misura delle proprietà spettrofotometriche dell`acqua
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misura delle proprietà spettrofotometriche dell`acqua
MISURA DELLE PROPRIETÀ SPETTROFOTOMETRICHE DELL’ACQUA SOTTOPOSTA AD ULTRASUONI E VARIAZIONI DELLA TEMPERATURA G. Moncada Lo Giudice (*) ,F. Rossi (**), U. Di Matteo (***) 1. Introduzione Lo scopo della ricerca è lo studio delle proprietà spettrofotometriche dell’acqua sottoposta ad ultrasuoni al variare della temperatura e della frequenza degli ultrasuoni stessi. In particolare, è stato misurato l’andamento del coefficiente di assorbimento dell’acqua, individuando il valore della temperatura e della frequenza degli ultrasuoni per i quali l’assorbimento è massimo nello spettro visibile. Allo scopo, è stato realizzato in laboratorio un apparato sperimentale che può essere inserito all’interno di uno spettrofotometro e consente di regolare la temperatura del campione d’acqua in prova e la frequenza della sollecitazione meccanica. E’ stato osservato un rilevante incremento del coefficiente di assorbimento dell’acqua nello spettro del visibile quando la frequenza degli ultrasuoni è pari a 30Khz e per una temperatura dell’acqua di circa 80°C. Tale comportamento può essere convenientemente sfruttato per la produzione di idrogeno: infatti la molecola dell’acqua può essere dissociata mediante l’effetto combinato della fotolisi (energia solare) e della sonolisi (ultrasuoni): la sola luce del sole (all’interno dell’atmosfera terrestre), infatti, non possiede livelli di energia sufficienti per dissociare, in modo permanente, la molecola dell’acqua. 2. Apparato sperimentale L’apparato sperimentale è così costituito: la cella di misura, che contiene il campione di acqua in prova, è in Suprasil (quarzo sintetico ad alta purezza ed omogeneità), trasparente nell’intervallo di lunghezze d’onda da 200 a 2500nm. La cella è ancorata in un portacella metallico la cui temperatura può essere opportunamente variata mediante una pompa di calore ad effetto Peltier (modello CP-2127-06L prodotta dalla Melcor), regolata attraverso un termostato elettronico digitale. Questo strumento rileva la temperatura dell’acqua all’interno della cella mediante un termoresistore PT100 e, in base al valore misurato dalla sonda termica, interviene sull’alternatore che alimenta la pompa di calore ad effetto Peltier. Sulle pareti esterne della cella di misura, sono installati quattro attuatori piezoelettrici in grado di indurre ultrasuoni nel campione di acqua. La configurazione con quattro attuatori piezoelettrici è stato dimostrato essere quella che consente il massimo trasferimento di energia meccanica all’acqua. Gli attuatori piezoelettrici sono realizzati in una mescola ceramica SONOXP4, caratterizzata da elevati valori dei fattori d’accoppiamento, da una eccellente stabilità meccanica e che consente ampiezze di oscillazione elevate. Gli attuatori sono alimentati da un amplificatore di potenza (modello 603-1-H-CE prodotto dalla Trek), la cui frequenza può essere opportunamente variata. Il sistema ha dimensioni tali da poter essere inserito all’interno dello spettrofotometro (modello Cary 2300 prodotto dalla Varian), in modo che il cammino ottico del fascio luminoso possa attraversare indisturbato la cella di misura. Lo spettrofotometro è stato utilizzato per valutare le proprietà spettrofotometriche dell’acqua nell’intervallo di lunghezze d’onda comprese tra (*) Gino Moncada Lo Giudice, Dipartimento di Fisica Tecnica Università “La Sapienza” di Roma. Federico Rossi, Dipartimento di Ingegneria Industriale, Università degli Studi di Perugia. (***) Umberto Di Matteo, Ministero dell’Ambiente. (**) 185 ed 1200nm, impiegando due tipi di sorgenti di radiazioni e due diversi sensori. Nel caso specifico, è utilizzata una lampada al deuterio nell'intervallo di lunghezze d’onda 185nm ÷ 340nm, una lampada al tungsteno/alogeno nell'intervallo 340nm ÷ 1200nm [1]. Il portacella è dotato di un sistema di smaltimento del calore ad acqua in circolazione forzata, che garantisce ottimali condizioni di lavoro ai sensori moltiplicatori dello spettrofotometro. In figura 1 è riportata la fotografia e lo schema progettuale dell’apparato sperimentale realizzato in laboratorio. Fig. 1: fotografia e schema dell’apparato sperimentale 3. Metodo di misura E’ stata condotta una campagna di misure fotometriche nell’intervallo di lunghezze d’onda comprese tra 185 ed 1200nm su un campione di acqua bidistillata di volume 25 cm3, contenuto all’interno della suddetta cella di misura. Una prima misura è stata condotta con la cella di misura priva di acqua in modo tale da tarare il sistema di misura. Le successive misure sono state eseguite per diversi valori della temperatura del campione di acqua in prova, partendo dalla temperatura iniziale di 30°C e incrementando di volta in volta la temperatura di 5°C, fino a raggiungere il valore limite superiore fissato a 80°C. Per ciascun valore della temperatura, sono state indotte nel campione ultrasuoni di diversa frequenza, incrementata di volta in volta di 5KHz nell’intervallo da 15KHz a 100KHz. Per ogni misura effettuata, è stata valutata la potenza elettrica assorbita dagli attuatori piezoelettrici, moltiplicando la quale per un fattore di conversione noto è possibile ricavare la potenza meccanica fornita al campione di acqua. In corrispondenza dell’intervallo di frequenze da 20KHz a 30KHz, la campagna di misure è stata ripetuta incrementando di volta in volta la frequenza delle vibrazioni meccaniche di 1KHz. Quest’ultima serie di misure ha permesso di individuare, al variare della temperatura, la frequenza della sollecitazione meccanica per la quale si verifica il fenomeno della cavitazione, fenomeno al quale è associato un notevole aumento delle proprietà assorbenti dell’acqua. Infine, una seconda serie di misure è stata effettuata mettendo in soluzione il campione di acqua bidistillata con ossido di Titanio (TiO2) al fine di verificare la modifica delle proprietà spettrofotometriche dell’acqua bidistillata in soluzione. 4. Risultati La misura dello spettro di trasmissione dell’acqua bidistillata a temperatura ambiente mostra un valore circa costante pari a 0.9 nello spettro visibile. Prove successive sono state effettuate aumentando di volta in volta la temperatura dell’acqua di 5°C fino al raggiungimento della temperatura di 80°C. In Fig.2 sono riportati gli andamenti della trasmittanza dell’acqua alle temperature di 30, 40, 50, 60, 70, 80°C. Valori elevati della temperatura, anche se in maniera modesta, favoriscono un aumento di assorbimento su quasi tutto l’intervallo di lunghezze d’onda indagato. In Fig.2 è altresì riportato l’andamento del coefficiente di trasmissione dell’acqua sottoposta ad ultrasuoni alla frequenza di 30Khz e potenza di 2W (potenza elettrica assorbita dagli attuatori piezoelettrici) al variare della temperatura. E’ stato osservato che la frequenza di 30Khz è quella che produce i maggiori effetti. Gli ultrasuoni determinano una diminuzione del coefficiente di trasmissione con conseguente incremento dell’energia assorbita da parte dell’acqua in tutto lo spettro visibile. Gli ultrasuoni determinano inoltre una più marcata dipendenza del coefficiente di trasmissione dalla temperatura. Tale effetto è dovuto, probabilmente, alla presenza di fenomeni di cavitazione che sono causati dagli ultrasuoni e favoriti dalla presenza di bolle di gas all’interno del liquido; la formazione di bolle è, a sua volta, favorita da valori elevati della temperatura. 100 90 Trasmittanza (%) 80 T [°C] 70 60 50 40 30 T [°C] 20 10 0 185 285 385 485 585 685 785 nm acqua a 30°C acqua a 40°C acqua a 50°C acqua a 60°C acqua a 70°C acqua a 80°C 30°C con ultrasuoni a 30 KHz 40°C con ultrasuoni a 30 KHz 50°C con ultrasuoni a 30 KHz 60°C con ultrasuoni a 30 KHz 70°C con ultrasuoni a 30 KHz 80°C con ultrasuoni a 30 KHz Fig. 2: trasmittanza dell’acqua al variare della temperatura. 5. Conclusioni Sono state effettuate misure delle proprietà spettrofotometriche dell’acqua al variare di temperatura e frequenza di una sollecitazione prodotta da ultrasuoni. Utilizzando un apparato sperimentale, appositamente realizzato, si è verificato che un aumento della temperatura da 30°C a 80°C favorisce, solo in maniera modesta, l’assorbimento dell’energia solare da parte dell’acqua. E’ stato osservato, inoltre, che sollecitando l’acqua con ultrasuoni alla frequenza di 30Khz, si introducono nuove bande di assorbimento in corrispondenza delle lunghezze d’onda dello spettro visibile. Una possibile applicazione di tale risultato è lo sfruttamento dell’energia solare, combinata con l’effetto degli ultrasuoni, per la produzione dell’idrogeno; gli ultrasuoni, infatti, determinano un maggior assorbimento dell’energia solare da parte dell’acqua che, per opportuni valori di irradiazione e di temperatura, può consentire la dissociazione della stessa molecola dell’acqua e la conseguente produzione di idrogeno. E’ già in fase di progettazione un particolare pannello solare per la produzione dell’idrogeno, il cui funzionamento si basa sui principi di captazione tradizionali accoppiati ad un dispositivo di sollecitazione ad ultrasuoni. Le prime previsioni teoriche di funzionamento del pannello sono incoraggianti. 6. Bibliografia [1] “Cary 2300 and Cary 2400 UV-Visible-NIR Spectrophotometers”, Operation Manual, Varian; [2] M. Becucci, S. Cavalieri, R. Eramo, L. Fini, M. Materazzi: “Raman spectroscopy for water temperature sensing”, Laser Physics 9, 1999, 422-425; [3] N. V. Dezhkunov: “Dependence on Temperature of Multibubble Sonoluminescence Intensity”, ICA 2001, Rome; [4] K. Yasui: “Temperatures in Multibubble Sonoluminescence”, ICA 2001, Rome; [5] G.C. Pimental, A.L. McClellan: “The Hydrogen Bond”, 1960, Freeman, San Francisco; [6] K. Buijs, G.R. Choppin: “Near Infrared Studies of the structure of water. I: Pure water”, J Chem Phys 39 (8), 2035-2041, 1963.