patrimonio italia - Scale Up Milwaukee

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patrimonio italia - Scale Up Milwaukee
Una copia € 4,10 Anno XLII - n° 5/6 maggio/giugno 2015 - Contiene I.P.
QualeImpresa
LA rivista nazionale
dei giovani imprenditori
PATRIMONIO
ITALIA:
DA L’AQUILA
A MATERA
Storia di copertina
L’Aquila
Una vita da ricostruire
6 aprile, come se fosse ieri
White Information
Intervista a Sergio Dompé
Matera
GIMATERA2015, il Sud per l’Europa
Il nostro piano industriale per il Sud
Eni scommette sulla Basilicata
We love Sud
Intervista ad Andrea Bolla
5/6
maggio/giugno 2015
Primo Piano
Nel Paese della crescita
Bilancio sociale GI
primo piano
Nel paese
della
crescita
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primo piano
Attraverso la realizzazione di un idoneo ecosistema imprenditoriale è possibile dare slancio all’imprenditoria
e permettere alle aziende di crescere più rapidamente,
ecco come.
C
di Michela Sciurpa,
Comitato di Redazione Quale Impresa
@SciurpaMichela
ontinua la partecipazione dei Giovani
Imprenditori di Confindustria alle iniziative organizzate nell’ambito del G20, la
cui Presidenza è affidata nel 2015 alla
Turchia. Mancano ormai pochi mesi al
summit annuale della G20 Young Entrepreneurs’ Alliance (Istanbul, 7-9 Settembre) ed al Summit dei capi di
stato e di governo (Antalya, 15-16 Novembre).
“L’obiettivo principale del recente viaggio negli
USA - racconta Andrea Bos, GI di Venezia - è stato
partecipare alla secondo incontro delle task force del
B20. L’appuntamento è stato organizzato a Washington
in concomitanza degli Spring Meeting di IMF e World
Bank. Il B20 è stato creato per raccogliere informazioni
e raccomandazioni dal mondo delle imprese. Nel 2015
venti giovani imprenditori della G20 YEA sono riusciti
per la prima volta a contribuire ai lavori; dall’Italia
siamo coinvolti nei lavori sia io, nella task force Trade,
che Luca Donelli nella neocostituita task force SME &
Entrepreneurship. I risultati dei lavori delle diverse task
force saranno un ridotto numero di raccomandazione da
presentare ai capi di stato e di governo.” Il B20 (@B20) è
diventato uno strumento molto importante nel contesto
del G20, utile a colmare il gap attualmente esistente fra
business e politica per stimolare la crescita economica.
Per approfondire proprio il tema della crescita, Luca
Donelli si è anche recato a Milwaukee per incontrare il
Prof. Daniel Isenberg, ospite a Roma in dicembre di Scale
Up Europe, e conoscere il team di lavoro del progetto
Scale Up Milwaukee (@scaleupMKE).
Scale Up Milwaukee è un progetto focalizzato sullo
sviluppo delle capacità imprenditoriali, che intende
concentrare politiche, strutture e programmi per
rafforzare l’imprenditoria locale. Il progetto si basa su
un modello di sviluppo economico ideato dallo stesso
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primo piano
Il team di lavoro del progetto Scale Up Milwaukee
Prof. Isenberg, Direttore esecutivo e fondatore del
Babson Entrepreneurship Ecosystem Project. Milwaukee
è la prima comunità negli USA ad aver sviluppato un
programma imprenditoriale basato su questo modello.
L’iniziativa è anche appoggiata dalle istituzioni locali. La
strategia di medio-lungo termine alla base di Scale Up
Milwaukee è quella di creare uno sforzo integrato dei 6
attori principali che concorrono a creare l’ecosistema
imprenditoriale: cultura e università, politica e
leadership, finanza, capitale umano, mercato e supporto
professionale.
La prima fase del progetto, della durata di 6 mesi, è
servita per creare una conoscenza diffusa fra leader
pubblici, privati e stakeholder circa l’impegno richiesto
e il piano da mettere in atto per sostenere “Scalerator”,
un programma nel quale startup e imprese consolidate
hanno l’obiettivo di crescere esponenzialmente. “È la
qualità delle imprese che crescono che fa la differenza,
non la quantità delle nuove startup - afferma Isenberg
- è per questo che la fase 2 del progetto mette in
pratica una vera e propria accelerazione d’impresa che
prevede il coinvolgimento delle istituzioni regionali, la
collaborazione fra imprenditori nel reciproco vantaggio,
rafforzando la cultura d’impresa attraverso il sostegno
all’assunzione del rischio, stimolando la ricerca e lo studio
di casi di imprese in rapida crescita e implementando
così il programma “Scalerator”. Le imprese più motivate
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e coraggiose posso essere family business, startup,
imprese manifatturiere o di servizi, commerciali o
innovative, e non necessariamente giovanissime. La
candidatura è aperta ad un numero massimo di 20
imprese. Dai risultati presentati dopo un anno dall’avvio
del programma a Milwaukee, sono molte le imprese
che hanno riscontrato una crescita quasi immediata e
significativa. La crescita registrata si attesta al 5%, 25%,
50% o anche al 100%. Ciò avviene perché l’impresa
vive e opera all’interno di un ecosistema imprenditoriale
sostanzialmente autosufficiente. Ed è proprio il concetto
di ecosistema imprenditoriale autosufficiente che merita
un approfondimento. Un ecosistema imprenditoriale
non si riferisce al contesto nazionale, piuttosto ad un più
ristretto ambito regionale o meglio locale. Un ecosistema
imprenditoriale innovativo presuppone la presenza di
startup e imprese innovative, abbondanza di capitale di
rischio, diffusione della cultura imprenditoriale, fluidità
dei network e presenza di talenti, un luogo-non luogo
in cui tutti gli sforzi dei network e dei policy maker
sono diretti a rimuovere qualsiasi ostacolo che possa
rallentare la crescita imprenditoriale.
Fra gli esempi di ecosistemi imprenditoriali innovativi
degli ultimi anni spiccano la Silicon Valley, Boston
e Tel Aviv. Più recentemente si stanno facendo
spazio anche Londra e Berlino. Santiago del Cile è un
esempio di come anche la politica possa contribuire in
primo piano
maniera significativa alla creazione
di un ecosistema imprenditoriale.
Il programma di Isenberg è stato
ideato per essere applicato ad una
piccola comunità: Milwaukee ha circa
un milione e mezzo di abitanti, una
realtà circoscritta, nella quale avviene
l’interazione fra multinazionali (a
Milwaukee ad esempio ha sede Harley
Davidson e la divisione Healthcare
di General Electric), importanti università (University
of Wisconsin Milwaukee e Marquette), imprenditori e
benefattori coinvolti nella gestione delle loro donazioni.
I risultati a conclusione del progetto pilota sono
sorprendenti. Oltre ad aver realizzato l’obiettivo di far
crescere le imprese, il sistema è anche autosostenibile.
Per esempio, i corsi di marketing rivolti agli imprenditori
partecipanti sono tenuti dai manager delle grandi
imprese. In questo modo avviene un effettivo scambio
e gli stessi manager che insegnano possono raccogliere
idee e suggerimenti utili al proprio lavoro.
Nel grafico viene riassunto il concetto di ecosistema
imprenditoriale. Il contesto italiano presenta alcune
similitudini, ma anche forti diversità.
Nel grafico si mostra l’interazione possibile fra tutti gli
attori coinvolti in un ecosistema imprenditoriale, tenendo
presente che, partendo da caratteristiche condivise a
livello nazionale, ciò che si sviluppa a livello locale può
avere caratteristiche differenti rispetto alle comunità
vicine.
“Dopo la visita a Milwaukee e l’aver interagito con
molte persone coinvolte, sono sempre più convinto
– ha commentato Luca Donelli - che questo modello
possa trovare applicazione anche in Italia ed in Europa”.
Anche con questa intenzione si riunirà il 4-5 giugno
2015 a Londra la terza Conferenza Europea dei giovani
imprenditori organizzata da YES for Europe, occasione
per crescere insieme e far crescere le nostre imprese a
livello europeo (#scaleupeurope).
Non ci resta che raccogliere segnalazioni e disponibilità
da parte dei nostri territori candidati a diventare il
prossimo caso di Scale Up!
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