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19 ottobre 2004 delle ore 09:03
fino al 24.X.2004
Lilith
Frascati (rm), Scuderie Aldobrandini
Una mostra per Lilith, creatura ribelle, sensuale, mito notturno, emblema femminile per
antonomasia. Trentacinque artiste raccontano la creatività, quando è donna. Dalle matriarche
Carol Rama e Louise Bourgeois, a Tania Bruguera…
Lilith è colei che, creata con il primo uomo e a
lui paritaria, rifiuta di assoggettarsi e di sdraiarsi
sotto di lui, per l’accoppiamento. Trasgressiva
e ingovernabile fugge, dotata di ali, e diviene
nell’immaginario arcaico la regina della notte
che vive nelle acque, sotto le cortecce degli
alberi, nelle spire del serpente e nelle
scorribande notturne di gufi e civette. Costretta
a partorire spiritelli maligni per punizione
divina è temuta per le sue vendette contro i
neonati che uccide in culla strappandoli al
sonno. Terrifica, scura, alleata delle forze del
male, e insieme potente, libera e ribelle, incarna
nella cultura patriarcale l’aspetto malvagio
della femminilità, mentre per la sua energia
combattiva e dirompente è divenuta emblema
delle potenzialità femminili.
Maria Luisa Trevisan,curatrice della mostra, ha
raccolto, nel nome di Lilith i lavori di 35 artiste
internazionali a illuminare il campo della
creatività femminile contemporanea.
Il viaggio comincia con Carol Rama e i suoi
provocatori feticci con sesso maschile adagiato
dentro a una sexy high heels shoe, e con Louise
Bourgeois che esplora l’ambiguità nascosta nei
meccanismi di protezione e di minaccia delle
figure dei genitori nella raffigurazione di una
grande seggiola sotto la quale si riparano tre
piccoline. L’argentina Silvia Levenson fa
riaffiorare da una vita ferita dagli orrori della
dittatura una delicata e tragica memoria
nell’installazione E’ volata via: un’altalena
ormai vuota e due piccole scarpine di vetro
abbandonate. Mentre l’iraniana Shirin Neshat
fotografa le Women of Allah che, invisibili sotto
il chador, esibiscono mani di sposa islamica,
decorate, com’è tradizione, con testi persiani,
ma che pronte ad imbracciare il fucile.
Uno sguardo attento e non frettoloso rivela nelle
stanze domestiche i luoghi mentali di Sarah
Seidmann che emergono dal blu come da abissi
inesplorati, mentre, cariche di ironia e a cavallo
di manici di scopa, le ambigue
Kiki Smith contribuiscono al mosaico
dell’universo donna, mentre al monito “Un bel
sederino non dura per sempre” rivolto da un
frammento pittorico di Natalia Resini alle
frivolezze di certi atteggiamenti che tutto
banalizzano (serigrafando persino Bin Laden
sui costumi da bagno) risponde l’irriverenza
giocosa della Venere di Milo, riplasmata da
Enrica Borghi con plastica, unghie finte
laccate e uno straccio in testa. Tania Bruguera
ne Il corpo del silenzio si fotografa nuda tra
pezzi di carne tagliata e la giovane Cristina
Gori riflette sul corpo della modella la corteccia
in cui si cela Lilith. Greta Coreani, riempiendo
il Vaso di Pandora di vasetti di ceramica
contenenti doni (piuma, chiocciola, sasso,
vetro, fiore, seme…) da portar via scambiandoli
con pensieri e scritti, chiude una mostra densa,
piacevole, perturbante.
Nel catalogo, oltre ad una riflessione del premio
Nobel Rita Levi Montalcini -che della rassegna
è stata madrina- c’è un meraviglioso racconto
di Primo Levi.
myriam zerbi
Lilith. L’aspetto femminile della creazione.
Frascati Scuderie Aldobrandine per l’Arte,
Piazza Manzoni 6 (centro città)
organizzazione: Rosetta Gozzini
Catalogo a cura di Maria Luisa Trevisan con
testi di Rita Levi Montalcini, Primo Levi,
Claudio Ronco, Giovanni Carlo Sonnino,
Liviana Gazzetta
indice dei nomi: Louise Bourgeois, Rosetta
Gozzini, Silvia Levenson, Tania Bruguera,
Enrica Borghi, Cindy Sherman, Shirin Neshat,
Marlene Dumas, Myriam Zerbi, Nan Goldin,
Kiki Smith, Carol Rama, Primo Levi, Bin
Laden
.
vegliarde di Mariapia Fanna Roncoroni
avvertono “Le streghe son tornate” e le librerie
ariche di libri muti inchiodano la denuncia
amara dell’artista. Marlene Dumas, Cindy
Sherman, Hana Silberstein, Nan Goldin,
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