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COMUNICATO STAMPA
Le dieci meraviglie, i gioielli
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Collana in oro, argento e pietre preziose (rubini, smeraldi, brillanti…) di Michele Dato (più
aggiunte fino al 1879). L’opera, realizzata nel 1679, fu commissionata dalla Deputazione
della Cappella del Tesoro di San Gennaro per il busto Reliquiario del Santo. Per la
realizzazione della Collana, caratterizzata da maglie ovali dette anche “tosoni” e “gigli”, la
Deputazione destinò alcune della gioie del Tesoro (gioiello di diamanti e rubini e uno
smeraldo donato dal Vicerè Duca di Osona, una collana d’oro con rubino donato in segno
di devozione dalla Gran Corte della Vicaria e altro) oltre ad altre gioie acquistate per
l’occasione. Dal 1679 al 1879, anno del suo assesto definitivo, alla collana si sono aggiunte
numerose “gioie” donate da Sovrani, Pontefici e devoti.
“Grande assemblaggio di gioielli di diversa fattura e datazione, accomunati però dal grande
pregio e da provenienze illustri”.
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Croce in argento e coralli (1707). Dono della famiglia Spera. Esemplare significativo che
testimonia la grande diffusione che ebbe a Napoli in epoca barocca l’uso del corallo
accostato all’argento, sia in ambito laico che religioso, com’è riscontrabile dagli inventari di
famiglie nobili ed istituti religiosi, che annoverano numerosi oggetti in argento e corallo,
oggi purtroppo in gran parte perduti. Il basamento della croce, in lamina sbalzata, reca
un’iscrizione che corre lungo tutta la fascia di base e prosegue sul retro.
Al centro lo stemma della famiglia Spera, che ha donato l’oggetto, circondato da una
decorazione a volute e sormontato da un piccolo busto di San Gennaro a getto. Sulla base
poggiano due putti fusi in lega d’argento, realizzati in epoca successiva.
La croce mostra una delicata decorazione ad incisione di motivi vegetali su recto e verso. La
decorazione in coralli ricopre, seguendone perimetro e disegno, la base e la
croce, che presenta anche applicazioni di coralli singoli, più fitti, invece, al termine di bracci
e nei raggi della croce, dove sono applicati a filigrana.
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Mitra in oro rubini, smeraldi e brillanti realizzata dall’orafo Matteo Treglia (1713) Così
come per la Collana, anche la preziosa Mitra, caratterizzata dalle classiche “infule”, fu
commissionata dalla Deputazione della Cappella del Tesoro di San Gennaro per il Busto
Reliquiario del Santo, a sostituzione di quella precedente (composta di perle e pietre
preziose). Anche per quest’opera, la Deputazione destinò alcune della gioie del Tesoro,
aggiungendo a queste altre gioie acquistate, per l’occasione, con le offerte del Clero, del
popolo e degli artigiani dell’epoca.
“La vivace cromia della mitra è ulteriormente enfatizzata dall’uso di dorature matte e
lucide sulle lastre d’argento che costituiscono il fondo”
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Calice in oro, rubini, smeraldi, brillanti dell’orafo di corte Michele Lofrano (1761)
Museo - Via Duomo, 149 – 80132 Napoli – Tel. 081 294980 e-mail: [email protected]
commissionato da Ferdinando di Borbone, e realizzato dal gioielliere Michele Lofrano nel
1761. Il Calice, donato dal giovanissimo Sovrano alla Cappella del Tesoro di San Gennaro in
segno di devozione al Santo Patrono, è datato e firmato per esteso dall’autore che,
nominato Console dell’arte degli orafi nel 1753, è stato per circa cinquant’ anni gioielliere
di Corte per la Casa Reale.
“Pezzo straordinario non solo per la caratura dell’oro e per la profusione delle pietre
preziose utilizzate, per l’impiego – nel monogramma coronato del sovrano posto al di sotto
della base – degli smalti traslucidi, ma anche – e soprattutto – per l’eleganza della forma,
per la perfezione esecutiva, ben evidente anche nei medaglioni con Storie della Passione
della coppa, del fusto e della base, il calice di Lofrano si attesta come uno dei capolavori
dell’oreficeria italiana del settecento”
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Ostensorio in argento e rubini (1808) dono di Gioacchino Murat. L’ostensorio mostra una
decorazione piuttosto ricca che si sviluppa su più piani sovrapposti, a partire dalla base di
forma circolare che poggia su piedini a volute ed è ornata da putti e festoni; più in alto, un
globo stellato con una fascia zodiacale e testine di putti, sormontato da due angeli che
reggono un cuore spinato; in alto, la custodia per l’ostia è circondata da una gloria di angeli
tra tralci di vite e nuvole e da una raggiera, sormontati da una croce. Venne donato come
atto di devozione al santo patrono da Gioacchino Murat al suo arrivo in città su
suggerimento di Napoleone ed è uno dei rari casi in cui Napoleone non abbia saccheggiato,
ma donato.
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Pisside gemmata in oro, rubini, zaffiri, smeraldi e brillanti (1831) donata da Re Ferdinando
II. “Una Pisside di oro, di sublime qualità, gemmata: dono del Re Ferdinando II nel Gennaio
1831.
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Ostensorio in oro, pietre preziose, perline, smalti. (1837) Splendido esempio di ripresa di
modelli barocchi in un oggetto dai caratteri ormai neoclassici, lo schema di questo pezzo è
perfettamente assimilabile a quello dell’ostensorio donato al Tesoro da Gioacchino Murat
una trentina di anni prima, anch’esso impreziosito da gemme; se ne differenzia soltanto
per una maggiore inserzione di elementi floreali e pietre preziose e per il motivo a fascio di
spighe posto in alto, a coronamento della raggiera.
L’ostensorio venne donato da Maria Teresa d’Austria in occasione delle sue nozze con
Ferdinando II.
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Calice in oro zecchino (1849) donato da Papa Pio IX nel 1849 per
ringraziare i napoletani dopo essere stato ospitato in asilo a causa dei
moti mazziniani di Roma. E’ uno dei pochi di manifattura non
napoletana essendo stato realizzato dall’orafo Valadier a Roma.
Museo - Via Duomo, 149 – 80132 Napoli – Tel. 081 294980 e-mail: [email protected]
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Croce episcopale in oro, smeraldi e brillanti. (1878) Donata da Re Umberto I e Margherita
di Savoia il 23 novembre 1878 Il Re e la Regina d’Italia Umberto I e Margherita di Savoia, il
23 novembre 1878, nella prima visita a Napoli dopo la loro assunzione al trono, resero
omaggio al Santo Patrono della Città donando alla Cappella del Tesoro una croce in
lapislazzuli e pietre preziose con laccio d’oro
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Pisside in oro corallo e malachite (1931) realizzata dalla famosa famiglia Asdcione di torre
del Greco e donata da Umberto di Savoia il 5 novembre 1931 quando si trasferi con la
moglie Jose a Napoli
Tutti i capolavori che dall’8 aprile verranno esposti nel Museo del Tesoro
di San Gennaro, saranno accompagnati dai documenti originali dell’
Archivio storico della Cappella di San Gennaro. Rare pergamene che
testimoniano non solo i contratti e le commissioni con i relativi
pagamenti, ma anche i rari bozzetti delle opere realizzati dagli artisti con
i materiali utilizzati e le antiche bolle pontificie con il diritto di
fondazione attribuito alla Deputazione della Cappella di San Gennaro.
Ufficio Comunicazione
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