Indispensabili gli strumenti AeDs per far fronte alle
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Indispensabili gli strumenti AeDs per far fronte alle
le cia NE e sp U lo RIB o n T ter NE n i l’ E Al YGI H Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma1, DCB Torino - Contiene inserti pubblicitari Anno VI n. 7+8 Luglio-Agosto 2010 L’Assistente euro 3,00 Trends L’ASSISTENTE ALLA POLTRONA: L’EROSIONE SOTTO I RIFLETTORI NOTE DI PROSPETTIVA NEI BAMBINI ED ADOLESCENTI La nuova figura dell’assistente alla poltrona, in uno Studio odontoiatrico che si sta rapidamente modificando, nell’attenta analisi di un esperto di gestione aziendale, Franco Tosco. > pagina 8 Lisa Townshend di Dental Tribune UK parla di un Simposio sponsorizzato dalla GlaxoSmithKline (GSK) e dedicato all’erosione dentale nei bambini e negli adolescenti. > pagina 26 nuovo sistema antibatterico a doppia azione per una protezione gengivale superiore Nuove norme sui dispositivi medici La direttiva 2007/47/CEE, che modifica la 93/42, concernente i dispositivi medici (protesi, impianti, apparecchi ortodontici), è stata recentemente recepita in Italia con il D.Lgs. n. 37 del 25 gennaio 2010. Per maggiori informazioni: 011 011 0463350 0463350 Per informazioni: Grande successo al Congresso Camlog Il terzo Congresso internazionale Camlog si è svolto a Stoccarda dal 10 al 12 giugno: 1250 partecipanti da 20 nazioni diverse avvallano il successo e la crescita del sistema implantare Camlog che nel 2009 ha festeggiato il suo 10° compleanno. DT pagina 28 Uno dei momenti clou della “Night of the Stars Camlog”: l’esibizione di “Tina Turner”, alias Dana Smith. Quali sono i motivi di tale aumento? 15:54 Tecnologia Pro-Argin™ una rivoluzione nel sollievo dall’ipersensibilità dentinale NUOVO! Colgate® Sensitive Pro-Sollievo™ Pasta Desensibilizzante per Lucidatura con Tecnologia Pro-Argin™ È un dispositivo medico . Leggere attentamente le avvertenze e le istruzioni d’uso. IL TUO PARTNER NELL'IGIENE ORALE Per informazioni: Gaba Vebas s.r.l. - Via Giorgione 59/63 - 00147 Roma Servizio Clienti 02. 957 53 402 - Centralino 06.548931 - www.gaba-info.it - [email protected] pagina 2 I dentisti devono essere pronti in qualsiasi momento a gestire le emergenze mediche che con più probabilità si potrebbero verificare durante e dopo l’anestesia locale. Recentemente è stata sviluppato dal dottor Morton Rosenberg della Tufts University School of Dental Medicine un elenco aggiornato dei farmaci d’emergenza e di fornitori di attrezzature odontoiatriche, compresa una lista di controllo dei mezzi di emergenza. Su questo tema – perché la formazione del personale odontoiatrico sia così importante – Dental Tribune online ha intervistato Rosenberg. Anche se è molto difficile raccogliere dati, la percezione della maggior parte degli esperti è che l’incidenza delle emergenze mediche, ancora incentrate sui sistemi cardiovascolare e respiratorio, sia in aumento anche negli Studi dentistici. 20-04-2010 DT Indispensabili gli strumenti AeDs per far fronte alle emergenze Le emergenze mediche negli Studi dentistici sono rare, ma durante la carriera di un dentista potrebbero accadere. Sono cambiate, nel corso degli ultimi due anni, le emergenze mediche? adv pro_argin_102*50_esec:Layout 1 Per quanto riguarda i dispositivi medici a uso odontoiatrico, sono previste alcune modifiche in merito alle “dichiarazioni di conformità”. Pagina 1Abbiamo una popolazione che invecchia e dobbiamo trattare con pazienti anziani con necessità dentali ad ampio raggio e utilizzo di tecniche non disponibili fino a 15 anni fa. Altre ragioni comprendono l’uso crescente di farmaci, integratori a base di erbe e sedativi, tutti in grado di interagire tra di loro e anche con i farmaci oggi somministrati da molti dentisti (considerati la popolarità e il crescente uso di tutte le forme di sedazione). DT pagina 3 2 News e Commenti Anno VI n. 7+8 – Luglio-Agosto 2010 editoriale Curare è anche dialogare Gentilissimi lettrici e lettori, in questo numero ospitiamo u n’ i n t e r v i sta a Morton Rosemberg sul tema delle emergenze, argomento trattato solo marginalmente in Italia, mentre nell’UK l’aggiornamento è addirittura annuale ed obbligatorio. Non si discute se il dentista sappia affrontare un’emergenza in studio ma l’intervista interessa perché evidenzIa che l’evoluzione delle pratiche cliniche e della stessa medicina, come i cambiamenti della popolazione e patologie connesse richiedono un attento e periodico aggiornamento. Segnala inoltre almeno 4 temi: 1) come prevenire le emergenze; 2) individuare i soggetti a rischio e in quali casi; 3) intervenire all’emergenza; 4) di quali strumenti e procedure necessita uno studio moderno per prestare un primo soccorso (che spesso salva la vita!). Ci fa anche riflettere su come il tema possa connettersi a molte prestigiose opinioni, secondo cui riacquisire la figura di medico e di studio medico è fondamentale per rinsaldare il rapporto col paziente e iniziare un dialogo partendo non da una richiesta di preventivo, ma farne l’ultimo step di un percorso tra studio medico-paziente. S’insiste in ogni corso sull’importanza dell’ascolto al paziente e del tempo da dedicare alla prima visita. La sua anamnesi (che può essere un modulo compilato in segreteria o con l’Assistente, ma può essere anche strumento di dialogo con il paziente) si dà sempre per scontata. Può invece far capire all’utente che un medico si sta prendendo cura di lui, che insieme si può parlare della sua salute, di cui il cavo orale è parte, che il dentista, attraverso la visita ed esami diagnostici può intercettare altre malattie o contribuire al più generale stato di salute. Ma che, se necessario, metterà al corrente il suo paziente degli eventuali rischi che un trattamento potrebbe comportare ed in ogni caso lo studio del suo dentista è dotato di strumenti per le emergenze, con uno staff preparato per operare come struttura di primo soccorso. Se poi tutto ciò deve ritenersi comunque un costo allora una lettura del libro segnalato a pag. 7 di questo numero fornirà alcune indicazioni. Buone vacanze di cuore a tutti e arrivederci a settembre! L’Editore Patrizia Gatto [email protected] Italian Edition Ortodonzia italiana: un’eccellenza da esportare Ennesima soddisfazione per l’ortodonzia italiana. Durante l’86mo congresso della Società Europea di Ortodonzia, tenutosi dal 15 al 18 giugno in Portoroz (Slovenia), il Board Europeo di Ortodonzia (Ebo) ha visto la proclamazione di cinque nuovi membri. Di questi ben due erano italiani: il dott. Roberto Ursini (Roma) e il dottor Giorgio Iodice (Caserta). Quest’ultimo, con i suoi 32 anni, rappresenta il più giovane ortodontista mai insignito di tale certificazione, contribuendo ad aggiungere ulteriore lustro alla Scuola di Ortodonzia napoletana diretta dal prof. Roberto Martina. Il presidente prof. Frank Weiland e tutta la commissione esaminatrice hanno più volte ribadito i loro complimenti e congratulazioni per i livelli di eccellenza operativa raggiunti dal dott. Iodice in un tempo relativamente breve, invitandolo alla pubblica esposizione dei casi clinici da lui presentati durante le sessioni congressuali. Questo Nuove norme sui dispositivi medici con il D.Lgs. 37/2010 successo va ulteriormente a confermare l’altissimo livello raggiunto dall’ortodonzia italiana, successo concretamente suggellato dai numeri: dei 102 membri certificati Ebo ben 35 sono italiani, di cui 8 appartenenti alla scuola napoletana. Fondato nel 1996, il Board Europeo di Ortodonzia si propone lo scopo di incrementare lo standard dei trattamenti ortodontici in tutta Europa, fornendo agli specialisti del settore un gold standard con cui confrontarsi indipendentemente dalle barriere nazionali e incoraggiandoli a un continuo miglioramento, indicando degli standard di eccellenza clinica. Nel corso degli anni, illustri professori universitari nonché valenti liberi professionisti hanno potuto fregiarsi del titolo di membri dell’Ebo, delineando le componenti del cocktail necessario per riuscire a raccogliere un continuo e costante successo clinico, componenti ben sintetizzate dalle giovani leve dell’ortodonzia italiana. DT pagina 1 In particolare, le dichiarazioni dovranno essere messe a disposizione del paziente, identificato mediante il nome, un acronimo o un codice numerico, e dovranno obbligatoriamente contenere le seguenti indicazioni: - il nome del medico/odontoiatra che ha prescritto il dispositivo; - il nome e l’indirizzo del fabbricante; - i dati che consentono di identificare il dispositivo in questione; - la dichiarazione che il dispositivo in questione è destinato ad essere utilizzato esclusivamente per un determinato paziente, con il nome del paziente, l’acronimo o il codice che lo identifica; Assegnato a Damaso Caprioglio un premio alla carriera Nel corso del IV Congresso Nazionale a Parma (15-17 aprile) dell’Accademia Italiana di Ortodonzia, Damaso Caprioglio – precursore della moderna odontoiatria infantile, della traumatologia dentale e co-fondatore del Gruppo di studio di ortodonzia italiana (Giso) e del- la 1° Scuola di Specializzazione in Ortognatodonzia a Cagliari – è stato insignito del premio alla carriera. Past President delle più importanti società scientifiche del settore pedo-ortodontico e professore emerito di Ortodonzia all’Università di Parma, oltreché autore di 18 libri, - le caratteristiche specifiche del prodotto indicate dalla prescrizione; - la dichiarazione del fabbricante che il dispositivo è conforme ai requisiti essenziali di sicurezza. Le dichiarazioni di conformità saranno conservate, a disposizione del paziente, per un periodo di almeno cinque anni. Per i “dispositivi impiantabili” il periodo in questione sarà di almeno quindici anni. A tal proposito, il Ministero della Salute ha emesso una circolare: le disposizioni in essa contenute non rivestono obbligo di legge, ma costituiscono unicamente un’indicazione applicativa. Segreteria Sindacale Nazionale www.tueor.it ora online! Caprioglio ha dedicato il premio alla memoria dei genitori rivolgendo un augurio ai giovani, invitandoli a continuare lo studio anche dopo la laurea. Alla cerimonia hanno presenziato anche i tre figli Claudia, Maria Sole e Alberto, tutti medici odontoiatri. International Imprint Licensing by Dental Tribune International Publisher Group Editor Managing Editor DT Asia Pacific Editorial Assistants Daniel Zimmermann [email protected] +49 341 48 474 107 International editorial Board Dr. Nasser Barghi, Ceramics, USA Dr. Karl Behr, Endodontics, Germany Dr. George Freedman, Esthetics, Canada Dr. Howard Glazer, Cariology, USA Prof. Dr. I. Krejci, Conservative Dentistry, Switzerland Dr. Edward Lynch, Restorative, Ireland Dr. Ziv Mazor, Implantology, Israel Prof. Dr Georg Meyer, Restorative, Germany Prof. Dr Rudolph Slavicek, Function, Austria Dr. Marius Steigmann, Implantology, Germany Anno VI Numero 7+8, Luglio-Agosto 2010 Registrazione Tribunale di Torino n. 5892 del 12/07/2005 Direttore responsabile Massimo Boccaletti Editore TU.E.OR. Srl - Corso Sebastopoli, 225 - 10137 Torino Tel.+39.011.197.15.665 - fax +39.011.197.15.882 www.tueor.com - [email protected] Sede amministrativa Corso Sebastopoli, 225 - 10137 Torino Amministratore Patrizia Gatto [email protected] Copy editor Torsten Oemus Claudia Salwiczek [email protected] Sabrina Raaff Hans Motschmann Publisher/President/CEO VP Sales & Marketing Director of Finance & Controlling Marketing & Sales Services License Inquiries Accounting Business Development Manager Executive Producer Production & Ad Disposition Project Manager Online Designer Torsten Oemus Peter Witteczek Dan Wunderlich Nadine Parczyk Jörg Warschat Manuela Hunger Bernhard Moldenhauer Gernot Meyer Jens Lindenhain Alexander Witteczek Franziska Dachsel © 2010, Dental Tribune International GmbH. All rights reserved. Dental Tribune makes every effort to report clinical information and manufacturer’s product news accurately, but cannot assume responsibility for the validity of product claims, or for typographical errors. The publishers also do not assume responsibility for product names or claims, or statements made by advertisers. Opinions expressed by authors are their own and may not reflect those of Dental Tribune International. Dental Tribune International Holbeinstr. 29, 04229, Leipzig, Germany Tel.: +49 341 4 84 74 302 - Fax: +49 341 4 84 74 173 Internet:www.dental-tribune.com-E-mail:[email protected] Regional Offices Asia Pacific Dental Tribune Asia Pacific Limited Room A, 26/F, 389 King’s Road, North Point, Hong Kong Tel.: +852 3118 7508 - Fax: +852 3118 7509 The Americas Dental Tribune America, LLC 213 West 35th Street, Suite 801, New York, NY 10001, USA Tel.: +1 212 244 7181 - Fax: +1 212 224 7185 Comitato scientifico Gian Carlo Pescarmona, Claudio Lanteri, Vincenzo Bucci Sabattini, Gianni Maria Gaeta, Giancarlo Barbon, Paolo Zampetti, Georgios E. Romanos, Marco Morra, Arnaldo Castellucci, Alessandra Majorana, Giuseppe Bruzzone Realizzazione TU.E.OR. Srl - www.tueor.it Comitato di lettura e consulenza tecnico-scientifica Luca Aiazzi, Ezio Campagna, Marco Del Corso, Luigi Grivet Brancot, Clelia Mazza, Gianna Maria Nardi, Giovanni Olivi, Franco Romeo, Marisa Roncati, Randal Rowland, Franco Tosco, Anita Trisoglio, Roly Kornblit Pubblicità TU.E.OR. Srl Contributi Maria Angileri, Loredana Bellia, Rosanna Butera, Roberto Callioni, Damaso Caprioglio, Cristina Comi, Ugo Covani, Gian Carlo Di Bartolomeo, Milvia Di Gioia, Giorgio Iodice, Alberto Laino, Chiara Lorenzi, Olivia Marchisio, Cristina Rodighiero, Claudia Salwiczek, Franco Tosco, Lisa Townshend, Daniel Zimmermann Coordinamento editoriale Cristiana Ferrari Stampa Grafiche Mazzucchelli SpA - Seriate Bergamo (BG) Ufficio abbonamenti TU.E.OR. srl - Corso Sebastopoli 225 - 10137 Torino Tel. 011.197 15 665 - 011.0463350 - Fax 011.197 15 882 [email protected] Copia singola: Euro 3,00 - Arretrati: Euro 3,00 + sped. postale Forme di pagamento: Versamento sul c/c postale n. 65700361 intestato a TU.E.OR. srl; Assegno bancario o bonifico su c/c postale 65700361 intestato a TU.E.OR. srl IBAN IT95F0760101000000065700361 Iva assolta dall’editore ai sensi dell’art.74 lettera C DPR 633/72 Hanno collaborato Enrica Casalegno, Alessia Murari, Francesco Pesce, Carla Ragni Coordinamento tecnico-scientifico Aldo Ruspa Grafica e impaginazione Angiolina Puglia Associato all’Unione Stampa Periodica Italiana Dental Tribune Edizione Italiana fa parte del Gruppo Dental Tribune International che pubblica in 25 lingue in oltre 90 Paesi News e Commenti Italian Edition Anno VI n. 7+8 – Luglio-Agosto 2010 Indispensabili gli strumenti AeDs per far fronte all’emergenza DT pagina 1 Lei ha recentemente pubblicato un nuovo manuale per le emergenze mediche negli Studi dentistici. Ritiene che le attuali conoscenze siano obsolete? Piuttosto che usare il termine “obsoleto”, importa rendersi conto che la preparazione alle emergenze mediche è in continuo divenire. Uno dei maggiori cambiamenti è stato la disponibilità e l’uso di defibrillatori automatici esterni (AED), che dovrebbero essere presenti in ogni ambiente sanitario. Le linee-guida dell’American Heart Association del 2005 hanno posto la defibrillazione precoce come parte integrante della “catena della sopravvivenza” del Basic Life Support (BLS) per il trattamento dell’arresto cardiaco. La disponibilità immediata di un defibrillatore automatico esterno ha dimostrato di aumentare la possibilità di successo della rianimazione. Negli Stati Uniti, alcuni Stati (Florida, Washington, Illinois) hanno già disposto la presenza di un AED negli Studi dentistici. Altre modifiche includono corsi di formazione continua che prevedono formazione pratica e simulatori umani ad alta fedeltà. La gestione di tali emergenze nella vita pratica, così come di quelle mediche, sta diventando sempre più diffusa tra i dentisti e il loro personale clinico. A suo parere, i dentisti e il personale odontoiatrico oggi sono adeguatamente preparati per le emergenze mediche? Molti studi hanno acquistato le attrezzature base di emergenza, ma è la combinazione di dentista e personale ben addestrato e aggiornato sul Basic Life Support for Healthcare Provider (BLS-HCP) che fa la differenza. Ogni Studio dovrebbe avere la capacità, come minimo, di essere in grado di fornire ossigeno sotto pressione positiva. Quali farmaci dovrebbero essere disponibili per gestire le emergenze più comuni? L’ossigeno dovrebbe essere tra le scorte, così come adrenalina, difenidramina, nitroglicerina, broncodilatatori, glucosio, Aspirina e ammoniaca aromatica. Questi farmaci dovrebbero essere controllati periodicamente per assicurare che non abbiano superato la data di scadenza. Le reazioni allergiche a certi tipi di farmaci sono un problema crescente nella pratica. A tal proposito quale medicina si può considerare problematica? Senza dubbio, gli antibiotici sono sempre in cima alla lista dei farmaci che vengono somministrati a molti pazienti durante il trattamento odontoiatrico e che hanno le potenzialità di scatenare una miriade di reazioni allergiche. È anche importante per il dentista capire che ci sono sempre più pazienti con problemi in merito al lattice. 3 Quali altre attrezzature consiglia? Le attrezzature che devono essere subito disponibili comprendono la bombola portatile di ossigeno “E”, respiratori oro-faringei, così come i dispositivi per la somministrazio- ne di ossigeno supplementare, tra cui una maschera a valvola. Consiglio, inoltre, forcipi, un defibrillatore automatico esterno (AED), stetoscopio, sfigmomanometro e un orologio a muro con una lancetta dei secondi. Una corretta valutazione dei rischi e la documentazione adeguata potrebbero evitare molte emergenze. Quali sono le prime indicazioni che identificano un paziente ad alto “rischio”? Solo attraverso una storia clinica dettagliata, la revisione approfondita delle risposte da parte del dentista, l’esame fisico accurato dei segni vitali e le consultazioni del caso, si possono identificare pazienti con alto rischio di problemi medici durante le procedure dentistiche. Quali sono le migliori strategie di prevenzione? Le caratteristiche di uno Studio ben preparato sono: meticolose valutazioni preoperatorie, attrezzature adeguate per l’emergenza di base, dentisti e personale preparati. Una revisione costante e, soprattutto, esercitazioni senza preavviso permetteranno allo Studio di riconoscere immediatamente il problema, chiamare aiuto, e soddisfare le esigenze immediate di un paziente odontoiatrico in emergenza. Daniel Zimmermann, DTI 4 Politica Sanitaria Anno VI n. 7+8 – Luglio-Agosto 2010 Italian Edition Uniti in Confederazione per poter contare di più Dental Tribune è lieto di dare il benvenuto tra i suoi collaboratori a Roberto Callioni, il quale esordisce in questo numero con un articolo dedicato a Confprofessionisti nell’ottica che naturalmente riguarda la categoria degli odontoiatri. Superfluo illustrare la personalità e i meriti del nuovo collaboratore, essendo l’ex presidente dell’Andi ben conosciuto non solo al pubblico di Dental Tribune ma, più in generale, alla più am- Recentemente, le agenzie di stampa hanno divulgato le notizie di un incontro tra il Presidente della Camera Gianfranco Fini e di Confprofessioni, Gaetano Stella. La settimana precedente la rappresentanza sanitaria (medici Medicina generale, odontoiatri, veterinari e psicologi) erano stati convocati al Ministero della Salute per discutere sulla Riforma delle Professioni e degli Ordini. Fondata nel lontano 1966 (allora Consilp), Confprofessioni è la principale organizzazione di rappresentanza dei liberi professionisti in Italia, tra cui gli odontoiatri, di cui più volte si è palesato lo scarso potere di rappresentanza, per due motivi fondamentali: l’esiguità numerica (gli iscritti alla Fnomceo sono 56.000 di cui 23.000 all’Andi) e una valenza sociale della professione non riconosciuta dal mondo istituzionale e dalla politica. Quindi, con scarso potere rivendicativo. A questo proposito è stata ripetutamente riportata la metafora per cui i 23.000 dentisti certificati Andi andrebbero a occupare poco più che la Curva Nord o Sud dello Stadio di San Siro e che tutti i dentisti messi insieme riempierebbero poco più dello stesso stadio. Una situazione così deficitaria sotto il profilo “contrattuale” interessa (seppur modulata in modo diverso) un po’ tutte le libere professioni, cioè il mondo delle partite Iva, dei “ProPro” (Professionisti-Produttori). Così definiti da un celeberrimo editoriale di Ferruccio De Bortoli, è stato ripreso in occasione del Workshop di Cernobbio da Dario Di Vico che, dalla pagine del Corriere della Sera, sta evidenziando l’importanza per il “Sistema Paese” (Italia) della salvaguardia di questa realtà, baluardo del cosiddetto “capitalismo intellettuale”. In pia cerchia odontoiatrica, non solo nazionale. Siamo certi che la testata, già impreziosita dall’apporto di altri “giornalisti” illustri, non potrà che trarre ulteriore prestigio dal contributo di un collaboratore tanto autorevole. Grazie alla sua esperienza e capacità di lettura, Callioni fornirà certamente ai lettori del nostro giornale una chiave di lettura più approfondita dei fatti e dei personaggi salienti del dentale. tal senso, Confprofessioni conta oggi oltre un milione e mezzo di liberi professionisti, per un comparto di oltre 4 milioni di dipendenti, esprimenti di fatto il 12,5% del Pil nazionale. In essa confluiscono le principali Associazioni di categoria delle professioni riconducibili a Economia e Lavoro (dottori commercialisti, consulenti del lavoro, revisori contabili), Diritto e Giustizia (avvocati e notai), Ambiente e Territorio (ingegneri, architetti, agronomi e geologi) e della Sanità e Salute (medici di Medicina generale, odontoiatri, veterinari e psicologi). Di fatto, Confprofessioni è anche “Parte Sociale” essendo firmataria del Ccnl dei dipendenti degli Studi Professionali. La sua importanza in questi anni è andata incrementandosi anche grazie all’attenzione che più Ministeri (tra cui quelli del Lavoro e della Salute) hanno posto alla nuova realtà interas- sociativa. E così, nel 1999, Confprofessioni entra a far parte del Ceplis (Consiglio Europeo delle Libere Professioni, unica rappresentanza delle professioni liberali a livello comunitario) e recentemente nel Cnel. Contestualmente, la ricaduta degli interessi di Confprofessioni si concretizza nelle identità di Cadiprof (Cassa di Assistenza Sanitaria per i dipendenti degli Studi Professionali), Fondoprofessioni (Fondo paritetico per la formazione continua), Previprof (Fondo Pensione complementare per dipendenti) e, infine (ma di grande importanza), Ebipro (Ente Bilaterale) dalla valenza determinante nel contesto della riforma Biagi. In tali organismi, Andi è bene rappresentata a partire dalla Giunta Esecutiva, di cui il sottoscritto è stato chiamato a far parte, financo a Ebipro che vede un dentista, Mario Canton, alla presidenza. In sostanza, sulle orme di Confindustria, di Confartigianato, di Confcommercio, ecco la realtà di Confprofessioni che, senza dimenticare la particolare valenza sociale delle professioni, in modo particolare di quelle sanitarie, risulta indispensabile per una maggior capacità rappresentativa e rivendicativa verso le Istituzioni e nel contesto di una Società in rapido cambiamento. Da notare che le professioni intellettuali sono governate da leggi risalenti a oltre un secolo orsono. Come si è visto, l’odontoiatria italiana, e Andi in particolar modo, sono impegnate in una vera e propria battaglia di civiltà finalizzata anche al superamento di quello stereotipo “corporativista” con cui le professioni sono state etichettate, troppo spesso superficialmente, dai Governi del nostro Paese. Roberto Callioni Autonomia degli odontoiatri il forte sostegno dell’Aio In un comunicato emanato l’8 giugno nell’ambito del dibattito sulle proposte di riforma degli Ordini professionali, l’Aio sottolinea gli aspetti fondamentali della figura dell’odontoiatra da considerare in un eventuale riordino del settore. La struttura basilare della legge 409 – dice – è ancora valida. Il profilo professionale dell’odontoiatra e la sua autonomia di azione devono essere ribaditi nell’ambito di un distretto anatomico specifico quale cavo orale, denti e tessuti circostanti. Fondamentale, inoltre, l’ambito medico di tale professione esplicata in anamnesi, diagnosi e terapia di sua totale prerogativa. Di qui, una totale autonomia sostenuta fortemente dall’Aio, definita in modo inequivocabile dal punto di vista legislativo, che consenta, dopo tanti anni, l’autogoverno della professione di odontoiatra e che l’Aio ritiene si debba realizzare con: - un governo della professione che comprenda tutti i suoi esercenti; - l’autonomia per una indipendente e completa gestione degli aspetti disciplinari; - l’autonomia di analisi e controllo per le questioni afferenti l’odontoiatria; - l’autonomia di gestione dei rapporti con le istituzioni governative di riferimento per il settore; - l’autonomia economica e gestionale dell’attività ordinistica; - la totale equiparazione dei titoli abilitanti alla professione nell’accesso ai concorsi per il SSN per i ruoli di pertinenza odontoiatrica. Nell’ambito di questo dibattito, Aio ritiene che sia ormai improcrastinabile una legittima rappresentatività degli odontoiatri nell’Enpam, espressa per diretta elezione da parte degli odontoiatri dei loro rappresentanti nell’Ente di previdenza. Necessaria, inoltre, una nuova definizione della composizione del Consiglio Nazionale dell’Ente con partecipazione attiva da parte di rappresentanti della componente odontoiatrica. Tali punti rappresentano la sintesi di un’analisi delle criticità sorte in questi 25 anni – a partire dall’approvazione della legge 409/85 – e costituiscono una proposta di attualizzazione della professione, per risolvere alcune lacune evidenziate nel tempo. Sulla base del costante e coerente impegno di rappresentanza della professione, Aio ribadisce la volontà di costruire insieme un governo della professione più funzionale e organizzato, per agire in modo più mirato per il miglioramento della salute orale dei cittadini. 6 Medicina Interdisciplinare Anno VI n. 7+8 – Luglio-Agosto 2010 Italian Edition Dall’ipnosi un valido ausilio personale anche per il dentista In queste poche righe non desidero parlare dell’ipnosi come strumento di terapia per gli “altri” bensì come valido ausilio personale per il dentista. Nel mondo attuale le richieste che gli arrivano sono sempre più ampie in termini di capacità, tempo, �1�0�0 �9�5 �7�5 �2�5 �5 �0 �1�0�0 �9�5 �7�5 �2�5 �5 �0 attenzione, impegno, conducendolo pian piano in una spirale perversa. Pensiamo al “burnedout”, alla “sindrome da poltrona vuota” o, all’opposto, al troppo lavoro (che in periodi come questi conviene assolutamente accettare, perché “del doman non v’è certezza”). Si aggiunga la necessità e obbligo degli aggiornamenti professionali, le incombenze di legge sempre più frequenti con relativa burocratizzazione del lavoro, gestione del personale più complessa, pazienti sempre più pressanti. In un primo tempo si cerca di ottemperare al nuovo impegno, aumentando il tempo di lavoro, cominciando magari a sacrificare il riposo. Poi, non riuscendo a star dietro a tutto, si sacrificano anche le relazioni sociali e infine, talvolta, la famiglia. Di qui un senso di angoscia per non riuscire a gestire gli eventi, che sfocia in stress cronico con possibilità di episodi acuti. Ciò che ne deriva influisce sempre più sulle capacità reattive e professionali conducendo a errori di valutazione e dimenticanze che fanno precipitare il soggetto in un loop negativo che si autoalimenta. La paura di non riuscire, la conseguente mancanza di fiducia nelle proprie possibilità rap�1�0�0 presentano un fattore di stress molto �9�5 importante. Quello stress che, secondo Seyle, “è una risposta non specifica dell’organismo �7�5 ad ogni agente ambientale perturbante”. Il corpo si difende dai fatti e dagli�2�5 agenti vissuti come stressanti, attraverso la “sindrome di �5 adattamento”, la cui funzione è proteggerlo da situazioni per�0 come pericolose e implicepite ca un lavoro di tipo nervoso ed endocrino che prepara l’organismo a una reazione di attacco o di difesa. La sindrome si attua in tre fasi: - allarme (stimolo surrenale con produzione di corticoidi); - resistenza (l’organismo si prepara e organizza per resistere); - esaurimento. Importante la qualità dell’agente stressante, ma lo è altrettanto come la persona lo vive, dipendente dalla sua struttura di personalità. Lo stesso agente stressante può provocare reazioni diverse a seconda della persona che lo subisce: lo stato d’animo, la fiducia in se stessi, il grado di salute ed efficienza del corpo possono condizionare e mediare l’effetto stressante sull’individuo. Quando viene superata la soglia limite, diversa da persona a persona, allora si comincia, spesso, col somatizzare. Tenendo presente che si registrano manifestazioni ansiose differenti per ogni individuo, con una gamma vastissima di sintomi, chi somatizza potrebbe presentare, tra gli altri: - un aumento della tensione muscolare con difficoltà nei movimenti, poca coordinazione, fino a crampi; - aumento o diminuzione accentuata della frequenza cardiaca e della pressione sanguigna con palpitazioni, tachicardia, extrasistoli, pallore o rossore fino allo svenimento; - sudorazione eccessiva; - disturbi gastrointestinali con �1�0�0 nausea, conati e/o vomito, diarrea, stipsi; - respirazione affannosa; �9�5 - insonnia; - tremori; �7�5 - difficoltà di linguaggio, balbuzie; - fame eccessiva o inappetenza. �2�5 Accanto a sintomi così vistosi questo stato comporta una serie �5 di sensazioni sgradevoli, di pensieri, fantasie, agitazioni la cui �0 percezione nel dentista accresce l’apprensione e quindi il disagio. DT �S�Q�U�A�D�R�A��L�A�S�E�R��2�0�1�0��2 �m�e�r�c�o�l�e�d� � ��1�6��g�i�u�g�n�o��2�0�1�0��1�9�.�1�6�.�5�7 pagina 7 Medicina Interdisciplinare Italian Edition DT pagina 6 L’aspetto forse peggiore è la sensazione d’impotenza nell’affrontare quello che si sta sviluppando con possibilità di ricorrere a farmaci, caffè, alcool, nicotina, sostanze che stimolano (eccitanti) o diminuiscono lo stress (sedativi) fino alle droghe (marijuana, cocaina). In tutto ciò, cosa può fare l’ipnosi? È utile e applicabile a ogni stadio: dalla sindrome conclamata fino ai primissimi, lievi sintomi, alla prevenzione vera e propria. Tralasciando la sindrome conclamata in cui è necessario l’intervento di un soggetto terzo nella figura del terapeuta, il dentista può agire su se stesso con tecniche di autorilassamen- 7 Anno VI n. 7+8 – Luglio-Agosto 2010 to e autoipnosi. In natura non esistono emozioni “buone” o “cattive”, ma stati emozionali che in certe condizioni rendono agevole il rapporto con noi stessi e gli altri, mentre in altre lo disturbano. Attraverso l’autoipnosi il soggetto ha la possibilità di prevenire gli stati d’animo depotenzianti, se non addirittura dannosi, gestire al meglio gli stati emozionali fino a elaborare in modo costruttivo le esperienze “faticose” e impedire o mitigare il comparire dei disturbi psicofisici da affaticamento e stress. Che obiettivi si può porre il dentista con l’utilizzo dell’autoipnosi? - Sviluppare una comprensione chiara dei propri stati d’animo e delle proprie rea- zioni a fronte di situazioni emotivamente faticose; - acquisire la capacità di sfruttare al meglio le proprie risorse; - imparare a rielaborare in modo costruttivo le esperienze quotidiane per non ripercorrere sentieri poco funzionali al raggiungimento dei propri obiettivi professionali, sociali, sentimentali. Come può l’autoipnosi fare ciò? Con l’utilizzo di: - tecniche; - rilassamento vigile; - ristrutturazione di esperienze emotive depotenzianti; - palestra della mente. Le tecniche - utilizzo approccio diretto e/o indiretto - creazione di campo affermativo; - stimolazione di attenzione e memoria; - tecniche di auto rilassamento; - tecniche di concentrazione. Rilassamento vigile: - tecniche avanzate di autorilassamento da utilizzare nel corso dell’attività; - nello stesso studio, senza allontanarsi per cercare un “luogo e una situazione adatti”; - possono essere impiegate per recuperare energie, affrontare situazioni di stress, lasciar fluire liberamente capacità e risorse. Ristrutturazione di esperienze emotive depotenzianti: - la visualizzazione con impiego di sottomodalità e ancoraggi consente di affrontare e rielaborare in senso positivo le esperienze pregresse o attuali che hanno un impatto emotivo altamente depotenziante e quindi ostacolano la capacità professionale. Palestra della mente: - consente di allenare le capacità di autorilassamento, concentrazione e gestione degli stati emotivi per poter utilizzare tutte le emozioni come risorse per raggiungere uno stato di maggior serenità, equilibrio, produttività. Gian Carlo Di Bartolomeo Medico specialista in Odontostomatologia www.ericksoninstitute.it Perché fare il dentista è diventato un’impresa Durante un corso di aggiornamento per odontoiatri sui temi della gestione d’impresa, Tueor – editore di Dental Tribune Italia, che da sempre si occupa di editoria di settore – ha invitato Franco Tosco, esperto di gestione di Studi professionali e, in particolare, di Studi dentistici, a coordinare un gruppo di professionisti nella stesura di un volume che illustrasse molti degli aspetti che compongono l’organizzazione dello Studio odontoiatrico, per creare nel lettore la consapevolezza della necessità di affiancare a una pratica clinica di eccellenza anche l’organizzazione della propria impresa con strumenti moderni di gestione e di controllo interni o affidati a organizzazioni esterne. Fare il dentista è un’impresa nasce dalla precisa esigenza di fornire agli operatori del comparto dentale uno strumento chiaro e maneggevole per meglio comprendere l’attività che sta alla base di uno Studio odontoiatrico, che sempre più si delinea come azienda a tutti gli effetti. Il libro, di 184 pagine, è suddiviso in 10 capitoli: - 01. Lo Studio odontoiatrico è un’azienda - 02. Gli operatori dello Studio organizzato: il Titolare, i Collaboratori, le Risorse Umane - 03. Gli operatori dello Studio organizzato: le RU di supporto ai clinici Fare il Dentista è un’impresa Suggerimenti di soluzioni per la gestione dello Studio odontoiatrico a cura di Franco Tosco - 04. La Segreteria: funzione centrale dell’azienda odontoiatrica - 05. Il Piano di Trattamento: note organizzative e case history - 06. Il Controllo di Gestione nell’azienda odontoiatrica - 07. Produzione e analisi dei dati: momenti successivi nel Controllo di Gestione - 08. L’azienda odontoiatrica e l’analisi finanziaria - 09. Marketing e Organizzazione: un case history - 10. Analisi dei preventivi: strumento di gestione e di marketing Franco Tosco, curatore, nonché autore di molti dei capitoli del libro, si è avvalso della col- laborazione di esperti appartenenti ai settori medico, economico-finanziario e di consulenza gestionale, come Sonia Volpe, Marco Mozzati, Franco Cellino, Mario Peano ed Ezio Costa. Insieme hanno lavorato per creare un testo che non vuole proporsi né come un trattato né come un manuale organico, ma un’antologia per chiunque voglia prendere maggiore coscienza della propria attività imprenditoriale. Riportiamo di seguito un breve stralcio dall’introduzione di Tosco. «Al professionista della cura della bocca […] non si chiede solamente di essere un grande tecnico-clinico che esprime la qualità nell’ottica dell’eccellenza. Deve esprimere questa caratteri- stica in una struttura che ha tutte le componenti di una piccola e talvolta media azienda. E quindi, come in tutte le aziende, si deve dotare degli strumenti concettuali e tecnici che gli permettono di controllarla e di disporre, in ogni istante, del quadro esatto della situazione. […] Il medico deve fare il medico, perché quello è il suo mestiere e quello è ciò che gli utenti gli chiedono. Però, deve sapere di chi e di che cosa ha bisogno per poterlo fare al meglio». Scheda libro: Franco Tosco (a cura di), Fare il dentista è un’impresa. Suggerimenti di soluzioni per la gestione dello Studio odontoiatrico. TU.E.OR. Editore, Torino 2010. Pagine 184, prezzo 60,00 €. Fare il Dentista è un’impresa Suggerimenti di soluzioni per la gestione dello Studio odontoiatrico a cura di Franco Tosco “La professione odontoiatrica è complessa, sia in se stessa sia per l’attuale periodo storico in cui si deve esprimere”. Questo testo suggerisce indicazioni essenziali di gestione dello Studio odontoiatrico, per chi voglia intraprendere questa attività e per chi intenda riorganizzarla. 60,00 Per prenotazioni e info: 011 0463350 / 011 19715665 / www.tueor.com 8 L’Assistente Anno VI n. 7+8 – Luglio-Agosto 2010 Italian Edition L’assistente alla poltrona: note di prospettiva La nuova figura in uno Studio odontoiatrico in rapido cambiamento. L’assistente di Studio odontoiatrico, abitualmente chiamata “assistente alla poltrona”, è probabilmente la figura che, all’interno della struttura, è destinata a sperimentare i maggiori cambiamenti. Deve infatti affiancare un operatore clinico che, nell’arco di quindici anni, ha mantenuto fermo solamente l’obiettivo generale di curare le patologie della bocca. Si chiama ancora dentista. Ma i materiali, le attrezzature, le metodiche, le soluzioni innovative, l’elettronica pesantemente applicata hanno trasformato l’operatore dentista in un tecnico specialista di alto livello che non ha quasi più nulla da spartire con i suoi predecessori. Inoltre, con gli ultimi anni si è trasformato in modo importante il concetto di professione odontoiatrica. Dal grande specialista in grado di intervenire sulle patologie cliniche, si sta progressivamente passando al grande clinico che sa intercettare i bisogni di “socialità” che sono connessi alle patologie orali. Il volto è l’immagine di sé che ognuno di noi presenta agli altri. E questa immagine, quando richiede l’intervento del dentista, anche se non “grave” dal punto di vista strettamente patologico, può diventare un freno fortemente limitante per i rapporti interpersonali e sociali in generale. Infatti l’urgenza è trattata con ritmi diversi se, toccando anche l’aspetto estetico, interessa i denti anteriori o quelli posteriori. L’attenzione all’aspetto estetico sta diventando sempre maggiore nell’area dei clinici dentali, e ciò non tanto perché all’inseguimento di una nuova nicchia di mercato, quanto per la coscienza invalsa che occorre rispondere a bisogni di immagine reali e profondi. L’assistente alla poltrona si trova così ad affiancare una figura professionale nuova, a dover affrontare metodiche, forme di intervento, attrezzature, tecnologie nuove. La capacità di gestire l’approccio informatico in questa realtà, per fare un esempio, va data per scontata, come la conoscenza della lingua e il possesso della patente. Se la domanda “sa usare il pc?” viene ancora posta in sede di selezione per l’assunzione, è probabile che chi la pone abbia in mente una figura professionale non più adatta ad affiancare il professionista del moderno Studio odontoiatrico. I giovani diplomati conoscono l’uso dei pacchetti operativi. Tempo addietro, e talvolta ancora adesso, ci si aspettava dall’assistente la disponibilità a svolgere mansioni che non trovano più spazio nello Studio odontoiatrico moderno. Vediamone alcune. 1. In uno Studio organizzato, le funzioni di segreteria e quelle di assistenza sono ben distinte. Sono due mestieri diversi, che richiedono competenze, attenzioni, procedure, formazione di base e aggiornamenti approfonditi continui. Non possono essere svolte indifferentemente, e soprattutto contemporaneamente, dalla stessa persona. Ne deriverebbero: - una qualità del lavoro necessariamente diversa in una delle due funzioni; - un eccesso di carico di lavoro dell’operatore, con decremento della qualità; - a fronte di più compiti da svolgere con urgenza, è difficile stabilire le priorità, e quindi si procede seguendo l’arrivo delle richieste anziché in base all’importanza delle azioni da compiere; - si tralasciano per dimenticanza delle azioni da svolgere, praticamente impossibili da recuperare successivamente, stante che il lavoro procede con nuovi interventi; - le perdite economiche o finanziarie indirette (non trovare il tempo per fare i richiami) o dirette (rinviare un incasso all’incontro successivo perché si richiede di rassettare subito il riunito dopo una seduta e far sedere il paziente successivo) possono intervenire in modo pesante; - si innescano delle abitudini agli straordinari dalle quali è poi assai difficile recedere, fino a non distinguere più se esse sono un’abitudine non giustificata dal carico di lavoro, oppure una carenza di risorse umane nella struttura o, ancora, sono il risultato della sottovalutazione della formazione iniziale necessaria per quel compito e mai erogata o acquisita; - il titolare si trova nella condizione di dover abdicare al dovere di controllo sul lavoro svolto dal dipendente. A fronte di una risposta come “dottore, non ho avuto tempo”, l’ultima cosa che il medico si sente di fare è la verifica della qualità del lavoro svolto; - un pesante danno di immagine dello Studio. 2.In uno Studio “storico”, la disponibilità o la necessità del cambiamento era assai marginale. Tanto che era considerato un plus la durata del tempo di permanenza. Era per lo più valutata più brava quell’assistente che da più tempo lavorava con il dottore. Diventava progressivamente la memoria storica. Dei pazienti sapeva molto di più l’assistente-segretaria che non il titolare. Se poi questa figura svolgeva anche la funzione di igienista, diventava lei la figura centrale. E fruiva del corrispondente potere, tanto da mettere, in termini psicologici e anche operativi, seriamente in difficoltà il dentista se accennava a dimissioni. Il titolare era disposto anche a modificare gli orari dello Studio, pur di ottenere anche solo una presenza part-time. Dimenticandosi, il titolare, che lo Studio è nato, sta in piedi e funziona perché c’è lui, non l’assistente. Certo, le dimissioni di una figura storica possono creare delle difficoltà. Ma la causa è da ricercare soprattutto nel Informi i suoi pazienti e promuova la sua professione ti preno o u s il Kit! SORRIDIAMO È IL PRIMO PERIODICO DI INFORMAZIONE AL PAZIENTE SU NOVITÀ IN CAMPO ODONTOIATRICO, SALUTE, BELLEZZA E BENESSERE. Il primo strumento etico ed innovativo per consolidare il rapporto con i pazienti, motivandoli ggio da Masuo l ne o! studi Semios - www.key-stone.it I pazienti e le loro famiglie sono il patrimonio più importante dello Studio Dentistico all’importanza della salute orale e informandoli su novità in campo diagnostico e terapeutico. Un modo semplice ed economico per fidelizzare motivando alla prevenzione e a alla frequentazione dello studio e per sviluppare nuova potenziale clientela. Personalizzi la rivista, Sorridiamo è su misura per Lei! Contatti i nostri consulenti telefonando allo o scrivendo a [email protected] www.sorridiamo.info 011-0463350 fatto che non si è previsto in tempo questa possibilità. In una simile situazione, l’idea stessa del cambiamento non era possibile. La resistenza attivata era molto forte. A volte addirittura tale da impedirlo. In uno Studio attuale il cambiamento è un elemento strutturale. Non cambiare significa diventare obsoleti in tempi molto rapidi. E quindi tutti gli operatori, assistente compresa, devono modificarsi in continuazione. L’assistente alla poltrona deve ridisegnare la sua funzione, esattamente come fa l’odontoiatra moderno. È una figura professionale specifica, come lo sono il medico, l’igienista e la segretaria. Deve possedere una conoscenza approfondita dell’uso del programma gestionale utilizzato, per interagire con la segreteria e per sostituire i supporti cartacei. Deve saper utilizzare, per poter affiancare in modo serio il medico, le nuove tecnologie per le Rx, l’opt digitale, le impronte digitali ecc. Deve sapere chi attivare, tra i consulenti esterni, per i problemi di privacy, di sicurezza sul lavoro, di radiologia, di rapporti con i laboratori. Deve conoscere i nuovi materiali e le nuove metodiche. Deve sapere di trattamenti ortodontici invisibili, di impianti computer assistiti, di preparazione dei campi per le nuove tecniche chirurgiche ecc. 3.La figura nuova dell’assistente alla poltrona, poiché lo Studio odontoiatrico si sta rapidamente modificando, richiede la formazione permanente. Ciò vale per tutte le risorse umane di supporto, segreteria e assistenza, tra le quali l’assistente alla poltrona è uno dei pilastri portanti (l’altro è la segretaria). La formazione continua è opportuno orientarla in due direzioni: quella tecnica, in cui rientrano tutti i costanti rapidi cambiamenti accennati in precedenza, e quella mirata alla coscienza del team di lavoro. Solamente la messa a disposizione degli altri operatori della propria competenza professionale permette quell’armonia che deve esistere – perché pretesa dal paziente – tra tutte le risorse dello Studio. E che permette, a chi viene per farsi curare, di percepire quella qualità che cerca in risposta ai suoi bisogni di salute ed esistenziali. Franco Tosco, Lessicom Srl ADV_DT_4_10_orizzontale.indd 1 18-03-2010 12:06:06 Anno III n. 2 No dal dentista quasi la metà degli italiani Secondo i dati dell’Eurobarometro, ben il 48% degli italiani non va dal dentista da un anno e più, un dato ancora più grave di quello europeo che si attesta al 43%. Tra i motivi, il fatto di non ritenere abbastanza serio il problema dentale (33%) e le ragioni economiche (18%). In generale, quindi, si sottovaluta l’importanza di una corretta igiene orale, fondamentale anche per il benessere dell’intero organismo. Di qui, la continuazione della campagna educativa di Aio – Associazione Italiana Odontoiatri – e OralB, volta a sensibilizzare gli italiani sull’importanza di una corretta routine di igiene orale, delle visite periodiche dal dentista e dell’uso degli spazzolini elettrici per migliorare la salute della bocca. La campagna, che include una serie di iniziative informative negli Studi odontoiatrici associati Aio su tutto il territorio italiano e nei principali punti vendita dove vengono distribuiti i prodotti OralB, si inserisce all’interno del secondo anno di “Campagna Rottamazione”, programma con cui Oral-B invita gli italiani a passare dallo spazzolino manuale all’innovativa tecnologia oscillante-rotante degli spazzolini elettrici ricaricabili. HT pagina 11 Luglio-Agosto 2010 Inserto di Dental Tribune Italian edition Anno VI, n. 7+8 – Luglio-Agosto 2010 IN PAZIENTI A RISCHIO PROFILASSI R ADIOTERAPIA ED EFFETTI ANTIBIOTICA ED IGIENE ORALE SUL CAVO ORALE IGIENE ORALE COMPLETA CON L’ USO DEL COLLUTTORIO Da molti anni è di prassi instaurare un’adeguata profilassi antibiotica nei pazienti classificati a rischio per prevenire l’insorgenza di endocardite batterica o infettiva. > pagina 12 La tossicità radio-indotta può essere più o meno grave a seconda della sede che viene irradiata. Conseguenze e suggerimenti per l’igienista nell’approccio con il paziente radio trattato. > pagina 13 Hygiene Tribune propone ai lettori l’intervista a Sebastiano Andreana, University of Buffalo, sui vantaggi prodotti dall’utilizo quotidiano del colluttorio per un’igiene orale completa. > pagina 18 L’igienista dentale e il counseling antitabagismo Loredana Bellia L’igienista dentale deve contribuire a promuovere la prevenzione di tutte le malattie del cavo orale, favorendo lo sviluppo di una dentatura integra e sana nella totalità della popolazione. Deve favorire percorsi di crescita anche collettivi che sviluppino sinergie nell’ambito della prevenzione; a tal fine non si può prescindere da una precisa conoscenza della realtà socioterritoriale in cui si opera e da un’adeguata considerazione del contesto culturale e dei valori propri dei pazienti, considerando le diversità come una ricchezza da salvaguardare e da diffondere. L’igienista deve inoltre contribuire alla promozione, allo sviluppo e al sostegno di politiche sociali favorevoli all’emancipazione di comunità e gruppi marginali e di programmi che comportino il miglioramento della qualità della vita. Smettere di fumare è un processo complesso. Per raggiungere l’obiettivo i tabagisti, sempre più ghettizzati anche a causa del divieto di legge di fumare nei luoghi pubblici, cercano e trovano oggi infinite proposte per smettere. Il fumo non è soltanto uno tra i principali fattori di rischio per cancro al polmone, malattie cardiache, respiratorie e della circolazione; molti studi effettuati in tutto il mondo stabiliscono una correlazione tra l’abitudine al fumo e una scarsa salute orale, con un accentuato aumento del rischio di malattie parodontali. I risultati di un’indagine hanno dimostrato che il numero di donne che fumano nel Centro Italia (Lazio, Umbria, Toscane e Marche) ha superato il numero degli uomini; invece, nel Sud Italia c’è una crescita rispetto agli anni scorsi delle donne fumatrici, che rispecchia in qualche modo anche l’aumento del livello di occupazione e il conseguente spostamento dalle attività rurali a quelle industriali. Perché il fumo fa male? - Il fumo riduce la distensibilità dei vasi di conduttanza, quindi un fumatore ha una probabilità notevolmente superiore rispetto a un non fumatore di avere ipertensione sistolica in età avanzata, poiché il fumo agisce sui vasi di capacitanza, riducendo la compliance arteriosa (per “compliance” si intende la capacità del vaso di ricevere sangue). - Riduce il colesterolo HDL (colesterolo buono). HT IL NUOVO SISTEMA PROFESSIONALE DI SBIANCAMENTO DENTALE L’eccellenza raggiunta in termini di versatilità, sicurezza e tollerabilità, assicura denti più bianchi e un aspetto più naturale. SISTEMA PER IGIENE E SBIANCAMENTO DENTI CON ATTIVAZIONE QUANTICA FOR.DERMAL sas Via A. Saffi, 5 - 25122 Brescia Tel.: 030.2403294/030.2943687 - Fax: 030.2936736 e-mail: [email protected] pagina 10 10 News e Commenti Anno III n. 2 – Luglio-Agosto 2010 Italian Edition L’igienista dentale e il counseling antitabagismo Loredana Bellia , Igienista dentale, Presidente Regionale Unid Campania e Consigliere Nazionale Unid HT pagina 9 - Aumenta l’ematocrito (concentrazione della parte corpuscolata del sangue); per esempio, un ematocrito del 42% significa che il 42% del sangue è costituito dalla parte corpuscolata. Questa informazione è importante per capire la viscosità del sangue poiché, mentre l’acqua ha un rapporto di tipo lineare con il calibro dei vasi, il sangue è un liquido particolare (detto “non newtoniano”) perché, grazie alla presenza della sua parte corpuscolata, cambia le proprie caratteristiche viscose in relazione al calibro dei vasi. cità di trasmettere l’ossigeno all’emoglobina. Di conseguenza, il rene produrrà più globuli rossi grazie all’azione di un ormone prodotto dal rene stesso che è l’eritropoietina, che favorisce la produzione midollare dei globuli rossi aumentandone il numero in relazione al fatto che comunque noi cerchiamo di mantenere la quantità di emoglobina trasportata sempre costante. Inoltre, associato a questo, si ha un aumento dei livelli di fibrinogeno, una delle proteine plasmatiche legate alla coagulazione. Quindi, un aumento di un fattore pro-coagulante rende centuplichiamo la potenzialità aterogena dei fattori di rischio cardiovascolari. Si evince che nel 2001 il 30% delle donne in stato interessante ha fumato durante la gravidanza; percentuale che ad oggi si è già ridotta, anche se ci sono molte donne che continuano a fumare durante la gestazione, malgrado l’aggressiva campagna mediatica fatta dal 2001 ad oggi sul rischio teratogeno e salutare che nel feto si può verificare (per es.: feti con peso ridotto alla nascita possono essere più esposti a rischi cardiovascolari in età adulta). Bisogna sottolineare che: - dopo 1 anno il rischio car- Nel “Progetto Tetra” l’Unid riafferma i diritti degli igienisti dentali Tra i professionisti “sentinella” del cosiddetto “Progetto Tetra” riguardante la prevenzione odontoiatrica del cancro orale, in un primo momento – si suppone per una non completa e attenta valutazione delle reali potenzialità – non erano stati inseriti gli igienisti dentali in Sicilia. Valutata tale mancanza, i professionisti locali, attraverso Rita Coniglio dell’Unid, hanno preso posizione contro tale esclusione con una lettera di cui pubblichiamo i passi salienti. Premesso che il motivo per cui l’Unid ha richiesto di essere inserita deriva dalla considerazione che “la clinica della professione si basa anche sull’attenta valutazione delle condizioni del cavo orale, sul saper riconoscere o porsi eventuali dubbi sull’origine di un segno o di un sintomo”, la lettera riconosce tuttavia l’intelligenza e la correttezza professionale dimostrate dalla Cao in Sicilia, rappresentata dal dott. M. Marrone nel rimediare alla lacuna, in virtù del principio che “se errare è umano, porre rimedio all’errore è certamente segno di tali qualità”. Tra i professionisti “sentinella” del progetto, Un sangue molto viscoso è un sangue che finisce per far aumentare la resistenza periferica al flusso di sangue al cuore, questo perché aumenta la resistenza delle arteriole (sito principale della resistenza vascolare). Quindi, un aumento dell’ematocrito si ripercuote automaticamente sulla viscosità ematica, che a sua volta è una delle componenti delle resistenze periferiche. Perché aumenta l’ematocrito? Perché aumentano i globuli rossi (eritrociti). Se parliamo della capacità delle cellule di passare attraverso un cunicolo stretto, mentre il globulo bianco ha una grande adattabilità, il globulo rosso ha una rigidità superiore perché ha una forma geometrica finita; inoltre, questi ultimi sono in numero maggiore (circa 5 milioni) rispetto ai globuli bianchi (circa 4-5 mila). Bisogna dire, poi, che esistono diversi meccanismi grazie ai quali si può avere un aumento dell’ematocrito; però, probabilmente, il più importante è quello respiratorio perché riduce la capacità dei polmoni di ossigenare il sangue e quindi la capa- quindi, a Palermo c’eravamo anche noi il 14 maggio – osserva la Coniglio – accanto agli altri protagonisti. In tale circostanza la prof.ssa G. Campisi, responsabile Sipmo, ha sottolineato più volte l’importanza del nostro ruolo. Abbiamo chiesto di entrare nel “Progetto” – continua la lettera – dimostrando i fatti con dignità professionale, coinvolgendo la categoria, senza esclusione di altre Associazioni, risultate assenti a un evento che si riteneva riguardare solo chi lo aveva richiesto”. Nel deplorare la mancata partecipazione, la lettera osserva che “non possiamo pretendere che le nostre battaglie di categoria siano credibili se ci si continua a dissociare a questo tipo di eventi solo per presunzione associativa. Ci sono momenti come il 14 maggio a Palermo – rileva la Coniglio – in cui bisogna far fronte unico e associarsi. Purtroppo, in quella circostanza siamo riusciti solo a dimostrare la presenza compatta dell’Unid e l’assenza totale di chi pensa che le vittorie per la categoria appartengano solo a chi le firma”. ragione del perché un fumatore sia più esposto a malattie trombo-emboliche, ma è anche uno dei marcatori dell’infiammazione in generale. Infatti, all’aumentare del fibrinogeno, aumentano anche altri marcatori dell’infiammazione, il più famoso dei quali è la proteina C-reattiva (PCR). Insieme a questi marcatori dell’infiammazione aumenta anche l’aggregazione piastrinica, altro elemento fondamentale per la costituzione del trombo, perché riduce la biodisponibilità di alcuni fattori – soprattutto alcune prostaglandine – che invece mantengono le piastrine sciolte. Il fumo è la più potente causa prevenibile di morte prematura, infatti un fumatore ha la probabilità di morire 7 anni prima in media rispetto a un non-fumatore. Bisogna sottolineare il fatto che c’è una potente sinergia tra il fumo di sigaretta e gli altri fattori di rischio, anche se non è una sinergia identificabile singolarmente perché il fumo di sigaretta è sinergico con tutti i fattori di rischio conosciuti (obesità, ipertensione, iperlipidemia, diabete ecc.). Fumando, noi diovascolare si dimezza; - dopo 5 anni il rischio di cancro al cavo orale ed esofago si dimezza; il rischio di ictus torna nella norma; - dopo 10 anni il rischio di cancro al polmone si normalizza; - dopo 15 anni rischio cardiovascolare e la probabilità di morte tornano nella norma. Quando si smette di fumare iniziano a modificarsi una serie di fattori: - l’HDL (colestrerolo protettivo) aumenta; - l’LDL (colesterolo aterogeno) si riduce; - si riduce il volume delle piastrine; - aumenta la reattività alla BGE1 (prostaglandina impegnata a evitare che altre prostaglandine agiscano aggregando le piastrine); - si riduce la pressione arteriosa, con un avvertimento: se non correlata a un aumento ponderale, quest’ultimo a volte è il prezzo da pagare dopo aver smesso di fumare perché il fumo di sigaretta ha un fortissimo effetto anoressizzante. L’effetto che il fumo di sigaretta ha sulla periferia serotoninergica non è soltanto psicologico, ma anche farmacologico diretto, che è alla base sia del tono dell’umore sia del senso di appettito; infatti, molti antidepressivi agiscono inibendo il re-uptake delle sinapsi della serotonina, cioè aumentando la biodisponibilità della serotonina ed è anche un po’ quello che fa il fumo di sigaretta. Questo meccanismo provoca ambedue gli effetti, aumenta il senso di appagamento personale e riduce l’appetito. Altri vantaggi quando si smette di fumare sono: - migliora il colore, la lucentezza, la morbidezza della pelle; - migliorano i problemi di disfunzione erettile (che il fumo di sigaretta può provocare). Interventi utili per smettere di fumare È stato dimostrato che anche il solo suggerimento materiale a ogni paziente di smettere di fumare è importante, questo perché qualunque intervento sulla popolazione, anche il consiglio/suggerimento breve sintetizzato in tre minuti è efficace per convincere il paziente a smettere di fumare. Altra tappa fondamentale è far sì che i pazienti non ricomincino a fumare; infine, è importante che i vari studi medici aiutino il paziente ad affrontare da solo i problemi legati al fumo suggerendo l’utilizzo di web-site e link ad hoc. L’intervento diretto, invece, può essere minimo o molto esteso; quello minimo consiste in suggerimenti, consigli, raccomandazioni ecc., già efficaci di per sé. Quando il paziente è invece disponibile, è utile per lui la decisione, insieme al medico, di fissare una data oltre la quale cesserà di fumare, questo perché molte persone che decidono di smettere, riducendo il consumo di sigarette giorno dopo giorno (diluendolo su un arco di tempo ampio), non smettono mai effettivamente di fumare, poiché mantengono il rapporto con l’abitudine viziosa, e poi, più si allunga il tempo, meglio possono intervenire eventi esistenziali che fanno riprendere l’abitudine viziosa a volte più di prima; infatti, in quei pazienti che tentano di smettere di fumare e poi riprendono, c’è un aumento del consumo giornaliero di sigarette. Bisogna far comprendere ai pazienti che è utile smettere repentinamente o quanto meno nell’arco di 5-7 giorni. Una volta decisa la data, bisogna decidere il follow-up. Oltre all’intervento minimale c’è anche l’intervento intensivo e ci sono passaggi graduali dal primo al secondo tipo d’intervento. L’intervento intensivo, invece, richiede più tempo e organizzazione, e riguarda la persona- lizzazione del consiglio. A volte può essere utile personalizzare la tabella del rischio cardiovascolare per far vedere in quale modo il fumo e la cessazione del fumo incidano sul rischio globale. Naturalmente, però, la persona ammalata e non ammalata deve essere motivata, può essere utile aiutare queste persone con un training psicologico. Dopo aver accertato le motivazioni, bisogna mettere davanti al paziente quali sono gli strumenti che può utilizzare per smettere di fumare. Strumenti che a volte possono essere farmacologici, anche se spesso da soli non servono. Infatti, lo strumento più importante è l’informazione e l’approfondimento del problema attraverso le risorse sul web, piuttosto che propinare troppi opuscoletti informativi. A volte ci possiamo trovare di fronte pazienti che comprendono le motivazioni, ma non accettano uno schema troppo rigido (smettere di fumare da un giorno all’altro), quindi si può sviluppare un programma anche esteso nel tempo che preveda controlli periodici, in modo tale che il paziente si senta seguito: la presenza del paziente ai controlli periodici ci fa capire anche quanto la terapia stia funzionando. In ultima analisi, un team (medico-odontoiatra-igienista dentale) può decidere per la terapia farmacologica attraverso l’uso di cerotti, cooperando però nello stesso tempo un programma di disassuefazione. Ci sono anche altri farmaci, sostanzialmente antidepressivi, che hanno un effetto sul tono dell’umore, ma che comunque conservano tutte le problematiche degli antidepressivi. Bisogna fare i conti con chi riprende a fumare, e non è infrequente trovare pazienti che dopo tanti anni che hanno smesso riprendono poi l’abitudine viziosa. In conclusione, quindi, possiamo stilare tre categorie di ex fumatori: 1.coloro che hanno raggiunto un equilibrio psicofisico: smettono di fumare per non ricominciare più; 2.coloro che sono attratti dal fumo di sigaretta e mantengono un alto rischio di ricominciare; 3.infine, ci sono gli integralisti che hanno smesso di fumare, ma che conservano inconsciamente una terribile voglia di riprendere, diventando i peggiori antifumatori. I programmi contro il tabagismo hanno seguito due approcci complementari. Da un lato, si è cercato di proibire il fumo in una sempre maggiore quantità di luoghi pubblici; dall’altra, è stata potenziata l’informazione sulle sue conseguenze. In quest’ultimo ambito, gli igienisti dentali svolgono un ruolo importante a supporto di una capillare informazione verso tutti i pazienti. News e Commenti 11 Italian Edition Anno III n. 2 – Luglio-Agosto 2010 Da almeno un anno quasi la metà degli italiani non va dal dentista HT pagina 9 Per bocca del suo presidente, Salvatore Rampulla, l’Aio propone un decalogo di salvaguardia. 1.Per una corretta igiene orale, gli esperti consigliano di lavarsi i denti ogni giorno con l’aiuto di strumenti indispensabili quali lo spazzolino, il dentifricio al fluoro, il filo interdentale e il collutorio. 2.Da non dimenticare sono la pulizia professionale dall’igienista dentale o dall’odontoiatra, consigliata ogni 6 mesi, e una visita l’anno di controllo dall’odontoiatra. 3.Oltre alle non trascurabili ragioni estetiche, gli esperti riconoscono che una buona igiene orale svolge un ruolo fondamentale per la salute della bocca e per il benessere dell’intero organismo. In particolare, si è visto che chi soffre di infiammazioni gengivali è più a rischio di malattie cardiovascolari, come infarto e ictus: ma curando le malattie gengivali vi è un miglioramento della funzionalità delle arterie. 4.È bene imparare e mettere in atto un’adeguata routine di igiene orale fin da bam- bini, anche con i denti da latte, per tutelare lo sviluppo dei denti definitivi. 5.I denti vanno spazzolati almeno due volte al giorno, o meglio ancora dopo ogni pasto, per almeno due minuti, con spazzolino manuale o elettrico di ultima generazione, quale ad esempio con tecnologia oscillanterotante, e dentifricio al fluoro. Il fluoro, infatti, esercita un’azione protettiva, antisettica e remineralizzante sullo smalto dentale. 6.Non bisogna dimenticare l’igiene della lingua: spesso, infatti, l’alitosi può essere provocata dalla scarsa pulizia della lingua che ospita molte specie batteriche responsabili della produzione di sostanze dall’odore sgradevole. 7.Quando è il momento di cambiare lo spazzolino? Sia che si tratti dello spazzolino manuale sia della testina dell’elettrico, la sostituzione deve avvenire circa ogni 3 mesi. Infatti, per eliminare efficacemente la placca, le setole devono essere dritte e con la punta arrotondata. Se perdono forma e si incurvano non svolgono più la loro funzione. 8.Gli spazzolini elettrici eli- minano fino al doppio della placca rispetto a uno spazzolino manuale tradizionale, aiutando a ridurre il rischio di gengiviti e a prevenire l’insorgenza di carie. La loro efficacia sulla salute della bocca è provata da numerosi studi clinici internazionali, validati anche da importanti organizzazioni di controllo della qualità degli studi scientifici, come la Cochrane, un’organizzazione internazionale no-profit e indipendente. 9.Quando si sceglie uno spazzolino elettrico, si deve prima di tutto controllare che sia dotato di una tecnologia avanzata (oscillante/rotante o oscillante/rotante/pulsante) e di una batteria da ricaricare con la corrente elettrica. Inoltre, si dovrà scegliere anche la testina che meglio soddisfa le esigenze specifiche di pulizia dentale. 10.Si raccomanda di mangiare correttamente e in modo vario, senza dimenticare le fonti di calcio come latte e formaggio, frutta e verdura ricche di vitamine. Per avere denti più bianchi bisogna evitare caffè, tè, vino rosso e fumo, che macchiano lo smalto. Ultime novità sullo sbiancamento dentale La GIDIEMMESMILE Srl è un’azienda italiana di produzione di innovativi sistemi di sbiancamento dentale. Il prodotto di punta è SMILING SYSTEM. Le aziende che operano in questo settore sono diverse. La GIDIEMMESMILE è un’azienda giovane e dinamica che vuole differenziarsi dalle altre aziende di sbiancamento dentale e, a questo scopo, è fortemente impegnata nel porre una continua attenzione alla ricerca scientifica, sia direttamente che con opportune collaborazioni con l’Università di Bologna. La scelta professionale GIDIEMMESMILE si basa sulla qualità superiore dei principi attivi utilizzati nei prodotti e sulla tecnologia delle correlate lampade a led, ideate per garantire ai clienti un trattamento sbiancante più sicuro ed efficace. Oggi le persone sono sempre più attente alla propria salute e ipercritiche sulla loro immagine, per la quale è molto importante anche il colore dei denti. Nel momento attuale, per quanto riguarda lo sbiancamento dentale, si stanno verificando significativi cambiamenti di cui occorre essere continuamente informati per rimanere competitivi. A tal fine, la GIDIEMMESMILE – tenuto conto che il rapporto con i pazienti e la loro completa soddisfazione sono aspetti fondamentali per un buon funzionamento dello Stu- dio odontoiatrico e, nell’ambito di questo, dell’igiene dentale – offre ai professionisti del settore la propria consulenza specialistica a 360 gradi, consentendo loro, con la scelta di SMILING SYSTEM, di esprimere un servizio ai pazienti che, migliorando la qualità del lavoro svolto, contemporaneamente crea anche cultura e professionalità sullo sbiancamento dentale. “Change the look of your smile by using smiling system!” Per informazioni: GIDIEMMESMILE Srl Via Parini 1/8 40033 - Casalecchio di Reno (BO) Tel.: 051.6167418 - Fax: 051.6187757 [email protected] www.gdmsmile.com Il nostro obiettivo è dare professionalità allo sbiancamento dentale La bellezza di un sorriso luminoso Via Parini, 1/8 - 40033 Casalecchio di Reno (BO) - Italy Tel. (+39) 051 6167418 - Fax. (+39) 051 6187757 www.gdmsmile.com - [email protected] GIDIEMMESMILE si distingue per i sistemi di sbiancamento innovativi, per i servizi di consulenza offerti allo Studio Odontoiatrico e per la formazione del personale di Igiene Dentale. 12 Clinica & Ricerca Anno III n. 2 – Luglio-Agosto 2010 Italian Edition Antibiotici e igiene orale La profilassi dell’endocardite batterica Cristina Comi L’epidemiologia delle endocarditi infettive è un settore della medicina molto complesso. In teoria, qualsiasi episodio di batteriemia può trasformarsi in endocardite. Nel tentativo di prevenirla era ed è consuetudine da parte degli odontoiatri prescrivere una profilassi antibiotica per i pazienti a rischio prima di ogni trattamento. L’endocardite batterica o infettiva, come viene ora definita, è un’infezione microbica a carico delle valvole cardiache o dell’endocardio, ovvero il foglietto epiteliale che riveste le valvole cardiache, caratterizzata da febbre, soffi cardiaci, petecchie, anemia, fenomeni embolici, vegetazioni endocardiche. Perché una endocardite si instauri è necessario, oltre a una batteriemia, che sia presente una lesione endoteliale che favorisca l’adesione batterica. I microrganismi maggiormente coinvolti sono Streptococchi o Stafilococchi, ma possono essere coinvolti anche miceti o bacilli Gram negativi come Haemophilus o Actinobacillus. Si tratta di una patologia trattabile, ma potenzialmente mortale che può portare a gravi conseguenze come insufficienza o stenosi valvolare, ascessi miocardici o aneurismi micotici. Purtroppo, se non tempestivamente trattata, l’endocardite infettiva è sempre fatale. La mortalità dell’endocardite infettiva è stimata attorno al 30-40% a un anno dall’insorgenza, e il decesso avviene solitamente per uno scompenso cardiaco, per l’embolizzazione delle vegetazioni a livello degli organi vitali o per uno shock settico. Sono molte le procedure diagnostiche e chirurgiche che possono causare batteriemia e in linea generale qualsiasi procedura in ambito odontoiatrico che procuri un sanguinamento causa batteriemia. Da molti anni è prassi comune instaurare una adeguata profilassi antibiotica, nei pazienti classificati a rischio per prevenire l’insorgenza di questa patologia nel corso di quelle manovre cliniche che causano batteriemia. Esistono una serie di condizioni a carico dell’endocardio che aumentano sensibilmente il rischio di sviluppare una endocardite; si possono distinguere tre livelli differenti di rischio: alto, medio e basso. Le affezioni definite a basso rischio, di norma, in un paziente sano, non richiedono profilassi antibiotica; per quelle a medio rischio c’è l’indicazione alla profilassi e, infine, quelle ad alto rischio che richiedono sempre la profilassi antibiotica anche per manovre cliniche mediche chirurgiche con poca probabilità di provocare batteriemia. Categorie di pazienti ad alto rischio: - presenza di protesi valvolari cardiache; - storia di pregressa endocardite; - cardiopatie congenite cianogene complesse (ventri- colo unico, trasposizione dei grossi vasi, tetralogia di Fallot); - presenza di shunt sistemicopolmonari creati chirurgicamente. Categorie di pazienti a rischio moderato: - la maggior parte delle restanti cardiopatie congenite non citate precedentemente; - disfunzioni valvolari acquisite (stenosi valvolare postreumatica); - cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva; - prolasso valvolare mitralico con rigurgito valvolare o ispessimento dei lembi; - la letteratura internazionale raccomanda la profilassi nei pazienti a rischio per le seguenti procedure dentali; - estrazioni dentarie; - trattamenti parodontali inclusi il sondaggio, detartrasi, levigature radicolari e interventi chirurgici di qualsiasi tipo; - implantologia e reimpianti dentali; - strumentazione endodontica oltre apice o chirurgia endodontica; - posizionamento bande ortodontiche; - iniezioni di anestetico intralegamentarie. Lo schema terapeutico prevede per le categorie ad alto e medio rischio la somministrazione di: Amoxicillina 2 g per os 1 ora prima (bambini 50mg/kg). Nel caso di impossibilità di assumere farmaci per os Ampicillina 2 g IM o EV 30 min. prima della procedura clinica (bambini 50mg/kg). Nel caso di allergia alla penicillina, Clindamicina 600 mg per os 1 ora prima della procedura (bambini 20 mg/kg). Nel caso di allergia alla pennicillina e impossibilità di assumere farmaci per os Clindamicina 600 mg IM o EV 30 min. prima della procedura (bambini 20 mg/kg). Le linee guida sopracitate risalgono ormai al 1997 e molte società scientifiche le hanno messe in discussione. Infatti, nel 2006, la British Society for Antimicrobial Chemotherapy ha aggiornato le proprie linee guida sostenendo la necessità di profilassi antibiotica nel corso di procedure dentali invasive solo nei pazienti con storia di endocardite, nei pazienti portatori di protesi valvolare o di shunt polmonari realizzati chirurgicamente. L’American Heart Association, nel 2007, ha aggiornato e pubblicato le proprie linee guida con un lavoro approvato dal The Council on Scientific Affairs of the American Dental Association. In esse raccomanda la profilassi antibiotica solo per i soggetti a rischio più elevato di subire esiti negativi da una endocardite: - pazienti portatori di protesi valvolare; - pazienti con storia di endo- cardite; - pazienti trapiantati e con valvulopatia; - pazienti portatori di cardiopatia congenita cianotica non trattata (compresi shunt palliativi); - pazienti portatori di cardiopatia congenita risolta chirurgicamente con dispositivi protesici nei primi 6 mesi dopo l’intervento; - pazienti portatori di cardiopatia congenita risolta chirurgicamente con dispositivi protesici e con difetti residuali adiacenti. L’aggiornamento delle linee guida che, come precedentemente detto risalgono al 1997, riduce in modo significativo il numero di pazienti che devono sottoporsi alla profilassi antibiotica. Le ragioni di questa inversione di tendenza trovano conferma dal fatto che l’endocardite infettiva risulta più frequentemente associata a esposizioni di batteriemie random legate ad attività quotidiane, piuttosto che a batteriemie causate da procedure dentali invasive. Il mantenimento di un’ottimale salute e igiene orale riduce l’incidenza delle batteriemie derivanti dalle attività quotidiane e risulta pertanto più rilevante della profilassi antibiotica nel ridurre il rischio di endocardite infettiva. Va considerato anche che il rischio di problemi legati alla profilassi antibiotica supera largamente i benefici della terapia antibiotica stessa (ad esempio allergie, shock anafilattici). Infine, revisioni sistematiche della letteratura condotte da Cochrane hanno messo in discussione la reale efficacia di una terapia antibiotica nel prevenire l’endocardite. La revisione della letteratura scientifica ha dimostrato che ci può essere una batteriemia transitoria nelle estrazioni dentarie, nella chirurgia parodontale (36-88%), nella terapia conservativa (8-88%) e durante sedute di detartrasi (fino al 40%), ma si è altresì dimostrato che batteriemie si riscontrano anche in manovre di igiene orale domiciliare pressoché quotidiane come spazzolarsi i denti o utilizzare il filo interdentale (20-68%), soprattutto in pazienti con scarsa igiene orale. È stato calcolato che spazzolarsi i denti due volte al giorno per un anno aumenta di 154.000 volte il rischio di contrarre endocardite infettiva rispetto a una estrazione dentale. Una esposizione cumulativa per un anno di batteriemie transitorie legate alle attività quotidiane come quelle sopradescritte è di 5,6 milioni di volte superiore rispetto a una singola batteriemia provocata da una estrazione. Compito del clinico è quindi quello di informare il paziente che il suo rischio di ammalarsi di endocardite infettiva diminuisce drasticamente mantenendo una buona igiene orale piuttosto che assumendo antibiotici. La Bibliografia è disponibile presso l’Editore. Autore La d.ssa Cristina Comi si è laureata nel 2006 in Igiene dentale ed è stata professore a contratto presso il corso di Laurea in Igiene dentale dell’Università dell’Insubria di Varese. Consigliere regionale Aidi (Associazione igienisti dentali italiani). Relatrice a corsi e congressi nazionali. Spazzolare i denti due volte al giorno riduce il rischio di malattie cardiache London University College Londra, UK. Negli ultimi vent’anni, è aumentato l’interesse per il collegamento tra problemi cardiaci e malattie gengivali. Mentre è stato dimostrato che le infiammazioni in genere (anche quelle della bocca e delle gengive) svolgono un ruolo importante nella formazione di blocchi alle arterie, un nuovo studio prende ora in esame se il numero delle volte ripetuto da un individuo per lavarsi i denti influisca in qualche modo sul rischio di sviluppare malattie cardiache. Guidati da Richard Watt (University College di Londra), i ricercatori hanno analizzato i dati di oltre 11.000 adulti partecipanti al sondaggio “Scottish Healty Survey”. Dati attinenti allo stile di vita, a comportamenti come il fumo, attività fisica e igiene orale quotidiana. Sono state inoltre raccolte informazioni sulla storia clinica e sull’anamnesi familiare (malattie cardiache, pressione sanguigna) e prelevati campioni di sangue da adulti consenzienti, che hanno consentito ai ricercatori di determinare i livelli di infiammazione presenti nel corpo. I dati raccolti dalle interviste sono legati a ricoveri ospedalieri e decessi avvenuti in Scozia fino al dicembre 2007. I risultati indicano che i comportamenti d’igiene orale sono generalmente buoni: 6 su 10 (62%) dei partecipanti ha infatti dichiarato di andare dal dentista ogni 6 mesi, e 7 su 10 (71%) di lavarsi i denti due volte al giorno. Una volta che i dati sono stati analizzati per stabilire quali fossero i fattori di rischio cardiaco (come la classe sociale, l’obesità, il fumo e precedenti casi di patologie cardiache in famiglia), i ricercatori hanno scoperto che chi denuncia una spazzolatura poco frequente dei denti ha un rischio del 70% in più di contrarre malattie cardiache rispetto a chi lo fa 2 volte al giorno, anche se il rischio complessivo rimane piuttosto basso. I partecipanti che dichiarano una scarsa igiene orale sono risultati positivi anche ai “markers” infiammatori come la proteina C-reattiva e il fibrinogeno. I risultati della ricerca confermano e rafforzano, quindi, l’opinione che sussista un collegamento tra igiene orale e rischio di malattie cardiovascolari. I marker infiammatori sono stati inoltre significativamente collegati alla scarsa igiene della bocca: “Saranno necessari altri studi sperimentali per confermare se il collegamento tra comportamenti d’igiene orale e malattie cardiovascolari sia di causa ed effetto nella realtà o semplicemente un marker di rischio”, conclude Watt. Claudia Salwiczek, DTI Clinica & Ricerca 13 Italian Edition Anno III n. 2 – Luglio-Agosto 2010 effetti sul cavo orale della radioterapia e indicazioni sui protocolli operativi Maria Angileri, Rosanna Butera Igieniste dentali Introduzione Il miglioramento delle tecniche terapeutiche ha portato a un aumento della percentuale di sopravvivenza per i pazienti affetti da neoplasie nel distretto testa/collo e molti sono gli studi in corso per predisporre terapie sempre più efficaci e i cui effetti collaterali siano sempre più contenuti. I tumori maligni della testa e del collo rappresentano, a livello mondiale, circa il 10% dei tumori maligni negli uomini e il 4% nelle donne. Geograficamente a livello mondiale, le variazioni di incidenza e mortalità sono molto marcate, con tassi più elevati in India e Francia settentrionale. In Italia, invece, il rischio oncologico complessivo delle regioni del Sud, storicamente più basso, si sta avvicinando a quello delle regioni del Nord. Le terapie d’elezione per le neoplasie del distretto cervico-facciale sono, ad oggi, la chirurgia, la radioterapia e la chemioterapia, spesso combinate fra loro. La prognosi per i pazienti affetti da cancro è stata migliorata significativamente, tuttavia la tossicità indotta tramite la terapia del cancro rimane un problema clinico di rilevante importanza al punto da rendere necessario ancora oggi in casi estremi l’interruzione o la modifica del trattamento antineoplastico. La radioterapia La radioterapia oncologica utilizza radiazioni ionizzanti a energia variabile che colpiscono il materiale genetico cellulare (Dna) modificandolo in modo irreversibile e impedendo alla cellula di proliferare. Le cellule neoplastiche sono cellule a elevato turnover, cioè con elevato tasso di mitosi e non posseggono la capacità di riparare il danno indotto dalle radiazioni risultando così più sensibili al trattamento. Sebbene le cellule sane siano in grado di correggere il danno, sono anch’esse colpite dalle radiazioni, in particolar modo le cellule che possiedono un rapido turnover, come ad esempio quelle del tratto gastroenterico e della mucosa orale. La radioterapia può essere impiegata in diversi modi e per diverse circostanze: - da sola, con intento curativo, nel caso di tumori di piccole dimensioni. In questi casi selezionati, la radioterapia deve essere considerata la scelta terapeutica d’elezione, con l’intento di evitare interventi chirurgici mutilanti e preservare la funzionalità d’organo; - nel post-operatorio, per migliorare i risultati della chirurgia, laddove permangono i dubbi sulla radicalità della malattia o laddove il rischio di ripresa della malattia sia significativamente elevato (a causa di margini chirurgici infiltrati o se presente malattia microscopica residua, o per tumori in fase avanzata o se c’è un interessamento cospicuo dei linfonodi del collo o se si è verificata la rottura della capsula linfonodale); - in associazione alla chemioterapia e/o alla chirurgia; - con finalità palliativa, in pazienti con malattia localmente estesa, non suscettibile a intervento chirurgico; - nel controllo delle lesioni metastatiche sintomatiche. La scelta del trattamento più adeguato dipende da diversi fattori: - sede del tumore; - estensione del tumore; - caratteristiche istologiche; - profondità di invasione; - trattamenti già effettuati; HT pagina 14 © 2010 McCann Healthcare RGB Milano CHX DISTRUGGE DISTRUGGE I BATTERI CPC RIMUOVE LE TOSSINE NUOVO SISTEMA ANTIBATTERICO A DOPPIA AZIONE PER UNA PROTEZIONE GENGIVALE SUPERIORE a senz l o alco o gust le v e o grad Eliminare i batteri patogeni non basta. Anche le tossine proinfiammatorie liberate dai batteri distrutti all’interno della bocca svolgono un ruolo determinante nello sviluppo della malattia parodontale. Ecco perché la nuova linea GUM® Paroex® associa l’efficacia antibatterica clinicamente dimostrata della clorexidina digluconato (CHX) all’azione tossinaneutralizzante del cetilpiridinio cloruro (CPC). GUM® Paroex® garantisce un Sistema Antisettico a Doppia Azione avanzato, mirato sia sui batteri della placca che sulle loro endotossine, per una protezione completa contro le malattie gengivali. Azione intensiva locale (chx 0,20) Prevenzione quotidiana (chx 0,06) Trattamento temporaneo (chx 0,12) Sunstar Suisse SA Nr. verde 800-580840 www.SunstarGUM.com ADV Paroex 210x297.indd 1 26-03-2010 10:50:57 14 Clinica & Ricerca Anno III n. 2 – Luglio-Agosto 2010 HT pagina 13 - impatto sulla qualità di vita del paziente; - condizioni di salute generale; - risultati estetici e funzionali; - preferenza del paziente. Esistono diverse tecniche radioterapiche ma fondamentalmente queste si dividono in 2 gruppi: la radioterapia esterna (Fig. 1), nella quale la sorgente è Fig. 1 - Radioterapia esterna. all’esterno del paziente, e quella interna, dove la sorgente è a diretto contatto con il bersaglio. La tecnica utilizzata per il trattamento radioterapico dei tumori del distretto cervico-facciale è attualmente in una fase particolarmente dinamica e in continua evoluzione ma solitamente si preferisce la radioterapia esterna. La dose giornaliera di RT e la dose totale sono basate su la dimensione tumore e la situazione clinica individuale. La dose giornaliera è in genere di 1.8-2 Gy, 5 giorni alla settimana, per una dose totale di 50-70 Gy (5-7 settimane trattamento), si tratta di sedute giornaliere, dal lunedì al venerdì, sabato e domenica esclusi. Conseguenze della radioterapia La radioterapia, come la maggior parte dei trattamenti medici, ha i suoi vantaggi e i suoi svantaggi. La tossicità radio-indotta può essere più o meno grave a seconda della sede che viene irradiata. La tolleranza del tessuto dipende dalla capacità del tessuto stesso di mantenere un numero sufficiente di cellule mature strutturate in modo da rendere l’organo funzionante(1). Parlando di tossicità radio-indotta, distinguiamo reazioni acute e reazioni tardive. • Reazioni acute Le reazioni acute che avvengono durante o subito dopo il termine del trattamento radiante, sono dovute all’aumentata permeabilità dei capillari venosi, alle alterazioni locali del pH, alla epiteliolisi e producono un quadro clinico simile a quello che si osserva nei processi infiammatori acuti (dolore ed edema locale) o epiteliolitici acuti (ustioni di I e II grado). Le reazioni acute, se di elevata intensità, possono compromettere il regolare svolgimento del programma terapeutico con sospensione o interruzione della terapia radiante. Nella maggior parte dei casi, però, sono transitorie e scompaiono rapidamente con una riparazione completa dei tessuti. Talvolta possono lasciare un danno residuo, a livello subclinico, che può essere causa di successive complicazioni quando interferiscono fattori concomitanti (traumi, infezioni). Tra le reazioni acute ci sono: Italian Edition Mucositi, Iposcialia – Xerostomia, Disgeusia, Infezioni Batteriche(2,3). • Reazioni tardive Le alterazioni tardive possono comparire indipendentemente dal verificarsi di precedenti reazioni acute. Si manifestano o persistono da/per almeno 90 giorni dall’inizio della terapia. Tra le reazioni tardive ci sono: Iposcialia - Xerostomia, Osteoradionecrosi, Carie da Radiazione, Trisma Muscolare, Malattia Parodontale(2,3). • Mucosite La mucosite (Fig. 2) è un’infiammazione della mucosa orale che colpisce approssimativamente l’80% dei pazienti che ricevono radioterapia e se questa e associata a chemioterapia la percentuale raggiunge il 98%(4). È il risultato degli effetti locali delle radiazioni sulla mucosa orale. Fig. 2 - Mucosite grado 1. Si manifesta inizialmente con eritema della mucosa e sensazione di bruciore e successivamente con comparsa di ulcerazioni(5). La mucosite si localizza soprattutto a livello delle mucose non cheratinizzate e in particolare: palato molle, guance, labbra, ventre della lingua, pavimento della bocca. Fattori di rischio: - Patologie orali preesistenti - Scarsa igiene orale - Tipologia e stadiazione della neoplasia - Zona irradiata - Intensità della dose utilizzata - Età, sesso e razza - Fumo e alcool - Difetto di determinati enzimi metabolici, dei meccanismi Dna riparativi, mancanza di acido folico e vitamina B12, alterazione funzione epatica e/o renale. La severità della mucosite è stata valutata con varie scale che considerano sia dati oggettivi che soggettivi tra tutte quella a cui si fa maggior riferimento è la scala definita dall’Oms (Tab.1), che si basa sui sintomi della malattia(5). orale è importante prima di qualsiasi trattamento radioterapico. Sebbene i dati disponibili siano limitati sembra che una cura profilattica orale preventiva diminuisca l’incidenza delle complicanze orali. - Risciacqui blandi: . 0,9% soluzione fisiologica (soluzione fisiologica normale viene preparata con l'aggiunta di circa 1 cucchiaino di sale da tavola a 900ml di acqua). La soluzione può essere somministrata a temperatura ambiente o refrigerata, a seconda della preferenza del paziente e deve essere tenuta in bocca qualche secondo prima di espettorarla; . e/o soluzioni di bicarbonato di sodio (bicarbonato di sodio (1-2 cucchiai / qt) se la saliva è viscosa può essere aggiunta una soluzione salina o la stimolazione diretta delle ghiandole salivari possono migliorare la lubrificazione della mucosa orale aumentando il flusso salivare). - Agenti di rivestimento delle mucose (ad esempio, soluzioni di antiacido, soluzioni di caolino). - Agenti lubrificanti solubili in acqua. - Anestesia topica (ad esempio, lidocaina o benzocaina viscosa, spray o gel, risciacqui diclonina, soluzioni difenidramina). - Agenti che formano una pellicola di cellulosa per la copertura di lesioni ulcerative localizzate (per esempio, idrossipropilcellulosa). - Analgesici sistemici devono essere somministrati quando le strategie di anestesia topica non sono sufficienti per alleviare il dolore(6). Iposcialia / Xerostomia Per iposcialia si intende una scarsa e alterata secrezione salivare. Le ghiandole salivari producono in condizioni fisiologiche circa 1000/1500 ml di saliva, pur essendo lento il loro turnover, rispondono acutamente alle radiazioni con cambiamenti nella quantità e nella composizione salivare poiché sono spesso incluse direttamente nel campo di radiazione. La saliva è di fondamentale importanza per la cavità orale, perché svolge sia una funzione di lubrificazione sia una fun- MUCOSITE GRADO SINTOMI 0 Nessun sintomo 1 Dolore alla mucosa senza ulcere 2 Dolore alla mucosa con ulcere, il paziente riesce ad alimentarsi normalmente 3 Il paziente riesce ad alimentarsi solo con dieta liquida 4 Il paziente non riesce né a mangiare né a bere, necessita di supporto parenterale o enterale alla masticazione, intolleranza degli apparecchi protesici per maggiore attrito causato viscosità aumentata e flusso ridotto, disagio notturno, molti pazienti infatti si svegliano durante la notte per bere o a causa della poliuria conseguente a polidipsia diurna. Clinicamente, la mucosa orale, la lingua (Fig. 3) e le labbra appaiono asciutte, pallide e atrofiche, lingua e labbra possono sembrare fendute(7,9). Fig. 3 - Xerostomia. Le radiazioni ionizzanti causano sulle ghiandole salivari infiammazione e degenerazione del parenchima, in particolare delle cellule acinose e sierose. Il flusso salivare diminuisce 1 settimana dopo l’inizio del trattamento radiante e la xerostomia diventa evidente quando le dosi sono superiori a 10 Gy. Dosi maggiori di 54 Gy generalmente inducono una disfunzione irreversibile. Coppes et al.(8) nel 2001 hanno osservato che la perdita della funzione salivare indotta da radiazione avviene in 4 fasi, in particolare: 1 Fase: da 0 a 10 gg. è caratterizzata da un veloce declino della portata salivare senza cambiamenti nella secrezione dell’amilasi o nel numero delle cellule acinose. 2 Fase: da 10 a 60 gg. è caratterizzata da diminuzione della secrezione dell’amilasi e delle cellule acinose. 3 Fase: da 60 a 120 gg. non ci sono notevoli peggioramenti rispetto alla seconda fase. 4 Fase: da 120 a 240 gg. è caratterizzata da un ulteriore deterioramento delle ghiandole salivari e a un aumento in numero delle cellule acinose anche se morfologicamente diverse. Come già detto oltre alla quantità di saliva prodotta è alterata anche la sua composizione. La saliva si presenta come un liquido viscoso, bianco, giallo o marrone. Il pH diminuisce da 7 a 5, il potere tampone ridotto è legato alla riduzione della quantità di bicarbonato.È stato rilevato invece un aumento nella concentrazione di sodio, cloruro, calcio e magnesio. Sono aumentate anche specie come il Lattobacillo, lo Streptococco mutans e la Candida albicans. Nel 2003, Trotti e altri hanno formulato una tabella in base alla quale è possibile valutare i danni della RT (Tab. 2). In generale è possibile assiste- Tab. 1 - Classificazione della mucosite orale secondo l’OMS 1979. • Prevenzione e Trattamento Visto l’importante impatto che la mucosite orale può avere per il paziente, è fondamentale cercare di prevenirla con ogni mezzo; attualmente numerosi interventi sono disponibili, ma nessuno di loro, o quasi nessuno, è stato validato in modo definitivo. Un’accurata visita del cavo zione chimico-batteriologica, regolando la microflora, il pH e i meccanismi di mineralizzazione degli elementi dentari, oltre che preparare il bolo nella masticazione. Quindi i suoi cambiamenti predispongono il paziente irradiato a una varietà di problemi relativi, ad esempio, all’articolazione della parola (disfonia), alla deglutizione e re a una parziale ripresa delle ghiandole salivari da 6 a 18 mesi dopo la RT se la dose cumulativa non supera i 26 Gy. Il recupero massimo è generalmente 12 mesi dopo la terapia, per dosi più alte l’iposalivazione è irreversibile o semipermanente. Prevenzione e Trattamento L’obiettivo è quello di stimolare i tessuti ghiandolari residui e migliorare la qualità della vita del paziente per cui sono fondamentali le indicazioni da dare al paziente: - spazzolare i denti almeno 3 volte al giorno e pulire gli spazi interdentali; - usare un dentifricio al fluoro durante la spazzolatura; - applicare gel al fluoruro prima di andare a letto (preferire un fluoro ad alta concentrazione: l’uso di gel all’1% di fluoruro di sodio da applicare quotidianamente con apposite mascherine personalizzate che dovrebbero rimanere in bocca per 5 minuti, dopo di che il paziente non deve mangiare e bere per 30 minuti; - evitare i cibi e le bevande con un alto contenuto di zuccheri; - sorseggiare spesso acqua per alleviare la sensazione di secchezza della bocca; - usare sostituti salivari: sono prodotti palliativi in quanto essendo molto viscosi aiutano il paziente a sopportare la xerostomia umettando le mucose ma non la curano. Ne esistono sottoforma di chewing-gum, collutori, gel o dentifrici. Contengono glicerina e limone o carbossimetilcellulosa o mucina. Nella maggior parte dei casi contengono un complesso enzimatico e proteico fisiologicamente presente nella saliva umana (lattoperossidasi, lisozima, lattoferrina ecc.) e agenti remineralizzanti come il fluoro. Vanno utilizzati almeno 3 volte al giorno ma purtroppo hanno un gusto sgradevole i pazienti spesso preferiscono l’acqua, ottimo prodotto anche questo non curativo ma che minimizza i sintomi. Ancora non è chiaro quanta saliva o quanto sostituto salivare sono necessari per inumidire adeguatamente i tessuti orali nei pazienti xerostomici poiché la sensazione di secchezza o umidità dei tessuti orali sono molto soggettive. - Usare scialaloghi: sono prodotti che stimolano farmacologicamente la produzione di saliva dei tessuti ghiandolari salivari rimasti intatti. Tra questi ci sono: HT pagina 15 XEROSTOMIA GRADO 0 Nessun cambiamento GRADO 1 Modesta secchezza, saliva lievemente schiumosa, leggera alterazione gustativa o gusto metallico GRADO 2 Moderata o importante secchezza, saliva schiumosa e importante alterazione gustativa GRADO 3 Xerostomia acuta GRADO 4 Necrosi acuta ghiandole salivari Tab. 2 - Criteri di valutazione degli effetti acuti della RT sulle ghiandole salivari Radiation Therapy Oncology Group. Clinica & Ricerca 15 Italian Edition HT pagina 14 . Pilocarpina: è un alcaloide che ha la funzione di stimolare le ghiandole esocrine, è il solo farmaco approvato dalla Food and Drug Administration. Il trattamento prevede di iniziare con 5 mg per via orale 3 volte al giorno, la dose viene titolata in base alla risposta clinica fino al raggiungimento ottimale atto a minimizzare gli effetti negativi. La Pilocarpina di solito aumenta il flusso salivare entro 30 minuti dopo l’ingestione. La risposta massima si può verificare solo dopo un uso continuativo. . Amifostina: è un citoprotettore che agisce eliminando i radicali liberi durante la RT, proteggendo i tessuti sani e riducendo gli effetti collaterali RT; è approvato per la protezione dei tessuti normali contro gli effetti nocivi delle radiazioni, compresa la riduzione della xerostomia acuta o tardiva nei pazienti con cancro della testa e del collo(10,11). Disgeusia È la perdita parziale o totale della percezione del gusto, si manifesta inseguito a radiazione diretta con trattamenti che vanno da 20 a 40 Gy, delle papille gustative o come conseguenza della riduzione salivare. Tuttavia, una discrepanza si nota tra la velocità con la quale la sensazione di perdita e il deterioramento delle cellule del gusto avviene. Le cellule del gusto degenerano dal 10°-14° giorno dopo l’irradiazione e continuano dopo 14-21 giorni dopo il completamento della terapia, ma l’alterazione del gusto è già percepita 2-3 giorni dopo la radioterapia. La disgeusia porta alla perdita dell’appetito e conseguentemente alla riduzione del peso, avvenimenti che di certo non migliorano la qualità della vita del paziente. Il cambiamento avviene per tutti i gusti (dolce, salato, amaro, acido) ma la sensazione dell’amaro e dell’acido è più alterata rispetto al salato e al dolce. Questa sensazione è reversibile e si risolve spontaneamente 2-3 mesi dopo la fine della radioterapia poiché i recettori del gusto tornano a funzionare normalmente(12). Tuttavia, molti altri pazienti sviluppano ipogeusia permanente. • Prevenzione e Trattamento Un’adeguata igiene orale, delle gengive, dei tessuti parodontali, della lingua e di eventuali protesi presenti può aiutare a prevenire le alterazioni del gusto. Un’adeguata terapia comportamentale per imparare a convivere con la disgeusia. Infezioni La mucosa orale normalmente ha molteplici funzioni tra le quali essere una barriera protettiva per ridurre i microrganismi che la potrebbero colonizzare, se questa è danneggiata aumenta sicuramente il rischio per l'infezione acuta. Infatti i fattori di rischio sono: Mucosite, Xerostomia, Ridotta Anno III n. 2 – Luglio-Agosto 2010 attività fagocitaria dei granulociti salivari. La più comune infezione è la candidosi. • Prevenzione e Trattamento Per la prevenzione, uno sciacquo orale con clorexidina allo 0,12% può essere utilizzato in combinazione con la profilassi antimicrobica topica e sistemica nei pazienti ad alto rischio. Il trattamento della candidosi orale nel paziente radiotrattato è principalmente con antifungini topici come nistatina e clotrimazolo. Antifungini sistemici se è presente mucosite orale, nau- sea, dolore può risultare difficile sciogliere le pastiglie. Possono essere utili contro le infezioni anche gli antimicrobici orale. Osteoradionecrosi Per osteoradionecrosi (Fig. 4) si intende “morte dell’osso secondaria a radioterapia”, anche se in realtà non è chiaro se l’osteoradionecrosi è un effetto diretto o indiretto della radioterapia, in ogni caso si manifesta con ipovascolarizzazione, ipocellularità e ipossia tissutale. L’incidenza di osteoradionecrosi nella mandibola varia dal 5 al 10% ed è mag- giore rispetto alla mascella, per il maggior numero di vasi collaterali e anastomosi in quest’ultima. La fonte del trauma che può generare la sua insorgenza Fig. 4 - Osteoradionecrosi. può essere identificata anche in qualcosa di insignificante come un’irritazione provocata da una protesi, mangiare qualcosa di duro, la presenza di creste ossee molto taglienti o l’estrazione di un dente. Quanto alla manifestazione nelle fasi iniziali dell’osteoradionecrosi il sintomo può essere correlato al dente piuttosto che all’osso, il dolore può divenire costante e progressivo senza alcuna evidenza clinica o radiologica. HT pagina 16 16 Clinica & Ricerca Anno III n. 2 – Luglio-Agosto 2010 HT pagina 15 In un secondo momento si manifesta la deiscenza dei tessuti molli e la comparsa dei sequestri ossei. • Prevenzione e Trattamento Sicuramente la prevenzione dell’osteoradionecrosi deve cominciare prima dell’inizio della radioterapia. È necessario innanzitutto ottimizzare la stato della dentatura del paziente e identificare i fattori che potrebbero aumentare il rischio di insorgenza ed eliminarli. Tutti i denti con una prognosi discutibile devono essere estratti almeno 14 gg. prima dell’inizio della radioterapia. Il trattamento, se l’osteoradionecrosi si presenta, si decide in base al tipo, all’estensione e alla localizzazione della lesione. Il trattamento antibiotico è vivamente suggerito se sono in atto complicanze infettive per evitare la diffusione della necrosi e dell’infezione a vaste zone; in particolare, anche se negli ultimi anni, a questo è preferito il trattamento iperbarico dell’ossigeno (HBO), poiché si presume che l’HBO stimola l’angiogenesi, aumenta la neuro vascolarizzazione, ottimizza i livelli cellulari di ossigeno grazie alla proliferazione di fibroblasti e osteoblasti, stimola la formazione di collagene e rafforza i vasi sanguigni. La chirurgia è effettuata per la rimozione dei sequestri ossei e di parte della mandibola quando l’osteoradionecrosi è in stato avanzato(13). Carie da radiazione La carie da radiazione (Fig. 5) è un effetto secondario alla radioterapia poiché insorge come conseguenza dell’iposalivazione, dei cambiamenti della flora orale verso batteri cariogeni, delle concentrazioni ridotte di proteine salivari e dei cambiamenti dietetici. Insorge dopo 3 mesi dall’inizio della radioterapia. Italian Edition parte della dentina. 3° tipo di lesione: è la meno frequente e consiste in un cambiamento del colore della corona verso il marrone nero. La “particolarità” della carie da radiazione è che nella maggior parte dei casi colpisce tutte quelle zone che normalmente sono meno interessate ai processi cariosi come ad esempio il sestante 5; le zone che invece si cariano più facilmente in pazienti non sottoposti a radioterapia, come gli spazi interprossimali, sono meno colpite in questi casi. Questo è giustificabile se si pensa ai cambiamenti del flusso salivare e alla sua consistenza, una saliva particolarmente acida forma una pellicola in corrispondenza del sestante anteriore inferiore con veloce decalcificazione dello smalto. • Prevenzione e Trattamento Le strategie terapeutiche devono essere dirette verso ciascun componente del processo carioso: - gestire la xerostomia; - mantenere un’igiene orale ottimale; - utilizzare fluoruri topici e / o agenti rimineralizzanti. Molto si è discusso sulla forma e sul tipo di fluoro da consigliare ai pazienti irradiati; alcuni sostengono che le forme acidulate permettono un maggior assorbimento, altri discordano da quest’affermazione sostenendo che quest’ultime possono provocare l’irritazione della mucosa, bruciore, eritema e persino ulcerazione. Sono fermamente convinti che il fluoruro stannoso in questi casi non va utilizzato promuovendo il fluoruro di sodio (essendo questo a pH neutro). L’efficacia dei prodotti topici può essere rafforzata se il tempo di contatto sui denti è maggiore. Pazienti non in grado di utilizzare in modo efficace i vassoi col fluoro devono essere istruiti ad usare il gel su un pennello fare sciacqui con collutorio che lo contenga. Trisma muscolare Fig. 5 - Carie da radiazione tipo 3. Clinicamente, anche nella stessa bocca, si possono osservare 3 diversi tipi di lesioni: 1° tipo di lesione: è più facilmente osservabile ed è una lesione che comincia nella zona cervicale della superficie vestibolare di incisivi e canini. Inizialmente la lesione si estende a tutta l’area cervicale del dente per progredire poi verso l’interno spesso con conseguente amputazione completa della corona. Nella maggior parte dei casi i denti non vanno incontro a rottura della corona ma a distruzione interna con cambiamenti della traslucidità. 2° tipo di lesione: è un difetto generalizzato che interessa in primo luogo le superfici vestibolari, poi quelle linguali e palatali e spesso anche quelle incisali e occlusali. Questa lesione comincia spesso come un erosione ma il risultato finale è la distruzione completa dello smalto e di Il trisma, o apertura limitata della mascella, è attribuito a fibrosi dei muscoli e dei legamenti intorno all’articolazione temporo-mandibolare. La severità dipende dalla configurazione del campo di radiazione e dalla dose. Generalmente insorge dai 3 ai 6 mesi successivi al termine della radioterapia e spesso si trasforma in un problema di vitale importanza per il paziente. L’apertura limitata della mascella interferisce sicuramente con le tecniche di igiene orale, con la fonazione, con l’alimentazione e rende difficile qualsiasi intervento odontoiatrico. • Prevenzione e Trattamento Piuttosto che il trattamento, è la prevenzione del trisma che deve essere senza dubbio l’obiettivo desiderabile. È necessario che l’odontoiatra o l’igienista dentale misurino l’apertura o distanza inter-incisale massima (Fig. 6) prima dell’inizio del trattamento e la confrontino con le successive misurazioni da effettuare durante il trattamento radioterapico per valutare eventuali variazioni. Fig. 6 Misurazione distanza inter-incisale. I pazienti a rischio di trisma dovrebbero essere sottoposti a quotidiane esercitazioni domestiche con cunei di gomma più volte al giorno non appena la radioterapia ha inizio. I pazienti già affetti da trisma è poco probabile che migliorino da soli quindi le esercitazioni oltre che ad essere intensificate vanno associate a fisioterapia. Malattia parodontale Il rischio di malattia parodontale (Fig. 7) è giustificato dal fatto che la radioterapia comporta: diminuzione della vascolarizzazione del parodonto, acellularità del cemento radicolare con conseguenti severe difficoltà riparative e rigenerative, disfunzione delle trabecole ossee e l’allargamento del legamento parodontale. Fig. 7 - Malattia parodontale. • Prevenzione e Trattamento Ovviamente la prevenzione è basata soprattutto su un’igiene orale professionale e domiciliare curata nel minimo dettaglio. È stato dimostrato inoltre che il rischio di insorgenza di malattia parodontale è ridotto se all’igiene orale quotidiana sono associate applicazioni di fluoro. Paziente radio trattato: protocollo di cura e di igiene orale È possibile notare quanto numerose e diverse siano le manifestazioni orali conseguenti a radioterapia e questo impone all’igienista un ruolo di enorme importanza. L’obbiettivo principale che questa figura professionale deve porsi è quello di migliorare la qualità della vita del paziente, promuovendo la cura personale, obbiettivo raggiungibile solo intervenendo prima, durante e dopo la terapia antineoplastica. L’incidenza degli effetti nocivi può infatti essere minimizzata attuando un piano globale di trattamento del paziente almeno 4 settimane prima del trattamento radioterapico. I compiti specifici dell’igienista dentale variano in base alla fase del trattamento radioterapico. • Prima della radioterapia - Informare il paziente circa le possibili complicanze; - motivare il paziente a corrette manovre di igiene orale evidenziando i vantaggi che ne possono derivare; - effettuare un accurato controllo delle mucose e dei tessuti duri segnalando eventuali lesioni all’odonto- iatra; - istruire il paziente circa le adeguate tecniche traumatiche di igiene orale domiciliare: . utilizzo di spazzolino a setole morbide 3-4 volte al dì; . utilizzo di dentifrici fluorati; . utilizzo di filo interdentale una volta al dì; . applicazioni quotidiane per 4 minuti di gel al fluoro con apposite mascherine personalizzate; . dare consigli dietetici; - motivare alla cessazione di fumo e alcool; - dare indicazioni sulla detersione delle protesi dentali; - verificare la corretta apprensione delle informazioni date; - avviare un protocollo di “full mouth disinfection”; - lucidare le otturazioni; - sigillare i denti appena rotti. L’odontoiatra dovrà: - riparare ove possibile carie presenti; - rimuovere margini debordanti; - rimuovere ortodonzia; - correggere le protesi non ben adattate; - estrarre denti notevolmente compromessi. Tutti gli interventi descritti devono essere completati almeno 15gg prima dell’inizio della radioterapia. • Durante la radioterapia La depressione del sistema immunitario e la diminuzione della vascolarizzazione dei tessuti irradiati determinano un incremento della capacità di reazione dei tessuti a insulti di tipo fisico, chimico e microbiologico e una diminuzione della capacità di guarigione dei tessuti ossei e mucosi. Per questi validi motivi è sconsigliato qualsiasi trattamento odontoiatrico chirurgico, conservativo, endodontico e protesico. In conseguenza di ciò, l’igienista dentale dovrà limitarsi a eventi atraumatici, in particolare: - astenersi da qualsiasi strumentazione sia essa manuale o ultrasonica; - effettuare una detersione manuale con gli stessi prodotti domiciliari adottati dal paziente; - controllare il livello di igiene orale domiciliare rinforzando o modificando le manovre preventive secondo i bisogni del paziente. In questa fase l’intervento più importante per l’igienista dentale è la motivazione del paziente che deve mirare al convincimento dello stesso a sottoporsi a controlli bisettimanali per valutare lo stato di salute orale e la possibile comparsa di complicazioni orali che saranno trattate di conseguenza. • Dopo la radioterapia - Valutare la salute parodontale; - programmare dal mese successivo alla fine della radioterapia sedute di igiene orale ravvicinate; - invitare il paziente a continuare la profilassi il più a lungo possibile(14). Suggerimenti per l’igienista dentale nell’approccio con il paziente radiotrattato - Fornire spiegazioni prima e dopo la terapia per prevenire preconcetti e apprensioni. - Dimostrare accettazione, riconoscere l’appropriatezza delle preoccupazioni del paziente. - Evitare di essere troppo premurosi. - Infondere fiducia e sicurezza, dimostrando un interesse sicuro. Esito, dolore, intervento chirurgico, radioterapia, complicazioni dopo i trattamenti, prolungata ospedalizzazione, coinvolgimento finanziario, deturpazione, sono questi, e tantissimi altri, i termini rivolti ai pazienti affetti da cancro, tutti termini che senza dubbio creano terrore psicologico. Qualunque sia la diagnosi, la prognosi, la risposta alle terapie, non esistono tumori di elevata o scarsa rilevanza. Il sostegno sociale rappresenta pertanto un elemento costitutivo del trattamento del paziente oncologico e rientra nelle responsabilità di ciascuna figura terapeutica. Del medico di medicina generale, dell’oncologo, dell’infermiere, dello psichiatra e dello psicologo, dell’équipe curante nel suo complesso, quindi anche dell’igienista dentale(15). L’igienista dentale dovrà pertanto impegnarsi a curare anche l’aspetto psicologico, nello specifico: - aiutare il paziente lungo tutto il decorso della malattia e nei momenti particolarmente destabilizzanti, dalla diagnosi alla guarigione o all’exitus; - aiutarlo a contenere i sintomi psicologici che lo affliggono; - aiutarlo a modificare i comportamenti a rischio rispetto al possibile peggioramento delle sue condizioni psicofisiche generali (eccessiva assunzione di alcool, tabagismo, disturbi del comportamento alimentare). I malati considerano un bene prezioso la possibilità di comunicare con il proprio medico con serenità e fiducia, e ritengono che ciò sia importante come la somministrazione di cure adeguate. Sarebbe bene non perdere di vista che il malato è prima di ogni cosa, persona, essere umano, soggetto e non solo patologia oncologica di questo o di quell’organo. Autori Butera, igienista dentale, ha conseguito il diploma universitario con lode nel 1998, presso l’Università degli Studi di Bari. Laureata in Igiene dentale con lode nel 2003 presso l’Università degli Studi dell’Aquila, oltre a svolgere l’attività di igienista dentale, è organizzatrice di congressi, corsi e manifestazioni. Rosanna Angileri Maria, laureata con lode in Igiene dentale all’Università degli Studi di Brescia nel 2004. Specializzata in Scienze delle Professioni Sanitarie Tecniche Assistenziali all’Università degli Studi di Pisa nel 2009. Consigliere Regionale Aidi Sicilia dal 2006. Collabora con tre Studi dentistici a Trapani. News Internazionali 17 Italian Edition Anno III n. 2 – Luglio-Agosto 2010 Spuntini di mezzanotte: un danno per i denti Copenhagen, Danimarca / Lipsia, Germania: mangiare cibo a tarda notte contribuisce alla perdita dei denti, a prescindere dal tipo di cibo consumato. Questo sostengono i ricercatori americani e danesi. Uno dei motivi possibili di ciò potrebbe essere un cambiamento nel flusso della saliva, importante per la rimozione dei detriti nella bocca. I ricercatori dell’Università del Missouri - Kansas City e della Copenhagen University hanno esaminato i dati di 2217 uomini e donne di età compresa tra i 30 e i 60 anni, che stavano partecipando a uno studio danese promosso dall’Organizzazione Mondiale della Sanità medica, conosciuta come Monica (monitoraggio delle tendenze e dei fattori determinanti le malattie cardiovascolari). Hanno valutato la salute orale dei partecipanti, i comportamenti alimentari, la salute generale e altre caratteristiche nei nati negli anni 1987/88 e 1993/94 e hanno scoperto che l’8 per cento (173 soggetti) può essere classificato come “mangiatore notturno”. I mangiatori notturni consumano un quarto o più delle loro calorie quotidiane dopo il pasto della sera e si svegliano per fare uno spuntino nel bel mezzo della notte almeno due volte alla settimana. I ricercatori hanno anche scoperto che i mangiatori notturni avevano perso più denti rispetto ai mangiatori non-notturni, anche dopo aver tenuto conto dei fattori che condizionano questo potenziale (come età, abitudine al fumo e zucchero o carboidrati presenti nella loro dieta). Sebbene i dentisti potrebbero non essere in grado di fermare la “festa” dei propri pazienti nel cuore della notte, sostiene la dott.ssa Jennifer Lundgren con i suoi colleghi, dovrebbero perlomeno renderli consapevoli dei rischi connessi a questa cattiva abitudine. “I professionisti devono essere consapevoli delle implicazioni per la salute orale degli spuntini notturni e aumentare gli sforzi di educazione alla salute orale per i mangiatori di mezzanotte, proponendo rinvii di trattamento quando è il caso”, affermano i dottori. Lo studio sarà pubblicato sul numero di agosto di Eating Behaviors. Claudia Salwiczek, DTI 18 Notizie dalle Aziende Anno III n. 2 – Luglio-Agosto 2010 Italian Edition Q•antum: il nuovo sistema professionale di sbiancamento dentale Q•antum è un sistema di sbiancamento denti con attivazione quantica che conferisce al dentista uno strumento professionale in grado di ottenere i risultati richiesti dal paziente. Il complesso attivo è un gel a base di perossido di idrogeno pronto all’uso, senza bisogno di ulteriori miscelazioni, contenente speciali fluorofori, che va applicato sulla superficie dentale e non richiede sorgenti luminose dedicate, ma utilizza le lunghezze d’onda emesse dalle lampade di polimerizzazione già disponibili in studio. Q•antum, per attivare le molecole di perossido di idrogeno, usa l’energia della luce e non il suo effetto termico. Meccanismo di attivazione: la fluorescenza, il perossido di idrogeno e l’azione dei radicali liberi. La fluorescenza è quel fenomeno per cui una molecola colpita da una radiazione luminosa (energia quantica) a una certa lunghezza d’onda (frequenza di eccitazione) ne emette un’altra a lunghezza d’onda superiore (frequenza di emissione). Le molecole fluorescenti (fluorofori, fluorocromi o coloranti fluorescenti) assorbono l’energia quantica della luce in una regione dello spettro e di conseguenza emettono luce (energia fotonica) “fluorescente” in una regione dello spettro superiore, a una lunghezza d’onda (λ) più alta. Gli speciali fluorofori di Q•antum assorbono la radiazione luminosa (energia quantica) emessa dalle normali lampade di polimerizzazione e la rilasciano a lunghezze d’onda maggiori in grado di attivare il perossido d’idrogeno. Il perossido di idrogeno attivato si scompone in radicali liberi estremamente reattivi, secondo il seguente schema: H 2 O2 2HO• HO• + 2H2O2 H2O + HO•2 HO•2 H+ + O • Per informazioni: FOR.DERMAL sas Tel. 030.2403294 E-mail: [email protected] Listerine® Coolmint Cambia gusto: il più fresco dell’intera gamma Efficacia antibatterica L’azione dei 4 oli essenziali – timolo, eucaliptolo, mentolo e metil salicilato (estratti da: timo, eucalipto, menta, salice e betulla) – elimina fino al 99,9% dei batteri del cavo orale (in test di laboratorio). L’uso quotidiano Listerine® Coolmint, 2 sciacqui di 30 secondi per eliminare fino al 99,9% dei batteri Gram positivi e negativi*. Listerine®, inoltre, penetra il biofilm ed elimina oltre il 56% di placca in più rispetto all’utilizzo del solo spazzolino. Garanzia per un alito fresco per 24 ore** È provato clinicamente che usato 2 volte al giorno garantisce un alito fresco per 24 ore. 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Gli altri prodotti della gamma Listerine ®: • Linea Base: Listerine® Soft Mint, Listerine® Fresh Citrus. • Linea Plus: Listerine® Difesa Denti e Gengive; Listerine® Natural White Protection; Listerine® Tartar Control. • Linea Premium: Listerine® Total Care. Per informazioni: Vox Idee per il business Srl Anna Codazzi 02.58299822; 335.1784878 E-mail: [email protected] Raffaella Tronchin 02.58299809; 335.7072115 E-mail: [email protected] Notizie dalle Aziende Italian Edition 19 Anno III n. 2 – Luglio-Agosto 2010 Il successo di un innovativo metodo di sbiancare i denti con la luce Al recente “Amici di Brugg” di Rimini, Dental Tribune ha incontrato il Presidente della Klox Technologies, Francesco Bellini, imprenditore farmaceutico a livello mondiale, che dopo il successo ottenuti nella cura dell’Aids, racconta l’ingresso nel settore dentale e gli esiti che le sue innovazioni stanno avendo nella pratica clinica odontoiatrica. *A4 dentisti Come nasce e di cosa si occupa la giovane società italo-canadese, la Klox Technologies, da lei presieduta? La sua nascita è dovuta più a un intreccio di amicizie che a un piano strutturato. Tutto ebbe inizio nel 2005 quando due dentisti ricercatori, Nikolaos Loupis e Remigio Piergallini, mi presentarono il loro progetto sul potenziamento delle molteplici applicazioni della tecnologia fotodinamica. La fotodinamica, intesa come tecnologia che sfrutta l’energia di una sorgente luminosa per attivare particolari molecole, è molto studiata e tuttora diffusa in vari ambiti medici. La novità del nostro approccio si basa sull’utilizzo di specifiche molecole in grado di rilasciare ossigeno molecolare. Proprio l’interazione dell’ossigeno con i tessuti del corpo consente di ottenere i risultati che ci hanno convinto a investire, per meglio comprendere i meccanismi alla base di questo processo e investigarne tutte le potenzialità applicative. Si sono quindi iniziate analisi cliniche in laboratorio e, contemporaneamente, a strutturare sempre meglio il management. Pur avendo sede a Montreal, la società ha un’origine e un’anima dai colori multietnici, essendo l’organico formato da persone provenienti da differenti Paesi del mondo. Ciò che mi rende orgoglioso è il fatto che sia davvero un’organizzazione “research oriented” che continua a cercare soluzioni tecnologiche in grado di far fronte alle esigenze dei pazienti. Ha parlato di “molteplici applicazioni”, il che lascia intendere che la Klox Technologies non sia focalizzata solo nel settore dentale. Il nostro approccio fotodinamico, come spiegato sopra, può essere considerato come una piattaforma tecnologica che rappresenta la base condivisa di tutte le applicazioni in sviluppo. Queste utlime sono rivolte sia al settore dentale sia a quello estetico e terapeutico. Può fornirci ulteriori dettagli a riguardo? Per quanto concerne il settore terapeutico, stiamo portando avanti analisi cliniche e istologiche che riguardano il wound healing. Stessi processi di ricerca sono stati avviati anche per degli innovativi prodotti destinati all’anti-ageing. Gran parte degli investimenti e dell’impegno Klox sono comunque ancora rivolti al settore odontoiatrico. In tal senso, si sta procedendo al perfezionamento due potenziali sviluppi della terapia fotodinamica: uno rivolto alla ricostruzione ossea e uno alle parodontiti. HT pagina 20 14-06-2010 11:54 Pagina 1 20 Notizie dalle Aziende Anno III n. 2 – Luglio-Agosto 2010 HT pagina 19 La Klox è ora presente in diversi mercati del mondo con un rivoluzionario sistema di sbiancamento dei denti, ovviamente anch’esso fotodinamico, distribuito in alcuni Paesi con marchio proprio (Fast&Mild), in altri in private label (come accade in Italia con BlancOne commercializzato in esclusiva da IDS – International Dental Supply). Cosa differenzia questo pro- Italian Edition dotto dagli altri sistemi di sbiancamento? La differenza principale tra il sistema BlancOne e gli altri in commercio è da individuare nel reale utilizzo dell’energia luminosa, e non del semplice calore emanato. Mi spiego meglio: la presenza di particolari cromofori contenuti nel nostro prodotto fanno in modo che le particelle di perossido siano attivate dalla luce in pochissimi secondi e pos- sano generare ossigeno molecolare. Ciò permette di ottenere un duplice beneficio: da un lato si rende possibile concludere la seduta di sbiancamento (bleaching) in tempo molto minore degli attuali sistemi, dall’altro il trattamento risulta estremamente delicato e non aggressivo verso denti e gengive. Una risposta netta, dunque, ai diffusi problemi di sensibilità e disidratazione che accompagnano le procedure di sbiancamento. Siamo convinti che BlancOne sia la soluzione che molti dentisti e pazienti stavano cercando da anni. Per le caratteristiche che lo rendono unico, invito a prendere visione delle informazioni disponibili sul sito internet: www. blancone.it. Pensa dunque di poter ottenere nel settore odontoiatrico le stesse soddisfazioni avute nell’ambito farmaceutico? Il successo che ha ottenuto BlancOne è stato strepitoso. Oltre 13.000 kit venduti e più di 1100 dentisti associati dopo solo un mese e mezzo dall’inizio della commercializzazione di IDS. Come si può non essere soddisfatti? Ciò credo sia sufficiente per rispondere alla sua domanda: cerco sempre di trovare soluzioni in grado di migliorare le condizioni di vita delle persone. Riuscirci è la mia soddisfazione più grande, nell’ambito farmaceutico e in quello dentale. m.boc Nuova linea bimbi Sunstar Gum: prevenzione avanzata della carie Da sempre GUM promuove la prevenzione dei problemi di denti e gengive. Una parte consistente di questo impegno è diretta ai più giovani: infatti, una corretta igiene orale praticata fin dall’infanzia riduce notevolmente problemi di salute da adulti. Per questo Sunstar Gum, avvalendosi della collaborazione dei dentisti e degli igienisti più qualificati, mette a disposizione dei ragazzi sia strumenti informativi sia prodotti tecnologica- mente all’avanguardia studiati per le loro specifiche esigenze. Gengive e denti sani aiutano a star bene… e a crescere meglio. Igiene orale vuol dire prevenzione della carie con: - apporto di un livello di fluoro sicuro in base all’età del bambino per remineralizzare/rinforzare lo smalto e contrastare l’erosione da acidi; eccessi di fluoro possono infatti avere un impatto negativo sulla salute dei bambini. - Utilizzo di spazzolini adatti alle esigenze del bambino durante le diverse fasi della crescita. Per informazioni: Sunstar Suisse S.A. Sede Secondaria corso Italia, 13 21047 Saronno (VA) Tel.: 02.9319003 Fax: 02.96319008 E-mail: [email protected] www.sunstarGUM.com GABA Vebas presenta un’importante soluzione contro l’ipersensibilità La pasta dentifricia desensibilizzante Colgate® Sensitive Pro-Sollievo™ con Tecnologia Pro-Argin™ è stata presentata al XVII Collegio dei Docenti di Odontoiatria di Chieti. GABA Vebas ha introdotto una grande novità nel trattamento dell’ipersensibilità dentinale. Durante un Simposio del Collegio dei Docenti di Odontoiatria di Chieti (22 aprile 2010), GABA ha presentato Colgate® Sensitive Pro-Sollievo™ pasta dentifricia desensibilizzante con Tecnologia Pro-Argin™. Il Simposio, intitolato “Ipersensibilità dentinale: stato dell’arte e nuove prospettive terapeutiche”, è stato presentato dal dott. Mark S. Wolff dell’Università di New York nonché dalla dott.ssa Giovanna Orsini, dal dott. Alessandro Lorenzini e dal dott. Angelo Putignano del Dipartimento di Scienze Cliniche Specialistiche e Odontostomatologiche dell’Università Politecnica delle Marche. Durante l’evento si è discusso della sensibilità ed è stata fornita un’analisi delle ricerche cliniche e di laboratorio sulla nuova tecnologia Pro-Argin™. L’ipersensibilità dentinale è un problema comune che colpisce fino al 57% della popolazione mondiale(1). L’aria fredda, una bevanda calda o un dessert possono scatenare acute sensazioni di dolore. Allo stesso modo, il tocco di uno strumento dentale può rendere molto dolorose le visite di routine allo Studio dentistico. Tali disagi possono spingere i pazienti che soffrono di sensibilità a evitare i controlli di routine, una negligenza che può portare a un progressivo peggioramento del cavo orale. “Tale condizione, che può creare seri problemi alla qualità di vita di un paziente, richiede una diagnosi corretta e un trattamento efficace”, sostiene il dott. Mark S. Wolff, presidente del Dipartimento di Cariologia e Cure Comprensive, Decano Associato per l’Educazione Clinica Pre-Dottorale dell’Uni- versità di Odontoiatria di New York. “La necessità di trovare un sollievo rapido e duraturo all’ipersensibilità dentinale può essere risolta grazie alla tecnologia Pro-Argin™ che potrà essere facilmente somministrata al paziente come parte di un trattamento complessivo”. Tale esclusiva tecnologia Pro-Argin™ è composta da un aminoacido, l’arginina, e da un composto di calcio insolubile, il carbonato di calcio, che sigilla i tubuli dentinali aperti e inibisce gli stimoli dei ricettori di dolore dei denti. La ricerca più recente indica che la tecnologia Pro-Argin™ si lega alla superficie dentinale caricata negativamente e aiuta ad attrarre lo strato ricco di calcio nei tubuli dentinali al fine di otturarli e sigillarli. La tecnologia ProArgin™ attiva l’occlusione dei tubuli dentinali, mantenendola intatta persino in seguito ad un’esposizione ad acidi, aiutando a bloccare gli stimoli che provocano dolore. La nuova pasta dentifricia desensibilizzante Colgate® Sensitive Pro-Sollievo™ con Tecnologia Pro-Argin™ offre ai pazienti benessere e convenienza senza compromettere l’efficacia dei trattamenti. È provato clinicamente che la pasta dentifricia desensibilizzante Colgate® Sensitive Pro-Sollievo™ offre sollievo immediato alla sensibilità fino a quattro settimane da ogni singola applicazione(2). Può essere impiegata prima e dopo i trattamenti dentali quali profilassi o detartrasi. Se applicata prima di una pulizia dentale professionale, questa pasta denPer informazioni: GABA Vebas Via Giorgione 59/63 - 00147 Roma Tel.: +39.06.54893 1 Fax: +39.06.54 893 850 tifricia desensibilizzante fornirà una significativa riduzione dell’ipersensibilità dentinale misurata subito dopo la pulizia dentale, rispetto a una pasta profilattica di controllo(3). La bibliografia è disponibile presso l’Editore. Notizie dalle Aziende Italian Edition CRT Buffer Questo test di valutazione del rischio di carie consente di determinare la capacità tampone della saliva in modo rapido ed efficiente. È indolore, fornisce risultati in modo rapido e chiaro e contribuisce a educare i genitori e i giovani pazienti. CRT Bacteria Il test biologico comprovato CRT bacteria permette di identificare chiaramente e di determinare semiquantitativamente i batteri cariogeni. CRT bacteria fornisce informazioni fondamentali prima che sia possibile riscontrare qualsiasi alterazione nella struttura dei denti. 21 Anno III n. 2 – Luglio-Agosto 2010 Il programma Kids della Ivoclar Vivadent offre prodotti e servizi di qualità che consentono di implementare le strategie terapeutiche con successo nei bambini e negli adolescenti. La linea i-Kids comprende prodotti diagnostici e terapeutici, materiali per otturazioni e prodotti per l'igiene orale per i diversi requisiti di trattamento dei giovani pazienti. Questi prodotti hanno dimostrato la loro efficacia in studi internazionali e nell’uso clinico. Plaque Test Plaque Test consente di colorare selettivamente la placca sui denti. Il pigmento fluorescente non reagisce con denti, tessuti molli e restauri. Sotto la lampada per polimerizzazione si evidenziano solo le zone ricoperte di placca. Proxyt Le paste Proxyt permettono una detersione efficace e delicata, un’asportazione ed eliminazione della crescita della placca batterica e una lucidatura per ottenere una superficie liscia e luminosa. Ivoclar Vivadent | Pediatric Dental Solutions Fluor Protector Fluor Protector, lacca al fluoro, offre una protezione professionale affidabile nei confronti di carie ed erosione e blocca efficacemente i tubuli dentinali aperti dei colletti esposti proteggendoli da stimoli dolorosi. CRT bacteria Il test per determinare i batteri cariogeni Cervitec Plus La lacca protettiva Cervitec Plus contenente clorexidina e timolo permette di controllare selettivamente il rischio di carie dei pazienti, protegge le superfici radicolari esposte, desensibilizza i denti e tiene sotto controllo i batteri. OptraPol Il sistema di lucidatura ad unico passaggio OptraGate Junior l‘apribocca flessibile Cervitec Gel Con clorexidina e fluoruro, protegge denti, tessuto gengivale e membrana mucosa. Meno placca vuol dire meno gengiviti, alito più fresco e denti più sani. Helioseal F Helioseal F protegge soprattutto le zone sensibili sigillandole. Crea uno strato impermeabile che sigilla efficacemente le fessure, di conseguenza i batteri vengono privati delle nicchie in cui si depositano. Compoglass F il compomero Cervitec Plus la lacca protettiva con clorexidina AdheSE One F tutto in un adesivo Fluor Protector la lacca protettiva al fluoro Compoglass F Compoglass F, compomero per il restauro di denti decidui, combina i benefici dei vetroionomeri e quelli dei compositi in un unico materiale con la sua composizione chimica speciale di matrice polimerica e riempitivi. AdheSE One F AdheSE One F è un adesivo automordenzante a rilascio di fluoruro. Questo legante monocomponente è adatto per l’uso con Compoglass F. La versione VivaPen permette la rapida applicazione diretta, che costituisce un enorme vantaggio nel trattamento dei bambini. Proxyt la pasta per l‘asportazione della placca batterica Helioseal F Il sigillante per fessure OptraPol Il sistema di lucidatura OptraPol si usa per ottenere risultati di lucidatura eccellenti per restauri realizzati con compomeri e compositi in un unico passaggio, senza dover cambiare strumenti. OptraPol è disponibile in quattro diverse forme per adattarsi a tutte le indicazioni (punta piccola, grande, coppetta e disco). OptraGate Junior L’innovativo apribocca realizza una retrazione di labbra e guance. La cavità orale e i denti risultano facili da raggiungere: questo accelera le procedure di trattamento. www.ivoclarvivadent.com Ivoclar Vivadent srl & C. sas Via Isonzo 67/69 | 40033 Casalecchio di Reno (Bo) | Italia | Tel.: +39 051 591384 | Fax: +39 051 593317 i-Kids Produkt_INS_A4_i.indd 1 21.06.10 09:23 22 Meeting & Congressi Anno III n. 2 – Luglio-Agosto 2010 Italian Edition Igiene orale completa con l’uso del colluttorio Hygiene Tribune propone ai lettori l’intervista a Sebastiano Andreana, Associate Professor and Director Implant Dentistry Department of Restorative Dentistry, University of Buffalo, School of Dental Medicine. L’utilizzo dei colluttori è efficace e perché? Nella cavità orale sono state identificate oltre 700 specie batteriche diverse, e alcune di queste specie sono responsabili di malattie quali la carie e le malattie parodontali. Diversi studi clinici hanno dimostrato che un corretto uso dei collutori antibatterici, tipo quelli con oli essenziali, porta a una drastica riduzione della placca intorno ai denti e prevenzione della gengivite. Tra i vari studi clinici, lo studio a 6 mesi condotto da Sharma et al.(1) ha confermato che in individui con gengivite che spazzolano e usano il filo interdentale quotidianamente, l’aggiunta di un colluttorio (a base di oli essenziali) migliora in modo considerevole la salute del cavo orale. Un’igiene orale completata con l’utilizzo del collutorio quali vantaggi produce? L’aggiunta del collutorio, dopo lo spazzolamento e l’uso del filo, riduce ulteriormente la presenza della rimanente placca batterica. Ricerche cliniche controllate dimostrano che i collutori a effetto antibatterico sono in grado di diminuire l’infiammazione gengivale e di sopprimere gran parte dei batteri responsabili della carie. Alla luce dei recenti studi che hanno evidenziato un probabile ruolo dell’infiammazione anche nei riguardi di malattie sistemiche è molto importante fare opera di prevenzione ed eliminare focolai di infiammazione, laddove sia possibile. È quindi raccomandabile usare un collutorio antibatterico testato che riduca l’infiammazione gengivale, conosciuta come gengivite. L’American Dental Association raccomanda lo spazzolamento 2 volte al giorno, l’uso del filo interdentale 1 volta al giorno e recentemente incoraggia l’uso di un colluttorio antibatterico per raggiungere quelle zone della cavità orale che lo spazzolino e il filo interdentale non possono raggiungere. Gli oli essenziali perché sono efficaci? Da oltre cento anni collutori a base di oli essenziali sono stati usati con successo per la soppressione della placca batterica orale. Gli oli essenziali, che derivano da piante quali la menta, il timo, il salice,l’eucalipto sono in grado di danneggiare la parete dei batteri in modo tale che questi non sopravvivano. È un’azione che non permette lo sviluppo di batteri resistenti. Gli oli essenziali in forma pura sono allo stato cristallino. Per poterli usare nei collutori, devono essere presenti in forma liquida e questo è reso possibile dalla presenza dell’alcol (nei colluttori e in altri prodotti “di qualità” a base alcolica è utilizzato l’alcol etilico neutro 96%), ottimo diluente e solvente, che ne permette un’azione efficace. In questa maniera, grazie al meccanismo d’azione generato si riesce a penetrare nell’intimità del biofilm orale, e quindi uccidere i batteri. L’utilizzo quotidiano perché è raccomandabile? Ci sono due aspetti da considerare. Il primo riguarda l’efficacia della rimozione del biofilm orale con presidi meccanici. Vari studi clinici effettuati in Europa e negli Usa hanno chiaramente dimostrato che una larga parte della popolazione adulta ha difficoltà a rimuovere il biofilm orale dai denti con filo e spazzolino. Il secondo punto da considerare è il seguente: i batteri del cavo orale ricoprono non solo i denti, ma tutte le altre strutture incluse le guancie, lingua, palato. In genere noi siamo abituati a spazzolare e passare il filo. I denti costituiscono circa il 25-30% dell’intera superficie del cavo orale, e il rimanente 70% è costituito dalle strutture sopracitate. Studi molto recenti hanno dimostrato che batteri patogeni del cavo orale riescono a sopravvivere anche sulle guance. È quindi giusto pensare che l’uso quotidiano corretto di collutori riesca a sopprimere anche i batteri presenti sulle strutture non dentali. I due motivi sopra esposti, da una parte giustificano la raccomandazione del collutorio nelle azioni di igiene orale, e dall’altra vanno di pari passo alla sicurezza d’impiego per un “daily use”. Nell’esperienza americana, ad esempio, le ditte farmaceutiche devono presentare agli enti competenti, quali la Food and Drug Administration, dei test clinici che dimostrino la sicurezza del prodotto. Tra i vari test, ci sono anche studi condotti su volontari che sciacquano la bocca con il collutorio a intervalli molto ravvicinati. I ricercatori, in genere odontoiatri esperti in tali metodologie controllano lo stato delle mucose orali e l’assenza di effetti collaterali. Solo in presenza di tali dati di “sicurezza”, l’Fda dà l’autorizzazione a mettere sul mercato il prodotto. Il percorso è obbligato, negli Usa come negli altri Paesi. Questi prodotti per arrivare sul mercato devono quindi garantire il paziente/utilizzatore sia sulla sicurezza dell’uso sia sull’efficacia clinica. BIBLIOGRAFIA 1. Sharma N, Charles CH, Lynch MC et al. Adjunctive benefit of an essential oil-containing mouthrinse in reducing plaque and gingivitis in patients who brush and floss regularly: a six-month study. J Am Dent Assoc. 2004;135:496-504. Al prossimo Congresso Sicoi, mininvasività nel trattamento non-chirurgico del paziente parodontale Nell’ambito del Congresso Internazionale della Società Italiana di Chirurgia Orale e Implantologia (Sicoi) che si terrà a Milano i giorni 8 e 9 ottobre 2010, si svolgerà un’interessante corso parallelo dedicato alle innovazioni terapeutiche nell’approccio non chirurgico alla Malattia Parodontale. Tale corso si svolgerà il sabato mattina e sarà tenuto da tre relatori: la dott.ssa Anna Maria Genovesi, la prof.ssa Gianna Nardi e il dott. Fortunato Alfonsi. L’approfondimento delle conoscenze biologiche e l’introduzione, negli ultimi anni, di nuove tecnologie hanno determinato notevoli cambiamenti nel campo della paradontologia e più specificatamente della diagnosi, del trattamento clinico e della prognosi. In particolare, si è notevolmente ridotto il ricorso alla correzione chirurgica della Malattia Parodontale, lasciando spazio a un trattamento non chirurgico. Questo approccio non chirurgico rappresenta pertanto il primo e fondamentale passo per il trattamento del paziente. Il cammino terapeutico, quindi, inizia molto prima della fase “strettamente clinica” e comprende due stadi molto importanti alla definizione di una soluzione clinica adeguata. Essi sono: - la conoscenza dettagliata dello stato generale del paziente e, in special modo, la fase dell’anamnesi attraverso la quale si possono evidenziare tutte quelle patologie sistemiche predisponenti alla parodontite, oltre a consentire una selezione dei pazienti potenzialmente a rischio; - un colloquio con il paziente (fondamentale per registrare un quadro psicologico e per individuare le esigenze del paziente). È vitale, quindi, per il clinico conoscere le abitudini, lo stile di vita, la personalità, il pensiero, le aspettative del paziente nonché il proprio livello di conoscenza della malattia. La frenesia del mondo d’oggi, con i suoi ritmi sempre più elevati, non ha risparmiato nemmeno questo campo ove la richiesta di tempi più ridotti di lavoro si fa maggiormente insistente, come anche l’utilizzo di terapie meno invasive e adeguate dunque allo standard di vita del paziente, che soprattutto diano risultati più soddisfacenti in termini prettamente estetici. Lo stress e le fatiche del nostro tempo, hanno altresì ridotto il livello di tolleranza del paziente alla terapia impennando in maniera sensibile il numero di persone con disturbi d’ansia e odontofobia. Per tale ragione è auspicabile un approccio più sereno e delicato, anche di tipo colloquiale, con il paziente e che abbia l’obiettivo di soddisfarne le esigenze, anche le più difficili, senza ovviamente penalizzare l’aspetto clinico e medico della terapia. Dopo un attento screening personale e caratteriale del paziente e dopo averne accettato le richieste, si deve passare ad una fase di motivazione e di istruzione sulla malattia parodontale, e più dettagliatamente sulle relative conseguenze nel cavo orale, nonché a livello sistemico, oltre a informarlo sulle diverse possibilità terapeutiche e le soluzioni più idonee ad esso: anche questa è una fase molto importante poiché solo il paziente ben informato e ben motivato saprà essere un ottimo collaboratore in termini di “compliance”, candidandosi in tal modo a sconfiggere la malattia in tutte le sue forme. Gli aspetti clinici e diagnostici della malattia devono essere, però, registrati in modo scientifico, dettagliato e ordinato, introducendo le fasi di terapia non chirurgica nella maniera migliore. L’approccio più adeguato al trattamento causale della malattia parodontale dovrebbe tenere in conto più fattori: - il fattore tempo; - il fattore estetico; - il fattore stress; - il fattore funzione e biologia. Attraverso il rispetto e la valutazione di questi parametri si possono impostare le tecniche più idonee a ogni caso clinico. Sono numerosissimi gli stru- menti, le tecniche, i farmaci e le accortezze tecnologiche che, attualmente, in collaborazione con la nostra igienista, consentono un approccio corretto con il paziente senza così stressarne i tessuti, limitando l’invasività estetica e fornendo le risposte risposta alle sue domande più frequenti. L’attenzione, il contatto, la scelta dei giusti mezzi, affian- cati alle ultimissime novità in campo microbiologico e patogenetico, possono aiutare a migliorare il bagaglio culturale delle figure professionali che meglio possono effettuare il trattamento della Malattia Parodontale. Antonio Barone, Fortunato Alfonsi, Anna Maria Genovesi www.sicoi.it Meeting & Congressi 23 Italian Edition Una finestra sul futuro Si terrà a Milano, il 24 e 25 settembre, presso l’Hotel Meliã, il XX Congresso Aidi (Associazione Igienisti Dentali Italiani), dal titolo “Una finestra sul futuro”. Come annunciato dalle parole della presidentessa Marialice Boldi, “l’igienista dentale comincia a essere un professionista ben identificato nel panorama sanitario italiano. Tale riconoscimento dipende sia dall’ormai affermata importanza della prevenzione in campo odontoiatrico, che riflette la consapevolezza che il benessere e la salute in generale dipendono anche dalla salute della bocca, sia dalla crescita professionale conseguente a una formazione culturale sempre più approfondita e all’avanguardia che tiene conto delle più accreditate evidenze scientifiche”. È per questo che l’Aidi, giunta ormai al suo XX Congresso, continua a lavorare per contribuire efficacemente all’aggiornamento culturale degli igienisti dentali, così come – essendo il Sindacato di Categoria “storico” – ha profuso un impegno costante per il riconoscimento giuridico della professione, per la lotta all’abusivismo, per l’inserimento dell’igienista dentale negli organici del Servizio sanitario nazionale, per l’ottenimento dell’albo professionale. “Tutto quanto acquisito sino a questo momento – continua la Boldi – non rappresenta però un punto di arrivo, ma un punto dal quale ampliare la visuale e aprire ‘una finestra sul futuro’”. Anno III n. 2 – Luglio-Agosto 2010 IX Congresso nazionale Unid: tra operatività e gestione Si terrà i giorni dal 28 al 30 ottobre, presso l’Aran Mantegna Hotel di Roma, il IX Congresso nazionale Unid (Unione nazionale igienisti dentali) che quest’anno verterà sul tema “Realtà operative e - II sessione, “Il futuro da imitare”; modelli gestionali da applicare”. - III sessione, “Il presente - protocolli oggi”; La giornata di giovedì sarà dedicata alle riu- IV sessione, “Il domani visto dalle Aziende”. nioni con i Direttivi Regionali; venerdì, invece, si Sabato 30 ottobre ci sarà, infine, il Corso post alterneranno quattro sessioni diverse: congresso su “Ergonomia e comunicazione nello Anschnitt DINistituzionale, A4 30.07.2009 11:11 Uhr Seite Studio 1 - I sessione “Il presente tra pubodontoiatrico (dai principi generali all’hiblico e privato”; gh-tech digitale)”. Per informazioni e iscrizioni: B. E. Beta Eventi Srl Via Maratta, 21 - 60123 Ancona Tel.: 071.2076468 - Cell.: 334.5322445 Fax: 071.2072658 E-mail: [email protected] FDI Annual World Dental Congress 2-5 September 2010 Salvador da Bahia, Brazil Per informazioni: Hevento Public Relations Via de’ Tornabuoni, 1/a I-50123 Firenze Tel.: 055.210454 Fax: 055.283686 [email protected] www.heventogroup.com [email protected] www.fdiworldental.org 24 Meeting & Congressi Anno III n. 2 – Luglio-Agosto 2010 Italian Edition II Congresso Nazionale Sisio “Igiene Orale Domiciliare: risultato dell’approccio scientifico” Durante il II Congresso Nazionale Sisio, tenuto a Lido di Camaiore (Lucca) nelle giornate del 7 e 8 maggio 2010, si sono confrontati relatori italiani e stranieri su temi di Igiene orale e salute, argomenti di grande rilevanza. Il confronto ha messo in evidenza la correlazione tra salute orale ed estetica, legata a un miglioramento di benessere globale del paziente. La dott.ssa S.E. Lavigne (Canada), direttrice di una scuola per igienisti dentali e di una fondazione sulla ricerca canadese, ha presentato una relazione sul benessere globale della persona e il collegamento con la malattia parodontale. Mettendo a confronto diversi studi scientifici, ha evidenziato tale relazione e come la lista delle malattie correlate sembri aumentare con il confronto dei casi clinici. Ha inoltre sottolineato l’importanza della prevenzione delle malattie orali, il controllo dell’infiammazione gengivale e il peso sul controllo dello sviluppo del biofilm. È stata messa in evidenza l’esigenza di modificare alcuni approcci secondo i nuovi orientamenti terapeutici legati all’evolversi della tecnologia e, a tal proposito, la prof.ssa G.M. Nardi (Italia) nella giornata di venerdì è stata molto efficace nell’illustrare come le evidenze cliniche si scontrino con una ingiustifi- cata ritrosia per il nuovo. Ha consigliato, infatti, agli studenti di essere critici nei confronti dei testi e dei concetti imposti durante la formazione universitaria, che spesso ricalcano concetti obsoleti, non conformi alle nuove indicazioni scientifiche. La prof.ssa B. Soder (Svezia), ricercatrice di fama mondiale, ha messo in discussione le pratiche di igiene interdentale e, in particolare, l’uso del filo interdentale, seguendo i nuovi concetti microbiologici e le nuove conoscenze sulla formazione del biofilm dentale; inoltre, secondo lei, andrebbero ricercate nuove strade per migliorare la prevenzione comunitaria e in generale adottare nuovi modelli educativi. La ricercatrice D. Mancinelli Lyle (New Jersey, USA) ha affrontato un argomento che ha suscitato molto interesse sia tra il comitato scientifico sia tra i presenti in sala, trattando l’efficacia dell’idropulsore. Questo strumento igienico, dopo un boom avuto negli anni ’80, era stato messo in forte discussione e oramai poco raccomandato dagli operatori del settore odontoiatrico. La dott.ssa A. Genovesi (Italia), durante la sua relazione, ha parlato dei nuovi approcci terapeutici, connotando l’utilizzo di tale supporto igienico in linea con i nuovi concetti di mini invasività e del mantenimento dell’integrità delle strutture dento-orali. Il prof. C. Guastamacchia (Italia), durante la tavola rotonda, ha sottolineato ai vari relatori italiani e stranieri come uno degli anelli deboli della nostra professione sia una ridotta conoscenza di tecniche comportamentali basata su un metodo al quale lui crede fortemente, ovvero sui principi “skinneriani” (F.B. Skinner, 1904-1990, influente psicologo americano e studioso del comportamento). Secondo Guastamacchia tali metodi potrebbero aiutarci a condurre dei programmi educativi più efficaci, indispensabili alla prevenzione, che non può prescindere da una modifica delle abitudini e dello stile di vita del soggetto. Sono stati trattati, inoltre, argomenti come l’igiene perimplantare; la misurazione della compliance del paziente nei confronti dell’igiene interdentale e del valore della scelta dello strumento ideale per ogni persona; l’utilizzo dei test genetici e un nuovo sistema informatico per la gestione dell’agenda dello Studio odontoiatrico e dei richiami del paziente. Si ringraziano gli altri relatori intervenuti con il loro apporto scientifico e clinico, in ordine di apparizione: M. Odèen (Svezia); G. Miniello (Italia); C. Sanavia (Italia); P. Garoia (Italia); G. Tripaldi (Italia), e per la dimostrata amicizia di L. Checchi (Italia). Siamo lieti di aver potuto ospitare i rappresentanti delle associazioni sindacali a tutela della professione, e vogliamo ringraziarli in modo particolare per una collaborazione che vuole sottolineare come l’obiettivo della Sisio sia quello di promuovere l’importanza di tali istituzioni e di seguire la strada della cultura scientifica: ai presidenti delle associazioni sindacali italiane, M. Boldi (Aidi); C. Valente (Anid); G. Sorgente (Unid) e K. Klingelhoffer, Presidente dell’Idps Associazione professionale degli igienisti svizzeri. Chiara Lorenzi, Segretaria Sisio Odontoiatria, sistema nervoso e ospiti illustri “Il Chirone” al 3° Incontro internazionale di Roma Sempre più spesso si tende a sottolineare le implicazioni psico-sociali della salute orale, tanto che recentemente tale argomento è stato indicato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come una delle aree di azione prioritaria per la ricerca in tema di salute orale. Non v’è dubbio che – come sottolinea, insieme ad altri, Savolainen in un recentissimo numero di Community Dental Health – le implicazioni dei fattori psico-sociali non dovrebbero essere sottostimate nella promozione della salute in generale e di quella orale in particolare. Da queste considerazioni è scaturito il programma 2010 dell’annuale congresso dell’Accademia “Il Chirone”, che ancora una volta si propone, nella prestigiosa sede della “Sapienza” di Roma, come un momento di riflessione e di approfondimento per gli odontoiatri e, più in generale, per tutti gli operatori della salute orale. Riflessione e approfondimento che, secondo un preciso progetto, non vogliono riguardare i tecnicismi della professione, ma un’attenta riflessione su quanto la moderna pratica professionale debba avere una visione olistica, e prima di tutto proprio psicologica, confrontandosi costantemente sull’impatto che la psiche ha sulla vita e la salute dell’uomo. Il programma vedrà dunque una partecipazione numerosa e composita di relatori che spazieranno da personaggi dell’intrattenimento come Pippo Baudo, Michele Mirabella, a operatori della scienza della salute, nei molteplici campi di interesse, con il preciso intento, da parte nostra, di adempiere all’invito che Fédération dentaire internationale (Fdi), World Health Organization (Who) e International Association for Dental Research (Iadr) hanno fatto con i Global goals for oral health 2020 e che “Il Chirone” ha fatto suo fin dall’inizio, e cioè quello di aumentare il numero di operatori della Salute coinvolti e preparati nella sorveglianza delle patologie orali. In questa direzione si pone il contributo, seppur modesto, dell’Accademia “Il Chirone” e di tutti i suoi Fellows. Il Presidente Ugo Covani, Fonte: www.accademiailchirone.it News Internazionali 25 Italian Edition Anno VI n. 7+8 – Luglio-Agosto 2010 Quasi un mistero: il cervello non sa ben localizzare il mal di denti Erlangen /Lipsia (Germania). I ricercatori hanno scoperto che il cervello non è in grado di discriminare tra il dolore a un dente superiore e quello inferiore. Il risultato di questa ricerca, che sarà pubblicata sulla rivista Pain, potrebbe aiutare a sviluppare trattamenti più efficaci per il dolore acuto dei denti, tipo carie o infezioni, e per dolori più persistenti tipo il “dolore fantasma”(1) di un dente dopo la sua rimozione. Guidati dal prof. Clemens Forster dell’Università di Erlangen-Norimberga (Germania), i ricercatori hanno analizzato l’attività cerebrale di volontari sani che hanno sperimentato il mal di denti. Trasmettendo brevi impulsi elettrici a un dente canino superiore o inferiore a sinistra, si attiva una sensazione di dolore simile a quella che si prova nell’addentare un cubetto di ghiaccio. Per capire come il cervello risponda al dolore proveniente da denti diversi, i ricercatori hanno usato la risonanza magnetica funzionale (FMRI) per monitorare i cambiamenti di attività quando veniva stimolato il dente superiore o inferiore. “All’inizio ci aspettavamo una notevole differenza, ma così non è stato”, ha dichiarato Forster. Molte regioni del cervello hanno risposto allo stesso modo al dolore trasmesso alla parte superiore e inferiore dei denti dai segnali provenienti da due distinti rami del nervo trigemino. Il ramo mascellare (V2) trasporta i segnali del dolore dalla mascella superiore quello mandibolare (V3) li trasporta dalla mascella inferiore. I ricercatori hanno scoperto che le regioni della corteccia cerebrale, tra cui la somato-sensoriale, l’insulare e la corteccia cingolata, si comportavano tutte allo stesso modo per entrambi i dolori ai denti. Si sa che tali regioni svolgono un ruolo importante nel meccanismo di proiezione del dolore, ma non sono emerse differenze di rilievo tra i due tipi di mal di denti. “La reazione era più o meno la stessa”, ha detto Forster, anche se, ha aggiunto, gli esperimenti compiuti potrebbero non aver preso in considerazione sottili differenze che potrebbero spiegare il perché si possono localizzare alcuni mali ai denti. Poiché le regioni erano entrambe coinvolte in tutti e due le reazioni dolorose, sia il cervello sia il soggetto sofferente non sono stati in grado di capire da dove provenisse il dolore. “I dentisti devono sapere che i pazienti non sono sempre in grado di indicare il luogo esatto da cui proviene il dolore – dice Forster – e ci sono ragioni fisiologiche e anatomiche a giustificare questa loro ‘non conoscenza’”. Claudia Salwiczek, DTI 1. Il dolore fantasma (phantom pain) si prova nell’arto amputato e varia da una serie di violente scosse elettriche a un dolore leggero. Anche la sua durata è variabile: da pochi secondi a molte ore. Lo avvertono molte persone che hanno subito amputazioni o estrazioni dentarie. In alcuni casi scompare col tempo, ma talvolta può ritornare, specie se si è stanchi o stressati o si sta poco bene. 26 Trends Anno VI n. 7+8 – Luglio-Agosto 2010 Italian Edition L’erosione sotto i riflettori Lisa Townshend di Dental Tribune UK riporta quanto emerso in un interessante Simposio dedicato all’erosione dentale nei bambini e negli adolescenti. L’usura dentale, dovuta a fattori quali l’erosione da acidi, da qualche anno è sempre un argomento di forte interesse odontoiatrico. Grazie alla recente messa in commercio di dentifrici, collutori e mousse, l’interesse nei confronti dell’erosione dello smalto è cresciuto sia nel pubblico sia in ambito clinico. Il Simposio pre-congresso della decima edizione del Congresso della European Academy of Paediatric Dentistry, tenutosi in collaborazione con la British Society of Paediatric Dentistry, è stato interamente incentrato sul tema della perdita di superficie dentale in bambini e adolescenti. L’evento, pur essendo in un ambito pre-congressuale, ha visto la partecipazione di quasi 300 persone che hanno così ignorato il sole e i bei paesaggi dello Yorkshire. Sponsorizzato dalla GlaxoSmithKline (GSK), il Simposio pre-congressuale era suddiviso in quattro sezioni su argomenti diversi inerenti l’usura dentale nei bambini. Nell’ambito della pedodonzia, e presieduto da Sven Poulsen e Jack Toumba, il pomeriggio è stato dedicato agli argomenti generali riguardo all’usura dentale e ad alcuni prodotti disponibili che i clinici possono raccomandare ai pazienti, presentati dal prof. Monty Duggal. Duggal, attualmente professore e responsabile di Pedodonzia presso il Leeds Dental Institute, ha relazionato sul tema “La scienza dell’erosione e le sfide per i bambini”, esaminando il significato dell’introduzione di prodotti di consumo con lo scopo di combattere l’erosione dentale. Questi prodotti hanno risvegliato un forte interesse nella ricerca per quanto riguarda la loro efficacia e molte discussioni riguardo all’importanza dell’effettiva presenza di perdita di sostanza dentale per il loro utilizzo. Il prof. Duggal ha evidenziato come questo stia diventando un problema significativo, con conseguente necessità da parte dei clinici di affrontare questa sfida sia con la prevenzione sia con la gestione della perdita di sostanza dentale. Il prof. Duggal ha esaminato l’eziologia della condizione, citando che una delle principali difficoltà nella gestione della perdita superficiale è che questa è multifattoriale: una combinazione di erosione da acidi, attrito, abrasione e micro fratture. Un punto interessante da lui sottolineato è che i clinici non sono necessariamente “programmati” per esaminare l’usura dentale, essendo più “rivolti verso la carie”. Quindi, in termini di diagnosi, quanto i clinici sono in grado di cercare e rilevare una perdita di superficie dentale? Per quanto riguarda la ricerca, il prof. Duggal ha illustrato in dettaglio uno studio da lui intrapreso per identificare una combinazione di prodotti per il trattamento di questa condizione che sia la più efficace. Con molta chiarezza, Duggal sostiene l’uso di una combinazione di prodotti e consiglia di instaurare regimi di trattamento personalizzati per ciascun paziente. Da questo studio, egli ha rilevato che una delle combinazioni migliori per la gestione della perdita superficiale è quella del dentifricio Pronamel di GSK e della Tooth Mousse di GC. Successivamente, Martha Ann Keels, responsabile della Divisione di Pedodonzia presso il Duke Children’s Hospital (North Carolina, USA), ha presentato una relazione dal tema “Risolvere il mistero della perdita di superficie dentale. Il ruolo dei fattori non legati all’alimentazione come il GORD e la relativa gestione”, incentrata sulla patologia del riflusso gastro-esofageo (GORD o GERD) come principale fattore causale della perdita di super- ficie dentale. La dottoressa Keels ha esaminato il danno orale causato dal GORD nei bambini, presentando i diversi livelli di usura dentale che può causare, elencando alcuni dei fattori di rischio, tra cui le abitudini alimentari, gli stress emozionali (problemi scolastici, famigliari ecc.) e approfondendo alcune tipologie di pazienti, come gli asmatici e i diversamente abili. DT pagina 27 E IL È O N S R LI O C N À GI O Non rincorrere il tuo aggiornamento! CORSO ECM ONLINE TUEOR: ECONOMICO, FACILE, COMODO. FORMAZIONE A DISTANZA 22 CREDITI ECM ANNO 2010 4 mo did t t ici 4 mduli o duli did a ta t ici Tecnologia, Odontoiatria interdisciplinare, Trattamenti odontoiatrici su pazienti con patologie specifiche, Laser Aggiornamento in tutte le specialità direttamente sul tuo PC o MAC Possibilità di seguire il corso dove e quando vuoi “L’utilizzo di nuove tecnologie in Odontoiatria: applicazioni, patologie e tecniche interdisciplinari” Costo del corso: 84,00 euro per gli abbonati; 134,00 euro iscrizione al corso + abbonamento annuale Dental Tribune Per maggiori informazioni o iscrizioni chiamare 011 0463350 o visita il sito www.tueor.it Trends 27 Italian Edition DT pagina 26 È stato fatto notare che la condizione ha un prevalenza maggiore nei maschi. Mediante la presentazione di casi, la dottoressa Keels ha evidenziato alcune delle opzioni di trattamento disponibili, spiegando gli indici utilizzati per monitorare il progredire della perdita di superficie dentale. Pur preferendo il cambio di alimentazione rispetto alla terapia con farmaci o all’intervento chirurgico, la gamma dei trattamenti disponibili è ampia. Presso il Duke Hospital si adotta lo stile di vita basato sulla formula 5, 4, 3, 2, 1: 5.porzioni di frutta/verdura; 4.bicchieri di acqua; 3.pasti strutturati; 2.ore o meno di fronte allo schermo; 1.ora di attività fisica; praticamente niente – zucchero. Inoltre, per alleviare qualunque tipo di problema, si cerca di trattare lo stress del bambino mediante tecniche di respirazione o di rilassamento prima di andare a dormire. La dottoressa Keels ha esaminato diversi farmaci utilizzati per aiutare a ridurre la produzione di acido nello stomaco dei pazienti, tra cui i riduttori e gli inibitori di acido. In alcuni casi, è necessario l’intervento chirurgico del tipo Nissen Fundoplication. Per la gestione degli effetti odontoiatrici del GORD, la dottoressa Keels ha descritto il suo indice semplificato che può essere utilizzato dal team odontoiatrico per classificare il progredire dalla perdita di superficie, controllato dal clinico e usato come supporto visivo per i paziente e i genitori per descrivere la situazione. Dopo un breve break, i partecipanti hanno avuto la possibilità di assistere alla presentazione del prof. David Bartlett, responsabile del reparto di Protesi del Kings College London Dental Institute, nonché consulente di odontoiatria restaurativa e specializzato in protesi. La sua presentazione si è focalizzata su “Una situazione a rischio: eziologia e prevenzione dell’erosione dentale”. Egli ha esaminato le diverse cause dell’erosione, descrivendo quello che effettivamente accade al dente quando si erode lo smalto, mostrando una serie di immagini realizzate con il microscopio elettronico. Il prof. Bartlett ha sottolineato la necessità di dare ai pazienti dei consigli sull’alimentazione, sottolineando il fatto che i consigli non devono entrare in conflitto con quelli dati dal medico di base. La sua opinione è che non è ciò che si mangia o si beve, bensì la frequenza e il modo di assunzione. Oltre a mostrare foto di erosioni dentali, ha raccontato aneddoti sui pazienti esaminati nel corso della sua carriera, compreso un paziente che impiegava un intero giorno per mangiare una sola arancia, spicchio dopo spicchio! Ha quindi presentato la ricerca sull’erosione dentale alla quale ha preso parte negli anni, sottolineando le difficoltà incontrate nel corso degli studi clinici per la validazione della ricerca. L’utilizzo della sovrapposizione delle scansioni delle impron- Anno VI n. 7+8 – Luglio-Agosto 2010 te rilevate a intervalli regolari ha dato ai ricercatori i punti di riferimento per esaminare la perdita superficiale in un lasso di tempo (in questo caso 3 anni). Il messaggio finale del prof. Bartlett ai partecipanti è stato molto chiaro: i clinici possono aiutare a prevenire l’erosione dentale mediante una combinazione di trattamenti e consigli. Il relatore finale ha risvegliato particolare interesse in quanto ha fornito degli occhialini 3D per la visione della sua relazione dal tema “Adesione alla dentina nei denti decidui e permanenti”. Roland Frankenberger, professore e preside di Odontoiatria operativa presso la University of Marburg (Germania), ha iniziato la sua presentazione con l’affermazione che la terapia restaurativa nei bambini non è un compito facile, dedicando ampio spazio all’illustrazione dei vantaggi dei diversi sistemi adesivi sia nella dentizione decidua sia in quella permanente. Il prof. Frankenberger ha affermato che gli adesivi self-etch hanno molto successo nei denti decidui, mentre quelli three step risultano migliori per i denti permanenti. Il suo slogan è stato “usate più flaconi per i denti permanenti”. Ha utilizzato anche diverse immagini per illustrare le resistenze adesive in diverse condizioni, con alcune immagini in 3D per dimostrare i processi che avvengono tra dente e adesivo. Questo Simposio pre-congressuale è stato un affascinante viaggio nell’erosione dentale dei bambini e ha suscitato diverse domande da parte dei partecipanti. Dato che questo argomento sta diventando sempre più attuale in pedodonzia, le quattro relazioni hanno fornito approfondite informazioni a cui i clinici possono fare riferimento per trovare la base di evidenza scientifica necessaria per trattare al meglio i pazienti. 28 Dental Meeting & Congressi Anno VI n. 7+8 – Luglio-Agosto 2010 Italian Edition Grande successo di pubblico e “notte delle stelle” al III Congresso Camlog di Stoccarda te della Fondazione Camlog, prof. Jurger Becker, Università Il dr. Michael Peetz, ammi- di Dusseldorf, l’evento biennanistratore delegato da gen- le della Fondazione Camlog ai naio 2009 della Camlog giornalisti provenienti da molte del mondo per assistere Biotechgnologies AG (Basilea), singola Dental tribune 28-05-2010 16:56 Paginanazioni 2 è visibilmente fiero di presen- a quello che si può definire un tare insieme al nuovo presiden- evento molto più che congresDT pagina 1 Colori compositi suale. Peetz, prima di illustrare come è stato concepita l’organizzazione delle giornate, desidera far capire alla stampa di settore mondiale qual è il cocktail per riuscire a raccogliere unC continuo e costante succesM Y CM MY CY CMY K so in un tempo relativamente breve (appena un decennio e 2 precedenti congressi internazionali), successo concretamente suggellato dai numeri: 20 nazioni in cui si distribuisce un portfolio completo di prodotti in continua evoluzione e crescita, arricchito da importanti e nuove partnership che consentono al sistema implantare Camlog di offrire soluzioni a 360° nell’implantologia, con nuove soluzioni protesiche e tecnologie Cad/Cam, DT pagina 29 Dental Meeting & Congressi 29 Italian Edition DT pagina 28 un nuovissimo e più ampio stabilimento di produzione per soddisfare ordini, la collaborazione con 20 Università nel mondo, il raddoppio dei partecipanti al Congresso della fondazione Camlog in soli 2 anni, l’adesione di nuovi associati alle Accademie e alla Fondazione. Sintetizzando il suo messaggio, il sistema Camlog ha imposto nell’implantologia dentale nuovi standard in termini di affidabilità utilizzo e universalità, la cui evidenza scientifica è Anno VI n. 7+8 – Luglio-Agosto 2010 provata da un numero crescente di studi avviati e promossi in gran parte dalla Camlog Foundation. Nella ricerca e sviluppo vengono tenuti in considerazione i suggerimenti e le variazioni richieste dagli utilizzatori, con grande attenzione al benessere del paziente, privilegiando la continuità al radicale cambiamento. Prioritario è il rapporto con la Fondazione, organizzatrice del Congresso. Molte le novità delle tre giornate: il giovedì, 3 corsi EMS DIN A4 22.02.2010 14:20 precongressuali, 350 persone in visita a uno degli stabilimenti di produzione, la possibilità delle visite guidate ai musei Porsche e Mercedes; 48 relatori per il congresso del venerdì e del sabato provenienti da 11 paesi del mondo (4 i relatori italiani: Alfonso Baruffaldi, Mario Beretta, Luca Cordaro, Ilaria Franchini che hanno parlato in sezioni sui seguenti temi: implantologia digitale – pianificazione e diagnosi 3D – procedure Cad/Cam, chirurgia guidata, periimplantiti, bone augmentation – trattamento di Uhr 1 casi Seite complessi). Il venerdì sera, poi, la straordinaria “notte del- le stelle”, un ricevimento con 1100 partecipanti animato dalle star “Tina Turner” e “Robbie Williams”, con tanto di passerella! Ultima, ma non meno importante, la mostra espositiva con i partner tecnologici della Camlog. L’evento, in inglese, era tradotto in 5 lingue (tedesco, italiano,spagnolo, francese e giapponese). Il prof. Becker, nuovo Presidente della fondazione, ha illustrato la costante evoluzione dell’istituzione nata nel 2006 a sostegno del progresso dell’implantologia a beneficio dei pazienti. Di qui la mission, tra cui promuovere giovani scienziati di talento e la collaborazione con i clinici e l’industria. 28 esperti provenienti da 11 paesi che sostengono i progetti di ricerca applicata con un armonioso scambio tra professionisti, scienziati ed industria. Inoltre, promuove le Camlog Accademy nei singoli paesi per uno scambio di conoscenze e che, a loro volta, sostengono i congressi locali [in Italia il presidente è il prof. Carlo Maiorana, Ndr]. Patrizia Gatto EMS-SWISSQUALITY.COM 1+1=3 IL NUOVO AIR-FLOW MASTER PIEZON – PULIZIA AD ARIA SOTTO – E SOPRAGENGIVALE PIU’ SCALING – DAL NO. 1 DELLA PROFILASSI Pulizia sotto- e sopragengivale ad aria come con Air-Flow Master. Più scaling come con Piezon Master 700. Il tutto si somma per ottenere tre applicazioni in una grazie al nuovo Air-Flow Master Piezon, il più recente sviluppo dell’inventore dei metodi originali. grazie agli strumenti originali EMS Swiss che si adattano perfettamente al nuovo manipolo originale Piezon LED. La proverbiale precisione svizzera combinata con la tecnologia intelligente i.Piezon. PIEZON ASSENZA DI DOLORE > Manipoli originali Air-Flow e Perio-Flow Il paziente non sente dolore e l’epitelio gengivale viene trattato in modo extra-delicato: il massimo confort per il paziente è la caratteristica aggiuntiva, il plus, portato dal capolavoro del metodo Originale Piezon. Per non parlare della superficie dentale incredibilmente liscia. Questi vantaggi extra sono il risultato dell’azione oscillante allineata con la superficie dentale, AIR-FLOW UCCIDE IL BIOFILM E quando si tratta di una pulizia convenzionale sopragengivale ad aria, niente è meglio dell’efficacia, senza eguali, del metodo originale AirFlow. Trattamento efficace, rapido e affidabile senza stress e senza danno al tessuto gengivale o graffi sulla sup e r f ic ie d e i d e n t i . G r a z i e all’applicazione delicata dell’energia biocinetica. Manipolo LED Piezon originale con EMS Swiss Instrument PS Liberarsi del pericoloso biofilm fin nelle tasche più profonde. Questa è l’essenza del metodo originale Air Flow Perio. La riduzione sottogengivale dei batteri previene la perdita dei denti (periodontite) o perdita degli impianti (perimplantite). Il vortice uniforme di miscela ariapolvere-acqua previene l’enfisema dei tessuti molli – anche oltre ai vincoli della profilassi- grazie all’azione del diffusore Perio-Flow. > Con Air-Flow Master Piezon tutto quadra alla perfezione – dalla diagnosi, al trattamento iniziale, al richiamo. Invitiamo i profession ist i della profilassi a scoprirlo da soli. 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Odontoiatri, medici, odontotecnici, igienisti, assistenti e personale di segreteria hanno voluto parlare di medicina e odontoiatria secondo un approccio innovativo: una visione multidisciplinare e moderna dell’estetica facciale dove si possano integrare tecniche avan- Alcuni momenti durante il primo incontro PrimaVera Poiesis. OFFERTA SPECIALE OFFERTA VALIDA FINO A ESAURIMENTO SCORTE Biomimetic Restorative Dentistry dr. Pascal Magne lingua: inglese catalogo gIDE YSGG Laser Precision in Periodontal Plastic Surgery dr. Bobby Butler lingua: inglese 60,00 108,00 € 60,00 108,00 € Esthetic Implant Dentistry - 2DVD Guided Implant Surgery dr. Sasha A. Jovanovic lingua: inglese Featuring NobelGuide dr. Patrick Henry lingua: inglese 144,00 240,00 € 60,00 108,00 € Esthetic Dentistry Aesthetic Update in Dental Ceramix and Implant Treatment - 2DVD 2 layer restorations: the natural layering concept dr. Didier Dietschi lingua: inglese dr. Bernard Touati lingua: inglese 75,00 132,00 € 144,00 240,00 € Composite Resins in Contemporary Practice The All Ceramic Crown dr. Ronalrd Goldstein dr. Ronald Jackson lingua: inglese 75,00 132,00 € lingua: inglese 60,00 108,00 € Per informazioni chiamare 011 0463350 / www.tueor.it zate e benessere del paziente. Questo percorso è stato tracciato all’apertura dalle parole del vicepresidente di Poiesis, Ezio Costa. Riportando all’attenzione la definizione di salute elaborata nel 1948 dall’Oms – “salute è uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non semplicemente l’assenza di malattia o di infermità” – il dott. Costa ha sollecitato una riflessione sulla definizione di “benessere” e sul rapporto tra la ricerca di benessere e un equilibrato legame con l’ambiente esterno, espressioni di un’etica del vivere moderno. La bellezza di cui parliamo è lo stato dell’anima di chi è capace di relazioni armoniche con l’ambiente. Lo strumento per rendere etica la ricerca di estetica è partire dall’analisi dei bisogni delle persone non da numeri e valori norma che sono uno strumento prezioso di esecuzione dei nostri trattamenti, ma non possono rappresentarne l’obiettivo. Numerosi gli interventi programmati. Ha iniziato la coppia CostaRedaelli che ha parlato dell’esperienza maturata negli ultimi cinque anni di insegnamento delle tecniche di medicina estetica ai medici odontoiatri, esperienza che ha avuto un ruolo importante nel promuovere un approccio multidisciplinare all’estetica del viso e del sorriso. In ambito odontoiatrico estetico, non poteva mancare uno spazio dedicato alle molteplici possibilità offerte dagli apparecchi Laser grazie al dott. Iaria, presidente della Iaht. Tra i relatori, un chirurgo plastico, il dott. Gibelli, che oltre alla presentazione di bellissimi casi clinici, ha illustrato il punto di vista del chirurgo nelle scelte dei trattamenti possibili del viso. Prezioso è stato il contributo della relazione a carattere merceologico del dott. Zazzetta: uno dei problemi più sentiti dagli operatori è la difficoltà di districarsi in un mercato, come quello italiano e europeo, poco regolamentato e che offre prodotti sempre più nuovi sulla spinta emozionale delle pressioni di un’utenza in forte crescita. La conclusione dei lavori a sessioni unite del mattino è stata affidata al sig. Foresi con un argomento di interesse odontotecnico. Gli odontotecnici rivestono un ruolo fondamentale nella definizione e nel raggiungimento di un’armonia estetica del viso e del sorriso e, tramite il confronto costruttivo con la loro realtà, si riesce ad arricchire la visione terapeutica. La platea si è divisa nel pomeriggio. Nella sessione dedicata al personale ausiliario di Studio, si è parlato di “team”. La dott.ssa Di Gioia, la sig.ra Costa e la sig. ra Toffalini hanno condiviso le esperienze fatte in questi anni all’interno dei propri Studi. Davanti a un numero inaspettato di partecipanti, si è parlato della centralità del paziente e dell’importanza di imparare a comunicare con sincerità e disponibilità. La conclusione è stata affidata alla dott.ssa Vilhem, consulente di immagine, che è riuscita con le sue foto e la sua musica a parlarci di estetica, di ambiente, di armonia suscitando in noi delle emozioni che sarà difficile dimenticare. Nella sessione dedicata ai medici, il prof. Capurro, parlando di Timedsurgery, ha mostrato la risoluzione di molti casi clinici nel terzo inferiore del viso con metodiche originali. Nella relazione conclusiva, di argomento medico-legale, il dott. Spatafora ha espresso le sue considerazioni relativamente al ruolo dell’odontoiatra nelle terapie medico-estetiche della regione periorale. L’accesa discussione finale ha dimostrato quanto l’argomento sia delicato e meriti di essere considerato con grande attenzione nelle sedi istituzionali. Ci auguriamo che la nostra società scientifica possa costituire un trait d’union tra le esigenze degli operatori del settore e l’indubbia necessità di regolamentare gli ambiti d’intervento. Poiesis invita calorosamente tutti i soci e coloro che possano essere interessati a partecipare con contributi attivi e ideativi ai progetti dell’associazione, a prendere contatto con la segreteria all’indirizzo e-mail: [email protected]. Milvia Di Gioia Dental Meeting & Congressi 31 Italian Edition Anno VI n. 7+8 – Luglio-Agosto 2010 Infopoint chi cerca trova che, ricerca per il Friuli Venezia Giulia professionisti con esperienza in conservativa, endodonzia, protesi mobile e fissa e igienisti dentali. Si offre una struttura organizzata, ambiente dinamico e innovativo. Se interessati inviare il curriculum a: [email protected] ma di prodotti e consulenze per la propaganda scientifica e la promozione soprattutto presso dentisti, dermatologi, centri estetici. Assegnazione zona esclusiva. 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La posizione Progetto dentale Apollonia network di cliniche odontoiatriprevede l’affidamento della gam- STUDI Offerte Cedesi Studio dentistico anche muri. 90 mq, primo piano in Desenzano sul Garda, centro storico. 2 unità operative, 2 rx endorali digita- ATTREZZATURE Offerte Vendo micromotore endodontico “ENDO-MATE DT NSK” funzionante a corrente e batteria, in garanzia. - Tel: 035 526211 ITALIA -Data: 19-20 novembre -Dove: Bologna 13° CONGRESSO DI TERAPIA -Contatti: Promo Leader IMPLANTARE Service Congressi -Data: 23-25 settembre -Tel.: 055.2462201 Pubblicità 210x280+5 v.2 -Dove: Palazzo della Gran -Fax: 055.2462270 Guardia - Verona -E-mail: aiop@ -Contatti: Biomax Spa promoleader.com -Tel.: 044.4913410 -Fax: 044.3913695 -E-mail: [email protected] -Web: www.biomax.it; www.nanotite.it ENDO RESTORATIVE DENTISTRY - VI CONGRESSO NAZIONALE -Data: 23-25 settembre -Dove: Teatro Congressi Pietro d’Abano - Abano Terme -Contatti: Rossella Tosello Sweden & Martina Spa -Tel.: 049.9124300 -Fax: 049.9124290 -E-mail: rtosello@ sweden-martina.com XX CONGRESSO NAZIONALE AIDI - “UNA FINESTRA SUL FUTURO” -Data: 24-25 settembre -Dove: Milano -Contatti: Hevento Public Relations -Tel.: 055.210454 -Fax: 055.283686 -E-mail: aidi@ heventogroup.com -Web: www.heventogroup.com AIO - FOCUS ON DENTISTRY V CONGRESSO INTENAZIONALE - XXIV CONGRESSO - V SIMPOSIO -Data: 30 settembre, 1-2 ottobre -Dove: Sheraton Nicolaus Hotel Bari -Contatti: Aio -Tel.: 347.3607046 -Fax: 011.4337168 -E-mail: [email protected] -Web: www.aio.it 38° INTERNATIONAL EXPODENTAL -Data: 7-9 ottobre -Dove: Fiera di Roma Pad. 7-8-9-10 -Contatti: Promunidi Srl -Tel.: 02.70061.220/229 -Fax: 02.70006546 -E-mail: [email protected]; [email protected] 31° CONGRESSO NAZIONALE SIE - “LE NUOVE SFIDE DELL’ENDODONZIA” -Data: 11-13 novembre -Dove: Centro Congressi Verona Fiere -Contatti: Segreteria SIE -Tel.: 02.8376799 -Fax: 02.89424876 -E-mail: segreteria.sie@ fastwebnet.it XXIX CONGRESSO INTERNAZIONALE AIOP - “ESTREMA RATIO. OVVERO: COMPLICANZE, FALLIMENTI E RITRATTAMENTI IN ODONTOIATRIA PROTESICA” COLLABORAZIONE Offerte Odontoiatra, 15 anni di esperienza, 10 anni con Studio proprio in Roma, master in chirurgia implantare, parodontologia, disfunzioni cranio-mandibolari, per trasferimento familiare autunno 2010 - primavera 2011, cerca Studio in zona Cortona-Arezzo o Foligno-Perugia per collaborazione ed eventuali sviluppi. Tel.: 328.5736985; 339.6293173 Affittasi elegante e spazioso Studio a Campocavallo di Osimo (AN). Posizione ottimale, con due unità operative, reception, sala break, sala d’attesa, 2 bagni Studio. Tutto nuovissimo e a norma di legge. Tel.: 328.5506344 Nobel Biocare Symposium 2010 – Rimini Nuovo Palacongressi di Rimini, 1- 2 ottobre Comitato Scientifico Dr. Mauro Merli - Chairman Dr. Luca Cordaro Dr. Stefano Gracis Prof. Massimo Simion Odt. Eugenio Bianchini Odt. Roberto Bonfiglioli a tri rto toia n Ape o i/od tist ici n e id tecn c o i t d me don ed o Argomenti trattati – Terapia ricostruttiva o soluzioni alternative? – Scelta ed analisi dei materiali in rapporto all’indicazione clinica – Processi decisionali in protesi supportate da impianti: dalla diagnosi alla scelta dei materiali – Chirurgia plastica perimplantare e chirurgia minimamente invasiva – Protocolli protesici innovativi e ruolo dell’odontotecnico nell’era digitale – Piano di trattamento: alternative? Discussione interattiva di casi clinici dal punto di vista odontoiatrico e odontotecnico Per informazioni ed iscrizioni contattare: Carlson Wagonlit Travel Tel. 055/09491858 E-mail: [email protected] Sito Web: http://ap.seeuthere.com/SimposioNobel Nobel Biocare Italiana srl Viale Colleoni, 15 - Palazzo Orione 2 20041 Agrate Brianza (MB) Tel. 039 6836.1 - Fax 039 6899.474 www.nobelbiocare.com SICOI Società Italiana di Chirurgia Orale ed Implantologia XX CONGRESSO INTERNAzIONAlE INNOVAzIONI BIOlOGICHE E TECNOlOGICHE IN CHIRURGIA IMPlANTARE MIlANO 8-9 Ottobre 2010 - Milano - Atahotel Executive Programma Venerdì, 8 Ottobre 2010 8.00 9.00-13.00 ISCRIzIONI CORSI PRECONGRESSUAlI AzIENDE Piero Simeone: Progetto Interdisciplinare Implantoprotesico: Integrazione Del Restauro Nel Supporto Perimplantare Francesco Amato e Francesco Oreglia: Chirurgia guidata e soluzioni multidisciplinari di casi implantari complessi Mario Roccuzzo: la salute e la stabilità dei tessuti parodontali e perimplantari Estetica nel carico immediato: nuove frontiere Implant and Regenerative Therapy 13.00-14.00 14.00 Pausa e Visita al Salone Espositivo Congresso Internazionale - Cerimonia di Apertura Saluto del Presidente SICOI Antonio Barone; Saluto Autorità Enrico Gherlone Moderatori: Roberto Weinstein, Ugo Covani, Andrea Edoardo Bianchi 14.15 15.00 15.45 16.15 17.00 17.45-18.00 18.00-19.00 Sascha Jovanovic - Incremento Volumetrico dell’Osso Crestale con Fattori di Crescita rhBMP-2 vs Tecniche GBR Ulf Nannmark - Sostituti Ossei dalla Genetica alla Clinica Coffee Break Frank Schwarz - Inserimento di Impianti in Siti Compromessi: Procedure Cliniche e Background Scientifico Robert Horowitz - Impianti Mono-Fase - Disegno Implantare per il Mantenimento a lungo termine dell’Osso Marginale e dell’Estetica Discussione e contraddittorio Assemblea Soci Attivi ed Elezioni Biennio 2011-2012 Sabato, 9 Ottobre 2010 8.45 Apertura Convegno Moderatori: Aldo Bruno Giannì, Francesco Scarparo, Mauro Bovi 9.00 9.30 10.00 10.30 11.00 11.45 12.30 13.15 Mario Bosco, Gianni Bonadeo - Occlusione in Implantoprotesi: Proposte Tecnico Cliniche Roberto Cocchetto - Protocolli Innovativi in Protesi Implantare Cementata Mauro Billi - la riabilitazione Implantoprotesica: Tradizione vs Innovazione Coffee Break Peter Moy - Tecnologia Computerizzata in Chirurgia Implantare Luca Cordaro - Semplificazione del Trattamento Implantare negli Edentuli Totali: Chirurgia Guidata o Mini-Invasiva Enzo Rossi - la Chirurgia Piezoelettrica: Recenti Innovazioni e Ricerca Pausa e Visita al Salone Espositivo Moderatori: Franco Santoro, Roberto Barone, Roberto Mazzanti 14.15 15.00 16.00 Thierry Giorno - Come la Macro-geometria Implantare Influenza la Guarigione: Cosa Determina Realmente la Differenza Pat Allen - Chirurgia Mini-Invasiva per Trattare e Prevenire Deficit dei Tessuti Molli Peri-Implantari Discussione e contraddittorio - Chiusura Convegno SESSIONE IGIENISTI - Sabato, 9 Ottobre 2010 8.30 9.00 Registrazione dei partecipanti Saluto del Presidente Eletto SICOI Andrea Edoardo Bianchi Moderatori: Giampietro Farronato, Roberto Mazzanti 9.30 11.00 11.30 13.00 Anna Maria Genovesi - Fortunato Alfonsi - Gianna Nardi Mini invasività e massimi benefici nella terapia causale e mantenimento del paziente paradontale - Prima Parte Coffee Break Anna Maria Genovesi - Fortunato Alfonsi - Gianna Nardi Mini invasività e massimi benefici nella terapia causale e mantenimento del paziente paradontale - Seconda Parte Discussione e contradditorio - Chiusura Convegno Major Sponsor www.sicoi.it Publishing Sponsor Informazioni Segreteria Delegata e Organizzativa SICOI M.V. Congressi S.p.a. Via Marchesi 26 D - 43100 Parma Tel. 0521.290191 - Fax 0521.291314 [email protected] - www.mvcongressi.it