OCCUPAZIONE VERDE: QUADRO DI RIFERIMENTO E MISURE

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OCCUPAZIONE VERDE: QUADRO DI RIFERIMENTO E MISURE
Programma Operativo Nazionale “Governance e Azioni di sistema 2007-2013” (PON GAS)
ASSE E - Capacità istituzionale, Obiettivo specifico 5.5 “Rafforzare ed integrare il sistema di governance ambientale”
Azione 7.A – “Azioni orizzontali per l’integrazione ambientale”
OCCUPAZIONE VERDE: QUADRO DI RIFERIMENTO
E MISURE CONCRETE
Presentazione di Alessandro Carettoni
Roma, 17 Luglio 2012
Punto di partenza del nostro è percorso è la dimensione
internazionale del ruolo assegnato alla green economy
nella crescita dei prossimi anni. Le definizione di green
economy è piuttosto ampia (e dai confini variabili): si va
da tutto quello che interessa la protezione dell’ambiente
ai beni/servizi per la gestione ottimale delle risorse
naturali . Un dato sintetico, anche se parziale, che può
rappresentarne la forza è la dinamica degli investimenti
nel comparto dell’energia pulita:
Gli investimenti globali nell’energia pulita
(MLD $)
Di questo dato oggi ci interessano due aspetti: il primo è la “geografia” della
scommessa verde con una progressiva ricomposizione delle quote a favore di
Cina, India, Brasile…
Le dinamiche degli investimenti verdi per area
(MLD $)
… il secondo è il ruolo dell’R&D
La spesa green in R&D
(MLD $)
Nel 2012 si apre un passaggio critico: incertezza sulle politiche incentivanti,
esaurimento dei pacchetti di stimolo messi in campo nella prima fase della
crisi..
I pacchetti anticrisi verdi
(MLD $)
Guardata dalla prospettiva del mercato del lavoro, la crescita dell’economia
verde ha avuto certamente ricadute importanti: ad esempio nell’Eu27 ,
secondo la metodologia Ecorys, i posti di lavoro verdi negli ultimi dieci anni..
L’occupazione in Europa
(numeri indice; 2000=100)
In generale, sul piano occupazionale ci si può attendere
un impatto sia di breve che di lungo periodo:
Effetto anticongiunturale: contrasto alla disoccupazione,
in particolare giovanile
Rispetto alla media degli altri settori è maggiore la propensione
ad offrire opportunità di lavoro ai giovani al di sotto dei 30 anni
Effetto strutturale: aumenta la qualità del capitale umano
nel sistema produttivo
Rispetto alla media degli altri settori l’esigenza di laureati è più
che doppia.
Una quantificazione del potenziale occupazionale
della green economy deve partire da:
Una definizione puntuale del perimetro dei settori da
includere (più o meno restrittivo)
Una misurazione del gap formativo da colmare e
degli strumenti più adatti per farlo (in maniera da
sfruttare al massimo il potenziale innovativo dei
settori green)
Una solida base di dati quantitativi e qualitativi migliora
anche la capacità di disegnare attendibili percorsi di
sviluppo. La definizione di scenari dipende comunque
da un insieme considerevole di variabili:
economiche (crescita)
energetiche (consumi, intensità energetica)
normativo-fiscali (politiche di incentivazione nazionali,
introduzione carbon tax)
ambientali (esistenza di obbiettivi vincolanti in termini di
emissioni)
Le stime del potenziale di crescita nazionale sono infatti abbastanza variabili,
ma l’impatto può essere significativo. Ad esempio per le rinnovabili …
La nuova occupazione del settore delle rinnovabili: una
proiezione con il nuovo quadro normativo (migliaia di unità)
Il “riorientamento” del Fondo Rotativo di Kyoto (Dl Sviluppo in
esame alla Camera):
finanziamento agevolato per i progetti presentati da imprese che
operano nei settori di punta dell’economia verde: dalle fonti
rinnovabili, ai biocarburanti, all’efficienza degli usi finali dell’energia,
alla messa in sicurezza del territorio, delle infrastrutture, degli edifici
capienza attuale del Fondo di 470 milioni di euro
erogazione di prestiti a 6 anni ad un tasso agevolato dello 0,5%: la
durata del prestito si allunga a 10 anni e il saggio di interesse si
dimezza se il finanziamento è concesso alle ESCO oppure a soggetti in
partenariato pubblico/privato
condizione di accesso al finanziamento è l’assunzione a tempo
indeterminato di giovani al di sotto dei 35 anni (se i nuovi occupati
sono più di tre, almeno un terzo deve essere laureato e con età non
superiore a 28 anni)
Nell’attuale difficile fase ciclica, tale strumento risponde a tre
criticità:
ha carattere strutturale e non “una tantum”: dopo il primo round di
finanziamenti, il Fondo torna ad alimentarsi ed a poter operare sia
grazie ai rimborsi che ad eventuali nuove risorse comunitarie;
rappresenta un segnale di fiducia importante per i soggetti privati
che vogliono investire e occupare: nel corso dell’ultimo anno, lo
stock dei prestiti alle imprese produttive è rimasto sostanzialmente
fermo, anzi è leggermente diminuito. Con una disponibilità vicina al
mezzo miliardo di euro, il Fondo garantisce un impulso finanziario
significativo al settore (l’Abi ha recentemente quantificato in circa
20 miliardi l’ammontare dei prestiti “green” in essere);
abbatte sensibilmente gli interessi passivi: un tasso fisso
allo 0,5% è pari a circa 1/10 di quello mediamente applicato
dal sistema bancario per un prestito a 6 anni. Questo, di
fatto, si traduce in una riduzione dalla spesa per interessi
sopportata dall’impresa nell’arco del finanziamento di circa
13 mila euro per ogni 100 mila euro finanziati dal Fondo: il
risparmio sale a 23 mila euro se il prestito ha durata
decennale e l’interesse è allo 0,25%.