Marco Strano il riposo del guerriero_combat Psychology 2012
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Marco Strano il riposo del guerriero_combat Psychology 2012
POLICE FORCE COMBAT PSYCHOLOGY POLICE FORCE COMBAT PSYCHOLOGY POLICE FORCE COMBAT PSYCHOLOGY POLICE FOR L’essere umano, così come la maggior parte degli esseri viventi, è stato progettato per dormire di notte e lavorare di giorno. Ci sono in realtà alcuni animali, come i predatori notturni, che sono invece stati progettati per operare di notte. Ma non è il caso dell’uomo, animale diurno per eccellenza. Purtroppo nella forze armate le attività procedono per tutto l’arco delle 24 ore e c’è necessità di un gruppo di persone che, violentando quanto determinato dalla natura, alterano un ciclo fisiologico per garantire delle attività fondamentali. Le chiamano “categorie che svolgono lavoro professionale notturno”. Sentinelle, piantoni, personale delle volanti, pattugliatori, centralinisti, ecc. IL RIPOSO DEL GUERRIERO di Marco Strano Il sonno rappresenta quindi un’attività imprescindibile della fisiologia umana, fondamentale per il corretto funzionamento dell’organismo. Il ciclo sonno-veglia è regolato da un orologio biologico interno secondo un ritmo ben preciso (ritmo circadiano), influenzato da fattori esterni quali l’alternarsi della luce e del buio, il riposo e l’attività. Fisiologicamente le ore di massima tendenza al sonno si hanno tra le 23 e le 6 del mattino e tra le 14 e le 16. E’ possibile ridurre temporaneamente con degli stratagemmi i sintomi della carenza di sonno ma non l’esigenza di tale attività. La deprivazione di sonno, ovvero la fruizione di un numero di ore di sonno insufficienti rispetto all’esigenza dell’organismo, può infatti provocare gravi disturbi. L’organismo comincia ad inviare messaggi sempre più forti al “proprietario del corpo”, prima con attacchi di sonno ingovernabili, poi con un malessere diffuso. Se non vengono assecondati tali messaggi iniziano i disturbi che partono da sintomi fisici (es. giramenti di testa) fino a sintomi psichiatrici gravi, come l’alterazione del tono dell’umore e a volte allucinazioni, derealizzazione e altre alterazioni della coscienza. Studi interessanti di cronobiologia hanno individuato per gli addetti ai turni notturni un incremento dei livelli plasmatici di cortisolo, che si traduce in maggior incidenza di patologie psichiche, gastro-intestinali e associati disturbi della risposta del sistema immunitario. A lungo andare la deprivazione di sonno conduce a sintomi fisici gravi come lo svenimento e sul versante psicologico a quadri psicotici gravi (l’anticamera della follia). Insomma le persone devono assolutamente dormire. I turni di guardia notturni La soluzione organizzativa per assecondare le esigenze di attività professionale senza soluzione di continuità, è quella di organizzare il lavoro in turni. Una notte di lavoro viene normalmente seguita da due giornate intere di riposo (con una notte di mezzo). Il lavoro a turni ingerisce però comunque pesantemente sull’orologio biologico. Ampia letteratura scientifica indica che i lavoratori dei turni di notte presentano sovente una serie di sintomi fisici e psicologici tra cui una sonnolenza improvvisa e diffusa, senso di Marco Strano Direttore Tecnico Capo (Psicologo) della Polizia di Stato, Dirigente Nazionale dell’UGL Polizia e Direttore scientifico dell’ICAA (www.criminologia.org) stanchezza e uno scadimento generale delle prestazioni psicofisiche, specialmente nelle ultime ore della notte, solitamente dalle 3 alle 5. Tra le prestazioni psicologiche che si deteriorano si segnalano: • i processi percettivi (visione, ascolto ecc.); • i processi cognitivi e di elaborazione del pensiero; • i processi di memoria a breve e lungo termine. Tra i sintomi descritti in soggetti che sono costretti a turni di notte e quindi a una privazione di sonno, c’è inoltre quello dei lapses, che sono caratterizzati da piccoli episodi di interruzione del livello di vigilanza da svegli. I lapses sono veri e propri microsonni, che tendono a diventare più frequenti e più lunghi man mano che la privazione di sonno si protrae nel tempo. Quando ci si risveglia da uno di questi microsonni, si può scoprire di non ricordare assolutamente ciò che si è verifìcato poco prima, di avere cioè una piccola amnesia. Un esame elettroencefalografico evidenzia inoltre una netta riduzione dell’attività di fondo del ritmo alfa, con un tracciato molto simile a quello che si rileva dopo un’intossicazione alcolica. La pericolosità dei microsonni incontrollabili è legata soprattutto allo svolgimento di compiti pericolosi (guidare la macchina, controllare un sistema di armamento, stazionare in luoghi pericolosi, ecc.). In alcune categorie professionali soggette a turni notturni è stato inoltre individuato un disturbo chiamato paralisi del turno di notte (studiato particolarmente sugli infermieri ma presente in diverse categorie di turnisti), che rende il soggetto incapace di rispondere a uno stimolo abituale, pur essendo sveglio e cosciente. La problematica è stata sottolineata anche in occasione di gravi incidenti notturni a reattori nucleari tra cui quelli di Chernobyl e di Three Miles Island, dove il segnale acustico di emergenza emesso dal sistema elettronico di controllo non è stato percepito dal personale di turno anche se perfettamente addestrato. Il lavoro a turni implica infine numerosi riflessi negativi sulla qualità della vita, sia dal punto di vista fisico che relazionale. I turnisti sono più soggetti a malattie cardiovascolari, gastriti e disturbi intestinali e sono in genere più irritabili, hanno maggiori difficoltà nelle relazioni sociali. TNM ••• 089 POLICE FORCE COMBAT PSYCHOLOGY POLICE FORCE COMBAT PSYCHOLOGY POLICE FORCE COMBAT PSYCHOLOGY POLICE FOR Turni notturni e attività di security Gli operatori di polizia e i militari sono tra quei lavoratori che storicamente sono sempre stati impegnati in turni notturni. Addormentarsi durante il lavoro notturno costituisce negli ambienti militari e di polizia un comportamento disfunzionale e assai riprovevole poiché mette in crisi una delle dimensioni fondamentali di tali organizzazioni: la sicurezza. In tempo di guerra tale azione è punita addirittura con la morte. In tempo di pace la sanzione prevista è comunque molto dura. Addormentarsi vuol dire interrompere un’azione vitale di controllo sulla comunità e sul gruppo di operatori. D’altra parte coloro che svolgono attività notturna devono combattere con il sonno e spesso non riescono a vincerlo. Un piccolo problema di digestione, un imprevisto che ha impedito il riposo nei giorni precedenti al turno notturno possono rendere impossibile lo svolgimento di un’attività notturna continuativa di 6-7 ore senza la presenza di microsonni improvvisi che interrompono momentaneamente l’efficienza dl servizio operativo. Lo scrivente, a parte la cultura specifica acquisita con gli studi di settore, ha svolto nella sua carriera professionale innumerevoli servizi notturni acquisendo una grande esperienza personale. Nel corso di attività investigativa con lunghi e ripetuti appostamenti notturni della durata di diversi giorni mi è capitato diverse volte di passare dalla veglia al sonno senza accorgermene. Senza in pratica avvertire il torpore salire progressivamente (su cui si può tentare di intervenire). In questo la presenza del collega vicino che si rende conto del tuo “mancamento” e ti sveglia prontamente è una circostanza fondamentale.Ovviamente i turnisti con gli anni imparano ad adattarsi all’esigenza di non dormire, con degli stratagemmi personali. Mangiare cibi dolci, fare microsonni controllati dal collega vicino nelle fasi di maggior stimolazione al sonno. Tali stratagemmi sono stati studiati da psicologi di tutto il mondo che li hanno inseriti come sistemi “istituzionali” per migliorare la qualità dei servizi svolti nel corso di turni di notte. Alcune aziende giapponesi d’avanguardia prevedono ad esempio per i turnisti notturni dei pasti calorici durante il turno e lo svolgimento di 2 brevi riposini di 15-30 minuti. Molti personaggi famosi, costretti a lavorare anche di notte come Thomas Edison, Benjamin Franklin, Napoleone e Leonardo, praticavano una modalità di sonno polifasico, in pratica si concedevano durante la giornata molti microsonni, della durata di 5-15 minuti. Può essere questa una soluzione ma ovviamente solo per brevi periodi (es. una missione operativa molto intensa della durata di qualche settimana). Anche i comandanti militari e i dirigenti di polizia hanno sviluppato negli anni delle tecniche di governo del personale per risolvere, al di la dell’applicazione rigida dei regolamenti disciplinari, le problematiche di riduzione dell’efficienza per problemi di sonno. Le frequenti ispezioni sul luogo di servizio, la predisposizione di condizioni di sicurezza per il personale che necessita di una breve pausa di riposo, il controllo delle condizioni di salute dei dipendenti sono alcune delle strategie comunemente adottate. In linea di massima, negare questa problematica combattendola solo con la deterrenza della punizione e non con delle soluzioni organizzative appare oramai come un approccio anacronistico alla questione. Ad esempio appare a mio avviso importante verificare, anche entrando un po, se necessario, nella vita privata dell’operatore, se si sono verificate delle circostanze particolari che hanno impedito la giusta quantità di riposo nelle ore antecedenti al turno notturno. Militari e poliziotti divenuti da poco padri o madri (alle prese con un bimbo appena nato), o che stanno assistendo parenti ricoverati in ospedale, e che quindi non riescono a compensare il sonno perduto dovrebbero essere particolarmente seguiti ed aiutati con soluzioni individuali. Va da se, che personale in età matura e con alle spalle un numero di anni di servizio oggettivamente logorante (turni notturni, stress psico-fisico, ecc.) presenta statisticamente una maggiore vulnerabilità agli stati di malessere fisico e in generale una minore resistenza alle sollecitazioni tipiche del lavoro notturno, che possono essere ampiamente documentate e quindi oggettivate dalla letteratura specialistica in materia. Preparazione specifica al lavoro notturno Sono stati sviluppati moderni modelli organizzativi del lavoro che tengono conto degli studi scientifici sul sonno al fine di sviluppare migliore capacita fisica di supporto ai lavoratori turnisti. Per prima cosa sarebbe necessario adottare un sistema di turno regolare e a rotazione veloce che sembra determinare minori alterazioni del ritmo sonno\veglia. I lavoratori sottoposti ad un turno irregolare mostrano infatti alte incidenze di affaticamento, nervosismo, maggiori incidenti sul lavoro e in generale un minore adattamento alla vita. La rotazione dei turni dovrebbe inoltre seguire il senso orario (mattino, pomeriggio, notte) in questo modo si è dimostrata una maggior adattabilità psico fisica. In generale, infine, sarebbe da evitare di sottoporre un soggetto a più di cinque anni di lavoro turnista continuativi. Ma le soluzioni sono legate anche alla responsabilità e all’iniziativa del singolo operatore. In molti contesti lavorativi vengono infatti divulgati tra i lavoratori dei consigli per il contenimento individuale dello stress da turni di notte. Il documento: “Lavoro a turni e notturno: strategie e consigli per la salute e sicurezza. Una guida per i datori di lavoro, le lavoratrici e i lavoratori” fornisce ad esempio alcuni consigli: • è bene, prima del turno, cominciare la giornata con un po’ di esercizio fisico; TNM ••• 091 POLICE FORCE COMBAT PSYCHOLOGY POLICE FORCE COMBAT PSYCHOLOGY POLICE FORCE COMBAT PSYCHOLOGY POLICE FOR • un sonno di 2-4 ore prima della prima notte di turno può aiutare l’organismo ad abituarsi ed è consigliabile consumare il pasto principale dopo il periodo di sonno diurno, ad esempio prima del turno; • è importante proteggere le ore di sonno di un turnista per poter godere di un sonno effettivamente ristoratore (far conoscere alla famiglia il programma dei turni e delle ore di riposo; mantenere gli orari del sonno regolari; dormire in una stanza fresca, buia e silenziosa; diminuire i rumori esterni con tende o tapparelle pesanti, doppi vetri o usando tappi auricolari di tipo leggero); • è utile, per il benessere psicofisico, mantenere buoni rapporti sociali, cosa non facile quando si lavora mentre gli altri dormono e viceversa. A questo proposito si consiglia di trovare il tempo per parlare con gli amici, con i familiari,…; • una dieta sana è un buon consiglio per tutti ma in particolar modo per coloro che sono soggetti a turni di lavoro inusuali. È utile assumere pasti regolari con una dieta equilibrata, fare un pasto leggero a metà del turno di notte, verso la fine del turno consumare piccole porzioni di cibo… • può essere utile bere bevande contenenti una modesta quantità di caffeina prima del turno o nelle prime ore evitando, invece, di assumerla prima di andare a letto quando si è a riposo; • evitare di lasciare i compiti più noiosi e ripetitivi per la fine del turno, quando si è più assonnati; • se possibile prendersi brevi pause lungo tutto il turno: magari muovendosi, facendo una camminata o andando nella sala ristoro. Ai consigli “istituzionali” si sommano poi le indicazioni scaturite dall’esperienza di poliziotti e militari che per anni hanno lavorato di notte. Alcuni lavoratori turnisti suggeriscono ad esempio due “sistemi” fondamentali di resistenza a questo stress bio-psico-fisico: • il giorno del turno di notte consumare un solo pasto (che raggruppa pranzo e cena) verso la metà inoltrata del pomeriggio; • non eccedere nel sonno alla mattina dello smonto notte (non arrivare mai al di la di mezzogiorno) per mantenere una buona possibilità di addormentarsi poi la sera. Ci sono infine alcune abitudini comportamentali errate quali il consumo eccessivo di caffeina, vitamina C, alcool, nicotina, l’uso-abuso di farmaci ipnotici, che incidono pesantemente sulla capacità di affrontare un turno di notte. L’operatore che svolge tale attività dovrebbe quindi rendersi conto primariamente che il mantenimento di una buona condizione psicofisica è fondamentale per affrontare il servizio in orario notturno senza mettere a repentaglio la sua salute e le esigenze di sicurezza della sua organizzazione, compensando con adeguato riposo, e adottando uno stile di vita adeguato a un compito professionale particolarmente gravoso. TNM ••• 092 TNM ••• 093