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Centro studi Innovazione e Sostenibilità Osservatorio Innovazione e Sostenibilità Innovazione e Sostenibilità Newsletter n. 41/2013 a cura di Giuliana Giovannelli e Alessandra Graziani Sommario: News dai territori: Regione Umbria: Regione Veneto: News nazionali: Rinnovabili: Materiali e tecnologie innovative: Rapporti e studi: Eventi: Aziende: Energia pulita: nuova campagna di sensibilizzazione Approvato il Piano Energetico all'insegna del “Menowatt” Prestiti per pannelli fotovoltaici: ecco quali scegliere Case sempre più intelligenti con ZigBee Home Automation Eolico, al via test avanzato sulla minipala disegnata da Renzo Piano Emissioni CO2: taglio del 5% entro il 2030 utilizzando il gas naturale al posto del carbone ISPRA: dalle foreste un potenziale energetico di 3 milioni di TEP l'anno; Eco building e smart energy in cima ai progetti del green investing; Solarbuzz: fine della crisi per il fotovoltaico?; Rinnovabili, il Sud Italia leader indiscusso nell'eolico con quasi 6mila impianti; Decalogo per le città verdi Il mondo delle rinnovabili in piazza per un'Italia sostenibile; Il WWF premia la Danimarca impegnata a raggiungere 100% di energia rinnovabile al 2050; Federbeton al SAIE, "la palestra giusta dalla quale ripartire"; SAIE 2013 chiude con 85.000 presenze e dà appuntamento alla 50° edizione; Expòtunnel: Bologna capitale del tunnelling e delle grandi opere Expòtunnel: intervento Fillea al seminario Iatt Una nuova sfida per l’Università degli Studi di RomaTre e Rubner Haus. Il progetto 'RhOME' Pizzarotti, il cantiere allarga la banda News dai territori: Regione Umbria: Energia pulita: Nuova campagna di sensibilizzazione 16/10/2013. Si chiama "Umbria+" ed è un'iniziativa volta a divulgare i benefici derivanti dall'uso di fonti rinnovabili: verso l'efficienza energetica Regione Umbria in prima fila verso un futuro all'insegna dell'energia pulita ed intelligente: è stato questo, infatti, il punto di vista illustrato questa mattina a Perugia, presso il Salone d'Onore di Palazzo Donini, nella conferenza stampa di presentazione della campagna di comunicazione in materia di energia dal titolo Umbria+: energia pulita e intelligente. L'iniziativa, promossa dalla Regione Umbria, si pone l'obiettivo di effettuare una campagna di sensibilizzazione sulle tematiche energetiche con particolare riferimento all'efficienza energetica e all'uso delle fonti rinnovabili; e non di secondaria importanza è lo scopo informativo e divulgativo che si prefigge l'iniziativa. Si tratta infatti di divulgare i risultati energetici e ambientali conseguiti nel territorio regionale con il finanziamento di interventi sul patrimonio pubblico comunale che riguardano l'installazione di impianti fotovoltaici e la realizzazione di sistemi di pubblica illuminazione energeticamente efficienti. Fonte: sito internet edilizia e urbanistica Regione Veneto: Approvato il Piano Energetico all'insegna del “Menowatt” 17/10/2013. Via libera dalla Giunta regionale del Veneto al Piano Energetico Regionale, che detta le linee di indirizzo e di coordinamento della programmazione in materia di promozione delle fonti rinnovabili, di efficienza e di risparmio energetico. “Il ‘Menowatt’ è la nuova unità di misura energetica che il Piano Regionale suggerisce. Oltre a perseguire l’aumento dei kilowatt prodotti da fonti rinnovabili, infatti, l’obiettivo a cui tendere è quello del risparmio energetico, da conseguire attraverso l’ottimizzazione spinta di ogni forma di energia prodotta: coibentazione delle strutture edilizie, cogenerazione, sistemi di controllo intelligente nei consumi. Questi sono i cardini del Piano che abbiamo adottato”, spiega l’assessore Massimo Giorgetti. “I consumi energetici nella Regione del Veneto – ricorda Giorgetti – ammontano a circa 11.000 ktep (1 ktep equivale a 1000 tonnellate di petrolio e a 11.628 MWh) rispetto a una produzione energetica interna regionale, da rinnovabili e non, pari a circa 4.700 ktep e a una produzione energetica da fonti rinnovabili pari a 840 ktep. Evidente è il deficit che Centro studi Innovazione e Sostenibilità si attesta intorno al 57 per cento, al quale dobbiamo far fronte sostenendo la riduzione dei consumi da fonti fossili, promuovendo l’incremento di produzione da quelle energetiche rinnovabili e sostenendo l’utilizzo efficiente dell’energia sia rinnovabile che non rinnovabile”. Il burden sharing “Il traguardo principale che le norme impongono di raggiungere attraverso l’attuazione del Piano – precisa l’assessore – è denominato ‘burden sharing’ ed è il target vincolante di produzione attribuito sulle energie rinnovabili alle Regioni. Una ripartizione che stabilisce in quale misura ognuna di esse deve concorrere all’obiettivo nazionale in materia di sviluppo delle fonti energetiche pulite previsto dalla Direttiva europea 2009/28/UE, che per l’Italia è pari al 17% del consumo energetico lordo; per il Veneto è necessario garantire che il 10,3 per cento dell’energia termica, elettrica e dei trasporti, complessivamente consumata, provenga da fonti rinnovabili, quando attualmente tale percentuale è circa del 7,5 per cento”. “Alle diverse fasi di elaborazione di questa proposta di Piano – continua l’assessore – ha lavorato principalmente la nostra Struttura regionale che si occupa di Energia, con il coinvolgimento di altre Direzioni regionali; hanno anche collaborato il Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università degli Studi di Padova e l’Agenzia Regionale per la Prevenzione e Protezione Ambientale del Veneto (ARPAV), fino all’ottenimento, lo scorso maggio, della Valutazione Ambientale Strategica. Sulla base degli indirizzi e prescrizioni di quest’ultima si è provveduto a redigere l’attuale documento, composto dal Piano Energetico, dal Rapporto ambientale e dalla Sintesi non tecnica”. Consultazione pubblica Il Piano Energetico Regionale definisce anche le modalità di consultazione pubblica previste per legge e dovrà essere successivamente approvato dal Consiglio regionale. “Chiunque – conclude Giorgetti – potrà prendere visione del documento presso le sedi degli Uffici regionali per le relazioni con il pubblico della Regione del Veneto (U.R.P.) e presso le Province e presentare alla Struttura regionale per l’Energia le proprie osservazioni, anche fornendo nuovi o ulteriori contributi conoscitivi e valutativi. Le proposte dovranno pervenire entro 60 giorni dalla pubblicazione del Piano nel Bollettino Ufficiale della Regione del Veneto”. Fonte: sito internet casa e clima News nazionali: Rinnovabili: Prestiti per pannelli fotovoltaici: ecco quali scegliere 21/10/2013- L’ultimo rapporto “Gli italiani e il solare” ha evidenziato che sempre più famiglie sono favorevoli alle energie pulite e, in particolare, al fotovoltaico. Vale la pena di installare un impianto anche se si deve far ricorso alla richiesta di un prestito, perché comunque il costo dei lavori può essere detratto dalla dichiarazione dei redditi grazie all'ecobonus. Con l’aiuto del servizio di confronto SuperMoney, che compara le offerte delle maggiori banche, dalla finanziaria Findomestic a Cariparma e molte altre, scopriamo quali sono i migliori prestiti ristrutturazione casa per tutti coloro che necessitano di 25 mila euro da restituire in 8 anni. Le soluzioni creditizie presentate di seguito non prevedono l’obbligo di sottoscrivere un’assicurazione a tutela delle somme erogate dalla banca, come appunto nel caso di Findomestic che si aggiudica la palma della convenienza con un prestito che prevede un piano di rimborso strutturato in rate mensili da 363,8 euro all’anno. Il TAEG è al 9,17%, mentre l’importo totale dovute risulta pari a 34.925 euro (oneri inclusi). In alternativa, si può scegliere il prestito personale della Banca Popolare di Sondrio. Chi lo sottoscrive dovrà pagare rate mensili d’importo pari a 404,5 euro. Va da sé che il TAEG è più elevato rispetto alla precedente proposta (13,47%). Conseguentemente il costo complessivo di questo prestito finalizzato sarà 39.955 euro. L’installazione dei pannelli fotovoltaici così come tutti gli altri interventi di efficientamento e ottimizzazione energetica godono degli incentivi statali. Le agevolazioni sono a disposizione anche per chi sceglie di pagare l’impianto in formula rateizzata. Fonte: sito internet infobuild energia Materiali e tecnologie innovative: Case sempre più intelligenti con ZigBee Home Automation 24/10/2013 - Pochi giorni fa, la ZigBee Alliance, l’ecosistema globale delle organizzazioni che creano soluzioni wireless da utilizzare in applicazioni di gestione dell’energia, commerciali e consumer, ha annunciato la ratifica di un aggiornamento di ZigBee Home Automation, ora disponibile per lo sviluppo di prodotti. La tecnologia ZigBee Home Automation facilita la creazione di case più intelligenti, che migliorano il comfort, la praticità, la sicurezza e la gestione dell’energia. ZigBee Home Automation 1.2 aggiunge parecchie nuove caratteristiche importanti che aumentano la durata delle batteria dei sensori di sicurezza fino a sette anni, standardizzano l’accoppiamento dei dispositivi e semplificano l’installazione e la manutenzione. Tali caratteristiche hanno a loro volta un impatto significativo sui costi operativi e hardware, oltre ad aumentare la qualità del servizio. ZigBee Home Automation 1.2 include, inoltre, potenziamenti alle funzioni presenti in alcuni dispositivi come le serrature e supporta dispositivi addizionali come elettrodomestici intelligenti e strumenti di misura elettrica. Lo standard, infine, incorpora alcune nuove caratteristiche derivanti dalla collaborazione con l’iniziativa Energy@home, partner italiano della ZigBee Alliance, che permettono ai consumatori di integrare nuovi dispositivi e aumentare la loro consapevolezza circa l’utilizzo dell’energia. Centro studi Innovazione e Sostenibilità ZigBee Home Automation 1.2 si configura quindi come un passo importante verso la creazione di una piattaforma di controllo wireless aperta e completamente interoperabile. Dopo una serie di test rigorosi, 19 prodotti hanno già raggiunto lo stato di collaudo e certificazione Golden Unit. Fonte: BTicino - www.buildingblog.it Materiali e tecnologie innovative: Eolico, al via test avanzato sulla minipala disegnata da Renzo Piano 22/10/2013. Ridurre l'impatto visivo dell'impianto eolico garantendo al contempo elevati livelli di produttività energetica e il funzionamento anche con venti di bassa intensità. Con questo obiettivo, l'archistar Renzo Piano ha progettato un'innovativa pala minieolica, sviluppata in collaborazione con Enel Green Power (la società di Enel interamente dedicata alle fonti rinnovabili) e ora entrata in fase di test in un sito altamente specializzato e dotato di tutto il necessario. Mimetizzazione nell'ambiente Estremamente sottile, bipala e dunque meno visibile delle tradizionali tripale, il nuovo aerogeneratore è difficile da scorgere nel paesaggio e contemporaneamente sta dimostrando di essere in grado di funzionare anche con venti di bassa intensità. Un risultato ottenuto anche grazie alla ricerca sui nuovi materiali, sempre più leggeri e resistenti, e sulle nuove soluzioni tecnologiche, che hanno consentito la messa a punto dell’aerogeneratore. Nei casi di assenza totale di vento, la pala è in grado di mimetizzarsi ancora di più con l’ambiente circostante riducendosi a una sottile linea verticale data dalla torre, alta 20 metri e con un diametro di appena 35 cm, e dalle due pale verticali, il cui diametro non supera i 16 metri, allineate e a bandiera. In due mesi prodotti 1200 kWh Il prototipo, che è in fase di test nel campo prova di Molinetto di Pisa, dove ha sede anche il centro ricerche di Enel, ha prodotto in due mesi oltre 1200 chilowattora, che sono stati immessi nella rete di distribuzione. La produzione in serie per il mercato italiano sarà sviluppata al termine di questa fase di test, che sarà effettuata ancora per alcuni mesi. Alla realizzazione del progetto hanno collaborato lo Studio Favero & Milan di Venezia, per la progettazione esecutiva, e la Metalsistem di Rovereto (TN), per la realizzazione Fonte: sito internet casa e clima Rapporti e studi: Emissioni CO2: taglio del 5% entro il 2030 utilizzando il gas naturale al posto del carbone 23/10/2013. La domanda di energia, su scala globale, è destinata ad aumentare di quasi il 3% all'anno, entro il 2030. Complessivamente, questa crescita moderata farà sì che la domanda di energia aumenti di oltre la metà rispetto ai livelli attuali tra ora e il 2030. Se, come previsto, verranno realizzati nuovi impianti di produzione di energia, le relative emissioni di CO2 aumenterebbero di un quarto ossia di 3.500 megatonnellate. Questi i risultati di uno studio recentemente pubblicato da Siemens e dal professor Horst Wildemann della Technical University di Monaco di Baviera. "Se le centrali elettriche a carbone venissero sostituite, su larga scala, da centrali a gas, entro il 2030, le emissioni di CO2 nel settore energetico potrebbero ridursi anche del 5% rispetto ai livelli attuali," afferma il Professore Wildemann. "Certo, sarebbe illusorio sostituire ora tutte le centrali a carbone con quelle a gas, ma le potenzialità individuate sono davvero impressionanti", continua Wildemann. Le emissioni globali di CO2 che ogni anno potrebbero essere eliminate interrompendo la produzione di energia dal carbone equivarrebbero così alla quasi totalità delle emissioni di CO2 di tutti i 28 paesi dell'Unione Europea. Le rinnovabili non bastano a ridurre le emissioni "Nel nostro studio abbiamo esaminato le situazioni locali e le differenti esigenze delle varie regioni del mondo", spiega Michael Süß, membro del Consiglio di Amministrazione di Siemens AG e CEO del Settore Energy di Siemens, in occasione della presentazione dello studio al World Energy Congress (WEC). "Naturalmente, accanto alla sostenibilità e alla necessità di un’affidabile fornitura di energia, l'economia riveste sempre un ruolo importante - non ci sarebbe motivo di chiudere anticipatamente nuove centrali a carbone già schedulate, al solo scopo di diminuire le emissioni di CO2. Ma è altrettanto evidente che la capillare espansione delle fonti energetiche rinnovabili da sola non permette di migliorare automaticamente il clima, come dimostra in modo impressionante l'aumento delle emissioni di CO2 in Germania. D'altra parte, chiudendo le vecchie centrali elettriche a carbone non solo si riducono significativamente le emissioni, ma si otterrebbero anche riscontri economici, come è stato dimostrato negli Stati Uniti. Nel nostro studio, abbiamo analizzato questi diversi scenari, cercando di mantenere un equilibrio tra sostenibilità, affidabilità ed economia", spiega Süß. Cinque archetipi del contesto energetico Lo studio dimostra che - nonostante alcune differenze marcate - tutti i paesi rientrano in uno dei cinque archetipi del contesto energetico. Nei paesi con una richiesta di energia in lenta crescita, ci sono da un lato i "pionieri green" che tendono marcatamente verso le fonti rinnovabili, e dall'altra i "tradizionalisti", che tendono solo in bassa percentuale verso fonti di energia ecofriendly. Tra i paesi con una domanda di energia elettrica in rapido aumento, ci sono invece le nazioni "energivore", che hanno già raggiunto un alto livello di elettrificazione, e le nazioni "next-wave electrifiers", nelle quali sussistono ancora notevoli lacune nella fornitura energetica a tutti gli abitanti. Il quinto gruppo individuato è quello dei "massimizzatori delle esportazioni di petrolio", che si caratterizzano per il loro obiettivo di migliorare l'efficienza energetica di petrolio ed estrazione del gas. Fotovoltaico al sud ed eolico al nord Centro studi Innovazione e Sostenibilità Lo studio ha rilevato, ad esempio, che l'Europa potrebbe risparmiare circa 45 miliardi di Euro, entro il 2030, se molti degli impianti che generano energia da fonte rinnovabile fossero costruiti presso i siti che offrono i più alti rendimenti di energia elettrica. In questo scenario, i nuovi impianti fotovoltaici sarebbero installati principalmente nelle zone più calde del Sud Europa, mentre gli impianti eolici sarebbero costruiti nelle regioni più ventose e più settentrionali d'Europa. Negli Stati Uniti, gli 80 miliardi di Dollari di perdite annue, causate dai costi indiretti delle interruzioni di corrente, potrebbero essere evitate se la qualità della rete venisse migliorata. E in Cina sarebbe possibile fermare le emissioni di CO2 al livello attuale, se le fonti di energia rinnovabili fossero sfruttate appieno. Tuttavia, questo richiederebbe quasi il doppio degli investimenti. In alternativa, le emissioni potrebbero essere ridotte senza ulteriori costi se entro il 2030 un terzo delle centrali elettriche a carbone in Cina fossero sostituite da moderne centrali a gas. Fonte: sito internet casa e clima Rapporti e studi: ISPRA: dalle foreste un potenziale energetico di 3 milioni di TEP l'anno 21/10/2013. L'Italia è il Paese dell'Unione europea con il minor rapporto tra legna prelevata e legna prodotta. È quanto emerso dalla Conferenza nazionale “Quanta energia possiamo sottrarre dalle foreste senza ferirle? Il caso del Lazio”, svoltasi venerdì a Roma presso la Regione Lazio e organizzata dall’Ispra, in collaborazione con la Regione Lazio, per presentare i risultati del progetto UE Proforbiomed, finanziato dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (Fesr) della Commissione Europea, all’interno del programma Med “Improving of the energy efficiency and promotion of renewable energy sources”, a cui Ispra partecipa come partner. Cresce la superficie forestale La superficie forestale italiana continua ad aumentare e ha superato i 10,5 milioni di ettari (dati: Inventario Nazionale delle Foreste e del Carbonio, immagini dai satelliti). Dalla fine della seconda guerra mondiale a oggi, le foreste sono pressoché raddoppiate. Ormai oltre un terzo (34,7%) della superficie nazionale è coperta da boschi, una percentuale paragonabile a quelle di altri Paesi del centro e nord Europa. Questa trasformazione è legata sia a interventi attivi di creazione di nuovi boschi (afforestazione e riforestazione), sia – soprattutto – a processi naturali di espansione del bosco su coltivi e pascoli abbandonati in zone di collina e montagna. Anche nel Lazio, il bosco è in lenta ma continua espansione e ha superato 600 mila ettari, una percentuale pari al 35,2 percento del territorio laziale, sopra la media nazionale. Le foreste sono alla base della ricchezza di biodiversità dell'Italia (ricettacolo di quasi metà del numero di specie animali e vegetali dell’intera UE) e da millenni questa ricchezza di geni, di specie e di habitat offre alle comunità che hanno abitato e abitano la penisola e le isole, una serie di beni e servizi - ora conosciuti con l’espressione ‘servizi ecosistemici’ - che comprendono il contenimento dell'erosione, delle piene e delle frane, l’infiltrazione delle acque e la funzione di ritenzione, la regolazione del clima locale, la mitigazione dei cambiamenti climatici, ma anche la tutela di valori spirituali, storici, didattico-scientifici, ricreativi e turistici e, non ultimo, la fornitura di prodotti legnosi (per l’industria e per fini energetici) e non legnosi (funghi, frutti di bosco, resine, aromi e medicinali). Il potenziale energetico delle foreste Secondo uno studio dell’Ispra, svolto nell’ambito del progetto UE ‘Proforbiomed’, dalle foreste nazionali (dal taglio di legna dei boschi cedui, dalla raccolta dei residui della cura e dei tagli delle fustaie, dal taglio di legna e dai filari), si possono ottenere 3 milioni di tonnellate di petrolio (TEP) equivalenti l’anno, senza ferire le foreste e mantenendo le necessarie misura di salvaguardia e protezione della biodiversità. Questa quantità è pari all’1,6 percento circa dei consumi energetici nazionali (che nel 2012 si sono attestati intorno a 178 milioni di TEP equivalenti, in lieve calo rispetto al 2011 per effetto della crisi economica). Le foreste del Lazio possono produrre quasi 220 mila TEP, l’1,8 percento del consumo regionale di energia. Lo studio Ispra ha stimato anche che nel Lazio siano stati realizzati appena 80 ettari di piantagioni forestali di robinia, eucalipti e salici, con tagli periodici a turno breve (pochi anni), per produrre legna per energia. In linea teorica, nel Lazio sarebbero potenzialmente disponibili circa 640 mila ettari di aree agricole e pascoli abbandonati e degradati utilizzabili per questo genere di piantagioni. Nell’ipotesi concreta – sostenibile dal punto di vista ambientale ed economico – di realizzare 10 mila ettari di nuove colture forestali a ciclo breve, si potrebbero produrre 85 mila tonnellate di legna, in grado di alimentare 4 centrali da 1 megawatt. Il contributo della bioenergia in Italia La legna di provenienza forestale rappresenta una quota significativa del totale della bioenergia, termine con il quale si intende l’energia derivante da diverse forme di biomassa: legna prelevata dai boschi, residui delle potatura di frutteti e colture erbacee, residui dell’industria del legno e dell’agro-industria. La bioenergia in Italia contribuisce per 5,2 milioni di tonnellate di petrolio equivalenti al consumo interno lordo, una quantità che corrisponde a poco meno del 3 percento del totale. La bioenergia rimane tuttora una delle principali forme di energia rinnovabile, ma le statistiche ufficiali sottostimano il contributo reale della bioenergia, perché ci sono molte tipologie di uso (dai consumi di legna da ardere nelle abitazioni agli impieghi di residui di lavorazione del legno nei processi industriali) di difficile registrazione statistica. Il progetto Proforbiomed Il progetto europeo Proforbiomed intende promuovere l'uso della biomassa come fonte rinnovabile di energia, attraverso lo sviluppo di una strategia integrata di uso sostenibile della biomassa forestale nell’area mediterranea. Elementi chiave di questa strategia sono il recupero e la valorizzazione del potenziale di biomassa forestale inutilizzato e il coinvolgimento degli attori in qualche modo coinvolti nell'intera filiera, che va dalla gestione forestale all'uso finale dell'energia. Nell’ambito del consorzio, a cui partecipano 18 istituzioni, l’Ispra svolge azioni riguardanti il monitoraggio degli impatti che l’utilizzo delle biomasse forestali e delle piantagioni legno-energia possono arrecare alle biocenosi naturali. Centro studi Innovazione e Sostenibilità Lo studio Ispra suggerisce di perseguire lo sviluppo di filiere corte, integrate e su piccola scala, per la produzione e l’impiego di biomasse, poiché ciò potrebbe avere ricadute migliori sul piano della sostenibilità economica, ecologica e sul controllo sociale delle fonti energetiche e una riduzione dei costi ambientali legati al trasporto del combustibile biomassa legnosa. Fonte: sito internet casa e clima Rapporti e studi: Eco building e smart energy in cima ai progetti del green investing 21/10/2013- Per rilanciare il nostro paese bisognerebbe puntare maggiormente sulla green economy. A riferirlo sono alcuni invesitori istituzionali e opinion leader che, intervistati da VedoGreen, societa' del Gruppo IR Top specializzata nella finanza per le aziende green, hanno riconosciuto al settore la capacità di incrementare la competitività del nostro sistema industriale, l’opportunità per rilanciare l’occupazione creando nuove figure professionali e la possibilità di attrarre investimenti esteri. SONDAGGIO SULLE POTENZIALITA' DEL GREEN INVESTING. Presentato lo scorso 18 ottobre in Borsa Italiana, durante il workshop "Industria verde e orizzonti globali" organizzato da T.E.R.N.I. Research, TerniEnergia e Italeaf, il sondaggio, condotto con l'obiettivo di indagare il giudizio sulla green economy e il green investing, e' stato realizzato attraverso un questionario strutturato inviato a circa 100 investitori istituzionali europei (Italia, Francia, Germania, UK, Svizzera), riconducibili a differenti categorie tra cui fondi etici, investment bank, family office, fondi di private equity, asset manager. DESIDERIO DI INCREMENTARE GLI INVESTIMENTI GREEN E NON SU UNO SPECIFICO COMPARTO. L'86% degli investitori istituzionali considera il green investing un criterio di investimento valido per differenti settori della green economy, mentre il 14% degli intervistati si concentra in maniera esclusiva su uno specifico settore green. E l'83% degli intervistati afferma di voler incrementare l'investimento nel settore green nei prossimi 3 anni. IL SETTORE PIU' “ALLETTANTE” E' ECO-BUILDING, LA FONTE RINNOVABILE SU CUI PUNTARE L'IDRICO. Dall'analisi emergono i settori chiave che cresceranno maggiormente nel futuro e sui quali gli investitori istituzionali potranno puntare: eco-building (71%), smart energy (69%), green chemistry (65%). Nello scenario di progresso futuro emergono anche agribusiness (62%) e waste management (57%). Con riferimento specifico alle energie rinnovabili, il 71% degli investitori istituzionali considera l'idrico (in particolare mini-idroelettrico) la fonte rinnovabile su cui e' piu' opportuno investire; seguono biomasse (43%), eolico (29%), solare (25%). PERCHE' INVESTIRE? Le potenzialita' di crescita offerte dalla green economy (43%), il processo di evoluzione verso un'economia circolare e il trend irreversibile legato alla limitatezza delle risorse fossili (36%), insieme alla tematiche di sostenibilita' (21%), costituiscono le principali motivazioni suggerite dagli investitori per investire nel green. NECESSARIA UNA SEMPLIFICAZIONE NORMATIVA. Mentre tra i fattori che limitano la propensione all'investimento sono citati il rischio normativo (43%), dovuto alla generale incertezza delle norme e alla scarsa armonia tra i sistemi legislativi dei diversi Paesi e l'eccessiva burocrazia (21%). Tra gli interventi piu' importanti che i governi dovrebbero infatti attuare per favorire lo sviluppo della green economy e dare impulso al settore, gli investitori istituzionali individuano al primo posto la semplificazione burocratica attraverso lo snellimento di pratiche e procedure (71%), la creazione di nuove politiche di sviluppo e di incentivi economici adeguati a sostegno del mercato (57%), incentivi fiscali (43%). Inoltre occorre sostenere la green economy attraverso la creazione di fondi di investimento dedicati di natura pubblica (36%) e l'apertura di linee di credito bancarie green (29%). INDAGINE ISPO SULLA POPOLAZIONE ITALIANA. L’Osservatorio VedoGreen si è ampliato con un’indagine commissionata a ISPO riguardante la percezione pubblica della Green Industry in Italia. Secondo l’indagine sulla popolazione, gestione dei rifiuti, energie rinnovabili e trattamento delle acque inquinate risultano i settori in cui investire maggiormente in futuro. Fonte: sito internet casa e clima Rapporti e studi: Solarbuzz: fine della crisi per il fotovoltaico? 18/10/2013. Secondo la relazione trimestrale di NPD Solarbuzz nel periodo luglio-settembre 2013 la domanda di fotovoltaico globale ha registrato il record assoluto di 9 GW, segnando un + 6% rispetto al precedente trimestre e del 20% rispetto allo stesso periodo nel 2012. La ricerca sottolinea che il periodo aprile settembre fa segnare 17 GW di nuovi impianti solari fotovoltaici installati in tutto il mondo, con una crescita a metà anno di oltre 3 GW, dato mai raggiunto in passato. Le stime di Solarbuzz prevedono per il IV trimestre ulteriori 10-12 GW di potenza installata, di cui circa il 50% si concentrerà in Cina e Stati Uniti, per un totale annuale di 34-36 GW. Michael Barker, analista senior di NPD Solarbuzz ha evidenziato "I livelli record di domanda di metà anno nel 2013 sono stati fondamentali per la ripresa complessiva del settore solare fotovoltaico. La rinnovata fiducia nella crescita del mercato finale sta spingendo i principali produttori fotovoltaici ad adottare strategie commerciali aggressive verso i mercati, sia maturi che emergenti." Fra le ragioni di questa ripresa Solarbuzz evidenzia una stabilizzazione dei prezzi, nel terzo trimestre infatti il prezzo medio di vendita dei moduli è sceso di meno dell’1% rispetto al secondo trimestre, d’altra parte sono aumentati, per il terzo trimestre consecutivo, i ricavi finali di mercato, superando i 13 miliardi dollari. A fine 2013, si prevedono ricavi di circa 65-75 miliardi di dollari, a fronte dei 68 del 2012. Nel 2011 i ricavi erano stati di 92 miliardi, ma con prezzi dei moduli superiori fino al 50% rispetto ad oggi. Centro studi Innovazione e Sostenibilità La forte domanda per il mercato finale è destinata a continuare nel 2014, con 45-55 GW di nuove installazioni, Cina e Giappone assorbiranno circo il 40-45% della domanda globale di fotovoltaico. Si tratta di una stima ancor più ottimistica di quella presentata qualche giorno fa dai ricercatori ISH. Fonte: sito internet infobuild energia Rapporti e studi: Rinnovabili, il Sud Italia leader indiscusso nell'eolico con quasi 6mila impianti 18/10/2013. Il Rapporto Svimez evidenzia nel Meridione un enorme potenziale non sfruttato in campo geotermico Il Sud Italia presenta a livello nazionale un vantaggio competitivo in termini di potenza prodotta dalle nuove rinnovabili (solare, eolico e biomasse) già oggi del 55% (Puglia 16,9%, Sicilia 11,5% e Campania 7,3%), con punte del 97% per l'eolico, e con un enorme potenziale non sfruttato in campo geotermico. Lo evidenzia il rapporto 2013 di Svimez sull’economia del Mezzogiorno, presentato ieri a Roma, dal quale emerge che per quanto riguarda il fotovoltaico, il 29% degli impianti - circa 139mila - si trova nel Mezzogiorno, a fronte di una produzione di potenza pari al 38% del totale nazionale, con la Puglia leader fra le regioni meridionali (44% del totale Sud). SUD LEADER INDISCUSSO NELL'EOLICO. Per caratteristiche orografiche, inoltre, il Sud è leader indiscusso nel settore eolico, con quasi 6mila impianti, di cui il 60% concentrato in Puglia, Sicilia e Campania. NELLE BIOENERGIE IL SUD CONCORRE PER IL 35% ALLA PRODUZIONE. Riguardo invece alle bioenergie, l'87% degli impianti si concentra nel Centro-Nord, ma il Sud concorre alla produzione nazionale per oltre il 35%. LE POTENZIALITÀ DELLA GEOTERMIA. Secondo il rapporto, lo sviluppo geotermico, soprattutto al Sud, potrebbe offrire importanti opportunità nella produzione di energia termica (per riscaldare e raffreddare). Per favorire uno sviluppo di questi impianti però occorrerebbe passare da un approccio basato sulla incentivazione individuale ad uno collettivo, rivolto a comunità più che a soggetti, e per fare ciò va promossa la nascita di operatori che organizzino e realizzino progetti a tale scala. Per caratteristiche tecniche, tale produzione si presta a essere più facilmente realizzabile nel breve periodo. Nel settore geotermico sarebbe opportuno un adeguato supporto pubblico a sostegno degli ingenti investimenti necessari, da concentrare in quattro direzioni: semplificazione di norme e autorizzazioni normative per lo sfruttamento delle risorse geotermiche; realizzazione di impianti pilota con soluzioni innovative, anche attraverso cofinanziamenti comunitari; affidamento dei servizi di monitoraggio a soggetti terzi rispetto alle società coinvolte nella produzione; cofinanziamenti di grandi progetti di esplorazione per ridurre il rischio minerario. PRIVILEGIARE LE RINNOVABILI TERMICHE. Più in generale, per le energie rinnovabili occorre secondo Svimez rilanciare una visione strategica di medio-lungo periodo di politica sia energetica che industriale. In particolare, è necessario passare gradualmente da una indiscriminata incentivazione "atomistica" a una politica di programmazione dell'energia verde a Km zero che privilegi il versante riscaldamento- raffreddamento rispetto all'esclusiva produzione di energia elettrica. Fonte: sito internet casa e clima Rapporti e studi: Decalogo per le città verdi 18/10/2013. Un elenco delle pratiche green necessarie per i centri urbani dei prossimi decenni, sempre più grandi e sempre più densamente popolati Cosa rende una metropoli “green”, dove con questo termine – diffusissimo negli Stati Uniti – si intende efficiente, intelligente, a basso impatto ambientale? ENTRO IL 2030 IL 60 PER CENTO DELLA POPOLAZIONE MONDIALE ABITERÀ NEI CENTRI URBANI. Si tratta di una questione molto attuale, se si considera che – oggi per la prima volta nella storia del mondo - sempre più persone vivono nelle città rispetto alle aree rurali. Una tendenza destinata a consolidarsi: entro il 2030, infatti, le Nazioni Unite prevedono che il 60 per cento della popolazione mondiale abiterà nei centri urbani, che saranno sempre più grandi e che, per forza di cose, dovranno “massimizzare il loro potenziale green per sopravvivere”, come scrive Paul Hewins, vice presidente di Skanska USA Building. MASSIMIZZARE IL POTENZIALE GREEN DELLE CITTà. Lo stesso Hewins ha stilato un elenco delle principali caratteristiche green che le città del futuro (sempre più prossimo) dovranno possedere, in ordine di garantire risorse, aria pulita e sicurezza ai propri abitanti -INFRASTRUTTURE E MOBILITÀ SOSTENIBILE. Le città del futuro dovranno promuovere il transito a piedi, in bicicletta, sostenendo i mezzi alternativi all'automobile. La città verde richiede un esteso e capillare sistema di trasporti pubblici a prezzi accessibili, nonché piste ciclabili e altre infrastrutture di supporto alla mobilità “car-free”. Gli uffici saranno costruiti pensando a questo tipo di spostamenti, incorporando rastrelliere per biciclette (più docce e spogliatoi), stazioni di ricarica per le auto elettriche e accesso diretto ai mezzi pubblici. Un esempio già esistente? Il ponte di Longfellow, a Boston, recentemente ricostruito con ampi marciapiedi per i pedoni e piste ciclabili protette. - EDIFICI AD ALTA EFFICIENZA ENERGETICA. Gli edifici dei prossimi decenni sono destinati ad utilizzare pochissima energia, grazie agli ottimi livelli di isolamento di pareti, soffitti e pavimenti, alle finestre (vetri e serramenti) ad alta efficienza e all'orientamento strategico dell'edificio, ottimizzato per ridurre al minimo le esigenze di riscaldamento e raffreddamento. Molte opportunità risiedono anche nel retrofit degli edifici più antichi. - ENERGIA DA RINNOVABILI. Sempre più le città trarranno la propria energia da fonti rinnovabili, a partire da quella solare, eolica, idroelettrica e geotermica. Centro studi Innovazione e Sostenibilità - RICICLAGGIO DEI RIFIUTI. I prodotti di scarto saranno recuperati e riutilizzati, per ridurre al minimo gli sprechi. Un esempio attuale di questa pratica? La ristrutturazione dei Musei d'Arte di Harvard, che ha raggiunto un tasso di riciclaggio del 98 per cento. GIARDINI PENSILI. I sistemi di copertura utilizzeranno sempre più la vegetazione per assorbire l'acqua piovana e ridurre la dispersione del calore (e il consumo energetico). Inoltre, i cosiddetti giardini pensili creano una superficie permeabile per l'acqua piovana su uno spazio tradizionalmente impermeabile. Un esempio ben riuscito è il tetto verde dell'Harvard Law School di Cambridge: la copertura vegetale isola l'edificio e assorbe l'acqua per evitare l'eventuale deflusso durante temporali. La pioggia viene poi raccolta e utilizzata per irrigare le piante. - RACCOLTA E RICICLAGGIO DELL'ACQUA PIOVANA. L'acqua piovana verrà raccolta, conservata, trattata e utilizzata per l'irrigazione e i servizi igienici di scarico. Si tratta di una questione cruciale, considerando che la domanda di risorse idriche è destinata a raddoppiare entro il 2025 nei Paesi in via di sviluppo e del 18% in quelli avanzati. - MATERIALI E RISORSE REGIONALI. Sempre più ci si rivolgerà al territorio diappartenenza per reperire materiali e mano d'opera, per ridurre l'impatto sull'ambiente. Un altro approccio destinato a diffondersi è l'utilizzo di materiali riciclati, trattati e recuperati in loco. -QUALITÀ DELL'ARIA INDOOR. Saranno sempre più selezionati i componenti tossici e nocivi dei prodotti per l'edilizia, per garantire ambienti (di lavoro e di vita) il più possibile salubri. -RETROFIT DEI “VECCHI” EDIFICI. Attraverso la ristrutturazione e l'installazione dei sistemi domotici, anche gli edifici più “antichi” diventeranno efficienti e a basso impatto ambientale. Quella dei retrofit è una nicchia di intervento destinata a crescere, in particolare nei paesi europei, dove il patrimonio edilizio storico è molto ampio: sempre più gli operatori e i professionisti si interesserano ai retrofit energetici come opportunità da sfruttare. “Da questi punti possiamo dedurre che la città green richiederà uno sforzo multiforme da parte del governo, dei consumatori, dei costruttori e dei progettisti. Ma gli abitanti e l'ambiente ringrazieranno”. Fonte: sito internet casa e clima Eventi:Il mondo delle rinnovabili in piazza per un'Italia sostenibile 22/10/2013. Greenpeace, Legambiente, WWF, Kyoto Club, Anter, Giga, ATER, Msa insieme ad altre associazioni delle rinnovabili, si incontrano a Roma sabato in una grande manifestazione, promossa per ribadire che il futuro deve essere incentrato sulle fonti rinnovabili e l’efficienza energetica. Oggi nel nostro paese ci sono oltre 600mila impianti da fonti rinnovabili, distribuiti nel 98% dei Comuni italiani (rapporto Comuni Rinnovabili di Legambiente) e che soddisfano il 30% dei fabbisogni. Si tratta di una “rivoluzione” che non può essere fermata e che trova ampio consenso anche nei cittadini. E’ dunque possibile ridurre la dipendenza dalle fonti fossili e dall’estero per gli approvvigionamenti, ma è necessario che il Governo si impegni in iniziative di sostegno alle rinnovabili, garantendo incentivi, snellendo la burocrazia che strangola il settore e assicurando la legalità. Le associazioni chiedono una strategia energetica nazionale lungimirante in grado di liberare il paese dai combustibili fossili e di posizionarlo all’avanguardia nell’innovazione e diffusione delle energie pulite in un sistema energetico che premia chi risparmia energia, chi la autoproduce da impianti puliti, chi investe nella gestione delle reti energetiche e nell’accumulo. Sabato 26 ottobre a Roma, in via dei Fori Imperiali dalle 10.00 alle 20.00 Fonte: sito internet infobuild edilizia Eventi: Il WWF premia la Danimarca impegnata a raggiungere 100% di energia rinnovabile al 2050 23/10/2013. La Danimarca ha ricevuto il premio WWF Gift to the Earth, prestigioso riconoscimento a governi, imprese e altre organizzazioni che hanno dimostrato di contribuire in modo significativo alla conservazione dell’ambiente. La Danimarca infatti oltre a vantare la leadership mondiale per le politiche per il clima e l'energia, si è impegnata a raggiungere il 100 % di energia rinnovabile al 2050. Il premio è stato consegnato al primo ministro della Danimarca, la signora Helle Thorning –Schmidt durante il Forum Global Green Growth Forum (3GF ) a Copenaghen. Jim Leape, Direttore generale WWF Internazionale ha sottolineato: "Il mondo deve sviluppare una economia equa e a basse emissioni di carbonio entro il 2050 e questo è realizzabile come indicato dal WWF nell ‘Energy Report -100% di energia rinnovabile entro il 2050’ . “L’Europa deve prendere esempio - ha detto Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia WWF - e avere più coraggio sulla strada intrapresa, dotandosi di obiettivi realmente sfidanti sul taglio delle emissioni di gas serra, sulle energie rinnovabili e sull’efficienza energetica. Come in tutti i periodi storici di grandi rischi (quelli di caos climatico e di sicurezza energetica) ma anche di grandi e promettenti scelte, chi avrà coraggio verrà premiato”. Fonte: sito internet infobuildenergia Centro studi Innovazione e Sostenibilità Eventi: Federbeton al SAIE, "la palestra giusta dalla quale ripartire" 21/10/2013. "Il SAIE, la palestra giusta da cui ripartire. Era quasi un appuntamento obbligato." Quasi 500 imprese del settore delle costruzioni, associate a Federbeton, hanno partecipato a SAIE 2013, dal 16 al 19 ottobre a BolognaFiere, presentando materiali innovativi ed ecologici, pronti a soddisfare il mercato. Federbeton, Federazione delle Associazioni della filiera del cemento e del calcestruzzo armato, per la prima volta ha partecipato a SAIE, e all'interno di uno stand di circa 1.000 mq, gli associati di Federbeton hanno trovato al SAIE la piazza ideale per incontrare le Pubbliche Amministrazioni, i committenti, i professionisti, le imprese e tutti i key opinion leader del settore, con i quali dialogare e promuovere l’uso di sistemi e prodotti cementizi innovativi. Fonte: sito internet edilio Eventi: SAIE 2013 chiude con 85.000 presenze e dà appuntamento alla 50° edizione 19/10/2013. Il SAIE 2013 chiude con 85.000 presenze e dà appuntamento al salone dei 50 anni nel 2014. Da Bologna l’impegno dell’edilizia italiana che vuole ripartire. Campagnoli: “abbiamo vinto la sfida di creare un nuovo SAIE per il futuro del mondo delle costruzioni”. Dal Forum SAIE con i rappresentanti del Governo e delle Istituzioni nuove proposte concrete, dal piano per la riqualificazione delle città con l’impegno dei fondi europei al certificato antisismico. 12.000 professionisti hanno partecipato agli incontri e ai laboratori del Forum. Successo anche sui social network con 4 milioni di contatti sul tema “Better Building” Sono 84.370 i visitatori che al termine dei quattro giorni sono arrivati a BolognaFiere dal 16 al 19 ottobre, per visitare la 49ma edizione del Salone dell’Innovazione edilizia che si è chiuso oggi, con la nuova formula 2013, che ha riunito assieme in un’unica grande piattaforma quattro Saloni: Smart City Exhibition, organizzato assieme a Forum PA, Ambiente Lavoro dedicato alla salute e alla sicurezza sui luoghi di lavoro, e Expo Tunnel rivolto alle tecnologie per il sottosuolo. “Un bilancio veramente positivo al di là delle nostre previsioni, una nuova formula vincente – ha detto Duccio Campagnoli, presidente di BolognaFiere - abbiamo vinto la sfida di creare un nuovo SAIE e una nuova piattaforma fieristica per il mondo delle costruzioni, con l’impegno comune con i costruttori di ANCE, il mondo della ricerca e tutti i professionisti dell’edilizia, in collaborazione con i Consigli nazionali degli Ingegneri, degli Architetti, dei Geologi e dei Geometri. Con l’innovazione anche nel mondo fieristico, realizzando un laboratorio di lavoro che il SAIE ha voluto rappresentare e che ha portato a una più stretta collaborazione con Ance – ha aggiunto - i professionisti dell’edilizia e il mondo della politica che è tornato a BolognaFiere come non avveniva da anni. Grazie alla presenza delle istituzioni in questi giorni BolognaFiere è stata la sede in cui si sono fatti enormi passi avanti per l’industria edilizia italiana e per il Paese; basti pensare al rilancio del Piano Casa e di un piano per le Città metropolitane annunciato dai Ministri Lupi, Delrio, D’Alia e Giovannini e la prossima realizzazione di un certificato antisismico per gli edifici pubblici e privati, come l’anno scorso proprio a SAIE hanno chiesto i protagonisti del settore costruzioni durante il Forum “Ricostruiamo l’Italia”. Il SAIE è già pronto rilanciare l’edizione del 2014 in cui compirà 50 anni, assieme anche all’inaugurazione dell’Autostrada del Sole: stiamo lavorando per festeggiare il duplice anniversario aprendo un nuovo cinquantennio all’insegna della sostenibilità e della riqualificazione”. Il Forum Better Building and Smart Cities Nel grande Forum Better Building and Smart Cities, che si è svolto con sei grandi incontri nei giorni di fiera al quale hanno partecipato i Ministri Lupi, Giovannini, D’Alia e Del Rio, e i sottosegretari Catricalà e Girlanda, il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi, il presidente del CNR Luigi Nicolais, l’ANCI e i sindaci di tante città italiane, assieme ai rappresentanti della Commissione Europea e agli esperti del comitato scientifico di SAIE, sono state discusse e condivise le proposte avanzate dal comitato scientifico di SAIE, come la realizzazione del nuovo piano per la riqualificazione urbana da finanziare con i fondi erogati per le Città metropolitane dalla prossima Programmazione Europea, ed è arrivata la notizia dell’approvazione, da parte del governo, della creazione di una certificazione edilizia proposta dal comitato scientifico di Saie assieme ai Comuni colpiti dal terremoto dell’Emilia. “Per il prossimo SAIE –sottolinea Campagnoli – c’è già un accordo ancor più forte di partnerariato con ANCE, le altre associazioni del mondo delle costruzioni e gli Ordini professionali. SAIE è ridiventato e sarà ancor più nel prossimo anno e nelle edizioni future la fiera di riferimento dell’industria delle Costruzioni e della cultura di un “new building”, ovvero del nuovo costruire. Nel 2014 celebreremo tradizione e innovazione per un nuovo ciclo di sviluppo all’insegna della sostenibilità. Il nostro tema sarà cosa fare nei prossimi 50 anni, quindi un “better future”. Ora SAIE dà appuntamento all’edizione del 2014 che sarà l’edizione speciale dei 50 anni”. A conclusione della manifestazione la tradizionale competizione tra scuole edili a cui hanno partecipato più di 400 muratori da tutt’Italia. L’edizione del trofeo Ediltrophy, organizzato da Formedil in collaborazione con SAIE, che ogni anno premia a Bologna i migliori muratori italiani, è stata vinta dalla Scuola edile di Venezia che ha prevalso tra i finalisti delle singole regioni. Il successo del nuovo SAIE è stato testimoniato inoltre dal ritorno delle grandi aziende leader del. Settore come la presenza grandi imprese cementiere associate a Federbeton, quella realizzata dal consorzio Lignius (con la più grande esposizione di soluzioni per case in legno mai realizzata in Italia), l’area dei laterizi organizzata da Andil e delle pavimentazioni continue organizzata da Conpaviper. A SAIE sono stati quattro giorni di confronto, approfondimento e proposte che hanno visto, nei 9 padiglioni occupati da più di 800 espositori su una superficie di 80.000 mq, la partecipazione di oltre 12.000 professionisti iscritti a seminari e workshop del Forum Better Building & Smart Cities – tema guida del Salone che si è richiamato alla politica di Centro studi Innovazione e Sostenibilità riqualificazione energetica del Presidente Obama, rappresentata in fiera con la presentazione dell’esperienza dei fondi di investimento della riqualificazione energetica del Delaware, con il senatore Harris McDowell. Dall’estero sono anche arrivate 43 delegazioni, perfino dall’Iran, per conoscere le soluzioni più avanzate presentate dalle aziende leader dell’edilizia italiana presenti al SAIE. ”Siamo qui insieme a Bologna – ha detto il Ministro Maurizio Lupi nel giorno inaugurale - accomunati dal progetto comune di riqualificare le nostre città. Non potevo mancare al SAIE che è da sempre e ancora di più oggi il Salone di riferimento dell’industria edilizia italiana, un settore fondamentale per il Paese che il Governo vuole e deve aiutare a ripartire”. Proprio ieri il Ministro Delrio ha sottolineato che “la partita delle Città metropolitane dev'essere giocata. Credo che dalla loro innovazione e dalla collaborazione e cooperazione tra gli enti pubblici possa migliorare la vita dei cittadini, delle famiglie e delle imprese con vantaggi per il sistema dei trasporti, la ricerca e lo sviluppo.”, mentre il presidente Squinzi ha ricordato che il suo Gruppo (Mapei, ndr) “è cresciuto anche grazie a questa Fiera. E’ una manifestazione chiave per il settore, una vetrina importante, un vero e proprio strumento di politica industriale”. Successo della manifestazione anche sui social network: bastano i numeri di Twitter per rendersi conto della portata e della quantità degli scambi sull'argomento. Il profilo @saiebologna ha raccontato in tempo reale i convegni e i momenti topici della Fiera mentre l'hashtag SAIE, assieme all’ hashtag SCE2013, che hanno funzionato da aggregatori di contenuti per espositori, visitatori e operatori del settore, sono stati utilizzati più di 2.300 volte in tre giorni con un totale di visualizzazioni di quasi 4 milioni di utenti. Entrambi gli hashtag sono entrati più volte tra i trend topic italiani di Twitter. Sergio Crippa, presidente di Federbeton, ha salutato così la manifestazione: "Siamo soddisfatti della nostra partecipazione a SAIE. È stata l'occasione per confrontarci con il mercato e per riportare la filiera del cemento al centro del mondo delle costruzioni, come è sempre stato nella storia di questo Paese". Il confronto sul ‘Better Building’ che si è svolto a SAIE 2013, ha detto Harris B. McDowell, “ha dato un ricco contributo alle politiche di efficienza energetica e sviluppo dell’edilizia in Italia Come gli Stati Uniti, l’Italia dimostra di avere gli strumenti adatti per intraprendere la strada della riqualificazione urbana, punto di partenza per la ripresa di tutto il comparto delle costruzioni». Tra le aziende più importanti che hanno scelto di esporre a BolognaFiere la Mapei, che ha sottolineato l’importanza storica dell’evento: «Il SAIE di Bologna è la nostra fiera - ha detto Ernesto Erali, Direttore commerciale della ditta specializzata in adesivi, sigillanti e prodotti chimici per l’edilizia - nelle mie prime visite ero ancora un geometra studente e per me la ‘fiera dell’edilizia’ è rimasta Bologna. Ho apprezzato molto l’organizzazione di quest’anno che ha proposto diversi incontri tra progettisti, oltre all’esposizione dei prodotti: oggi è molto importante puntare sulla cultura, come ha fatto SAIE inserendo una serie di iniziative e meeting di settore mirati ai professionisti. È un’idea a mio avviso vincente e sono sicuro che ne trarremo vantaggio anche a livello commerciale». Al SAIE ha voluto essere presente direttamente anche l’ingegner Carlo Pesenti, proprietario che salutando il Presidente Campagnoli 2Possiamo e dobbiamo fare di SAIE una piattaforma delle eccellenze dell’industria italiana che lavora nel mondo e dell’internazionalità dell’industria italiana. All’insegna dell’innovazione e della sostenibilità, il consorzio Lignius ha proposto al SAIE le soluzioni più moderne per un’edilizia ecosostenibile e attenta ai consumi energetici, all’ecosistema e al risparmio energetico: “Qui al SAIE abbiamo portato la novità: la struttura in bioedilizia, sicura ed ecoefficiente – ha raccontato Johann Waldner, Amministratore Delegato di Lignius- tutto quello che si vede qui si può anche ritrovare nella propria casa: prodotti di qualità ed eccellenze dei singoli settori che dimostrano i vantaggi che attendono chi sceglie di costruire con questo tipo di tecnologia”. Fonte: sito internet edilio Eventi: Expòtunnel: Bologna capitale del tunnelling e delle grandi opere 17/10/2013 – “Il tema del miglioramento del sistema infrastrutturale in Europa è da tempo all’attenzione dell’Unione Europea, inoltre dal 1994 in poi si sono inaugurati vari progetti. Senza un sistema di trasporto integrato è difficile avere un mercato unico veramente tale. In questo contesto è stata messa appunto l’iniziativa Connettere L’Europa nel periodo 2014-2020“, spiega il prof. Carlo Secchi, Coordinatore Europeo dei Progetti Prioritari PP3 – PP19 (TEN –T Trans European Transport Network), nel videomessaggio trasmesso nel convegno di apertura di EXPOTUNNEL, Salone delle Tecnologie per il Sottosuolo (17-19 ottobre 2013, al quartiere fieristico di Bologna, pad.19). Alla tavola rotonda inaugurale intitolata “Investimenti e grandi opere in Italia e nel mondo” hanno partecipato: Giorgio Squinzi, Presidente di Confindustria, Mauro Moretti, Amministratore Delegato Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane, Pietro Lunardi, Presidente Congresso Internazionale Società Italiana Gallerie, Tarcisio Celestino, Vice Presidente ITAAITES, Brasile, Giorgio Praderio, Università di Bologna e Duccio Campagnoli, Presidente BolognaFiere. Fonte: info expotunnel.it Eventi: Expòtunnel: intervento Fillea al seminario Iatt 18/10/2013 – All’apertura del seminario specialistico “Le tecnologie trenchless al servizio delle opere in sotterraneo nuove frontiere tecnologiche, ricerca e sicurezza”, organizzato da Iatt (Italian Association Trenchless Technology) Alessandra Graziani, del Centro Studi Fillea Cgil, ha presentato il protocollo in essere con Iatt e le ragioni dell’interesse del sindacato per la promozione di queste tecnologie a basso impatto ambientale e sociale. Nell’intervento si è anche annunciata la prossima pubblicazione di un Rapporto di ricerca sull’innovazione sostenibile nelle costruzioni, nel quale un capitolo è dedicato alle tecnologie trenchless. Fonte: Centro Studi Fillea Cgil Centro studi Innovazione e Sostenibilità Aziende: Una nuova sfida per l’Università degli Studi di RomaTre e Rubner Haus. Il progetto 'RhOME' 18/10/2013 - Il team “RhOME for denCity” dell’Università degli Studi di RomaTre, guidato dal Faculty Advisor Dott. Arch. Chiara Tonelli, si affida nuovamente al pluridecennale know-how e alle capacità produttive di Rubner Haus al fine di approdare sul campo di gara del Solar Decathlon Europe 2014 a Versailles con un prototipo altamente competitivo sotto il profilo tecnologico e costruttivo. In occasione della manifestazione internazionale sempre più prestigiosa nell’ambito della progettazione, si rinnova così la collaborazione tra la squadra nazionale e l’Azienda altoatesina che da oltre 50 anni opera nel settore della bioedilizia in legno. Al Solar Decathlon Europe 2012 di Madrid infatti, questa partnership si è dimostrata vincente con il progetto “Med in Italy”, medaglia di bronzo e medaglia d’oro nella categoria sostenibilità. Rubner Haus, grazie al suo pluridecennale know-how tecnico in linea con gli obiettivi della squadra italiana e attraverso l’impiego delle più innovative tecnologie costruttive, si occuperà della realizzazione di campioni di parete per test sismici in camera climatica, del loro trasporto presso le sedi di prova e la conversione effettiva del progetto in rapporto dialettico con i propri sistemi produttivi. Entro febbraio 2014, Rubner Haus fornirà diversi componenti costruttivi: la struttura in travi di legno lamellare per la distribuzione dei carichi a terra, la struttura portante e di chiusura della costruzione, gli elementi di partizione e controventamento interni, le lattonerie di completamento della copertura e le finiture interne ove non garantite da un’azienda sponsor. A cura di Rubner Haus anche il servizio di assistenza al montaggio degli impianti e degli infissi esterni ed interni Il prototipo “RhOME” sarà montato in soli due mesi, da febbraio a marzo 2014, all’interno del Rubner Center, l’headquarter del Gruppo Rubner situato a Chienes in Val Pusteria, recentemente ampliato con il nuovo edificio completamente dedicato all’edilizia in legno. Qui gli ingegneri Rubner seguiranno tutte le fasi del collaudo, dei test di funzionamento e delle misurazioni di efficienza energetica del “RhOME” che sarà successivamente smontato, trasportato e riassemblato a giugno 2014 a Versailles, campo di gara di Solar Decathlon Europe. “La collaborazione con RomaTre per l’ingegnerizzazione della casa Med In Italy ci ha regalato grandi soddisfazioni e ci ha spinto ad accettare questa nuova sfida con grande entusiasmo”, afferma Stefan Rubner, Presidente del Gruppo Rubner. “I nostri ingegneri che hanno seguito tutti i test e tutte le fasi di montaggio del prototipo Med in Italy a Chienes, nell'headquarter Rubner‐sono fortemente motivati e pronti a lavorare a un progetto ancora più innovativo sul fronte dell’edilizia sostenibile. Ed è proprio da una filosofia comune basata sulla centralità della ricerca, ambito in cui il nostro Gruppo investe ogni anno importanti risorse per identificare processi produttivi sempre più competitivi, efficienti e fortemente proiettati al futuro, che è nata l’intesa con RomaTre. Sia il progetto Med In Italy che RhOME for denCity avranno come destinazione finale la sede di Rubner Haus dove saranno aperti al pubblico”. Il team dell’Università RomaTre, guidato anche quest’anno dal Dott. Arch. Chiara Tonelli, si è posto l’obiettivo di realizzare un progetto architettonico a impatto zero che produce più energia di quanta ne consuma e strettamente legato al territorio. Da qui il riferimento alla Capitale nel nome RhOME - a home for ROME, luogo simbolo per ripensare le periferie in chiave sostenibile. Tema centrale è il concetto di ridensificazione, intesa non solo come aumento del numero di metri quadrati e cubi per ettaro e occupazione di nuovo suolo pubblico, ma anche come incremento del numero di abitazioni nella stessa area urbana, offrendo piccoli appartamenti per soddisfare le esigenze abitative di giovani coppie e residenti temporanei. Fonte: Rubner Haus su Archiproducts.com Aziende: Pizzarotti, il cantiere allarga la banda 21/10/2013 Impegnata nella costruzione di grandi opere pubbliche e private, Impresa Pizzarotti muove un giro d'affari che sfiora il miliardo di euro e conta su una forza lavoro di circa 2.500 dipendenti. Il quartier generale è a Parma, ma gli uffici sono dislocati in oltre 20 Paesi tra Europa, Africa e Medio Oriente. Si tratta quindi di un'organizzazione piuttosto complessa, considerando anche il fatto che i cantieri hanno una durata limitata e che spesso sorgono in aree con infrastrutture scarse o addirittura assenti, con grossi problemi di prestazioni in termini di connettività. "Molti dei nostri dipendenti presenti nei cantieri utilizzano applicazioni ospitate nel quartier generale di Parma o applicazioni SaaS (Software-as-a-Service) presenti in doud," spiega Augusto Lambertino, responsabile It di Pizzarotti. "La loro attività si basa spesso su AutoCad, i cui file sono per loro natura estremamente pesanti, su posta elettronica e su applicativi documentali come Emc Documentum. La mancanza di connessioni a banda larga implicava rallentamenti nell'apertura di file e nell'esecuzione delle applicazioni, causando notevoli perdite di produttività." Tuttavia, la soluzione più ovvia, cioè un incremento di banda, per Pizzarotti non è sempre un'opzione percorribile. "Se i cantieri sono situati in Paesi dove le linee dati a larga banda sono scarse o i collegamenti in fibra ottica non sono disponibili," spiega Lambertino, "bisogna per forza trovare un'alternativa al potenziamento delle linee. Inoltre, i nostri cantieri sono temporanei (durano in media tre anni), e questo rende antieconomico un investimento ad hoc per portare le linee veloci nelle zone interessate Serviva insomma una soluzione efficace ma dal costo sostenibile, ecco perché i tecnici di Pizzarorti, coordinati da Lambertino e affiancati dal partner Long Wave, un system integraror con sede a Milano, si mettono alla ricerca della migliore tecnologia di ottimizzazione delle Wan (Wide Area Netwotk), le reti a lunga distanza. Dopo una serie di test pilota eseguiti su due location distanti (per mettere alla prova le architetture nelle condizioni più critiche è stato scelto il cantiere siciliano dell'autostrada Catania-Siracusa, connesso alla sede di Parma), Pizzarotti e LongWave selezionano la tecnologia Steelhead di Riverbed, costituita da appliance dedicate. "I file che prima richiedevano alcuni minuti per il trasferimento con la tecnologia Riverbed impiegano ora pochi secondi", dice Lambertino, "con un vantaggio in termini di banda valutabile in circa 1'80%". L’ottimizzazione delle comunicazioni tra Centro studi Innovazione e Sostenibilità le sedi non coinvolge solo quelle dotate delle nuove appliance Riverbed, ma si ripercuote su tutta la rete, con un miglioramento percepito dagli utenti in termini di velocità di risposta e produttività, soprattutto nelle sedi più grandi. LA SOLUZIONE I dispositivi Steelhead di Riverbed rappresentano una soluzione integrata per le esigenze di ottimizzazione delle reti aziendali di tipo Wan, e possono essere utilizzati dove le infrastrutture di trasmissione sono carenti, oppure dove le prestazioni sono un fattore critico per l'azienda. Steelhead consente anche di controllare in modo più efficace il traffico dati, semplificando il compito degli uomini del reparto It grazie a un' interfaccia basata su Web da cui è possibile gestire le attività di rete. Riverbed ha realizzato anche il software Virtual Steelhead, destinato ai data center dove risiedono risorse virtualizzate in ambienti VMware e Microsoft Hyper-V, e una versione mobile, in grado di accelerare le prestazioni degli utenti di computer portatili. Fonte: Technopolis