Il codice deontologico e il sistema di
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Il codice deontologico e il sistema di
IL CODICE DEONTOLOGICO E IL SISTEMA DI RESPONSABILITÀ PROFESSIONALI DELL’ASSISTENTE SOCIALE Gloria Pieroni CODICE DEONTOLOGICO E RESPONSABILITA’ IL CONCETTO DI RESPONSABILITA’ RESPONSABILITÀ È UNA PAROLA IMPEGNATIVA, IL CUI USO RICHIEDE DISCERNIMENTO DELLE SUE IMPLICAZIONI parlare di responsabilità significa fare riferimento alla consapevolezza della natura degli atti e delle scelte compiute e delle conseguenze, morali e giuridiche, nei confronti di se stessi e degli altri, derivanti da tali atti e scelte. Responsabilità considerata nel suo duplice significato di «rendere conto» e «rendersi conto» dei doveri assunti Due parole chiave: 1. 2. RESPONSABILITA’ CONSAPEVOLEZZA Diomede Canevini M., “Riflessioni intorno alle responsabilità professionali” in Studi Zancan n. 3/2008, pag. 70 CODICE DEONTOLOGICO E RESPONSABILITA’ CONTESTO ORGANIZZATIVO IN CUI SONO INSERITI GLI ASSISTENTI SOCIALI •Assistenti sociali inseriti nella Pubblica Amministrazione (stessa responsabilità per as in terzo settore/privato se gestori di servizio per conto soggetto pubblico) •AS DIPENDENTI PUBBLICI - LORO DOVERI E LE CONNESSE RESPONSABILITÀ: • Costituzione (art 98 – fedeltà alla nazione e 97 imparzialità e buon andamento – art 28 resp. penali, civili, amministrative per atti in violazione diritti) • Codice civile (diligenza, fedeltà, sanzioni disciplinari artt. 2104/2106) • Codice penale • CCNL (ad es per quanto riguarda le sanzioni disciplinari) • Codice di comportamento dei dipendenti delle PA Art 53 dlg 165/2001 Norme generali sull'ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche« (cumulo d’impieghi) • legge 4 marzo 2009, n. 15 (riforma Brunetta) e decreto attuativo 27 ottobre 2009, n. 150 • Leggi di settore (T.U. 309/1990 – L. 354/1975 – DPR 448/1988 – L 328/2000…) Queste norme, in particolare le leggi di settore, costituiscono il Mandato Istituzionale dell’assistente sociale La responsabilità del dipendente pubblico 1 LA RESPONSABILITA’ PENALE Si ha quando la trasgressione dei doveri di ufficio integra una fattispecie di reato. LA RESPONSABILITA’ CIVILE consiste nel sopportare le conseguenze di un comportamento illecito che abbia causato un danno ingiusto. La persona che lo ha causato è tenuta a risarcire la parte lesa. 2 3 LA RESPONSABILITA’ AMMINISTRATIVA Si ha quando il danno è cagionato direttamente o indirettamente all’ente di appartenenza dal dipendente pubblico nell’espletamento delle proprie funzioni per violazione dolosa o gravemente colposa degli obblighi di servizio. 4 LA RESPONSABILITA’ DISCIPLINARE E’ quella forma di responsabilità in cui incorre il lavoratore pubblico o privato che non osserva obblighi contrattualmente assunti (CCNL, C. soggettivo) sanzioni espulsive (licenziamento) o conservative (richiamo, sospensione dal servizio e dalla retribuzione) CODICE DEONTOLOGICO E RESPONSABILITA’ IL MANDATO PROFESSIONALE DELL’ASSISTENTE SOCIALE Il mandato professionale deriva dal tessuto etico-deontologico e metodologico della professione Codice deontologico è costituito dai Principi e dalle regole che gli assistenti sociali devono osservare e far osservare nell’esercizio della professione che orientano le diverse scelte di comportamento nei diversi livelli di responsabilità in cui operano (art. 1 C.D.) Il nostro Codice è fondato su principi etici, cioè sui valori su cui la professione si fonda, primo fra tutti il valore esplicitato della persona Dal Codice emerge chiaramente che la professione si pone al servizio del bene comune, collocando al centro dell’intervento la persona e il comportamento professionale deve avere come scopo prioritario l’interesse e la tutela dei diritti dell’utente ( RESPONSABILITÀ POSITIVA) POSITIVA Possedere un codice deontologico è un segno importante di una professionalità matura. Una professione si dà un codice quando ha già raggiunto alcune tappe tra cui una formazione ed un riconosciuto mandato sociale CODICE DEONTOLOGICO E RESPONSABILITA’ Due mandati guidano l'azione professionale degli assistenti sociali: mandato istituzionale obiettivi, funzioni e modalità di intervento, individuati e indicati dalle leggi, di livello nazionale e regionale e dagli atti regolamentari dell'ente/servizio, mediante i quali si individua ciò che l’assistente sociale può e deve fare a favore dell’utenza di uno specifico ambito/settore mandato professionale deriva dal tessuto deontologico e metodologico della professione Entrambi sono regolati da norme etico- CODICE DEONTOLOGICO E RESPONSABILITA’ Norma deontologica e norma giuridica e loro potere cogente: Norma deontologica: natura giuridica, ma ha potere cogente solo all'interno dell'ordinamento professionale cui si riferisce (legge “domestica”[1]) Norma giuridica ha un potere cogente maggiore rispetto a quella deontologica, in quanto rivolta alla generalità dei cittadini Contrasto fra i due tipi di norme: prevale quella giuridica che nella gerarchia delle fonti del diritto, si pone ad un livello superiore rispetto alle norme di tipo deontologico [1] Corte di Cassazione Sezioni Unite sentenza 11 aprile - 6 giugno 2002 n. 8225 CODICE DEONTOLOGICO E RESPONSABILITA’ ORDINE PROFESSIONALE COME ORGANO AUTOGOVERNO Ordinamento giuridico riconosce il potere degli organi di autogoverno di alcune professioni (Ordine) di emanare norme deontologiche vincolanti per iscritti Albo Ordine professionale potere disciplinare come potere controllo su osservanza Codice e sanzionare eventuali violazioni (RESPONSABILITA’ NEGATIVA) Coloro che fanno parte di professioni che hanno l’Ordine professionale come organo autogoverno, per le quali è riconosciuta per legge la necessità iscrizione Albo per esercizio professione, devono rispondere di responsabilità deontologica RESPONSABILITA’ DEONTOLOGICA dovere del professionista di far corrispondere proprio agire professionale a norme del proprio Codice deontologico CODICE DEONTOLOGICO E RESPONSABILITA’ RESPONSABILITA’ POSITIVA Il dovere deontologico della professione di porsi al servizio del bene comune collocando al centro dell’intervento la persona. Il comportamento professionale deve avere come scopo prioritario l’interesse e la tutela dei diritti dell’utente RESPONSABILITA’ NEGATIVA Ha valore giuridico e consente l’esercizio della potestà disciplinare da parte degli organismi rappresentativi della professione qualora i doveri e le regole non vengano rispettati TITOLO II «Principi»artt. 5/10 I principi contenuti nel codice deontologico danno respiro, nobilitano, conferiscono significato e dignità all’agire professionale CODICE DEONTOLOGICO E RESPONSABILITA’ RESPONSABILITA’ NEGATIVA - PROCEDURA DISCIPLINARE E RELATIVE SANZIONI Procedimento disciplinare Attivazione: promosso d’ufficio o attivato a seguito di denuncia o segnalazione provenienti dall’autorità giudiziaria o da Enti o soggetti privati (art. 62 C.D. e art. 12 Regolamento sanzioni disciplinari e procedimento) Tentativo conciliazione: Presid. Croas (attento esame attendibilità e fondatezza segnalazione) può esperire tentativo conciliazione tra le parti (art. 12 R.) (ammonizione art. 2 o censura art. 3 Regolamento) Attività istruttoria (Commissione discipliare art. 13 R.): Pres. Com.ne disc. comunica ad as apertura procedimento, fatti addebitatigli, modalità presa visione atti, possibilità produzione controdeduzioni/documentazione e di nomina esperto sua fiducia Audizione as e parti interessate Relazione al Consiglio Chiusura procedimento (art. 16 R:) Consiglio può deliberare archiviazione se addebiti risultano infondati o comminare sanzione disciplinare. Eventuale sanzione comunicata ad as che può fare ricorso a Cnoas CODICE DEONTOLOGICO E RESPONSABILITA’ CODICE DEONTOLOGICO: LE CINQUE AREE DI RESPONSABILITA’ DELL’AS LA CORNICE DELLA RESPONSABILITA’ la persona e il bene comune come RESPONSABILITÀ POSITIVA Le cinque aree di responsabilità dell’assistente sociale: la persona utente/cliente – la società – colleghi e altri professionisti – l’organizzazione di lavoro – la professione Gli assistenti sociali, qualunque sia l'ambito in cui operano, hanno le stesse responsabilità deontologiche In relazione a specifici servizi, funzioni e situazioni in cui il servizio sociale interviene (penale, minorile ecc.), il professionista si può trovare più frequentemente a fronteggiare certe responsabilità, piuttosto che altre. Distinguere il piano della responsabilità del singolo assistente sociale da quelle della professione. La revisione del codice nel 2009 CODICE DEONTOLOGICO E RESPONSABILITA’ La segnalazione di interesse rispetto alle aree di responsabilità dell’assistente sociale: Segreto professionale e riservatezza – obbligo di denuncia Percorsi di progressione di carriera – aspetti contrattuali Formazione e supervisione Autonomia professionale e indipendenza di giudizio Tutela dei minori – rapporti con la Magistratura Ruolo della professione (“politico”) Rapporto con l’Organizzazione, con i politici e gli amministratori Accesso agli atti e rispetto dei tempi (soprattutto quando stabiliti da Magistratura, da regolamenti….) Tutela dell’assistente sociale, della professione, procedimenti e provvedimenti disciplinari Tutela di coloro che sono in condizione di maggiore fragilità Responsabilità in caso di carico di lavoro eccessivo CODICE DEONTOLOGICO E RESPONSABILITA’ LE RESPONSABILITA’ NEL MANDATO D’AUTORITA’ Più avvertita responsabilità nel caso di interventi su mandato d’autorità Ambiti di intervento su mandato d’autorità: Minorile civile Funzioni di vigilanza, tutela dei minori di fronte a difficoltà e carenze nella gestione ruolo genitoriale in presenza di fattori di rischio per il minore (art. 9 L. 184/83) proced. adozionale e affidamento (184/83 agg. L. 149/2001), Proced. autorizzazione i.v.g. minorenne - Procedimenti art. 330 – 333 C.C. (decadenza potestà sui figli, condotta dei genitori pregiudizievole ai figli) – Procedimento per affidamento figli per separazione (art. 155 C.C.) e divorzio (art. 6 l. 898/970) penale (DPR 448/1988) Adulti penale – salute mentale - tossicodipendenza CODICE DEONTOLOGICO E RESPONSABILITA’ CODICE DEONTOLOGICO: RIFERIMENTO A MANDATO D’AUTORITA’ E FUNZIONI PERITALI Codice deontologico dell’a.s. Titolo III Cap. II Regole generali di comportamento dell’as Art. 20 “L’assistente sociale, investito di funzioni di tutela e di controllo dalla magistratura o in adempimento di norme in vigore, deve informare i soggetti nei confronti dei quali tali funzioni devono essere espletate delle implicazioni derivanti da questa specifica attività” Codice deontologico dell’a.s. Titolo III Cap. II Regole generali di comportamento dell’as Art. 21 L’assistente sociale investito di funzioni peritali deve esercitarle con imparzialità ed indipendenza di giudizio. Funzioni di tutela e di controllo Codice deontologico dell’a.s. Titolo III Cap. II Regole generali di comportamento dell’as Art. 20 “L’assistente sociale, investito di funzioni di tutela e di controllo dalla magistratura o in adempimento di norme in vigore, deve informare i soggetti nei confronti dei quali tali funzioni devono essere espletate delle implicazioni derivanti da questa specifica attività” Codice deontologico dell’a.s. Titolo III Cap. I Diritti degli utenti e dei clienti Art. 14 “L’assistente sociale deve salvaguardare gli interessi ed i diritti degli utenti e dei clienti, in particolare di coloro che sono legalmente incapaci e deve adoperarsi per contrastare e segnalare all’autorità competente situazioni di violenza o di sfruttamento nei confronti di minori, di adulti in situazioni di impedimento fisico e/o psicologico, anche quando le persone appaiono consenzienti.” NEI CONFRONTI DI CHI L’ASSISTENTE SOCIALE SVOLGE LA LA FUNZIONE DI TUTELA ? 1 Tutela della persona, soprattutto di coloro che sono in condizioni maggiore di fragilità. L’assistente sociale deve fare tutto quanto in suo potere in relazione al contesto normativo-organizzativo-disponibilità risorse Funzione di controllo (tutela) indirizzata soprattutto nei confronti dei minori (procedimenti minorile in sede civile e penale) ma anche penale adulti, Sert… Tutela e segnalazione RESPONSABILITA’ DEONTOLOGICA ADOPERARSI PER: 2 Contrastare situazioni di violenza e sfruttamento (c.d. 1998 art. 10 “deve contrastare”) Segnalare … l’assistente sociale perviene alla segnalazione solo quando tutte le azioni professionali si sono rivelate inefficaci. segnalazione obbligo deontologico “facoltativa“ rientra nella facoltà dell’assistente sociale salvo specifiche previsioni di legge: •Art. 9 L. 184/1983 obbligo segnalazione minore in stato abbandono •L. 269/1998 obbligo segnalazione minore che esercita prostituzione Funzione di tutela e controllo Ruolo informazione/partecipazione costante della persona centrale nel processo d’aiuto Centralità informazione soprattutto: nei contesti connotati da mandato d’autorità, in cui il rapporto si connota per un più marcato ruolo di “controllo” dell’operatore procedimento minorile civile nel Mandato istituzionale degli assistenti sociali nel contesto penale (minori e adulti) Sert Ma proprio in tali contesti più difficile informare i soggetti nei confronti dei quali si svolgono funzioni di controllo POSSIBILE TRASFORMARE LA FUNZIONE DI CONTROLLO IN UN PUNTO DI FORZA DEL PROCESSO D’AIUTO (TUTELA)? LE FUNZIONI PERITALI Codice deontologico dell’a.s. Titolo III Cap. II Regole generali di comportamento dell’as Art. 21 L’assistente sociale investito di funzioni peritali deve esercitarle con imparzialità ed indipendenza di giudizio. f. peritali tutte quelle che la magistratura – Tribunale dei minori, Tribunale ordinario, Giudice tutelare,Corte d’Appello - Tribunale sorveglianza – assegna al servizio sociale per : •verifica eventuali casi di scarsa protezione e comportamento pregiudizievole dei genitori •verifica stato abbandono minore per eventuale avvio del procedimento adozionale •attività di valutazione sulle famiglie affidatarie o adottive •indagini eventualmente richieste, dal Giudice, per la decisione circa affidamento dei figli in caso di separazione/divorzio conflittuale o modifica clausole inizialmente definite •indagine richiesta al servizio sociale dalla Corte d’Appello per decisione modifica prescrizioni sull’affidamento del minore su ricorso di uno dei due genitori •Indagini svolte per T. minori o T. Sorveglianza per esecuzione penale minori e adulti Meno frequente per l’as il ruolo di consulente tecnico d’ufficio – CTU - (Art. 61 CPC) CODICE DEONTOLOGICO E RESPONSABILITA’ FATTORI DI COMPLESSITA’ NEGLI INTERVENTI SU MANDATO D’AUTORITA’ (Bertotti T., Casartelli A (2007), Valutare nell'area dell'infanzia e dell'adolescenza, in De Ambrogio U., Bertotti T., Merlini F., L'assistente sociale e la valutazione, Carocci, Roma, IL SERVIZIO SOCIALE: svolge funzione di consulenza tecnica per organi decisionali le cui decisioni hanno peso rilevante sulla vita delle persone parte da una situazione di “svantaggio”, soprattutto perché la relazione che andrà a stabilire ha tutti i requisiti per essere definita “debole” in quanto pesantemente legata ad aspetti prescrittivi e perché non nasce da un bisogno avvertito dalle persone coinvolte che, al contrario, “subiscono” l'intervento dei professionisti (la relazione fra assistente sociale e persone coinvolte è «difensiva»). si addentra in un contesto (familiare, penale, tossicodipendenza…) che è denso di dinamiche ambivalenti, dinamiche emotivo-affettive forti, ecc., e lo è in modo esasperato nelle specifiche situazioni in cui il professionista interviene, soprattutto, e sempre più, in ambito minorile. Qui le implicazioni emotive coinvolgono, in misura maggiore rispetto ad altre aree, anche l'assistente sociale e gli altri operatori. Ciò produce un'intensificazione dei vissuti e delle reazioni individuali, ma anche collettive (spesso i casi finiscono sui mass media con grande clamore e con l'opinione pubblica che «scende in campo»); Si tratta di contesti caratterizzati da un elevato grado di visibilità e di esposizione. Il lavoro dell'assistente sociale viene «osservato», analizzato e utilizzato dai giudici, dagli avvocati, dai responsabili di servizio e da colleghi della propria e di altre professioni CODICE DEONTOLOGICO E RESPONSABILITA’ ALCUNI POSSIBILI ACCORGIMENTI METODOLOGICI PER DIMINUIRE IL LIVELLO DI COMPLESSITÀ (Bertotti T., Casartelli A) L’ASSISTENTE SOCIALE DEVE AVERE: Grande consapevolezza e chiarezza rispetto al proprio compito Capacità di mantenere equilibrio, imparzialità e indipendenza di giudizio Capacità di ascolto: sospendere il giudizio, concentrandosi sull'ascolto e la conoscenza del punto di vista dell'altro per poterlo adeguatamente comprendere. Occorre ricostruire e ridare nuovo significato professionale ai termini accoglienza e ascolto Grande consapevolezza emotiva per non cadere nelle “trappole” emotive, negli stereotipi Capacità di collaborare/attivare collaborazioni (non lavorare da solo/confronto/consulenza…) Puntare il più possibile alla “trasparenza” delle informazioni (quelle già in possesso dell'operatore), dei criteri e delle modalità che saranno utilizzate per l'indagine. Chiarezza come primo passaggio per veicolare un messaggio di imparzialità e fondare la collaborazione RICHIESTA GRANDE COMPETENZA: conoscenze scientifiche (Sapere) capacità comportamentali, atteggiamenti, attitudine riflessiva (Saper fare) - capacità relazionali sia cognitive che emotivo-affettive (Saper essere) - tutto ancorato a valori e riferimenti etici RESPONSABILITÀ E PRINCIPIO DI COMPETENZA Principio di competenza (Codice Deontologico articoli 18-51-54 e Codice Civile Titolo III Cap. II Delle profesioni intellettuali Art. 2229) base per esercizio professioni intellettuali Tutela interesse generale: per esercizio determinate professioni richiesti particolari requisiti culturali e tecnici certificati da speciale abilitazione amministrativa Competenza non è acquisita una volta per tutte Dovere della formazione continua oggi è legge (L. 14 settembre 2011, n. 148)