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Steiner e Montessori: due metodi a confronto
Steiner e Montessori a confronto
Questi due personaggi, praticamente contemporanei, hanno lasciato
un’impronta importante nel campo della pedagogia. I loro metodi vengono
spesso contrapposti, discussi, fraintesi. Ricevo molte mail con richieste di
informazioni in materia.
Oggi proverò a mettere a confronto il metodo Waldorf (o steineriano) con
quello Montessori.
Tanto per cominciare, vediamo chi erano:
Maria Montessori (1870-1952)
Medico, pedagogista, filosofa, educatrice. Presso la clinica psichiatrica
dell’università “La Sapienza” (Roma) le fu affidato il recupero dei bambini
considerati “deficienti”. Proprio per loro elaborò i materiali che sono tuttora alla
base del suo metodo di insegnamento.
Rudolf Steiner (1861-1925)
Filosofo, pedagogista, esoterista. Nel 1919 il proprietario della fabbrica di
sigarette Waldorf-Astoria gli affidò la direzione di una scuola destinata ad istruire
i figli dei suoi operai. La scuola Waldorf prende il nome proprio da questa
fabbrica.
I metodi Waldorf e Montessori hanno in comune molto più di quanto si possa
pensare. Ecco alcuni esempi:

Entrambi riconoscono nel bambino un potenziale immenso e credono
nella pedagogia come mezzo per migliorare la società di domani.

Entrambi ritengono che il bambino debba poter godere della massima
libertà.

L’arte ha un ruolo importante nelle scuole steineriane come in quelle
montessoriane.

Entrambi giudicano i voti inutili, se non addirittura dannosi.

Entrambi propongono un ambiente a misura di bambino.

Nella scuola dell’infanzia si riproduce la vita casalinga.
***
Vediamo ora le principali differenze, che possono comunque variare da una
scuola all’altra:

Il metodo Waldorf mira innanzitutto a nutrire l’animo dell’essere umano,
in modo da renderlo libero. L’apprendimento passa in secondo
piano. Rudolf Steiner attribuisce una grande importanza
all’immaginazione, fin dalla più tenera età.

L’apprendimento della lettura e della scrittura viene proposto solo dopo i
sette anni. Steiner riteneva che, prima di questa età, il bambino fosse
ancora ancorato ad un’altra dimensione, quella pre-natale.

I giocattoli proposti sono grezzi, rudimentali, e si prestano ad essere
utilizzati in modi diversi. Lo scopo è quello di stimolare la creatività.

L’arredamento è a misura di bambino. I piccoli possono spostare i mobili,
arrampicarvisi e trasformarli, con la loro immaginazione, in ciò che
preferiscono.

I bambini seguono un ritmo (giornaliero, settimanale, annuale) regolare.
Guidati dall’insegnante, trovano sicurezza nelle loro abitudini.

L’insegnante ha una grande responsabilità. E’ per i bambini fonte di
ispirazione e modello di comportamento. E’ necessario che la sua sia una
vera e propria vocazione.

Nelle scuole Waldorf l’arte e i lavori manuali hanno un ruolo di primaria
importanza. Dalla pittura alla scultura, alla musica. Dalla maglia al cucito,
alla fabbricazione della carta, alla lavorazione del legno e del metallo, gli
studenti acquisiscono numerosissime abilità che forniranno un importante
bagaglio personale. Rudolf Steiner diceva a questo proposito: “Nessuno
che non sia in condizione, se necessario, di rattopparsi le calze o di
rammendarsi i vestiti, può essere un bravo filosofo. Come si può infatti
sapere ragionevolmente qualcosa sui più grandi misteri del mondo, se in
caso di necessità non ci si può neanche fare le calzature? Non si può
davvero voler penetrare con intima partecipazione umana nei misteri del
mondo se non si ha assolutamente la minima abilità per le cose che ci
stanno più vicine”.

Le scuole Waldorf sono contrarie all’uso della televisione, del computer e
di altri strumenti tecnologici in genere da parte dei bambini.

Danno invece molta importanza al gioco all’aperto. Adeguatamente vestiti,
i bambini vanno a giocare fuori quualunque sia la condizione climatica e la
temperatura, anche sotto la pioggia o la neve.
***

Nelle “Case dei Bambini” montessoriane, lettere e numeri vengono
introdotti, attraverso il materiale didattico, fin dai tre anni. In genere il
bambino, spinto dal proprio interesse, impara a leggere e scrivere
intorno ai quattro-cinque anni.

L’insegnante ha un ruolo di guida, di facilitatore. Permette al bambino di
accedere a ciò che gli interessa.

Il materiale ideato da Maria Montessori permette ad ogni bambino di
acquisire una determinata abilità, di esercitarla e poi passare ad altro in
completa autonomia. Tutti i materiali montessoriani permettono
l’autocorrezione dell’errore. Non è necessario il voto o l’intervento
dell’insegnante perché il bambino si renda conto di aver sbagliato e provi
a correggersi.

A differenza dei materiali steineriani, che possono (anzi, idealmente
dovrebbero) essere utilizzati in ogni modo possibile, i materiali
montessoriani vengono presentati all’allievo dall’insegnante e devono
essere utilizzati esclusivamente per lo scopo al quale sono destinati. La
Montessori stessa invita però l’educatore a rispettare eventuali utilizzi
alternativi, se considerati costruttivi.

Il bambino è libero di scegliere quale attività svolgere in qualsiasi
momento.

Anche qui l’arredamento è a misura di bambino, per permettere a i piccini
di spostare tavoli e sedie a loro piacimento. Non vedrete però, in una
scuola montessoriana, bambini in piedi sul tavolo o sedie accatastate a
mo’ di capanna come nelle scuole Waldorf. Si dà molta importanza
all’ordine, nella convinzione che ordine esteriore e interiore siano
intimamente legati.

Pur incoraggiando la creatività, il metodo montessori mira a tenere il
bambino “con i piedi per terra”. Essendo egli incapace di distinguere tra
realtà e finzione, la Montessori ritiene opportuno non confondergli le idee.

Prima di stimolare l’immaginazione, l’approccio Montessori provvede a
fornire al bambino gli strumenti adatti a poterla esprimere, educandolo ai
gesti corretti.

Maria Montessori definisce la mente del bambino come “mente
assorbente”, non solo in grado, ma desiderosa di immagazzinare una gran
quantità di insegnamenti con il minimo sforzo. Il segreto, secondo lei, è
cogliere i momenti “sensibili” e saperli sfruttare al meglio.
Ma vediamo ora le critiche che spesso vengono mosse a questi due metodi
pedagocici.
WALDORF:

Le scuole steineriane sono spesso guardate con sospetto. C’è chi pensa
si tratti di una setta, chi di una religione. Ovviamente, niente di tutto
questo. In effetti Rudolf Steiner ha trattato molti temi ed elaborato teorie
sugli argomenti più vasti, occultismo e religione compresi. Ma questi non
vengono certo insegnati ai bambini nelle scuole.

C’è poi chi ritiene che i bambini che frequentano le scuole Waldorf non
vivano nel “mondo reale”. In effetti, come abbiamo già detto sopra, ai
bambini viene proposta una visione fiabesca del mondo e della vita. Si
può condividere o meno questo approccio, ma non c’è bisogno di
preoccuparsi: il bambino, crescendo, impara a distinguere tra fiaba e
realtà.

C’è chi pensa che un bambino che crede nelle favole non sarà in grado,
una volta cresciuto, di affrontare la realtà. Io credo invece che un bambino
felice sarà un adulto libero ed equilibrato, perfettamente capace di far
fronte alle difficoltà. Che sia stato educato nel mondo incantato della
scuola Waldorf, in quello ben realistico dell’ambiente Montessori o in quelli
intermedi che troviamo in genere nelle nostre case e nelle nostre scuole
tradizionali.
MONTESSORI:

Secondo Maria Montessori il bambino deve essere lasciato il più possibile
libero. Queste sue parole vengono spesso male interpretate, e si
immaginano orde di bambini indisciplinati in nome della libertà. In realtà la
Montessori mira all’apprendimento dell’autodisciplina. Entrando in una
classe di bambini dai tre ai sei anni sarete stupiti dal silenzio e dall’ordine
che vi regnano.

C’è chi invece non apprezza il fatto che i bambini svolgano attività
prevalentemente individuali a scapito, si pensa, della socializzazione. La
nozione di rispetto che viene trasmessa quasi inconsapevolmente è
invece una solida base per una socializzazione sana e serena.

Nelle scuole Montessori le classi sono di età mista (3-6 anni, 6-12 e così
via). Quella che per alcuni è vista come un’ottima opportunità di
socializzazione non ridotta solo ai coetanei, è invece per altri considerata
un limite, soprattutto per i bambini più grandi che, si teme, rischiano di
“restare indietro” per adattarsi ai tempi dei più piccini.
***
Purtroppo un ultimo punto in comune tra scuola steineriana e scuola
montessoriana è la scarsa accessibilità. Le scuole sono poche, i costi elevati.
Per chi fosse interessato ai metodi sopra descritti, ecco alcuni testi che possono
essere fonte di ispirazione per portare un po’ di Waldorf (o di Montessori) nelle
nostre case.