
RELATORE: Luca Sonego
colore va a caccia del pallone degli avversari, cercando di calciar-
Il punto comune degli allenatori del Settore giovanile dell’A.S.D.
lo fuori dal quadrato;
Pasianese, società di Pasian di Prato (UD), è, senza dubbio, l’insegnamento in maniera anche maniacale della tecnica di base.
Quindi, la maggior parte delle proposte riguardano il rapporto bambino-palla.
m) conduzione del pallone, due tocchi con il destro e due tocchi
con il sinistro;
n) conduzione del pallone a rientro, d’interno destro e d’interno
sinistro;
o) conduzione del pallone a rientro, interno dx-esterno sx, interno
Abbiamo fatto visita alla squadra Esordienti; al nostro arrivo, a pren-
sx-esterno dx;
dere la parola è Bruno Pravisano, 84 anni, una vita da allenatore del
p) conduzione del pallone e finta doppio passo;
Settore giovanile, con la voglia di trasmettere ancora la passione per il
q) conduzione del pallone, suola piede destro-esterno sinistro;
gioco del calcio: “Qui insegniamo la tecnica individuale”, afferma
r) conduzione del pallone, finto di calciare, rientro con l’esterno
molto orgoglioso l’esperto allenatore del Pasian Di Prato.
del piede, giro attorno a se stessi e continuo la conduzione;
s) conduzione del pallone, arresto di suola, giro attorno a se stes-
Infatti abbiamo assistito ad una seduta della durata di 120 minuti,
si, tocco il pallone con l’altro piede e cambio di velocità.
quasi puramente incentrata sulle nozioni di tecnica di base: conduzione, calciare (tiro in porta, calcio di rigore).
Grande attenzione viene data all’insegnamento del calcio di rigore: si insegna a tirare il pallone forte, angolato e radente. Il portie-
Prima di iniziare l’allenamento, Pravisano ci mostra il centro sporti-
re deve cercare di rimanere fermo fino all’ultimo momento. Non si
vo di Pasian di Prato, che comprende ben otto campi di gioco. Si
pone attenzione, però, sul fatto che il portiere dovrebbe cercare di
sofferma immediatamente davanti ad un muro, considerato ele-
capire la direzione del tiro in porta a seconda del tipo di rincorsa di
mento essenziale per l’insegnamento della tecnica di base.
chi calcia (rincorsa con angolo aperto e angolo chiuso).
Vediamone una semplice progressione.
Per quanto riguarda il tiro in porta, sono state eseguite delle esercitazioni di tiro al volo e in drop, dopo uno scatto di 10m con pal-
Dentro ad un quadrato di 25m per lato, 15 giocatori, suddivisi in
lone in mano, e delle situazioni di 1 contro il portiere.
tre squadre di colore diverso (rossi, blu, gialli), eseguono degli esercizi di tecnica di base:
Una bella esercitazione di tecnica applicata è quella che riguarda il
a) un palleggio, un rimbalzo (il calciatore effettua un “passettino”,
principio dello smarcamento, attraverso l’insegnamento del con-
come lo chiama Pravisano), un palleggio, un rimbalzo, e così via;
tro-movimento e del marcamento.
b) conduzione del pallone libera;
Dentro ad un rettangolo di dimensioni 20mx15m, ci sono due
c) palleggio libero;
squadre (attaccanti e difensori). All’esterno del rettangolo, sono
d) conduzione del pallone solo con l’interno;
posti i giocatori della terza squadra, con un pallone a testa.
e) un palleggio basso e uno alto;
Al via dell’esercitazione, gli attaccanti cercano di eludere la marca-
f) palleggio a mezz’altezza (a livello del bacino);
tura dei difensori attraverso un contro-movimento, con lo scopo di
g) arresto e giro (taglia fuori);
ricevere il pallone dal compagno posto all’esterno del rettangolo.
33
CALCIO INTERNAZIONALE
VIAGGIO NELLA CHAMPIONS LEAGUE 2007-08
di Marco Viani*
C
osa ci ha detto, indicato e magari insegnato l’ultima edizione della
Champions League (CL)? A fornirci risposte al riguardo è la stessa
UEFA in un nutrito e illustratissimo studio pubblicato recentemente su
“Techinal report” dove, attraverso una vivisezione di questa competizione (considerata dagli specialisti “la più importante al mondo sul
piano tecnico e in termini di interesse del pubblico”), offre analisi ed
insieme delle linee di riflessione e di orientamento.
Ne offriamo una sintesi, cominciando con una considerazione, estranea
a tale studio, sull’atto conclusivo della finale di Mosca. A decidere sono
i rigori. È la sesta volta che succede nella storia del torneo; è la quarta
volta nelle ultime otto sfide conclusive. Questa regola è stata introdotta trentotto anni fa. Molti non l’apprezzano, pochi hanno proposto
qualcosa di meglio. Col ricorso al golden e silver gol, riposto quasi subito, si voleva indurre le squadre ad un accentuato comportamento
offensivo nei supplementari per scongiurare l’esito dagli undici metri. Il
Il presidente UEFA Michel Platini tra Rio Ferdinand e Ryan Giggs
ritorno agli extra time, deciso dalla FIFA all’inizio della stagione 2004,
ha però partorito poco: nessuna rete è stata segnata nella mezz’ora di
promessa. Ciò fa dire che la “mentalità vincente”, individuale e col-
gioco in più in una finale di CL. È una constatazione, ma si può anche
lettiva, “consiste nel reagire in maniera positiva in ogni situazione,
facilmente rilevare come non siano mancate le occasioni da gol,
anche se le circostanze sono sfavorevoli”. Una condizione, affinché
anche clamorose, negli stessi contesti. Tuttavia, avvertono gli addetti
questa qualità possa fare la differenza, è che sul piano tecnico e tat-
ai lavori, “nei supplementari i giocatori sembrano dominati dalla
tico le squadre siano quasi allo stesso livello e ciò avviene in molte
paura di commettere errori”. E allora che pensare e che fare? “Se i
partite di CL. A proposito, Arsène Wenger, allenatore dell’Arsenal,
supplementari sono una perdita di tempo, perché non andare diret-
rimarca: “Il talento non basta, occorre la volontà e l’intelligenza”. Per
tamente ai rigori?”.
mostrare l’importanza data dai vari tecnici ai fattori psicologici è sufficiente riferirsi alle loro dichiarazioni pre-partita dove sono in tanti a
LA MENTALITÀ VINCENTE
sottolineare come i loro giocatori siano preparati fisicamente e “men-
Da interrogativo a interrogativo, legato alla cosiddetta “mentalità
talmente” alla gara. Condizione vitale questa in quanto “in CL, forse
vincente”. Che cosa è? Prima di una sua definizione (non agevole),
più che altrove, la capacità di resistere alle pressioni è una qualità
registriamo quello che rappresenta: “Uno degli ingredienti essenziali
essenziale”. Abitualmente le risposte alle domande sulla preparazio-
del successo”. Giudizio che va calato in una competizione dove l’e-
ne mentale rimandano a due componenti: la concentrazione e la
quilibrio delle forze è sovrano e anche il minimo dettaglio può risul-
motivazione. “Non è sufficiente parlarne – ammonisce Jacques
tare decisivo. “I giocatori ci hanno creduto, e abbiamo vinto”, si
Crevoisier, allenatore specializzato in psicologia dello sport e, un
sente non di rado dichiarare da tecnici vincenti dopo una “resurrezione” della loro squadra, magari nel secondo tempo di una finale com34
*Collaboratore Settore Tecnico FIGC
tempo, assistente di Gérard Houllier al Liverpool – bisogna lavorare su
questi valori. Voi potete anche far venire uno psicologo una volta al
mese, ma in realtà è l’allenatore che deve essere psicologo. Per quel
che riguarda la mentalità vincente, essa è spesso il risultato di una
combinazione di fattori genetici e ambientali”. Sven Goran Eriksson è
ancora più tranciante: “Una mentalità vincente va conquistata,
costruita, sudata: non la si trova al supermercato”. Il problema che si
pone di conseguenza – ci dicono gli addetti ai lavori – è allora questo: “Se questa qualità è un importante ingrediente del successo, può
essere allenata? Se sì, come?”.
RADIOGRAFIA DEI GOL
“Technical Report” ci dice che per la seconda stagione consecutiva il
numero dei gol segnati nell’ultima edizione della CL è aumentato,
arrivando ad un totale di 330, ovvero 45 in più dello score più basso
(285) registrato nel 2005-06 dopo la soppressione della seconda fase
dei gruppi. Quattro delle sei squadre che hanno segnato di più sono
inglesi: Liverpool (29), Manchester United e Chelsea (20), Arsenal
(19). Segue il Barcellona (18), distanziato di poco da un altro club
spagnolo, il Siviglia (19 reti in appena otto incontri).
La schematizzazione che riportiamo entra nello specifico delle 330
Palla inattiva
realizzazioni.
Corner, ovvero gol direttamente su corner o a seguito di corner: 31.
Punizioni dirette, ovvero gol direttamente da esse: 7.
Punizioni indirette, ovvero gol a seguito di una punizione: 18.
Rigori, ovvero gol su o a seguito di un rigore: 18.
Falli laterali, ovvero gol a seguito di un fallo laterale: 0.
Azioni di gioco
Combinazioni, ovvero uno-due / combinazioni a tre: 37.
Centri, ovvero centro dalla zona laterale: 64.
Passaggi indietro, ovvero centro indietro dalla linea di fondo: 14.
Passaggi diagonali, ovvero passaggio diagonale in area di rigore: 6.
Corse con la palla, ovvero dribbling e tiro a rete fulmineo / dribbling e
passaggio: 14.
Tiri da lontano, ovvero tiro diretto / tiro e respinta: 39.
Passaggi in avanti, ovvero passaggio in profondità, attraverso e sopra la
difesa: 65.
Errori difensivi, ovvero cattivo passaggio arretrato / errore del portiere: 8.
Autogol: 9.
Risulta che circa il 77% delle realizzazioni si deve ad azioni di gioco. Si
Sir Alex Ferguson
35
CALCIO INTERNAZIONALE
tratta di 256 gol che possono essere suddivisi in quattro sezioni gene-
in funzione del risultato come evidenziano le 57 reti segnate tra il
rali: penetrazione attraverso il centrocampo; centro e realizzazione;
76° e il 90° minuto, e le 17 realizzate durante il tempo di recupero
azione individuale; errore difensivo.
di fine partita. In altri termini, un po’ meno di un quarto dei gol si
Da notare un aumento significativo del numero dei gol segnati a segui-
è registrato dopo il 75° minuto, e un buon numero di essi è stato
to di combinazioni, passaggi incisivi e palloni diretti attraverso il centro-
decisivo.
campo. Dopo la finale di Mosca, Alex Ferguson ha dichiarato: “La tendenza attuale è quella di un gioco di rapida penetrazione”. In effetti il
DIECI QUESTIONI TECNICHE
40% delle reti è scaturito in questo modo. Arsenal, Manchester United
1. Più intensità
e Barcellona sono state le principali interpreti del gioco di combinazio-
Gèrard Houllier, direttore tecnico della Federazione francese ed ex
ni, mentre Liverpool, Real Madrid, Roma e Siviglia hanno raggiunto
allenatore del Liverpool e del Lione, riassume così questa tendenza:
importanti risultati con i passaggi in profondità.
“L’intensità delle gare di CL è inimmaginabile”. Gli standard di con-
Centri, diagonali in area di rigore e passaggi indietro dopo una pene-
dizione fisica si sono continuamente elevati ed è frequente vedere
trazione dell’ala hanno originato un terzo dei gol segnati. Manchester
giocatori di grandi squadre correre 14 chilometri a partita, la mag-
United, Liverpool, Werder Brema, Barcellona e Arsenal (tutte provviste
gior parte a grande velocità e senza perdere le loro qualità tecniche.
di ali e di esterni bassi) si sono particolarmente distinte al riguardo.
Squadre come Chelsea, Manchester United e Liverpool hanno unito
Le azioni individuali concluse in gol (direttamente o indirettamente),
la loro forza, la loro potenza e la loro resistenza alla velocità,
compresi i tiri dalla distanza e le corse con dribbling, hanno prodotto
mostrando grande capacità a giocare ad un ritmo elevato, in qual-
poco più del 20% delle reti. Le conclusioni da lontano, in particolare
contro una difesa bassa e ben organizzata, producono gol ed inoltre,
per la loro potenziale efficacia, obbligano gli avversari ad avanzare
per andare sul pallone, lasciando spazi ai rivali per altre soluzioni
offensive.
I gol segnati direttamente su calcio di punizione si sono dimezzati
rispetto alla CL 2006-07 e ciò spiega in grande parte la diminuzione del numero di reti su palla inattiva in termini reali e in percentuale – dal 3% a circa il 23%. Questa cifra è molto inferiore a quella
della stagione 2002-03, che aveva fatto registrare il record del
35%. “Come abbiamo constatato a più riprese – si legge in
“Tecnical Report” – i movimenti in area di rigore e le capacità nel
concludere sono poca cosa se il pallone non passa il primo difensore o se non ha la velocità, l’effetto e la precisione voluti per creare
l’occasione da gol. Ciò sottolinea una volta di più che sulle palle
inattive l’esecuzione è capitale. Certo, il pallone attuale influisce
sulle traiettorie dei calci di punizione e dei corner, ma è sempre lo
specialista a fare la differenza”.
Per Arsène Wenger le componenti chiave in CL sono la velocità di
transizione e, per lo specifico dell’allenatore, le sue decisioni negli
ultimi dieci-quindici minuti di gara. Durante queste fasi finali, quando i match si animano, numerosi tecnici hanno fatto buone scelte
36
Arsène Wenger
che occasione esprimendosi con una rapidità addirittura strabiliante.
I miglioramenti dei sistemi di allenamento e di preparazione non
devono far dimenticare l’importanza della selezione. “Giocatori che
praticano un calcio totale (i nomi di Carlos Tèvez, di Wayne Rooney,
di Frank Lampard, di Dirk Kuyt e di Mathieu Flamini vengono subito
a mente) non finiscono mai di correre e, di fatto, rappresentano per
la squadra un uomo in più” sottolinea Roy Hodgson, attuale allenatore del Fulham. Le squadre di successo in CL non contano solo sul
loro talento, ma giocano ad una intensità elevatissima e utilizzano
giocatori infaticabili, disposti a sacrificarsi per la squadra.
2. Meno spazio e tempo
“L’esasperata mancanza di spazi in gare di CL richiede livelli di condizione fisica sempre più elevati”, rileva Arsène Wenger. La frequente tendenza a ricorrere a blocchi difensivi che riducono gli spazi e occupano
il centro del campo rende difficile trovare lo spazio e il tempo, in particolare nella metà campo avversaria. L’esempio è quello del Barcellona,
squadra che ha dominato, ancora una volta, nel possesso di palla (una
media del 60% a partita). Vittoriosa nella CL 2005-06, in quella presa
qui in esame ha avuto sempre più difficoltà a procurarsi occasioni da
gol, in particolare nella fase di eliminazione diretta. Le tre reti nelle ultime cinque partite e la sua incapacità ad andare in gol nei due succes-
José Mourinho e Andriy Shevchenko
sivi impegni di semifinale con il Manchester United sono la prova di
questa impotenza. L’utilizzo di una doppia copertura e di difese com-
rispetto alla precedente stagione c’è stata una leggera diminuzione della
patte, che giocano arretrate, ha reso complicato il compito di giocato-
percentuale delle reti provenienti da contrattacchi/rapide rotture (questa
ri creativi come Lionel Messi. Malgrado la restrizione degli spazi, le
percentuale è passata dal 32% al 30%), le rapide transizioni dalla difesa
migliori squadre hanno mantenuto il loro gioco di passaggi e di movi-
all’attacco e viceversa hanno continuato ad avere importanza. Può esse-
menti, ed hanno lasciato esprimere i loro talenti individuali. Un esem-
re utile individuare quattro tipi di contrattacco: contrattacco classico dalle
pio in materia, il Manchester United.
linee arretrate (spesso a seguito di corner a favore degli avversari); contrattacco collettivo dalla metà campo; contrattacco in campo avversario
3. Più velocità
a seguito di un pressing offensivo; contrattacco di un giocatore (spesso
Se si esamina questa componente si rivelano importanti alcune qualità:
attraverso corsa con il pallone) che con un exploit individuale si crea l’oc-
velocità esplosiva; tecnica e destrezza palla al piede; velocità del pallo-
casione da gol e realizza. Le difese sono sempre più compatte ed è a volte
ne; resistenza alla velocità e, in particolare in CL, rapida transazione.
difficile trovare dei varchi: da qui l’insistenza di Alex Ferguson sulla neces-
“Ai miei occhi, l’elemento più importante nei match di CL si identifica
sità delle rapide rotture e di ciò che segue: “Dobbiamo sfruttare feroce-
proprio con quest’ultima qualità – sottolinea Josè Mourinho, già vincito-
mente gli spazi che ci troviamo davanti”.
re della CL con il Porto –. Bisogna velocemente ripiegare per difendere e
sfruttare rapidamente la situazione appena si recupera la palla. Certo, le
4. Meno rischi
situazioni di palla inattiva non vanno trascurate, sono importanti al fine
Di fronte alla pressione ed alle crescenti attese delle varie componenti
del risultato, ma la velocità di transizione è fondamentale”. Anche se
calcistiche, la costante preoccupazione è quella di ridurre al minimo i
37
CALCIO INTERNAZIONALE
rischi. Non a caso si rileva come l’accento sia stato di nuovo posto
5. Più gioco corto
sulla necessità di opporsi ai contrattacchi. Tutte le 16 squadre parte-
“In quest’ultimi dieci anni si sono verificati importanti cambiamenti
cipanti alla fase a eliminazione diretta hanno utilizzato almeno un
– rileva Ottmar Hitzfeld, due volte vincitore in CL –. Prima c’erano
centrocampista “recuperatore” addetto alle rapide rotture. Dieci di
più spazi ed i passaggi erano più lunghi; oggi il gioco è rapido, corto
esse sono spesso ricorse a due giocatori impiegati davanti alla dife-
e ogni allenatore organizza al meglio la propria squadra”. Il passag-
sa a quattro. La strategia per ridurre i rischi ha previsto inoltre il
gio a questo tipo di gioco è stato in parte attribuito a una nuova
ricorso immediato al pressing sul portatore di palla, la scelta di falli
generazione di attaccanti veloci e dotati tecnicamente. Salvo rare
tattici e quella di mantenere sei o sette giocatori dietro il pallone in
eccezioni, il gioco lungo non è stato privilegiato. “Col tipo di attac-
fase offensiva. Perfino il Manchester United, squadra portata all’at-
canti che disponiamo, raramente giochiamo lunghi palloni dalle
tacco, ha difeso molto dietro. La sua posizione nella classifica relati-
linee arretrate in avanti”, aggiunge Alex Ferguson, vincitore dell’ul-
va al fuorigioco sull’avversario – quart’ultima su 32 partecipanti –
tima edizione. In maniera significativa, si è notato un aumento del
sottolinea questa mancanza di spazi dietro i quattro difensori. È sor-
numero di reti a seguito di combinazioni e di passaggi incisivi; ciò si
prendente constatare che, nei due match di semifinale con il
traduce in circa il 40% delle reti risultante da azioni di gioco.
Barcellona, ovvero in 180 minuti, gli inglesi hanno fatto scattare il
fuorigioco soltanto una volta. Per ridurre al minimo i rischi bisogna
6. Meno gioco aereo
inoltre giocare con pazienza e commettere il minor numero di erro-
La qualità dei terreni di gara, le caratteristiche degli attaccanti e la
ri. “Tutto deve essere ottimale in CL – commenta Arsène Wenger –.
cura messa nella costruzione del gioco, compresi i passaggi diretti e
Perdere un pallone in questa competizione può rivelarsi catastrofi-
precisi in profondità, hanno prodotto l’effetto di ridurre il ricorso a
co”, aggiunge.
palloni aerei. Naturalmente questo tipo di gioco viene mantenuto
L’esultanza dei Red Devils
38
avendo punte di grande stazza, ma i palloni alti sono stati più frequenti dei diagonali destinati a creare situazioni di uno contro uno
sulle ali.
7. Più qualità creativa
Le squadre dipendenti sempre di più dagli exploit individuali per
superare i blocchi difensivi, i giocatori capaci di creare nuove situazioni o un effetto sorpresa, in particolare dal centro campo in avanti e sulle ali, sono stati un numero limitato. Almeno trequarti delle
migliori formazioni si sono mosse con ali o giocatori decentrati
John Terry fallisce il rigore della vittoria per il Chelsea
creativi, e almeno sei di esse hanno utilizzato uno “spirito
libero”/un secondo attaccante che anima e orienta la manovra tra
8. Meno attaccanti
il centro campo e l’attacco. José Mourinho riassume così la neces-
Con un centro campo sempre più infoltito, il numero delle squadre che
sità di essere efficaci sulle ali: “Di fronte alla difficoltà di bucare i
hanno schierato una coppia di attaccanti ha continuato a ridursi.
blocchi difensivi, le squadre dispongono di due mezzi: rovescia-
Soltanto cinque formazioni su sedici sono ricorse regolarmente a que-
menti di gioco improvvisi e repentini, penetrazioni rapide delle ali”.
sta soluzione. Alcuni allenatori hanno impiegato tale coppia in funzio-
“Questo orientamento non è largamente seguito – si legge in
ne delle esigenze o delle specificità del match. Si tratta di una netta
“Technical Report” – e in Italia l’ala è una specie in via di estinzio-
evoluzione in quanto undici tra le migliori squadre hanno scelto di gio-
ne”. “Per Marcello Lippi – si legge ancora – la tendenza è quella di
care con un solo attaccante di punta. “La tendenza attuale – ha dichia-
una minore utilizzazione delle ali per adottare invece uno stile più
rato Alex Ferguson dopo la finale di Mosca – è quella di schierare tre
incisivo”. Da notare che un terzo dei gol su azioni di gioco è arri-
centrocampisti offensivi e un attaccante”.
vato dai lati (centri, diagonali o passaggi indietro dopo rapidi dribbling lungo la fascia laterale) ed è stato realizzato grazie a esterni
9. Più adattabilità
bassi o a giocatori creativi decentrati.
Le squadre che hanno primeggiato in CL sono quelle che hanno potuto adattare il loro stile e il loro sistema di gioco alla situazione. I due elementi chiave sono stati l’ampiezza degli effettivi a disposizione e la
capacità dell’allenatore di determinare i momenti decisivi dove era
necessaria una riorganizzazione. Alex Ferguson ha ammesso che un
importante fattore del successo del suo Manchester United nel corso
della stagione è stato il numero di opzioni disponibili: “Ci siamo giovati di un parco giocatori abbondante per far fronte alle varie evenienze”,
ha sottolineato. Gli allenatori delle migliori squadre non hanno esitato
a fare importanti cambiamenti, sia riguardanti i singoli sia tattici, anche
se spesso tali scelte non hanno avuto un effetto rilevante sulla gara. Da
notare che la sola sostituzione decisa da Alex Ferguson nella finale di
Mosca è stata quella relativa a Ryan Giggs, entrato all’ottantasettesimo
minuto, mentre le sostituzioni nelle due gare di semifinale con il
Barcellona erano avvenute nell’ultimo quarto d’ora. “Bisogna tenere le
munizioni pronte per gli ultimi momenti, quando il risultato è davvero
in gioco”, ha aggiunto.
L’ingresso di Ryan Giggs all’87’ della finale di Mosca
39
CALCIO INTERNAZIONALE
10. Meno marcatura
spesso anche davanti alla palla.
I giocatori incaricati di marcare ed i difensori centrali con funzioni di
• Notevoli attaccanti: Cristiano Ronaldo, Rooney, Giggs e Tèvez.
stopper non sono stati molti. Nella fase a eliminazione diretta tutte le
• Incisive combinazioni, eccezionali in zona d’attacco.
squadre hanno preferito una marcatura a zona e si è notato un miglio-
• Mentalità molto combattiva, tendenza a non mollare mai.
ramento della qualità difensiva. Il concetto secondo il quale ogni
costruzione si fa dalle linee arretrate ha avuto ulteriore conferma. Di
fronte a squadre disposte con il 4-5-1 (con un attaccante di punta) è
stato importante in particolare coinvolgere i difensori centrali nella
costruzione del gioco.
“Tutte le azioni provengono dalle linee arretrate ed anche per questo,
Cristiano
Ronaldo
in futuro, la qualità tecnica dei difensori sarà capitale”, rileva Roy
Hodgson. Le finaliste hanno evidenziato gli standard richiesti, con
difensori centrali capaci di difendere e di giocare, e con esterni bassi
adatti a contrastare e creare. In tema di marcatura, alcune squadre non
hanno esitato a lasciare delle posizioni senza controllo in occasione di
corner a sfavore. Queste squadre (per esempio, Roma, Milan, Chelsea)
considerano tali calci d’angolo come eccellenti opportunità per lanciare un contrattacco, secondo un concetto di origine brasiliana.
• Squadra di alta qualità, con eccellente utilizzo delle sostituzioni.
• Padronanza del ritmo di gioco.
• Squadra molto pericolosa su corner e punizioni: Cristiano Ronaldo
RILIEVI CONCLUSIVI
specialista su palle inattive.
“L’edizione 2007-08 della CL – commenta “Tecnical Report” – è stata
affascinante sul piano tattico, eccellente a livello tecnico e spesso palpitante (addirittura fino agli ultimi istanti della finale). Le squadre
CHELSEA
migliori hanno dimostrato di possedere qualità calcistiche, organizza-
Tecnico: Avram Grant
zione e condizione fisica, ma è stata la capacità a gestire la pressione
• 4-3-3 con variazioni a metà campo.
ed a controllare le emozioni a fare la differenza. I vincitori sono stati
• In fase difensiva, squadra compatta e molto bene organizzata,
coraggiosi senza essere stati arroganti, talentuosi senza essere stati
pigri, molto competitivi senza essere stati emozionalmente instabili”.
con Makelele principale pilastro.
• Squadra composta da numerosi talenti: Terry, Lampard, Ballack,
LE SEMIFINALISTE
MANCHESTER UNITED
Tecnico: Alex Ferguson
• 4-2-3-1 orientato verso l’attacco (flessibilità verso 4-3-3) sempre con ali.
• Rapidi contrattacchi dalle linee arretrate o da più avanti.
• Grande varietà di gioco: passaggi corti, diagonali o azioni individuali.
• Efficace difesa a quattro a zona, con avanzata degli esterni bassi,
40
Didier
Drogba
campo.
Drogba e altri.
• Buona padronanza nell’esecuzione di palle inattive, punizioni
• Contrattacchi con transizioni esplosive.
• Centri rimarcabili delle ali o degli esterni bassi offensivi (Ballack
dirette comprese.
• Buon utilizzo dei lati (ali e esterni bassi).
eccezionale sui palloni aerei).
• Corner e punizioni impressionanti, compresi i tiri diretti di
• Brillanti giocatori nei duelli nella zona di attacco (Messi,
Ronaldinho, Henry).
Lampard, Ballack e Drogba.
• Numerose opzioni offensive: azioni individuali, palloni in profondità e tiri dalla distanza.
• Ritmo di gioco in generale molto sostenuto, con intenso pressing
LIVERPOOL
Tecnico: Rafael Benitez
ma difesa molto arretrata.
• Variazione di gioco con lunghi diagonali verso Drogba, attaccan-
• Frequente 4-2-3-1 (schema difensivo 4-1-4-1) a volte trasformato
te di punta potente ed efficace.
• Mentalità vincente: squadra molto disposta al lavoro, con una
disciplina difensiva impressionante.
BARCELLONA
Steven
Gerrard
Tecnico: Frank Rijkaard
• 4-3-3 con giocatori offensivi sulle ali e un centrocampista “recuperatore” davanti alla difesa (per esempio, Tourè).
• Talenti importanti: Ronaldinho, Deco, Eto’o, Messi e Henry.
• Eccellente circolazione della palla, costruzione paziente ma mirata.
• Mentalità offensiva con o senza palla: frequente pressing nella
in 4-4-2.
metà campo avversaria.
• Ritmo elevato, gioco fluido a un tocco, contrattacchi diretti classici.
• Ispirazione di Gerrard dal centro campo verso l’attacco: lunghi
passaggi, cambiamenti di gioco e corse frontali verso l’area
avversaria.
• Blocco difensivo compatto molto efficace, con Carragher leader.
Lionel
Messi
• Abitualmente due centrocampisti “recuperatori”: Mascherano e
Lucas Leiva.
• Squadra pericolosa su corner e punizioni indirette, Gerrard maestro del gioco.
• Torres (solo o con Crouch) molto pericoloso in attacco.
• Precisa distribuzione e impressionanti prese del portiere Reina.
• Squadra molto disposta al lavoro, con buonissima disciplina e
• Ricorso alle qualità individuali in difesa: importante ruolo di Puyol.
carattere nel prendere decisioni. Dimostrazione di sangue freddo
• Squadra molto pericolosa quando è attaccata (per esempio, con-
sotto pressione.
trattacchi).
• Brillanti combinazioni e incisivi passaggi in profondità dalla metà
• Migliori realizzatori (29 reti), efficaci sui passaggi in profondità e
sui centri.
41
TECNICA E TATTICA
IL RUOLO DEL PORTIERE:
CONSIDERAZIONI E SUGGERIMENTI
di Gino De Luca*
I
l portiere non deve essere esclusivamente un atleta tutto “istinto e fisicità“. Il suo ruolo soprattutto nel calcio moderno deve essere quello di un
atleta pensante che sappia dirigere tatticamente la sua squadra e soprattutto la sua difesa. Con questo ruolo, avere una personalità “importante” è
quindi un aspetto molto vantaggioso. L’estremo difensore deve richiamare
l'attenzione dei suoi compagni sui vari movimenti degli avversari per impedire a questi ultimi di arrivare al tiro in condizioni favorevoli. Nella sua posizione a difesa della porta ha una visione globale del campo e avere una
buona conoscenza tattica e un’ottima intesa con i suoi difensori lo porta a
poter anticipare, minimizzandole, le azioni di pericolo a carico della propria
porta. Con questi compiti, l’essere riconosciuto leader dagli altri giocatori
Gigi Buffon
della stessa squadra, permette al portiere di essere “ascoltato” nei suggerimenti e nelle disposizioni che impartisce durante la gara.
Avremo così la seguente suddivisione:
Sicuramente, però, il carisma non è mai una caratteristica che si avvalora in
ZONA DI ANTICIPAZIONE TATTICA
modo gratuito. Bisogna saper dare dimostrazione di poter effettivamente
Nel momento in cui il possesso palla passa in questa zona all’altra squadra,
essere il condottiero del proprio reparto. Ecco quindi la grande importanza
bisogna cominciare a leggere le posizioni e i movimenti dei compagni e
che riveste il saper leggere le situazioni di gioco che si verificano riuscendo a
degli avversari allo scopo di programmare la fase difensiva. La porta non
guidare i compagni con informazioni valide ed efficaci che portino a una
corre alcun pericolo e la posizione del portiere è lontana dai pali (oltre il
disposizione tecnico-tattica in continua evoluzione durante la gara in relazio-
disco di rigore) a difesa degli spazi e pronta per spostamenti rapidi.
ne alle posizioni e ai movimenti effettuati dagli avversari. Altro aspetto fondamentale, poi, è il capire e sapere qual è la posizione migliore che si deve assu-
ZONA DI CORREZIONE TATTICA
mere durante la gara per avere la capacità di trovarsi brevemente e in modo
L’attenzione sarà prevalentemente sul portatore di palla e con una buona
risolutore a intervenire quando si delinea la possibilità di “chiamata in causa”.
visione periferica si modificano le posizioni dei difensori in rapporto agli spo-
Il mezzo fondamentale per raggiungere questo risultato è una concentrazio-
stamenti degli avversari. La posizione del portiere è un po’ più arretrata (tra
ne altissima durante tutta la durata della gara. Concentrazione che poi por-
il disco di rigore e l’area piccola) ma si è ancora a difesa dello spazio.
terà a un’attenzione focalizzata soprattutto sul pallone man mano che questo è spostato nelle zone prossime all’area di rigore o dentro la stessa area e
ZONA DI ATTENZIONE
che percentualmente giustifica un tiro in porta, mentre la concentrazione sarà
In questa zona sono possibili solo aggiustamenti al singolo compagno.
indirizzata ad assumere un’attenzione più ampia del gioco allargata anche ai
Questa è la zona dove sono scoccati i tiri e l’attenzione sulla palla deve esse-
movimenti dei diversi avversari, quando invece il pallone è giocato in zone e
re massima. La posizione del portiere deve essere sulla bisettrice pronta a
spazi potenzialmente meno pericolosi.
difendere ma anche ad accorciare su palle giocate nello spazio (uscite).
Per quanto concerne il ruolo del portiere, il campo da gioco può essere
idealmente suddiviso in zone diverse.
42
*Allenatore di base. Allenatore dei portieri del Settore giovanile della Lazio
ZONA DI TIRO O DI CROSS
La palla è in zona abbastanza defilata, ma la distanza dalla porta è ridotta: l’attenzione sulla sfera è massima. Bisogna essere pronti a diverse
soluzioni: tiri, cross, tiri-cross. La posizione in porta è sempre quella della
bisettrice tranne quando la palla è vicina alla linea fondamentale.
ZONA DI CROSS
Sguardo al portatore di palla e occhio (visione periferica) al centro del
campo a cogliere i movimenti degli avversari. La posizione del portiere è
pronta a difendere lo spazio.
Abbiamo detto dell’importanza che riveste la posizione che il portiere
assume sul campo in relazione alla palla, non solo quando questa è in
situazione di essere scagliata in porta ma anche e soprattutto quando
è giocata in zone meno “pericolose”. Ebbene, compito del portiere è
di cercare di “alzare” o “abbassare” il reparto difensivo secondo l’esigenza che il gioco richiede. Di conseguenza il suo piazzamento deve
essere attuato in base alla situazione tattica che si viene a creare.
Nell’intesa con i compagni, invece, il riconoscimento della posizione di
leader di reparto è di fondamentale importanza e permette all’estremo
difensore di essere “ascoltato” senza dubbi o incertezze. I movimenti
della propria difesa diventano così fondamentali per tamponare o
molte volte prevenire possibili pericoli alla propria porta. Infatti, i richiami del portiere non sono solo diretti al fine di informare i compagni cercando la chiusura per ostacolare o bloccare un tiro in porta.
Oppure per comunicare un’uscita sul pallone con segnale vocale univoEsercitazione 1
co e inconfondibile, o per informare il compagno di difesa di quello che
sta accadendo intorno a lui indirizzandolo per un possibile rinvio o per
un possibile passaggio all’indietro. I consigli e le indicazioni del portiere sono anche diretti a disporre correttamente gli uomini in zone del
campo diverse a quelle in cui si svolge l’azione ma che potrebbero, se
non coperte adeguatamente, portare a pericoli successivi. Ed anche a
guidare la squadra alla conquista del campo in occasione di rilanci o
d’intercettamento di palla.
Durante tutte queste situazioni le indicazioni del portiere devono essere tempestive, dirette ed essenziali per assicurarsi di poter arrivare in
Esercitazione 2
modo preciso alla squadra.
43
50 ANNI DEL CENTRO TECNICO DI COVERCIANO
UN EVVIVA DALL’EUROPA,
HANNO SCRITTO DI NOI
a cura della Redazione
44
I
cinquanta anni di vita del Centro Tecnico di Coverciano sono
stati ricordati anche fuori dai nostri confini con un risalto parti-
colarmente evidenziato in alcune specifiche pubblicazioni.
Riportiamo qui di seguito il rilievo dato a questo anniversario dal
mensile UEFAdirect (gennaio 2009) e dal bimestrale olandese
Soccer Coaching International (numero 31, febbraio-marzo 2009).
Gli articoli, tradotti dall’inglese, portano rispettivamente la firma
di Barbara Moschini e di Frank Dunne.
IL CENTRO TECNICO FEDERALE ITALIANO:
50 ANNI DI STORIA
di Barbara Moschini
ponenti della Commissione di controllo. A parlare di giustizia sportiva
sono intervenuti Maurizio Laudi, membro della Disciplinare della Uefa, e
Sergio Artico, Presidente della Commissione Disciplinare nazionale della
FIGC. A parlare di SLA e dell’impegno nella ricerca da parte del mondo
6 novembre 2008: Coverciano compie 50 anni. La Federcalcio festeggia il
del calcio è intervenuto il Prof. Paolo Zeppilli. Il designatore Collina ha
compleanno del Centro Tecnico durante tutto il mese di novembre.
difeso la classe arbitrale ed il suo operato. Il Capo della Polizia,
Il primo appuntamento, per celebrare la ricorrenza dei 50 anni
Manganelli ha portato alla luce nuove cifre confortanti per la lotta alla
dell’“Università” del calcio italiano, è stato di carattere internazionale: il
violenza fuori e dentro gli stadi. Il Presidente Federale Giancarlo Abete
Tep (Top executive Programme, la tavola rotonda svoltasi a Roma e a
ed il Presidente di Lega Antonio Matarrese hanno concluso i lavori por-
Firenze dal 4 al 7 novembre). Presidenti e Segretari Generali delle
tando il loro saluto, ringraziando il presidente Ussi, Luigi Ferrajolo.
Federazioni di calcio di Andorra, Armenia, Cipro, Repubblica Ceca, Grecia,
Lo scorso 17 novembre, l’anniversario di Coverciano è stato celebrato
Italia, Malta, Montenegro, San Marino e Spagna, capeggiati da una dele-
dalle autorità politiche locali. Nello stesso giorno l’Aula Magna del Centro
gazione Uefa composta dal Segretario Generale David Taylor e dai Vice-
Tecnico ha ospitato la cerimonia di consegna della “Panchina d’Oro”, un
Presidenti Thompson, Villar e Lefkaritis, si sono incontrati per un forum
riconoscimento che ogni anno viene conferito dagli allenatori di A e B al
informale. Nel Centro più famoso del settore gli invitati hanno potuto visi-
miglior tecnico della passata stagione. Quest’anno il premio è stato asse-
tare il Museo del Calcio, i campi e le strutture tecniche che si sono, nel
gnato all’ex allenatore dell’Inter Roberto Mancini; per la B la Panchina
corso di questo mezzo secolo, adeguate alle esigenze tecniche.
d’Argento è andata all’ex tecnico del Chievo Giuseppe Iachini. Per la Prima
A questo impegno di respiro internazionale, ha fatto seguito, dopo il
Divisione, la “Panchina d’Oro” è toccata all’ex tecnico del Sassuolo
successo della passata edizione, un’iniziativa congiunta di FIGC e Ussi
Massimiliano Allegri e quella d’Argento ad Alessandro Pane della
(Unione Stampa Sportiva Italiana) che hanno organizzato un seminario
Reggiana. Nell’Aula Magna del Centro Tecnico, il Presidente Federale
di aggiornamento professionale. 80 giornalisti sportivi provenienti da
Giancarlo Abete, il Commissario Tecnico Marcello Lippi ed il
tutta Italia si sono dati appuntamento per confrontarsi sul tema: “Il
Presidente del Settore Tecnico Azeglio Vicini, hanno assistito alla ceri-
Calcio e chi lo racconta”. In rappresentanza degli allenatori sono inter-
monia che ha visto Mancini succedere al detentore del Premio, Cesare
venuti Carlo Ancelotti e Renzo Ulivieri, mentre per i calciatori, Buffon e
Prandelli. Coverciano è stato, è, e speriamo sarà un punto di riferi-
Donadel hanno dato il loro contributo, sostenuti dalla presenza del Vice
mento per il calcio nel nostro Paese, ma soprattutto si auspica di ospi-
Presidente Demetrio Albertini. La verifica di carattere economico-finan-
tare sportivi di altre Federazioni per condividere conoscenza e passio-
ziario esercitata dalla Federazione sulle Società è stata chiarita dai com-
ne nei confronti di questo sport.
45
50 ANNI DEL CENTRO TECNICO DI COVERCIANO
46
COVERCIANO: CELEBRATI 50 ANNI DI ECCELLENZA
Andy Roxburgh, direttore tecnico della UEFA, parla del Centro
tecnico della Federazione Italiana Giuoco Calcio
di Frank Dunne
Se dovesse essere l’Inghilterra o l’Irlanda a vincere la Coppa del
Mondo 2010 in Sud Africa è assai probabile che verrà festeggiata in
un angolo tranquillo della Toscana come se dovesse essere stata
vinta dai predecessori, l’Italia. È stato a Coverciano, ai piedi
dell’Appennino, a pochi passi da Firenze, che Fabio Capello,
Giovanni Trapattoni e Marcello Lippi – commissari tecnici di tre squadre nazionali – hanno iniziato i loro percorsi tecnici che li hanno portati ai vertici della loro professione. A novembre dello scorso anno il
luogo del sapere – il Centro tecnico della Federazione Italiana
Giuoco Calcio – ha festeggiato il suo 50° compleanno.
Il Centro – che ha iniziato ad essere conosciuto con il nome del suo
quartiere, Coverciano – ha aperto le sue porte il 6 novembre 1958 e da
allora le sue qualifiche sono divenute obbligatorie in Italia per gli allenatori professionisti. La rigorosa preparazione fornita da Coverciano è
stata la piattaforma di lancio che ha permesso all’Italia di migliorarsi e
diventare una delle nazioni dominatrici del calcio europeo. L’Italia ha da
allora vinto due volte i Campionati del Mondo e un Campionato
Europeo, essendo stata altresì altre volte finalista in entrambe le competizioni. La squadra Under 21 si è aggiudicata ben cinque edizioni su
nove dei Campionati Europei e la squadra femminile Under 19 allenata da Corrado Corradini, è l’attuale Campionessa Europea.
Quando l’Italia sollevò al cielo la Coppa del Mondo in Spagna nel 1982,
uno degli assistenti (tutor) di Coverciano, Lelio Antoniotti, voltandosi
verso Andy Roxburgh, allora direttore tecnico della Federazione Calcio
della Scozia gli disse: “Non abbiamo vinto per caso, abbiamo vinto di
proposito”.
L’ex allenatore della Scozia, Roxburgh, attuale direttore tecnico della
UEFA, che ha lavorato come tutor a Coverciano negli anni ‘70, ha parlato al Soccer Coaching International di un luogo misto di nostalgia e
rispetto. “Uno dei miei studenti era un giovane, tale Arrigo Sacchi, di
cui nessuno a quell’epoca aveva sentito parlare. Mi ricordo una sessione di allenamento con lui basata sul pressing del calcio britannico. Non
c’è che dire: lui apprese bene la lezione e continuò migliorando sino a
portarlo ai massimi livelli sia con la squadra del Milan che con l’Italia”.
47
50 ANNI DEL CENTRO TECNICO DI COVERCIANO
Roxburgh, che ha fatto da tutor anche a Capello, ha detto: “Se pensi
ai ragazzi che sono usciti da qui – come Sacchi, Capello e Lippi – la
prima cosa che mi viene in mente è che tutti loro sono liberi pensatori.
Coverciano è un luogo che stimola a pensare”.
Coverciano è un luogo che può essere definito come l’Università del calcio, ma per Roxburgh sarebbe errato descriverlo come un centro accademico. “L’insegnamento è molto pratico, fuori dal campo. La potresti definire teoria applicata. Il corso copre tutte le basi ma il fatto che tutti si radunano in un unico centro è di vitale importanza perché favorisce lo scambio di idee: cosa stimolante ed eccitante per i giovani allenatori”.
Un lavoro di marca italiana, peraltro, che ha permesso che l’Italia ottenesse il quarto successo in Coppa del Mondo in Germania nel 2006: “Questo
è ciò che ho trovato veramente importante di Coverciano, lo scambio di
idee tra me e i miei colleghi. Possiamo parlare di tutto: psicologia, tattica,
metodi di allenamento. È stata una evoluzione costante che mi è stata
enormemente di aiuto. Ciò a cui penso di più e che maggiormente mi era
caro non è solo il corso in sé ma l’atmosfera che lo circondava, la sfida.
Coverciano non ti garantisce certezze, ti garantisce possibilità”. Tanto per
citarne una, la nomina di Capello come allenatore della nazionale inglese
dopo il fallimento della qualificazione per gli Europei 2008.
La creazione di Coverciano è stata la reazione ad una crisi. Sotto il leggendario commissario tecnico Vittorio Pozzo l’Italia vinse la Coppa del
Mondo nel 1934 e nel 1938 oltre alla medaglia d’oro Olimpica a
Berlino nel 1936. Nel 1949, mentre il calcio internazionale stava ritornando alla normalità dopo la guerra, un aereo che trasportava la squadra vinci tutto del Torino si schiantò sul lato di una collina a Superga, a
pochi passi da Torino, uccidendo 31 persone, compresi 10 giocatori
della squadra azzurra. L’impeto dell’Italia morì con loro. Alla finale della
Coppa del Mondo del 1950 e 1954 la squadra non riuscì ad andare
oltre il girone eliminatorio mentre nel 1958 non riuscì a qualificarsi neppure per la fase finale essendo stata eliminata dall’Irlanda del Nord.
Il Presidente della Federazione Italiana, Ottorino Barassi, dette le dimissioni e Bruno Zauli, segretario del Comitato Olimpico Italiano, fu nominato commissario straordinario. Nell’arco di un anno Zauli instaurò una
radicale trasformazione nel calcio italiano creando un campionato professionistico a 36 squadre, la Lega Calcio, partendo da un calcio semi
amatoriale e portando l’associazione arbitri sotto il controllo della
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Fabio Capello, commissario tecnico della nazionale inglese
Due sedute di allenamento presso il Centro Tecnico di Coverciano
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50 ANNI DEL CENTRO TECNICO DI COVERCIANO
Associazione Giuoco Calcio e creando due nuove sezioni: il Centro tecnico di Coverciano e il Settore giovanile e scolastico. I primi frutti di questa rivoluzione si ebbero 10 anni dopo quando l’Italia vinse il Campionato
Europeo in casa propria.
Diversamente dal precedente Centro inglese per eccellenza di Lilleshall,
che è stato abbandonato nel 1999, o dal centro francese altamente stimato di Clairefontaine, Coverciano non è un’accademia per giovani giocatori. È prima di tutto il posto dove vengono preparati gli allenatori.
Roxburgh crede che si sia intuita la necessità di un Centro di questo
genere prima di chiunque altro. L’Italia si era data un importante punto
di partenza.
“Il vantaggio che l’Italia aveva rispetto alle altre nazioni era che per lungo
tempo la figura dell’allenatore era stata vista come una figura professionale. Ci si aspettava di essere adeguatamente preparati e quindi di svolgere un apprendistato prima di poter eventualmente diventare un allenatore top. L’Italia e la Germania sono state le prime nazioni a pensarla
in questo modo. Per molti anni in Inghilterra è successo che famosi giocatori dopo aver appeso le scarpette al chiodo si ritenevano pronti per
allenare grandi squadre. In Inghilterra non c’era la cultura di prepararsi
per poter diventare allenatore. L’atteggiamento c’era, la qualifica (di allenatore) non era obbligatoria, quindi dov’è il problema?”.
Dal 2003 – dietro pressione UEFA – la qualifica è diventata obbligatoria
in Premier League, cosa che ha cambiato drasticamente la cultura degli
ex giocatori, secondo Roxburgh. “La nuova generazione di allenatori – i
Roy Keane – accettano il fatto che è necessario ottenere una licenza adeguata. Ma ciò che sta accadendo in Inghilterra è di gran lunga una reazione alla ledership della Uefa”.
L’Inghilterra vanta uno stadio nazionale da 1 miliardo di sterline ma non
ha un Centro tecnico. L’Italia non ha uno stadio nazionale – le partite
della nazionale vengono giocate negli stadi dei club lungo tutta la penisola – ma può vantare Coverciano da mezzo secolo. Se e quando la
Federazione inglese aprirà le porte del Centro tecnico in progetto a
Burton-on-Trent avremo la speranza che un giorno possa produrre un
allenatore inglese in grado di vincere la Coppa del Mondo, invece che
importarne uno dall’estero. Se la Federazione inglese sta ancora cercando il modo di come ottenere questo, lo si può trovare in un quieto angolo della Toscana.
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Foto SABE