Omelia 11_2_17

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Omelia 11_2_17
11 febbraio 2017
(prima apparizione alla grotta di Massabielle: giovedì 11 febbraio 1858)
XXV Giornata Mondiale del Malato
LO STUPORE PER QUANTO DIO COMPIE
Beata Vergine Maria di Lourdes: Is.55,1-7; Ef.1,3-10a; Lc.1,40-55
Omelia:
La celebrazione della Giornata Mondiale del Malato è come un segno di quanto Dio compie, suscitando il nostro stupore; è come un compendio, necessariamente parziale, delle grandi cose
che ha fatto, e fa l’Onnipotente.
1. L’IMMACOLATA CONCEZIONE
"Vai a dire ai sacerdoti che qui si deve costruire una cappella". È quanto la Signora chiede a
Bernadette, in quella decima apparizione del sabato 27 febbraio 1858. E Bernadette va a riferire al parroco di Lourdes, l’abate Peyramale, la richiesta della Madonna.
"E chi è questa Signora?".
"E' una bellissima Signora che mi appare sulla roccia di Massabielle".
"Va bene, ma chi è? E' di Lourdes? La conosci?".
"No, non è di Lourdes, e io non la conosco".
"E tu accetti delle commissioni da chi non conosci?".
"Ma la Signora non somiglia alle altre persone".
"Che cosa vuoi dire?".
"Voglio dire che è bella, credo come quelli che sono in cielo".
"E tu le hai domandato il suo nome?".
"Sì, ma quando gliel’ho domandato ha chinato il capo, ha sorriso e non ha risposto".
"Perché? E' muta?".
"No, se fosse muta non mi avrebbe detto di venire da lei".
E nella sedicesima apparizione, il giovedì 25 marzo 1858, Bernadette ripete la domanda: "Signora, volete avere la bontà di dirmi chi siete?". E “quella” rispose: "Io sono l’Immacolata
Concezione".
L’immacolata concezione è la grande opera di Dio, che ci lascia stupiti. Maria è il luogo sicuro
preparato dall’Onnipotente, perché l’uomo, che si era destinato alla morte, inquinando con il
peccato l’aria che doveva respirare, potesse ritrovare la vita. Maria garantisce ad ogni uomo
che nasce, che c’è un mondo in cui è possibile vivere “santi e immacolati al suo cospetto”. È
una grazia che ci lascia a bocca aperta!
E Bernadette ripete che è necessaria la fatica (“penitenza... penitenza... penitenza”), per uscire
da questa situazione di morte, e ritrovare in Maria una speranza di vita. Non è facile per il peccatore; e per questo ripete “pregate per i peccatori”. “Oh sì! Dobbiamo pregare molto per i
peccatori. Lo ha raccomandato la Madonna”.
Ma sono io il primo dei peccatori (cfr.1Tim.1,15).
2. SUOR MARIA BERNARDA
La chiama di Bernadette ad essere Suora della Carità, e la sua vocazione di seguire i malati
nell’umiltà e nel silenzio, è una delle grandi opere che Dio ha compiuto, e che ci lascia ancora
pieni di meraviglia.
“Sono come una scopa: dopo che è servita si mette dietro la porta” così diceva Bernardette a chi si stupiva del fatto che, dopo le apparizioni, potesse vivere la sua vita ordinaria di
religiosa, nel convento di Nevers. Qui, svolse le mansioni d'infermiera, finché l'aggravarsi della
sua tubercolosi non la costrinse a letto, per nove anni. Non poter più lavorare per i malati fu
per lei la massima privazione; ma quando una suora l’offese facendole notare la sua inutilità,
Bernadette comprese la grandiosità della sua vocazione: “oh sì, il mio lavoro è essere malata”.
Bernadette, con una semplicità disarmante, esprime la sua vocazione in una modalità così alta,
da diventare modello a cui ogni malato ed ogni operatore sanitario può fare riferimento. Guardiamo con stupore l’opera di Dio!
3. LA GIORNATA MONDIALE DEL MALATO
Anche la nostra celebrazione della XXV Giornata Mondiale del Malato, è un piccolo segno delle
grandi cose, che ancora fa l’Onnipotente. Siamo convenuti qui, tutti noi che vogliamo esprimere una attenzione speciale alla condizione degli ammalati, e più in generale, dei sofferenti, degli esclusi e degli emarginati. Qui ci siete anche voi ammalati che vivete l’esperienza della sofferenza; e con voi ci sono i volontari che vivono il loro servizio di accompagnamento dei malati
come vocazione ricevuta dal Signore. Questo nostro ritrovarci insieme è sempre un segno della
bontà di Dio, che opra grandi cose: un segno che ci prende, e che ci indica una strada.
Mai avremmo immaginato, se non l’avessimo appreso da voi ammalati, quanto sia grave la
menzogna di chi dice “se c’è la salute c’è tutto”. E in questa menzogna, anche noi, facilmente
cadiamo! La salute non basta per rendere buona la vita. La vita è buona se è vissuta con rendimento di grazie. Mai avremmo capito che anche nella malattia si può rendere grazie! Mai avremmo pensato che la salute possa essere ricercata con tutte le forze, non già per godercela
come un bene di consumo, ma per divenire capaci di rendere grazie a Dio!
La presenza dei volontari, poi, sempre ci stupisce. Ci stupisce il servizio che svolgete nella
Chiesa, spinti da quell’intenso movimento di carità, che a partire da Lourdes, produsse una sollecitudine speciale per i malati. Voi siete il segno gioioso della presenza e dell’amore di Dio tra i
malati, e nel medesimo tempo, voi ci indicate, che la dimensione normale della vita è il dono.
Ci stupisce il modo con cui prestate questo servizio: lo avete imparato da Bernadette.
L’umile ragazzina di Lourdes ci racconta che la Vergine, da lei definita “la Bella Signora”, la
guardava come si guarda una persona. Queste semplici parole descrivono la pienezza di una
relazione. Bernadette, povera, analfabeta e malata, si sente guardata da Maria come persona.
Gli infermi, come i portatori di disabilità anche gravissime (dice il papa, nel messaggio per
questa giornata), hanno la loro inalienabile dignità. Ecco, anche voi volete servire gli ammalati guardandoli come persone, e mai come oggetti, anche se a volte potrebbero sembrare
solo passivi. E quando li accompagnate ai sacramenti della riconciliazione, della unzione
degli infermi e della eucaristia, voi spalancate per loro la misericordia di Dio: permettete
all’amore di Dio di farsi vicino ai miseri. E quando dite a loro tutto il vostro affetto, anche
solo con un abbraccio, una parola, una carezza, o il semplice gesto di asciugare le lacrime, voi
manifestate a loro il volto di Dio che consola.
Facciamo allora in modo che la celebrazione della XXV Giornata Mondiale del Malato aiuti a sviluppare la pastorale della salute anche nel nostro decanato, e favorisca l’accompagnamento dei
malati nella vita ordinaria della nostre parrocchie.